11 SETTEMBRE 2001
UNA TAPPA VERSO UN
NUOVO ORDINE MONDIALE
I 10 COMANDAMENTI DEI GLOBALIZZATORI
(a cura di Claudio Prandini)
Ormai numerose associazioni professionali si sono costituite per apportare le perizie necessarie a dimostrare le menzogne della versione di Bush degli attentati. Soprattutto, l'FBI ha indicato di non avere elementi che permettano di attribuire ad Osama bin Laden la responsabilità di questi attentati e ha dimostrato che le pretese telefonate da parte dei passeggeri degli aerei dirottati non sono mai esistite. La versione governativa non ha più alcun fondamento.
Il Presidente Obama difficilmente potrà far luce sulla strage di tremila cittadini americani innocenti semplicemente perché l'elite che sta dietro il governo americano (e non solo quello americano) non lo permetterà. Per essa infatti il crollo delle Torri Gemelle (con le sue conseguenze politico-militari in Iraq e Afghanistan), è solo una delle tante tappe (l'altra tappa è quella della depressione economica globale che stiamo vivendo ora) che dovranno portare le nazioni verso il Nuovo Ordine Mondiale, che i globalizzatori vogliono a tutti i costi.
L'elite si è creata anche i suoi 10 comandamenti da perseguire fedelmente e dai quali Dio è semplicemente scomparso. Le pietre guida della Nuova Era (luciferina) sono collocate sulle colline di Elbert County, Georgia, negli Stati uniti. Il primo comandamento scritto sulla pietra del così detto "Stonehenge americano", ovvero su quattro grandi pietre di sapore megalitico, è: "Mantieni l’umanità sotto i 500.000.000 in eterno equilibrio con la natura". Domanda: e gli altri 9/10 dell'umanità che fine dovrebbero fare? Capite dove l'elite vuole arrivare piano piano? Allo sterminio, in un modo o nell'altro, e non sono certo a corto di mezzi, come abbiamo visto nel crollo delle Torri Gemelle a New York nel 2001! |
Georgia Guidestones - Nuovo Ordine
Mondiale - I 10 Comandamenti
UN NUOVO SGUARDO
SULL'11 SETTEMBRE 2001
Il professor David Ray Griffin, negli Stati Uniti è una figura centrale del movimento per la verità sull'11 settembre, sta conducendo un ciclo di conferenze in Europa di cui riproduciamo il testo. Egli fa il punto sullo stato della contestazione: ormai numerose associazioni professionali si sono costituite per apportare le perizie necessarie a dimostrare le menzogne della versione Bush degli attentati. Soprattutto, l'FBI ha indicato di non avere elementi che permettano di attribuire ad Osama bin Laden la responsabilità di questi attentati e ha dimostrato che le pretese telefonate da parte dei passeggeri degli aerei dirottati non sono mai esistite. La versione governativa non ha più alcun fondamento.
Ricominciare da Zero
intervista a David Ray Griffin
Ho intitolato la mia conferenza "Un nuovo
sguardo sull'11 settembre" [1]. Suggerendo che è venuto il momento di portare un
nuovo sguardo su questi avvenimenti, penso prima di tutto a quelli che hanno
deciso, da molto tempo, che gli attentati dell'11 settembre hanno avuto luogo
proprio nel modo affermato dall'amministrazione Bush-Cheney, così come dai
rapporti ufficiali; a quelli che pensano che il Movimento per la Verità sull'11
settembre, che contesta questa versione, sia fatto da adepti della teoria del
complotto, sprovvisti di ogni capacità di giudizio obiettivo.
Queste persone, tra cui la maggioranza dei giornalisti, avendo formata la
propria opinione da lungo tempo, sono impermeabili a qualunque argomento
presentato dal nostro Movimento. Si contentano di alzare gli occhi al cielo e
proseguono sulla loro strada.
Ma il nostro Movimento, così come gli elementi di cui disponiamo, si sono
notevolmente evoluti nel corso degli ultimi tre anni. Non è razionale rigettare
di primo acchito i nostri argomenti senza prendersi il tempo di esaminarli. Ed è
meno che mai concepibile di alzare gli occhi al cielo senza dimostrare la natura
irrazionale di coloro che si tenta di screditare chiamandoli "gli adepti della
teoria del complotto".
La mia conferenza si indirizza anche, indirettamente, ai miei amici, membri del
Movimento per la Verità. Alcuni di essi in effetti ritengono che, cessati Bush e
Cheney dalle loro funzioni ed avendo l'amministrazione Obama rivisto alcune
politiche che derivavano dall'11 settembre, non sia più così importante
conoscere la verità sull'11 settembre. Altri, osservando che l'amministrazione
Obama parte sempre dal principio che sia stata al-Qaeda ad aver attaccato gli
Stati Uniti l'11 settembre, ne hanno concluso che non c'è alcuna speranza che la
verità venga mai rivelata e che faremmo meglio ad abbandonare. Ad essi vorrei
dire che la ricerca della verità è più importante che mai perché molte
politiche, a cominciare dalla guerra in Afghanistan, non sono state rimesse in
discussione. Ancor di più, poiché i cambiamenti politici si aggiungono
all'evoluzione del nostro Movimento, abbiamo al momento, per la prima volta, una
ragionevole possibilità di ottenere una vera inchiesta.
Vengo ora al mio argomento: perché gli adepti della teoria ufficiale del
complotto dovrebbero guardare con occhi nuovi all'11 settembre. Utilizzo il
termine "adepti della teoria ufficiale del complotto" a ragion veduta. Molto
spesso le persone che credono alla teoria ufficiale sull'11 settembre
soprannominano sdegnosamente i membri del Movimento per la Verità come gli
"adepti della teoria del complotto": Ma ciò non è razionale. Si parla di
complotto quando numerose persone cospirano in segreto in vista di commettere un
atto illegale, come una rapina in banca o una qualsivoglia frode. Credere in una
teoria del complotto a proposito di un avvenimento, significa semplicemente
credere che esso sia frutto di una cospirazione. Secondo l'interpretazione
dell'11 settembre del tandem Bush-Cheney, che è divenuta la versione ufficiale,
gli attentati furono il frutto di una cospirazione tra Osama bin Laden e 19
membri di al–Qaeda. Di conseguenza, questa versione ufficiale è una teoria del
complotto.
Ciò significa che ognuno difende una teoria del complotto a proposito dell'11
settembre. Il dibattito sull'11 settembre non è dunque un dibattito tra adepti e
anti-adepti della teoria del complotto. Si tratta semplicemente di un dibattito
tra quelli che accettano la teoria del complotto dell'amministrazione
Bush-Cheney e quelli che parteggiano per una teoria alternativa, secondo la
quale l'11 settembre fu il prodotto di un complotto all'interno di questa
amministrazione.
Coloro che difendono la teoria ufficiale del complotto non possono dunque
razionalmente rigettare la teoria alternativa perché si tratta di una teoria del
complotto. La sola domanda razionale da porsi è: quale teoria è meglio sostenuta
da elementi di prova?
Preciso che non utilizzo il termine "teoria ufficiale del complotto" in senso
peggiorativo. Non c'è nulla di male a credere in questa teoria. All'inizio l'ho
accettata io stesso. Diventa un problema solo se ci si crede completamente, se
si è convinti della teoria ufficiale del complotto a tal punto da non riuscire a
guardare in modo obiettivo gli elementi suscettibili di contraddirla.
I motivi per essere scettici verso la teoria del complotto di Bush-Cheney
E' più che mai irrazionale continuare a credere nella teoria ufficiale del
complotto in quanto disponiamo di molti nuovi elementi rispetto al momento in
cui questa teoria fu incisa nelle nostre menti.
In quel momento, ad esempio, non sapevamo che l'amministrazione Bush-Cheney
raccontava enormi menzogne che avrebbero fatto milioni di vittime di cui
migliaia negli Stati Uniti. E, prima di mentire a proposito delle armi di
distruzione di massa in Iraq, la Casa Bianca aveva ordinato all'Agenzia di
protezione dell'Ambiente, subito dopo l'11 settembre, di mentire a proposito
della qualità dell'aria nella zona del World Trade Center. Il risultato è che
circa il 60% delle persone che hanno partecipato alle operazioni di salvataggio
o di sgombero sono oggi malate, se non decedute, e che il numero di persone che
moriranno a seguito di tali malattie sarà probabilmente superiore a quello delle
vittime dell'11 settembre stesso. Davanti a questi fatti, è difficile affermare
che l'amministrazione Bush-Cheney non possa essere moralmente implicata
nell'organizzazione dell'11 settembre e nella sua dissimulazione.
Abbiamo anche altre ragioni, non conosciute all'epoca, per essere scettici
riguardo ai rapporti ufficiali.
La maggior parte delle persone ha creduto che la Commissione d'inchiesta sull'11
settembre sia stata condotta dai suoi due co-presidenti: Thomas Kean, ex
governatore repubblicano, e Lee Hamilton, già membro democratico del Congresso.
Di conseguenza, questa Commissione d'inchiesta appariva loro indipendente e non
partigiana. Ma la Commissione in realtà fu guidata da Philip Zelikow. E' lui ad
aver diretto l'equipe di 85 persone, è lui che era incaricato di redigere il
Rapporto della Commissione d'inchiesta sull'11 settembre. E Zelikow era prima di
tutto un membro dell'amministrazione Bush-Cheney, in particolare vicino a
Condoleeza Rice, assieme alla quale ha scritto un libro. Grazie all'opera di
Philip Shenon, giornalista del New York Times, sulla Commissione
d'inchiesta, sappiamo adesso che Zelikow era in contatto con la Rice, ma anche
con Karl Rove, all'epoca vice-segretario della Casa Bianca. Shenon rivela che,
prima ancora che l'equipe si mettesse al lavoro, Zelikow aveva già disegnato a
grandi linee il Rapporto e ne aveva scritto "i titoli e sottotitoli dei capitoli
e i titoli delle sezioni". Shenon ci informa anche che Kean e Hamilton si erano
sentiti con Zelikow in quanto l'equipe ignorava l'esistenza di questa traccia
già stabilita.
Nel libro sulla Commissione d'inchiesta scritto a quattro mani, Kean e Hamilton
accusano i "difensori della teoria del complotto" di non basare le loro teorie
su dei fatti ma di partire dalle loro teorie per ricercare i fatti che le
avvalorino. Kean e Hamilton affermano che, al contrario, la Commissione
d'inchiesta si è basata su fatti probanti e non su una conclusione: "Non eravamo
là per opporre una teoria o un'interpretazione dell'11/9 all'altra" hanno
scritto. Hanno tuttavia ammesso che Zelikow aveva assegnato "il tema al-Qaeda a
uno dei membri dell'equipe", al quale fu richiesto di "raccontare la storia
dell'operazione meglio riuscita di al-Qaeda: gli attentati dell'11/9". Se questo
non è partire da una teoria come lo vogliamo chiamare?
Se la Commissione d'inchiesta non fu indipendente dall'amministrazione
Bush-Cheney, che dire del NIST (l'Istituto Nazionale delle Norme e Tecnologie)
che ha redatto i rapporti ufficiali sulla distruzione del World Trade Center? Il
NIST è un'agenzia del Ministero del Commercio statunitense. Questa agenzia di
conseguenza era all'epoca dipendente dall'amministrazione Bush-Cheney e diretta
da una persona nominata da questa amministrazione.
Recentemente, un ex impiegato del NIST ha rivelato che esso era stato
"ampiamente distratto dal campo scientifico al campo politico". Gli scienziati
che lavoravano al NIST, egli ha affermato, "persero la loro indipendenza
scientifica e non erano nulla più che esecutori". Aggiunge: "Tutto quello che
veniva prodotto dagli esecutori era filtrato dalla direzione e valutato secondo
criteri politici prima della pubblicazione". [2]
Inoltre, secondo lui, i rapporti del NIST sul World Trade Center hanno dovuto
anch'essi essere approvati dall'Agenzia sulla Sicurezza Nazionale (NSA) e
dall'Ufficio Management e Budget – "una branca dell'Ufficio Esecutivo del
Presidente" – che "aveva appositamente delegato una persona per supervisionare
il nostro lavoro". [3]
I rapporti del NIST che affermano che le Torri Gemelle e l'edificio 7 sono
crollati senza l'aiuto di esplosivo, sono quindi prima di tutto rapporti
politici più che scientifici – come viene confermato da qualunque analisi seria.
Non è pensabile che gli autori, laureati in fisica e in ingegneria abbiano
potuto credere a quello che hanno scritto.
Il Nuovo Volto del Movimento per la Verità
Se la conoscenza di nuovi elementi che riguardano l'amministrazione Bush-Cheney
e i rapporti ufficiali che accreditano la loro teoria del complotto ci porta a
guardare con nuovi occhi l'11 settembre, accade lo stesso con l'evoluzione del
Movimento per la Verità. All'inizio, l'immagine che ne veniva data era quella di
"una banda di ragazzini su Internet". Poi mi sono unito al Movimento pubblicando
La Nuova Pearl Harbour, e l'immagine è diventata "una banda di ragazzini su
Internet più un teologo di ritorno". George Monbiot, su The Guardian, li
tratta da "imbecilli" e "idioti". Alexander Cockburn, su Counterpunch e
The Nation, li soprannomina "complottisti svitati" (edulcorato in
francese con l'espressione "adepti del complotto" su Le Monde Diplomatique)
che non conoscono nulla del "mondo reale" e ancora meno di storia militare.
Mancando di qualunque comprensione delle prove, aggiunge, rappresentano "il
prevalere della magia sul buon senso e la ragione". [4]
Se alcuni dei nostri detrattori mi hanno descritto come il capo di questo
Movimento (…) – Monbiot mi ha definito il suo "gran sacerdote", un altro come il
suo "guru" – l'idea era di farlo passare, agli occhi del grande pubblico, come
un movimento religioso (ossia una setta), composto da persone che non sanno
nulla del mondo reale. Come ha detto uno di essi: "In quanto teologo, Griffin
non è qualificato per parlare d'altro che di miti e di favole". Al che ho
risposto che, proprio per questo, ero perfettamente qualificato per parlare
della teoria ufficiale del complotto. Ciononostante, il Movimento per la Verità
soffre ancora di questa immagine presso il grande pubblico ed è ancora descritto
come guidato da persone che non hanno alcuna competenza nei campi presi in
esame.
Anche se questa caricatura, come ogni caricatura, ha potuto contenere una parte
di verità, ciò è oggigiorno totalmente sbagliato. La leadership intellettuale
del Movimento è attualmente esercitata da scienziati e professionisti che
innegabilmente conoscono il mondo reale. Molti di questi professionisti si sono
riuniti in associazioni dedicate alla ricerca della verità sull'11 settembre.
Da qualche anno, alcuni scienziati hanno costituito il Panel Scientifico per
un'Inchiesta sull'11 settembre. Più recentemente, soprattutto alcuni fisici e
chimici hanno creato Universitari per la Verità e la Giustizia sull'11
settembre. A seguito di ciò, i nostri detrattori hanno dichiarato che, se le
nostre affermazioni a proposito del World Trade Center erano giustificate, esse
avrebbero dovuto essere oggetto di pubblicazione nelle riviste scientifiche
approvate da pari. Nel corso dell'anno passato, alcuni scienziati affiliati a
Universitari per la Verità e la Giustizia sull'11 settembre hanno pubblicato tre
articoli su riviste di questo tipo (con un comitato di lettura). Il principale
autore dell'ultimo articolo in ordine di tempo, apparso su Open Chemical
Physics Journal, è Niels Harrit, professore di chimica all'Università di
Copenaghen.
Questi scienziati hanno trovato nella polvere del World Trade Center elementi
chimici che non avrebbero dovuto esserci se fosse vera la teoria ufficiale,
secondo la quale solamente gli incendi e la gravità hanno fatto crollare i
grattacieli.
Quando fisici e chimici si sono uniti al Movimento, alcuni critici hanno detto:
"Non contano davvero. I motivi del crollo delle Torri del WTC sono cosa da
ingegneri e il vostro movimento non ne conta nessuno." Era così nel 2005. L'anno
successivo, l'architetto Richard Gage creò Architetti e Ingegneri per la Verità
sull'11 settembre e attualmente più di 600 tra essi hanno firmato la sua
petizione che chiede una nuova inchiesta. Si tratta di persone che conoscono
bene i grandi edifici con struttura in acciaio del mondo reale, e che sanno che
la teoria ufficiale del crollo su se stessi, praticamente alla velocità di
caduta libera, delle Torri Gemelle e dell'edificio 7, semplicemente non può
essere vera. Jack Keller, ad esempio, professore emerito del genio civile
all'Università dello Utah, che ha ottenuto una menzione speciale dalla rivista
Scientific American, ha dichiarato a proposito del crollo dell'edificio 7: "Si
tratta chiaramente del risultato di una demolizione controllata." [5] Un
giudizio simile è stato avanzato da due professori emeriti d'ingegneria
strutturale dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, così come da
centinaia di altri ingegneri e architetti.
I pompieri hanno una perizia probante su quello che è successo a New York l'11
settembre. L'anno passato hanno creato l'associazione dei Pompieri per la Verità
sull'11 settembre. Dimostrano perché non si può credere ai rapporti del NIST sul
World Trade Center.
Di più, esiste adesso un'associazione di Veterani per la Verità che comprende
numerosi ex ufficiali. Penso che ne sappiano molto di più sul mondo reale di
Alexander Cockburn.
Un'altra associazione, in un altro dei campi di esperienza coinvolti, conta nei
suoi ranghi numerosi ex piloti di linea e militari. Secondo loro, la versione
ufficiale che spiega perché gli aerei [dirottati] non sono stati intercettati
l'11 settembre è irricevibile. Hanno focalizzato la loro attenzione su quanto è
accaduto al Pentagono ed hanno messo in evidenza numerose ragioni per cui la
versione ufficiale degli avvenimenti non può essere credibile.
L'ultima in ordine di tempo tra queste associazioni di esperti, riunisce
ufficiali dei servizi informativi. Uno dei primi ad aderire fu William
Christison, ex quadro della CIA (…). Ecco quanto ha scritto nel 2006: "Per
quattro anni e mezzo mi sono categoricamente rifiutato di prestare seria
attenzione alle teorie del complotto sull'11 settembre … Ma nel corso degli
ultimi sei mesi, e dopo molti tormenti, ho cambiato opinione. [6] … Al momento,
penso che esistano prove convincenti che questi attentati non si siano svolti
nel modo in cui l'amministrazione Bush e la Commissione d'inchiesta hanno voluto
farci credere." [7]
La spina dorsale del Movimento per la Verità è attualmente costituita da
associazioni di scienziati, architetti, ingegneri, pompieri, piloti, ufficiali
militari e dei servizi. E ne esistono altre ancora. L'anno scorso si sono create
associazioni di Professionisti sanitari, di Avvocati, Responsabili religiosi e,
recentemente, di Responsabili politici per la Verità sull'11 settembre. Questa
ultima conta già membri, in servizio o a riposo, dei Parlamenti europeo,
giapponese, italiano, inglese, neo-zelandese e svedese così come un ex
governatore degli Stati Uniti. Evidentemente, coloro che pensano che il
Movimento sia costituito da complottisti svitati, idioti e ebeti, devono
rivedere il loro giudizio, se vogliono fondare le loro opinioni sul mondo reale.
La situazione è al momento la seguente (e se voi doveste ricordare una sola
frase di questa conferenza, sarebbe questa): tra gli esperti dei vari campi
interessati che si sono rivolti a questo problema, il peso dell'opinione
scientifica e professionale pende ormai dalla parte del Movimento per la Verità
sull'11 settembre. Sono ormai più di un migliaio ad essersi espressi
pubblicamente sulla teoria ufficiale e praticamente nessuno scienziato o
professionista l'ha sostenuta apertamente – con l'eccezione di coloro che non
sono indipendenti e la cui carriera sarebbe minacciata se rifiutassero di farlo.
Questo ultimo punto è importante perché, come ha osservato Sinclair Lewis: "E'
difficile fare capire qualcosa a qualcuno quando il suo stipendio gli impone di
non capire." Con l'eccezione di queste persone, praticamente tutti gli esperti
nei diversi campi professionali coinvolti che hanno seriamente studiato la
questione, rigettano la teoria ufficiale del complotto. Di conseguenza, è tempo
per i giornalisti, e per ciascuno, di volgere un nuovo sguardo sull'11
settembre.
Nuovi elementi
I giornalisti dicono spesso che non possono lavorare sulla "storia vecchia".
Hanno bisogno di nuovi elementi. Ora, la quantità di elementi nuovi giustifica
ampiamente il guardare nuovamente all'11 settembre. E ce ne sono così tanti che
posso menzionarne solo qualcuno. Sorprendentemente, alcuni di questi elementi
sono stati forniti dall'FBI. Benché inizialmente sia stata la principale agenzia
incaricata di creare e difendere la versione ufficiale, di recente si devono
all'FBI numerose rivelazioni che la rimettono in discussione.
Un esempio riguarda uno dei pilastri centrali della teoria ufficiale del
complotto: l'affermazione secondo la quale gli attentati furono ordinati da
Osama bin Laden. Questa affermazione è tuttora utilizzata per giustificare
l'azione militare statunitense in Afghanistan, che il presidente Obama ha di
recente invitato gli Europei a sostenere senza riserve. Ma se visitate la pagina
del sito "Most Wanted Terrorist" dedicata ad Osama bin Laden, scoprite
che, benché ricercato per diversi attentati, quelli dell'11 settembre non
vengono menzionati. Un membro del Movimento per la Verità ha contattato il
Quartier Generale dell'FBI per chiedere spiegazioni. Un responsabile delle
relazioni pubbliche gli ha risposto: "Non disponiamo di alcuna prova formale che
permetta di legare bin Laden all'11 settembre."
Un altro esempio riguarda le chiamate telefoniche dagli aerei, grazie alle quali
la gente a terra ha saputo che questi erano stati dirottati. Una quindicina di
persone hanno dichiarato che i loro parenti li avevano chiamati dal loro
telefono portatile. Anche dal volo UA93 – ritenuto essere precipitato in
Pennsylvania – partirono una dozzina di queste chiamate da telefoni portatili.
Deena Burnett da sola ha dichiarato di aver ricevuto tre o quattro chiamate dal
marito, Tom Burnett. Sapeva che si serviva del suo cellulare perché, come ha
dichiarato all'FBI, ha riconosciuto il numero che compariva sul display del
telefono.
La maggior parte di queste presunte chiamate sarebbero avvenute mentre gli aerei
volavano a 10.000 o anche 12.000 metri di altitudine.
I piloti e gli scienziati del Movimento fanno tuttavia notare che, tenuto conto
della tecnologia telefonica del 2001, era impossibile riuscire a telefonare da
un aereo in volo a quella altezza. I difensori della versione ufficiale, come
Popular Mechanics, affermano il contrario. Ma la stessa FBI ha opposto una
seria smentita.
Nel 2006, in occasione del processo a Zacharias Moussaoui, il presunto ventesimo
pirata dell'aria, fu chiesto all'FBI di presentare le prove riguardanti le
chiamate telefoniche dai quattro aerei di linea. Il loro rapporto indica che tra
le 37 chiamate provenienti dal volo UA93, solo due di esse provenivano da un
telefono cellulare, quando l'aereo, sul punto di schiantarsi, volava a bassa
quota. In altri termini, l'FBI ha implicitamente sostenuto la tesi presentata
dal Movimento per la Verità secondo la quale le telefonate da portatili su un
aereo in altitudine erano impossibili. Un brutto colpo per Popular Mechanics.
Il punto importante, tuttavia, è che l'FBI attualmente afferma che Deena
Burnett, così come tutti quelli che dicono di aver ricevuto chiamate da
cellulari, si sono sbagliati. Ma come ha potuto sbagliarsi Deena Burnett quando
a più riprese ha riconosciuto il numero di Tom che compariva sullo schermo del
suo telefono? L'FBI, che aveva raccolto la sua testimonianza senza discutere,
non risponde alla domanda. La sola spiegazione possibile, però, sembra essere
che le chiamate ricevute da Deena fossero false. La tecnologia permette di
truccare chiamate già esistenti. Alcuni mezzi permettono di falsificare
qualunque numero. Senza contare che la tecnologia di trasformazione della voce
era sufficientemente avanzata da permettere di ingannare persino la sposa del
presunto chiamante. Rimettendo in discussione queste telefonate, l'FBI ha dunque
implicitamente ammesso che esse erano state falsificate. E se le chiamate dai
cellulari sono state truccate, allora si può supporre che lo siano state tutte
le telefonate.
Il rapporto dell'FBI sulle chiamate provenienti dal volo AA77 contraddicono
ancora più gravemente la versione ufficiale. Le più importanti tra "le chiamate
dagli aerei" furono quelle di Barbara Olson, una presentatrice molto nota della
CNN e moglie di Ted Olson, procuratore generale al Ministero della Giustizia. E'
lui che ha difeso con successo Bush-Cheney davanti alla Corte Suprema, all'epoca
delle elezioni presidenziali del 2000, a proposito dei risultati dello scrutinio
in Florida. L'11 settembre, Ted Olson ha dichiarato alla CNN e all'FBI che sua
moglie Barbara, che si trovava a bordo del volo AA77 – quello che si suppone si
sia schiantato sul Pentagono – l'aveva chiamato due volte affermando che i
pirati, armati di coltelli e taglierini, avevano dirottato l'aereo.
Queste telefonate furono molto importanti. Perché ciò ha implicato che il volo
AA77 fosse ancora in aria invece di essere precipitato nell'Ohio, o in uno Stato
vicino, come ritenevano alcuni. Questo significava anche che quello potesse
essere l'aereo che stava per schiantarsi sul Pentagono. Soprattutto, l'idea che
dei musulmani avessero assassinato Barbara Olson sarebbe stata strumentalizzata
per predicare la sedicente guerra al terrorismo.
Ma l'FBI, in occasione del processo a Moussaoui, non ha confermato le
dichiarazioni di Ted Olson a proposito di queste telefonate. Il loro rapporto
sulle chiamate dal volo AA77 non menziona quelle di Barbara Olson. Il rapporto
dice che lei ha "tentato" di effettuare una chiamata che "non è riuscita" e che,
in effetti, è durata "0 secondi". Questa storia è incredibile. L'FBI fa parte
del Ministero della Giustizia. E tuttavia il rapporto dell'FBI del 2006 ha
dichiarato che le due chiamate menzionate dall'ex procuratore generale dello
stesso Ministero non erano mai esistite. Questo lascia solo due opzioni. O Ted
Olson si è inventato questa storia o, come Deena Burnett e molti altri, è stato
ingannato. In entrambi i casi, uno degli elementi fondanti la teoria ufficiale
del complotto si basa su bugie.
Quante persone crederebbero ancora nella versione ufficiale se sapessero che è
stata in molti modi contraddetta dall'FBI? Poche, verosimilmente. Ciò illustra
la mia convinzione: la maggior parte di coloro che continuano a credere nella
teoria del complotto, versione Bush-Cheney, ignorano le decine di fatti che la
contraddicono.
L'edificio 7 del World Trade Center
Per finire, illustrerò questo punto con il crollo dell'edificio 7 del WTC. Il
Movimento considera da lungo tempo che si tratta del tallone d'Achille della
teoria ufficiale del complotto e ciò per diverse ragioni: l'edificio 7 non fu
colpito da un aereo; gli incendi non hanno riguardato che alcuni piani; è
crollato su se stesso, praticamente alla velocità di caduta libera, esattamente
come avviene in un tipo di demolizione controllata conosciuta con il nome di
implosione, nel quale l'immobile si piega su se stesso e finisce in un cumulo
compatto di macerie. I difensori della versione ufficiale chiaramente non
desiderano che ci si interessi del crollo di questo edificio. Il Rapporto della
Commissione d'inchiesta non lo nomina neppure. Questo crollo fu raramente
trasmesso in televisione prima del 2008, quando il NIST ha finalmente pubblicato
il rapporto che lo riguardava, rapporto che era stato rimandato di anno in anno
e che è stato pubblicato solo quando l'amministrazione Bush-Cheney si accingeva
ad andarsene.
Il rapporto del NIST sull'edificio 7 sarà il tema del mio prossimo libro. In
effetti, questo rapporto rivela, involontariamente, che la teoria ufficiale,
secondo la quale questo edificio è crollato solamente a causa degli incendi, è
indifendibile. Per realizzare l'impossibile, il NIST ha dovuto ignorare
differenti tipi di prove fisiche nella polvere del WTC, quali la presenza di
particelle che non avrebbero potuto formarsi che ad alte temperature, di molte
volte superiori a quelle provocate da un incendio. Questa polvere contiene anche
elementi che non possono essere altro che residui di nano-termite, classificata
come altamente esplosiva. Contiene anche una sostanza termitica attiva, scoperta
dal fisico Steven Jones, che risulta essere nano-termite incombusta. Questa è la
conclusione del recente articolo che ho citato in precedenza dove Niels Harrit,
l'autore principale, è un esperto di nano-chimica.
Quando fu chiesto al NIST se la ricerca di tracce di esplosivo nella polvere del
WTC fosse stata effettuata, la risposta fu negativa. Interrogato sulle ragioni
dell'assenza di tale ricerca, Michael Newman, portavoce del NIST, ha risposto:
"Perché non c'era alcuna prova di questo". Questa risposta sibillina portò il
giornalista a chiedere: "Ma come potete sapere che non ci sono prove se non le
cercate?" Altra risposta sibillina: "Se cercate qualcosa che non c'è, perdete
tempo … e il denaro dei contribuenti." [8]
Il NIST ha anche ignorato, o deformato, le testimonianze riguardo a esplosioni
verificatesi nell'edificio 7. La più importante è quella di Barry Jennings, del
Dipartimento per gli Alloggi della città di New York. Al momento dell'impatto
sulla torre nord, alle ore 8,46, Jennings si è precipitato, in maniera naturale,
verso il suo ufficio, al 23° piano dell'edificio 7, che ospitava anche l'Ufficio
di gestione delle emergenze del sindaco Giuliani. Ma quando Jennings e Michael
Hess, consigliere di Giuliani, vi arrivarono, verso le nove, tutti erano già
fuggiti. Chiamarono per sapere cosa fare e fu detto loro di lasciare
immediatamente l'edificio. Poiché gli ascensori non funzionavano, corsero giù
per le scale. Arrivati al 6° piano, una enorme esplosione sollevò il pavimento
sotto i loro piedi. Risaliti all'8° piano, Jennings ruppe una finestra per
chiedere aiuto e in quel momento poté vedere le Torri Gemelli ancora in piedi.
Tuttavia, quando Giuliani racconta le vicende vissute quel giorno dal suo amico
Michael Hess, dice che la cosa enorme che Hess e Jennings chiamano
un'esplosione, non era in realtà che l'effetto delle macerie del crollo della
torre nord. Questa non è crollata fino alle 10,28; Giuliani, quindi, situa
questo episodio almeno un'ora più tardi di Jennings. La versione di Giuliani è
diventata la versione ufficiale. Fu difesa dal NIST nel suo rapporto del 2005
sulle Torri Gemelle, poi nel 2008 in un servizio della BBC sull'edificio 7.
Jennings ha raccontato la sua storia in una intervista concessa agli autori di
Loose Change Final Cut. Ma prima che il film fosse distribuito, ha
chiesto che l'intervista venisse ritirata per paura di perdere l'impiego. Più
tardi, però, ha nuovamente raccontata la storia in una intervista alla BBC, Ma
la BBC ha riposizionato il suo intervento nella cronologia ufficiale lasciando
intendere che la grande esplosione descritta da Jennings fosse dovuta in realtà
ai "detriti di un grande grattacielo che crolla". La BBC ha inoltre lasciato
intendere che Jennings era solo anche se lui dice "noi" a più riprese, parlando
di sé e di Hess.
La trasmissione della BBC fu trasmessa nel luglio 2008. Il NIST, di cui la BBC
ha seguito la cronologia, ha pubblicato la prima versione del suo rapporto
sull'edificio 7 il mese successivo. Solo due giorni prima della pubblicazione,
Barry Jennings, all'età di 53 anni, è morto in modo misterioso. Chi ha cercato
di saperne di più non ha potuto apprendere altro, a parte il fatto che è morto
in ospedale.
Qualunque sia la causa del decesso, è arrivato al momento giusto. Jennings non
era più in grado di esprimersi al momento in cui il NIST ha pubblicato il suo
rapporto. E la BBC ha potuto trasmettere una seconda versione del suo
documentario, questa volta con la testimonianza di Michael Hess, che dal 2002
era vice-presidente della società di consulenza dell'ex sindaco Giuliani. Senza
sorprese, Hess ha sostenuto la cronologia difesa da Giuliani, il NIST e la BBC,
così come le loro affermazioni secondo le quali non vi fu nessuna esplosione
nell'edificio 7.
L'intervista a Barry Jennings dei realizzatori di Loose Change Final Cut,
che contraddice tale cronologia, è disponibile su internet (si veda
Testimonianza di Barry Jennings). Il caso di Jennings, tuttavia, illustra bene
la minaccia che rappresenta la verità sull'edificio 7 per la teoria ufficiale
del complotto.
Comunque sia, ci sono altre ragioni per cui l'edificio 7 costituisce davvero il
tallone d'Achille di questa teoria.
Ho detto poco prima che l'edificio 7 è crollato praticamente alla velocità di
caduta libera. Nella prima versione del suo rapporto, pubblicato nel 2008, il
NIST affermava che il crollo era durato molto più a lungo di quanto sarebbe
avvenuto in caduta libera. Spiegava anche perché, secondo la sua teoria del
"crollo progressivo", la caduta libera assoluta sarebbe stata impossibile. Ma
David Chandler, professore di fisica, ha realizzato un video che mostra
l'edificio crollare in assoluta caduta libera per più di due secondi. Chandler
ha confrontato il suo lavoro con quello del NIST in occasione di un dibattito
pubblico, trasmesso in diretta. In maniera sorprendente, nel rapporto finale,
pubblicato in novembre, il NIST concede che l'edificio 7 era crollato in caduta
libera per più di due secondi. Ma senza per questo modificare la sua teoria. Nel
rapporto finale, il NIST ammette dunque la caduta libera come un fatto empirico,
ma elaborando una teoria che semplicemente non ammette caduta libera.
Questa contraddizione costituisce l'ultimo atto di autodistruzione della teoria
ufficiale del complotto, secondo la quale dei terroristi musulmani hanno fatto
crollare tre edifici del WTC lanciando aerei di linea su due di essi.
Conclusione
Concluderei indirizzandomi ai membri del Movimento per la Verità sull'11
settembre, ai vecchi come ai nuovi.
Vorrei dire loro che è più che mai necessario aumentare i nostri sforzi perché
sia fatta verità. Abbiamo un nuovo Presidente alla Casa Bianca. Suggerisco che
ci si indirizzi principalmente a lui. Ha promesso di basare la sua politica
sulla buona scienza e la buona intelligenza. Si tratta di un uomo politico ma è
anche avvocato e uomo di fede e bisogna che sappia che numerose associazioni di
professionisti gli chiedono di autorizzare una nuova inchiesta. Oltre a
perseguire le nostre attività, dobbiamo anche fare di tutto per portare altri
scienziati, avvocati, militari, funzionari dei servizi e soprattutto
responsabili politici ad unirsi a noi, perché è proprio di questo che abbiamo
bisogno: guadagnare l'appoggio dei responsabili politici attraverso il mondo
affinché ci aiutino ad ottenere una nuova inchiesta, realmente indipendente, e
affinché la verità sull'11 settembre venga rivelata, allo scopo di abolire
definitivamente le politiche basate sulla teoria del complotto sviluppata
dall'amministrazione Bush-Cheney.
_________________
[1] David Ray Griffin è professore emerito di
filosofia delle religioni e di teologia alla Claremont School of Theology
e alla Claremont Graduate University. E' anche co-direttore del Center
for Process Studies, che diffonde e sviluppa la corrente filosofica di
Alfred North Whitehead, fondata sulle scienze. D. Griffin ha pubblicato 34 libri
di cui sette sull'11 settembre, tra i quali tre sono stati tradotti in francese:
Le Nouveau Pearl Harbor, Omission & manipulations de la Commission d’enquête
(premio della Fondazione Hélios nel 2006) e La Faillite des médias
(medaglia di bronzo nella categoria Attualità dell'Indipendent Publisher Book
Awards nel 2008). La sua opera più recente è The New Pearl Harbor
Revisited: 9/11, the Cover-Up, and the Exposé, eletta nel novembre 2008
"Scelta della settimana" da Publisher Weekly (la rivista professionale
equivalente negli Stati Uniti a Livres Hebdo). I suoi prossimi due libri
saranno dedicati all'11 settembre e si intitoleranno: Oussama ben Laden :
Dead or Alive? e The Mysterious Collapse of World Trade Center 7: Why the
Final Official Report about 9/11 is Unscientific and False.
[2] La dichiarazione scritta di questo ex impiegato, in data 1 ottobre 2007, può
essere trovata in "NIST Whisteblower" sul sito
http://georgewashington.blogspot.com/2007/10/former-nist-employee-blows-whistle.html
. La deviazione del NIST, afferma questa persona, è cominciata alla metà degli
anni '90 ma "è andata aumentando fino ad oggi". Benché questo funzionario
desideri conservare l'anonimato per evitare problemi, l'autenticità delle sue
dichiarazioni è stata confermata dal fisico Steven Jones (e-mail di Steven
Jones, 3 dicembre 2007).
[3] "NIST Whisteblower"
[4] Cockburn, « The Conspiracists, Continued---Are They Getting Crazier ? »
The Free Press, 16 settembre 2006. Mentre finivo la stesura del mio libro
La Faillite des médias, George Monbiot, professore di scienze politiche
inglese piuttosto di sinistra, che scrive per il giornale The Guardian ed
è anche autore di best-sellers, fece uscire due saggi nei quali riprende molti
degli argomenti sviluppati da Cockburn, tra cui l'accusa che i membri del
Movimento per la Verità credano alla magia. Ugualmente, ha fatto uso dello
stesso tipo di linguaggio poco garbato, dando ai membri del movimento
dell'"imbecille" e dell'"idiota" e descrivendomi in particolare come il "gran
sacerdote" del movimento. Si veda George Monbiot, « A 9/11 Conspiracy Virus Is
Sweeping the World, But It Has No Basis in Fact », The Guardian, 6
febbraio 2007 e « 9/11 Fantasists Pose a Mortal Danger to Popular Oppositional
Campaigns », The Guardian, 20 febbraio 2007.
[5] « Architects and Engineers for 9/11 Truth »
[6] « Letter from Bill Christison to Friends », mail inviata intorno al 14
agosto 2006.
[7] Bill Christison, « Stop Belittling the Theories about September 11 »,
Dissident Voice, 14 agosto 2006.
[8] Jennifer Abel, « Theories of 9/11 », Hartford Advocate, 29 gennaio
2008.
Scienziato danese sulla nano-thermite
ritrovata nella polvere del WTC
11 settembre, dov'è la verità?
Scoperta la nano-termite
nelle Twin Towers
La termite è la sostanza
(alluminio ed ossido di ferro) che, innescata, sviluppa temperaure capaci di
liquefare il ferro. Usata tipicamente nelle armi anticarro a carica cava, è
sospettata di essere stata usata per far collassare le due torri del World Trade
Center l’11 settembre 2001.
Adesso, questo sospetto è comprovato. E non già da qualche blogger complottista,
ma da un rapporto pubblicato su una rivista scientifica ufficiale - l'Open
Chemical Physics Journal - che, dunque, ha superato la «peer review», ossia
l’analisi critica di altri scienziati indipendenti.
Ecco il titolo del rapporto, i nomi degli autori, e le indicazioni
bibliografiche relative:
«Active Thermitic Material Discovered in Dust from the 9/11 World Trade Center
Catastrophe» pagine 7-31 (25) Authors: Niels H. Harrit, Jeffrey Farrer, Steven
E. Jones, Kevin R. Ryan, Frank M. Legge, Daniel Farnsworth, Gregg Roberts, James
R. Gourley, Bradley R. Larsen doi: 10.2174/1874412500902010007
I ricercatori, che hanno sottoposto ad esame quattro campioni di materiali
tratti dale macerie delle Towers, hanno trovato termite ancora «attiva», ossia
non del tutto combusta, che durante le prove ha «reagito vigorosamente»
sviluppando intenso calore.
Altre indicazioni molto significative ottenute dalle analisi sono:
1 - La sostanza raccolta si innesca a 430 gradi centigradi, ossia a temperatura
molto inferiore ai 900 gradi richiesti per la normale termite; ciò che fa
pensare ad una «super-termite» preparata in modo estremamente sofisticato.
2 - Le componenti-base, alluminio purissimo («elemental») ed ossido di ferro,
non sono solo finemente polverizzate: sono polverizzate in particelle
nanometriche (meno di 120 nanometri), il che implica un processo di
fabbricazione ad altissima tecnologia in laboratori molto avanzati.
3 - I due componenti metallici sono «affogati» e intimamente mischiati in un
materiale rossastro che sembra essere insieme responsabile della bassa
temperatura di innesco e un «potenziante» dell’effetto calorico-esplosivo. Vi è
stata rilevata la presenza di carbonio, che indica una sostanza organica, e che
secondo i ricercatori «è quel che ci si aspetta in una formula di super-termite
per produrre gas ad alta pressione dopo l’ignizione e renderla esplosiva» (la
termite di per sè non è esplosiva, brucia sviluppando un’altissima temperatura).
4 - Nel materiale rossastro sono stati identificati altri elementi, «potassio,
zolfo, piombo, bario e rame», che sono «potenzialmente reattivi», ossia adatti a
potenziare l’effetto.
Tutti questi ed altri risultati portano i ricercatori a concludere che «lo
strato rosso dei grumi rossi-grigi trovati nella polvere del WTC è un materiale
termitico attivo e che non ha (ancora) reagito, prodotto con nanotecnologia, ed
è un materiale pirotecnico od esplosivo ad alta energia».
Insomma, la termite c’era, ed una termite
preparata in modo molto particolare ed avanazato. Sarà interessante vedere se
questo articolo (che è scomparso dal sito della rivista, ma dovrebbe essere
pubblicato sulla versione cartacea) avrà risposta e smentita.
Il solo dubbio residuo che può essere avanzato è sui campioni di materiali
esaminato: viene veramente dalle macerie delle Twin Towers?
I ricercatori dicono di aver analizzato quattro diversi campioni: uno raccolto
da un residente di Manhattan «dieci minuti dopo il crollo», due il giorno
seguente l’attentato, e il quarto una settimana più tardi. Tutti sono stati
raccolti, a quanto si intuisce, da persone incuriosite dall’aspetto di questa
strana materia rossastra.
Le proprietà della materia sono state analizzate al microscopio ottico, al
microscopio elettronico (SEM, Scanning Electron Microscopy), alla spettroscopia
a raggi X a dispersione di energia (XEDS), e al calorimetro a scansione
differenziale (DSC). Le componeneti metalliche sono state ottenute per
separazione con l’uso di metil-etil-ketone.
Combusto il materiale al DSC a 700 gradi, ne sono residuate «sferette e sferoidi
di ferro» che indicano che si sono sviluppate temperature altissime, in quanto
il materiale ferroso deve essere liquefatto per ottenere quelle sferette. In
molte di queste sfere il ferro «eccede l’ossigeno in modo significativo», il che
induce a concludere che è avvenuta una reazione di riduzione.ossidazione ad alta
temperatura, ossia «la reazione (tipica) della termite)», dove l’alluminio è il
«carburante» che brucia producendo l’altissima temperatura, utilizzando per la
combustione l’ossigeno estratto dall’ossido di ferro (Fe2O3).
Il primo firmatario del rapporto, Niels Harrit, è professore associato di
Chimica, esperto di nano-chimica, alla Università di Copenhagen in Danimarca,
Niels Bohr Institute, un centro sotto l’egida della Danish National Reserach
Foundation.
APPROFONDIMENTO
L'elite vuole spazzar via dal pianeta
L'imprenditore miliardario Kevin Trudeau, che è stato continuamente tormentato e perseguito dal FTC per il suo promuovere cure alternative, ha detto ieri al The Alex Jones Show che le elite ed i membri del Bilderberg con i quali lui ha parlato personalmente gli hanno detto del loro desiderio di vedere " due terzi dei poveri scemi " spazzati via dal pianeta. Trudeau ha ammesso di essere stato recentemente in Grecia facendo intendere di aver partecipato alla riunione del Bilderberg Group, ed ha affermato di conoscere personalmente molti dei membri Bilderberg con i quali " conversa periodicamente ". La preoccupazione primaria dell'elite è la sovrappopolazione, che è stato l'argomento di una recente riunione clandestina a New York (maggio 2009), del gruppo di miliardari " filantrropi " .
Nuovo Umanesimo ovvero Culto di Lucifero.
La Religione del Nuovo Ordine Mondiale.
Ritornando ad uno dei punti centrali della filosofia della elite, abbiamo visto come nei piani per una Nuova Umanità questa vedrà necessariamente la quantità dei suoi “rappresentanti” ridotta di numero. Ci viene anche fatto sapere il numero degli abitanti della Nuova Era: 500.000.000. I metodi per raggiungere tale obiettivo sono già stati abbondantemente individuati: bombe atomiche (umanitarie, sotto l’egida dell’ONU, come spiega la Bailey), epidemie, guerre, soppressione degli anziani e degli improduttivi e “rientri dolci”. In sostanza:
Ridurre drammaticamente la popolazione mondiale
Promuovere l’ambientalismo
Stabilire un governo mondiale
Promuovere una nuova spiritualità
11/9 Menzogna Globale - 1
11/9 Menzogna Globale - 2