La morte della moralità

Benjamin D. Wiker

Articolo pubblicato su Crisis (Luglio/Agosto 2004) con il titolo The Death of Morality

 


E' difficile ottenere attenzione in un era che usa superlativi per descrivere i detersivi e la maionese. Forse parlare in modo semplice e diretto potrebbe rivelarsi una tale stranezza che le parole potrebbero recuperare il potere che appartiene loro. Eccovi serviti: incombe ora su di noi la più grande crisi morale che ci sia mai stata.

Non mi riferisco alla strage quotidiana di migliaia di bambini o all'interminabile parata di novità carnali che sulle piazze urlano per un  riconoscimento; e neanche alla ridefinizione del matrimonio per includere l'indefinita unione di qualsiasi cosa. Queste sono conseguenze, in diversa misura, della crisi morale che attraversiamo.

La reale crisi morale è questa: che noi, fra tutti gli esseri umani che abbiano mai vissuto, siamo di fronte alla fine della moralità come tale. L'aborto e l'infanticidio esistevano anche prima, come l'omosessualità e la pedofilia. La monogamia eterosessuale vita natural durante era soprattutto un mandato cristiano e quindi non è difficile trovare nella storia variazioni sulla definizione di matrimonio. Se questi mali fossero tutto ciò che ci affligge, noi ci troveremmo di fronte solo ad una brutta ricaduta nelle tenebre del paganesimo. Ma al di sotto di questi mali giacciono delle tenebre in confronto alle quali persino le tenebre del paganesimo sono luce: il rifiuto della natura umana  stessa e quindi il rifiuto di tutta la moralità.

 

Le vere tenebre

E' difficile mettere a fuoco il cuore di queste tenebre quando i nostri occhi devono continuamente abituarsi a nuove ondate di tenebra morale. Ci sono ancora alcune forme ed elementi  visibili nell' attuale panorama morale, e i nostri occhi possono distinguere le cose grazie a quel poco di luce che rimane. Ad esempio, noi giudichiamo il matrimonio omosessuale una distorsione del matrimonio eterosessuale. Tuttavia, se vogliamo avere qualche speranza di una nuova alba, dobbiamo riconoscere quella tenebra "senza forma e senza sostanza" nella quale, come in un vorace buco nero, la luce è così rapidamente fagocitata. Per quanto difficile, quindi, dobbiamo capire cosa significhi rigettare la natura umana, cioè, trattare gli esseri umani come se, in definitiva, fossero una cosa "senza forma e senza sostanza".

Come fare? Come mettere a fuoco ciò che equivale a una negazione? Forse per mezzo di un'illustrazione. Recentemente, alcuni scienziati guidati da Tomohiro Kono, un biologo dell'Università dell'Agricoltura di Tokyo, hanno creato cuccioli di topo senza l'introduzione di sperma. Hanno fatto questo usando due ovuli femminili e "truccando" geneticamente uno di essi affinché funzionasse come se i suoi geni venissero da uno spermatozoo. Ci sono voluti 457 ovuli "ricostruiti", 371 dei quali sono sopravissuti per essere impiantati nelle femmine, 10 dei quali hanno dato luogo a una gravidanza. Solo uno, una femmina chiamata Kayuga, è diventato adulto - e, piuttosto stranamente, dopo essersi accoppiata con successo con un maschio, ha avuto una cucciolata alla vecchia maniera. Il titolo più frequente per la storia di Kayuga? "La fine dei maschi".

Pensate che sia lunga la strada dai topi all'uomo? Allora non conoscete la vera storia delle tecniche di fertilizzazione in vitro iniziate con i topi ed ora normalmente usate sull'uomo.  La fertilizzazione in vitro fornisce, invece, un'altra storia carina sullo stesso punto. Quando ero un adolescente, non molto tempo fa, c'era una battuta basata sulla tendenza dei sociologi  ad annunciare l'ovvio come se fosse una rivelazione statistica. "Il 50% delle persone sposate sono donne" proclamavamo con scientifica magnificenza. Questo succedeva prima che gli uomini volessero sposare altri uomini o, ancora più importante, prima che due donne potessero evitare il matrimonio con un maschio grazie alla fertilizzazione in vitro.

La negazione della mascolinità significa la fine di tutte le distinzioni morali basate sulla sessualità. Lungo tutta la storia dell'umanità, la distinzione fra maschio e femmina è stata la distinzione principale nonché la più naturale, ed è quella sulla quale si fonda ogni distinzione morale riguardo la sessualità e il matrimonio (per quanto maldestramente siano state tracciate e difese queste distinzioni). Se la distinzione maschio / femmina non è più né necessaria né naturale, allora tutte le distinzioni morali che provengono da essa devono nello stesso modo essere distrutte. Un divieto del matrimonio gay non sarà necessario, il matrimonio stesso sparirà presto alla stregua della carta pergamena, delle carrozze e dei fonografi.

Quello che abbiamo di fronte, quindi, è la sostituzione più veloce che ci sia mai stata delle questioni morali con delle questioni tecniche, cosicchè la domanda morale "Dovremmo fare questo?" lascia il posto alla domanda puramente tecnica "Possiamo fare questo?". Siccome il "possiamo" diventa sempre più efficace tecnicamente, il "dobbiamo" esalerà il suo canto del cigno, appassirà e poi sparirà.

 

Genesi incompiuta

Dobbiamo considerare da un punto di vista teologico questo fenomeno senza precedenti per poterne vedere tutta la sua portata. Ciò per cui stiamo lottando, con capacità tecniche sempre più grandi, è il completo smantellamento di ciò che Dio ha così stabilmente ordinato nella creazione. E' come se ora vedessimo la storia della creazione al contrario, ciò che ha forma torna informe, la luce torna tenebra.... Per tornare al nostro esempio, tutte le distinzioni  morali riguardo la sessualità ( la capacità naturale di procreare, di "diventare una sola carne" (Gen 2,24) nell'unione di un uomo ed una donna) vengono dalla sessualità stessa. Da questa distinzione fondamentale deriva non solo la vera definizione di matrimonio e la sua perfezione, ma anche la proibizione dell'adulterio, del sesso prima del matrimonio, dell'omosessualità, della contraccezione, dell'incesto, della masturbazione, della bestialità e della pornografia. Ciò che viene proibito è, in un modo o nell'altro, una perversione della fondamentale distinzione sessuale naturale.

Senza questa distinzione non può emergere nessuna distinzione morale. Gli angeli, come puri spiriti, non sono divisi in maschio e femmina. Non è loro proibito l'adulterio perché non possono commetterlo. Non sono tormentati dalle controversie sull'omosessualità perché non hanno sesso.

Diamo in mano all'uomo il mezzo tecnico per manipolare la sessualità umana come argilla (formare uomini dalle donne e donne dagli uomini con la chirurgia transgender, o fare "ossa delle mie ossa, carne della mia carne" attraverso la clonazione, o "essere fecondi e moltiplicarsi" attraverso la modificazione genetica degli ovuli ) e la naturale divisione fra maschio e femmina è pressoché cancellata. Il risultato ultimo non è la creazione di puri spiriti, ma la creazione di demoni sessuati senza genere, come il cantante rock Marilyn Manson che mescola l'appetito indiscriminato per il piacere sessuale con la brama del disordine stesso quale negazione dell'ordine creato. E' stato con grande acume teologico che Mel Gibson ha fatto apparire satana come androgino nel suo film "La passione di Cristo". L'androginia è la negazione del genere, la negazione della distinzione fra maschio e femmina voluta da Dio.

Nel cercare di rimuovere la naturale distinzione fra maschio e femmina voluta da Dio, ci siamo trasferiti dalla perversione alla ribellione cosmologica. La perversione distorce ciò che è naturale, pur presupponendolo. Gli attivisti omosessuali che ora cercano di servirsi del nome e dei vantaggi del matrimonio monogamo presuppongono che il matrimonio è un'unione permanente ed esclusiva fra due esseri umani, ma questa stessa nozione emerge dalla verità che l'unione sessuale di un uomo e di una donna produce un' unione vivente indissolubile e permanente, un figlio. Aggiriamo la necessità sessuale per un uomo e una donna di fare un figlio, copriamo la distinzione maschio / femmina con così tanta vernice, e il matrimonio come istituzione morale semplicemente cadrà in disuso. Ed eccoci arrivati alla fine del matrimonio - anche nella forma pervertita del matrimonio omosessuale.

Possiamo definire tutto questo come ribellione cosmologica e non come semplice perversione per due motivi. Primo perché non costituisce una semplice distorsione  di ciò che è naturale. L'antica omosessualità, così come la troviamo fra i greci, elevava il piacere sessuale fra uomini al di sopra del piacere sessuale fra uomo e donna, ma faceva ancora affidamento sul rapporto eterosessuale per la procreazione secondo i dettati della natura. Maschio e femmina erano distorti, ma non distrutti. Noi, d'altra parte, nella nostra ribellione contro la natura, stiamo cercando di distruggere il maschio e la femmina come tali.

Secondo perché in tutto questo si coglie più di una semplice vampata di zolfo. Come puntualizzava C. S. Lewis nel suo Screwtape Letters (Lettere a Berlicche),  satana non può creare, e poiché ogni tentativo di produrre ordine sarebbe una mera imitazione della sapienza e  potenza divine, allora il maligno distrugge per ribellione. Sembra che stiamo inesorabilmente andando verso l'abisso dell'androginia sessuale e della procreazione asessuata.  Marilyn Manson non è un caso isolato di perversione. Egli/ella è una delle facce della fine della moralità, delle tenebre verso le quali stiamo precipitando, al di là di ogni distinzione morale, al di là del bene e del male.

Ma se questa è la fine della moralità, quando ha avuto inizio il progetto di disfare tutte le distinzioni morali?

 

L'inizio della fine

Sarebbe facile incolpare il famoso filosofo Friedrich Nietzsche per aver dato inizio alla distruzione della moralità.  Fu lui, dopotutto, che notoriamente dichiarò che tutte le distinzioni morali sono arbitrarie in quanto derivanti dalla volontà di potenza di una particolare persona o nazione e non dalla natura. Da qui la sua famosa opera Al di là del bene e del male (1886)

Nonostante la sua efficace prosa filosofica e gli effetti prodotti sui suoi connazionali e sugli intellettuali liberali, la colpa non è da attribuire a Nietzsche. Nietzsche non fu un profeta filosofico, ma un astuto lettore dei tempi che raccolse e idolatrò una tendenza prometeica già esistente in occidente.

Faremmo meglio a spostarci in Inghilterra, e non in Germania, ed esaminare gli argomenti di Francis Bacon (1561-1626) e poi di Charles Darwin (1809-1882).  Bacon è giustamente considerato uno dei più importanti fondatori della scienza moderna. Sarebbe più giusto, poiché lui stesso non ebbe un laboratorio e non fece scoperte, definirlo il fondatore dell'aspetto prometeico del moderno spirito scientifico.

Bacon asseriva che sia la scienza che la filosofia si erano finora dimostrate completamente inefficaci e sterili poiché gli esseri umani avevano stupidamente ritenuto che la natura, così come si presenta, fosse il criterio sia del pensare che dell'agire. Contro questo, Bacon asseriva che "deve essere aperta una nuova via per la comprensione umana interamente differente da quella finora conosciuta". Il nuovo approccio alla natura? Sostituire l'accettazione passiva dell'ordine naturale con sperimentazioni e manipolazioni della natura in cui "attraverso l'arte e le mani dell'uomo ella (la natura personificata) è spinta fuori dal suo stato naturale e modellata." La verità quindi, non deriva dall'accettazione e dalla contemplazione della  natura; piuttosto, la verità è ciò che noi facciamo. La natura diventa l'argilla; lo scienziato, alla stregua di una divinità, diventa il vasaio che rimodella la natura secondo la sua volontà. 

Passando sopra a tutte le precedenti controversie filosofiche e teologiche, Bacon assicurava i suoi discepoli, "Sto lavorando per porre il fondamento, non di qualche dottrina o setta, ma del potere e dell'utilità dell' uomo." Il potere e l'utilità, come Nietzsche riconobbe qualche secolo dopo, non si domandano "Cosa è bene e cosa è male?", ma piuttosto "Cosa voglio?". L'importanza attribuita alla volontà va al di là del bene e del male e crea, grazie al potere tecnologico, il più grande dominio sulla natura di tutti i tempi. La domanda non è più cosa si dovrebbe fare ma cosa si può fare. Se anche Bacon non applicò i suoi argomenti direttamente sulla manipolazione della natura umana - se si esclude qualche vaga promessa sulla possibilità che la medicina avrebbe potuto garantire l'immortalità in questo mondo - non ci vuole molto per fare il passo successivo. Se la natura è come l'argilla, allora lo è anche la natura umana?

Darwin  è quasi pari a un santo per il secolarismo moderno e la venerazione culturale tributatagli ha scoraggiato i cristiani, specialmente i cattolici, dal criticarlo.  Avrebbe potuto essere diverso se avessimo capito la vera importanza della sua teoria. Se Bacon evocò lo spirito di una illimitata manipolazione tecnologica della natura , fu Darwin che si concentrò particolarmente  sulla fondamentale malleabilità della natura umana. Egli fornì l'argomento che soggiace alla apparente stabilità della natura umana, noi in definitiva siamo argilla informe plasmata e riplasmata migliaia di volte dai capricci della selezione naturale.

Darwin stesso si rese conto della natura allarmante della sua  teoria e saggiamente evitò ogni menzione della natura umana nella sua opera principale L' origine della specie attraverso la selezione naturale (1859). Il suo silenzio terminò con il suo L' origine dell'uomo e la selezione sessuale pubblicato 12 anni dopo la prima edizione de L' origine della specie. Ne L' origine dell'uomo chiarì che tutto quello che noi consideriamo specificamente umano può essere spiegato come il risultato della selezione naturale: la ragione, la moralità, la coscienza, la religione, la musica, l'arte e persino la distinzione fra maschio e femmina è derivata dallo stesso processo casuale che ha modellato la varietà di becchi dei fringillidi delle Galapagos.

Ma quello che la natura plasma per caso, l'uomo può plasmarlo per perseguire i suoi fini. Dopotutto, Darwin ricordava al lettore, tale manipolazione della natura avviene già fra gli allevatori di animali attraverso la selezione artificiale. Se ci prendiamo una tale "cura scrupolosa" dei nostri "cavalli, cani e gatti," non dovremmo applicare la scienza della selezione artificiale anche sugli esseri umani? Per il bene della razza, sosteneva Darwin, dobbiamo prendere in mano la nostra evoluzione. In tal modo Darwin difese piuttosto chiaramente l'eugenetica, sebbene fu suo cugino Francis Galton, affascinato da L' origine della specie , che coniò il termine. 

Se uniamo Bacon a Darwin, abbiamo l'essenza del tentativo contemporaneo di ricreare la natura umana secondo un'immagine sinora annunciata. Se il dimorfismo sessuale - maschio e femmina - è semplicemente il risultato delle mutazioni casuali su una catena del Dna fra i nostri antenati biologici, allora non c'è motivo di opporsi alla pressione tecnologica per ridefinire i legami sessuali o semplicemente per cancellarli del tutto.

Così  nella nostra società assistiamo a una grande divisione fra coloro che rifuggono con orrore di fronte all'ultima macabra manipolazione della natura umana considerandola innaturale e coloro che gioiscono di fronte alle stesse manipolazioni considerandole indici di liberazione dell'umanità dalla natura; fra coloro che si sottomettono felici al destino della biologia e coloro che credono che il nostro destino sia avere un completo dominio sulla biologia. Questa non è una battaglia da poco; veramente è difficile vedere quale potrebbe essere battaglia più grande.

 

La fine della morale cattolica

Se i cattolici ancora faticassero a vedere questo, forse potrebbe essere di aiuto esporre la situazione in modo più diretto. La morale cattolica si basa sulla legge naturale. La legge naturale, come ha chiarito S. Tommaso, è semplicemente la legge del nostro essere, cioé, la serie di "doveri" morali che scaturisce dall' "essere" della nostra natura particolare. Il progetto di Bacon e Darwin di trattare la natura umana come argilla plasmata da qualsiasi cosa, dalla chirurgia plastica alla manipolazione genetica, è un attacco diretto alla legge naturale perché è un attacco diretto alla nostra natura. Se dovesse avere successo, la morale cattolica verrebbe mostrata come priva di ogni fondamento, buona solo per la pattumiera della storia accanto al geocentrismo tolemaico, come  una teoria ben congegnata che l'analisi scientifica ha dimostrato basarsi su un fondamentale errore circa la natura.

"I cattolici pensavano," dirà qualche professore di storia  con un sorrisetto compiaciuto in un futuro non troppo lontano, "che la stessa natura umana  fosse qualcosa tipo un dato eterno, che stabiliva una sorta di limite invalicabile, e che dai "dati eterni" (risatina!) della natura umana derivasse qualcosa definita "morale" (e qui il professore avrà bisogno di sillabare questa strana parola). Questo è un errore in qualche modo comprensibile. Così come è evidente che il sole sorge, allo stesso modo essi ritenevano che gli esseri umani potessero essere creati solo nella stessa maniera che è comune fra gli altri animali. Questa mancanza di immaginazione era dovuta a una mancanza di tecnologia. Notiamo questo modello in molte aree. I telescopi hanno permesso agli uomini di vedere la vastità del cosmo e quanto essi sono un puntino insignificante, di conseguenza hanno abbandonato la convinzione che la terra fosse al centro dell'universo. Allo stesso modo le nuove tecnologie genetiche hanno reso chiaro il concetto: "Il nostro unico limite è la nostra immaginazione".

Poi il professore si appoggerà sul podio, pausa ad effetto, e indosserà un 'espressione avvilita. "Se anche questo può essere stato un errore in qualche modo comprensibile, i cattolici andarono oltre e costruirono su questo errore un intero sistema di persecuzione. Poiché essi potevano procreare solo attraverso l'atto animale del rapporto sessuale - un processo che era esso stesso una sorta di lotteria! -  essi condannavano, perseguitavano, cacciavano,  attaccavano qualsiasi altro tipo di espressione sessuale. Noi tutti possiamo essere grati che quei giorni sono finiti."

 

Fantascienza?

Sembra fantascienza? Una semplice tattica allarmistica? Bene, provate questo esercizio letterario. Leggete il classico di Aldous Huxley  Il mondo nuovo, la profetica satira fantascientifica scritta nel 1932. Huxley cercò di raffigurare un mondo da incubo nel quale il piacere sessuale era stato separato dall'amore attraverso l'uso della contraccezione e della provetta per la creazione di esseri umani . La storia si svolgeva 600 anni nel futuro, ma ahimè, alla fine del 20° secolo, gran parte della profezia era divenuta una realtà che non aveva quasi alcun effetto sui lettori, e quel grido di allarme oggi sembra semplicemente bizzarro. Io so questo perché come professore delle superiori ho provato a usare Il mondo nuovo nelle mie classi. Huxley immaginava che la produzione industriale di esseri umani avrebbe trasformato il sesso in una semplice attività ricreativa (ma Huxley immaginava  un sesso libero per tutti completamente eterosessuale!) Per quanto riguarda l'aspetto tecnico delle cose, mai impressionare una classe superiore con lo spettro dei bambini creati in provetta perché scopriremo che un numero sempre più grande di studenti stessi è, in un modo o nell'altro, figlio della provetta.

Riguardo la distruzione dei paletti morali, la realtà della scienza sta superando la fantascienza. Per questa ragione, tutto ciò che serve per il trionfo del male, e la conseguente negazione della distinzione fra bene e male, è un ottimismo compiaciuto, un "Oh, questo non lo faranno mai!". Abbastanza presto persino questo sarà così ben consolidato da sembrare superato in rapporto con ciò che appare all'orizzonte. Una volta eliminato il concetto che la natura umana è un dato e quindi che la nostra vera natura pone un limite a quello che possiamo e dovremmo fare, allora la distinzione tra fantascienza e scienza reale è solo temporale. Questo dovrebbe essere chiaro data la velocità con la quale la fantascienza e divenuta realtà nell'ultimo  mezzo secolo.

Questo rende facile essere dei profeti. Prevedo che entro 10 anni avanzate tecniche chirurgiche e di clonazione dei tessuti porteranno i consumatori a poter scegliere quanti e quali ruoli sessuali assumere. Segnatevi queste parole sul calendario. 

 

La fine della fine

Non voglio dare ai lettori la falsa impressione che l'unica distinzione morale che viene attualmente cancellata sia quella tra maschio e femmina. Per fare un altro esempio, anche più sconcertante, viene ora tecnicamente ridefinita la demarcazione tra esseri umani e animali. Secondo il progetto di Bacon e Darwin, gli esseri umani sono solo una forma transitoria in più adottata dalla materia. Quindi, come Darwin ha chiarito nel suo L' origine dell'uomo, la distinzione "essere umano" ha un fondamento effimero, non eterno. Ma proprio questa distinzione è il fondamento del comandamento "Non uccidere". Il divieto dell'omicidio di esseri umani innocenti presuppone che: 1) uccidere un moscerino, una mucca e un essere umano sono atti molto differenti e 2) che c'è una reale differenza fra esseri viventi e non viventi. Senza queste distinzioni, il divieto di uccidere esseri umani è semplicemente un tabù parrocchiale e senza fondamento.

Ovviamente, la diffusione dell'aborto ha immensamente contribuito a ridurre gli esseri umani a semplice materia, semplice roba di cui disporre secondo il proprio vantaggio. Dall'aborto deriva tutta l'industria volta all'uso di tale "tessuto" per scopi medici. Gli scopi medici includeranno presto la salute e la bellezza, cosicché tale tecno-cannibalismo si propagherà fino ai prodotti in vendita nella locale farmacia. Poiché la domanda cresce, specialmente la domanda di carne sempre migliore, non solo le donne saranno pagate per far crescere "tessuto fetale", ma i laboratori farmaceutici includeranno allevamenti di embrioni.

Uccidere e non uccidere, umano e non umano, vivente e non vivente, luce e tenebra - tutte queste distinzioni che emergono dal racconto della Genesi  torneranno nel nulla, un nulla al di là del bene e del male. "Dovremmo farlo?" significherà quindi solo "E' economicamente realizzabile?"

 

L'ultima battaglia

Questa è la vera crisi morale, la più grande possibile, poiché dal suo esito dipende l'esistenza della morale stessa. La buona novella è che, paradossalmente, questa è ancora una crisi; cioè, la natura umana non è ancora stata distrutta. E' ancora possibile che la natura umana possa essere salvata dalle rovine del progetto di ricostruirla secondo la nostra volontà.

Per i cattolici è un'importante chiamata alle armi. Quasi solo il cattolicesimo, all'interno della cristianità, fonda i suoi argomenti morali sulla legge naturale e di conseguenza ha combattuto quasi da solo per evitare che ciò che Dio ha unito e distinto nella creazione finisse a pezzi nel caos. Per fare un esempio significativo, quasi da solo il cattolicesimo ha rigettato il divorzio fra unione sessuale e procreazione attraverso la contraccezione e la fertilizzazione in vitro. Come dovrebbe essere chiaro da quanto detto, questo divorzio, che sembrava così innocente persino al protestantesimo evangelico, è stato l'inizio della fine della moralità riguardo la sessualità. Che la consapevolezza di questo possa portare a un grande momento ecumenico.

Possiamo attenderci, quindi, una grande battaglia fra coloro che considerano la natura umana come l'origine di tutte le distinzioni morali e coloro che considerano la natura umana come argilla da plasmare. Sarà per tutta l'umanità l'ultima battaglia, poiché è una battaglia sull' esistenza dell'umanità stessa.

Benjamin D. Wiker è un decano del Discovery Institute e docente di scienza e teologia alla  Franciscan University di Steubenville. Egli è l'autore di Moral Darwinism: How We Became Hedonists e Architects of the Culture of Death insieme a Donald DeMarco (Ignatius). Attualmente sta lavorando a un libro intitolato The Meaning-Full Universe. Il suo sito web è www.benjaminwiker.com .