Armi: Finmeccanica accusata
di produzione di armi nucleari
MENTRE IL MONDO GRIDA AL LUPO, AL LUPO CONTRO
L'IRAN, UNA SOCIETA' ITALIANA VIENE ACCUSATA
DAL GOVERNO NORVEGESE DI PRODURRE
ARMI NUCLEARI.
(FOTO D'ARCHIVIO)
Fonte web - lunedì, 09 gennaio, 2006
Il fondo previdenziale pubblico della
Norvegia non investirà più in Finmeccanica - riporta il Guardian - perché la
società potrebbe essere coinvolta nella produzione di armi nucleari: su
raccomandazione del "Consiglio etico" il governo norvegese ha infatti deciso nei
giorni scorsi di vendere la propria quota di 290 milioni di sterline (423
milioni di euro) - il maggior fondo mondiale - in azioni in BAE e altre sei
ditte produttrici di armi tra cui l'italiana
Finmeccanica che fanno parte del gruppo
MBDA (azienda produttrice di
missili compartecipata da Finmeccanica, Bae Systems e Eads) in seguito alla
rivelazione che la
MBDA sta producendo il missile nucleare aria-terra ASMP-A da consegnare alle
forze armate francesi nel 2008. Le aziende coinvolte nell'esclusione del
Ministero delle Finanze della Norvegia dal Fondo pensionistico
governativo-Global (già denominato Petroleum Fund) perché coinvolte nella
produzione di armi nucleari sono: Finmeccanica, Boeing, Honeywell, Northrop
Grumman, United Technologies, Bae Systems e Safran. Fonti vicine a Finmeccanica
hanno negato il coinvolgimento nella costruzione di armi nucleari -
riporta
Borse online.
Finmeccanica detiene una quota del 25% nella MBDA e, nonostante la
produzione di armi nucleari sia vietata in Italia, la ditta capitanata da Guarguaglini svolge un ruolo di primissimo piano nello sviluppo e produzione del
missile - segnala il Governo norvegese. Mentre in Italia il mondo politico tace,
il mondo finanziario ha subito penalizzato Finmeccanica che dopo aver
riportato ni giorni scorsi una perdita del 22% oggi
perde ulteriormente lo 0,57% nonostante l'intervento della Deutsche Bank.
"Allora, qualcuno nel blindatissimo mondo dell'informazione italiana si decide a
guardare a cosa fa Finmeccanica o dobbiamo aspettare che siano i norvegesi a
dirci cosa succede in Italia?" - chiede provocatoriamente Giorgio Beretta della
Campagna di pressione alle
'banche armate'. "Capisco che siano tutti intenti a scovar notizie sulle
scalate finanziarie, ma qui c'è una "scalata nucleare" e tutto tace. Il Governo
norvegese, che ha fatto una scelta anti-nucleare è attentissimo, mentre nel
nostro Paese nel quale - secondo la legge 185/90 - "è vietata la fabbricazione,
l'importazione, l'esportazione ed il transito di armi biologiche, chimiche e
nucleari, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della
relativa tecnologia" tutti fanno finta di non sapere. Segnalo che il divieto
della 185/90 "si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificamente
progettate per la costruzione delle suddette armi" - continua Beretta.
"Nei giorni scorsi i nostri giornali hanno riportato col solito orgoglio
nazionale la notizia dell'accordo
da 15 miliardi di euro per la vendita all'Arabia Saudita di 48 aerei Typhoon
(gli Eurofighter) prodotti dal consorzio a cui partecipa Alenia Aeronautica
(controllata di Finmeccanica), "dimenticando" di segnalare che è in corso in
Gran Bretagna un'indagine
sullo scandalo di bustarelle per la vendita all'Arabia Saudita dei Tornado,
un programma al quale l'Italia partecipa tuttora". In Gran Bretagna, infatti,
sta proseguendo l'indagine giudiziaria dopo che lo scorso anno il programma
della BBC "Bribing for Britain?" aveva svelato che è Steven Mogford, direttore
esecutivo del gigante armiero BAE, il personaggio chiave del
caso di corruzione dietro l'affare 'Al Yamamah', la colossale vendita di
aeroplani e navi da guerra della BAE all'Arabia Saudita iniziata negli anni del
governo Thatcher per la cifra di 50miliardi di sterline (quasi 75 miliardi di
euro). Un'affare tuttora in corso in quanto l'Arabia Saudita continua a pagare
ogni anno milioni di sterline alla BAE per manutenzione, aggiornamento e
training. E nell'ambito dei "programmi internazionali di coproduzione" italiani
segnalati nella Relazione 2004 del Governo italiano figurano 11 autorizzazioni
"con destinazione finale Arabia Saudita, per un controvalore di
91 milioni di
euro rientranti proprio nel programma Tornado".
"E se invece di far chiacchiere nei salotti, qualche giornalista si prendesse
infine la briga di andare a vedere quali ditte e quali ricercatori stanno
facendo affari con vari paesi del Medio oriente, l'informazione in questo paese
ne guadagnerebbe" - conclude Beretta. Un rapporto di uno dei maggiori servizi
segreti europei di cui il quotidiano
The Guardian è venuto a conoscenza segnala alle ditte europee produttrici di
sistemi che potrebbero essere usati per la fabbricazione di armi di distruzione
di massa un elenco di intermediari, false compagnie, finti ricercatori e
funzionari del Medio oriente che da tempo stanno cercando di procuarsi materiale
per sviluppare in proprio armi chimiche, biologiche, nucleari e convenzionali.