BUSH CI RIPENSA...

NON PIù ASTINENZA PER L'AFRICA,

 IL PRESERVATIVO è PIù REDDITIZIO.

 

“L'Aids non è più solo una malattia;

è diventato un'industria miliardaria”

(sacerdote anglicano ugandese)

 

(Con video documentario)

 

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

 

MESSAGGIO DEL CARD. JAVIER LOZANO BARRAGÁN
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELL'AIDS
(1° DICEMBRE 2005)

 

Sintesi

 

Fonte web

(....)

3. La situazione epidemiologica dell'HIV/AIDS continua a dettare grandi preoccupazioni; si stima che al 2005, le persone che vivono con l'HIV sono 40,3 milioni, delle quali 2,3 milioni sono minori di 15 anni. Continua a crescere di anno in anno il numero delle persone contagiate; nel 2005 hanno contratto il virus dell'HIV 4,9 milioni di persone, di cui 700.000 sono minori di 15 anni, e sono morte a causa dell'AIDS nel 2005, 3,1 milioni di persone tra le quali 570.000 giovani di meno di 15 anni. L'HIV/AIDS continua a seminare morte in tutti i paesi del mondo.

4. La migliore cura è la prevenzione per evitare il contagio dell'HIV/AIDS, che vogliamo ricordare si trasmette soltanto per la triplice via del sangue, della trasmissione materno-infantile e per contatto sessuale. Riguardo le trasfusioni ed altri contatti con il sangue del malato, oggi il contagio si è ridotto considerevolmente. Ciò nonostante, si deve porre la massima attenzione per evitare questo cammino di infezione, specialmente nei centri trasfusionali e negli interventi chirurgici.

Grazie a Dio il contagio materno-filiale è fortemente controllato con farmaci adeguati. Si deve intensificare la prevenzione in questo campo, provvedendo alla medicazione adatta alle madri sieropositive, specialmente da parte degli Enti pubblici dei diversi Paesi.

Il terzo cammino di contagio, la trasmissione sessuale, resta ancora il più significativo. È grandemente favorito da una specie di cultura pansessuale che svaluta la sessualità, riducendola ad un mero piacere, senza ulteriore significato.

La prevenzione radicale in questo campo deve venire da una retta concezione e pratica sessuale, dove l'attività sessuale si capisca nel suo profondo significato come espressione totale ed assoluta di donazione feconda d'amore. Questa totalità ci conduce all'esclusività del suo esercizio nel matrimonio, unico ed indissolubile. La prevenzione sicura in questo campo è dunque intensificare la solidità della famiglia.

Questo è il significato profondo del sesto Comandamento, della legge di Dio, che costituisce il fulcro dell'autentica prevenzione dell'AIDS nel campo dell'attività sessuale.

(....)

7. In concreto, in base alle informazioni pervenute dalle diverse Chiese locali e istituzioni cattoliche nel mondo, le azioni che si compiono nel campo dell'AIDS si possono così schematizzare:  promozione di campagne di sensibilizzazione, programmi di prevenzione ed educazione sanitaria, sostegno agli orfani, distribuzione di medicinali ed alimenti, assistenza domiciliare, istituzione di ospedali, centri, comunità terapeutiche che incentrano il loro operato nella cura ed assistenza del malato di HIV/AIDS, collaborazione con i governi, attenzione nelle carceri, corsi di catechesi, elaborazione di sistemi di aiuto tramite internet, istituzione di gruppi di appoggio al malato. Accanto a questo inestimabile e lodevole impegno, il Papa Giovanni Paolo II ha istituito il 12 settembre 2004 la Fondazione "Il Buon Samaritano", affidata al Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, e confermata dal Papa Benedetto XVI, per portare aiuto economico, grazie alle donazioni che si ricevono, ai malati più bisognosi del mondo, in particolare le vittime dell'HIV/AIDS. In questo primo anno di attività della Fondazione si sono inviati alle Chiese locali in America, Asia, Africa ed Europa significativi aiuti finanziari per l'acquisto dei medicinali.

8. Desidero rivolgere alcuni suggerimenti di linee di azione a coloro che sono impegnati, ai vari livelli, nella lotta contro l'HIV/AIDS: 

Alle comunità cristiane, affinché continuino a promuovere la stabilità della famiglia e l'educazione dei figli alla retta comprensione dell'attività sessuale, quale dono di Dio per la donazione amorevolmente piena e feconda;

Ai Governi, affinché promuovano la salute integrale della popolazione e favoriscano l'attenzione ai malati di AIDS, basandosi sui principi di responsabilità, solidarietà, giustizia ed equità;

Alle industrie farmaceutiche, perché facilitino l'accesso economico ai medicinali antiretrovirali per la cura dell'HIV/AIDS e a quelli necessari per curare le infezioni opportunistiche;

Agli scienziati ed operatori sanitari, affinché rinnovino la solidarietà fra loro, facendo del tutto per fare progredire la ricerca biomedica sull'HIV/AIDS al fine di trovare nuovi ed efficaci medicinali capaci di arginare il fenomeno;

Ai mass media, affinché forniscano alle popolazioni una informazione trasparente, corretta e veritiera sul fenomeno e sui metodi di prevenzione, senza strumentalizzazioni.

9. Vorrei concludere con le parole di Papa Benedetto XVI rivolte ai Vescovi del Sud Africa in Visita "ad limina", il 10 giugno 2005:  "Fratelli Vescovi, condivido la vostra profonda preoccupazione per la devastazione causata dal virus dell'AIDS e dalle malattie ad esso legate.

Prego in particolare per le vedove, per gli orfani, per le giovani madri e per le persone la cui vita è stata ridotta in frantumi da questa crudele epidemia. Vi esorto a proseguire i vostri sforzi per combattere questo virus che non solo uccide, ma minaccia seriamente la stabilità economica e sociale del continente".

 

 

 

Fasi del virus dell'Aids mentre attacca una cellula

 

 

 

 

 

Perplessità sul disegno di legge

americano sull'Aids e sul Come

verranno impiegati i fondi

 

di Sue Ellin Browder

 

WASHINGTON, D.C., martedì, 1° luglio 2008 (www.zenit.org).- Esortando il Senato ad accettare una spesa di 50 miliardi di dollari per combattere Aids, malaria e tubercolosi, gli attivisti anti-Aids hanno marciato verso la Casa Bianca la settimana scorsa con slogan come “Ora o Mai Più”.

Questa settimana, un sacerdote anglicano dell'Uganda ha aperto un dibattito al riguardo affermando che “la promozione del preservativo è fallita in Africa” e che per vendere e ottenere profitti sono stati sovvertiti i programmi africani per la fedeltà e l'astinenza.

“L'Aids non è più solo una malattia; è diventato un'industria miliardaria”, ha detto il reverendo Sam Ruteikara, copresidente del comitato nazionale ugandese per la prevenzione dell'Aids, secondo quanto riportato dal Washington Post.

In stallo da mesi al Senato, la nuova autorizzazione per il Piano Presidenziale d'Emergenza contro l'Aids (PEPFAR) triplicherebbe le spese del programma da 15 a 50 miliardi in cinque anni. Tuttavia, il reverendo Ruteikara ha detto a ZENIT che se questo denaro non verrà speso in modo adeguato non solo non fermerà la diffusione dell'Aids nell'Africa subsahariana, ma potrebbe addirittura far aumentare i tassi del contagio da Hiv.

Il Presidente George Bush vuole che il progetto venga approvato prima del summit del G8 in Giappone, la settimana prossima (cioè la settimana scorsa, ndr). Nel frattempo, però, in una lettera del 31 marzo al leader repubblicano del Senato Mitch McConnell sette senatori, guidati dal senatore Tom Coburn dell'Oklahoma, hanno esortato a rimandare la proposta affermando che il disegno di legge presenta “seri problemi”.

Tra le altre preoccupazioni, i senatori hanno osservato che la nuova iniziativa ha un costo troppo elevato e finanzierebbe attività “moralmente dubbie”, come programmi di scambi di siringhe per tossicodipendenti.

La lettera ha anche espresso preoccupazione per il Fondo Globale per la Lotta all'HIV/AIDS, alla Tubercolosi e alla Malaria, che – secondo i senatori – “presenta seri problemi di politica, di qualità dei medicinali e di corruzione amministrativa, e applica programmi non vincolati dalle leggi statunitensi su aborto, scambio di siringhe, prostituzione, traffico...”.

Per cinque anni, il nuovo PEPFAR darebbe al Fondo 10 miliardi di dollari, un quarto del budget del fondo, ma gli Stati Uniti hanno solo un voto su 20 per decidere come spendere il denaro.

I senatori vogliono anche ripristinare la formulazione del PEPFAR originale specificando che il 55% dei fondi per l'Aids verrà utilizzato per la cura.

La prevenzione innanzitutto

Secondo il reverendo Ruteikara, un'autorità per la prevenzione dell'Aids in Africa, “i test e le cure sono positivi, ma non fermeranno la pandemia”. In un continente dove su sei persone che contraggono l'infezione solo una riesce ad accedere alle cure, ha affermato, la prima priorità è la prevenzione.

Il medico Norman Hearst, dell'Università della California di San Francisco, concorda su questo aspetto e ha affermato che “nell'Africa subsahariana la prevenzione deve essere collegata al comportamento sessuale, perché è quello che alimenta la pandemia”.

Mentre in Occidente la maggior parte delle persone è monogama, ha osservato, in Africa anche le persone sposate hanno spesso uno/a o due amanti a lungo termine.
 

“Le ultime prove mostrano che sono questi molteplici rapporti a lungo termine sovrapposti ad alimentare la pandemia”, ha aggiunto.

ABC
 

Tra il 1991 e il 2002, in Uganda la percentuale della popolazione affetta dall'Hiv è scesa dal 21% al 6% con la famosa campagna ABC (Abstain, Be faithful, or use a Condom – Astieniti, sii fedele o usa il preservativo), con la fedeltà come primo pilastro.

“Abbiamo promosso la fedeltà per le persone sessualmente attive, l'astinenza per i giovani e il preservativo solo come ultima risorsa”, ha detto Ruteikara.
 

In risposta alla campagna, la percentuale di uomini ugandesi che ha abbracciato la monogamia è salita dal 59% al 79%, mentre le donne fedeli sono passate dal 79% al 91%. I tassi di infezione da Hiv si sono ridotti dei due terzi.

Ruteikara ha affermato che quanto gli “esperti internazionali sull'Aids” sono arrivati in Uganda non hanno voluto accettare le proposte di fedeltà e astinenza come mezzi per prevenire la pandemia.

Come conseguenza, le percentuali di Hiv nel Paese sono aumentate di nuovo, e i media occidentali hanno attribuito la cosa alla mancanza di preservativi, “anche se abbiamo molti più preservativi ora che all'inizio degli anni Novanta, quando le percentuali dei contagiati dall'Hiv hanno iniziato a diminuire”.

Edward Green, alla guida del Progetto di Ricerca per la Prevenzione dell'Aids di Harvard, ha affermato che le “ideologie sulla libertà sessuale” occidentali hanno minato le strategie di prevenzione in Africa, costando forse milioni di vite umane.

In una dichiarazione del 2004 apparsa su The Lancet, 150 leader della prevenzione dell'Aids hanno concordato sul fatto che la fedeltà dovrebbe essere la strategia di prevenzione principale per le epidemie come quelle diffuse nell'Africa subsahariana.

Il disegno di legge del Senato menziona la fedeltà, ma non come priorità principale. L'iniziativa, se approvata, finanzierà invece una vasta gamma di mezzi e servizi per combattere l'Aids in modo indiretto, come test o preservativi femminili. Questi ultimi sono più costosi di quelli maschili e in Africa sono molto impopolari, al punto che l'Uganda ha smesso di importarli.

Solo il 20% dei fondi del nuovo PEPFAR verrebbe destinato alla prevenzione.

“Capiamo che il sesso occasionale vi è caro, ma restare vivi è caro a noi – ha scritto Ruteikara al riguardo –. Ascoltate la saggezza africana e vi mostreremo come prevenire l'Aids”.

 

 

Malato terminale

 

 

 

 

 

è davvero utile il preservativo

contro l'aids?

alcune cose che fanno pensare

Fonte web

Dal punto di vista medico tentare di combattere l'AIDS con l'uso dei preservativi è una cosa sciocca. Ha detto a Sidney John Billings, specialista nei metodi di regolazione della natalità: "Il preservativo non è garanzia sufficiente per prevenire il contagio dell'AIDS e gli esperti si sono resi conto un'altra volta, che in questo senso, la verità è stata ormai detta". È assolutamente certo che gli spermatozoi possano passare per i buchi microscopici dei preservativi (che hanno una misura di 5 micron), ragione per la quale i preservativi hanno una percentuale di inefficacia per evitare le gravidanze: falliscono nel prevenire le gravidanze al meno in un 17,7 % del tempo durante un anno di uso e possono arrivare a fallire il 36,3 % del tempo nel caso delle giovani non sposate dei gruppi minoritari.

Se questo accade nelle gravidanze, dobbiamo tenere conto che:

1) i fallimenti per evitare una gravidanza (dal 15,7 al 36,3 % del tempo) si producono malgrado che la donna ovula soltanto una volta durante il suo ciclo, e quindi il tempo di fertilità durante ogni ciclo è molto limitato, mentre le persone possono contagiare l'AIDS in qualsiasi momento della loro vita.

2) gli spermatozoi possono essere danneggiati per le alte o basse temperature. I pori di lattice dei preservativi delle migliori qualità sono disegnati per evitare, non senza difficoltà, il passo degli spermatozoi, però il virus del AIDS è, secondo alcuni dati scientifici, 3 volte più piccolo che il virus che trasmette l'herpes, 6 volte più che la spirocheta che causa la sifilis, e 450 volte più piccolo che gli spermatozoi . altri senza arrivare a tanto affermano che "sta ben stabilito che il Latex contiene difetti inerenti che sono almeno 50 volte più grandi che il virus del AIDS.

3) i preservativi vengono con difetti che li fanno rompere durante l'uso.

4) anche quando un preservativo di buona qualità potesse impedire il passo del virus dell'AIDS, bisogna considerare che, quando l'uomo lo tocca, lo fa con le mani umide di secrezioni uretrali e bulbo uretrali pre-eiaculatorie che appaiono prima della erezione, per lo che il lato esterno del preservativo si contamina con questi fluidi, e tutte le secrezioni pre-eiaculatorie (dell'ordine del 0,2 a 0,5 ml.) di un infetto possiedono il virus del AIDS, identico a quello che si incontra nello sperma, per questo tutto soggetto zero positivo potrebbe contagiare la sua copia, anche nel caso nel quale il preservativo non lasciasse passare nulla.

Nel bollettino di ONAIDS (principale diffusore dei preservativi per combattere l'AIDS) ha dichiarato, nella sua analisi del 1998 che ai "preservativi distribuiti o venduti per numero di persone che ricevono materiale educativo", no se li imputano variazioni nella zero prevalenza del VIH nella popolazione", vale a dire che: la distribuzione di preservativi non diminuisce la quantità di infetti per più preservativi che si regalino alla popolazione sessualmente attiva.

Così si capisce che, per esempio, nell'anno 1998 la quantità di persone infette sono aumentate di un 10 % (quasi 6 milioni di persone più che nel 1998; una media di 11 persone per minuto), per questo il dottore Peter Piot, direttore di ONAIDS, informa recentemente che la epidemia del AIDS si trova fuori controllo.

Per questa ragione nessuno degli 800 sessuologi che assistevano alla conferenza (la National Conference on HIV, Washinton DC 15-18 novembre 1991) sollevò la mano quando fu domandato loro se affidassero la vita ad un preservativo durante le relazioni sessuali con una persona che loro sapessero avesse l'AIDS.

 

 

Malati di Aids in fila in un ospedale africano

 

 

 

 

 

 

Gesuiti e Aids.

Siamo i commandos della castità

I seguaci di Sant'Ignazio all'opera in Africa contro il flagello. Ma non solo loro. Anche organizzazioni laiche puntano a frenare la promiscuità sessuale. E il "Wall Street Journal" si trova d'accordo col Vaticano

Fonte web

Alex Cummings, liberiano, presidente della Coca Cola in Africa, ha annunciato che assieme alle bottigliette comincerà presto a distribuire gratis preservativi. «È la nostra lotta contro l'Aids».

«Ma il preservativo non basta. Anzi, può creare pericolose illusioni», obietta Edward Rogers, gesuita, direttore ad Harare nello Zimbabwe del "Jesuit Aids Project". «L'essenziale è agire sui comportamenti sessuali promiscui, quelli che più veicolano il virus». L'Aids è il flagello dell'Africa nera. Ne muoiono ogni giorno in 5 mila. Gli infettati sono più di 25 milioni e si calcola che tra dieci anni vi saranno 40 milioni di orfani. I gesuiti attivi nel continente hanno deciso di combattere questo flagello su tre fronti.

In Kenya padre Angelo D'Agostino, nome italianissimo ma di nazionalità americana, soccorre i piccoli orfani. Vicino a Nairobi ha fondato per loro un villaggio di nome Nyumbani. In Zambia padre Michael Kelly, irlandese, cura chi è già stato infettato dalla malattia. Allo scopo ha creato un'associazione di nome "Kara". E dal suo quartier generale di Harare l'inglese Rogers coordina in varie nazioni un'iniziativa più ambiziosa: «Arginare il contagio, salvare i giovani prima che s'infettino. Aiutandoli a cambiare le abitudini sessuali».

Niente prediche, niente conferenze di esperti. «Per agire sui giovani occorre che l'iniziativa parta da loro coetanei alla pari, perché è il gruppo a fissare gli standard sessuali», dice padre Rogers. «I nostri commando giovanili vanno nelle scuole, nei bar, nei villaggi. Si mescolano ai coetanei. Trasmettono informazioni. Spiegano come si contrae l'Aids. Dicono come fare per non prendere il contagio». E come? «Con la castità prima del matrimonio e con la fedeltà coniugale poi».

A Roma, nella curia generalizia dei gesuiti, padre Jean Ilboudo, del Burkina Faso, è l'assistente generale per l'Africa. Conferma: «La pubblicità del preservativo la fanno gli Stati. Noi gesuiti andiamo invece alla radice. Facciamo capire, ad esempio, che la vedova di un malato di Aids non deve obbligatoriamente andare in sposa al fratello del marito scomparso, com'è d'uso in molti paesi, dal Burkina alla Tanzania, facendosi veicolo di morte. O viceversa. Purtroppo accade di frequente che uno dei coniugi sia infetto. In simili casi l'uso del preservativo è comprensibile».

I gesuiti non sono i soli a puntare sul cambiamento degli standard sessuali, in Africa. Allo stesso obiettivo mirano (v. qui sotto) organizzazioni laiche.

Con i primi risultati. In Uganda, oggi è più alta l'età del primo rapporto sessuale ed è diminuito il numero dei rapporti sessuali fuori della coppia.

Attacco in stile olandese

In Tanzania, nel distretto di Magu dalle parti del Lago Vittoria, sono diminuite le gravidanze tra le giovani a scuola. Sono sparite le feste popolari con i ragazzi a caccia di vergini nelle foreste. E non capita più che i genitori mandino le figlie a fare compere senza soldi.

Perché? Perché la gente dei villaggi ha individuato che alcuni comportamenti sono veicolo di contagio dell´Aids. E quindi ha deciso di vietarli. Adesso in ogni villaggio del distretto c´è una milizia che vigila. E multa chi disubbidisce.

Tutto è nato da un´inchiesta condotta da ricercatori olandesi, mirata a individuare le abitudini sessuali a rischio Aids. Coinvolta nell´inchiesta, le gente dei villaggi ha voluto passare dalle parole ai fatti. Convinta che per fermare l´Aids la via maestra è arginare la promiscuità sessuale.

 

 

Questo è l'Aids in Africa...

 

 

 

APPROFONDIMENTO

 

NOTIZIE VARIE SULL'AIDS

 In Francia, imprese che apparentemente non hanno nessuna attività di carattere erotico, come Coca-Cola, hanno accondisceso alla proposta pubblicitaria di apporre il loro marchio sulle confezioni dei preservativi, è quanto denunciano gli amici di Le Salon Beige.
 

 

Preservativo: panacea contro le infezioni sessuali?

La questione della distribuzione di massa dei preservativi è nuovamente sulle prime pagine della stampa. Nei giorni precedenti alle celebrazioni del carnevale in Brasile, le autorità hanno annunciato la distribuzione gratuita di 19,5 milioni di profilattici, secondo quanto riportato dalla Reuters il 28 gennaio.
 

 

Aids in Africa. La medicina della misericordia

Un religioso, medico in prima linea in Africa, riflette sul dramma dell’Hiv/Aids. E dice la sua,senza reticenze, su prevenzione, preservativo e ruolo della Chiesa.

 

 

 

PROSSIMAMENTE

 

L'origine del Male del Secolo

Teoria terrificante sull'origine dell'AIDS

 

ANTEPRIMA - IL TRAILER