AL GORE E LA TRUFFA

ECOLOGISTA DEL POTERE

MONDIALISTA E CRIMINALE

È SEMPRE LA SOLITA MINESTRA AMERICANO-CENTRICA:

IL CONTROLLO DEMOGRAFICO COME FORMA DI POTERE

(A cura di Claudio Prandini)

 

 

 

INTRODUZIONE

 

Gira e rigira siamo sempre lì: se vuoi mantenere il livello di vita e di benessere tipico dell'occidente, e soprattutto di quello americano, devi fare in modo che il resto del mondo, cioè i poveri, restino sempre poveri e sfruttabili, magari dicendo loro che ora non possono progredire più di tanto perché ormai l'ambiente va a rotoli e non ci sono più risorse per tutti! È l'idea malthusiana del "Mors tua vita mea" quella che salta fuori dalla nuova ideologia tinta di verde e di New Age di Al Algore...

 

Al Gore è la faccia "liberal" del potere americano che sa mascherarsi da agnello e da "illuminato", in apparente contrasto con la rozza forza bruta guerrafondaia ed incompetente dei Bush, dei Cheney e dei Neocon americani in genere. Non ci credete? Guardate ciò che sta accadendo in America Latina... Le stesse fondazioni che stanno dietro il falso discorso ecologista di Al Gore sono anche quelle che stanno diffondendo, a suon di milioni di dollari, l'aborto e l'eutanasia in tutta l'America Latina! Per compiere questo progetto di colonizzazione culturale ed economica bisogna distruggere innanzitutto l'humus cattolico del continente latino americano, spargendo il virus delle sette protestanti, più aperte e permeabili al logos del liberalismo selvaggio dell'America bianca del nord.

 

Già due anni fa in un articolo Riccardo Cascioli denunciava che "Le solite Fondazioni (Rockefeller, Ford, MacArthur) e l'International Women's Health Coalition, tanto per citarne alcune, lavorano sodo per promuovere l'aborto: si calcola infatti che tutte insieme investano qualcosa come 20 milioni di dollari l'anno per sostenere le attività di oltre 200 organizzazioni non governative che hanno come primo obiettivo la promozione dell'aborto. "Conquistare" l'America Latina significherebbe per questi gruppi assestare un duro colpo alla Chiesa cattolica, rimasta l'unico vero ostacolo sulla strada della riduzione dell'uomo a puro "oggetto" commerciale (vedere qui).

 

Non ci lasceremo quindi incantare da questo pifferaio magico in salsa ecologista che parla con la pancia piena, con un buon conto in banca e con il sogno della Casa Bianca da rincorrere... Sì perché per la Casa Bianca e per il successo si possono anche vestire le false vesti del profeta ecologista e del benefattore, magari anche con il Nobel, pur restando fondamentalmente un malthusiano ed un abile venditore...!

 

 

AL GORE JUNIOR,

 

 

 

 

BREVE BIOGRAFIA

Fonte web

L'uomo politico statunitense Albert Gore è nato a Washington DC nel 1948 ed è stato il quarantacinquesimo vicepresidente degli Stati Uniti (1993). Nonostante fosse contrario al coinvolgimento americano nella guerra del Vietnam, si arruolò tuttavia nell'esercito, servendo al fronte come reporter militare. Al suo ritorno negli Stati Uniti continuò la carriera giornalistica presso un quotidiano di Nashville. Si laureò in legge nel 1976 alla Vanderbilt University.

Deputato al Congresso nel 1976 nelle file del Partito democratico, fu rieletto in varie riprese e nel 1984 entrò in Senato. Il suo programma politico fu incentrato soprattutto sul controllo degli armamenti e la salvaguardia ambientale.

Eletto alla vicepresidenza con Bill Clinton nel 1992 e nel 1996, fu sconfitto dal suo concorrente repubblicano George W. Bush – nonostante avesse ottenuto la maggioranza dei consensi – nelle contestate elezioni presidenziali del 2000.

 

 

Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all’occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti... pertanto... dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità; e se temiamo le visite troppo frequenti degli orrori della fame, dobbiamo incoraggiare assiduamente le altre forme di distruzione che noi costringiamo la natura ad usare.
Invece di raccomandare ai poveri l’igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario. Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l’acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e scoraggiare quella persone benevole, ma tratte decisamente in ingannano, che ritengono di rendere un servizio all’umanità ostacolando il decorso della estirpazione completa dei disordini particolari”.

Thomas Malthus, “Saggio sui principi della popolazione

 

 

 

 

 

 

Al Gore e il Piano per il

Controllo Demografico Globale
 

Fonte web

«Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisca, trovammo l’idea che l’inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, dell’esaurimento delle riserve idriche, della fame et similia sarebbe potuta andar bene […] Tutti questi pericoli hanno come causa l’intervento umano […] Il nemico reale, quindi, è la stessa umanità»
“A Report by the Council of the Club of Roma”, 1991

 

Una scomoda verità”, il documentario-denuncia di Al Gore sta girando il mondo come nessun altro prodotto cinematografico degli ultimi anni!
Proiezioni dentro le scuole, alle università, conferenze pubbliche in ogni città di ogni paese del globo. Premiato con ben due Oscar, come miglior documentario e come miglior canzone, la casa di produzione è la Paramount Classics , una divisione della Paramount Pictures!  

E’ doveroso a questo punto aprire una parentesi storica per meglio comprendere l’indirizzo strategico di questa potentissima casa di produzione (massonica). La Paramount è la prima major hollywoodiana, fondata nel 1912 e diretta per vent’anni da Adolph Zukor un pellicciaio nato in Ungheria. Mentre suo fratello Arthur, adottato dallo zio Kalman Lieberman dopo la morte del padre, sarebbe diventato rabbino della maggiore sinagoga di Berlino, il giovane Adolph abbandona il giudaismo praticante non appena giunge in America.[1]

Nel 1966 la Paramount viene assorbita da un grande conglomerato industriale-finanziario, il più grande tra quelli che hanno assorbito le majors: la Gulf-Western Industries Incorporated di Charles Bluhdorn (austriaco immigrato in America).[2]
I primi decenni del secolo scorso (e non è cambiato granché oggi se non qualche fusione tra loro) sono caratterizzati da otto major, le cinque maggiori: Paramount (Zukor), Warner Brothers (i Warner), Loew-Metro Goldwyn Mayer (i Mayer), Twentieth Century Fox (i Fox) e RKO e le tre minori, Universal (Laemmle), Columbia (fratelli Cohn) e United Artist.
Tutte e otto sono però consociate nella Motion Picture Producters of America (MPPA) e quindi controllate dal gruppo Rockefeller e/o Morgan.
I veri padroni degli oligopoli cinematografici rappresentati dalle maggiori case di produzione sono ancora oggi i grandi finanzieri di Wall Street. I maggiori trust finanziari e bancari statunitensi, le Big Three, sono i gruppi Rockefeller, Morgan e Kuhn Loeb & Co.

Ovviamente la Paramount Classics che ha finanziato il documentario di Al Gore, non fugge da questo controllo economico!
Chiudiamo l’analisi di “An inconvenient truth” con il giovane regista
Davis
Guggenheim, figlio del quattro volte premio Oscar Charles Guggenheim (nato da una famiglia ebrea di Germania).

Decisamente Al Gore non è quello che si può definire l’ultimo arrivato: membro del C.F.R. (Consiglio per le Relazioni con l’estero, il governo ombra statunitense), della Commissione Trilaterale (fondata da David Rockefeller), nonché vicepresidente degli Stati Uniti d’America sotto William Jefferson Blythe III, detto Bill Clinton, e candidato alle presidenziali del 2000 contro George Walker Bush junior. Inutile ricordare che Al Gore avrebbe vinto le elezioni se non fosse intervenuto George Walker Herbert Bush (massone del 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato) a sistemare il tutto e posizionare il figliol prodigo alla Casa Bianca…
Al Gore è l’uomo di punta del movimento New Age che cavalca il cavallo verde dell’ecologia.

Ecco perché vedere un Al Gore che indossa la maschera del paladino ecologista dovrebbe farci sorridere, anche perché, il portavoce della campagna contro il riscaldamento globale, il cui nome completo è Albert Arnold Gore junior (per differenziarlo dal paparino Albert Arnold Gore senior), fa parte di una delle più potenti famiglie statunitensi, paragonabile a quella dei Bush.
Il papà di Al Gore, che chiamerò Gore senior, ha fatto parte del cosiddetto “establishment rosso”. Socio in affari con il famoso imprenditore e collezionista d’arte, Armand Hammer, il quale per primo portò aiuti economici a
Vladimir Il'ič Ul'janov, meglio conosciuto come Lenin.

 

 


Armand Hammer

Albert Arnold Gore senior

 


Il padre Julius Hammer ha fondato il Partito Comunista Americano ed era amico, nonché benefattore, di Gore senior e addirittura di Joseph Stalin.
Armand Hammer - secondo l’FBI statunitense e grazie al FOIA[3] - faceva sporchi affari di importazione ed esportazione con l’Unione Sovietica e ha personalmente negoziato con Lenin durante gli anni ’20; successivamente è entrato nel mondo del petrolio fondando la OXI , Occidental Petroleum Corporation.
Politicamente Hammer non guardava in faccia a nessuno (come nella migliore delle tradizioni mondialiste): ha finanziato i repubblicani come Nixon, e i democratici come Al Gore junior!

Quindi il neo ecologista Al Gore junior, che sta girando il mondo denunciando da tutti i microfoni il riscaldamento del globo, è stato finanziato da una corporation petrolifera e non solo, ma vanta addirittura legami economici con la stessa: possederebbe infatti 500.000 dollari di azioni della OXI!
Potrà anche essersi sbarazzato di queste poco-pulite azioni, intestate magari a un prestanome o devolute in beneficenza, ma il discorso non cambia di un millimetro, perché come vedremo, le finalità del documentario, dalle stesse parole di Al Gore, rientrano nella campagna per il controllo demografico del pianeta portato avanti da decenni da potenti gruppi controllati dai Rockefeller!

Prima però analizziamo quali sono questi gruppi e quali soprattutto le finalità.
La premessa indispensabile, per una incondizionata accettazione ai programmi di genocidio dei cosiddetti circoli mondialisti, è l’odio per l’uomo, l’odio per il suo diritto divino di procreare e di popolare la terra”.
[4]
Forse sto esagerando? Assolutamente no.

Il 6 e 7 aprile 1968 presso l’Accademia dei Lincei alla Farnesina a Roma, una trentina di persone si sono riunite - con la sponsorizzazione della Fondazione Agnelli - per “cambiare le loro idee sui grandi problemi del pianeta”.

Nasce così il “Club di Roma”!
Un gruppo di chiaro stampo malthusiano (vedremo in seguito chi fu Thomas Malthus), in cui l’odio contro l’uomo non trova più limiti: l’uomo infatti diventa “un cancro”, “un essere perverso”. Le parole d’ordine, come scrisse il presidente Aurelio Peccei, nella sua biografia, diventano: “Il diritto di dar la nascita non è un diritto assoluto”.

O come disse alla Deutsche Press Agentur nel 1988, il principe Filippo (Mountbatten) Duca di Edimburgo massone d’alto rango e presidente internazionale del WWF: “Nel caso io rinasca, mi piacerebbe essere un virus letale, così da contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione  

 

 


Filippo Duca d'Edimburgo


David Rockefeller

Aurelio Peccei

 

 

Nel 1965 il presidente USA, Lyndon Johnson dichiarava a San Francisco durante il 20° anniversario delle Nazioni Unite, che 5 dollari investiti nel controllo della popolazione, valevano quanto 100 dollari investiti nello sviluppo economico.
Per non essere da meno Nixon il 18 luglio 1969 al Congresso sottolineò come le Nazioni Unite “dovranno prendere l’iniziativa di reagire contro la crescita della popolazione mondiale”, e nel 1970 la sua amministrazione emise una direttiva che chiedeva una serie di studi per la diminuzione delle nascite.
Studio che non tardò ad essere pubblicato. Il 24 aprile 1974 Henry Kissinger firmò il “National Security Study Memorandum 200 e lo inviò al nuovo presidente Gerald Ford.

Questo Memorandum altro non è che “uno studio sull’impatto della crescita della popolazione mondiale sugli interessi strategici americani” mettendo ben in evidenza quali sono “le implicazioni politiche ed economiche internazionali [5].
Kissinger & C. (creatura dei Rockefeller) raccomanda caldamente il trasferimento della tecnologia contraccettiva, la sterilizzazione, l’aborto, il condizionamento della popolazione e dei leaders politici.
Nel 1975 tali raccomandazioni vengono accolti dall’amministrazione americana. Lo spopolamento di intere nazioni della terra entrava così, a far parte della politica estera degli Stati Uniti. A firmare questo atto criminale fu il Direttore del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, Brent Scowcroft.
Il primo di una lunga serie di esperimenti fu la guerra civile in Libano (1975-1990)…

Passano gli anni ma la situazione non cambia di molto.
Il 24 luglio 1980, il presidente James Earl Carter junior (noto come Jimmy Carter) firma i risultati di un nuovo studio intitolato: “The Global 2000 – Report to the President
Un  rapporto di oltre 1600 pagine che esordisce così: “Se proseguirà la tendenza attuale, allo sviluppo demografico ed economico, il mondo del 2000 sarà più popolato, più inquinato, meno stabile ecologicamente e più vulnerabile alla distruzione del mondo in cui viviamo oggi”.
Questo Global 2000 è una dichiarazione politica ufficiale di intenti genocidi, secondo la quale i paesi in via di sviluppo, privati di industrializzazione, dovrebbero regredire e ridurre le loro popolazioni! Guarda caso, la medesima conclusione che arriva Al Gore nel suo “documentario ecologista”.

La Conferenza dell’ONU sulla Popolazione tenuto a Bucarest nel 1974 e quella del Cairo nel 1994 sono state delle mere speculazioni propagandistiche finanziate dai gruppi mondialisti (uno per tutti la Fondazione Rockefeller) il cui scopo è stato quello di inventare la presunta “sovrappopolazione” nel Terzo Mondo come paravento per saccheggiare le materie prime. La prova di questo è scritta nel “Memorandum 200” .
Nella conferenza del Cairo, per esempio, si è riproposto la distruzione dell’istituzione della famiglia, che è il fondamento della società umana, camuffando questo con lo slogan della “libertà sessuale”. I metodi proposti? Li possiamo vedere oggigiorno: diffusione generalizzata dell’aborto, sterilizzazione forzata, eutanasia, pornografia e chi più ne ha più ne metta.

Per non parlare della cancellazione di importanti valori e/o modelli familiari sostituendoli con beceri quanto devianti valori rappresentati perfettamente da star dello spettacolo, della musica e della televisione.  

Tra il 3 e il 14 giugno del 1992 a Rio de Janeiro si tenne una Conferenza internazionale sull’ambiente. Erano presenti 140 paesi con 7892 delegazioni da tutto il mondo, governative e gruppi di ambientalisti, finanziate e sponsorizzate dalle solite fondazioni come Carnegie, la Rockefeller, la Edmond de Rothschild, la Kettering.[6]
Sapete da chi era guidata la delegazione statunitense? Proprio da Al Gore in persona, il quale ha presentato il suo libro dal titolo Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit”, (“Terra in equilibrio: Ecologia e Spirito Umano”). Un libro in cui viene lanciata l’idea per un nuovo “Piano Marshall Globale” sotto il controllo dell’ONU in grado di imporre uno stretto controllo sui consumi energetici e la politica industriale degli Stati.[7] Egli ripropone anche la furiosa campagna del governo britannico contro i paesi inadatti allo sviluppo ai quali il principe Filippo chiedeva insistentemente di ridurre la propria popolazione. Lo stesso Filippo di prima, il presidente internazionale del WWF.
Gore arriva ad affermare che la minaccia nucleare che aveva caratterizzato gli anni della Guerra Fredda sia stata sostituita “dalla natura strategica della minaccia che ora la civiltà umana pone all'ambiente globale e dalla natura strategica posta alla civiltà dai cambiamenti nell'ambiente globale”. Chiese per tanto ai leader mondiali di non lasciarsi distrarre dall'intraprendere questo nuovo corso anche se questo avrebbe lasciato “milioni di persone ... a soffrire nella povertà e a morire di stenti, guerre, e malattie”.

Certamente in tutto questo, il documentario propagandistico della Paramount Classics gioca un ruolo fondamentale e soprattutto funzionale.
E’ bene anche ricordare che dalla fine degli anni ’80 Al Gore junior promuove l’embargo della tecnologia moderna verso il Terzo Mondo, con la scusa ufficiale che si tratta di “tecnologia duale”, ovvero utilizzabile sia per scopi civili che militari.
[8]
Perché rischiare che questi popoli certamente inferiori si dotino di armamenti? Meglio non dare nulla, per il loro e soprattutto per il nostro bene

Tutto questo nel ricco documentario si può “leggere” se e solo se si hanno gli strumenti conoscitivi adeguati: tra numerosissimi e complicati grafici sull’aumento dell’anidride carbonica nel pianeta, prove fotografiche dello scioglimento dei ghiacciai sia al nord che al sud del globo, che porteranno all’innalzamento del livello dei mari di svariati metri e la conseguente cancellazione di centinaia di milioni di persone, soprattutto nel sud-est asiatico, Al Gore svela i suoi veri intendimenti, si toglie la maschera e dice:

Stiamo assistendo alla collisione tra la nostra civiltà e la Terra , e sono tre i fattori responsabili di questa collisione. Il primo è l’aumento della popolazione! La mia generazione, quella del baby-boom, è nata dopo la Seconda Guerra   Mondiale, quando la popolazione aveva appena oltrepassato la soglia dei 2 miliardi. Ora ho 50 anni e la popolazione a quasi raggiunto i 6 miliardi e mezzo ma secondo le aspettative di vita della mia generazione raggiungeremo i 9 miliardi.
Ci sono volute 10 mila generazioni per arrivare a 2 miliardi di persone, ma se nell’arco di una vita dai 2 miliardi  si passa a 9, questo significa che sta accadendo qualcosa di diverso. Stiamo creando sempre più pressione sulla terra, e la maggior parte di questa pressione viene esercitata dalle nazioni più povere del mondo. C’è una maggiore richiesta di cibo, una maggiore richiesta di acqua, ma le risorse naturali sono limitate”.[9]

Avete capito dove vuole arrivare?
Ho sottolineato appositamente i passaggi chiave che rientrano nel pensiero malthusiano.
Secondo il democratico ecologista del Tennessee, la prima causa di tutto questo surriscaldamento globale è da imputarsi all’aumento delle popolazioni e alla pressione esercitata dalle nazioni più povere! Conclude dicendo che le risorse naturali sono limitate. Ricordate prima quando vi ho accennato a Thomas Malthus?

Bene, oltre due secoli fa il reverendo Thomas Robert Malthus elaborò una teoria che pone in relazione la crescita della popolazione con lo sviluppo economico. Il pastore anglicano sosteneva che la tendenza della popolazione di un paese è di crescere a tasso geometrico (per esempio 1–2–4–16-32), mentre l’offerta di cibo segue invece un tasso aritmetico (per esempio 1-3–5–7–11). Quindi siccome l'offerta di cibo non riesce a tenere il passo della crescita della popolazione, i redditi pro-capite tenderanno a diminuire sino ad arrivare al livello di sussistenza. Il solo modo per evitare bassi livelli di vita o di assoluta povertà è di limitare il numero di nascite! Ma guarda caso…

Non solo, ma per Malthus, come per Al Gore, le risorse sono limitate, e questo implica una sola cosa: se una nazione vuole mantenere il proprio standard di benessere, come per esempio gli Stati Uniti, dovrà far di tutto per impedire che queste risorse (appunto limitate) vengano distribuite equamente. Ecco le guerre, le carestie e i genocidi.
Thomas Malthus è l’ideologo del controllo demografico, e le sue teorie demografiche saranno riprese e studiate da Charles Darwin, applicate sulla popolazione da Adolf Hitler, e propagandate dal nostro “sempre-verde” Al Gore.

L’altra cosa che il documentario non lascia spazio è alla speranza. Una persona, che non ha le conoscenze adeguate, come la maggior parte dei giovani, dopo aver visto il dvd potrebbe senz’altro pensare e dire: “non c’è più nulla da fare”.
Spegnere la speranza, soprattutto in un ragazzo (l’adulto di domani), è una delle cose più criminali che si possano fare, e naturalmente questo rientra in una strategia deviante creata ad hoc.

Al Gore dimentica di dire nel suo documentario che la Terra potrebbe sfamare una popolazione molto più numerosa di quella attuale, se solo avvenisse una distribuzione equa delle ricchezze e soprattutto un consumo più consapevole da parte nostra. Utopia? No!
Basta snocciolare qualche dato per comprendere che non lo è affatto.
Il 70% dell’intera coltivazione cerealitica degli Stati Uniti d’America (il 36% nel mondo!) serve per allevare gli animali da macellazione. Animali che naturalmente non saranno mangiati dai paesi in via di sviluppo, ma da noi occidentali! 
Secondo il
World Resources Institute gli americani ingurgitano 122 chili di carne a testa ogni anno, mentre noi italiani “solamente” 88 chili!
Quasi il 50% dell’acqua consumata, sempre negli Stati Uniti, serve proprio per le coltivazioni che andranno per questi animali. Pensate che per produrre solamente 5 chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media (occidentale naturalmente) in un intero anno.
Ecco perché a livello globale, il 70% dell’acqua utilizzata dal pianeta è usato dalla zootecnia e dall’agricoltura!

Possiamo ancora parlare di utopia? O questo termine è comodo perché ci evita di mettersi davanti allo specchio tutti per intonare un bel “mea culpa”?
Ma andiamo avanti. Per produrre un paio di jeans è richiesto oltre 10.000 litri di acqua e per irrigare 1000 metri quadrati di tappeto erboso per il golf, servono non meno di 670.000 metri cubi di acqua ogni anno.

L’elenco sarebbe lunghissimo, ma penso basti per far comprendere come le risorse (in questo caso l’acqua, ma è valido per qualsiasi altro bene) non sono certamente distribuite. Nel mondo infatti 400 milioni di bambini non hanno accesso all’acqua potabile e 2 milioni ne muoiono per la sua mancanza.
Ma per fortuna che ci sono le teorie di Malthus e il documentario di Al Gore: d’altronde che colpa ne abbiamo noi se le risorse del pianeta sono limitate e se siamo nati in un opulento occidente!

Grazie Malthus e soprattutto grazie Al Gore

Non ho voluto commentare i dati riportati dal documentario per non dilungarmi troppo, perché penso sia sufficiente il background di Al Gore per comprendere cosa e soprattutto chi c’è dietro. Comunque sia, recentemente la rivista tedesca Bild [10] ha pubblicato una denuncia sulla presunta catastrofe provocata dalle emissioni di CO2.
L’articolo presenta tre tesi che contraddicono quelle di Al Gore.

  1. I periodi di caldo e freddo si alternano da sempre a prescindere dalla concentrazione di anidride carbonica.

  2. Gli inverni caldi non costituiscono la prova di un reale cambiamento climatico. Sono esistiti sempre, come l'estate del 1904, quando l'Europa fu investita da un caldo tropicale, tanto che il grande fiume Elba rimase quasi a secco. L'inverno del 1907 fu così mite che le piante cominciarono a fiorire in dicembre, come in primavera. Il motivo è l'aumento delle radiazioni solari e gli scienziati danesi hanno dimostrato che il sole alla fine del 20mo secolo ha emesso radiazioni tanto intense come non è mai accaduto negli ultimi mille anni.

  3. La terza tesi afferma che il quantitativo di CO2 nell'atmosfera non dipende quasi affatto dalle automobili, ma che l'attività umana contribuisce solo dall'1 al 4 per cento delle emissioni mondiali. La respirazione degli esseri umani produce 2,5 milioni di tonnellate di C02 e le macchine ne producono 6,7 milioni. Il grosso del CO2 viene dalla respirazione animale e dagli oceani.

Con quanto ho riportato non è mia intenzione far finta di non vedere le gravissime colpe ambientali che ha la nostra società industrializzata. Anzi, l’unica cosa certa che si evince da questa diatriba (non certo sterile dal punto di vista evolutivo), oltre alla strategia dei nuovi demografi malthusiani come Al Gore, è che tutti noi occidentali dovremo rivedere assolutamente il nostro stile di vita in molti dei suoi aspetti fondamentali, ecco qualche piccolo esempio:

Solo una seria presa di coscienza del problema, può dare dei risultati importanti anche a livello planetario, visto che siamo tutti, che ci piaccia o non ci piaccia, nella stessa barca. Dare la colpa ai paesi poveri del Terzo Mondo, come fa Al Gore & C., denota solo una strumentale e criminale malafede!

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Note

[1]Dietro il sogno americano: il ruolo dell’ebraismo nella cinematografia statunitense” Gianantonio Valli, ed. Barbarossa
[2] Idem
[3] FOIA: Freedom of Information Act) la legge sulla libertà d’informazione
[4] “ONU: gioco al massacro” di Franco Adessa, ed. Civiltà.
[5] Sommario del “National Security Study Memorandum 200” .
[6] “Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia”
[7] Idem
[8] Movisol
[9]An inconvenient truth”, documentario di Al Gore, prodotto dalla Paramount Classics
[10] http://www.movisol.org/07news051.htm 

 

 

APPENDICE

 

“I cambiamenti climatici hanno origini

 naturali”, sostiene il professor Zichichi
Al Seminario internazionale in corso in Vaticano fino al 27 aprile

CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 26 aprile 2007 (ZENIT.org).- Intervenendo il 26 aprile in Vaticano al Seminario internazionale organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sul tema “Cambiamenti climatici e sviluppo”, il professor Antonino Zichichi, Presidente della World Federation of Scientists, ha spiegato l'origine naturale dei cambiamenti climatici.

A questo proposito l'illustre scienziato ha infatti sottolineato che l’intervento delle attività umane influisce per meno del 10% e che i modelli utilizzati dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, Commissione ONU fondata nel 1988) per simulare e prevedere i cambiamenti climatici sono incoerenti e non validi dal punto di vista scientifico.

Con una argomentazione precisa e scientificamente dettagliata, il professor Zichichi, che è anche membro della Pontificia Accademia delle Scienze, ha prima spiegato quali sono le basi matematiche del metodo scientifico, dopodiché ha precisato che i modelli matematici utilizzati dall’IPCC non rispondono a questi criteri.

A questo proposito il professor Zichichi ha ricordato che nei volumi dei Seminari Internazionali svoltisi a Erice (Sicilia) nel 2004, 2005 e 2006, i modelli utilizzati dall’IPCC sono stati puntualmente criticati per l’approssimazione scientifica.

Secondo lo scienziato l’IPCC ha utilizzato “il metodo del 'forcing' per arrivare alle conclusioni che le attività umane producono variazioni meteorologiche”.

Il Presidente della World Federation of Scientists ha quindi affermato che sulla base delle attuali conoscenze scientifiche “non è possibile escludere che i fenomeni di cambiamento climatico possano essere di origine naturale” e che è plausibile che “l’uomo non c’entri niente”.

A tal proposito Zichichi ha spiegato come il motore della meteorologia dipenda da fenomeni naturali come per esempio “l’energia inviata dal sole e le attività vulcaniche che sputano lava e una enorme quantità di sostanze in atmosfera”.

“Le attività umane incidono in questo sistema per un massimo del 10%”, ha continuato lo scienziato.

Guardando alla storia del pianeta, Zichichi ha ricordato che 140 milioni di anni fa Oslo e San Pietroburgo sarebbero state parte del circolo polare artico. Che lo stesso polo nord 280 milioni di anni fa copriva zone dove adesso si trova il canale di Suez, Lhasa in India e Houston in Nord America.

Nello stesso tempo però bisogna ricordare, ha continuato, che in mezzo milione di anni la terra ha perso per quattro volte il polo nord ed il polo sud. Per quattro volte i poli sono scomparsi e poi si sono riformati.

Il Presidente del World Federation of Scientists ha infine detto di non essere per nulla convinto che il riscaldamento del pianeta sia dovuto all’aumento delle emissioni di anidride carbonica prodotte dalle attività umane, perché i cambiamenti climatici dipendano in maniera più significativa dal flusso di raggi cosmici.
 

 

 

APPROFONDIMENTO


Bild sulla frode del

riscaldamento globale

 

 

L'ambientalismo debole di Al Gore
 

 

Il razzista Al Gore

 

 

Da Hitler a Gore, la strategia

ecologista dell'Impero Britannico

 

 

Gore denunciato a Washington e in Canada