AMERICA,
Quo vadis?
"War on terror" o "War on freedom"?
IL GOVERNO AMERICANO STA COSTRUENDO CAMPI DI DETENZIONE E I CITTADINI AMERICANI SI CHIEDONO IL PERCHÈ E SOPRATTUTTO "PER CHI?". TIMORI PER LA TENUTA DELLA DEMOCRAZIA STATUNITENSE CHE ARRIVANO FINO NELLE STANZE E NEI CORRIDOI DEL CONGRESSO, TANTO CHE UN SENATORE RIVELA: CI SONO PIANI SEGRETI PER ARRIVARE AD UN FASCISMO TAGLIATO SU MISURA PER GLI STATI UNITI (Vedere qui). ELEZIONI PRESIDENZIALI A RISCHIO? |
(A cura di Claudio Prandini)
INTRODUZIONE
Il tema della costruzione dei campi di detenzione in america non è nuovo le prime avvisaglie infatti risalgono al 1997, come dimostra la fotocopia qui sotto. Tuttavia, verso la fine del 2006 e gli inizi del 2007 si è passati alla fase operativa vera e propria per quanto riguarda la costruzione dei campi. La quasi totalità della documentazione di questo dossier proviene dagli Stati Uniti, come per dimostrare che anche se la grande stampa americana tace il popolo di Internet parla, si preoccupa e cerca conferme o smentite ai propri timori. Timori che sono certamente cresciuti dopo Guantanamo, la guerra in Iraq, le torture di Abu Ghraib e, ultimamente, anche per la volontà del governo americano di offrire l'immunità ai mercenari americani della Blackwater accusati dallo stesso governo iracheno di aver ucciso 17 civili iracheni, bambini e donne compresi (Vedere qui).
Come se ancora tutto questo non bastasse nel mese di agosto di quest'anno (2007) una piccola TV privata americana ha rivelato, in una sua inchiesta shock, che: «Il governo federale americano sta addestrando segretamente i pastori e i responsabili delle chiese americane su come "attenuare il dissenso" nel caso venisse dichiarata la legge marziale. Dovranno usare citazioni bibliche (in particolare Romani 13) per convincere la gente ad ubbidire» (Vedere qui e in approfondimento). Che cosa bolle dunque nella pentola di Bush e Cheney per il prossimo futuro?
Tutto questo credo sia più che sufficiente per chiedermi ancora: america, dove
vai?...
LE PROVE E I TIMORI
CAMPI DI CONCENTRAMENTO in usa
il progetto risale al 1997
A CURA DI WHAT REALLY HAPPENED (2006)
Il 24 gennaio, la KBR
(ex Brown and Root), consociata della Halliburton, ha annunciato di aver vinto
un contratto da 385 milioni di dollari dal Dipartimento della Sicurezza
Nazionale per costruire dei campi di detenzione. Due settime dopo, il 6
febbraio, il segretario alla sicurezza nazionale Michael Chertoff ha annunciato
che il budget federale per l'anno fiscale 2007 avrebbe allocato oltre 400
milioni di dollari per aggiungere 6.700 letti di detenzione (un aumento del 32 %
dal 2006). Questo stanziamento da 400 milioni di dollari è un aumento di oltre 4
volte sul budget dell'anno fiscale 2007, che forniva solo 90 milioni di dollari
per lo stesso proposito [Pacific
News 2/21/06].
Congresso degli Stati Uniti
Camera dei Deputati
Washington, DC 20515-3308
24 marzo 1997
Sig. Zell Setzer
P.O. Box 4198
Salisbury, NC 28145
Caro sig. Setzer,
Allegate le informazioni che avete richiesto riguardo la politica dell'esercito e le linee guida per l'istituzione di un programma di lavoro carcerario civile e per campi di prigionia civili nelle installazioni militari. Queste informazioni non sono ancora state pubblicate (sono in stampa), comunque, cio è stato finanziato, dotato di staff e riflette l'attuale politica dell'esercito. Spero che troverete queste informazioni utili,
Cordiali saluti,
Sinceramente vostro
BILL HEFNER
Membro del Congresso
Perché l’Halliburton sta costruendo
campi di internamento?
Non se ne sta parlando molto, ma sono stati fatti i primi
passi per sviluppare una rete di centri di detenzione negli Stati Uniti.
Nel settembre del 2002, John Ashcroft aveva addirittura parlato di internamento di cittadini statunitensi che venivano considerati “combattenti nemici”, e Peter Kirsanow della Commissione USA per i diritti civili ha detto che “prevede uno scenario nel quale l’opinione pubblica potrebbe richiedere campi di internamento per arabi statunitensi, se i terroristi arabi dovessero attaccare nuovamente questo paese”. Se in futuro ci sarà un attacco terroristico negli Stati Uniti “e i terroristi provengono dallo stesso gruppo etnico che ha attaccato il World Trade Center, potete dimenticarvi i diritti civili”.
“Quasi sicuramente questi sono i preparativi per una
maxiretata di mediorientali, musulmani e forse dissidenti dopo il prossimo 11/9”
afferma
Daniel Ellsberg, un ex analista militare che nel
Si comincia a vedere questa notizia riportata da
numerose
fonti (1,
2,
3,
4,
5,
6,
7), ma
continua a non venire riportata dalle prime pagine dei giornali, nonostante non
siano solo musulmani e arabi ad essere
preoccupati
e a chiedersi quale emergenza potrebbe richiedere centri di detenzione. E cosa
sono questi
misteriosi
“nuovi
programmi”?
Credo che tutti gli statunitensi dovrebbero essere molto preoccupati. Potrebbero
arrivare prima da “qualcun altro”, ma questa è la direzione che ha preso il
nostro paese, chi sa dove andrà a finire.
***
Prima che la guerra in
Medio Oriente si allarghi e diventi un conflitto mondiale, per il quale saremo
ritenuti responsabili, o prima che le libertà degli Americani vengano soppresse
al punto che non saremo più in grado di resistere, c'è molto da fare. Il tempo è
poco ma la direzione delle nostre azioni dovrebbe essere chiara. Dobbiamo
resistere all'illegale e incostituzionale usurpazione dei nostri diritti. -
l'educazione, l'azione politica convenzionale, o anche la disobbedienza civile
pacifica - per portare ai cambiamenti necessari (On. Ron Paul,
Camera Usa, 22 Maggio 2007
-
Traduzione italiana del discorso integrale qui).
Campo di detenzione USA di Guantanamo (Cuba)
Campi di prigionia IN
COSTRUZIONE negli Stati Uniti
Ufficialmente per far fronte a emergenze migratorie
La Kellog Brown & Root (Kbr), azienda di costruzioni sussidiaria della famosa Halliburton, ha ricevuto dal Dipartimento Usa per la Homeland Security (il ministero per la sicurezza interna creato dopo l'11 settembre) un appalto da 385 milioni di dollari per la costruzione in territorio statunitense di un numero imprecisato di centri di detenzione, da 5 mila posti l’uno, da utilizzare in caso di “emergenze nazionali legate a straordinari flussi d’immigrazione, disastri naturali o per supportare il rapido sviluppo di nuovi programmi che richiedono spazi di detenzione addizionali”. La notizia – risalente al 24 gennaio e diffusa dal New York Times il 4 febbraio – è passata completamente inosservata, suscitando però l’allarme di chi negli Usa teme l’avvento di uno Stato di polizia con il pretesto della lotta al terrorismo.
La versione ufficiale non convince. A destare sospetti sono la storia della Kbr – specializzatasi nella costruzione di centri di detenzione per i prigionieri di guerra in Iraq e Afghanistan – ma soprattutto la vaghezza della destinazione d’uso di queste strutture e l’ambiguità dell’espressione “nuovi programmi”: quali? Il timore è che dietro questo nebuloso progetto vi siano scopi diversi da quelli annunciati, che tra l’altro sono ben poco credibili. L’ipotesi di un’invasione di immigrati negli Usa, tale da scatenare un’emergenza nazionale, è infatti a dir poco irrealistica e di certo non giustifica un simile investimento. Per non parlare dei disastri naturali: non si capisce a cosa servano dei campi di prigionia in caso di terremoti o alluvioni.
Secondo Daniel Ellsberg, ex analista militare del Dipartimento della Difesa e oggi ricercatore del Centro Studi Internazionali del prestigioso Massachusetts Institute of Technology, queste strutture verranno usate come campi d’internamento da usare in occasione dei “rastrellamenti di mediorientali, musulmani e dissidenti che avverranno dopo il prossimo attacco in stile 11 settembre”.
Peter Dale Scott, scrittore e giornalista indipendente e pacifista, sostiene che questi centri “verranno usati per imprigionare cittadini americani nel caso l’amministrazione Bush dichiari la legge marziale”.
Maureen Farrell, scrittrice e giornalista anti-Bush, ritiene “più probabile che questi centri di detenzione verranno usati in situazioni del tipo post-11 settembre, invece che come centri di detenzione temporanea per immigrati che si riversassero nel nostro paese”.
Fantasie di menti paranoiche? Non proprio, se si guarda alla storia Usa e al clima politico che si respira a Washington.
Campi di prigionia: non sarebbero una novità. Nel 1942, dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, 120 mila cittadini americani di origine giapponese vennero rinchiusi in decine di campi d’internamento.
Nel 1982, su impulso del presidente Reagan, l’Agenzia per le Emergenze Federali (Fema) mise a punto un piano di “Continuità del Governo” da attuare in caso di gravi disordini scatenati da un’eventuale invasione americana del Nicaragua, che prevedeva la “sospensione della Costituzione”, la “dichiarazione della legge marziale” e il ricorso a campi di prigionia per i dissidenti. La notizia fu rivelata cinque anni dopo da un articolo del Miami Herald.
Nel 1984, la Fema e l’esercito, in collaborazione con Cia e Fbi, hanno svolto una simulazione chiamata ‘Rex 84’ (Readiness Exercise ‘84) per ‘provare’ l’arresto in massa di cittadini sovversivi, il loro trasporto in treni speciali notturni e il loro internamento in campi di detenzione.
Democrazia Usa in pericolo dopo l’11 settembre. Poco dopo l’11 settembre, nel gennaio 2002, il Pentagono ha predisposto un piano di dispiegamento dell’esercito nelle strade delle città americane in caso di proclamazione dello Stato d’emergenza, creando a questo scopo anche un nuovo comando militare al servizio del Dipartimento per la Homeland Security, il NorthCom, Comando del Nord. Notizia successivamente confermata da un articolo del Washington Post, che svela anche il nome in codice del piano: "Ombra di Granito".
Nel luglio 2002, come riportato dal Detroit Free Press, Peter Kirsanow, membro della Commissione parlamentare Usa per i Diritti Civili ha dichiarato: “Prevedo che l’opinione pubblica americana chiederà campi di internamento per gli arabi americani in caso di un nuovo attacco terroristico di matrice islamica”.
Un mese dopo, si legge sul Los Angeles Times, l’allora ministro della Giustizia John Ashcroft ha caldeggiato la creazione di campi di detenzione per cittadini americani ritenuti nemici degli Stati Uniti.
Nell’ottobre 2003 l’Fbi dirama un ordine alle polizie di tutti gli Stati Uniti affinché inizino a spiare gli attivisti pacifisti che protestano contro la guerra in Iraq. La notizia è riportata dal New York Times.
Nell’agosto 2004 a New York 1.200 manifestanti che protestano contro la convention nazionale del Partito Repubblicano vengono arrestati e rinchiusi in un centro di detenzione allestito in una ex rimessa di autobus al Molo 57. I giornali titolano: "Una Guantanamo sul fiume Hudson".
Nel gennaio 2005, il capo di stato maggiore dell’esercito Usa, generale Peter Schoomaker, ha emesso un regolamento interno (il n. 210-35) per la creazione di “campi di lavoro e di prigionia per detenuti civili all’interno di installazioni militari”.
Nel giugno 2005, un documento del Pentagono afferma che “le forze armate inizieranno a svolgere missioni di difesa nazionale anche all’interno del territorio nazionale”.
Nel settembre 2005, in occasione dei disordini seguiti all’uragano Katrina, il consigliere della Casa Bianca, Carl Rove, ha proposto l’imposizione della legge marziale a New Orleans.
Nel dicembre 2005 l’emittente televisiva Nbc ha rivelato l’esistenza di un documento del Pentagono in cui erano registrate 1.500 manifestazioni pacifiste dei precedenti dieci mesi, classificate tutte come “incidenti sospetti”, molte addirittura come “minacce alla sicurezza nazionale”.
Il 6 febbraio 2006, pochi giorni dopo l’assegnazione dell’appalto alla Halliburton, il senatore repubblicano Lindsey Graham, membro della Commissione Giustizia del Senato, ha formalmente invitato l’amministrazione Bush ad impegnarsi seriamente nel “perseguire i movimenti di quinte colonne”, cioè i fiancheggiatori interni del terrorismo internazionale. E un sorridente ministro della Giustizia, Alberto Gonzales, gli ha risposto: “Il presidente ha già espresso il desiderio di ascoltare le sue idee”. Il verbale della seduta è stato riportato dal Washington Post.
Il 15 febbraio 2006 lo stesso Washington Post ha rivelato che il Centro Nazionale Antiterrorismo (Nctc), basandosi su dati forniti da Cia, Fbi e Nsa, ha stilato una lista di 325 mila terroristi e fiancheggiatori, compresi cittadini statunitensi.
‘War on terror’ o ‘War on freedom’? Visto il clima politico che si sta affermando negli Stati Uniti, i timori sul reale utilizzo dei centri di detenzione che costruirà la Halliburton appaiono legittimi. L’ipotesi della trasformazione della democrazia Usa in uno Stato di polizia militarizzato nell’eventualità di un nuovo attacco terroristico stile-11 settembre non è un’ossessione dei teorici della cospirazione, ma un’eventualità data per scontata perfino da personaggi del calibro del generale Tommy Franks, ex comandante del Central Command e delle operazioni in Afghanistan e Iraq ed ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti, che in un’intervista del novembre 2003 ha detto: “Se dovesse verificarsi un evento terroristico tale da provocare un eccidio di massa, l’opinione pubblica diventerebbe favorevole alla sospensione della Costituzione e alla militarizzazione del nostro paese, pur di scongiurare nuovi attacchi. L’intero mondo Occidentale perderebbe così la cosa più cara che ha: la libertà di cui abbiamo goduto negli ultimi duecento anni grazie a quell’esperimento che chiamiamo democrazia”.
Il Senatore democratico Robert Byrd
Il senatore Byrd denuncia il pericolo
del totalitarismo negli USA
4 marzo 2006 – Il senatore democratico Robert
Byrd, ottantasei anni, eletto ininterrottamente dal 1958 in West Virginia e
quindi decano del Senato USA, è noto per essersi opposto fermamente alla guerra
in Iraq.
Il 2 marzo ha pronunciato un discorso al Senato in cui ha diffidato i
repubblicani dall'imboccare la strada senza ritorno che porta ad un regime
totalitario, anche se formalmente ammantato di "legalità".
L'occasione è stata data dalla minaccia repubblicana di invalidare il diritto
alla "filibuster", una sorta di ostruzionismo legale, a cui i democratici
pensano di dover ricorrere per impedire la nomina alla presidenza delle Corti di
Appello di dieci giudici estremistici, più educatamente definiti "out-of-the-mainstream".
La regola della filibuster prevede che se almeno 41 (dei cento) senatori si
oppongono ad una legge o ad una nomina da ratificare, è loro diritto continuare
il dibattito all'infinito, e inoltre che per un voto definitivo non basterà una
maggioranza semplice di 51 senatori ma occorrerà una maggioranza di almeno 60
senatori.
La manovra per far saltare definitivamente il
diritto alla filibuster è stata appropriatamente soprannominata "opzione
nucleare", un attacco preventivo. Consiste nel creare una situazione in cui un
gruppo di senatori neoconservatori utilizza la filibuster per appoggiare la
nomina di una candidato estremista; ad un certo punto uno dei senatori obietta
che la filibuster non può essere utilizzata per la nomina di un giudice, ma
questa sfida viene rigettata dal presidente del Senato. L’appello contro questa
decisione poi verrebbe posto al voto e bocciato a maggioranza semplice anche con
il voto decisivo del presidente del Senato (il vicepresidente Cheney). In
tal modo la Filibuster sarebbe definitivamente relegata al passato. Nel discorso
il sen. Byrd ha fatto alcuni importanti esempi di come l'ostruzionismo
parlamentare sia stato uno strumento importante del Senato per tenere sotto
controllo l'esecutivo e sventare la minaccia della tirannia, a cui hanno fatto
talvolta ricorso anche senatori repubblicani contro presidenti democratici.
"Se oggi si impedirà di tenere il dibattito
sui giudici, poi sarà la volta di quello su altre questioni importanti: il
diritto degli anziani di ottenere la pensione, quello degli handicappati ad
ottenere un trattamento decoroso, quello dei giovani poveri ad una istruzione
completa. In questo modo si rischia che ciò che vuole la maggioranza basti a
rendere inutile qualsiasi dibattimento parlamentare.
"Nella storia è spesso accaduto che abbiamo imbracciato le armi per proteggere
una minoranza contro la tirannia della maggioranza in altri paesi. Diversamente
dalla Germania di Hitler e dall'Italia di Mussolini, questo paese non ha mai
smesso di essere una nazione fondata sulle leggi.
"Ma è risaputo che chi dispone delle motivazioni e della maggioranza può piegare
la legge verso fini ingiusti e crudeli. Secondo lo storico Alan Bullock, la
dittatura di Hitler si resse sulla costituzionalità di una legge soltanto,
quella sui pieni poteri [Ermächtigungsgesetz, 23 marzo 1933 -- Ndr]. Per
l'approvazione di quella legge Hitler aveva bisogno di due terzi dei voti, e
riuscì ad allettare l'opposizione nel Reichstag che finì per sostenerlo ...
L'originalità di Hitler sta nell'essersi reso
conto che, nella situazione moderna, per riuscire una rivoluzione deve ricorre
al potere dello stato e non mettersi contro di esso: era dunque necessario prima
garantirsi l'accesso a tale potere e poi iniziare la rivoluzione. Rendendosi
conto dell'enorme vantaggio psicologico dell'avere la legge dalla sua, Hitler
non rinunciò mai al manto della legalità, ma ribaltò le leggi da cima a fondo
per rendere legale ciò che è illegale. Ed è questo ciò che si vuole con
“l’opzione nucleare” per la Rule XXII delle Standing Rules del Senato [regola
sul diritto alla filibuster -- Ndr]. Si cerca di alterare le regole aggirandole,
rendendo così regola ciò che invece non è permesso. Il ricorso alla "opzione
nucleare", il ricorso a deleterie manovre procedurali per il tornaconto politico
immediato, comporta il rischio di violare i valori di fondo della democrazia e
di avvelenare il processo deliberativo del Senato. Per ottenere il vantaggio
temporaneo di insediare dei giudici non moderati, qualcuno in Senato è già
pronto ad incenerire, senza esitare, il diritto di ciascun senatore di dibattere
finché vuole ...
"Il concetto esclusivamente americano di
individuo indipendente, che sostiene le proprie idee, che proclama la dignità
personale esercitando coraggiosamente la libertà di parola, sarà schiacciato per
sempre. E lo spirito americano, quella risolutezza testarda a dissentire
energicamente, e a proclamare, contro ogni opposizione, ciò che è vero ed
onesto, finirà per essere imbavagliato. "Certo, crediamo che le decisioni
spettino alla maggioranza, ma il nostro progresso è dovuto al fatto che la
minoranza ha il diritto di sfidare, dibattere e mettere in discussione. Questa
nazione non deve mai cader preda dell'intimidazione, finire sottomessa ad una
qualsiasi maggioranza che esige il controllo assoluto ... Se cominciamo da qui,
in Senato, a liquidare aspetti essenziali della libertà, in questo organismo
concepito per garantire la facoltà anche di un individuo soltanto di farsi
valere attraverso la sua parola incessante, c'incamminiamo verso il ripudio del
Preambolo della Costituzione e i principi stessi su cui essa si fonda".
Polizia americana in tenuta da combattimento
I 10 PRINCIPALI SEGNI DEL
possibile STATO DI POLIZIA
Gli Stati Uniti stanno diventando uno stato di polizia?
Dieci segni
indicano che questo potrebbe essere il caso.
1. Giro di vite su Internet
In questa epoca di conglomerazione corporativa, senza impedimenti di sorta,
internet ha rappresentato per i mezzi di informazione alternativi un ambiente
graziato. Mentre le masse vengono imboccate con notizie predigerite dalla TV e
dalla carta stampata, chi cerca a livello individuale la verità ha accesso ad un
ampio assortimento di inchieste e di opinioni politiche grazie al vasto mondo
del web. Naturalmente, si è trattato solo di una questione di tempo prima che il
governo rattoppasse questa incrinatura.
Negli ultimi tempi si sono intensificati i tentativi di regolare e filtrare il
contenuto Internet da parte sia delle corporazioni delle telecomunicazioni
(impegnate nel far approvare una legge che permetta loro di acquisire la
proprietà e i regolamenti di internet) che del Pentagono (che nel 2003 ha
emanato una
"Information Operations Roadmap", firmata da Donald Rumsfeld, in cui si
delineano a grandi linee le tattiche per il 'riconoscimento' e per portare
attacchi alla rete, senza suggerire rimedi). Una evidente tattica che chiarisce
il metodo per giungere ad una regolamentazione repressiva riguardo al contenuto
di internet è la crescente frenesia dei media riguardo la pornografia infantile
e i “predatori di internet”, che sicuramente condurranno ad una legislazione che
andrà oltre il proprio intento di combattere quelle minacce.
2. "La Lunga Guerra"
Molti sono quelli che sospettano che la Guerra al Terrore non finirà mai, e che
non abbia neppure alcuna intenzione di finire. E’ stata costruita per essere
perpetua. Come la Guerra alle Droghe, è stata disegnata con un obiettivo che non
potrà mai essere pienamente raggiunto – almeno finché vi sono esplosivi e
persone “incavolate”. La Lunga Guerra giustificherà eternamente quelle che
vengono ritenute misure temporanee: sospensioni delle libertà civili, espansione
militare, spionaggio interno, espansione della spesa pubblica e simili. Questa
definizione di guerra, nata da poco, è come se ci avesse già detto “abituatevi.
Le cose non cambieranno tanto presto”.
3. Il Patrioct Act Statunitense
Qualcuno veramente ritiene che anche questo sia una cosa temporanea? Sì, questo
disgustoso atto di potere offre al governo il diritto di spiare furtivamente in
casa tua, di dare un’occhiata a tutto quello che hai, e non dirti niente per
settimane. Sì, possono ficcare il naso nelle tue cartelle cliniche e nel
contenuto della tua biblioteca. Sì, possono far circolare tutte le informazioni
che trovano senza un’accettabile giustificazione se non quella di imbastire un
eventuale procedimento. No, non torneranno mai indietro.
4. Campi di prigionia
Lo scorso gennaio l’arma del genio militare (Army Corps of Engineers) ha fornito
alla Kellogg Brown & Root, consociata della Halliburton, quasi 400 milioni di
dollari per costruire centri di detenzione negli Stati Uniti, giustificati da
non specificati
“nuovi
programmi”. Naturalmente, l’ipotesi più plausibile è che questi nuovi
programmi riguardino retate di mussulmani e di dissidenti politici. Voglio dire
che lo scopo più ovvio di questi impianti di detenzione è quello di detenere
qualcuno. Mi piacerebbe dirti di più su questo argomento, ma come saprai è…
segreto.
5. Macchine elettorali con schermo sensibile al tatto
Nonostante vi siano prove, chiare e numerose, che questi scellerati congegni
sono costruiti per essere manomessi, essi continuano a diffondersi e a dominare
il panorama elettorale, grazie all’atto di Bush, chiamato “Help America Vote Act,"
allo sfruttamento di funzionari elettorali corrotti e alla generale incompetenza
dell’opinione pubblica.
Nell’Utah, Bruce Funk, responsabile elettorale per la Contea di Emery, ha
assistito ad un test di sicurezza effettuato da una ditta esterna sulla macchina
elettorale Diebold che evidenziò rischi sulla sicurezza. Ma le sue parole di
allarme caddero nel vuoto. Anzi, al contrario, rappresentanti della Diebold
vennero portati in volo alla Contea di Emery su un aereo del governatore per
mettere a tacere quella storia. In Florida, Ion Sancho, responsabile elettorale
per la Contea di Leon, scoprì una allarmante crepa nella sicurezza del loro
sistema Diebold. Invece che riparare la crepa, la Diebold si rifiutò di
rispettare il contratto. Gli altri due distributori di macchine elettorali,
Sequoia e ES&S, si sono ora rifiutati di fare affari con Sancho, che sarà citato
a giudizio dal proprio stato se non accetterà le condizioni. Si dice che la
Diebold stia premendo per l’estromissione di Rancho prima che riassuma il
proprio ufficio nella Contea.
Abbondano storie come queste e anche peggiori, ed invece le agenzie di news e le
televisoni hanno dato meno pubblicità a questa nuova era della frode elettorale
che alle teorie cospirative sull’11 settembre. E questo è forse il fatto più
importante di questo secolo, che a nessuno sembra interessare. Tanto più a lungo
viene ignorato, tanto più una vera democrazia americana rimarrà un’illusione. ma
a nessuno sembra importare Le elezioni di medio termine saranno un test
interessante per valutare quanto l’opinione pubblica crederà alla correttezza
del voto.
Bush intanto ha suggerito che il fratello Job sarebbe un buon presidente.
Abbiamo allora assolutamente bisogno di porre un rimedio a questo problema, e
presto.
6. Dichiarazioni firmate
Bush non ha mai posto il veto ad un disegno di legge. E questo si è verificato
perché Bush preferisce semplicemente annullare le leggi che non gli piacciono
per mezzo di "dichiarazioni firmate." Bush ne ha emesse oltre 700, il doppio di
quante ne sono state emesse da tutti quanti insieme i precedenti presidenti.
Alcuni esempi di leggi recentemente approvate e dei loro corrispondenti rigetti,
per gentile concessione del
Boston Globe:
-- 30 Dic 2005: Gli statunitensi che interrogano non possono torturare i
prigionieri, né in alcun modo assoggettarli a trattamenti crudeli, disumani o
degradanti. Dichiarazione firmata di Bush: Il presidente, come comandante
supremo, può rinunciare alla proibizione della tortura se ritiene che tecniche
violente di interrogatorio possano essere utili nel prevenire attacchi
terroristici.
-- 30 Dic 2005: Quando viene richiesta, l’informazione scientifica “preparata
dai ricercatori e scienziati del governo verrà trasmessa [al Congresso] senza
censure o ritardi.” Dichiarazione firmata di Bush: Il Presidente può comandare
ai ricercatori di nascondere al Congresso le informazioni se egli ritiene che la
loro divulgazione possa danneggiare le relazioni estere, la sicurezza nazionale
o i lavori dell’esecutivo.
-- 23 Dic 2004: Vieta alle truppe americane dislocate in Colombia di prendere
parte a combattimenti contro i ribelli, salvo nei casi di autodifesa. Stabilisce
a 800 il numero dei militari che possono essere presenti in Colombia.
Dichiarazione firmata di Bush: Solo il presidente, come comandante supreme, può
porre restrizioni all’impiego delle forze armate americane, in questo modo
l’esecutivo interpreterà la legge come avesse “carattere consultivo”.
In sintesi, questa amministrazione aggira il potere giudiziario e decide da sola
se le leggi sono costituzionali o no. In ogni modo, non vedo la nuova Corte
Suprema prendere una chiara posizione su questo. Alla fine non ci sono problemi
con le leggi che il Congresso approva, Bush sceglierà semplicemente di ignorare
quelle che non gli interessano. E’ molto più semplice di un veto e non può
essere scavalcato da una maggioranza di 2/3. E’ anche una cosa completamente
assurda.
7. Intercettazioni non autorizzate
Sorprendentemente, il partito repubblicano le ritiene una cosa positiva. Come
può essere? Tu scopri che il governo sta ascoltando le telefonate dei cittadini
americani, senza la benché minima sorveglianza giuridica e tu ritieni che va
bene così? Ma dai! – se ti ricordi un pò la storia, saprai che nessun governo ha
mai fatto assegnamento sull’impiego di qualcosa come questo. Un giorno ascoltano
Osama, e il giorno dopo ascoltano di nascosto Howard Dean.
Senza necessità di una autorizzazione, perché diamine non hanno ascoltato di
nascosto, diciamo, Seymour Hersh, per capire chi sta svelando un segreto? Tanto
per ripeterci: i terroristi erano già a conoscenza che noi li stavamo spiando.
Non si preoccupano loro se le intercettazioni sono autorizzate o no. Ma noi
dovremmo invece preoccuparcene.
8. Aree delimitate per la libertà di parola (Free Speech Zones)
Lo so che si tratta di vecchie notizie, ma.. non ti sembrano cose preoccupanti?
[Nella foto in alto un’area recintata dove si può manifestare il proprio
dissenso.]
9. Denuncia delle malefatte dei politici
Generali dell’esercito. Alti funzionari della CIA. Spie dell’NSA. Membri di
gabinetto della Casa Bianca. Queste sono il genere di persone che i Repubblicani
sognano di essere e dei quali rispettano i giudizi. Ma, se, per qualche ragione,
queste persone si dimettono per protesta e criticano l’amministrazione Bush,
vengono additati come spregevoli traditori anti-americani. Ridicolo. Il fatto è
che quando le persone che uccidono, spiano e imbrogliano per vivere ti dicono
che la Casa Bianca ha passato il segno, sarebbe meglio che tu gli prestassi
attenzione. Tutti noi sappiamo che la maggior parte di queste persone sono
Repubblicani fedeli. Se l’intero apparato militare con l’eccezione dei due
individui che il Pentagono mette di fronte alla stampa vuole che Rumsfeld sia
estromesso, per quale diavolo di motivo non dovremmo ascoltarli?
10. Riorganizzazione della CIA
Porter Goss è stato estromesso perché resisteva a quanto voluto da Rumsfeld o
Negroponte? Goss è stato probabilmente allontanato in modo improvviso per uno
scandalo che coinvolgeva un disonesto appaltatore per la difesa, il suo
prescelto terzo-in-comando, l’hotel Watergate e alcuni ladri. Se viene
confermato che Bush ha nominato a capo della CIA il Generale delle forze aeree,
Michael Hayden, tutto il programma spionistico di Washington andrà sotto
controllo militare. Hayden è colui che sorvegliava il programma di
intercettazioni non autorizzate dell’NSA e che ha adesso un altro programma.
Quale? Indebolire e smantellare o per lo meno neutralizzare la CIA. Nonostante i
suoi migliori sforzi tesi ad accusare la CIA riguardo gli “errori dei servizi
segreti” che hanno condotto alla Guerra contro l’Iraq, è chiaramente emerso il
quadro – attraverso soffiate fatte trapelare a bella posta dalla stessa CIA –
che l’analisi della Casa Bianca sulla capacità distruttiva di Saddam non era
condivisa dalla CIA. E questo si è dimostrata una vera “rottura” per Bush e la
sua gang.
Chi poteva immaginare che spie in carriera avrebbero avuto scrupoli morali
nell’imbrogliare il popolo americano? E cosa dovrebbe fare un presidente a tale
riguardo? Semplice: far congedare gli agenti critici e rimpiazzarli con uomini
fedeli a Bush/Cheney. E allora perché non rimpiazzare l’intera organizzazione?
Questo è essenzialmente ciò che stanno (che hanno fatto, ndr) facendo Rumsfeld
al Dipartimento della Difesa e il neo direttore dell’intelligence nazionale John
- essi vogliono spostare l’analisi dei servizi nelle mani di persone che essi
possono controllare, così la prossima volta che ci diranno bugie su una
“imminente minaccia” nessuno ce lo racconterà. E la stampa sta applaudendo a
questa mossa definendola una “riforma necessaria”.
Ricordi i bei giorni passati, quando quelli della CIA erano cattivi individui?
APPROFONDIMENTO
"l'ultimo rifugio dei farabutti."
On. Ron Paul, candidato alle presidenziali del 2008
LA LEGGE MARZIALE DI BUSH PER IL 2007 - (2008) ?
Il governo prepara il clero alla
essere italiani era un crimine)
Sempre a proposito di campi di detenzione