CRISI

CI FANNO STRINGERE LA CINGHIA

MA IL PROBLEMA È SISTEMICO

 

CRONACA DA UN CAPITALISMO TERMINALE

 

E mentre i popoli europei si preparano a dolorosi sacrifici per salvarsi dalla bancarotta il Parlamento europeo spenderà circa mezzo milione di Euro per dotare i 736 membri dell'Assemblea del nuovo ipad della Apple, mentre la BCE, proprio in questi giorni,  ha iniziato i lavori del suo nuovo quartier generale. Costo approssimativo: 850 milioni di Euro che diventeranno più di un miliardo a lavori finiti. E che dire dei nostri parlamentari a cui verrà tolto (nel giro di tre anni?!?) il 10% del loro stipendio?  È come togliere un cappuccino e una merendina ad un obeso!

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

Derivati Milano, pm Robledo:

 Italia più a rischio di Grecia
Reuters 21 maggio 2010

 

A margine del processo sui derivati che vede imputate a Milano quattro banche estere e 13 persone per truffa aggravata ai danni del Comune di Milano, il pm Alfredo Robledo ha sottolineato la gravità della situazione italiana in tema di derivati.

 

"L'Italia è più a rischio che la Grecia, soprattutto per quanto riguarda i contratti derivati. In Italia c'è un problema enorme e concreto perché ci sono tantissime bolle che stanno in capo a comuni, province e regioni che prima o poi scoppieranno ma nessuno sa cosa succederà in quel momento", ha detto Robledo.
Nell'udienza di oggi in tribunale, ora stanno parlando alcuni legali degli imputati che stanno chiedendo di non ammettere come parti civili le associazioni dei consumatori.

 

"Questo processo ha l'obiettivo di accertare i fatti e la verità. Se gli si attribuiscono valenze che il dibattimento non ha, si sconfina in un territorio molto pericoloso, questo non è un processo pilota", ha detto il legale di Deutsche Bank Guido Alleva.
 

La vicenda ha preso il via nel 2008 quando il gruppo consiliare del Pd a Palazzo Marino aveva depositato alla procura un esposto sulle operazioni in strumenti derivati effettuate dal Comune, in cui si chiedeva l'applicazione del reato di truffa a carico di Jp Morgan, della filiale londinese di Ubs, di quella di Dublino di Depfa Bank e di Deutsche Bank.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

No ad una nuova dittatura di Versailles!

L'UE come stato federale è anticostituzionale!

 

Fonte web

20 maggio 2010 (MoviSol) - In una dichiarazione emessa il 14 maggio, la presidentessa dello Schiller Institute internazionale, Helga Zepp-LaRouche, ha reiterato la sua richiesta di ripudiare tutti i trattati europei da Maastricht in poi, per salvare i paesi europei dall'implosione. "C'è solo una reazione ragionevole alla crisi dell'euro che si aggrava di giorno in giorno", ha scritto. "L'esperimento di un'unione monetaria senza unione politica deve essere dichiarato fallito, e gli stati d'Europa devono ripristinare il controllo sovrano della propria moneta e della propria politica economica. Con il governo economico dell'Europa e i 'pacchetti di salvataggio' senza fine che la Commissione UE sta pianificando, le tensioni tra gli stati aumenteranno e l'iperinflazione come quella di Weimar nel 1933 minaccia di scoppiare a breve".

"Qualcuno di voi ha votato per eleggere Olli Rehn? No? Beh, nessuno l'ha fatto, eppure quest'uomo, in quanto Commissario agli affari economici e monetari dell'UE, si sente autorizzato a proporre una riforma del chiaramente fallito patto di stabilità, secondo cui la Commissione UE dovrebbe sorvegliare e autorizzare i bilanci degli stati membri addirittura prima che essi vengano presentati ai rispettivi parlamenti nazionali. Ma allora potremmo risparmiarci la fatica di fare le elezioni, e chiamare le cose col proprio nome; questo è il consolidamento di una dittatura sovrannazionale dell'UE!"

Inoltre, mentre l'UE inasprisce le regole da imporre sui paesi "peccatori", ha da tempo cessato di osservarle essa stessa. Il gigantesco salvataggio di 750 miliardi di euro annunciato nelle prime ore di lunedì 10 maggio viola palesemente la clausola "anti-bailout" del Trattato di Maastricht, mentre la BCE, che era preposta ad assicurare la stabilità della moneta, ora sta acquistando titoli classificati "spazzatura", di fatto diventando essa stessa una "bad bank".

Certo il megapacchetto di salvataggio ha funzionato… per un giorno. Martedì 11 maggio, i mercati erano già tornati negativi, e la settimana si è conclusa con un altro "macello" nelle borse. Tornati al punto di partenza, quanti altri miliardi di titoli spazzatura comprerà la BCE questa settimana, per impedire il "meltdown"? O ribaltiamo la politica UE e si permette alle nazioni di riorganizzare le loro finanze e la loro economia sovranamente, o la continuazione del salvataggio condurrà all'iperinflazione.

Helga Zepp-LaRouche, nella sua dichiarazione, ha paragonato le estreme pressioni e minacce esercitate sul cancelliere tedesco Angela Merkel per costringere la Germania ad approvare il megasalvataggio, al "modo in cui nel novembre-dicembre 1989 Helmut Kohl fu messo sotto pressione da Margaret Thatcher, Francois Mitterrand e Bush senior, per abbandonare il marco, andando contro le sue stesse convinzioni, come prezzo per la riunificazione".

Subito dopo le riunioni di emergenza dell'8-10 maggio, si è tenuto un incontro a Zurigo tra i rappresentanti delle istituzioni finanziarie internazionali, come Strauss-Kahn (FMI), Trichet (BCE), Draghi (Financial Stability Board) e Axel Weber (Bundesbank). Scandalosamente, era presente George Soros, trattato alla stregua di tutti gli altri. Quest'uomo, che ha già distrutto la ricchezza di intere nazioni con le sue speculazioni monetarie, ha partecipato tramite i suoi emissari ad una riunione segreta a Manhattan nel febbraio scorso, in cui una cerchia di banchieri d'affari ha pianificato l'attacco speculativo all'euro! Dunque, le persone che conducono l'"attacco" all'euro si ritrovano a discutere di finanza internazionale con quelli che organizzano la "difesa" dell'euro. Non c'è puzza di bruciato?

Dov'è l'Andrew Cuomo europeo che apra un'inchiesta su tutto ciò?

 

 

La mossa della Merkel

 

 

SOLO GLI HEDGE FUND SUL BANCO DEGLI IMPUTATI?

La “tigre di carta” europea e la crisi dell’asse carolingio

Fonte web

«C’è da dubitare che il tentativo protezionistico tedesco vada a buon fine. Le barriere anti-speculative adottate rischiano di essere travolte come un fuscello dalla piena in arrivo, poiché, appunto, la “speculazione” non è una patologia momentanea, una alterazione maligna di un corpo sano, quanto invece il modus essendi e operandi del sistema capitalistico occidentale giunto al suo estremo grado di bulimia. Qui sta il busillis: siamo in presenza di sistema segnato dalla tendenza compulsiva a fare profitti senza però creare plusvalore, ovvero della metastasi per cui la sfera finanziario-creditizia, cresciuta in misura abnorme, non è più un supporto alla creazione di plusvalore, ma un gigantesco parassita che succhia plusvalore alla sfera produttiva per ingrassare quella improduttiva. Il tardo-capitalismo portava in seno un mostro che ora lo sta divorando dall’interno».

Le borse hanno accolto in maniera minacciosa la decisione tedesca di vietare, a partire dalla mezzanotte del 19 maggio al 31 marzo 2011 le cosiddette “short selling” (vendite allo scoperto o a nudo) sulle obbligazioni pubbliche, i Cds (Credit default swap) e le azioni di dieci grandi gruppi finanziari (bancari e assicurativi) tedeschi. (1) La notizia ha causato il secondo crollo borsistico in una settimana: 144 Mld di euro bruciati nella seduta del 19 maggio seguita all’annuncio della Merkel.

Decisione unilaterale

Anche in questo caso l’Unione europea ha dimostrato di essere una “tigre di carta”, un gigante dai piedi di argilla. Quella presa dal governo tedesco, condannata come “mossa folle” dai trader degli Hedge fund colpiti al cuore, doveva infatti essere adottata da tutta l’Eurozona. I giornali del 19 maggio davano infatti per scontato che l’embargo ai danni degli “speculatori” sarebbe stato adottato dal vertice Ecofin (l'insieme dei Ministri dell'Economia e delle Finanze dei 27 stati membri della Unione europea riuniti in seno al Consiglio) riuniti a Bruxelles.
Non solo per la prevedibile opposizione della fronda inglese ma anche di Parigi il vertice si è concluso con una netta e rivelatrice spaccatura.
Il fatto assolutamente nuovo e sorprendente è che la Germania, anche al costo di spezzare l’asse carolingio, ha deciso di procedere in maniera unilaterale. Una forzatura che la dice lunga su quanto sia traballante l’Unione europea, e sul rischio che le ferite causate dalla crisi, invece di cicatrizzarsi dopo le ciclopiche misure di salvataggio adottate domenica 9 maggio, rischino di andare in cancrena, con buona pace dei sogni europeisti.
Ognuno per sé Dio per tutti, questo è con ogni evidenza il motto che campeggia oramai all’ingresso di quella grande scenografia che è l’Unione.

Di cosa si sta parlando

La “vendita allo scoperto” è in effetti un derivato, una delle armi, se non di distruzione di massa, certamente più letali preferite da quella che convenzionalmente si chiama “speculazione finanziaria”. Più sotto una scheda quanto mai precisa, ed è bene, non fosse che per capire come funzioni il turbo-capitalismo (quello che noi chiamiamo meta-capitalismo, nel senso duplice di un sistema che sta oltre il capitalismo classico e di un sistema affetto da metastasi) che il lettore abbia la pazienza di leggerla, vincendo l’ostacolo rappresentato dai tecnicismi. (2)

Provo a semplificare. Poniamo il caso che io sia uno scopertista e che preveda una fase discendente dei mercati finanziari. Il mio problema è come guadagnare nonostante il momento ribassista che fa appunto scendere i valori dei titoli o delle azioni. Ecco cosa faccio: compro dei titoli (di norma da banche o da altri intermediari finanziari) che rimborserò domani ma che sono certo di riuscire a vendere oggi. Poniamo che il costo di mercato del titolo è oggi di 100 euro. Poniamo ora due condizioni: che riesco a vendere subito il titolo a 100 euro mentre azzecco il pronostico per cui il titolo, domani, quando dovrò rimborsare il mio venditore, sarà sceso al valore di mercato di 80 euro. Essendo che dovrò rimborsare 80 euro mentre ho venduto a 100, avrò ottenuto un profitto di 20 euro. Va da sé che nel caso contrario, nel caso avessi sbagliato il pronostico e avessi piuttosto un aumento del valore di mercato del titolo, avrei una perdita.
Moltiplicate questa operazione per qualche milione e avrete guadagni astronomici o, al contrario, perdite equivalenti.

Il problema è che questo meccanismo, già mefistofelico di per sé, è diabolico per almeno altre due ragioni. Perché ad esso ricorrono potenti attori dei mercati finanziari, tra cui gli hedge fund (ma su questo torneremo), che nel caso in cui concordino le loro scorrerie, possono non solo svuotare le casse degli istituti e degli stati da cui acquistano short, ma determinare con le loro mosse a larga scala il paventato ciclo ribassista. La classica profezia che si autoavvera.

Solo gli hedge fund sul banco degli imputati?

La mossa tedesca è stata presentata dalla Merkel come un attacco e una punizione per gli hedge fund speculativi cosiddetti macro-globali. Si sa di chi si sta parlando: Paulson & Co. (35 miliardi di dollari gestiti), Soros Fund (27 Mld), Sac Capital Advisors (16 Mld), Moore Capital (14 Mld), Tudor Investments (11 Mld). Ovvero la famigerata cricca americana, quella della famosa cenetta newyorkese di inizi febbraio, quando di concerto decisero di giocare, proprio usando lo strumento degli short selling, alla fine dell’Euro.

Ora, che questi hedge fund predatori giochino un ruolo cruciale non vi può essere dubbio. Dopo la famosa cenetta, ovvero tra febbraio e maggio, i contratti derivati che scommettono sulla caduta dell’euro, sono diventati più di 103 mila, un record assoluto. (Financial Times del 16 maggio).
Tuttavia quello degli hedge fund rischia di essere un dietrologico capro espiatorio, o meglio, un alibi per camuffare la realtà, ovvero quanto grave sia la patologia che affligge tutto il sistema.
Già Walter Ricolfi il 15 maggio faceva notare: «Per quanto sia probabile che gli hedge, come qualsiasi investitore di breve periodo che abbia cognizione dei mercati, stiano giocando al ribasso sulle diverse attività europee, è difficile credere che fondi che detengono appena il 2,5% degli asset internazionali possano condizionare così pesantemente i mercati. E’ più verosimile che la pressione vendite sia arrivata dai fondi pensione americani, dalle banche statunitensi e pure da quelle europee». (Il Sole 24Ore)

Non quindi solo i cattivi hedge fund, che comunque muoverebbero nella sola Ue la cifra di 250 Mld di euro (Corriere Economia del 19 maggio), ma pure fondi pensione e banche, non solo a stelle e strisce ma pure europee, pur di fare tanti quattrini e subito, pur di sostenere i loro bilanci traballanti, nonché i grandi fondi sovrani asiatici aggiungo io, scommettono sulla fine dell’euro e dell’Unione.
Afferma un operatore finanziario: «I veri hedge, nel senso spregiativo del termine, non siamo noi, ma i desk di trading proprietari delle grandi banche americane. Il cambio euro-dollaro, quello nel mirino degli speculatori, rappresenta uno dei mercati più liquidi (leggi più lucrosi e breve) al mondo, che nemmeno tutti gli hedge fund riuscirebbero a smuovere. Le banche invece, hanno una forza d’urto sufficiente, speculano per sostenere i bilanci. A New York si scommette sull’affossamento dell’euro». (La Stampa del 20 maggio).

Dove sta il busillis?

La mossa della Merkel indica fino a che punto la Germania tremi, cioè fino a che punto anche a Berlino si consideri realistica la fine dell’euro. Vedremo nelle prossime settimane se la linea gotica messa su dai tedeschi, riuscirà a reggere l’urto dell’ondata speculativa. E’ lecito dubitarne. La mossa probabilmente, non è nient’altro che una manovra preventiva per contenere i danni del crollo europeo che viene, anzitutto pensata per salvare le chiappe alle banche tedesche, che sono i principali acquirenti dei titoli di stato della stessa Deutsche Bank, per non dire dei titoli greci, spagnoli, portoghesi e italiani a rischio di insolvenza che esse hanno in pancia.
Una mossa che è un avvertimento a nuora (gli hedge) affinché suocera ( i PIIGS) intenda. Non è un caso che la Cancelliera, contestualmente alle misure anti-speculative abbia perentoriamente affermato: «L’Europa ha bisogno di una nuova cultura della stabilità», lasciando intendere che la Germania si pone d’ora in avanti come sentinella del più estremo rigore finanziario e della più severa austerità, anche al costo di riscrivere tutti i Trattati, anche al costo di seppellire l’euro.

C’è da dubitare che il tentativo protezionistico tedesco vada a buon fine. Le barriere anti-speculative adottate rischiano di essere travolte come un fuscello dalla piena in arrivo, poiché, appunto, la “speculazione” non è una patologia momentanea, una alterazione maligna di un corpo sano, quanto invece il modus essendi e operandi del sistema capitalistico occidentale giunto al suo estremo grado di bulimia. Qui sta il busillis: siamo in presenza di sistema segnato dalla tendenza compulsiva a fare profitti senza però creare plusvalore, ovvero della metastasi per cui la sfera finanziario-creditizia, cresciuta in misura abnorme, non è più un supporto alla creazione di plusvalore, ma un gigantesco parassita che succhia plusvalore alla sfera produttiva per ingrassare quella improduttiva. Il tardo-capitalismo portava in seno un mostro che ora lo sta divorando dall’interno.

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(1) Deutsche Bank, Commerzbak, Deutsche Börse, Generali Deutschland, Aareal Bank Group, Allianz, Postbank, Munich RE, MLP, Hannover rüch

(2)«La vendita allo scoperto, chiamata anche short selling (o semplicemente short) oppure vendita a nudo, è un'operazione finanziaria che consiste nella vendita, effettuata nei confronti di uno o più soggetti terzi, di titoli non direttamente posseduti dal venditore. Difatti tali titoli, solitamente forniti da una banca o da un intermediario finanziario, durante lo short selling vengono istantaneamente prestati dal loro fornitore al venditore allo scoperto (chiamato anche scopertista o short seller oppure venditore a nudo) e quindi subito venduti da quest'ultimo. Pertanto la vendita allo scoperto si configura come un prestito non di denaro bensì di titoli e, come solitamente accade in quello di denaro, vi è un interesse da corrispondere al datore del prestito. L'ammontare dell'interesse da pagare cresce in relazione all'aumento della durata di questo prestito di titoli, poiché chi effettua la vendita a nudo deve, entro una certo lasso temporale, acquistare sul mercato (quindi a prezzo di mercato) i titoli rifondendoli così al prestatore: operazione tecnicamente definita ricopertura dello scoperto. Per l'acquirente lo short selling attuato dal venditore è praticamente invisibile e perciò ininfluente, sicché per il compratore non vi è differenza tra i titoli acquistati da una vendita allo scoperto o non allo scoperto.

Siccome l'incasso generato dalla vendita dei titoli è antecedente rispetto al momento del loro effettivo acquisto da parte del venditore, lo short selling viene effettuato quando lo scopertista prevede che il costo della loro successiva acquisizione sul mercato (quella destinata alla ricopertura dello scoperto, cioè a rifondere il datore del prestito) sarà inferiore al prezzo precedentemente incassato (e di solito tale controvalore ricevuto viene provvisoriamente posto a garanzia sullo short fino a ricopertura eseguita). In questo caso il rendimento complessivo dell'operazione di short selling sarà risultato in profitto. Se, al contrario, il prezzo dei titoli aumenta durante il tempo del prestito, il rendimento dell'operazione sarà risultato in perdita. Per tale ragione la vendita allo scoperto si effettua principalmente quando i mercati azionari si trovano in una fase discendente, da qui il nome "short" (tr. "breve" altrimenti "mancanza", "insufficienza") poiché storicamente le fasi discendenti dei mercati finanziari hanno una durata più breve e sono meno numerose delle fasi ascendenti. Quindi la tecnica dello short viene normalmente considerata come un'operatività finanziaria di tipo prettamente speculativo e orientata verso un orizzonte temporale d'investimento di breve periodo. Per questo è generalmente sconsigliabile usare lo short selling come tecnica d'investimento di medio e lungo termine.

Il titolo scende: risultato in profitto

- lo short seller vende allo scoperto 1 azione della società "x": l'azione viene istantaneamente prestata dal fornitore del titolo allo short seller che subito la vende al prezzo sul mercato di 100 euro;
- successivamente il prezzo dell'azione scende a 80 euro;
- per terminare lo short selling il venditore a nudo acquista 1 azione della società "x" a 80 euro, cioè a prezzo di mercato, effettuando quindi l'operazione di ricopertura dello scoperto: l'azione viene così istantaneamente ceduta al prestatore per rifonderlo del titolo che egli aveva fornito allo short seller.

In questo caso lo short è risultato in profitto di 20 euro, ai quali viene automaticamente sottratto l'interesse da corrispondere al datore del prestito.

Il titolo sale: risultato in perdita

- lo short seller vende allo scoperto 1 azione della società "x": l'azione viene istantaneamente prestata dal fornitore del titolo allo short seller che subito la vende al prezzo sul mercato di 100 euro;
* successivamente il prezzo dell'azione sale a 120 euro;
* per terminare lo short selling il venditore a nudo acquista 1 azione della società "x" a 120 euro, cioè a prezzo di mercato, effettuando quindi l'operazione di ricopertura dello scoperto: l'azione viene così istantaneamente ceduta al prestatore per rifonderlo del titolo che egli aveva fornito allo short seller.

In questo caso lo short è risultato in perdita di 20 euro, ai quali viene automaticamente aggiunto l'interesse da corrispondere al datore del prestito».
(da Wikipedia)

 

 

 

 

LA FALANGE MACEDONE

Fonte web

La falange macedone, configurazione ritenuta invincibile, fu sconfitta organizzando un fulmineo attacco ai lati. Durante la Seconda guerra mondiale, le truppe naziste superarono la linea Maginot (che i francesi credevano fosse una resistenza invincibile nei confronti delle armate tedesche) semplicemente aggirandola con un blitz noto come Fall Gleb invadendo Belgio ed Olanda.

Storia è piena di esempi di come il pensiero creativo e divergente distrugga l’ortodossia rigida che erige dighe che si pensano indistruttibili. La BCE ha stanziato 750 Miliardi di Euro per bloccare i cali dei prezzi (e quindi l’aumento dei rendimenti) dei titoli sovrani dei paesi della moneta unica sotto l’attacco degli speculatori credendo di erigere un fortino invincibile. Poveri illusi pervasi da un dogmatismo senza limiti: la barriera è in procinto di essere raggirata e si sta preparando un altro assalto (che potrebbe essere fatale) contro la moneta unica.

Piccole avanscoperte delle forze nemiche sono stati già individuate nei paesi dell’Europa Orientale; esploratori nemici si aggirano segnando nelle mappe i punti più deboli. In virtù della enorme quantità di prestiti effettuati dal sistema bancario della zona Euro, l’attacco ai paesi dell’Est Europa raggiungerebbe il medesimo scopo dell’assalto ai ventri molli della zona Euro evitando nel contempo le contromisure della BCE. Non a caso Venerdi’ scorso, mentre l’Euro raggiungeva il minimo degli ultimi due anni contro il Dollaro e perdeva terreno pure contro la Sterlina (praticamente un cadavere che cammina), le uniche valute nei confronti delle quali avanzava erano quelle dell’Europa Orientale. Ha infatti guadagnato lo 0.20% contro la Corona ceca, lo 0.1% contro il Leu romeno, lo 0.8% contro lo Zloty polacco e ben l’1.3% contro il Fiorino ungherese.

Gli squali stanno raggirando la barriera vanificando qualsiasi tentativo di resistenza di uno schieramento ondivago e diviso. Ho i miei dubbi che, qualora la situazione precipitasse nell’Est Europa (qualche avvisaglia è già presente in Romania), la variegata leadership che guida la moneta unica abbia la volontà, la compattezza e la forza per opporre una valida resistenza.

Amici cari, uno scontro non dichiarato ma mortale è in atto: la guerra dei titoli sovrani. Malgrado l’apparente concordia che sembra regnare tra le due sponde dell’Atlantico, una logorante guerra di nervi è in atto: un crescente flusso di debiti esce dagli stati ed, al fine di garantirsi gli acquirenti, tutti i metodi sono ammessi per l’accaparramento dello scarso ossigeno a disposizione. E’ uno scontro tattico e strategico che si presta a repentini cambiamenti di fronte: purtroppo la zona Euro, attore con minore elasticità, sarà destinato ad una sicura sconfitta malgrado i fondamentali non siano di certo i peggiori.

.... Qualsivoglia schieramento vincerà, la morte del sistema è certa: resta da decidere se avverrà per lenta agonia o per eutanasia. Si sta avvicinando l’ora dell’ombra più lunga ed i servi del principe di questo mondo si stanno scatenando. I draghi che hanno sputato fuoco infiammando il mondo sono in procinto di dipingere di bianco i loro cavalli neri: presto si trasformeranno in candidi cavalieri che verranno acclamati per ristabilire l’ordine. Le folle affamate, disorientate e spaurite preferiranno una schiavitù sulfurea rispetto all’anarchia che seguirà alla caduta del sistema.

Il lupo famelico, dopo aver razziato una grande moltitudine di pecore, si travestirà da buon pastore ingannando le pecore superstiti che verranno a loro volta presto sbranate. Di fronte al potere delle tenebre non ci si può affidare semplicemente agli uomini di buona volontà: il punto di non ritorno è stato ormai superato. L’unica salvezza è la Regina della Pace, la Rosa Mistica. Riprendiamo in mano la Coroncina del Santo Rosario recitando con Fede il Saluto dell’Angelo alla Vergine Immacolata. (Fonte web)

 

 

 

 

Cannibalismo Finanziario

nella Guerra dei Mondi

Fonte web

Come ho detto nell'intervista di stasera con Facco, durante la crisi finanziaria del 2008 l'intero sistema bancario si trovò di fatto ad essere tecnicamente fallito. E' una cosa che ho anche scritto più volte. Non si tratta di una conclusione dedotta da opinioni personali. E' invece il risultato delle analisi rigorose della teoria economica più veritiera di tutte, quella della Scuola Austriaca di Economia, incentrata intorno all'azione umana e alla conseguente funzione imprenditoriale di ciascuno di noi.

Come ben noto anche alla teoria ortodossa, se si depositano 10 unità monetarie in banca, il sistema bancario moltiplica il deposito iniziale di 10 per un fattore pari a n (dove n in teoria è pari a 1 diviso il coefficiente di riserva), creando quindi, in caso di coefficiente del 10%, ulteriori 90 unità monetarie virtuali (per una spiegazione esaustiva si veda la lezione IIIa e V del corso di Huerta de Soto).

Presto o tardi, quando sopraggiunge l'inevitabile crisi, il sistema bancario è in grado di soddisfare solo i depositanti delle prime 10 unità che si presentano allo sportello, tutti gli altri rimangono, come sono sempre rimasti nella storia, con un pugno di mosche in mano! Al contempo, e in maniera inevitabile, l'intero sistema bancario è costretto a dichiarare bancarotta (cosa che accadeva regolarmente in assenza di banca centrale).

In un sistema di FIAT money, di moneta creata dal nulla dalla banca centrale, assicuratore ultimo dell'inevitabile fallimento bancario, la bancarotta si può risolvere positivamente con una semplice inflazione monetaria ad opera del prestatore di ultima istanza (la banca centrale per l'appunto!). Non essendoci più un bene reale alla base del sistema (l'oro), basta infatti stampare semplice carta o ancora più facilmente digitare semplici scritture numerarie contabili elettroniche, per creare quanto serve a tappare i buchi finanziari.

Questo funziona almeno per n tentativi, alla fine dei quali, dopo aver scannato tutti i risparmi della plebe, e dopo aver distrutto la  pacifica cooperazione sociale che rende possibile la creazione di benessere, ovvero dopo aver creato un numero di conflitti sociali più o meno estesi sia orizzontalmente (tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, senza più classe media), che verticalmente (tra generazioni), si arriva purtroppo alla resa finale dei conti, quella a cui ci stiamo per l'appunto approssimando.

I tentativi di salvataggio finora realizzati, in modalità progressive dal 2000 a oggi, hanno avuto il risultato di lanciare il prezzo dell'oro verso nuovi massimi storici in tutte le valute di carta amministrate centralmente e burocraticamente da un pianificatore centrale. E in questi giorni l'oro ha continuato a battere nuovi massimi in Euro, Yen, Sterline etc etc.

Non sappiamo se il pianificatore centrale sia incosciente o meno che gli economisti austriaci hanno da lungo tempo formalizzato il cosiddetto teorema dell'impossibilità del socialismo (ovvero del fallimento ineluttabile di qualunque tentativo di organizzare la società attraverso l'imposizione di mandati coattivi). Greenspan a nostro avviso lo era (come spiegato nel libro). Gli altri probabilmente credono fermamente nelle idiozie che professano. Eventualmente presto o tardi faranno un mea culpa.

Tuttavia salvare il sistema bancario dalla bancarotta tramite ulteriore inflazione monetaria non significa risolvere i problemi. Tutto il contrario. Significa cercare di spegnere un incendio con un lanciafiamme. Ovvero amplificare i problemi. Funziona, come detto, per n tentativi, poi non funziona più. Da martedì scorso abbiamo assistito a un altro ritorno di fiamma che oggi ha rischiato di allargarsi a un nuovo incendio.

La crisi finanziaria, entrata nella sua fase terminale a inizio millennio, a mio avviso non ha soluzione, non seguendo le classiche ricette interventiste di matrice statalista-keynesiana. La soluzione, accompagnata da tanti sacrifici, la si potrà trovare solo in una vera riforma del quadro istituzionale che riapre le porte al libero mercato e alla funzione imprenditoriale, soffocati in maniera progressiva negli ultimi 30-40 anni. Di sicuro con il ricorso a più interventismo economico continueremo a tirarci la zappa sui piedi. E a impoverirci sempre di più in una serie di conflitti crescenti.

Purtroppo è proprio questa la direzione nella quale stiamo andando. Una direzione in cui tutti sono in guerra con tutti. Una sorta di cannibalismo finanziario ed economico senza quartiere.
 
Un cannibalismo di tal genere, a mio avviso, si realizza su tre livelli distinti. Alla base, quella individuale, dove la classe media e quella bassa cercano di fregare i propri simili. A livelli societari, o intermedi, in cui sono soprattutto le istituzioni finanziarie che cercano di sbranare i propri simili. E infine ai livelli alti, in cui gli stati cercano di sbranare altri stati, avendo capito che oramai non c'è spazio per sopravvivere alle spalle della plebe, schiavizzata e depauperata di ogni risorsa disponibile (in fondo ciò che ha sempre motivato alle guerre estese gli stati o i signorotti, in epoca preindustriale con i signorotti, poi postindustriale con gli stati moderni).

Analizziamo questo ultimo aspetto secondo le linee di un potenziale thriller di fantapolitica. In effetti potrebbe trattarsi benissimo della sceneggiatura di un bel film di spionaggio di successo. E allora cosa fare di meglio per spiegare la crisi  greca ed europea che offrire al lettore una chiave di lettura originale sulla linea di vecchie trame divenute ripetitive e oltremodo noiose? In fondo, al di là di qualunque buona fantasia, quanto esposto potrebbe veramente approssimarsi a quello che effettivamente è accaduto nel recente passato e sta accadendo tutt'oggi.

Bene. Senza alcun dubbio, durante la crisi del 2008 generata dal problema subprime americano, cioè dalla bolla immobiliare americana, si arrivò a situazioni di enorme tensione. Nel mio libro parlo abbastanza semplicemente della guerra dei mondi. Nel forum interno del sito parlai più chiaramente di alcune ipotesi che vado a delineare di seguito.

La bancarotta finanziaria del sistema aveva spinto gli agenti economici a schierarsi in un conflitto frontale. Paesi con risorse reali verso paesi con carta finanziaria. Però, per essere più precisi, il vero scontro in quei giorni si delineò tra il paese che da anni dominava il mondo sulla base del proprio status di emittente di valuta mondiale di riserva, ma oramai senza più risorse reali se non militari, ovvero l'America, contro una possibile e molto probabile alleanza di tre forze vicine e complementari: l'Europa (il braccio finanziario alternativo), la Russia (la potenza energetica e di risorse naturali, oltre che antagonista storica, e ponte tra le altre due) e la Cina (braccio industriale e di manodopera).

La crisi offrì una chance incredibile all'alleanza del secondo blocco per rovesciare il dominio del primo, con un coup d'etat finanziario che avrebbe potuto cambiare i destini del mondo. Non accadde. Non sappiamo perchè. Probabilmente qualche paese dell'Alleanza non se la sentì di rovesciare un sistema in vigore da oltre mezzo secolo. Di sicuro non fu la Russia, all'epoca totalmente vittima di un attacco finanziario da parte degli USA. Anzi probabilmente la mente del piano per mandare al tappeto gli USA fu proprio russa. Chi decise di non dichiarare guerra finanziaria totale agli USA fu qualcuno appartenente all'europa o alla cina.

Oggi gli Usa, a distanza di un anno dalla clamorosa sconfitta totale, hanno trovato il modo sia di vendicarsi di quell'episodio, in cui videro la morte in faccia, che di evitare il ripetersi di un rischio del genere. Per evitare che si ripresenti l'occasione di essere stesi al tappeto in men che non si dica è infatti necessario frantumare l'Europa, il braccio finanziario della sempre probabile Alleanza. Cosa che per l'appunto stanno cercando di fare nuovamente dopo il tentativo fallito di febbraio scorso.

Gli USA hanno altre ragioni per essere motivati a un attaco del genere. Uno dei loro stati più importanti, forse il più importante, la California, è tecnicamente fallito già da diverso tempo. Prima che qualcuno si scateni finanziariamente contro la California, proponendo un nuovo attacco cannibalistico agli USA, è meglio mandare al tappeto la Grecia e via salendo, tutta l'Europa. Tagliare il braccio finanziario a quell'alleanza che potrebbe cambiare i destini del mondo. Cannibalizzare una Europa nata su premesse deboli, piena di burocratismi che ne ingessano qualunque iniziativa imprenditoriale.

E' così va avanti la Guerra dei Mondi. Come e oltre gli Highlander. Perchè comunque in piedi non ne resterà nessuno. Loro lo sanno: nel domino finanziario di una bancarotta globale cadranno inevitabilmente tutti quanti a terra. Il vincitore sarà semplicemente l'ultimo a cadere al tappeto.
 
 
 

APPROFONDIMENTO

 

L'iPad ai parlamentari e la sede Bce
Polemica sulle spese «folli» dell'Europa

Il Sunday Times: quasi mezzo milione di euro per dotare i 736 membri dell'Assemblea del tablet Apple
 

GLI USA NON SONO LA GRECIA

Le nazioni dell'Eurospazzatura vanno verso il default. Se impariamo la lezione sbagliata dalla Grecia, la nostra rete di sicurezza sociale può finire a brandelli. Molti analisti del mercato, commentatori ed economisti sostengono che si fa fatica a trovare un parametro nel quale gli Usa siano in forma finanziaria migliore della Grecia. Ken Rogoff, per esempio, recentemente ha segnalato che il default greco inaugurerebbe una serie di default sovrani e ha recentemente suggerito dalla NPR (radio pubblica statunitense) che la crisi ha anche conseguenze per gli Usa. Lo storico Niall Ferguson ha dato un avvertimento simile pochi mesi fa sul Financial Times. Il volume dei clamori dei falchi del deficit cresce: “Spendaccioni delle finanze pentitevi, prima che arrivi il giorno della resa dei conti”.