LA NUOVA CHIESA DI SAN PIO
E' UN TEMPIO MASSONICO?
L'INDAGINE DI “Chiesa viva”
a cura di Claudio Prandini
INTRODUZIONE
La Chiesa da sempre ha voluto esaltare il
Crocifisso, offrendolo continuamente alla contemplazione dei suoi fedeli. Dunque
tutta la spiritualità cattolica è basata sulla Croce.
L'antica Basilica di S. Pietro a Roma iniziata nel 320 dopo Cristo aveva la
tipica pianta basilicale a croce latina. Così secoli dopo, tra l'VIII e il XI la
pianta a croce con assi di lunghezza diversa. Così successivamente si continua a
rispettare la forma classica almeno per le più grandi basiliche. La chiesa è un
luogo sacro e il sacro ha il suo senso quando è posto in relazione con la
persona, quando, cioè, interagisce col credente. Concepire lo spazio sacro solo
come qualcosa di estetico significa non aver capito niente.
Per la Tradizione, ogni realtà della Chiesa è legata al credente ed è al
servizio della sua spiritualità, il valore del sacro racchiude in sé un universo
simbolico. Questa premessa è per affrontare una discussione sulla nuova chiesa
dedicata a S. Pio da Pietrelcina, edificata su progetto dell'architetto genovese
Renzo Piano, uomo di profonda esperienza laica, che "senza fede" e "senza
identificarsi" riesce a dare verità a fenomeni che razionalmente non capiamo.
Con queste parole Mons. Crispino Valenziano elogia il progettista "che seguiva
umilmente le indicazioni precise che gli venivano impartite". Infine nell'elogio
dell'opera dichiara: "modello per tutte le chiese che si progetteranno da oggi a
cinquant'anni".
Tuttavia, veniamo a sapere che la nuova chiesa di san Pio, "modello per tutte le chiese che si progetteranno da oggi a cinquant'anni", potrebbe essere in realtà un tempio massonico! Verità o fontasia? In ogni caso sarebbe bene che dal Vaticano qualcuno si decidesse a vederci chiaro su questa vicenda,(1) che è più seria di quello che si potrebbe pensare, visto il dettagliato dossier sul caso. A nessuno farebbe piacere, credo, pregare in un luogo pieno di simboli massonici e satanisti, compreso il famoso 666 di apocalittica memoria!
--------------------------------------
"Figli prediletti, comprendete ora il disegno della vostra Mamma Celeste, la Donna vestita di sole, che combatte, con la sua schiera, nella grande lotta contro tutte le forze del male, per ottenere la sua vittoria, nella perfetta glorificazione della Santissima Trinità. Con Me combattete, piccoli figli, contro il Drago, che cerca di portare tutta l'umanità contro Dio. Con Me combattete, piccoli figli, contro la bestia nera, la massoneria, che vuole condurre le anime alla perdizione. Con Me combattete, piccoli figli, contro la bestia simile a un agnello, la massoneria infiltrata all'interno della vita ecclesiale per distruggere Cristo e la Sua Chiesa. Per raggiungere questo scopo essa vuole costruire un nuovo idolo, cioè un falso Cristo ed una falsa Chiesa. La massoneria ecclesiastica riceve ordini e potere dalle varie logge massoniche ed opera per condurre segretamente tutti a fare parte di queste sette segrete. Così sollecita gli ambiziosi con la prospettiva di facili carriere; ricolma di beni gli affamati di denaro; aiuta i suoi membri a primeggiare e ad occupare i posti più importanti, mentre emargina, in maniera subdola, ma decisa, tutti coloro che si rifiutano di partecipare al suo disegno. Infatti la bestia simile a un agnello esercita tutto il potere della prima bestia, in sua presenza, e costringe la terra ed i suoi abitanti ad adorare la prima bestia. Addirittura la massoneria ecclesiastica giunge fino a costruire una statua in onore della bestia e costringe tutti ad adorare questa statua"... (Mess. a Don Gobbi del 17 giugno 1989) |
fonte web - Damiano Bordasco
La nuova chiesa dedicata a San Pio da Pietrelcina a San
Giovanni Rotondo avrebbe nella sua struttura numerosi riferimenti al culto
massonico e del diavolo. Lo sostiene, in un dossier, la rivista cattolica “Chiesa
viva”, diretta da don Luigi Villa. Una indagine curata nei minimi dettagli e
che ha creato non poche perplessità in molti dei fedeli del frate dalle
stigmate. L’indagine del giornale che ha sede a Brescia, presso le suore operaie
di Maria Immacolata, ha già nel suo titolo una domanda che risuona come una
forte provocazione: “Una nuova Chiesa a San Pio. Tempio massonico?”.
Scorrendo tra le pagine il dossier si sofferma, innanzitutto, sulla forma della nuova aula liturgica: nella storia, secondo don Villa, le Chiese sono sempre state a forma di croce, latina o greca. Quella di San Giovanni Rotondo, invece, è a forma di spirale. Un simbolo che è presente nel dizionario massonico e rappresenta, come si legge nello stesso documento, la potenza dinamica del Grande architetto dell’universo, il G.A.D.U. il dio della massoneria. Inoltre, la stessa spirale, formerebbe in maniera precisa un enorme 666, “il marchio della bestia”, il numero del diavolo nell’Apocalisse. L’indagine, poi, si sposta sulla presenza di alcune figure sulle porte di bronzo: dalla ricerca emergerebbe la simbologia iniziatica della massoneria, e del percorso che gli adepti dovrebbero condurre. E ancora: il tabernacolo e la croce sull’abside. Sul primo elemento don Villa va giù duro e si domanda: “Il tabernacolo? Di quale dio?”. L’area che lo circonda “simboleggia il Tetragrammaton – scrive “Chiesa viva” – con il suo numero 15 e la sua pretesa di rappresentare tutti e 72 i nomi di Lucifero”.
In merito alla croce bronzea presente
sull’altare continua ancora: “Dopo uno studio accurato sui simboli che appaiono
sulle cinque parti in cui è divisa la croce, i quattro bracci e l’area della
loro intersezione, rappresenta la Loggia dei maestri ed appare in tutta la sua
lucida formulazione in tre diversi culti: il culto del fallo, il culto
dell’uomo, il culto di Lucifero”. Questi sono solo alcuni dei dettagli studiati
dagli esperti di “Chiesa viva”: 62 pagine di ricerca che si concludono con un
pensiero che lo stesso Padre Pio scrisse a padre Agostino nell’aprile del 1913:
“Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi
a braccia aperte nell’infame setta della massoneria”.
--------------------------
Nota: 1) Per ben due volte, a metà degli anni
Settanta, monsignor Benelli, allora sostituto alla Segreteria di stato,
commissionò al generale Enrico Mino, comandante dell'Arma dei carabinieri,
un'indagine riservata sulla presunta affiliazione di prelati alla massoneria. Lo
rivela per la prima volta il mensile 30Giorni nel numero di novembre con
un'inchiesta intitolata «Battaglie fraterne». Vari ecclesiastici (tra cui padre
Raimondo Spiazzi, teologo e biografo del cardinale Siri, e monsignor Guglielmo
Zannoni, collaboratore di Benelli alla Segreteria di stato) hanno confermato che
al generale -che si era avvicinato al cattolicesimo alla fine degli anni
Sessanta- era stato affidato informalmente l'incarico dell'indagine.
Enrico Mino assicurò l'autenticità degli elenchi che circolavano in Vaticano
(pubblicati a più riprese da periodici di area tradizionalista). Nel caso del
vescovo Annibale Bugnini, vennero presi provvedimenti: il protagonista della
riforma turgica, invece di ricevere la porpora, fu "esiliato" ella nunziatura di
Teheran. Nel suo libro La riforma liturgica, egli stesso attribuisce questo
esilio "al credito che godettero a Roma le voci della sua presunta
affiliazione".
Il generale Mino morì in un misterioso incidente aereo il 31 ottobre 1977. Ma
nel 1981, con scoppio dello scandalo P2, il suo nome riemerse e per essere stato
definito un "informatore" di OP [il foglio di Pecorelli vicino alla loggia di
Gelli e ai servizi segreti] e "succube" del burattinaio di Arezzo. C'è da tener
presente che gli uomini del venerabile, per screditare loro avversari, li fecero
passare per fratelli in P2. Inoltre da alcune intercettazioni telefoniche
risulta che Gelli discusse con altri fratelli della successione a Mino ancor
prima della tragica morte di questi. Quello stesso Gelli che nel gennaio 1981 si
troverà honoris causa tra gli invitati al pranzo offerto dal neopresidente
Ronald Reagan ai senatori del Congresso americano... (Mani
segrete nella Chiesa. Editoriale tratto da Il
Sabato, n. 46 del 14/11/1992, pag. 3)