CONFUTARE DARWIN

DALLA TURCHIA UN ATTACCO GLOBALE

ALL'EVOLUZIONISMO VIA INTERNET

SCHEGGE DA ARTICOLI E DAL LIBRO DI HARUN YAHYA

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

La paleontologia, l'anatomia e la biologia molecolare hanno accertato che l'uomo "non" deriva dagli scimmioni, ma poiché questa conclusione non è abbastanza laica e c'è il sospetto di una contaminazione clericale (anche se i chierici negli ultimi tempi sembrano più vicini a Darwin che alla Genesi), allora si ritiene conveniente perseverare nella affermazione che «il nostro nonno era un babbuino», come disse scherzosamente Darwin, e insegnarlo ai bambini nelle scuole.

 

 

 

BIOGRAFIA

Fonte web

Chi e' l'autore

Harun Yahya è lo psedonimo di Adnan Oktar.

Adnan Oktar
Leggi la Storia della Sua Vita
Nato ad Ankara nel 1956, Adnan Oktar è un famoso intellettuale turco. Totalmente dedito ai valori morali e votato a comunicare agli altri quei valori sacri che lui stesso considera massimamente, Oktar iniziò la sua battaglia intellettuale nel 1979 durante gli studi all’Accademia di Belle Arti dell’Università Mimar Sinan. Durante i suoi anni universitari condusse una ricerca dettagliata sulle filosofie e ideologie materialistiche molto diffuse attorno a lui, fino al punto di divenire anche più esperto in materia di quanto lo fossero gli stessi sostenitori. Il risultato di questa accumulazione di conoscenza è che ha scritto vari libri sulla fallacia della teoria dell’evoluzione. Il suo impegnato sforzo intellettuale contro il darwinismo e il materialismo si è sviluppato tanto da diventare un fenomeno mondiale. Come si legge nel numero del 22 aprile 2000 di ‘New Scientist’, Oktar è diventato un "eroe internazionale" nel comunicare la fallacia della teoria dell’evoluzione e la verità della creazione. L’autore ha prodotto anche vari lavori sul razzismo sionista e sulla massoneria, e sui loro effetti negative sulla storia e la politica mondiale. Inoltre, Oktar ha scritto più di cento libri che descrivono l’insegnamento del Corano e questioni relative alla fede.

Il suo pseudonimo, Harun Yahya, è composto dai nomi "Harun" (Aronne) e "Yahya" (Giovanni), in deferente memoria dei due Profeti che lottarono contro la miscredenza.

Impatto Globale delle Opere di HARUN YAHYA

Tra le sue opere; Il Nuovo Ordine Massonico, La 'Mano Segreta' in Bosnia, Dietro le Quinte del Terrorismo, La Carta Curda di Israele, Una Strategia Nazionale per la Turchia, Soluzione: Gli Insegnamenti del Corano, L’Inverno dell’Islam e la sua Attesa Primavera, Il Comunismo in Agguato, L’Ideologia Sanguinaria del Darwinismo: il Fascismo, Contro I Turchi l’Antagonismo di Darwin, I Disastri che il Darwinismo ha Portato all’Umanità, L’Inganno dell’Evoluzione, Articoli 1-2-3, Un’Arma di Satana: il Romanticismo, Verità 1-2, Il Mondo Occidentale si Volge al Bene, Nazioni Distrutte, Il Profeta Mosè, Il Profeta Giuseppe, L’Età dell’Oro, L’Arte dei Colori di Allah, La Gloria è Dappertutto, La Verità della Vita di Questo Mondo, Confessioni degli Evoluzionisti, Risposte Precise agli Evoluzionisti, Le Falsità Evoluzioniste, Magia Nera del Darwinismo, La Religione del Darwinismo, Il Fallimento della Teoria dell’Evoluzione in 20 Domande, Il Corano Fa da Guida alla Scienza, La Vera Origine della Vita, La Creazione dell’Universo, Miracoli del Corano, Consapevolezza nella Cellula, Una Serie di Miracoli, Il Progetto nella Natura, Auto-Sacrificio e Modelli di Comportamento Intelligente negli Animali, L’Eternità E’ Già Cominciata, Ragazzi, Darwin Mentiva!, La Fine del Darwinismo, Pensiero Profondo, Eternità e la Realtà del Destino, Conoscendo la Verità, Non Perorate l’Ignoranza, I Segreti del DNA, Il Miracolo nell’Atomo, Il Miracolo nella Cellula, Il Miracolo del Sistema Immunitario, Il Miracolo nell’Occhio, Il Miracolo della Creazione nelle Piante, Il Miracolo del Ragno, Il Miracolo della Formica, Il Miracolo del Moscerino, Il Miracolo dell’Ape, Il Miracolo del Seme, Il Miracolo della Termite, Il Miracolo Verde: Fotosintesi, Il Miracolo dell’Ormone, Il Miracolo dell’Essere Umano, Il Miracolo della Creazione dell’Uomo, Il Miracolo della Proteina.

I libri per bambini sono: Ragazzi, Darwin Mentiva!, Il Mondo degli Animali, Lo Splendore nei Cieli, Il Mondo dei Nostri Piccoli Amici: Le Formiche, Le Api Costruttrici dei Favi Perfetti, Gli Abili Costruttori di Dighe: i Castori.

Alcuni tra i suoi opuscoli: Il Mistero dell’Atomo, Il Fallimento della Teoria dell’Evoluzione: La Realtà della Creazione, Il Fallimento del Materialismo, La Fine del Materialismo, Gli Strafalcioni degli Evoluzionisti 1, Gli Strafalcioni degli Evoluzionisti 2, Il Fallimento Microbiologico dell’Evoluzione, La Realtà della Creazione, Il Fallimento della Teoria dell’Evoluzione in 20 Domande, Il più Grande Inganno della Storia della Biologia: il Darwinismo.

 

 

 

 

 

 

 

UN CRITICO DEL DARWINISMO CACCIATO ALLA

GREGORIANA DI ROMA. INCREDIBILE!!!

L’intento dei darwinisti, presso l’Università Pontificia Gregoriana, era quello di mettersi in mostra e ingannare la gente, tuttavia gli è stato risposto. Douglas Futuyma ha lasciato il palco di fronte alla verità. Futuyma ha trovato la soluzione nella fuga, proprio come Richard Dawkins.

 

 

 

 

 

 

ARTICOLI E INTERVISTE

DI HARUN YAHYA

 

 

LA MAFIA GLOBALE DARWINISTA STA

FORSE MINACCIANDO IL PAPA?

 

Fonte web

Il mondo è sotto il dominio di una dittatura intellettuale globale darwinista-materialista. La mancanza di validità della teoria dell’evoluzione, la quale gode di protezione ufficiale in circa il 95 % dei paesi del mondo, è stata scientificamente provata, e nonostante il fatto che si tratti di una falsa teoria che offende la ragione e la logica, viene ancora imposta come un’ideologia ufficiale. È stato reso obbligatorio rispondere a domande relative alla teoria dell’evoluzione negli esami per le scuole medie, superiori e universitari, come se questa falsa teoria fosse vera e corretta. A nessun accademico o scienziato che anche solo accenni a non credere nel darwinismo è consentito procedere nel suo lavoro o ottenere un avanzamento di carriera, ci si assicura anzi che che la maggioranza venga rimossa dai posti occupati. 

Questa è la prima volta nella storia del mondo che una tale ideologia ha goduto di protezione ed è stata imposta in pressoché tutti i paesi. Questo sistema, che si manifesta come una dittatura sociale, ha fondato un regime duramente repressivo. Uno degli eventi recenti in cui tale pressione si è resa evidente è costituito dalle affermazioni attribuite al Papa riguardo alla teoria dell’evoluzione riportate dalla stampa (L'autore non specifica a quale Papa si riferisce, tuttavia è probabile che egli si riferisca alle affermazioni di papa Giovanni Paolo II che ha implicitamente sostenuto che la Chiesa non si oppone oggi all'ipotesi evoluzionistica come fenomeno storico dichiarando che essa è "più che una teoria".
Di diverso avviso sembra essere invece Papa Benedetto XVI in intervento del 2005, vedere in approfondimento in fondo alla pagina, ndr). Se fossero vere, queste affermazioni assumerebbero un’estrema importanza in quanto dimostrerebbero la scala della pressione esercitata dai darwinisti sotto forma di mafia globale.

Questa mafia globale darwinista che:

•    Proibisce agli accademici di pronunciare anche una singola parola contro l’evoluzione,

•    Proibisce agli scienziati di annunciare i risultati delle loro ricerche tali da invalidare l’evoluzione,

•    Si impegna in una costante propaganda darwinista con un flusso di servizi nei media,

•    Obbliga gli studenti a scuola a studiare e accettare la teoria dell’evoluzione,

•    Mette al bando quei libri che si oppongono all’evoluzione e  

•    Tenta di logorare quanti si impegnano nella lotta intellettuale contro il darwinismo avvalendosi di calunnie e menzogne, e che pare ora abbia messo sotto pressione il Vaticano, la casa spirituale di oltre un miliardo di cristiani.

Il modo in cui al Papa è stato impedito, sotto gli effetti della mafia darwinista che pare abbia pervaso il Vaticano, di difendere la verità dei fatti e affermare il vero costituisce uno terribile sviluppo che mostra come si siano serviti del Vaticano per i loro scopi. Il fatto è che il Vaticano è ben consapevole di come lo sforzo contro il darwinismo compiuto nel corso degli ultimi trent’anni abbia smascherato tutte le frodi di tale ideologia, infliggendogli la più severa sconfitta nella storia. I materialisti e i darwinisti europei stanno agendo sotto l’effetto del colpo di quella terribile sconfitta e immaginano di poter riportare in vita il darwinismo inducendo il Vaticano a rilasciare dichiarazioni a esso favorevoli. Ma il darwinismo è morto, e nessun provvedimento potrà riportarlo in vita. 

Il fatto che sia stato compreso in maniera chiara e definitiva come neppure una singola proteina sia pervenuta all’esistenza per mezzo del caso e che tutti quei fossili definiti come forme transizionali si siano rivelati degli inganni oppure siano appartenuti a specie estinte, e che 100 milioni di fossili portati alla luce mostrino come l’evoluzione non abbia mai avuto luogo, significa che la mafia globale darwinista è giunta al termine del suo cammino. Ciò che i darwinisti e i materialisti dovrebbero ora fare è accompagnare il corteo funebre del darwinismo e chiedere scusa alla gente per la dittatura imposta sul mondo nel corso degli ultimi 150 anni.

 

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ISRAELE, YNET, 17 LUGLIO 2008, AVITAL LAHAV

Fonte web

1.    Lei afferma che la maggior debolezza del darwinismo sia il fatto di fare affidamento sulla casualità degli eventi. È realmente possibile descrivere il processo di "selezione naturale" come casuale? Il principio della “sopravvivenza del più adatto” è forse una guida?

La teoria dell’evoluzione propone due meccanismi per spiegare l’emersione di nuove specie. Una è la mutazione, l’altra la selezione naturale. L’intero mondo scientifico considera la mutazione nel migliore dei casi come neutrale e in generale come nociva agli organismi viventi. Parimenti, nessuna nuova specie potrà mai emergere per mezzo della selezione naturale. Per mezzo della selezione naturale, l’antilope più veloce del gruppo nello sfuggire a un leone sopravviverà essendo la più adatta, ma tale antilope non si trasformerà mai in un’altra forma di vita, in un ghepardo, per esempio. Stando così le cose, i darwinisti non sono in grado di spiegare come centinaia di migliaia di specie differenti siano potute giungere all’esistenza. È un grande mistero per gli evoluzionisti spiegare come, per quanto sia impossibile che la prima cellula vivente sia emersa per caso e sia stato definitivamente provato che ciò è impossibile sia sul piano biologico che matematico, questa prima cellula si sia ipoteticamente trasformata in uccelli, garofani, tigri, gatti ed esseri umani che hanno fondato civilizzazioni, studiato il funzionamento interno dell’atomo, composto sinfonie, scritto libri, giudicato, amato, ricevuto amore e provato compassione. L’esistenza delle cose viventi, la loro varietà e perfezione, non sono opera del cieco caso, di mutazioni o della selezione naturale. Allah ha creato l’intero universo dal nulla, con tutte le creature viventi in esso, e la scienza lo conferma.  

2.    Lei ha menzionato vari elementi della teoria darwinista a sostegno dei quali non sussistono prove. Ciò, tuttavia, non risolve le contraddizioni esistenti tra la storia della creazione e quanto conosciamo del mondo. Come spiega quei fossili risalenti a milioni di anni fa, o i parallelismi tra la storia biblica e i miti antichi delle civilizzazioni della Mesopotamia? Forse che l’incompletezza della teoria darwinista è una conferma dell’accuratezza della storia della creazione?

Non vi è contraddizione tra la creazione che Allah rivela nel Corano e le scoperte scientifiche. Allah ci dice nel Corano di avere creato la terra in sei giorni. I reperimenti archeologici relativi all’esistenza di popoli scomparsi e alle loro culture e civilizzazioni sono in completo accordo con quanto rivelato in proposito nel Corano. È possibile trovare ulteriori dettagli su questo tema nei miei libri A Historical Lie: The Stone Age e Perished Nations, oltre che nel mio sito www.harunyahya.com. Per oltre 150 anni la teoria dell’evoluzione è stata rappresentata come l’unica teoria scientifica ipoteticamente in grado di spiegare l’origine delle cose viventi. È stata inoltre utilizzata come strumento per distogliere la gente dalla fede in Allah. La sola ragione per cui l’evoluzione è sostenuta con tanta caparbietà, nonostante sia scientificamente crollata, è il fatto che rappresenta una base cosiddetta scientifica per il materialismo e l’ateismo. Chiunque sia alla ricerca di una risposta logica e razionale alla domanda “come e perchè siamo pervenuti all’esistenza” intenderà la creazione di Allah. Ciò non solo per il fatto che la scienza ha confutato l’evoluzione, ma ha anche provato, mediante le sue scoperte, che la Creazione è la sola ed unica verità.

3.    Per quale ragione la dipendenza del fascismo e del comunismo dal darwinismo costituisce un argomento contro questa teoria? È forse lecito giudicare una teoria sulla base delle ideologie che l’hanno adottata?

È inesatto considerare l’evoluzione come pertinente unicamente all’ambito della scienza. Fin dal primo momento in cui venne presentato, il darwinismo è stato ben più che un soggetto scientifico. Il darwinismo ha una sua propria visione del mondo, ed è lì che si nasconde il pericolo. Secondo l’evoluzionismo l’uomo è una sorta di animale, per cui le relazioni tra gli esseri umani sono le stesse di quelle intercorrenti tra gli animali selvaggi. In un tale sistema la spietatezza, la crudeltà, l’oppressione e lo sfruttamento dei deboli, l’omicidio, il terrore e l’anarchia sono perfettamente legittimi. Se a partire dagli anni della scuola si dice a un giovane che è una sorta di animale, che la lotta tra gli animali è legittima e che il solo modo per sopravvivere è essere forti e spietati, lo si indottrina con la menzogna che la gente appartente a un’altra razza non ha diritto di vivere, se si descrivono gli esseri umani come macchine prive di spirito e gli si inculca la falsa idea che tutto consiste di materia, questi sarà in grado di uccidere persone innocenti senza provare alcuna rimorso. Se, tuttavia, si chiarisce che la visione del mondo e lo stile di vita esposti nel darwinismo non sono scientifici, se si insegna che l’amore, la compassione, la pace, l’amicizia e la fratellanza sono ordinate da Allah, se si descrive la bellezza dei veri valori morali secondo la religione, allora si stabilisce un clima in cui tutte le persone possono vivere in pace, indipendentemente dalla loro religione, razza o lingua.  

4.  Quali sono le sue previsioni per le generazioni future? Si assisterà a un vero declino del materialismo? Pare che, quantomeno nel mondo cristiano, sia oggi più forte che mai. 

Il materialismo ha avuto un’influenza effettiva sulla civilizzazione europea in particolare nel corso degli ultimi 150 anni. Per decenni il materialismo ha soppresso gli esseri umani, soffocato i loro piaceri condannandoli allo stress e all’infelicità. Ma questa influenza negativa è stata infine sradicata e l’oscurità del materialismo rigettata. Per volere di Allah, in particolare l’Atlante della Creazione ha avuto un impatto enorme in proposito. Ricerche condotte in Francia, considerata la culla del materialismo, alla vigilia dell’arrivo in Europa dell’Atlante della Creazione hanno rivelato che la gente non crede più in questa ideologia e considera la Creazione come una realtà scientifica. Il crollo del materialismo subirà un’ulteriore accelerazione nei giorni a venire. Con la scomparsa delle ideologie materialiste e ateistiche nel prossimo futuro il mondo giungerà a una felicità quale mai aveva provato prima. Siamo prossimi a un mondo in cui la gente potrà vivere liberamente, senza costruire muri, senza soffrire una tensione costante, senza spendere milioni di dollari in armi, senza essere massacrati e senza il timore di essere esiliati dalle proprie terre, un mondo in cui chiunque potrà adorare nella maniera preferita, dove si potrà commerciare liberamente, in breve, dove si potrà condurre una vita libera e umana. Si potrà vivere come si vuole in quel mondo, e non soltanto i credenti, ma anche gli atei saranno liberi di esprimere le loro opinioni. I diritti umani saranno protetti. In un tale mondo, ovviamente, gli Israeliani e i Palestinesi, i quali hanno sofferto per lungo tempo tanti problemi e difficoltà, saranno liberati e queste terre, sacre a tutti noi, diventeranno un luogo di pace come ordinato dal nostro Signore e descritto nei Suoi Libri di Verità.

5.    Che cosa è accaduto alla civilizzazione dell’Islam? Per quale ragione una civilizzazione che una volta era considerata all’avanguardia nella filosofia e nella scienza viene oggi considerata da molti un pericolo per l’umanità?

L’Islam è una religione di pace e d’amore. Il comportamento e i valori morali che Allah ha definito nel Corano prevedono che i musulmani siano clementi e comprensivi, rispettosi delle altre opinioni, previdenti, compassionevoli verso i membri di altre fedi, riflessivi e capaci di apprezzare l’arte e la bellezza sapendo che tali cose sono manifestazioni di Allah, moderati e tolleranti. Quelle società che vivono genuinamente in accordo con i valori morali espressi nel Corano sono produttive e illuminate. L’Unione Islamica Turca deve essere fondata con urgenza affinché tale illuminazione possa essere raggiunta oggi. Sarà una unione moderata. Sarà un’unione basata sul rispetto per gli esseri umani, basata sulla tolleranza e la compassione, aperta e di libero pensiero, una unione di fratellanza e amore piuttosto che di fanatismo, repressione e soggezione. Garantirà stabilità a quelle nazioni che si uniranno ad essa e a tutte le altre nazioni del mondo. L’Unione Islamica Turca guiderà verso un’epoca illuminata nel XXI secolo. L’illuminazione recata dall’Unione Islamica Turca diffonderà la bellezza nel mondo intero. Con la fondazione di tale unione, gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, Israele e le nazioni europee comprenderanno che tutti i loro annosi problemi saranno improvvisamente risolti, e ciò a beneficio di tutti. Il terrore si estinguerà, la distribuzione di materie prime sarà garantita, l’ordine sociale ed economico sarà protetto e i conflitti culturali scompariranno interamente. L’America non dovrà più inviare truppe in terre lontane migliaia di chilometri, Israele non dovrà più vivere dietro alle mura, i paesi della UE non incontreranno barriere economiche, la Russia non avrà più problemi di sicurezza e la Cina avrà facile accesso alle materie prime. Una Unione Islamica Turca potente arrecherà beneficio a tutte le nazioni.  

6.    Capisco la ragione per cui Lei consideri crudele il darwinismo, ma anche Lei deve ammettere che si tratta di una teoria scientifica, non di una ideologia. Una teoria scientifica, per essere vera, deve essere anche bella, gentile e misericordiosa?

Deve ancora una volta essere chiarito il fatto che il darwinismo è un’ideologia. Non è il fatto della sua piacevolezza, amabilità e benevolenza che ci consente di capire la falsità di questa teoria, ma il fatto che è contraddetta al 100% dalle scoperte scientifiche. La scienza dichiara che “non vi è evoluzione”. La cosa importante da capire in questo caso è perché sia tanto ostinatamente adottata da certi circoli e continui ad essere rappresentata come scientifica, per quanto sia chiaramente contraddetta dalla scienza. La ragione di ciò è che l’evoluzione è un concetto interamente ideologico, piuttosto che un’ipotesi biologica. La sola ragione della lealtà degli evoluzionisti alla teoria è la loro ideologia. Sono le apprensioni ideologiche la causa del panico provato di fronte al crollo della teoria dell’evoluzione. Decine di teorie sono state proposte e quindi abbandonate nel momento in cui la loro invalidità si è fatta apparente. Il normale corso degli eventi sarebbe, come nel caso di tutte le altre teorie che si sono rivelate inesatte, di abbandonare la teoria dell’evoluzione nel momento cui appare evidente il suo conflitto con la scienza. Tuttavia i materialisti se ne astengono poiché qualora agissero altrimenti il loro più importante fondamento sarebbe eliminato e diventerebbe così impossibile difendere il materialismo. Se così non fosse, anche solo il fatto che l’emersione di una singola proteina non può essere spiegato in termini di evoluzione sarebbe sufficiente per ogni persona razionale e scientifica per abbandonare l’evoluzione. Se ciò non accade, ci si deve chiedere il perché. Ciò significa che l’evoluzione non è una teoria valutata unicamente alla luce del pensiero scientifico.

7.    La sua visione dell’Unione Islamica Turca è magnifica, ma perché è l’unico a esprimere queste idee? Ciò che si ascolta dai predicatori islamici non è certo il messaggio di pace da Lei espresso. Per quale ragione la gente è tanto povera nei paesi islamici, e perché la tirannia tanto comune tra le nazioni islamiche?

La cosa importante sono i valori morali rivelati nel Corano e la Sunnah del nostro Profeta (saas). Nel Corano, Allah ordina ai credenti di essere moderati, amorevoli, gentili, clementi, umili, tolleranti e gradevoli. Nel corso della sua intera esistenza, il Profeta (saas) invitò l’umanità intera alla pace e all’amore, e fu un modello di comportamento per la sua fidatezza, giustizia, virtù morale e le sue buone maniere. È impossibile che una società del tutto conforme ai valori morali del Corano sia incline alla violenza. È impossibile che chiunque abbia una chiara idea del Profeta (saas) e si conformi al suo modello sia crudele. Con la rapida diffusione dei valori morali del Corano, il mondo islamico godrà di illuminazione e benessere e la civilizzazione islamica diventerà un faro destinato a gettar luce sul mondo intero. Entro 10 o 20 anni, il mondo sarà un luogo in cui i diritti di tutti, indipendentemente dalle loro idee o dalla loro fede, saranno protetti, in cui i veri fedeli, ebrei, cristiani e musulmani, potranno vivere insieme come fratelli e sorelle, in cui la ricchezza e l’abbondanza così come l’amore e la compassione regneranno, e dove gli esseri umani potranno essere gioiosi, felici e in pace. Ciò che importa non sono gli errori del passato, ma gli sforzi compiuti per migliorare il futuro. Con il permesso di Allah, tutti coloro che faranno il possibile per predicare l’amore, la compassione e l’onnipotenza di Allah, che avvertiranno gli altri contro la tirannia del materialismo, che corroboreranno la fede e la fratellanza prospereranno. Nel Corano, Allah promette di “scagliare la verità contro la menzogna”  e di “ perfezionare la Sua Luce.” La nostra speranza è che, inshaAllah, questa promessa divenga presto una realtà.

 

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IL MIRACOLO DEL PROGETTO NELLA CELLULA

Fonte web

In ogni parte del nostro corpo regna una vita minutissima e pure complessa. Un esame al microscopio nelle profondità di qualunque organo umano ci porta faccia a faccia con uno stupefacente miracolo di creazione: minuscole cose viventi che si sono unite per formare quell'organo a milioni sono impegnate in ardue attività. Questi piccoli esseri sono le cellule, le unità base della vita. Non solo l'uomo, ma anche tutti gli altri esseri viventi sono composti di tali microscopici esseri viventi.

Ci sono circa 100 miliardi di cellule nel corpo umano. Alcune di queste cellule sono così piccole che neanche un milione di esse insieme riesce a coprire lo spazio della punta di uno spillo. Nonostante ciò, comunque la cellula è di gran lunga la struttura più complessa mai conosciuta dall'uomo, come accetta anche la comunità scientifica. Poiché contiene molti segreti fin qui non rivelati, la cellula di un essere vivente costituisce anche il maggior punto morto per la teoria dell'evoluzione. Questo perché la cellula è uno delle più fenomenali prove che gli esseri umani e tutti gli altri esseri viventi non sono il prodotto di coincidenze, ma sono creati da un Creatore.

Perché la cellula possa sopravvivere, tutti i componenti fondamentali della cellula, ognuno impegnato a svolgere molte funzioni vitali, devono essere intatti. Se la cellula fosse nata a seguito dell'evoluzione, allora milioni dei suoi componenti avrebbero dovuto esistere nello stesso posto e unirsi in un ordine e secondo un progetto particolari. Poiché questo è decisamente inverosimile, una tale struttura non ha alcuna spiegazione che quella della "creazione". Uno dei più importanti teorici evoluzionisti, Alexander Oparin, ha parlato del punto morto della teoria dell'evoluzione in questo modo:

"Sfortunatamente, l'origine della cellula rimane un problema che al momento è il buco nero dell'intera teoria dell'evoluzione" (Alexander I. Oparin, Origin of Life, (Origine della vita) (1936) NewYork: Dover Publications, 1953 (Reprint), p.196)

Il matematico e astronomo inglese sir Fred Hoyle fece un esempio simile in una intervista pubblicata nella rivista Nature il 12 novembre 1981. Per quanto fosse egli stesso un evoluzionista, Hoyle disse che le probabilità che le forme superiori di vita siano emerse in tal modo sono tante quante le probabilità che un tornado, soffiando su un cimitero di automobili, possa assemblare da quei materiali un Boeing 747. Ciò significa che non è possibile che la cellula si crei per coincidenza e quindi deve essere stata sicuramente "creata"
Nonostante ciò, comunque, gli evoluzionisti continuano ad affermare che la vita si è creata per caso, nelle condizioni della terra primordiale, in pratica l'ambiente più caotico che si possa immaginare. Questo assunto è totalmente incompatibile con i dati scientifici. Oltre a ciò, anche i più semplici calcoli delle probabilità dimostrano in termini matematici che neanche una sola proteina sui milioni che esistono nella cellula può essere arrivata alla vita per una coincidenza, figurarsi la cellula di un organismo.

Arrivare a qualche comprensione della maestosa struttura della cellula sarebbe abbastanza per esaminare anche solo la struttura e le funzioni della membrana che racchiude questi organuli cellulari.

La membrana cellulare è il rivestimento ambientale della cellula, ma il suo compito non è limitato a questo. La membrana regola sia la comunicazioni che le relazioni con le cellule contigue e coordina con destrezza e sovrintende ad entrate ed uscite dalla cellula.

La membrana cellulare è tanto sottile, qualcosa come un centomillesimo di millimetro, che si può osservarla soltanto al microscopio elettronico. La membrana somiglia a una infinita parete a doppia faccia. Su questa parete ci sono porte che rendono possibile l'entrata e l'uscita dalla cellula, e dei recettori che permettono alla membrana di riconoscere l'ambiente extracellulare. Le porte e i recettori sono fatti di molecole di proteine. Essi sono collocati sulla parete della cellula e setacciano meticolosamente le entrate e le uscite della cellula.

Quali sono i risultati di questa microscopica struttura fatta di molecole inconsapevoli come grassi e proteine? Cioè, quali caratteristiche della membrana ci portano a definirla "consapevole" e "sapiente"?

Il primo compito della membrana cellulare è quello di racchiudere gli organuli cellulari in modo da conservarli intatti. E comunque ha una funzione di gran lunga più complessa di questa. Essa si rifornisce di sostanze vitali per la continuità della cella cellula e le sue funzioni dall'ambiente extracellulare. All'esterno della cellula ci sono innumerevoli sostanze chimiche. La membrana cellulare riconosce le sostanze essenziali per la cellula e lascia entrare solo loro. Si comporta in maniera molto economica e non lascia che ne entrino più di quante la cellula necessiti. Contemporaneamente, si accorge subito dei rifiuti pericolosi nella cellula, e, senza perdere tempo, li elimina dalla cellula.

Altra funzione della membrana cellulare è quella di trasmettere istantaneamente al centro della cellula i messaggi ricevuti dal cervello o da altre parti del corpo per mezzo degli ormoni. Per svolgere queste funzioni, essa deve conoscere tutte le attività e gli sviluppi che vanno svolgendosi nella cellula, tenere il conto delle sostanze richieste o in eccesso, tenere sotto controllo le scorte ed agire sotto la guida di una memoria superiore e di abilità decisionali.

La membrana cellulare è tanto selettiva che, senza la sua autorizzazione, nemmeno una sostanza dell'ambiente extracellulare può passare attraverso le porte della cellula, neanche per caso. Non c'è nemmeno una cellula non necessaria o senza uno scopo, nella cellula. E anche le uscite dalla cellula sono strettamente sotto controllo. Il compito della membrana cellulare è di vitale importanza, essa non permette il benché minimo errore. L'ingresso di una sostanza chimica sbagliata o pericolosa nella cellula, l'erogazione o l'eliminazione di una sostanza in eccesso o la mancata eliminazione di rifiuti in tempo o quando è necessario, significano la morte della cellula.

Se la prima cellula vivente fosse venuta alla luce per coincidenza, come proclamano gli evoluzionisti, e se solo una di queste proprietà della membrane non si fosse del tutto formata, allora la cellula sarebbe di certo sparita in pochissimo tempo.

Quali "coincidenze", allora, hanno potuto formare una tale "sapiente" massa di grasso?....

E poniamo un'altra domanda, che di per se stessa dimostra falsa la teoria dell'evoluzione, all'istante. La "sapienza" che mostra nelle suddette funzioni appartiene alla membrana cellulare?

Tenete presente che queste funzioni non vengono espletate da un essere umano o da una macchina come un computer o un robot sotto il controllo dell'uomo, ma sono solo in un rivestimento che racchiude la cellula, che è fatta di grasso mescolato qui e là con varie proteine. Dobbiamo anche considerare che la membrana cellulare, che può svolgere impeccabilmente tanti compiti complessi, non ha un cervello o un centro di pensiero.

E' evidente che tali sapienti schemi di comportamento e un meccanismo decisionale cosciente non possono esser originati dalla membrana cellulare stessa, che altro non è che uno strato fatto di grasso e molecole proteiniche. Questo è vero anche per tutti gli altri organuli cellulari.
Questi organuli non hanno neanche un sistema nervoso, per non dire di un cervello in grado di pensare o assumere decisioni. Nonostante ciò, comunque, svolgono compiti di incredibile complessità, fanno precisi calcoli e assumono decisioni vitali. Questo perché ciascuno di loro obbedisce agli ordini di Dio, Che li ha creati perfetti e li sostiene. Nel dodicesimo versetto della Surat at-Talaq si enuncia il fatto che ogni cosa agisce in osservanza del comandamento di Dio:

E' Dio che ha creato sette cieli, e altrettante terre. Il suo comandamento discende attraverso loro, così che potete apprendere che Dio ha potere su ogni cosa, e che Dio comprende ogni cosa con la Sua conoscenza.

 

 

 

 IL CROLLO DEL DARWINISMO E LA REALTÀ DELLA CREAZIONE

 

IL CROLLO DELLA TEORIA DELL’EVOLUZIONE

 

 

 

CONFUTARE DARWIN

Alcuni spunti dal libro di HarunYahya

 

 

 

 

 

 

 

BREVE STORIA

Fonte web

Nonostante abbia le sue radici nell’antica Grecia, la teoria dell’evoluzione fu portata per la prima volta all’attenzione della comunità scientifica nel diciannovesimo secolo. L’opinione sull’evoluzione più ampiamente presa in considerazione fu espressa dal biologo francese Jean-Baptiste Lamarck, nella sua Philosophie zoologique (1809). Lamarck pensava che tutti gli esseri viventi fossero dotati di una forza vitale che li portava a evolversi verso una maggiore complessità. Pensava inoltre che gli organismi fossero in grado di trasmettere alle generazioni future i caratteri originali acquisiti durante la vita. Come esempio di questa linea di pensiero, Lamarck suggeriva che il lungo collo della giraffa si era evoluto quando un antenato dal collo corto aveva cominciato a brucare le foglie degli alberi invece che l'erba.

Questo modello evolutivo di Lamarck fu invalidato dalla scoperta delle leggi dell’eredità genetica. A metà del ventesimo secolo, la scoperta della struttura del DNA rivelò che i nuclei delle cellule degli esseri viventi contengono informazioni genetiche speciali e che queste informazioni non possono essere alterate da “caratteri acquisiti”. In altre parole, durante la vita, anche se la giraffa fosse riuscita ad allungare il collo di pochi centimetri per raggiungere i rami superiori, questo carattere non sarebbe passato alle generazioni future. In breve, l’opinione di Lamarck fu semplicemente confutata dalle scoperte scientifiche e passò alla storia come un’ipotesi errata.

La teoria dell’evoluzione formulata da un altro naturalista che visse un paio di generazioni dopo Lamarck, però, si dimostrò più influente. Questo naturalista era Charles Robert Darwin e la teoria da lui formulata è nota come “darwinismo”.

La nascita del darwinismo

Charles Darwin si imbarcò volontariamente a bordo della nave Beagle, salpata dall'Inghilterra nel 1831, per una spedizione ufficiale di cinque anni intorno mondo. Il giovane Darwin fu fortemente impressionato dalla varietà delle specie che osservò, in special modo dai fringuelli delle isole Galápagos. Le differenze nei becchi di questi uccelli, pensò Darwin, erano il risultato del loro adattamento ad ambienti diversi.

Dopo questo viaggio, Darwin iniziò a visitare i mercati di animali in Inghilterra. Egli osservò che gli allevatori producevano nuove razze di mucche accoppiando animali con caratteristiche diverse. Questa esperienza, insieme con le diverse specie di fringuelli osservati nelle isole Galápagos, contribuì alla formulazione della sua teoria. Nel 1859 egli pubblicò le sue opinioni nel libro L’origine delle specie. In questo libro egli sosteneva che tutte le specie fossero discese da un singolo antenato, evolvendosi dall’una all’altra nel tempo con leggere variazioni.

Quello che rendeva diversa la teoria di Darwin da quella di Lamarck era l’enfasi sulla “selezione naturale”. Darwin teorizzò che in natura si svolgesse una lotta per la sopravvivenza e che la selezione naturale comportasse la sopravvivenza di specie forti o di quelle che meglio si adattano al loro ambiente. Darwin adottò la seguente linea di ragionamento.

Nell’ambito di una particolare specie ci sono variazioni naturali e fortuite. Per esempio, alcune mucche sono più grandi di altre, mentre alcune sono di colore più scuro. La selezione naturale sceglie i caratteri favorevoli. Il processo della selezione naturale, quindi, causa un aumento dei geni favorevoli nell’ambito di una popolazione, il che ha come risultato il fatto che le caratteristiche di quella popolazione si adattino meglio alle condizioni locali. Nel corso del tempo queste modificazioni possono essere così significative da causare l’insorgere di una nuova specie.

 

Charles Darwin ha sviluppato la sua teoria quando la scienza era ancora in uno stato primitivo. Sotto microscopi primitivi come questi, la vita sembrava avere una struttura molto semplice. Questo errore forma la base del darwinismo.

 

Questa “teoria dell'evoluzione per selezione naturale”, però, diede origine a dubbi sin dall’inizio.

1- Che cosa erano le “variazioni naturali e fortuite” a cui faceva riferimento Darwin? È vero che alcune mucche erano più grandi di altre, mentre altre erano più scure, ma in che modo queste variazioni potevano fornire una spiegazione della diversità nelle specie animali e vegetali?

2- Darwin asserì che “gli esseri viventi si sono evoluti gradualmente”. In questo caso, avrebbero dovuto vivere milioni di “forme di transizione”. Tuttavia, nei reperti fossili, non c’è alcuna traccia di queste teoriche creature. Darwin pensò molto a questo problema e alla fine arrivò alla conclusione che “ulteriori ricerche forniranno questi fossili”.

3- In che modo la selezione naturale potrebbe spiegare organi complessi come occhi, orecchie o ali? Com’è possibile sostenere che questi organi si siano evoluti gradualmente, se si considera che fallirebbero la loro funzione nel caso in cui mancasse anche una singola parte?

4- Prima di esaminare queste questioni, pensiamo a quanto segue: in che modo il primo organismo, il cosiddetto antenato di tutte le specie, secondo Darwin, giunse all’esistenza? Dato che i processi naturali non sono in grado di dare la vita a qualcosa che in origine era inanimato, in che modo Darwin spiegherebbe la formazione della prima forma di vita?

Darwin era consapevole almeno di alcune di queste questioni, come si può vedere dal capitolo “Difficoltà della teoria”. La risposta che egli diede, comunque, non aveva alcuna validità scientifica. H.S. Lipson, un fisico britannico, commenta come segue queste “difficoltà” di Darwin:

Nel leggere L'origine delle specie ho trovato che Darwin fosse molto meno sicuro di sé di quanto spesso volesse dimostrare di essere; il capitolo intitolato "Difficoltà della teoria", ad esempio, rivela dei dubbi considerevoli. Come fisico, sono rimasto particolarmente incuriosito dai suoi commenti sul modo in cui l'occhio sarebbe apparso.1

Darwin investì tutte le sue speranze nell’avanzamento delle ricerche scientifiche che egli prevedeva avrebbe eliminato le “difficoltà della teoria”. Contrariamente alle sue aspettative, però, le più recenti scoperte scientifiche hanno solo accresciuto tali difficoltà.

Il problema dell’origine della vita.


Louis Pasteur distrusse la credenza secondo cui la vita poteva essere creata da sostanze inanimate.

Nel suo libro, Darwin non cita mai l’origine della vita. La primitiva comprensione delle scienze dei suoi tempi si fondava sull’assunto secondo cui gli esseri viventi erano strutture molto semplici. Sin dal Medioevo, la generazione spontanea, la teoria secondo cui la materia non vivente potesse mettersi assieme per formare organismi viventi, era ampiamente accettata. Si credeva che gli insetti giungessero all’esistenza da resti di cibo. Si immaginava inoltre che i topi venissero all’esistenza dal frumento. Interessanti esperimenti furono condotti per dimostrare questa teoria. Del frumento fu messo su un pezzo di stoffa sporco e si pensava che i topi sarebbero emersi a tempo debito.

Allo stesso modo, il fatto che comparissero vermi nella carne era ritenuto prova della generazione spontanea. Ci si accorse solo dopo, però, che i vermi non comparivano nella carne spontaneamente, ma erano portati da mosche sotto forma di larve, invisibili a occhio nudo.

Anche nel periodo in cui Darwin scrisse L’origine delle specie, la credenza secondo cui i batteri giungessero all’esistenza dalla materia inanimata era molto diffusa.

Cinque anni dopo la pubblicazione del libro di Darwin, però, Louis Pasteur annunciò i suoi risultati dopo lunghi studi ed esperimenti, ed essi smentirono la generazione spontanea, una pietra miliare della teoria di Darwin. Nella sua trionfale conferenza tenuta alla Sorbona nel 1864, Pasteur disse: “la dottrina della generazione spontanea non si riprenderà più dal colpo mortale infertogli da questo semplice esperimento".2

I sostenitori della teoria dell’evoluzione si rifiutarono per molto tempo di accettare le scoperte di Pasteur. Man mano che il progresso scientifico rivelava la complessa struttura della cellula, però, l’idea che la vita potesse giungere all’esistenza per coincidenze, affrontò un ostacolo ancora maggiore. In questo libro, esamineremo questo argomento in dettaglio.

Il problema della genetica

Un altro argomento che presentò un dilemma per la teoria di Darwin fu l’ereditarietà. Al tempo in cui Darwin sviluppò la sua teoria, la questione del modo in cui gli esseri viventi trasmettono i propri caratteri alle altre generazioni – cioè in che modo ha luogo l’ereditarietà — non era completamente compreso. Ecco perché era accettata l'ingenua credenza secondo cui l’ereditarietà fosse trasmessa attraverso il sangue.

Vaghe credenze circa l’ereditarietà portarono Darwin a fondare la sua teoria su un terreno completamente falso. Darwin ipotizzò che la selezione naturale fosse il “meccanismo dell’evoluzione”. Tuttavia una domanda restava senza risposta: in che modo questi “caratteri utili” sarebbero stati selezionati e trasmessi da una generazione all’altra? A questo punto Darwin abbracciò la teoria di Lamarck, cioè “il passaggio dei caratteri acquisiti”. Nel suo libro The Great Evolution Mystery, Gordon R. Taylor, un ricercatore sostenitore della teoria dell’evoluzione, esprime la sua opinione secondo cui Darwin sarebbe stato fortemente influenzato da Lamarck:

il lamarckismo… è noto come l’eredità delle caratteristiche acquisite… Darwin stesso, in realtà, era incline a credere che questa eredità ci fosse e citò il caso di un uomo che aveva perso le dita ed ebbe figli senza dita…. [Darwin] stesso disse di non aver preso una sola idea da Lamarck. Questo era doppiamente paradossale, perché Darwin si trastullò ripetutamente con l’idea dell’eredità dei caratteri acquisiti e, se tale idea è tanto spaventosa, è Darwin che deve essere messo sotto accusa, piuttosto che Lamarck… Nell’edizione del 1859 della sua opera, Darwin fa riferimento a ‘modifiche delle condizioni esterne’ che causano variazioni ma, in seguito, queste condizioni sono descritte come qualcosa che dirige le variazioni e coopera con la selezione naturale nel dirigerle… Ogni anno egli attribuiva sempre più effetti all’uso e al non uso… Nel 1868, quando pubblicò Le variazioni di animali e piante domestiche, egli fornì un‘intera serie di esempi della presunta ereditarietà lamarckiana: ad esempio l’uomo che aveva perso parte del mignolo e i cui figli erano nati con mignoli deformi e bambini nati con prepuzi di lunghezza molto ridotta come risultato di generazioni di circoncisioni. 3


Le leggi della genetica, scoperte da Mendel, si dimostrarono molto dannose per la teoria dell’evoluzione.

La tesi di Lamarck, come abbiamo visto in precedenza, fu però confutata dalla legge dell’ereditarietà genetica scoperta dal monaco e botanico austriaco Gregor Mendel. Il concetto di “caratteri utili”, quindi, rimase privo di sostegno. Le leggi della genetica dimostrarono che i caratteri acquisiti non sono trasmessi e l’eredità genetica avviene secondo certe leggi immutabili. Queste leggi supportano l’opinione secondo cui le specie restano invariate. Non importa quanto potessero procreare le mucche che Darwin vedeva nelle fiere zootecniche, la specie stessa non sarebbe mai cambiata: le mucche sarebbero rimaste sempre mucche.

Gregor Mendel annunciò le leggi dell’ereditarietà genetica, che aveva scoperto come frutto di lunghi esperimenti e osservazioni, in un documento scientifico pubblicato nel 1865. Il documento, però, attrasse l’attenzione della comunità scientifica solo verso la fine del secolo. Verso l’inizio del ventesimo secolo, la verità di queste leggi era stata accettata da tutta la comunità scientifica. Questo fu un grave vicolo cieco per la teoria di Darwin che cercava di basare il concetto di “caratteri utili” su Lamarck.

A questo punto dobbiamo correggere un equivoco generalizzato: Mendel si oppose non solo al modello di evoluzione di Lamarck ma anche a quello di Darwin. Come è reso chiaro dall’articolo "Mendel's Opposition to Evolution and to Darwin," pubblicato nel Journal of Heredity“, egli [Mendel] conosceva bene L’origine delle specie e si opponeva alla teoria di Darwin; Darwin sosteneva una discesa con modifiche attraverso la selezione naturale, Mendel era a favore della dottrina ortodossa della creazione delle specie. 4

Le leggi scoperte da Mendel misero il darwinismo in una posizione molto difficile. Per tali motivi, nel primo quarto del ventesimo secolo, gli scienziati che sostenevano il darwinismo cercarono di sviluppare un modello di evoluzione diverso. Nacque così il “neodarwinismo”.

Gli sforzi del neodarwinismo

Un gruppo di scienziati determinati a conciliare in un modo o nell’altro il darwinismo con la scienza della genetica, si incontrò in un convegno organizzato dalla Società Geologica d'America nel 1941. Dopo una lunga discussione, essi si accordarono sui modi per creare una nuova interpretazione del darwinismo e, nel corso degli anni successivi, specialisti produssero una sintesi dei rispettivi campi che diede vita a una teoria rivisitata dell’evoluzione.

Tra gli scienziati che parteciparono alla formulazione della nuova teoria, c’erano i genetisti G. Ledyard Stebbins e Theodosius Dobzhansky, gli zoologi Ernst Mayr e Julian Huxley, i paleontologi George Gaylard Simpson e Glenn L. Jepsen e i genetisti matematici Ronald Fischer e Sewall Right.5

Per contrastare la "stabilità genetica” (omeostasi genetica), questo gruppo di scienziati ha impiegato il concetto di “mutazione”, che era stato proposto dal botanico olandese Hugo de Vries all’inizio del ventesimo secolo. Le mutazioni erano difetti che si presentavano, per ragioni ignote, nel meccanismo ereditario degli esseri viventi. Gli organismi che subivano una mutazione sviluppavano strutture insolite, che deviavano dalle informazioni genetiche ereditate dai genitori. Si suppose che il concetto di “mutazione casuale” fornisse la risposta alla domanda sull’origine delle variazioni vantaggiose che provocavano l’evoluzione degli organismi viventi secondo la teoria di Darwin – un fenomeno che Darwin stesso non era in grado di spiegare, ma semplicemente cercava di eludere riferendosi a Lamarck. Il gruppo della Società Geologica d’America chiamò questa teoria, che fu formulata aggiungendo il concetto di mutazione alla tesi di Darwin sulla selezione naturale, la “teoria sintetica dell’evoluzione" o la “sintesi moderna”. In poco tempo, questa teoria divenne famosa come “neodarwinismo” e i suoi sostenitori divennero noti come “neodarwinisti”.

 


Gli architetti del neodarwinismo: Ernst Mayr, Theodosius Dobzhansky e Julian Huxley

 

Ma c’era un problema serio: era vero che le mutazioni cambiavano i dati genetici degli organismi viventi, eppure questo cambiamento avveniva ai danni dell’essere vivente in questione. Tutte le mutazioni osservate producevano individui sfigurati, deboli o malati e, a volte, portavano alla morte dell’organismo. Allora, nel tentativo di trovare esempi di “mutazioni benefiche” che migliorassero i dati genetici negli esseri viventi, i neodarwinisti hanno condotto molti esperimenti e molte osservazioni. Per decenni, hanno condotto esperimenti di mutazione sulle moscerini della frutta e su varie altre specie. In nessuno di questi esperimenti, però, fu possibile vedere una mutazione che migliorasse i dati genetici dell’essere vivente.

La questione della mutazione è oggi una grande impasse per il darwinismo. Nonostante la teoria della selezione naturale consideri le mutazioni come l’unica fonte di “cambiamenti benefici”, non sono state osservate mutazioni di alcun tipo che siano realmente benefiche, cioè che migliorino le informazioni genetiche. Nel capitolo che segue, considereremo la questione nei dettagli.

Un’altra impasse per i neodarwinisti deriva dai reperti fossili. Già nell’epoca di Darwin, i fossili rappresentavano un importante ostacolo alla teoria. Sebbene Darwin stesso accettasse la mancanza di fossili delle “specie intermedie”, egli prevedeva anche che altre ricerche avrebbero fornito le prove di queste forme di transizione perdute. Nonostante, però, tutti gli sforzi dei paleontologi, i reperti fossili sono rimasti sempre un ostacolo serio alla teoria. Uno alla volta, concetti quale “organi vestigiali”, “ricapitolazione embriologica” e “omologia” hanno perso ogni significato alla luce delle nuove scoperte scientifiche. Tutte queste problematiche saranno trattate in dettaglio nei capitoli successivi di questo libro.

Una teoria in crisi


Michael Denton

Abbiamo appena visto in breve l’impasse in cui si è trovato il darwinismo fin dal primo giorno in cui è stato proposto. Iniziamo ora ad analizzare le enormi dimensioni di questa impasse. In questo libro, la nostra intenzione è mostrare che la teoria dell’evoluzione non è una verità scientifica inconfutabile, come molte persone ritengono o cercano di imporre agli altri. Al contrario, ci sono evidenti contraddizioni quando la teoria dell’evoluzione viene confrontata con le scoperte scientifiche in campi diversi, quali la genetica della popolazione, l’anatomia comparata, la paleontologia, la biologia molecolare e la biochimica. In una parola, l'evoluzione è una teoria in crisi.

Ecco una descrizione del Prof. Michael Denton, biochimico australiano e noto critico del darwinismo. Nel suo libro Evolution: A Theory in Crisis (1985), Denton ha esaminato la teoria alla luce dei diversi rami della scienza e ha concluso che la teoria della selezione naturale è ben lontana dall’offrire una spiegazione della vita sulla terra. 6 L’intenzione di Denton nel presentare la sua critica, non era di dimostrare la correttezza di un altro punto di vista, ma solo di confrontare il darwinismo con i fatti scientifici. Nel corso degli ultimi due decenni, molti altri scienziati hanno pubblicato opere rilevanti che mettono in dubbio la validità della teoria dell’evoluzione di Darwin.

In questo libro esamineremo tale crisi. Indipendentemente dalla concretezza delle prove fornite, alcuni lettori non vorranno abbandonare le proprie posizioni e continueranno ad aderire alla teoria dell’evoluzione. Leggere questo libro, però, sarà in ogni caso utile anche per loro, dal momento che li aiuterà a vedere la vera situazione della teoria in cui credono, alla luce delle scoperte scientifiche.

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1 H. S. Lipson, "A Physicist's View of Darwin's Theory", Evolution Trends in Plants, cilt 2, No. 1, 1988, s. 6.
2 Sidney Fox, Klaus Dose. Molecular Evolution and The Origin of Life. New York: Marcel Dekker, 1977. s. 2
3 Gordon Rattray Taylor, The Great Evolution Mystery, London: Abacus, 1984, s. 36- 41
4 B.E. Bishop, "Mendel's Opposition to Evolution and to Darwin," Journal of Heredity 87 (1996): s. 205-213; ayrýca bkz. L.A. Callender, "Gregor Mendel: An Opponent of Descent with Modification," History of Science 26 (1988): s. 41-75.
5 Michael Denton, Evolution: A Theory in Crisis. London: Burnett Books, 1985
6 Michael Denton, Evolution: A Theory in Crisis, Burnett Books, London, 1985.

 

 

Harun Yahya

(cliccare sulla foto per entrare nel suo sito)

 

 

IRRIDUCIBILE COMPLESSITÀ

Fonte web

Uno dei concetti più importanti da usare quando si mette in questione la teoria darwinista alla luce delle scoperte scientifiche è senza dubbio il criterio che Darwin stesso usò. Nella Origine delle specie, Darwin espresse una serie di criteri concreti suggerendo in che modo la sua teoria poteva essere testata e, in mancanza di scoperte, confutata. Molti passaggi del suo libro iniziano “Se la mia teoria fosse vera" e in questi Darwin descrive le scoperte si cui la sua teoria ha bisogno. Uno dei più importanti di questi criteri riguarda i fossili e le “forme di transizione”. Nei precedenti capitoli, abbiamo esaminato come queste “profezie” di Darwin non si sono avverate e come, al contrario, i reperti fossili contraddicono completamente il darwinismo.

Oltre a ciò, Darwin ci dette un altro importante criterio con cui testare la sua teoria. Il criterio è tanto importante, scrisse Darwin, che poteva far sì che la sua teoria crollasse completamente.

Se si potesse dimostrare l'esistenza di un qualsiasi organo complesso che non abbia potuto essere formato attraverso modificazioni numerose, successive, lievi, la mia teoria dovrebbe assolutamente cadere. Ma non riesco a trovare nessun caso del genere. 312

A questo punto dobbiamo esaminare molto attentamente le intenzioni di Darwin. Come sappiamo, il darwinismo spiega le origini della vita con due inconsapevoli meccanismi naturali: la selezione naturale e i cambiamenti casuali (in altre parole, mutazioni). Secondo la teoria darwinista, questi due meccanismi portarono alla comparsa della complessa struttura delle cellule viventi nonché dei sistemi anatomici di esseri viventi complessi come occhi, orecchie, ali, polmoni, sonar dei pipistrelli e milioni di altri sistemi complessi.

Com’è, però, che questi sistemi che hanno strutture incredibilmente complicate, possono essere considerati il prodotto di due effetti naturali inconsci? A questo punto, il concetto che applica il darwinismo è quello della “riducibilità”. Si afferma che questi sistemi possono essere ridotti ai loro stati più basilari e che possono poi essersi sviluppati per fasi. Ciascuna fase dà ad un essere vivente un vantaggio leggermente maggiore e viene quindi scelto attraverso la selezione naturale. Poi, successivamente, ci sarà un altro piccolo sviluppo casuale e anche quello sarà preferito perché dà un vantaggio e il processo va vanti in questo modo. Grazie a questo, secondo le affermazioni darwiniste, una specie che in origine non aveva occhi arriva a possederne di perfetti e un’altra specie che precedentemente non era in grado di volare sviluppa ali ed è in grado di farlo.

Questa storia è spiegata in una maniera molto convincente e ragionevole nelle fonti evoluzioniste. Ma se si riflette su di essa, appare un grave errore. Il primo aspetto di questo errore è un argomento che abbiamo già studiato nelle precedenti pagine di questo libro. Le mutazioni sono distruttive, non costruttive. In altre parole, mutazioni casuali che si presentano nelle creature viventi non danno loro alcun “vantaggio” e, inoltre, l’idea che di poterlo fare migliaia di volte, l’una dopo l’altra, è un sogno che contraddice tutte le osservazioni scientifiche.

Ma c’è ancora un altro aspetto molto importante nell’errore. La teoria darwinista richiede che tutte le fasi da un punto all’altro siano “vantaggiose” per l’individuo. In un processo evolutivo dalla A alla Z (per esempio da un creatura senza ali ad una alata), tutte le forme “intermedie” B, C, D, … T, U e V lungo il percorso devono dare vantaggi all’essere vivente in questione. Poiché non è possibile che selezione naturale e mutazioni scelgano consapevolmente i loro obiettivi in precedenza, tutta la teoria si basa sull’ipotesi che i sistemi viventi possono essere ridotti a tratti discreti che possono essere aggiunti all’organismo in piccole fasi ognuna delle quali porta con sé un qualche vantaggio selettivo. Ecco perché Darwin disse, “Se si potesse dimostrare l'esistenza di un qualsiasi organo complesso che non abbia potuto essere formato attraverso modificazioni numerose, successive, lievi, la mia teoria dovrebbe assolutamente cadere”.

Dato il livello primitivo della scienza nel diciannovesimo secolo, Darwin può avere pensato che gli esseri viventi posseggono una struttura riducibile. Ma le scoperte del ventesimo secolo hanno dimostrato che molti sistemi ed organi degli esseri viventi non possono essere ridotti alla semplicità. Questo fatto, noto come “irriducibile complessità” distrugge il darwinismo come Darwin stesso aveva temuto.

İl flagellum dei batteri

La persona più importante ad aver portato il concetto di irriducibile complessità in prima linea nell'agenda scientifica è il biochimico Michael J. Behe della Lehigh University degli Stati Uniti. Nel suo libro Darwin's Black Box: The Biochemical Challenge to Evolution, pubblicato nel 1996, Behe esamina la struttura irriducibilmente complessa della cellula e una serie di altre strutture biochimiche e rivela che è impossibile spiegarle con l’evoluzione. Secondo Behe, la vera spiegazione della vita è la creazione.

Il libro di Behe fu un duro colpo per il darwinismo. Peter van Inwagen, professore di filosofia presso l’università di Notre Dame, sottolinea in questo modo l’importanza del libro:

Se il darwinismo risponde a questo importante libro ignorandolo, rappresentandolo in modo errato o ridicolizzandolo questo sarà una prova a favore del diffuso sospetto che, oggi, il darwinismo funziona più come una ideologia che come una teoria scientifica. Se possono rispondere con successo agli argomenti di Behe, questa sarà una prova importante a favore del darwinismo.313

Uno degli esempi più interessanti di irriducibile complessità che Behe dà nel suo libro è il flagellum del batterio. Questo è un organo a forma di frusta usato da alcuni batteri per muoversi in un ambiente liquido. Questo organo è inserito nella membrana cellulare e consente al batterio di muoversi in una direzione scelta ad una particolare velocità.

Gli scienziati conoscono il flagellum da qualche tempo. I suoi dettagli strutturali, però, che sono emersi solo all'incirca nell'ultima decade, si sono rivelati una grande sorpresa. Si è scoperto che il flagellum si muove per mezzo di un “organo motorio” molto complicato e non con un semplice meccanismo di vibrazione come si credeva in precedenza. Questo motore simile ad un’elica è costruito sugli stessi principi meccanici di un motore elettrico. In esso ci sono due parti principali: una parte mobile (il “rotore”) e un parte stazionaria (lo “statore”).

Il flagellum del batterio è diverso da tutti gli altri sistemi organici che producono movimento meccanico. La cellula non utilizza l’energia disponibile accumulata nelle molecole ATP. Ha, invece una fonte di energia speciale: I batteri usano l’energia che viene dal flusso di ioni attraverso le membrane cellulari esterne. La struttura interna del motore è estremamente complessa. Nella costruzione del flagellum entrano circa 240 proteine diverse. Ciascuna è attentamente posizionata. Gli scienziati hanno stabilito che queste proteine trasportano i segnali per attivare o disattivare il motore, formano giunti per facilitare il movimento su scala atomica e attivano altre proteine che collegano il flagellum alla membrana cellulare. I modelli costruiti per riassumere il funzionamento del sistema sono sufficienti a descrivere la natura complicata del sistema.

La complessa struttura del flagellum del batterio è sufficiente di per sé a demolire la teoria dell’evoluzione dal momento che esso ha una struttura irriducibilmente complessa. Se una singola molecola di questa struttura favolosamente complessa dovesse scomparire o diventare difettosa, il flagellum non potrebbe operare né essere di alcun uso per il batterio. Il flagellum deve lavorare perfettamente sin dal primo momento della sua esistenza. Questo fatto rivela ancora una volta il nonsenso dell’affermazione della teoria dell’evoluzione dello “sviluppo passo passo". In realtà non un solo biologo evoluzionista è riuscito finora a spiegare l’origine del flagellum del batterio anche se alcuni hanno tentato di farlo.

Il flagellum del batterio è una chiara prova che anche in creature che si suppone siano “primitive” c’è un progetto straordinario. Ma mano che l’umanità apprende maggiori dettagli diventa sempre più ovvio che gli organismi che gli scienziati del diciannovesimo secolo, compreso Darwin, consideravano i più semplici, sono in realtà tanto complessi quanto gli altri.

Segni della creazione nell’occhio umano

L’occhio umano è un sistema molto complesso che consiste della delicata unione di circa 40 elementi separati. Prendiamo in considerazione solo uno di questi componenti: per esempio, il cristallino. In genere non ce ne rendiamo conto, ma la cosa che ci consente di vedere le cose chiaramente è la costante messa a fuoco automatica del cristallino. Se si vuole, si può fare un piccolo esperimento su questo tema: Tenere alto in aria il dito indice: Poi guardare il dito e poi la parete dietro di esso. Ogni volta che lo sguardo passa dal dito alla parete si percepisce una regolazione.

Questa regolazione è fatta da piccoli muscoli intorno al cristallino. Ogni volta che guardiamo qualcosa, questi muscoli entrano in azione e ci consentono di vedere chiaramente quello che stiamo guardando modificando lo spessore del cristallino e ruotandolo nell’angolazione giusta rispetto alla luce. Il cristallino compie regolazioni ogni secondo della nostra vita e non fa alcun errore. I fotografi fanno a mano le stesse regolazioni nelle loro macchine fotografiche e a volte devono lottare per un certo tempo per avere la giusta messa a fuoco. Negli ultimi 10-15 anni, la moderna tecnologia ha prodotto macchine fotografiche che mettono a fuoco automaticamente, ma nessuna può farlo tanto rapidamente e bene come un occhio.

Perché un occhio possa vedere, i circa 40 componenti di base che lo costituiscono devono essere presenti e lavorare perfettamente assieme allo stesso tempo. Il cristallino è solo uno di essi. Se tutti gli altri componenti, come cornea, iride, pupilla, retina e muscoli oculari sono tutti presenti e funzionano coerttamente, ma manca solo la palpebra, allora l’occhio avrà presto seri danni e cesserà di svolgere la sua funzione. Allo stesso modo, se tutti i sottositemi esistono ma cessa la produzione di lacrime, allora l’occhio si asciuga e diventa cieco in poche ore.

L’affermazione della teoria dell’evoluzione della "riducibilità” perde ogni significato di fonte alla complessa struttura dell’occhio. Il motivo è che, perché l’occhio funzioni, tutte le parti devono essere presenti allo stesso tempo. È impossibile, naturalmente, che i meccanismi della selezione naturale e della mutazioni abbiano dato origine alle dozzine di diversi sottosistemi dell’occhio quando non possono dare alcun vantaggio fino all’ultima fase. Il professor Ali Demirsoy accetta questa verità con queste parole:

È piuttosto difficile rispondere ad una terza obiezione. Come fu possibile che un organo complicato emergesse all’improvviso anche se portava benefici con sé? Per esempio come comparvero all’improvviso cristallino, retina, nervo ottico e le altre parti che nei vertebrati svolgono un ruolo nella vista? Perché la selezione naturale non può scegliere separatamente tra nervo visino e retina. L’emergere del cristallino non ha alcun significato in assenza della retina. Lo sviluppo contemporaneo di tutte le strutture della vista è inevitabile. Poiché parti che si sviluppano separatamente non possono essere usate, esse sarebbero tutte insignificanti e, forse, scomparirebbero col tempo. Allo stesso tempo il loro sviluppo contemporaneo richiede la presenza contemporanea di probabilità inimmaginabilmente piccole.314

Quello che il prof Demirsoy intende realmente con “probabilità inimmaginabilmente piccole” è fondamentalmente una “impossibilità”. È chiaramente impossibile che l’occhio umano sia il prodotto del caso. Anche Darwin aveva grandi difficoltà rispetto a ciò e in una lettera egli ammise persino “Ricordo il tempo in cui il pensiero dell'occhio mi faceva agghiacciare".315

Nell’Origine delle specie, Darwin ebbe grandi difficoltà davanti alla complessità dell’occhio. La sola soluzione che trovò fu indicare la struttura oculare più semplice trovata in alcune creature come l’origine di occhi più complessi trovati in altre. Egli affermò che occhi più complessi si erano evoluti da quelli più semplici. Questa affermazione, però, non riflette la verità. La paleontologia dimostra che gli esseri viventi comparvero nel mondo con le loro strutture straordinariamente complesse già intatte. Il sistema di vista più antico che si conosca è l’occhio del trilobite. Questa struttura di occhio composita di 530 milioni di anni, a cui abbiamo accennato in un capitolo precedente, è una “meraviglia ottica” che operava con un sistema a doppio cristallino. Questo fatto invalida completamente l’assunto di Darwin che gli occhi complessi si sono evoluti da occhi “primitivi”.

La struttura irriducibile dell’occhio “primitivo”

Resta da dire che gli organi descritti da Darwin come occhi “primitivi” in realtà hanno una struttura complessa e irriducibile che non può essere mai spiegato dal caso. Anche nella forma più semplice, perché ci sia la vista, alcune delle cellule di una creatura devono diventare fotosensibili – cioè devono avere la capacità di trasformare questa sensibilità alla luce in segnali elettrici; deve essere presente una rete nervosa da queste cellule verso il cervello; si deve formare un centro visivo nel cervello per valutare le informazioni. Non ha senso proporre che tutte queste cose venenro fuori per caso, allo stesso tempo e nello stesso essere vivente. Nel suo libro Evrim Kurami ve Bagnazlik (The Theory of Evolution and Bigotry), scritto per difendere la teoria dell’evoluzione, lo scrittore evoluzionista Cemal Yildirim ammette questo fatto nel modo che segue:

Per la vista, un gran numero di meccanismi devono operare assieme. Oltre all’occhio e ai meccanismi al suo interno, possiamo citare i collegamenti tra centri speciali del cervello e l’occhio. Come venne fuori questa complessa creazione di sistema? Secondo i biologi, il primo passo nella comparsa dell’occhio durante il processo evolutivo fu l’apparire di una piccola area fotosensibile sulla pelle di alcuni esseri viventi primitivi. Ma che vantaggio avrebbe dato un così piccolo sviluppo ad un essere vivente nella selezione naturale? Oltre a questo c’è bisogno che sia formato un centro visivo nel cervello e un sistema nervoso collegato ad esso. Fino a quando questi meccanismi piuttosto complicati non sono collegati l’uno all’altro, non possiamo aspettarci che emerga quella che chiamiamo vista”. Darwin pensava che le variazioni emergevano per caso. Se fosse così, la comparsa di tutte le molte variazioni richieste dalla vista in vari punti dell’organismo allo stesso tempo e il loro funzionare assieme non si rivelerebbe un puzzle mistico?...Comunque, per la vista è necessaria una serie di cambiamenti complementari che operano assieme in armonia e cooperazione...Gli occhi di alcuni molluschi hanno retina, cornea e un cristallino in tessuto di cellulosa proprio come i nostri. Ora com’è possibile spiegare i processi evolutivi di questi due tipi molto diversi che richiedono una serie di eventi casuali solo con la selezione naturale? È materia di dibattito se i darwinisti sono stati in grado di dare una risposta soddisfacente a questa domanda...316

Questo problema è tanto grande dal punto di vista evoluzionista che più guardiamo da vicino i dettagli tanto più la teoria si trova in imbarazzo. Un importante "dettaglio" a cui guardare è l'affermazione circa "la cellula che divenne fotosensibile". I darvinisti lo spiegano dicendo, “la vista potrebbe essere cominciata da una singola cellula diventata fotosensibile”. Ma che tipo di design si suppone abbia avuto una tale struttura?

La chimica della vista

Nel suo libro Darwin's Black Box, Michael Behe, sottolinea che la struttura della cellula vivente e tutti gli altri sistemi biochimici erano “scatole nere” sconosciute per Darwin e i suoi contemporanie. Darwin ipotizzava che queste scatole nere avessero strutture molto semplici e potevano essere comparse per caso. Ora, però, la moderna biochimica ha aperto queste scatole nere ed ha rivelato la struttura irriducibilmente complessa della vita. Behe afferma che i commenti di Darwin sulla comparsa dell’occhio sembravano convincenti a causa del livello primitivo della scienza del diciannovesimo secolo.

Darwin persuase molta parte del mondo che l’occhio moderno si era evoluto gradualmente da una struttura più semplice, ma non cercò nemmeno di spiegare qual era il suo punto di partenza – il punto relativamente semplice fotosensibile. Al contrario, Darwin trascurò la domanda sull’origine ultima dell’occhio...Aveva un eccellente motivo per declinare la domanda: era assolutamente al di là della scienza del diciannovesimo secolo. İn che modo funziona l’occhio, cioè cosa accade quando un fotone colpisce per la prima volta la retina, semplicemente non poteva avere risposta a quel tempo.317

Quindi, come funzione questo sistema che Darwin semplicemente interpretò come una struttura semplice? In che modo le cellule dello strato retinale percepiscono i raggi di luce che cadono su di esse?

La risposta a questa domanda è piuttosto complicata. Quando i fotoni colpiscono le cellule della retina, attivano una reazione a catena, simile ad un effetto domino. Il primo pezzo del domino è una molecola chiamata 11-cis-retinale, che è sensibile ai fotoni. Quando è colpita da un fotone, questa molecola cambia forma e assume quella di una proteina chiamata rodopsina a cui è strettamente legata. La rodopsina, poi, prende una forma che le consente di aderire ad un’altra proteina residente nella cellula chiamata “transducina”.

Prima di reagire con la rodopsina, la transducina si lega ad un’altra molecola chiamata GDP. Quando si collega alla rodopsina, la transducina rilascia la molecola GDP e si lega ad una nuova molecola chiamata GTP. Ecco perché il nuovo complesso che consiste delle due proteine (rodopsina e trasducina) e di una molecola più piccola (GTP) si chiama "GTP-transducina-rodopsina”.

Ma il processo è appena iniziato. Il nuovo complesso GTP-trasducina- rodospina, può ora legarsi rapidamente ad un’altra proteina residente nella cellula chiamata “fosfodiesterasi”. Questo consente alla proteina fosfodiesterasi di tagliate ancora un’altra molecola residente nella cellula chiamata cGMP. Poiché questo processo ha luogo in milioni di proteine della cellula, la concentrazione di cGMP diminuisce improvvisamente.

In che modo tutto questo contribuisce alla vista? L’ultimo elemento della reazione a catena fornisce la risposta. La caduta nel quantitativo di cGMP influenza i canali ionici della cellula. Il cosiddetto canale ionico è una struttura composta di proteine che regolano il numero di ioni di sodio all’interno della cellula. In condizioni normali, il canale ionico consente agli ioni di sodio di fluire nella cellula mentre un’altra molecola elimina gli ioni in eccesso per mantenere l’equilibrio. Quando il numero di molecole cGMP crolla, lo fa anche il numero di ioni di sodio. Questo porta ad uno squilibrio di carica nella membrana che stimola le cellule nervose collegate a quelle cellule formando quello che viene chiamato un “impulso elettrico”. I nervi trasportano l’impulso fino al cervello e lì avviene la “vista. 318

In breve, un singolo fotone colpisce una singola cellula e, attraverso uan serie di reazioni a catena, la cellula produce un impulso elettrico. Questo stimolo è modulato dall’energia del fotone – cioè dall’intensità della luce. Un altro fatto affascinante è che tutti i processi descritti finora avvengono in non più di un millesimo di secondo. Appena questa reazione a catena è completata, altre proteine specializzate all’interno della cellula riportano elementi quali 11-cis-retinale, rodopsina e transducina ai loro stati originali. L’occhio è sotto un costante flusso di fotoni e le reazioni a catena nelle cellule sensibili dell’occhio gli consentono di percepire ciascuno di essi.

Il processo della vista è in realtà molto più complicato di quanto descritto qui. Questa breve panoramica, tuttavia, è sufficiente a dimostrare la straordinaria natura del sistema. C’è un sistema così complesso, finemente calcolato all’interno dell’occhio che non ha senso affermare che potrebbe essere venuto fuori per caso. Il sistema ha una struttura irriducibilmente complessa. Se anche una delle molte parti molecolari che entrano nella reazione a catena mancasse o non avesse una struttura adatta, il sistema non funzionerebbe affatto.

È chiaro che questo sistema infligge un duro colpo alla spiegazione di Darwin della vita per "caso". Michael Behe fa questo commnto sulla chimica dell’occhio e la teoria dell’evoluzione:

Ora che la scatola nera della visione è stata aperta, non è più sufficiente per una spiegazione evolutiva di tale potere considerare solo le strutture anatomiche degli occhi interi, come faceva Darwin nel diciannovesimo secolo) e come coloro che divulgano l’evoluzione continuano a fare oggi). Ciascuna delle fasi e delle strutture anatomiche che Darwin pensava fossero così semplici in realtà coinvolgono processi biochimici eccezionalmente complicati che non possono insabbiati con la retorica 319.

La struttura irriducibilmente complessa dell’occhio non solo confuta definitivamente la teoria di Darwin ma dimostra anche che la vita è stata creata da Dio saggio e che tutto può.

L’occhio dell’aragosta

Ci sono molti tipi diversi di occhi nel mondo vivente. Siamo abituati all’occhio tipo macchina fotografica dei vertebrati. Questa struttura funziona sul principio della rifrazione della luce che cade sul cristallino ed è messa a fuoco in un punto dietro il cristallino stesso all’interno dell’occhio.

Gli occhi di altre creature, però, funzionano su metodi molto diversi. Un esempio è l’aragosta. L’occhio dell’aragosta funziona sul principio della riflessione piuttosto che su quello della rifrazione.

La caratteristica principale dell’occhio dell’aragosta è la sua superficie che è composta di numerosi quadrati. Come mostra la figura, questi quadrati sono posizionati in modo estremamente preciso. Come ha commentato un astronomo di Science: “l’aragosta è l’animale meno rettangolare che ho mai visto. Ma la microscopio l’occhio dell’aragosta appare come una carta millimetrata perfetta”.320

Questi quadrati ben disposti sono in realtà le terminazioni di piccoli tubi quadrati che formano una struttura simile ad un nido d’ape. A prima vista, il nido d’ape sembra essere formato da esagono anche se, in realtà, sono la parte anteriore di prismi esagonali. Nell’occhio dell’aragosta ci sono quadrati al posto degli esagoni.

Ancora più intrigante è che i lati di ciascuno di questi tubi quadrati sono come specchi che riflettono la luce in arrivo. Questa luce riflessa è messa a fuoco perfettamente sulla retina. I lati dei tubi all’interno dell’occhio sono posizionati ad angoli perfetti in modo che mettono tutti a fuoco in un singolo punto.

La natura straordinaria di questo sistema non può assolutamente essere messa in discussione. Tutti questi perfetti tubi quadrati hanno uno strato che funziona come uno specchio. Inoltre, ciascuna di queste cellule è posizionata attraverso precisi allineamenti geometrici in modo che tutti mettono a fuoco la luce in un singolo punto.

Michael Land, scienziato e ricercatore presso l’università del Sussex in Inghilterra, fu il primo ad esaminare in dettaglio la struttura dell’occhio dell’aragosta. Land affermò che l’occhio aveva una struttura stupefacente. 321

È ovvio che l’occhio dell’aragosta presenta una grande difficoltà per la teoria dell’evoluzione. Quello che è più importante, è un esempio del concetto di “irriducibile complessità”. Se anche una delle sue caratteristiche – come le sfaccettature dell’occhio, che sono perfettamente quadrate, i lati a specchio di ciascuna unità o lo strato di retina sul retro – fosse eliminata, l’occhio non potrebbe mai funzionare. È quindi impossibile sostenere che l’occhio si è evoluto fase per fase. È scientificamente ingiustificabile ipotizzare che una struttura tanto perfetta come questa possa essere venuta fuori per caso. È assolutamente chiaro che l’occhio dell’aragosta fu creato da Dio come un sistema miracoloso.

Si possono trovare ulteriori tratti nell’occhio dell’aragosta che rendono nulle le affermazioni degli evoluzionisti. Un fatto interessante emerge quando si osservano creature con strutture oculari simili. L’occhio riflettente, di cui quello dell’aragosta è un esempio, si trova solo in un gruppo di crostacei, i cosiddetti decapodi dal corpo lungo. Questa famiglia comprende aragoste, gamberetti e gamberi.

Gli altri membri della classe dei Crustacea presentano “la struttura dell’occhio a tipo rifrangente” che opera su principi completamente diversi rispetto al tipo riflettente. In questo caso l’occhio è costituito di centinaia di cellule come un nido d’ape. A differenza delle celle quadrate dell’occhio dell’aragosta, queste celle sono esagonali o rotonde. Inoltre, invece di riflettere la luce, piccole lenti nelle celle riflettono la luce sul fuoco dell retina.

La maggior parte dei crostacei ha la struttura oculare rifrangente. Secondo le ipotesi degli evoluzionisti, tutte le creature della classe dei Crustacea dovrebbero essersi evolute dallo stesso antenato. Quindi gli evoluzionisti sostengono che l’occhio a specchio riflettente si è evoluto da un occhio rifrangente.

Questo ragionamento, però, è impossibile perché entrambe le strutture oculari funzionano perfettamente nel loro sistema e non ha spazio per alcuna fase di “transizione”. Un crostaceo sarebbe rimasto senza vista e sarebbe stato eliminato dalla selezione naturale se il cristallino rifrangente del suo occhio fosse diminuito e sostituito con superfici a specchio riflettente.

È quindi certo che entrambe queste strutture oculari furono progettate e create separatamente. C’è una tale straordinaria precisione geometrica in questi occhi che credere che vennero fuori per caso è semplicemente assurdo.

Segnali della creazione nell’orecchio

Un altro esempio interessante di organi irriducibilmente complessi negli esseri viventi è l’orecchio umano.

Come si sa comunemente, il processo dell’udito inizia con le vibrazioni nell’aria. Queste vibrazioni sono amplificate nell’orecchio esterno. La ricerca ha dimostrato che la parte di orecchio esterno nota come padiglione auricolare opera come una specie di megafono e le onde sonore sono intensificate nel canale uditivo. In questo modo, il volume delle onde sonore aumenta notevolmente.

In suono intensificato in questo modo entra nel canale uditivo esterno. Questa è l’area dall’orecchio esterno verso il timpano. Una caratteristica interessante del canale uditivo, che è lungo circa tre centimetri e mezzo, è il cerume che secerne costantemente. Questo liquido contiene proprietà antisettiche che tengono fuori batteri e insetti. Inoltre, le cellule della superficie del canale uditivo sono allineate a spirale diretta verso l’esterno in modo che il cerume scorre sempre verso l’esterno dell’orecchio mentre è secreto.

Le vibrazioni sonore che passano lungo il canale uditivo, raggiungono in questo modo il timpano. Questa membrana è così sensibile che può percepire vibrazioni anche a livello molecolare. Grazie alla squisita sensibilità del timpano, si può facilmente udire chi mormora da metri di distanza. Oppure si possono sentire le vibrazioni prodotte nello sfregare due dita tra loro. Un’altra caratteristica straordinaria del timpano e che, dopo aver ricevuto una vibrazione, torna allo stato normale. Calcoli hanno rivelato che, dopo aver percepito le più piccole vibrazioni, il timpano diventa immobile entro massimo quattro millesimi di secondo. Se non diventasse di nuovo immobile tanto rapidamente, ogni suono che udiamo echeggerebbe nelle nostre orecchie.

Il timpano amplifica le vibrazioni che lo raggiungono e le invia alla regione dell’orecchio medio. Qui ci sono tre ossa in un equilibrio estremamente delicato tra loro. Queste tre ossa sono note come martello, incudine e staffa; la loro funzione è amplificare le vibrazioni che le raggiungono dal timpano.

Ma l’orecchio medio possiede anche una specie di “tampone” per ridurre livelli di suono eccessivamente alti. Questa funzione è data da due dei muscoli più piccoli del corpo che controllano martello, incudine e staffa. Questi muscoli consentono a rumori eccezionalmente alti di essere ridotti prima di raggiungere l'orecchio interno. Grazie a questo meccanismo, udiamo suoni abbastanza forti da creare uno shock al sistema a volume ridotto. Questi muscoli sono involontari e entrano in azione automaticamente in modo che anche se siamo addormentati e c’è un suono forte accanto a noi, immediatamente si contraggono e riducono l’intensità della vibrazione che raggiunge l’orecchio interno.

L’orecchio medio, che ha un disegno perfetto, deve mantenere un importante equilibrio. La pressione dell’aria all'interno dell’orecchio medio deve essere la stessa di quella al di là del timpano, in altre parole la stessa pressione di quella dell’atmosfera. Ma si è pensato a questa pressione ed è stato costruito un canale tra l’orecchio medio e il mondo esterno che consente lo scambio di aria. Questo canale è la tromba di Eustachio, un tubo cavo che va dall’orecchio interno alla cavità orale.

L’orecchio interno

Si noterà che tutto quello che abbiamo esaminato finora riguardale vibrazioni nell’orecchio esterno e medio. Le vibrazioni sono costantemente mandate avanti ma finora non c’è niente se non un movimento meccanico. In altre parole, non c’è ancora alcun suono.

Il processo attraverso cui questi movimenti meccanici cominciano a diventare suoni inizia nell’area nota come orecchio interno. L’orecchio interno è un organo a forma di spirale pieno di liquido. Questo organo si chiama coclea.

L’ultima parte dell’orecchio interno è l’osso detto staffa che è collegato alla coclea per mezzo di una membrana. Le vibrazioni meccaniche dell’orecchio medio sono inviate al liquido dell’orecchio interno da questa connessione.

Le vibrazioni che raggiungono il liquido dell’orecchio interno creano effetti onda nel liquido stesso. Le pareti interne della coclea sono rivestite da strutture simili a piccoli peli, chiamati stereocilia, che sono influenzati da questo effetto onda. Questi minuscoli peli si muovono in stretto accordo con il movimento del liquido. Se viene emesso un suono forte, più peli si piegano in modo più forte. Ogni frequenza diversa nel mondo esterno creano effetti diversi sui peli.

Ma qual è il significato del movimento di questi peli? Cosa ha a che fare il movimento di piccoli peli della coclea nell’orecchio interno con l’ascolto di un concerto di musica classica, il riconoscimento della voce di un amico, l’udire il rumore di una macchina o distinguere milioni di altri tipi di suono?

La risposta è quanto mai interessante e una volta ancora rivela la complessità del design dell’orecchio. Ciascuno dei piccoli peli che copre le pareti interne della coclea è in realtà un meccanismo che sta in cima a 16.000 cellule pilifere. Quando questi peli percepiscono una vibrazione, si muovono e si spingono l’un l’altro, proprio come un domino. Questo movimento apre canali nelle membrane delle cellule che stanno al di sotto dei peli. E questo consente l’afflusso di ioni nelle cellule. Quando i peli si muovono nella direzione opposta, questi canali si chiudono di nuovo. Quindi questo costante movimento dei peli causa costanti cambiamenti nell’equilibrio chimico all’interno delle cellule sottostanti che, a loro volta, consentono loro di produrre segnali elettrici. Questi segnali elettrici sono inviati al cervello da nervi e il cervello poi li elabora trasformandoli in suono.

La scienza non è stata in grado si spiegare tutti i dettagli tecnici di questo sistema. Mentre producono questi segnali elettrici, le cellule dell’orecchio interno riescono anche a trasmettere frequenze, intensità e ritmi che vengono dall’esterno. Questo è un processo così complicato che la scienza finora non è stata in grado si stabilire se la distinzione della frequenza ha luogo nell’orecchio interno o nel cervello.

A questo punto c’è un fatto interessante da considerare riguardo al movimento dei piccoli peli sulle cellule dell’orecchio interno. In precedenza abbiamo detto che i peli ondeggiano in avanti e all’indietro spingendosi a vicenda come un domino. Ma di solito il movimento di questi piccoli peli è molto piccolo. La ricerca ora ha dimostrato che un movimento dell’ampiezza di un atomo può essere sufficiente a scatenare la reazione nella cellula. Esperti che hanno studiato la materia fanno un esempio molto interessante per descrivere la sensibilità di questi piccoli peli. Se immaginiamo che un pelo sia alto quanto la torre Eiffel, l’effetto sulla cellula attaccata ad esso inizia con un movimento equivalente a solo 3 centimetri sulla cima della torre. 322

Altrettanto interessante è la questione del come questi piccoli peli possono muoversi in un secondo. Questo cambia secondo la frequenza del suono. Se la frequenza aumenta, il numero di volte in cui questi piccoli peli possono muoversi raggiunge livelli incredibili: Per esempio, un suono con una frequenza di 20.000 fa sì che questi piccoli peli si muovano 20.000 volte al secondo.

Tutto quello che abbiamo esaminato finora ci dimostra che l’orecchio ha una struttura straordinaria. ad un esame più attento diventa evidente che questa struttura è irriducibilmente complessa, in quanto perché avvenga l'udito, è necessario che tutte le parti che compongono il sistema uditivo siano presenti e funzionino in ordine. Basta togliere una di esse - per esempio il martello nell’orecchio medio – o danneggiarne la struttura e non si potrà più udire alcunché. Per udire, elementi come timpano, martello, incudine e staffa, membrana dell’orecchio interno, coclea, liquido all’interno della coclea, i piccoli peli che trasmettono le vibrazioni al liquido delle sottostanti cellule sensoriali, le cellule stesse, la rete nervosa che va da esse al cervello e il centro dell’udito nel cervello devono tutti esistere perfettamente in ordine. Il sistema non può svilupparsi “per fasi” perché le fasi intermedie non avrebbero avuto alcuno scopo.

Errori degli evoluzionisti riguardo alle origini dell’orecchio

Il sistema irriducibilmente complesso dell’orecchio è qualcosa che gli evoluzionisti non possono mai spiegare in modo soddisfacente. Quando guardiamo le teorie che gli evoluzionisti occasionalmente propongono, ci troviamo di fronte ad una logica facilona e superficiale. Per esempio, lo scrittore Veysel Atayman che ha tradotto in turco il libro book Im Anfang War der Wasserstoff (Al principio era l’idrogeno, del biologo tedesco Hoimar von Ditfurth ed è ora considerato come un “esperto dell’evoluzione” dai media turchi, riassume la sua teoria “scientifica” sulle origini dell’orecchio e la cosiddetta evidenza di ciò, In questo modo:

Il nostro organo dell’udito, l’orecchio, emerse come risultato dell’evoluzione degli strati dell’endoderma e dell’esoderma che noi chiamiamo pelle. Una prova di ciò è che è che percepiamo suoni bassi nella pelle dello stomaco! 323

In altre parole, Atayman pensa che l’orecchio si è evoluto dalla pelle normale di altre parti del nostro corpo e vede il nostro percepire suoni bassi nella pelle come prova di ciò.

Consideriamo prima la “teoria” di Atayman e poi la cosiddetta “prova” che offre. Abbiamo appena visto che l'orecchio è una struttura complessa costituita da dozzine di parti diverse. Proporre che questa struttura emerse con “l’evoluzione di strati di pelle” è, in pratica, costruire castelli in aria. Quale mutazione o selezione naturale poteva far sì che avvenisse tale evoluzione? Quale parte dell’orecchio si formò per prima? In che modo quella parte, prodotto di coincidenze, poteva essere stata scelta dalla selezione naturale anche se non aveva alcuna funzione? In che modo il caso produsse tutti i sensibili equlibri meccanici dell’orecchio: timpano, martello, incudine e staffa, i muscoli che li controllano, orecchio interno, coclea, liquido in essa, i piccoli peli, le cellule sensibili al movimento, le loro connessioni nervose, ecc?

Gli evoluzionisti non hanno risposte a queste domande. In realtà suggerire che tutta questa complessa struttura è solo un “caso” è davvero una sfida all’intelligenza umana. Ma, secondo le parole di Michael Denton per i darwinisti “l’idea è accettata senza ombra di dubbio – il paradigma ha la precedenza!"324

Al di là dei meccanismi della selezione naturale e della mutazione, gli evoluzionisti credono davvero in una “bacchetta magica” che fa venire fuori i sistemi più complessi per caso.

La “prova” che Atayman fornisce per questa teoria immaginaria è ancora più interessante. Egli dice “Il nostro percepire suoni bassi nella pelle ne è la prova”. Quello che chiamiamo suono in realtà consiste di vibrazioni nell’aria. Poiché le vibrazioni sono un effetto fisico, è normale che possono essere percepite dal senso del tatto. Per questo motivo è del tutto normale che dobbiamo essere in grado si percepire fisicamente suoni alti e bassi. Inoltre questi suoni influenzano anche fisicamente il corpo. La rottura di un vetro in un ambiente sotto alte intensità di suono ne è un esempio. La cosa interessante è che lo scrittore evoluzionista Atayman pensa che questi effetti sono una prova dell’evoluzione dell’orecchio. La logica che Atayman impiega è la seguente: “l’orecchio percepisce le onde sonore, la pelle è influenzata da queste vibrazioni, quindi l’orecchio si è evoluto dalla pelle”. Seguendo la logica di Atayman si potrebbe anche dire, “l’orecchio percepisce le onde sonore, il vetro è influenzato da esse, quindi l’orecchio si è evoluto dal vetro”. Una volta superati i limiti della ragione non c’è “teoria” che non possa essere proposta.

Altri scenari che gli evoluzionisti avanzano riguardo all’origine dell’orecchio sono sorprendentemente inconsistenti. Gli evoluzionisti sostengono che tutti i mammiferi, compresi gli esseri umani, si sono evoluti dai rettili. Ma come abbiamo visto prima, le strutture dell’orecchio dei rettili sono molto diverse da quelle dei mamiferi. Tutti i mammiferi hanno la struttura dell’orecchio interno formata di tre ossi che abbiamo appena descritto mentre nell’orecchio medio dei rettili c’è un solo osso. In risposta a ciò, gli evoluzionisti sostengono che quattro ossa separate nella mascella dei rettili cambiarono posto per caso e “migrarono” nell’orecchio medio e che, sempre per caso, assunsero la forma giusta per diventare incudine e staffa. Secondo questo scenario immaginario, il singolo osso dell’orecchio interno dei rettili cambiò forma e diventò il martello e l’equilibrio eccezionalmente delicato tra i tre ossi dell’orecchio medio si formò per caso. 325

Questa fantastica affermazione, non basata su alcuna scoperta scientifica (non corrisponde ad alcunché nei reperti fossili) è estremamente contraddittoria. Il punto più importante è che un tale cambiamento immaginario avrebbe lasciato una creatura sorda. Naturalmente un essere vivente non può continuare ad udire se le ossa della mascella iniziano lentamente ad entrare nell’orecchio interno. Una tale specie sarebbe stata in svantaggio rispetto ad altri esseri viventi e sarebbe stata eliminata secondo quello che gli evoluzionisti stessi credono.

D’altro canto, un essere vivente le cui ossa mascellari si muovessero verso l’orecchio sarebbe finito con una mascella difettosa. La capacità di masticazione di questa creatura sarebbe di molto diminuita e persino scomparsa totalmente. Anche questo sarebbe stato uno svantaggio per la creatura e ne avrebbe causato l’eliminazione.

In breve, i risultati che emergono quando si esamina la struttura dell'orecchio e le sue origini invalidano chiaramente le ipotesi degli evoluzionisti. L’enciclopedia Grolier Encyclopedia, una fonte evoluzionista, ammette che "l’origine dell’orecchio è ammantata di incertezza."326 In realtà, chiunque studi il sistema dell’orecchio con buon senso può facilmente vedere che è il prodotto della magnifica creazione di Dio.

La riproduzione del Rheobatrachus Silus

L’irriducibile complessità non è una caratteristica che vediamo solo a livello biochimico o in organi complicati. Molti sistemi biologici posseduti da esseri viventi sono irriducibilmente complessi e per questo motivo invalidano la teoria dell’evoluzione. Lo straordinario metodo riproduttivo del Rheobatrachus silus, una specie di rana che vive in Australia, ne è un esempio.

Le femmine di questa specie usano un metodo affascinante per proteggere le uova dopo che sono state fertilizzate. Le ingoiano. I girini restano nello stomaco e crescono per le prime sei settimane dopo la schiusa. Come è possibile che possano restare nello stomaco della madre tanto a lungo senza essere digeriti?

È stato creato un sistema perfetto per consentire che ciò avvenga. Per prima cosa la femmina smette di mangiare e bere per quelle sei settimane il che significa che lo stomaco è riservato solo ai girini. Un altro pericolo, però, è il regolare rilascio di acido idroclorico e pepsina nello stomaco. Questi elementi chimici di normalmente ucciderebbero rapidamente la prole. Questo è impedito, però, da una misura speciale. I fluidi dello stomaco della madre sono neutralizzati da una sostanza ormonale, la prostaglandina E2, che è secreta prima dai gusci delle uova e poi dai girini. Quindi i piccoli crescono sani anche se nuotano in una pozza di acido.

The females of this species hide their young in their stomachs throughout the incubation period, and then give birth to them through their mouths. But in order for this to happen, a number of adjustments have to be made, all at the same time and with no mistakes allowed: The egg-structure has to be set up, the stomach acid must be neutralized, and the mothers have to be able to live for weeks without feeding.

Come si nutrono i girini nello stomaco vuoto? Anche a questo è stata data una soluzione. Le uova di questa specie sono significativamente più grandi di altre e contengono un tuorlo molto ricco di proteine sufficiente a nutrire i girini per sei settimane. Anche il momento della nascita è predisposto perfettamente. L’esofago della rana femmina si dilata durante la nascita proprio come la dilatazione che avviene nei mammiferi durante il parto. Dopo l’uscita dei piccoli, esofago e stomaco tornano normali e la femmina inizia di nuovo a nutrirsi. 327

Il miracoloso sistema riproduttivo del Rheobatrachus silus invalida chiaramente la teoria dell’evoluzione perché tutto il sistema è irriducibilmente complesso. Ogni fase deve avvenire completamente in ordine perché le rane sopravvivano. La madre deve inghiottire le uova e smettere completamente di nutrirsi per sei settimane. Le uova devono rilasciare una sostanza ormonale per neutralizzare gli acidi dello stomaco. Un’altra necessità è il tuorlo d’uovo straordinariamente ricco di proteine. L’allargamento dell’esofago della femmina non può essere una coincidenza. Se tutte queste cose non avvenissero nella sequenza richiesta le piccole rane non sopravviverebbero e la specie si estinguerebbe.

Questo sistema, quindi, non può essersi sviluppato fase per fase, come asserisce la teoria dell’evoluzione. La specie esiste con tutto il sistema intatto sin da quando il primo esemplare venne all’esistenza. Un altro modo di dirle è che fu creata.

Conclusioni

In questa sezione abbiamo esaminato solo alcuni esempi del concetto di irriducibile complessità. In realtà la maggior parte degli organi e di sistemi degli esseri viventi ha questa caratteristica. A livello biochimico, in particolare, i sistemi funzionano attraverso il lavoro congiunto di una serie di parti indipendenti e non possono in alcun modo essere ridotti ad ulteriore semplicità. Questo fatto invalida il darwinismo che cerca di spiegare le meravigliose funzioni della vita con processi casuali. Darwin disse che “se si potesse dimostrare l'esistenza di un qualsiasi organo complesso che non abbia potuto essere formato attraverso modificazioni numerose, successive, lievi, la mia teoria dovrebbe assolutamente cadere”. Oggi la moderna biologia ne ha rivelato innumerevoli esempi. Si può solo concludere che il darwinismo è “assolutamente” caduto.

La filosofia materialista fonda le sue basi sulla teoria dell’evoluzione. Il materialismo poggia sulla supposizione che tutto quello che esiste è materia. Secondo questa filosofia, la materia esiste sin dall’eternità, continuerà ad esistere per sempre e non c’ niente altro che la materia. Per dare sostegno alle loro affermazioni, i materialisti usano la logica detta “riduzionismo”. Questa è l’idea secondo cui anche cose non osservabili possono essere spiegate da cause materiali.

Per chiarire meglio questi argomenti, prendiamo l’esempio della mente umana. È evidente che la mente non può essere toccata o vista. Inoltre, non ha alcun centro nel cervello umano. Questa situazione inevitabilmente ci porta alla conclusione che la mente è un concetto al di là della materia. Quindi, l’essere a cui ci riferiamo come “io” che pensa, ama, ha paura, si preoccupa o prova piacere o dolore non è un essere materiale come un sofà, un tavolo o una pietra.

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312 Charles Darwin, The Origin of Species: A Facsimile of the First Edition, Harvard University Press, 1964, p. 189. (emphasis added)
313 Peter van Inwagen, Review about Michael Behe's Darwin's Black Box.
314 Prof. Dr. Ali Demirsoy, Kalitim ve Evrim (Inheritance and Evolution), Meteksan Publications, Ankara, p. 475. (emphasis added)
315 Norman Macbeth, Darwin Retried: An Appeal to Reason, Harvard Common Press, 1971, p. 131.
,316 Cemal Yildirim, Evrim Kurami ve Bagnazlik (Theory of Evolution and Bigotry), Bilgi Publications, January 1989, pp. 58-59. (emphasis added).
317 Michael J. Behe, Darwin's Black Box, The Free Press, New York, 1996, p. 18.
318 Michael J. Behe, Darwin's Black Box, The Free Press, New York, 1996, p. 18-21
319 Michael J. Behe, Darwin's Black Box, The Free Press, New York, 1996, p. 22. (emphasis added)
320 J. R. P. Angel, "Lobster Eyes as X-ray Telescopes," Astrophysical Journal, 1979, No. 233, pp. 364-373. See also B. K. Hartline (1980), "Lobster-Eye X-ray Telescope Envisioned," Science, No. 207, p. 47, cited in Michael Denton, Nature's Destiny, The Free Press, 1998, p. 354
321 M. F. Land, "Superposition Images are Formed by Reflection in the Eyes of Some Oceanic Decapod Crustacea," Nature, 1976, vol. 263, pp. 764-765.
322 Jeff Goldberg, "The Quivering Bundles That Let Us Hear," Seeing, Hearing, and Smelling the World, A Report from the Howard Hughes Medical Institute, p. 38.
323 Veysel Atayman, "Maddeci 'Madde', Evrimci Madde" (Materialist 'Matter', Evolutionist Matter), Evrensel News Paper, 13 June 1999. (emphasis added)
324 Michael Denton, Evolution: A Theory in Crisis, Burnett Books, London, 1985, p. 351.
325 Duane T. Gish, "The Mammal-like Reptiles," Impact, no. 102, December 1981.
326 "Ear / Evolution of the Ear" Grolier Academic Encyclopedia,1986, p. 6. (emphasis added)
327 William E. Duruelleman & Linda Trueb, "The Gastric Brooding Frog," Megraw-Hill Book com., 1986.
 

 

CONCLUSIONI

Fonte web

In tutto questo libro abbiamo esaminato prove scientifiche sull’origine della vita e quello che emerge dimostra chiaramente che la vita non è il risultato del caso come affermato dal darwinismo e dalla filosofia materialista in genere. Le specie viventi non possono essersi evolute l’una dall’altra attraverso una serie di coincidenze. Al contrario, tutti gli esseri viventi sono stati creati indipendentemente e perfettamente. All’alba del ventunesimo secolo la scienza offre solo una risposta alla questione dell’origine della vita: la creazione.

La cosa importante è che la scienza ha confermato la verità che la religione ha testimoniato dall'alba della storia fino ai giorni nostri. Dio ha creato dal nulla l’universo e tutti gli esseri viventi in esso contenuti. Ed è stato Dio ha creare dal nulla l’uomo e a benedirlo con innumerevoli caratteristiche. Questa verità è stata inviata all’uomo dall’alba dei tempi dai profeti e rivelata nei libri sacri. Ogni profeta ha detto alle comunità a cui era inviato che Dio ha creato l’uomo e tutti gli esseri viventi. La Bibbia e il Corano narrano la creazione nello stesso modo.

Nel Corano, Dio annuncia in una serie di versetti che fu Lui ha creare l’universo e tutti gli esseri viventi dal nulla e li ordinò perfettamente. In questo verso, si dichiara che la creazione appartiene a Lui:

Allah è il vostro Signore, Colui che in sei giorni ha creato i cieli e la terra e poi si è innalzato sul Trono. Ha coperto il giorno con la notte ed essi si susseguono instancabilmente; e Il sole e la luna e le stelle sono sottomesse ai Suoi comandi. La creazione e l'ordineappartengono a Lui. Lode al Signore dei mondi. (Surat al-A'raf: 54)

Così come Dio ha creato tutto quello che esiste, così ha creato il mondo in cui viviamo oggi e lo ha reso in grado di sostenere la vita. Questo fatto è rivelato in alcuni versi:

E la terra, l'abbiamo distesa e vi abbiamo infisso le montagne e ogni cosa abbiamo fatto crescere con dovuta misura. Alimenti vi ponemmo, per voi e per tutti coloro che voi non nutrite affatto (Surat al-Hijr: 19-20)

E la terra l'abbiamo distesa, vi infiggemmo le montagne e vi facemmo crescere ogni specie di meravigliosa vegetazione. (Surah Qaf: 7-8)

I versi che precedono annunciano che tutte le piante furono create da Dio. Tutte le piante, conosciute e non, tutti gli alberi, le erbe, i frutti, i fiori, le erbacce e le verdure furono create da Dio.

E lo stesso vale per gli animali. Tutti i milioni di diverse specie animali che vivono, o sono mai vissute sulla terra, furono create da Dio. Pesci, rettili, mammiferi, cavalli, giraffe, scoiattoli, cervi, passeri, aquile, dinosauri, balene, e pappagalli furono tutti creati da nulla da Dio, il Signore di arte e conoscenza infinite. La creazione di Dio delle diverse specie di esseri viventi è citata nei versi:

Dio creò tutti gli animali dall’acqua. Alcuni strisciano sul ventre, alcuni camminano su due zampe e alcuni su quattro. Dio crea quello che vuole. Dio ha potere su tutte le cose. (Surat an-Nur: 45)

Creò le greggi. Da esse traete calore e altri vantaggi e di cui vi cibate. (Surat an-Nahl: 5)

E Dio creò l’uomo esattamente nello stesso modo. Viene rivelato nel Corano che Adamo, il primo uomo, fu formato dal fango e poi tutti gli latri uomini vennero all’esistenza l’uno dall’altro attraverso un semplice liquido (sperma). Inoltre, all’uomo fu inalata l’anima, a differenza di tutte le altre specie del mondo. Il Corano rivela questo sulla verità della creazione dell’uomo.

È Colui Che ha perfezionato ogni cosa creata. Dall'argilla ha dato inizio alla creazione dell'uomo, quindi ha tratto la sua discendenza da una goccia d'acqua insignificante. (Surat as-Sajda: 7-9)

Il dovere dell’uomo

Come abbiamo chiarito dall’inizio, la scienza ha rivelato ancora una volta la verità della creazione come tramandata dal Corano. Le scoperte scientifiche dimostrano che gli esseri viventi hanno un progetto straordinario e che furono portati all'esistenza da una intelligenza e da una conoscenza superiori. Le osservazioni biologiche dimostrano che una specie vivente non può trasformarsi in un’altra e che per questo motivo, se si potesse tornare indietro nel tempo, ci si imbatterebbe, per ogni specie, nei primi individui mai esistiti e che furono creati dal nulla. Per esempio, poiché le aquile sono sempre state aquile, se potessimo tornare indietro nel tempo, arriveremmo alla prima coppia o gruppo di aquile create dal nulla. In realtà i reperti fossili lo confermano e dimostrano che le diverse specie viventi emersero all’improvviso con tutte le loro caratteristiche particolari e individuali. Queste specie possono essere state create in diversi punti del tempo e poste in diverse parti del mondo, ma tutto avvenne per volontà di Dio.

In breve, la scienza rivela la prova che tutte le cose viventi furono create da Dio.

La sienza, però, non va oltre a questo. È il Corano, il libro sacro tramandatoci da Dio che introduce all’essenza di Dio ed è la sola fonte di verità si ogni argomento che ci dice che fummo creato e qual è il motivo della nostra vita.

Il Corano dice che il motivo della nostra creazione è perché potessimo credere in Dio, nostro Signore e servirLo. In un verso Egli dice: È solo perché Mi adorassero che ho creato i dèmoni e gli uomini” (Surat adh-Dhariyat: 56) Il dovere che ricade su tutti quelli che afferrano la verità della creazione è vivere secondo quel verso e "Perché mai non dovrei adorare Colui Che mi ha creato e al Quale sarete tutti ricondotti?" (Surah Ya Sin: 22), come ogni credente, come descritto nel Corano.

Per quanto riguarda quelli che ancora negano Dio e la verità della creazione, nonostante tutte le prove davanti a loro occhi, le loro menti sono state conquistate dal loro stesso orgoglio. Uno dei sacri versi di Dio descrive quanto disperati e inermi sono in realtà questi individui:

O uomini, vi è proposta una metafora, ascoltatela attentamente. Coloro che invocate all'infuori di Allah non potrebbero creare neppure una mosca, neanche se si unissero a tal fine. E se la mosca li depredasse di qualcosa, non avrebbero modo di riprendersela. Quanta debolezza in colui che sollecita e in colui che viene sollecitato! (Surat al-Hajj: 73)

 

 

APPROFONDIMENTO

 

 

IL MUSEO DELLA CREAZIONE

In questo sito troverete le opere di Harun Yahya che demoliscono totalmente il darwinismo, nonché le notizie e gli avvenimenti che dimostrano l'effetto globale di queste opere.

 

DARWINISMO: Giuseppe Sermonti e il dibattito sulla crisi

del darwinismo e più in generale su ETICA E SCIENZA

 

Evoluzione e chiesa cattolica - Wikipedia

La posizione della Chiesa cattolica nei confronti del dibattito sull'evoluzione è stata finora quella di un osservatore estremamente attento e interessato alla questione[senza fonte] soprattutto per quel che riguarda le sue implicazioni metafisiche e religiose, senza tuttavia prendere una posizione ufficiale sugli aspetti scientifici della disputa.

 

AntievoluzionismO - Wikipedia

Con il termine "antievoluzionismo" si fa riferimento a tutte quelle critiche sollevate nei confronti della teoria dell'evoluzione biologica, secondo le quali la teoria manca di fondamento logico, testabilità scientifica o sufficienti prove. Tali critiche sono considerate ascientifiche o semplicemente pretestuose dalla comunità scientifica.