CONTRO DARWIN E IL
NEODARWINISMO - 1
EVOLUZIONE: FATTO O CREDO?
Per vedere la seconda parte clicca qui
Il fatto che ci siano preti che affermino che si può credere nel racconto biblico sulla creazione solo ignorando la conoscenza scientifica, è il segno della resa di certi settori della Chiesa alla cultura materialista dell'occidente. E il contagio, spesso, avviene proprio a partire dai seminari. |
(a Cura di Claudio Prandini)
INTRODUZIONE
di Claudio Prandini
PAOLO VI - CREDO DEL POPOLO DI DIO
SOLENNE PROFESSIONE DI FEDE
Pronunciata dal Papa Paolo VI davanti alla Basilica di San Pietro il 30 giugno 1968 alla chiusura dell'Anno della fede e nel diciannovesimo del martirio dei santi Apostoli Pietro e Paolo.
16. Νοi crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa porta le conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si trovava all'inizio nei nostri progenitori, costituiti nella santità e nella giustizia, e in cui l'uomo non conosceva né il male né la morte. È la natura umana così decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sue proprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; ed è in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato. Νοi dunque professiamo, col Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso con la natura umana, non per imitazione, ma per propagazione, e che esso è proprio a ciascuno (Cf CONC. DI TRENTO, Sess. V, Decr. De pecc. orig.: Dz.-Sch. 1513 - Fonte: www.vatican.net).
A) perché tutte le volte che si afferma, anche da parte di esponenti della Chiesa, dell'inesistenza di Adamo ed Eva si dà implicitamente appoggio alla teoria darwinista che dice che l'uomo è il mero prodotto non solo del caso ma di una vera e propria evoluzione di tipo meccanicista, in cui Dio non centra assolutamente nulla. Purtroppo, chi vive in una società dove dalla mattina alla sera gli viene detto che in fondo l'uomo è solo un animale e che da esso deriva, finisce per crederci sul serio anche se tutto questo è senza alcuna prova concreta, cioè solo una teoria non provata. Una teoria, quella darwiniana, a cui mancano le prove scientifiche fondamentali, ovvero gli anelli che legherebbero le specie inferiori a quelle superiori. A tutt'oggi nessuno ha mai trovato un solo reperto che sia una via di mezzo tra due specie. Ciascuna delle specie esistenti, da quelle più semplici a quelle più complesse, sono infatti già complete in se stesse. Per cui un'ameba sarà sempre un'ameba e un elefante sarà sempre un elefante.
Se oggi il messaggio cristiano fatica ad essere compreso è anche per questa caduta "moralistica" in cui è stato spesso relegato nelle prediche e non solo. Ciò che è purtroppo scomparso nella nostra cultura occidentale è il concetto di "involuzione" e di "decadenza", di cui il Peccato originale ne è il paradigma più vero.
Invito dunque a vedere attentamente questo interessante video su come la teoria darwinista sia non tanto una scienza ma un vero e proprio credo ideologico.
Evoluzione: fatto o credo?
Il Cardinale di Vienna
scrive sul New York Times:
Altolà al dogma neo-darwiniano
Christoph Schönborn, il cardinale della Chiesa Cattolica, arcivescovo di Vienna, è stato il coordinatore della versione ufficiale del Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato nel 1992.
Fin dal 1996, quando Papa Giovanni Paolo II
aveva detto che l’evoluzione (il termine non lo aveva definito) era “più di una
semplice ipotesi”, i difensori del dogma neo-Darwiniano hanno spesso affermato
la supposta accettazione - o per lo meno un tacito consenso - della Chiesa
Cattolica Romana, nel difendere la loro teoria come in qualche modo compatibile
con la fede cristiana.
Ma, questo non è vero. La Chiesa Cattolica pur lasciando alla scienza molti
dettagli sulla storia della vita sulla terra, proclama che grazie alla luce
della ragione, l’intelletto umano può prontamente e chiaramente discernere un
fine e un disegno nel mondo naturale, incluso il mondo degli esseri viventi.
L’evoluzione nel senso di una comune discendenza può essere vera, ma
l’evoluzione nel senso neo-darwiniano - intesa cioè come un processo di
variazione casuale e selezione naturale, senza una guida e senza un piano - non
lo è.
Un sistema di pensiero che neghi o tenti di confutare la palmare evidenza di un
disegno biologico è ideologia, non è scienza».
Si prenda in considerazione il vero insegnamento del nostro amato Giovanni Paolo
II. Mentre la sua lettera del 1996 sull’evoluzione, piuttosto generica e non
così importante, è sempre e ovunque citata, non c’è nessuno che discute questi
argomenti a partire dall’udienza generale del 10 luglio 1985 che invece
contiene il suo solido insegnamento sulla natura:
“Tutte le osservazioni concernenti lo sviluppo della vita conducono a
un’analoga conclusione. L’evoluzione degli esseri viventi, di cui la scienza
cerca di determinare le tappe e discernere il meccanismo, presenta un interno
finalismo che suscita l’ammirazione. Questa finalità che orienta gli esseri in
una direzione, di cui non sono padroni né responsabili, obbliga a supporre uno
Spirito che ne è l’inventore, il creatore.”
Continua: “A tutte queste “indicazioni” sull’esistenza di Dio creatore,
alcuni oppongono la virtù del caso o di meccanismi propri della materia. Parlare
di caso per un universo che presenta una così complessa organizzazione negli
elementi e un così meraviglioso finalismo nella vita, significa rinunciare alla
ricerca di una spiegazione del mondo come ci appare. In realtà, ciò equivale a
voler ammettere degli effetti senza causa. Si tratta di una abdicazione
dell’intelligenza umana, che rinuncerebbe così a pensare, a cercare una
soluzione ai suoi problemi.”
È importante notare che in questa citazione la parola “finalismo” è un
termine filosofico sinonimo di causa finale, scopo o disegno. Un anno dopo, in
un’altra udienza generale Giovanni Paolo II conclude, “è chiaro che la
verità di fede sulla creazione è radicalmente opposta alle teorie della
filosofia materialista. Queste vedono il cosmo come il risultato di un
evoluzione della materia riducibile al puro caso e necessità.”
Ovviamente, l’autorevole Catechismo della Chiesa Cattolica
concorda: “Indubbiamente, l’intelligenza umana può già trovare una risposta
al problema delle origini. Infatti, è possibile conoscere con certezza
l’esistenza di Dio creatore attraverso le sue opere, grazie alla luce della
ragione umana.” (286) E aggiunge: “ Noi crediamo che
il mondo è stato creato da Dio secondo la sua sapienza. Non è il prodotto di una
qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso.” (295)
In un nuovo sfortunato intreccio su questa vecchia controversia, i
neo-darwinisti hanno recentemente cercato di ritrarre il nostro nuovo Papa,
Benedetto XVI, come un evoluzionista soddisfatto. Hanno citato una frase sulla
comune discendenza, da un documento della Commissione Teologica Internazionale
del 2004, sottolineando che a quel tempo Benedetto XVI era capo della
commissione, e hanno concluso che la Chiesa Cattolica non ha problemi con la
nozione dell’ “evoluzione” così com’è usata dai biologi più quotati– e
cioè come sinonimo di neo-Darwinismo.
Il documento della commissione, riafferma invece l’insegnamento perenne della
Chiesa Cattolica sull’esistenza di un disegno nella natura. Commentando il
diffuso fraintendimento della lettera sull’evoluzione di Giovanni Paolo II del
1996, la commissione avverte che “la lettera non può essere letta come una
generale approvazione di tutte le teorie dell’evoluzione, incluse quelle di
provenienza neo-Darwiniana che esplicitamente negano che la divina provvidenza
possa essere vera causa dello sviluppo della vita nell’universo.”
Inoltre, secondo la Commissione, “Un processo di evoluzione non guidato -
che sia totalmente estraneo all’azione della divina provvidenza – semplicemente
non può esistere”.
Infatti, nell’omelia pronunciata nella Messa inaugurale del Pontificato, alcune
settimane fa, Benedetto XVI ha proclamato “Non siamo il prodotto
casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un
pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è
necessario.”
Lungo la storia, la Chiesa ha difeso le verità di fede date da Gesú Cristo. Ma
nell’era moderna, la Chiesa Cattolica si trova nella difficile posizione di
dover fermamente difendere anche la ragione. Nel IX secolo, il Concilio
Vaticano I ha insegnato a un mondo da poco affascinato dalla “morte di
Dio” che con la sola ragione, l’uomo può arrivare a conoscere l’esistenza
della Causa Incausata, il Primo Motore, il Dio dei filosofi.
Ora all’inizio del XXI secolo, dovendo far fronte a pretese scientifiche come il
neo-darwinismo e le diverse ipotesi di cosmologia inventate per evitare la
palmare evidenza dell’esistenza di un fine e di un disegno presente nella
scienza moderna, la Chiesa Cattolica deve ancora difendere la ragione umana
proclamando che l’immanente disegno evidente nella natura è reale. Le teorie
scientifiche che cercano di giustificare l’apparire del disegno come il
risultato “del caso e della necessità” non sono affatto scientifiche,
ma, così come Giovanni Paolo II ha affermato, sono un’abdicazione
dell’intelligenza umana.
Principali domande sulla
Intelligent Design Theory (IDT)
Staff (Discovery Institute)
Fonte web - Documento Originale
1. Cosa è l'Intelligent Design Theory?
La teoria scientifica dell'Intelligent Design afferma che certe caratteristiche
dell'universo e del mondo vivente sono meglio spiegate da una causa
intelligente, invece che da un processo non guidato come la selezione naturale.
Nota: la Intelligent Design Theory non afferma che la scienza può determinare
l'identità della causa intelligente. Ne afferma che la causa intelligente deve
essere un "essere divino" o una "potenza superiore" o una "forza onnipotente".
Essa sostiene soltanto che la scienza può identificare se certe caratteristiche
del mondo naturale sono il prodotto dell'intelligenza1
2. L'Intelligent Design Theory è la stessa cosa del creazionismo?
No. L'Intelligent Design Theory è semplicemente una ricerca per rilevare
empiricamente se il "disegno apparente" in natura riconosciuto da praticamente
tutti i biologi è un vero e proprio progetto (il prodotto di una causa
intelligente) o è semplicemente il prodotto di un processo non guidato come la
selezione naturale agente su variazioni casuali. Il creazionismo ingenuo è
impegnato a difendere una lettura letterale della Genesi, normalmente inclusa la
creazione della terra da parte del dio biblico alcuni millenni fa. Diversamente
dal creazionismo, la teoria scientifica dell'Intelligent Design è agnostica al
riguardo della sorgente del progetto e non ha motivo di difendere la Genesi, la
Bibbia o altri libri sacri.
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3. E` l'Intelligent Design Theory incompatibile con l'evoluzione?
Dipende da cosa si intende con il termine "evoluzione" . Se si intende soltanto
"variazione nel tempo", o che il mondo vivente è imparentato, allora non c'è
necessariamente un conflitto tra la teoria evoluzionaria e la Intelligent Design
Theory. Però la teoria evoluzionista dominante oggi è il neo-Darwinismo, che
pretende che l'evoluzione sia dovuta alla selezione naturale agente su mutazioni
casuali, cioè un processo imprevedibile e senza scopo che "non ha nessuna
direzione o motivo, neanche la sopravvivenza di una specie". (NABT Statement on
Teaching Evolution). E` questo specifica pretesa del neo-Darwinismo che la
Intelligent design theory sfida direttamente.
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4. E' l'Intelligent Design Theory basata sulla Bibbia?
No. Le radici intellettuali della Intelligent Design Theory sono varie. Sia
Platone che Aristotele formularono delle versioni antiche della "teoria del
progetto", come fecero virtualmente tutti i fondatori della scienza moderna.
Certamente, la maggior parte degli scienziati fino alla fine del XIX secolo
accettarono qualche forma di progetto. La comunità scientifica in maggioranza
rifiuto l'idea di progetto all'inizio del XX secolo dopo che il neo-Darwinismo
aveva affermato di essere in grado di spiegare lo sviluppo della complessità
biologica attraverso un processo non intelligente di selezione naturale agente
su mutazioni casuali. Ma nuove scoperte e ricerche in fisica, cosmologia,
biochimica, genetica e paleontologia hanno spinto un numero crescente di
scienziati e teorici della scienza a rifiutare il neo-Darwinismo e a proporre il
progetto come la spiegazione migliore per l'esistenza della complessità
specificata nel mondo naturale.
5. Ci sono studiosi affermati nella comunità scientifica sostenenti l'
Intelligent Design Theory?
Si. L'Intelligent Design Theory è sostenuta da scienziati accademici,
ricercatori e teorici in molte università, colleges e istituti di ricerca in
tutto il mondo. Fra questi studiosi, c'è il biochimico
Michael Behe alla Lehigh University, il microbiologo
Scott Minnich alla
San Francisco State University, l'astronomo
Guillermo Gonzalez alla Iowa State Univeristy e il chimico quantistico
Henry Schaefer alla
University of Georgia, e molti altri.
6. Gli scienziati dell'IDT pubblicano articoli e ricerche recensite?
Si. Nonostante l'aperta ostilità di coloro che sostengono il neo-Darwinismo
qualche volta renda difficile per gli studiosi dell'IDT ottenere ascolto per le
loro idee, ricerche e articoli di studiosi dell'IDT sono pubblicati nelle
pubblicazioni recensite. Il dott. Stephen Meyer ha pubblicato un articolo sull'IDT
nei Proceedings of the Biological Society di Washington (una rivista recensita
di biologia pubblicata dal National Museum of Natural History dello Smithsonian
Institution). Jonathan Wells ha recentemente pubblicato un articolo pro-IDT in
una delle più antiche riviste di biologia del mondo, l'italiana Rivista di
Biologia. Il biochimico Michael Behe ha difeso l'idea della "complessità
irriducibile" nella rivista recensita Philosophy of Science, ed ha pubblicato
ricerche critiche sul meccanismo del neo-Darwinismo nella rivista recensita
Protein Science. Esempi di libri recensiti relativi all'IDT sono: The Design
Inference (Cambridge University Press) di William Dembski e Darwinism, Design,
and Public Education (Michigan State University Press).
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7. Le scuole pubbliche dovrebbero richiedere l'insegnamento dell'Intelligent
Design?
No. Invece di obbligare lo studio dell'Intelligent Design il Discovery Institute
propone che gli stati [degli USA] e le direzioni scolastiche prevedano un
insegnamento più approfondito della teoria evoluzionista, che riguardi anche i
problemi insoluti della teoria che sono dibattuti nella letteratura scientifica.
In altre prole, l'evoluzione dovrebbe essere pensata come una teoria scientifica
aperta alla critica e non un dogma sacro che non può essere messo in dubbio.
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8. L'insegnamento dell'Intelligent Design è inconstituzionale?
Sebbene il Discovery Institute non suggerisca l'insegnamento forzato dell'Intelligent
Design nelle scuole pubbliche, non pensa ci sia nulla di incostituzionale nel
discutere la teoria dell'Intelligent Design nelle scuole. Inoltre, il Discovery
Institute si oppone ai tentativi di persecuzione di singoli insegnanti che
possano desiderare di discutere sul dibattito scientifico circa l'Intelligent
Design in un modo pedagogicamente appropriato.
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Darwin, mancano le prove
È plausibile l’attuale spiegazione dell’origine della vita? E quale deve essere il rapporto tra scienza e teologia? Una riflessione del cardinale Schönborn.
Di Christoph Schönborn - Avvenire 18.04.07
«Oso affermare che attualmente non c’è probabilmente un’altra teoria scientifica, come quella darwiniana, contro cui esistano altrettante gravi obiezioni, e che ciononostante venga difesa da molti come sacrosanta» «Non cerchiamo di voler mostrare affrettatamente l’intelligent design ovunque, in maniera apologetica»
Quando Laplace fu in grado di dare una spiegazione «meccanica» dell'orbita dei pianeti, replicò a Napoleone, che preoccupato gli chiedeva quale fosse il posto di Dio in quella spiegazione, dicendo la celebre frase: «Je n'ai pas besoin de cette hypothèse».
Laddove Dio deve riempire le lacune del sapere, il suo posto diviene sempre minore con ogni scoperta che riesce a spiegare qualcosa fino ad allora inspiegabile. Queste «nicchie di sopravvivenza» del creatore sono divenute sempre più ristrette, e quanto maggiore è stato il successo delle scienze naturali, tanto più sicuri si sentivano tutti quegli appartenenti alla scientific community che affermavano che un giorno «l'ipotesi di Dio» sarebbe divenuta del tutto superflua.
Sotto il medesimo auspicio si è presentato anche Charles Darwin. Come il professor Stanley L. Jaki ha più volte dimostrato e accuratamente documentato, Darwin era «ossessionato» dall'idea di fornire una spiegazione scientifica plausibile dell'origine delle specie che potesse interamente fare a meno dell'atto separato della creazione divina. La sua «teoria della discendenza», che soltanto in seguito fu chiamata teoria dell'evoluzione, era una lunga argomentazione a favore di una spiegazione «intramondana», ossia puramente materiale, meccanica, dell'«origine delle specie». Laddove Newton affermava ancora che dalla cieca necessità non poteva generarsi alcun mutamento e quindi alcuna varietà delle cose, poiché ciò sarebbe possibile soltanto a partire dall'idea divina e dalla volontà divina, in Darwin valeva il contrario: l'intera varietà delle specie ha origine nelle mutazioni casuali e nelle loro opportunità di sopravvivenza. Il che non rende necessario alcun intervento separato del creatore.
Secondo le ricerche approfondite di Stanley Jaki, non resta dubbio alcuno sul fatto che Darwin, con la sua teoria, intendesse favorire la vittoria scientifica del materialismo. E Dio sa che non era l'unico a volerlo, nell'Ottocento. Non per caso Karl Marx e Friedrich Engels hanno salutato la teoria darwiniana come il fondamento scientifico della loro teoria.
Questa componente ideologica della teoria darwiniana è probabilmente anche la causa principale del fatto che sino ad oggi di essa, dell'evoluzione e creazione, si continui a discutere con altrettanta intensità e passione che in passato. Il dibattito degli ultimi mesi l'ha dimostrato ancora una volta chiaramente. [...]
La possibilità che il creatore si serva anche degli strumenti dell'evoluzione è accettabile per la fede cattolica. La questione è piuttosto se l'evoluzionismo (come visione del mondo) sia conciliabile con la fede in un creatore. Tale questione presuppone a sua volta che si differenzi fra la teoria scientifica dell'evoluzione e le sue interpretazioni ideologiche o filosofiche. Ciò presuppone dal canto suo che
si addivenga ad un chiarimento dei presupposti filosofici, di pensiero, dell'intero dibattito sull'evoluzione.
Sono conciliabili la fede nella creazione e la teoria dell'evoluzione? Il «concordismo», oggi ampiamente diffuso, afferma che «la teologia e la teoria dell'evoluzione non possono mai entrare in conflitto perché le due discipline si muovono in ambiti completamente diversi» (A. Walker, Schöpfung und Evolution Jenseits des Konkordismus, in Intern. Kath. Zeitschrift Communio H 35/2006). Questo rapporto, che Stephen Gould definisce principio NOMA (Non-Overlaping Magisteria) non regge, a mio avviso. Devono necessariamente esservi delle sovrapposizioni fra la teologia e le scienze naturali, fra la fede, il pensiero e la ricerca. La fede in un creatore, nel suo progetto, nel suo «governo universale», il suo condurre il mondo ad un obiettivo da lui preposto, non può restare senza punti di contatto con la ricerca concreta del mondo. Per questo: non ogni variante della teoria dell'evoluzione è conciliabile con la fede nella creazione.
A tal proposito Adrian Walker: «Un esempio classico di una simile variante problematica della teoria dell'evoluzione è ciò che definisco darwinismo stretto: la tesi secondo cui il concorso di mutazione (genetica) e selezione naturale sia una spiegazione sufficiente della nascita di nuove forme di vita. Poiché se mutazione e selezione bastano a spiegare tale nascita, non c'è in realtà alcuna ragione del perché la materia cieca non possa essere la prima origine della vita; una tesi che è… inconciliabile con la teoria cristiana della creazione».
Spesso si cerca una via d'uscita nell'affermare che la biologia o in generale le scienze della natura sono materialistiche soltanto a livello metodologico, senza per questo professare il materialismo come visione del mondo. Anche se ciò fosse vero, resta comunque chiaro che quest'opzione metodologica è un atto spirituale che presuppone ragione, volontà, libertà. Basta già questo a dimostrare che limitando il metodo delle scienze naturali a processi meramente materiali non si può venire a capo della totalità della realtà. [...]
Quali pretese pratiche risultano dalle riflessioni abbozzate? Fra le molteplici possibili riflessioni di approfondimento ne scelgo due:
1. Perché l'evoluzionismo, con il suo materialismo ideologico, è divenuto ormai una sorta di surrogato di religione? Perché tanto spesso viene difeso con argomenti così aggressivi ed emotivi? Oso affermare che attualmente non c'è probabilmente un'altra teoria scientifica contro la quale esistano altrettante gravi obiezioni, e che ciononostante venga difesa da molti come assolutamente sacrosanta. Le obiezioni più importanti sono ben note e sono state avanzate frequentemente:
- i missing links, le numerose forme intermedie mancanti fra le specie, che anche dopo centocinquant'anni di intense ricerche semplicemente non esistono;
- il fatto, spesso ammesso, che finora non è mai stata realmente dimostrata un'unica forma di evoluzione da una specie all'altra;
- l'impossibilità a livello di «teoria dei sistemi», che un sistema vivente (ad esempio i rettili) mediante innumerevoli mutazioni di minima entità possa essere trasformato in un altro sistema vivente (ad es. gli uccelli);
- la problematica del concetto di survival of the fittest. Marco Bersanelli ha dimostrato in base ad esempi che la sopravvivenza spesso dipende soltanto dalla fortuna, è una casualità, una contingenza, e non la prova di una particolare fitness. I dinosauri, e molte altre specie, sono scomparsi per delle catastrofi naturali e non a causa della loro non adattabilità.
Queste sono soltanto alcune delle maggiori difficoltà della teoria. Ma perché è ancora così affermata, come teoria scientifica? Perché finora non ne esiste un'altra migliore, e perché come teoria scientifica è semplice ed «attraente».
Ma perché allora viene così caricata di ideologia e diviene uno shibolet materialista? Perché la visione del mondo alternativa è la fede nella creazione. Chi dice creazione, dice anche diritto del creatore. Se esiste un linguaggio leggibile del creatore, allora esiste anche un rivolgersi a noi del creatore. Da esso deriva anche un dovere, un ordinamento etico, ad esempio nella questione dell'ordine dei sessi o nella difesa della vita. Al preteso materialismo e relativismo si può più facilmente collegare una visione materialista dell'evoluzionismo. Non è un caso che l'evoluzionismo
ideologico sia stato l'orpello scientifico sia del comunismo che del nazionalsocialismo. Ed è oggi l'orpello del darwinismo sociale economico, che giustifica la lotta senza quartiere per l'esistenza economica.
Ci rallegra l'illogicità dell'affermazione di Richard Dawkins, principale teorico del darwinismo ideologico, quando in un'intervista dice che non vorrebbe vivere in una società darwinistica, poiché sarebbe troppo inumana.
2. Esiste però ancora un altro motivo che rende plausibile il darwinismo. La fede in un buon creatore, nel suo «progetto intelligente del Cosmo» (Benedetto XVI, ud ienza generale del 13/11/06), viene messa in dubbio da una serie infinita di atti crudeli:
- perché questa strada faticosa dell'evoluzione, con innumerevoli tentativi, vicoli ciechi, con miliardi e miliardi di anni e l'espansione dell'universo, le esplosioni gigantesche delle supernovae, gli elementi che si fondono nella fusione nucleare delle stelle, la macina instancabile dell'evoluzione con i suoi infiniti inizi e distruzioni, le sue catastrofi e crudeltà, fino ad arrivare alle indicibili brutalità della vita e della sopravvivenza? Non è forse più sensato considerare il tutto come il gioco cieco della casualità di una natura priva di progetto? Non è più onesto questo, che non i tentativi di teodicea di un Leibniz, cui vengono a mancare gli argomenti? Non è forse più plausibile dire semplicemente: sì, il mondo è per l'appunto così crudele?
Giunti al termine delle nostre riflessioni occorre dire una cosa: non cerchiamo di voler affrettatamente mostrare l'intelligent design ovunque, in maniera apologetica. Come Giobbe, anche noi non conosciamo la risposta al dolore. Abbiamo ricevuto soltanto una risposta, quella scritta da Dio. Il logos attraverso il quale e nel quale tutto è creato, è divenuto carne e con essa l'intera storia dell'universo, l'evoluzione, con i suoi lati grandiosi ed orribili. Si è assunto su di sé l'intera negatività del dolore, della distruzione e soprattutto del male morale. La croce è la chiave del progetto e consiglio divino. Per quanto importante, essenziale, sia un approfondimento rinnovato della filosofia della natura, il logos della croce è l'ultima saggezza divina. Perché con la sua Santa Croce ha conciliato il mondo intero. Ma la Croce è la porta della resurrezione.
Nella sua prima omelia pasquale, Papa Benedetto ha detto quest'anno: «La risurrezione di Cristo … se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell'evoluzione, è la più grande "mutazione", il salto assolutam ente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia… È un salto di qualità nella storia dell'evoluzione e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé» (15 aprile 2006).
Se la risurrezione di Cristo è «la più grande mutazione», o come dice Papa Benedetto nella stessa predica l'«esplosione dell'amore», che sciolse l'intreccio fino ad allora indissolubile del «muori e divieni», allora anche noi possiamo dire: questo è il traguardo «dell'evoluzione». A partire dalla sua fine, dal suo completamento, si evidenzia anche il suo senso. Se nelle sue singole fasi può forse apparire priva di fine e di orientamento, dalla Pasqua in poi quella lunga strada ha trovato un senso. Non «la strada è la meta», ma la risurrezione è il senso della strada.
APPROFONDIMENTO
PRETI EVOLUZIONISTI E SCIENZIATI CREAZIONISTI
Secondo la cultura laica, scientifica e materialista oggi dominante in Occidente, si può credere nel racconto biblico sulla creazione solo ignorando la conoscenza scientifica; sorprende che a sostenere tale tesi sia anche il padre gesuita Giuseppe De Rosa con due articoli apparsi su La Civiltà Cattolica, autorevole rivista cattolica, solitamente in forte sintonia con la Santa Sede. Gli articoli sono stati entrambi onorati con la posizione di apertura dei quaderni n. 3715 del 2 aprile 2005 (pp. 3-14), e n. 3730 del 19 novembre 2005 (pp. 319-329).
IL FALLIMENTO SCIENTIFICO DEL DARVINISMO
E DEL SUO BAGAGLIO IDEOLOGICO
Mistificazioni evoluzionistiche e matematica
Il 19 aprile 1882, compiuti da poco i settantatré anni, Charles Robert Darwin moriva nella sua casa di Down, nel Kent. Gli sopravvivevano la moglie Emma, sette dei suoi dieci figli, una mole notevole tra libri, articoli e memorie scientifiche; ma il suo nome sarebbe rimasto indissolubilmente legato a una delle maggiori mistificazioni della storia della scienza e della cultura occidentale: la teoria della evoluzione.
LA TEORIA DELLA "CREAZIONE MEDIATA"
dI Don Guido Bortoluzzi