CRISI FINANZIARIA E

NUOVO ORDINE MONDIALE

 

OVVERO

 

GLOBALIZZARE LA MISERIA E LA FAME PER

AVERE UN NUOVO ORDINE MONDIALE

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

NULLA ACCADE A CASO IN QUESTO MONDO

 

"Siamo alla soglia di una mutazione globale. Ci manca soltanto una cosa: una crisi rilevante, e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale" (David Rockefeller, 1994)

 

Se David Rockefeller, il più potente sinarchista vivente, ha detto queste parole durante una riunione del "United Nations Business Council" significa che sapeva quello che diceva. E la "crisi rilevante" è arrivata. Ci hanno provato prima con l'11 settembre 2001, poi con la guerra di civiltà, tra occidente e islam, ma non hanno ottenuto i risultati sperati. Ora il colpo grosso: la crisi finanziaria che sfocerà nella globalizzazione della miseria e della fame. Infatti, una umanità alle prese con i più elementari bisogni di sussistenza è più malleabile per i nuovi modellatori del Nuovo Ordine Mondiale. E per Nuovo Ordine Mondiale, è bene ricordarlo, questi signori intendono una sorta di fascismo globale illuminato, con un governo mondiale, dove anche la Chiesa Cattolica sarà d'inciampo se non dovesse piegarsi ai nuovi valori della Sinarchia... A pensarla così non è solo il sottoscritto, ma anche oltre oceano qualcuno espone più o meno questi concetti: leggere qui.

 

Con il varo del piano Paulson da parte del Congresso, cioè il salvataggio dei banchieri, è iniziata l'era della dittatura finanziaria assoluta.  Questo disegno di legge è la pena di morte comminata ai mercati dei capitali. Il Segretario al Tesoro americano potrà facilmente avere controllo diretto su tutti i mercati di capitali, su tutti i mercati monetari, su tutti i mercati del credito, e su tutti gli intermediari finanziari. Si tratta del piano Paulson nella sua stesura originaria, elevato alla decima potenza. Ma non funzionerà a lungo... hanno solo allungato la vita di un cadavere ormai morto! 

 

Intanto centinaia di manifestanti hanno protestato davanti a Wall Street contro la proposta di un piano di salvataggio da $ 700 miliardi per l’industria finanziaria e le banche, eppure i notiziari nazionali americani non hanno detto nulla! Perché no? Sembra strano che nessuno dei grandi nomi della notizia come ABC, CNN, CBS, NBC ecc, che hanno tutti una presenza a New York City, non abbia voluto dare un’occhiata. Nonostante una tale protesta avvenisse nel loro cortile, i maggiori notiziari hanno scelto di non dire nulla al popolo americano.... È qualcosa di molto indicativo dello stato patetico della situazione giornalistica oggi negli Usa, quasi da semi dittatura.

 

Ora però c'è un'altra tegola che si sta abbattendo sulla già malconcia economia americana: quella dei sempre più americani che non riescono a pagare gli arretrati sulle carte di credito. Molti analisti l'hanno segnalata da tempo. E ora che i tassi di insolvenza stanno raggiungendo livelli di guardia si sta cercando di correre ai ripari con delle toppe legislative, ma reggeranno?

 

Questa crisi economica di cui ora sentiamo i primi vagiti ha un protagonista di prim'ordine: Alan Greenspan, ex capo della FED americana e vero architetto del progetto di distruzione finanziaria globale a servizio sempre della Sinarchia...

 

 

INTRODUZIONE

L'era Greenspan

LA MADRE DI TUTTE BOLLE

 

Nell'anno 1776, Thomas Jefferson dichiarava: “Se gli Americani consentiranno mai a banche privati di emettere il proprio denaro, prima con l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente.

Fonte web - Francesco Carbone

L'intervista è stata organizzata e curata da BorsaPlus in una tavola rotonda virtuale che ha visto la partecipazione del sottoscritto, di Pierluigi Gerbino e di Luciano Priori Friggi. Le mie risposte vengono riportate qua di seguito, per comodità di lettura divise in due pagine. Per la versione integrale con le risposte degli altri due interlocutori al dibattito si invita a visitare direttamente il sito di BorsaPlus dove è possibile trovare la versione integrale scaricabile anche in pdf.

1) Un primo lapidario giudizio sull'era Greenspan 

L'era madre di tutte le bolle, in cui un banchiere centrale è riuscito a rovinare una nazione.

2) Ritenete che Greenspan. abbia del carisma? E se si quanto pensate che questo aspetto sia stato importante nella gestione delle politiche monetarie Usa?

Enorme carisma. Non solo ha saputo adottare il linguaggio più appropriato per gestire da "Maestro" la politica monetaria, ma ha saputo recitare alla perfezione il ruolo istituzionale rivestito. Greenspan sa cosa ha causato al sistema economico con le sue politiche monetarie, ma si è comportato da bravissimo servitore, coerentemente al suo ruolo istituzionale. Non ha fatto che dare a politici, banchieri, investitori, elettori, e famiglie ciò che volevano da un banchiere centrale: "denaro facile". Non solo sarebbe stato difficile fare quel che ha fatto senza carisma. Sarebbe stato impossibile.

 

3) L'elemento "fiducia" e i mercati. una vostra opinione

 

La fiducia è un elemento necessario a qualunque rapporto interpersonale. A maggior ragione è essenziale nel sistema creditizio odierno, dove la stessa accettazione della moneta cartacea si basa su una pura questione di fiducia. La moneta cartacea infatti è una promessa di pagamento emessa dalla banca centrale, e non più, come era l'oro, il mezzo di pagamento che assolve definitivamente il debitore da ogni obbligo. I mercati ruotano tutti i giorni intorno a questo nucleo fondamentale. Il più grosso rischio che correranno i mercati nei prossimi anni deriverà proprio dalla fiducia nelle promesse di debito esponenziali emesse dalle banche centrali, sotto la direzione della Fed, e dal sistema che si poggia piramidalmente su di esse.

 

4) Cominciamo dall'inizio, cioè dal crac borsistico del 1987. E' stato un crac nel solco della tradizione, cioè come risultato inevitabile di una fase specifica del ciclo degli affari, o qualcos'altro?

 

Chi ha studiato la Scuola Austriaca di Economia sa benissimo che ogni crac del genere è il risultato dell'interferenza istituzionale sui processi spontanei del libero mercato. E non il contrario come purtroppo si è portati a credere. A partire da quell'episodio Greenspan ha saputo adattarsi alle condizioni di mercato aprendo a pieno regime le valvole del credito e generando la piu' grossa asset inflation di tutti i tempi. L'economia è drogata di credito facile da circa venti anni.

 

5) Cosa ha "imparato" Greenspan da quel crollo di borsa?

 

Il crac fece capire a Greenspan che per mantenere la sua carica istituzionale doveva dare alla gente quello che voleva: fiumi di liquidità. Capì che nessuno vuole una moneta onesta", e agì per accomodare le pressioni esercitate, nonostante lui stesso nel 1966 considerò espressamente la moneta metallica come l'unico baluardo a difesa delle libertà economiche. Sotto l'era Greenspan si è stampato più denaro di quello generato da tutti i banchieri centrali che l'hanno preceduto presi insieme. Riprendo le parole di Bill Bonner nella confessione virtuale "Io Greenspan" da me tradotta: dopo quell'episodio (la mancata rielezione di Bush il vecchio) Greenspan si assicurò che di fronte a uno shock, una sfida, una crisi, delle incertezze, delle elezioni... ogni tipo di rubinetto, valvola, interruttore, leva, dispositivo del credito fosse completamente aperto.

 

6) Anche se la violenza ribassista di quel crack e' stata altissima non ha prodotto gli effetti ad es. del crack del '29. C'e' una spiegazione scientifica al riguardo?

 

Nel 29 l'economia americana era gonfiata dall'espansione inflazionistica della FED di allora ma aveva ancora una moneta sana. La recessione serve semplicemente a ripulire il sistema dagli eccessi del boom inflazionistico. Purtroppo a inasprire la recessione in depressione e a prolungarne il decorso fu il disastroso operato istituzionale successivo al 1929. Credo che il libro migliore per capire le cause del crack del 29 sia quello di Rothbard: "American Great Depression" di prossima pubblicazione anche in lingua italiana. All'epoca mancavano gli strumenti per rovinare una nazione sotto il naso di tutti continuando ad alimentare una illusione di prosperità basata sull'assunzione esponenziale di debito. Greenspan li ebbe e dal 1987 li ha usati tutti. Con grande carisma...

7) In che situazione si trova Bernake con riferimento alle variabili chiave dell'economia e della finanza lasciate in eredità da Greenspan (borsa, obbligazioni, tassi, inflazione, Pil, energia e oro)?

 

Si trova nella situazione di mantenere l'ordine fittizio e artificiale creato da Greenspan. Dovrà cercare di contrastare le forze del mercato che già da qualche tempo spingono verso un riequilibrio e che chiedono, tra le altre cose, anche la fine dell'impero economico americano basato sul superdollaro. Credo che sia un compito superiore alle sue capacità. E probabilmente presto o tardi sarebbe stato un compito superiore anche per le capacità di un Greenspan ancora in carica. Ad un certo punto, mi ripeto, le forze del mercato hanno la meglio sull'intervento istituzionale. E' una legge alla quale non si sfugge. Gli squilibri strutturali sono stati spinti così avanti da Greenspan che oramai è difficile immaginare lo scenario risolutivo degli squilibri attuali. C'è chi vede le borse tornare giù, e continua a chiamare un Dow Jones a 5000. Dopo essere stato ribassista fino alla primavera del 2003, credo che oramai sia più probabile ritrovarsi con un Dow Jones a 15 mila, un prezzo dell'oro a 3000 e un petrolio a 200$.

 

Ritengo anche che entro una o due decadi l'intero sistema monetario gestito dalle banche centrali verrà messo in discussione. Tuttavia, chi gode di certi interessi acquisiti cercherà un espendiente o un capro espiatorio per sottrarsi alle proprie responsabilità e poter prolungare il proprio indiscusso dominio sull'economia reale attraverso quella finanziaria. Capire le cause di quanto è successo in queste decadi non è solo importante, è indispensabile per salvare quelle libertà economiche che un giorno rischieranno seriamente l'estinzione.

 

8) Ritenete che Greenspan sia stato influenzato da una scuola economica in particolare?

 

Di sicuro non da quella austriaca, della quale era studioso e profondo estimatore. Il suo saggio "L'oro e le libertà economiche" del 1966 condensa in maniera splendida, e forse migliore di come sia mai riuscito a fare anche un Rothbard, uno dei messaggi più importanti della Scuola Austriaca di Economia. D'altronde per fare una certa carriera bisogna saper mettere da parte i sani insegnamenti. E Alan Greenspan, da quell'arrampicatore sociale che era, come lo definì Ayn Rand, non esitò a mettere da parte la Scuola Austriaca per spingersi sul sentiero di un nuovo esperimento economico mai provato prima ma ben giustificato, per un verso o per l'altro, dall'insieme delle altre scuole economiche mainstream.

Conclusione

Non ho molti dubbi sul fatto che l'operato di Greenspan abbia posto tutto le premesse per una delle più grosse crisi monetarie della storia economica. E' solo una questione di anni. Meno di quelli che ci si possa immaginare. Il mio unico augurio, purtroppo malnutrito dalle esperienze del passato, è che i leader internazionali possano cogliere l'occasione per far rinascere, sulle future ceneri del presente sistema monetario internazionale, un sistema finalmente solido, radicato su una moneta libera, una moneta cioè non arbitrariamente generata e gestita da un pianificatore centrale, bensì determinata dal libero mercato. Con un aggettivo solo, una moneta onesta. Senza di essa, purtroppo, il capitalismo rimarrà sempre viziato alla sua base e continuerà ad essere erroneamente considerato la causa della maggior parte di quei conflitti sociali e internazionali di cui ogni giorno siamo testimoni e spettatori.

 

 

il grande sfascio viene a galla anche in Italia...

 

 

Qualcosa di grosso sta accadendo”

Quando si annuncia un grande consenso bipartisan (il piano Paulson, ndr), con la complicità di tutti i mezzi di comunicazione e quando questi ultimi assicurano a tutti la meravigliosa e saggia azione dei nostri leaders per il nostro bene, possiamo affermare con assoluta certezza che la catastrofe non è mai così vicina. Ron Paul; Sep 24th, 2008

di Ron Paul - candidato alla presidenza degli Stati Uniti

È da 35 anni che vado esprimendo le mie gravi preoccupazioni per il futuro dell’America. La strada che abbiamo intrapreso nel secolo scorso ha messo a rischio le nostre libertà, la nostra sicurezza e la nostra prosperità. Nonostante queste preoccupazioni di lunga data, vi sono giorni - che diventano sempre più frequenti - in cui mi sento convinto che siamo giunti ad un momento nel quale accadranno dei fatti di grande importanza.

L’arrivo imminente di questi fatti non passerà inosservato. Essi toccheranno le vite di tutti noi. Non saranno limitati ad alcune zone del paese, ma l’intero mondo economico e il sistema politico saranno coinvolti nel caos che sta per scatenarsi.

Per quanto il mondo abbia già sofferto a lungo per l’insensatezza di guerre che potevano essere evitate, la mia paura maggiore è che la rotta in cui ci troviamo porterà ancora maggiori conflitti e sofferenze economiche per tutti gli innocenti del mondo, a meno che cambiamo drasticamente la nostra direzione.

L’America, con la sua tradizione di libero mercato e di diritto alla proprietà ha aperto la strada verso grande ricchezza e progresso, sia nel mondo che a casa nostra. Da quando abbiamo perso la fiducia nei principi di libertà, autosufficienza, duro lavoro e frugalità, ...

... e ci siamo invece messi a costruire imperi finanziati con il debito e l’inflazione, tutto questo è cambiato. Questo è certamente un evento storico spaventoso.

Il problema che abbiamo di fronte non è nuovo nella storia. L’autoritarismo esiste da lungo tempo. Per secoli inflazione e debito sono stati usati dai tiranni per mantenere il potere, promuovere le aggressioni, e offrire “panem et circenses” alla popolazione. L’idea che si possa avere la botte piena e la moglie ubriaca [“guns and butter” = letteralmente, “fucili e burro”], senza pagarne le conseguenze in maniera significativa, esisteva già prima degli anni ‘60, quando divenne uno slogan popolare. In quei tempi ci fu detto che la guerra del Vietnam e una forte espansione dei sussidi statali non sarebbero stati un problema. Gli anni ’70 hanno dimostrato il contrario.

Oggi le cose sono diverse, sia dai tempi antichi che dagli anni ‘70. Non ha torto chi sostiene che viviamo in una economia globale. Il mondo è più popolato, ed è più integrato grazie alla moderna tecnologia, alle comunicazioni, ai viaggi. Se la moderna tecnologia fosse stata usata per promuovere le idee di libertà, di libero mercato, di moneta solida e di scambi commerciali, avrebbe introdotto una nuova età dell’oro, e una globalizzazione che potremmo accettare.

Invece la ricchezza e la libertà di cui disponiamo si stanno restringendo, e poggiano su una fragile infrastruttura ideologica. Un po’ come le dighe e i ponti del nostro paese, che il nostro sistema di guerre e sussidi statali ci ha portato ad ignorare.

Temo che le mie preoccupazioni fossero legittime, e che le cose possano essere ancora peggio di quanto pensassi all’inizio: ormai sono giunte alla soglia di casa nostra. C’è poco tempo per fare una correzione di rotta, prima che questo grandioso esperimento di libertà venga messo in profonda ibernazione.

Vi sono buoni motivi per credere che la crisi in arrivo sarà diversa, e molto più grande di quanto il mondo abbia mai vissuto prima. Invece di usare il globalismo in maniera positiva, è stato usato per globalizzare tutti gli errori dei politici, dei burocrati e dei grandi banchieri.

Essere l’unica superpotenza senza avversari non è mai stato vissuto da noi con senso di umiltà e rispetto. La nostra arroganza e aggressività sono state usate per promuovere un impero mondiale sostenuto dal più poderoso esercito della storia. Questo interventismo globale crea dei problemi a tutti i cittadini del mondo, e impedisce di contribuire al benessere della popolazione mondiale. Pensate soltanto a come sono state calpestate le nostre libertà personali negli ultimi dieci anni.

La crisi finanziaria, ancora allo stadio iniziale, è evidente per tutti: prezzo della benzina oltre i 4 dollari al gallone, costi di educazione ed assistenza medica alle stelle, crollo della bolla edilizia, crollo della bolla NASDAQ. Borse che crollano, disoccupazione che cresce, sotto-occupazione massiccia, eccessivo debito governativo, e incontrollabile debito personale. Ci sono pochi dubbi che arriveremo a una stagflazione. La domanda che presto verrà fatta è questa: quando la stagflazione diventerà depressione inflazionaria?

Vi sono vari motivi per cui l’economia mondiale è stata globalizzata, e i problemi che ci troviamo di fronte sono mondiali. Non possiamo comprendere ciò che abbiamo di fronte senza capire la “fiat money” [soldi creati dal nulla] e la bolla a lungo termine del dollaro.

Vi sono state diverse fasi. Dalla formazione del sistema di Riserva Federale, fra il 1913 e il 1933, la Banca Centrale si è imposta come controllore ufficiale del dollaro. Dal 1933 in poi, gli americani non potevano più possedere oro, togliendo così l’impedimento per la Federal Reserve di inflazionare a favore della guerra e del sussidio pubblico.

Nel ’45 altri impedimenti sono stati tolti, con la creazione del sistema monetario di Bretton Woods, che ha fatto del dollaro la moneta di riserva nel mondo. Questo sistema è durato fino al 1971. Fra il ‘45 e il ‘71 i federali avevano ancora qualche limitazione. Gli stranieri, ma non gli americani, potevano convertire dollari in oro a 35 dollari all’oncia. A causa dei troppi dollari che venivano stampati, questo sistema ha avuto fine nel 1971.

Il sistema post-Bretton Woods è stato responsabile per la globalizzazione dell’inflazione e dei mercati, e per la nascita della gigantesca bolla del dollaro mondiale. Quella bolla sta per esplodere, e stiamo vedendo cosa significa pagare le conseguenze per troppi errori economici fatti in precedenza.

Ironicamente, negli ultimi 35 anni noi abbiamo beneficiato di questo sistema profondamente distorto. Poiché il mondo accettava dollari come se fossero oro, dovevamo semplicemente falsificare altri dollari, spendere oltre oceano (incoraggiando in maniera indiretta anche il trasferimento del nostro lavoro all’estero) e goderci una prosperità immeritata. Coloro che prendevano i nostri dollari, e ci davano in cambio dei servizi, non vedevano l’ora di poter tornare a prestare quei dollari a noi. Questo ci ha permesso di esportare la nostra inflazione e ritardare le conseguenze che ora stiamo iniziando a vedere. Ma non era comunque destinato a durare, e ora ci tocca pagare il conto.

Il nostro debito estero deve essere pagato o liquidato. Gli altri debiti sono maturati proprio ora che il mondo è diventato più riluttante ad accettare dollari. La conseguenza di quella decisione è un’inflazione dei prezzi nel nostro paese, questo è ciò a cui stiamo assistendo oggi. L’inflazione all’estero è addirittura più alta che da noi, come conseguenza della volontà delle banche centrali estere di monetizzare il nostro debito.

Stampare dollari per un lungo periodo di tempo può anche non far aumentare immediatamente i prezzi, ma nel tempo lo farà certamente. Ora stiamo assistendo alle conseguenze per avere inflazionato nel passato la disponibilità di moneta. Per quanto possa sembrare grave oggi 4 dollari al gallone, siamo solo all’inizio.

È una grossolana distrazione mettersi a dire “perforiamo, perforiamo, perforiamo” come soluzione alla crisi del dollaro e all’alto prezzo della benzina. Va bene aumentare le disponibilità sul mercato e le perforazioni, ma l’argomento è di grave distrazione dalle colpe del deficit e dai peccati commessi dalla banda monetaria della Federal Reserve.

Questa bolla è diversa e più grande delle altre per un altro motivo. Le banche centrali del mondo si accordano segretamente per centralizzare la pianificazione dell’economia mondiale. Io sono convinto che degli accordi fra le banche centrali, per monetizzare il debito americano negli ultimi 15 anni, siano esistiti, per quanto in forma segreta e fuori dalla portata delle orecchie di chiunque, specialmente del parlamento americano, che non se ne preoccupa o semplicemente non capisce.

Ora che il nostro “regalo“ si esaurisce, i nostri problemi peggiorano. Le banche centrali e i diversi governi sono molto potenti, ma prima o poi i mercati si saturano, e quando la gente si ritrova in mano il sacco di dollari senza valore comincia a spendere in un’economia di tipo emotivo, scatenando la febbre inflazionaria.

Questa volta - poiché abbiamo a che fare con così tanti dollari e così tante nazioni – la Fed è riuscita a “cartolarizzare“ ogni crisi in arrivo, negli ultimi 15 anni, specialmente sotto la presidenza di Alan Greenspan alla Federal Reserve, che ha permesso alla bolla di diventare la più grande di tutta la storia.

Gli errori commessi con troppo credito concesso a tassi artificialmente bassi sono enormi, e ora i mercati richiedono una correzione. Questo riguarda l’eccessivo debito, gli investimenti mal diretti, gli investimenti eccessivi ed altri problemi causati da un governo che spendeva soldi che non avrebbe mai dovuto avere.

Militarismo all’estero, elargizione di sussidi statali, e 83 biliardi [trillion] di impegni in titoli stanno tutti per venire a termine. Non abbiamo nè i soldi nè la capacità di creare una ricchezza che ci permetta di rispondere a tutte le necessità di oggi, poiché abbiamo rifiutato l’economia di mercato, la moneta solida, la fiducia in noi stessi e i principi di libertà.

Poiché la correzione per l’errata allocazione delle risorse è necessaria, e dovrà arrivare, si può cercare di vedere anche degli aspetti positivi mentre questi grandi eventi accadranno.

La gente ha di fronte due scelte. La scelta che non è disponibile per noi è quella di continuare a trascinarci nella presente situazione, cercando di sorreggere il sistema con ulteriore debito, inflazione e bugie. Questo non accadrà. Una delle due scelte, che è stata praticata così sovente dal governo nel passato, è quella di rifiutare i principi di libertà e ricorrere ad un governo ancora più burocratico e autoritario. Qualcuno sostiene che dovremmo dare al Presidente dei poteri dittatoriali, nello stesso modo in cui gli abbiamo permesso di comandare l’impero americano. Questo è il grande pericolo, e in questa atmosfera post-11 settembre troppi americani preferiscono la sicurezza alla libertà.

Abbiamo già perso troppe delle nostre libertà personali, e la vera paura di un crollo economico potrebbe portare i pianificatori centrali ad intervenire con misure che farebbero apparire il New Deal degli anni ‘30 come la Dichiarazione di Indipendenza di Jefferson.

Più si concede al governo di gestire l’economia, più profonda diventa la depressione, e più a lungo questa dura. E’ stata la storia degli anni ‘30 e ‘40, e gli stessi errori saranno commessi di nuovo, se non ci sveglieremo.

L’aspetto positivo è che le cose non devono per forza essere tragiche, se faremo le giuste scelte. Ho visto “qualcosa di grosso“ succedere negli ultimi 18 mesi di campagna elettorale, e sono stato incoraggiato dal fatto che noi siamo in grado di svegliarci e fare le giuste scelte. Ho conosciuto letteralmente migliaia di studenti, del liceo e dell’università, che sono particolarmente disposti ad accettare le sfide e le responsabilità di una libera società, rifiutando quel sussidio statale “dalla culla fino alla tomba” che ci viene promesso da così tanti politici “benefattori”.

Se più persone ascoltano questo messaggio di libertà, più persone si uniranno in questo sforzo. I fallimenti della nostra politica estera, del sistema di sussidio statale e delle politiche monetarie, e virtualmente tutte le soluzioni governative sono così chiare all’apparenza, che non ci vuole molto per convincere la gente. E’ urgente un messaggio positivo su come funziona la libertà e sul perché sia possibile ottenerla.

Uno degli aspetti migliori nell’accettare la fiducia in se stessi, in una libera società, è che possiamo raggiungere nella nostra vita delle vere soddisfazioni individuali. Questo non avviene quando il governo si assume il ruolo di guardiano, genitore o custode, poiché ti toglie il senso dell’orgoglio. Ma il vero problema è che il governo non è in grado di farci avere la sicurezza economica di cui va parlando.

I cosiddetti vantaggi che il governo sostiene di poterci procurare vengono sempre ottenuti a spese della libertà altrui. E’ un sistema fallimentare, e le giovani generazioni lo sanno.

Ritornare ad una libera società non elimina la necessità di mettere le cose in ordine, per pagare le spese stravaganti. Ma il dolore non durerebbe a lungo, se faremo le cose nel modo giusto, e soprattutto l’impero avrebbe fine per motivi finanziari. Le nostre guerre finirebbero, gli attacchi alle libertà civili finirebbero, e la prosperità farebbe ritorno. Le scelte sono chiare: non dovrebbe essere difficile, ma il grande evento che sta per avere luogo ci offre la grande opportunità di invertire la marea, e riprendere la vera grande rivoluzione americana iniziata nel 1776.

L’ opportunità si presenta nonostante l’urgenza e i pericoli che abbiamo di fronte. Facciamo in modo che il “Grande Evento” ci porti alla scoperta che la libertà funziona e diventi popolare, e che il grande evento politico ed economico al quale stiamo assistendo sia in realtà una benedizione sotto mentite spoglie.

 

 

La gente in America protesta per

il piano di salvataggio di Bush

 

 

 

 

 

 

COLPO DI STATO DEI BANCHIERI

 

Questo è un colpo di stato dei banchieri, cucinato ed apparecchiato dai fanciulli con le mani in pasta nel denaro che hanno agito nascosti  dietro al teatrino della politica (letterale, hony soit qui mal y pense, ndt).

L'unica volta che escono dalle loro fogne è quando sono trasportati fuori dal flusso di una crisi che minaccia il loro perenne dominio.

 

Fonte web - 29 settembre 2008

 

Il sistema finanziario sta esplodendo. Non date retta agli esperti: guardate i numeri. La scorsa settimana, secondo la Reuters, "le banche USA hanno ricevuto dalla Federal Reserve prestiti record per quasi 188 miliari di dollari al giorno di media, il che dimostra che la banca centrale si è spinta ai limiti  per tenere a galla il sistema bancario nel pieno  della più grande crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione." La Fed ha aperto numerose "aste assistenziali" per dare l'idea che le banche insolventi stessero facendo affari, ma non lo stanno facendo. Sono morte, i loro passivi superano i loro portafogli.

Ora la Fed è disperata perchè le centinaia di miliardi di dollari in MBS [( Mortgage-backed securities) = titoli "sostenuti" dai mutui ipotecari, un nome un programma, ndt ], nelle stanze blindate delle banche hanno portato alla bancarotta l'intero sistema, ed i conti nel bilancio della Fed stanno sballando a vista d'occhio. Il mercato degli MBS nel futuro prevedibile non tornerà in salute, e le banche non sono in grado di fare profitti dai debiti a breve. Fine del gioco. La Federal Reserve stessa è in pericolo. Quindi, si deve passare al Piano B : esso consiste nello scaricare tutto il pattume tossico sui contribuenti prima che si rendano conto che l'intero sistema sta sprofondando in un cratere e che la loro vita sta per cambiare per sempre. Si chiama Piano Paulson e si tratta di un castello di carte da 700 miliardi di dollari che è già stato sputtanato da tutti gli economisti degni di tal nome, nel paese.

Dalla Reuters:


"L'accesso al prestito per i concessionari principali tramite il Primary Dealer Credit Facility  ed altre formule create domenica per Goldman Sachs, Morgan Stanley e Merrill Lynch e le loro filiali di Londra, ha raggiunto mercoledì la cifra di 105,66 miliardi di dollari, afferma la Fed."

Vedete quello che volevo dire: sono tutti a pezzi. I prestiti rotativi della Fed non sono che la storiella per perpetuare il mito che le banche non hanno già l'encefalogramma piatto. Bernanke ha attaccato dei fili alle varie parti del corpo e le agita di tanto in tanto, quel che basta a farle sembrare vive. Ma il modello Wall Street si è rotto ed il salvataggio è inutile.

La scorsa settimana, c'è stata una incursione digitale sulle banche della quale la gente nemmeno ha sentito parlare : un grippaggio in "tempo reale." Un articolo di Michael Gray sul New York Post ha dato una descrizione della sequenza degli avvenimenti come si sono svolti uno dopo l'altro. Ecco un estratto dal " Quasi un Armageddon " di Michael Gray :
"Giovedì, il mercato ha sfiorato l'Armageddon per 500 punti... Se il Tesoro e la Fed non fossero entrati in pista quella mattina con una rapidissima iniezione di 105 miliardi di dollari di liquidità, il Dow sarebbe crollato a 8.300 punti, giù del 22% ! - mentre il suono della campanella di inzio seduta stava echeggiando ancora nel piano sottostante dove si svolgono le contrattazioni. Secondo gli operatori, che hanno parlato a patto di restare anonimi, prima dell'apertura il mercato era stato inondato da ordini di vendita per 500 miliardi di dollari.

Quella mattina la capitalizzazione totale del mercato del denaro  era di circa 4 trilioni di dollari. Le vendite per paura erano direttamente collegate al grippaggio del mercato del credito - compresa la dilazione di 52 miliardi di dollari di "pagherò cambiari" a breve termine - e le voci di altri fondi monetari i cui titoli avrebbero rotto il muro del dollaro o sarebbero scesi sotto il valore netto di portafoglio di un dollaro."

La drammatica iniezione di 105 miliardi di dollari di liquidità prima dell'apertura dei mercati da parte della Fed è stata appena sufficiente a trattenere gli investitori istituzionali chiave dal seguire l'ondata di vendite e dare inizio ad una fuga precipitosa del denaro contante che avrebbe portato al blocco di ampi settori dell'economia USA. " ( New York Post ).
I "pagherò cambiari" sono il lubrificante che fa girare i mercati finanziari. Quando la fiducia sparisce (perchè quelli alla guida a Washington sono dei buffoni), gli investitori ritirano il proprio denaro e le normali operazioni d'affari diventano impossibili, ed i mercati crollano. Fine della storia. Così, invece di ripristinare la fiducia del pubblico grazie ad una guida solida ed a scelte finalizzate a rassicurare gli investitori, il Presidente Bush ha deciso di tenere un bel discorso alla nazione nell'orario principale, nel quale ha sostenuto che se non si fosse approvato immediatamente il pacchetto Paulson per il salvataggio di emergenza, l'economia della nazione si sarebbe vaporizzata nell'etere. Ve lo immaginate ?

La settimana scorsa, il mercato dei "pagherò cambiari" ( molti dei quali sono coperti dalle MBS ), è arretrato della considerevole cifra di 61 miliardi di dollari a 1.702 trilioni di dollari, il livello più basso dall'inizio del 2006. Così, il salvataggio Paulson sarà effettivamente garanzia dei PC ( Pagherò Cambiari),  come dell'intero polpettone dell'alfabeto variegati dei derivati sostenuti dai mutui ipotecari, per i quali non esiste mercato. Il contribuente USA  non si sta solo infilando in quel mercato immobiliare che sta cadendo a picco, ma sta anche agendo da garante finale dell'intero sistema finanziario incluse le azioni non onorabili sui finanziamenti auto, quelle ridotte ai minimi termini sui prestiti agli studenti,  i titoli associati ai prestiti da mutuo ipotecario garantiti dal valore, ormai appiattito, delle case ed i titoli legati alle agonizzanti carte di credito. L'intera, gigantesca, montagna di letame bovino di questo debito sta per essere ammassata sulla schiena dell'ultra strizzato contribuente e sul sempre abusato biglietto verde. Paulson ci assicura che è un "buon affare".  Che cavolo di groviglio !

LA SCENEGGIATA PAULSON:
UNA PERDITA DA 700 MILIARDI DI DOLLARI

Ma il Segretario al Tesoro Paulson, come ha calcolato che la ricapitalizzazione del sistema bancario costerà 700 miliardi ? L'ha valutato attentamente o ha solo fatto i conti dei soldi che era possibile caricare dietro nei cassoni dei camion del Tesoro eruttando una doccia di verdoni appena stampati sui suoi amici? Il punto è che nessun economista ha assistito Paulson nei suoi calcoli, e che non sono credibili. Sono semplicemente arbitrari, sono numeri con precisione "spannometrica". Secondo Bloomberg, il noto investitore Marc Faber, famoso per una lunga serie di ottimi investimenti, ritiene che il danno possa arrivare ai 5 trilioni  di dollari:

"Marc Faber, direttore gestionale della Marc Faber Ltd di Hong Kong, ha detto che il pacchetto di salvataggio del sistema finanziario proposto dal governo USA potrebbe richiedere ben 5 trilioni di dollari, sette volte la cifra richiesta dal segretario al Tesoro Henry Paulson...

"Quei 700 miliardi non sono niente," ha detto Faber ad un intervistatore tv. "Il Tesoro sta solo fornendo questa cifra ma la cifra finale potrà essere di 5 trilioni di dollari." ( Bloomberg News ).

La maggior parte di quelli che seguono il settore dovrebbe fidarsi delle affermazioni di Faber,  molto più che di quelle di Paulson. Nella sua ultima apertura del blog, l'economista Nouriel Roubini ha detto che "nessun economista professionista è stato consultato dal Congresso o invitato a prospettare la propria valutazione nelle audizioni al Congresso sul piano di salvataggio del Tesoro."

Roubini ha anche aggiunto:

"Il piano di salvataggio progettato dal Tesoro è una sciagura : è un salvataggio di banchieri, fornitori di credito ed investitori incoscienti che direttamente darà poco sollievo ai debitori ed ai proprietari di casa in difficoltà finanziaria e che invece graverà pesantemente sulle tasche del contribuente USA. Il progetto poi non fa nulla per risolvere le forti tensioni sui mercati monetari ed interbancari che sono ora vicini ad una liquefazione del loro sistema."

Roubini ha ragione su tutto il fronte. Al momento, più di 190 eminenti economisti hanno fatto pressione sul Congresso perchè non approvi l'atto del salvataggio da 700 miliardi di dollari. C'è un crescente consenso sul fatto che il cosiddetto "pacchetto di salvataggio" non sia indirizzato sui punti economici centrali e possa invece  potenzialmente far peggiorare una situazione già fin troppo messa male.

COLPO DI STATO DEI BANCHIERI?

Paulson, rappresentante dell'industria finanziaria. è il capobanda di un colpo di stato dei banchieri il cui esito deciderà il futuro economico e politico dell'America negli anni a venire. I burattinai hanno estratto decine di miliardi di dollari di liquidità da un sistema bancario già al limite con lo scopo di congelare il prestito interbancario ed accelerare il crollo del mercato azionario. Questo, pensavano, avrebbe costretto il Congresso a far passare il pacchetto di salvataggio  Paulson da 700 miliardi di dollari senza ulteriori opposizioni congressuali. La cosa ha un nome : ricatto. Al momento, nessuno sa se il colpo di stato dei banchieri avrà successo e quindi consoliderà ulteriormente il loro potere politico tramite un gigantesco colpo inferto al sistema, ma il loro piano continua a procedere in avanti senza scossoni mentre l'economia segue il suo inevitabile scivolare verso il disastro

Il salvataggio ha messo in azione i movimenti non istituzionali che hanno intasato fax e linee telefoniche del Congresso : le chiamate erano preponderantemente contro qualsiasi salvataggio di quelle banche che si stanno  piegando sotto il peso dei loro portafogli infettati dai mutui ipotecari di sostegno. Un analista ha detto  che le chiamate al Congresso erano al 50% "No" ed al 50% "Cazzo, no". Da parte della gente non esiste praticamente alcun sostegno all'approvazione dell'atto.
Tratto da Bloomberg News :" Erik Brynjolfsson, della Sloan School dell' MIT, ha detto che la sua principale obiezione "è l'ammontare mozzafiato di discrezioni prive di controllo che [ il progetto ] conferisce al Segretario al Tesoro. Una cosa senza precedenti in una democrazia contemporanea."

"Ho il sospetto che parte di quello che stiamo vedendo nel congelamento dei mercati creditizi sia un comportamento strategico di una parte degli attori della grande finanza, che aspettano di trarre profitto dal salvataggio," così ha detto David K. Levine, un economista alla Washington University di St. Louis, che studia le limitazioni di liquidità e la teoria dei giochi." ( Mish’s Global Economic Trend Analysis)

I sospetti di Brynjolfsson sono ben fondati. "Il Cuore del Mercato " di Karl Denninger conferma che la Fed ha drenato liquidità dal sistema bancario allo scopo di ricattare il COngresso e far passare le nuova legislazione, Ecco cosa scrive Denninger :
"Il tasso effettivo di scambio della Fed  è stato posto 50 punti o più sotto la soglia del 2% per 5 giorni a fila, per adesso, e negli ultimi due giorni è stato 75 punti sotto.  L'IRX sta richiedendo un immediato taglio del tasso. Nell'ultima settimana, la Fonte è stata intenzionalmente prosciugata di 125 miliardi di dollari e l'abbassamento del livello delle acque ha fatto emergere il corpo di un morto - la Washington Mutual - che è stata immediatamente accaparrata, senza una formale notifica, dalla JP Morgan. Neanche il CEO della Washington Mutual sapeva dell'accaparramento fino a che non è stato compiuto...  La Fed sostiene di essere una "banca centrale indipendente." Non lo è affatto; stanno agendo come dei criminali incendiari. La Fed ed il Tesoro hanno affermato che questa è una "crisi  di liquidità" : non la è, è una crisi di insolvenze che la Fed, il Tesoro ed altri organi di controllo del nostro governo hanno intenzionalmente permesso che si verificassero."

Centro. Questo è un colpo di stato dei banchieri, cucinato ed apparecchiato dai fanciulli con le mani in pasta nel denaro che hanno agito nascosti  dietro al teatrino della politica. L'unica volta che vengono fuori dalle fogne è quando sono tirati fuori dalla corrente che minaccia il loro perenne dominio. La resistenza di base, con le punte d'assalto dei bloggers su Internet ( tipo Mish, Roubini e Dennings ), sta dimostrando che si possono mobilitare decine di migliaia di "villani coi forconi" ed essere un elemento nel processo decisionale politico. Questo aiuta anche a far eleggere rappresentanti, come il Senatore Richard Shelby, che stanno fermi nei loro principi e non svengono davanti alla prima salve di cannone ( come quelle pappemolli delle sue controparti Democratiche ). Shelby si è caricato addosso tutto il peso della pressione dell'esecutivo che si è abbattuta su di lui come una slavina dagli Appalachi. La conseguenza è che c'è ancora una piccola possibilità che l'atto debba essere rimandato e che i rappresentanti dell'industria debbano tornare al Punto di Partenza.

Market Ticker ha fornito grafici della Federal Reserve che provano come Bernanke abbia ritirato 125 miliardi di dollari di liquidità dal sistema bancario negli ultimi quattro giorni al solo scopo di creare una situazione di crisi che incitasse il mercato a far cagnara ed aumentasse le probabilità di far passare l'atto. Questa è coercizione e del tipo peggiore. [ si veda http://market-ticker.denninger.net/archives/2008/09/24.html ].

La difficile situazione economica del paese sta ulteriormente peggiorando. Gli ordini nel settore manifatturiero dei beni durevoli sono scesi di un 4,5%, il mese scorso, mentre le giacenze continuano a crescere. La disoccupazione è alle stelle ed il crollo del mercato immobiliare accelera. Il Credit Suisse ora prevede un totale di 10.300.000 sequestri immobiliari nei prossimi anni, pochi anni. Cifre di questa portata non sono casuali, ma sono parte di un più ampio disegno per utilizzare la politica monetaria quale mezzo per spostare il benessere da un classe sociale ad un'altra, mentre si deteriora il benessere generale della nazione. Ancora più allarmante, i creditori principali del paese ora stanno preparando una ribellione che è plausibile porterà a tagliare il flusso di capitali verso i mercati USA facendo precipitare il dollaro ed accendendo un collasso deflattivo del credito.

Leggiamo dalla Reuters:

"Gli enti di controllo cinesi hanno chiesto alle banche interne di fermare le linee di credito alle istituzioni finanziarie USA sui mercati monetari interbancari per prevenire possibili perdite durante la crisi finanziaria, così riferiva giovedì il South China Morning Post. La China Banking Regulatory Commission bandiva il prestito interbancario in qualunque divisa verso le banche USA, ma non verso istituti di credito di altre nazioni, così era aggiunto nell'articolo."

Bloomberg News riferisce che Richard Fisher, Presidente della Dallas Federal Reserve Bank, abbia rotto con la tradizione criticando severamente il salvataggio proposto dicendo che esso "farebbe piombare il governo USA ancora più dentro un abisso fiscale."

Da Bloomberg:

"Il piano del Segretario al Tesoro Henry Paulson relativo all'acquisto di portafogli pericolanti in mano ad istituzioni finanziarie potrebbe mettere ' l'ultima pagliuzza sulla schiena di quel cammello, sovraccarico fino al terrore, che è il registro contabile del governo federale, ' così recitava il testo di un discorso tenuto oggi da Fisher a New York. "Siamo sommersi da un enorme gorgo fiscale."... Fisher parlando al New York University Money Marketeers Club, ha anche detto che : "Le confische e le appropriazioni delle quali si è fatta esperienza nei mercati del debito e dei titoli mobiliari, non sono altro che le conseguenze di una prolungata orgia di comportamenti eccessivi e senza limiti e non di una politica monetaria troppo stretta.."

Non c'è dubbio che la terapia per "eccessi creditizi senza limiti" non può richiedere "ancora di più della stessa cosa." Perchè in effetti il salvataggio proposto da Paulson neanche cita quei temi centrali che sono stati nascosti dalla demagogia e dalle minacce : i portafogli in perdita devono risultare nei libri contabili, le banche insolventi devono fallire ed i disonesti ed i criminali che hanno progettato questo colpo di mano finanziario  sulle riserve della nazione, ne dovrebbero rendere conto.
La carneficina del basso tasso di interesse dovuta a Greenspan e la baldoria del "denaro facile" sono ora visibili ovunque.  I valori gonfiati di case e titoli stanno crollando mentre l'euforia sfiata dalla gigantesca bolla azionaria. La FDIC [ Federal Deposit Insurance Corporation, ndt ], dovrà essere ricapitalizzata - forse  di 500 miliardi di dollari -  per sostenere le previste perdite nei depositi delle banche in rotta colte nella rete della deflazione dei portafogli con un credito subito ridotto. La recessione è in arrivo, ma il crollo economico può ancora essere evitato se il cattivo piano Paulson sarà abbandonato e si intraprenderanno correttivi per mettere il paese sui solide basi finanziarie. (...)

Se un salvataggio ha da essere, almeno che sia fatto bene. L'atto da 700 miliardi di dollari richiesto da Paulson non fa nulla per riparare i profondi problemi strutturali dei mercati finanziari; semplicemente spinge avanti un poco nel futuro il giorno del giudizio, e lo fa spostando sul contribuente il pagamento dei portafogli disastrati E' un vero suicidio. L'intero sistema ha bisogno di trasformazioni profonde in modo che le attività di Wall Street coincidano con gli obiettivi più ampi che sono propri di quella  società che si ritiene essa serva. Il modello affaristico di Paulson si è rotto e non c'è niente di buono nell'incollarne i pezzi nuovamente fra di loro.

 

 

Tre dei fautori della «Global Monetary Authority», ovvero

il fulcro economico del nuovo ordine mondiale che l'elité

finanziaria vuole creare con le buone o con le cattive.

 

 

Occhio alla finta Bretton Woods

Fonte web

Ora tutti i banchieri - visto che si fanno salvare dal denaro pubblico - si dicono pronti ad accettare regolamentazioni pubbliche. Una nuova Bretton Woods, come ha evocato Sarkozy? Tutti sono d’accordo, anzi più che d’accordo.

«Il mondo necessita un sistema finanziario funzionante ed è compito di tutti gli interessati fare in modo che ciò avvenga», dice Bob Diamond: ottimo proposito, se Bob Diamond non fosse il capo della Barclays Capital e nuovo proprietario di Lehman Brothers, e se la Barclays non avesse debiti 50 volte il suo capitale.

«Tutti gli enti non regolati, come gli hedge fund e i fondi sovrani, devono anch’essi essere sottoposti a una supervisione regolamentare»: bellissimo proposito. Solo che a dirlo è George Soros.

Viene un sospetto: che i beneficiari del capitalismo senza regole, e gli autori del disastro terminale, siano i più zelanti a voler dettare le «regole»; prima che gliele impongano i governi e gli Stati. Regole secondo i loro interessi, ovviamente.
Il sospetto diviene realtà quando un appello alla creazione di «una nuova autorità monetaria globale» viene pubblicato sul Financial Times (1), la Bibbia del dogmatismo liberista.

«Anche se la massiccia operazione-salvataggio americana avrà successo», scrive l’autore, «dovrà essere seguita da qualcosa di più ampio, cioè la creazione di una Autorità Monetaria Globale per controllare mercati che sono diventati senza confini».

L’autore è Jeffrey Garten: membro del Council on Foreign Relations di Rockefeller, vicinissmo a Henry Kissinger nonchè in passato direttore esecutivo di Lehman Brothers, la banca speculativa fallita.

Ecco che tipo di regolamentazione mondiale propone Garten.

La sua «Global Monetary Authority» dovrebbe agire come ri-assicuratore o sportello di sconto di obbligazioni emesse dalle Banche Centrali, insomma sarebbe la Banca Centrale delle Banche Centrali. Essa dovrebbe avere il potere di vagliare le attività di regolamentazione delle autorità nazionali («Un Fondo Monetario, ma con più denti») e coordinare l’applicazione di «un limitato numero di regole globali».

La Global Monetary Authority sarebbe anche il tribunale fallimentare che si occuperebbe della riorganizzazione finanziaria di imprese globali e multinazionali oltre una certa dimensione. Le più grosse imprese dovrebbero essere «registrate» presso il GMA, o altrimenti essere messe su una lista nera: compagnie commerciali, banche, fondi speculativi, fondi sovrani sarebbero messi sotto il controllo di questo ente globale.

La Global Monetary Authority sarebbe finanziata da contributi obbligatori di ogni Paese in grado di pagare; tuttavia, nel suo consiglio d’amministrazione siederebbero i banchieri centarli di USA, Gran Bretagna, la Banca Centrale Europea, il Giappone, la Cina, l’Arabia Saudita e il Brasile (si notino le esclusioni).

In conclusione, quello che Gartens ventila come desiderabile è un passo avanti verso il progetto di Governo Mondiale.

Siccome l’economia globale ha «un vuoto al centro» dell’apparato istituzionale, occorre una Banca Centrale Globale, un Tesoro Globale, e alla fine una moneta unica globale. Per curare i mali della globalizzazione, occorre più globalizzazione, però «amministrata». Da chi?

Per la risposta, bisogna guardare a entità sovrannazionali come l’Unione Europea e la Banca Centrale Europea, gestite da burocrazie che nessuno ha eletto,i cui membri si cooptano fra loro; con una Banca Centrale «autonoma» di fronte alla quale gli Stati e i governi eletti devono solo obbedire, senza alcuna «autonomia».

Ancor meglio è guardare all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO): se il potere della UE si esercita su una parte del mondo, quello del WTO è totale, planetario e insindacabile. Esso è un tribunale mondiale con poteri coercitivi e punitivi; contro le sue sentenze non c’è appello; le sue sentenze sono sempre a favore delle multinazionali e dei profitti privati. D’altra parte nessuno Stato può permettersi di star fuori dal WTO, perchè ciò equivale più o meno a un embargo commerciale.

O se non basta, guardiamo al Fondo Monetario Internazionale: ciò che in quel consesso decidono Londra e Washington insieme è legge, perchè i due Paesi (i grandi Stati Uniti e la piccola Inghilterra) detengono il 60% delle «quote» del Fondo, e quindi comandano.

Oggi, il FMI ha perso importanza, perchè sono sempre meno i Paesi super-indebitati a cui il FMI, come agente pignoratore dei creditori, imponeva le «ricette di risanamento strutturale» secondo la dogmatica ultra-liberista, il cui risultato invariabile era di asservire le economie dei Paesi poveri al sistema del dollaro.

Oggi, Garten vuole un «FMI coi denti»; e la sua Global Monetary Authority è pensata, come il FMI, per garantire anche in futuro il potere del sistema anglosassone, con l’ammissione dei soli Paesi che sono asserviti al dollaro (Cina, Arabia Saudita e Giappone), più il Brasile. Nel suo consiglio d’amministrazione non vengono ammessi Russia, Iran nè ovviamente, Venezuela o Iraq (è occupato). L’intera Unione europea vi «pesa» come la Gran Bretagna.

Dunque la «regolamentazione» della speculazione si configurerebbe, in realtà, come la presa definitiva di potere della speculazione bancaria sul mondo. Secondo il verbo profferito da David Rockefeller nel 1991: «La sovranità sovrannazionale di una élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati».

Ma ovviamente il progetto è più antico: «Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale. La questione è se sarà instaurato col consenso o con la forza», disse il banchiere James Warbusg alla Commissione Esteri del Senato nel febbraio 1950.

Il Council on Foreign Relations fu creato appunto per promuovere il governo unico mondiale, sovrannazionale e a-democratico, dei banchieri e dei loro «intellettuali» a contratto (da Brzezinski a Giavazzi). Il progetto è stato temporaneamente turbato dall’avvento al potere dei neocon israeliani, che hanno a cuore più Israele che il Nuovo Ordine Mondiale, e tentato di instauralo, conunque, «con la forza». Ma il progetto, appena i tempi sono favorevoli, viene ripreso e fatto avanzare.

Per le entità che lo promuovono, le crisi e i tracolli come quello in corso sono «opportunità» come disse Henry Kissinger nel 1991: «Quello che ogni uomo teme è l’ignoto. Quando questo scenario si presenta si rinuncia volentieri ai propri diritti in cambio della garanzia del proprio benessere, assicurata dal Governo Mondiale».

 

 

Immagini di povertà che vedremo sempre

più spesso in America e in Europa...

 

 

Benessere per alcuni, selezionati e accettati. Ora che il mezzo secolo di consumismo e abbondanza è finito, il Governo Mondiale avrà la faccia del razionamento; una moneta unica globale,intesa a «facilitare gli scambi» e a «impedire il protezionismo», potrà avere la forma del marchio della Bestia, senza cui «nessuno può vendere nè comprare»?

La riunione del Bilderberg avvenuta a Chantilly, Virginia, nel giugno scorso deve aver discusso come trasformare la crisi in «opportunità» (2). Lì il capo della FED di New York (una delle 12 Riserve Federali private), Jeffery Geithner, spiegò che la Federal Reserve deve «svolgere un ruolo centrale nel definire la cornice delle regole» internazionali, che sicuramente saranno necessarie dopo l’implosione del sistema.

Insomma: i colpevoli dell’implosione devono affrettarsi a fare le regole, preventivamente, prima che gliene vengano imposte di sfavorevoli.

Garten, che era al Bilderberg, riecheggia questa strategia quando scrive: «La globalizzazione creerà adesso uno scontro di filosofie. Gli Stati e gli investitori fuori degli USA non hanno mai condiviso il capitalismo-cow boy del sistema americano.
Ora essi avranno buone ragioni per esigere che siano fatti cambiamenti fondamentali nel modo in cui gli USA gestiscono le loro istituzioni finanziarie. Se ciò non avviene in modi negoziati, può conseguirne che gli investitori esteri portino i loro capitali altrove».

Il sistema di Wall Street ha bisogno di fondi cinesi e giapponesi per continuare a funzionare. Dunque, si deve cedere qualcosa in cambio della garanzia che il sistema non cambi.

Ora, il rischio è che tutto questo venga presentato come la regolamentazione attesa, il necessario ritorno del controllo pubblico sovrano sull’economia d’azzardo, e venga chiamato «la nuova Bretton Woods».

Il trucco può riuscire, perchè 40 anni di capitalismo sempre più sregolato, e di Nobel e docenze universitarie ad economisti liberisti dogmatici, ha creato un vuoto culturale: non si sa più bene che cosa fosse l’intervento pubblico in economia, le teorie alternative (di economia poltiica) al «pensiero unico egemone» sono state soppresse e dimenticate. In questo vuoto, i gestori della finanza possono far passare per «nuova Bretton Wood» il progetto di un ordine mondiale «amministrato».

Bisognerà almeno ricordare che Bretton Wood fu l’instaurazione di un ordine monetario concordato fra Stati sovrani e indipendenti. E che il suo scopo era lo sviluppo economico-sociale, non la libertà per gli hedge fund.

Non è un caso se, nel dibattito controllato post-implosione, non si citi mai Maurice Allais e la sua proposta di abolizione totale del credito frazionale, per restituire in esclusiva agli Stati la prerogativa di emettere moneta. E nemmeno è un caso se i «salvataggi» intrapresi dalla Federal Reserve e dal Tesoro USA perpetuano e riconfermano la commistione incestuosa tra banche di deposito e banche d’affari, che invece andrebbe imposta onde allontanare i depositi dei risparmiatori dalle mani degli speculatori.

Con la scusa dei salvataggi, la JP Morgan si è aggiudicata per soli 19 miliardi di dollari la Washington Mutual, una cassa di risparmio che ha 182 miliardi di depositi: tutto denaro che servirà a Wall Street per un’altra puntata al Casinò Mondiale.

In questo quadro, riporto volentieri la mozione di un senatore italiano, Oskar Peterlini, che raccomanda alcuni punti fermi sulla discussione per una «nuova Bretton Woods» su cui apparentemente c’è un consenso internazionale in formazione. Già firmata da 19 senatori, la mozione Peterlini si ispira esplicitamente alle idee di Lyndon LARouche. Non tutto quel che dice LaRouche mi è comprensibile, e su alcune cose non sono d’accordo (3). Ma alcuni punti fermi sono chiari:

1. la riorganizzazione del sistema finanziario dovrà seguire il modello dell’amministrazione controllata, in cui i debiti speculativi - che rappresentano la stragrande maggioranza dei valori che gravano sui bilanci delle principali banche commerciali e d’investimento, oltre a numerosi altri istituti finanziari e perfino su enti locali italiani - vengano depennati o estinti, salvaguardando invece, fino a un certo limite, gli investimenti dei piccoli risparmiatori anche nei fondi pensione e in altri strumenti finanziari non speculativi, e garantendo il finanziamento delle attività essenziali dell’economia reale. Il bene comune (General Welfare) deve avere precedenza rispetto agli obblighi finanziari creati per foraggiare la bolla speculativa;

2. nuove regole dovranno garantire la stabilità necessaria per la produzione e il commercio internazionale: a) cambi valutari decisi con accordi tra le nazioni (fixed exchange rates), evitando le oscillazioni speculative dei mercati; b) controlli sui trasferimenti di capitali a fine speculativo (capital control), privilegiando gli investimenti a lungo termine nell’economia produttiva; c) un sistema creditizio che garantisca investimenti a basso tasso d’interesse e a lungo termine in infrastrutture, industria ed alta tecnologia (productive credit) per rompere con la tendenza degli ultimi decenni, in cui si è incoraggiata la ricerca del profitto facile penalizzando l’attività produttiva;

3. un sistema creditizio e non puramente monetario. Considerando che le Banche Centrali emettono arbitrariamente moneta per fini di aggiustamento monetario, occorre creare un sistema che fornisca credito al fine di promuovere lo sviluppo economico. Questo modello trova le sue origini nella Costituzione degli Stati Uniti e fu adottato dal segretario al Tesoro Alexander Hamilton, nonché ripreso dal presidente Lincoln e dal grande presidente Roosevelt nel crac e nella depressione degli anni Trenta. Il sistema creditizio e non monetario fu l'idea ispiratrice del sistema di Bretton Woods, che funzionò con successo finché non fu abbandonato nel 1971 ed oggi viene riproposto dall’economista Lyndon LaRouche».


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1) Jeffrey Garten, «We need a new Gglobal Monetary Authority», Financial Times, 25 settembre 2008.
2) Nel 2003, un’inchgiesta della BBC ha diomostrato che il mercato unico europeo, e la futura unione monetaria, sono stati elaborate dal Bilderberg. Confronta www.propagandamatrix.com/ bbc_radio_4_bilderberg.mp3.
3) Lyndon LaRouche, «New Bretton Woods: russia’s role in a recovery», www.larouchepac, 20 agosto 2008.
 

 

 

APPROFONDIMENTO

 

I contribuenti USA sono stati

incatenati a forza all'economia

Per salvaguardare la loro [ della gente ] indipendenza, dobbiamo impedire ai nostri governanti di caricarci di debiti perenni. Dobbiamo fare la nostra scelta fra economia e libertà, fra abbondanza e schiavitù" - Thomas Jefferson.

 

La Grande Piramide Rovesciata
 

Il tempo è sempre più galantuomo e punisce i manipolatori del mercato in maniera sempre più violenta, nel giro di pochissimi giorni. Appena 10 giorni per umiliare i supereroi. Il rischio era enorme. Ieri abbiamo cominciato a pagarne le conseguenze. Quei settecento miliardi comunque non sarebbero bastati. A questo punto non basterebbero neanche 7 trilioni di carta fresca per sistemare le cose.
 

 

LaRouche: c’è un Piano B
 

Il 27 settembre Lyndon LaRouche ha ribadito che il piano di salvataggio di Paulson sarebbe stato destinato a fallire. "Se sarà approvato, questo salvataggio non risolverà proprio niente. Innescherà un'iperinflazione immediata come quella della Germania di Weimar, portando alla rovina l’intero sistema bancario, e, diversamente dalle fantasie di Gordon Brown, non riuscirà a salvare il sistema bancario britannico che è irrimediabilmente fallito".
 

 

Non si fa più credito

E' iniziata come crisi dei mutui subprime, è diventata lo scoppio della bolla immobiliare e la stretta del credito, ha sconvolto il capitalismo americano facendo fallire le più grandi banche d'investimento. Mentre a Washington si cerca di salvare il salvabile con un piano di intervento pubblico da 700 miliardi di dollari, una nuova minaccia incombe sul sistema finanziario statunitense e mondiale: quella dei sempre più americani che non riescono a pagare gli arretrati sulle carte di credito. Molti analisti l'hanno segnalata da tempo. E ora che i tassi di insolvenza stanno raggiungendo livelli di guardia, se ne sta accorgendo anche il Congresso.