Egitto:

dove i cristiani

copti hanno paura

 

viaggio nel paese dove essere

cristiani è difficile

(con video)

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

“Se fossi un copto squarcerei i cieli d’Egitto e del mondo con le mie grida denunciando il clima di oppressione in cui i Copti egiziani vivono oggi”. Questo è l’appello lanciato di recente da Tarek Heggy, uno dei più importanti pensatori liberali arabi, in un suo tanto toccante quanto coraggioso articolo dal titolo “Se fossi copto” in cui denunciava le terribili condizioni dei cristiani nel proprio paese.

 

 

 

Interno di una chiesa Copta raffigurante

La Vergine Maria

 

 

 

INTRODUZIONE

L' Sos dei Copti in Egitto

Fonte web

«Fermate l´Egitto». Per rompere il silenzio sulla persecuzione subita, i copti si appellano alla Santa Sede e alla diplomazia internazionale. In occasione del Natale della Chiesa Copta Ortodossa, il 7 gennaio 2008, i diplomatici egiziani in Europa e in Vaticano sono invitati a «non recarsi in visita alle Chiese Copte».

La loro presenza «non è gradita», scrive Ashraf Ramelah, presidente della «Voce dei copti», l´associazione costituita in Italia e negli Usa per la protezione dei cristiani d´Egitto contro le discriminazioni (dai bar vietati alle donne cristiane, alla legge restrittiva sulla costruzione di chiese, a impedimenti nel lavoro).  

L´Occidente fa finta di non sapere che dietro il «moderato» Egitto si nascondono i finanziatori dell´espansionismo dei «Fratelli Musulmani». Un Sos lanciato nel pieno di un´escalation di violenza: poche settimane fa, i fondamentalisti hanno bruciato vivo un copto e poi gli hanno tagliato i genitali. Ogni giorno si verificano sequestri di ragazze cristiane, violentate e costrette a convertirsi all´Islam da elementi dei «Fratelli Musulmani»; arresti senza prove di attivisti copti da parte dei servizi segreti; ragazzini cristiani convertiti a forza dal governo perché i loro padri sono diventati musulmani; negozi e case di copti saccheggiate e bruciate.

Da questo humus culturale e religioso anti-cristiano provengono molti predicatori delle moschee italiane. E che l´azione di camuffamento sia ben concertata, secondo la «Voce dei copti», viene dimostrato anche dal fatto che ogni anno, i diplomatici egiziani e membri del governo visitano le Chiese copte in Egitto e all´estero durante la festività natalizia: «Nonostante siano sempre stati ricevuti, la loro presenza non è mai stata gradita. Quindi, chiediamo di annullare questa visita di facciata».

Da tempo, infatti, il governo egiziano ha utilizzato il Natale copto per dimostrare all´Occidente di promuovere il pluralismo religioso. «Le visite degli ufficiali egiziani sono sempre accompagnate da messaggi di propaganda, in cui si sottolinea che il governo non fa distinzioni fra i suoi cittadini di qualsiasi credo. Ma non è così.- denuncia la «Voce dei copti»-.Noi cristiani siamo discriminati dal governo sia sul posto di lavoro, sia nella vita quotidiana».

Un allarme raccolto in Vaticano. «I copti soffrono, la vita per loro è particolarmente difficile- osserva il cardinale Achille Silvestrini che da prefetto delle Chiese orientali ha più volte visitato l´Egitto-.Sono l´ultima comunità cristiana numerosa rimasta in un mare islamico».

Per i cattolici è ancora peggio, concorda padre Venanzio Milani, presidente dell´agenzia missionaria Misna: «Ormai il regime ha gettato la maschera. L´Italia e l´Ue, sempre pronti a firmare documenti anti-cattolici, continuano a fare finta di niente».

Intanto le persecuzioni nei confronti dei copti assumono le forme più drammatiche del martirio dei cristiani, inclusi rapimenti seguiti da crocifissioni compiute dalle forze di sicurezza egiziane. Le crocifissioni sono avvenute per gruppi di 50 persone, letteralmente inchiodate a croci oppure ammanettate a porte, con le gambe legate, picchiati e torturati con corrente elettrica nelle zone genitali, dalla polizia che li accusava di essere «infedeli». Inoltre, durante incursioni nel villaggio copto di El-Kosheh, vicino Luxor, alcune adolescenti sono state rapite e, nei posti di polizia, una decina di bambini sono stati picchiati con bastoni davanti alle loro madri.

Le notizie che si sono diffuse nonostante il terrore che impedisce alla gente di parlare sono giunte fino al Congresso degli Usa, dove 29 parlamentari hanno sottoscritto un appello a Mubarak per porre fine alle torture. «La Chiesa copta vive con coraggio lo stillicidio di discriminazioni sociali e politiche, sostenuta da un´ampia pratica religiosa, dai 30 monasteri (con oltre 5.000 fra monaci e monache)», evidenziano in Vaticano.

 

 

Manifestazione di cristiani copti in Egitto

 

 

 

 

 

La Voce dei Copti:

"In Egitto, vandalismo di stato contro

le nostre Chiese, Monasteri e Cimiteri"
 

Testo della lettera inviata all'ambasciatrice statunitense in Egitto dalla

 Voice of the Copts, Dott. Arch.Ashraf Ramelah, Associate AIA President

Fonte web - 26-05-2008

 

Sua Eccellenza Ambasciatrice degli Stati

Uniti d'America. Sig.ra. Margret Scobey
Ambasciata degli Stati Uniti d'America 5
Tawfik Diab Street Garden City, Cairo Egypt

 

 

Sua Eccellenza Ambasciatrice,

A nome e per conto della Voice of the Copts, Copti d'Egitto e del resto del il mondo mi congratulo con il Presidente Gorge W. Bush per la sua decisione di nominarla ambasciatrice degli Stati Uniti d'America in Egitto. Inoltre estendo il nostro apprezzamento per la sua partecipazione alla celebrazione alla Santa Messa Pasquale celebrata nella cattedrale di San Marco al Cairo. La sua visita alla nostra cattedrale Copta durante la vigilia Pasquale è stata la pietra miliare per una nuova era. Un' era di conoscenza da parte del mondo occidentale alla realtà discriminatoria subita dalle minoranze religiose in Egitto, Medio Oriente ed in tutti gli altri paesi Arabi musulmani. Una realtà rappresentata da oltre 15milioni di Copti oppressi da oltre 14 secoli.

Il mondo civile non ha mai avuto alcun'attenzione verso un popolo che ha saputo soffrire in silenzio. L'Occidente ha visto solo il proprio interesse economico o altro, senza preoccuparsi delle sofferenze quotidiane di un popolo. Sofferenza dovuta ad un credo diverso e provocata da un invasore che non ha avuto considerazione per la vita umana, storia e nemmeno verso una civiltà antica, facendo vivere il popolo Copto da straniero nella propria terra La sua visita ha segnato una nuova sensibilità internazionale verso noi Copti e non solo. I Copti che hanno subito un'occupazione barbarica e sono stati messi in silenzio, ora iniziano a sentire l'attenzione del mondo civile e questa e' una ragione in piu' che obbliga la Voice of the Copts a dialogare con i cittadini, funzionari ed esponenti di governi occidentali onesti per evidenziare la vera natura di questi regimi, e per difendere coloro che subiscono ogni forma di discriminazione.

Icona copta raffigurante

 Mercurio che uccide Giuliano,

con san Basilio Magno sullo

sfondo

Eccellenza, come ambasciatrice del più grande paese del mondo in Egitto, Lei è investita di una responsabilità immensa. La sua responsabilità non è solo verso il suo governo, ma verso l'intero mondo civile. La democrazia ed il rispetto dei diritti dell'uomo, che l'America ha sempre avuto, mancano in Egitto così come in altri paesi Arabi a maggioranza Islamica. Il regime Egiziano è riuscito in poco piu' di cinquant'anni ad alterare la democrazia ed il rispetto dei diritti umani con ostilità e paura. Il dovere della polizia Egiziana è cambiato: invece di proteggere i cittadini, difende i criminali; soprattutto quelli che sequestrano le giovani donne Cristiane forzandole a convertirsi all'Islam. La stessa polizia sta a guardare i criminali durante i loro attacchi barbari contro cittadini Copti disarmati, nelle loro case o Chiese. È raro che dopo un furto o danneggiamento di una proprietà Copta che l'aggressore sia arrestato oppure condannato.

Sotto gli ultimi tre presidenti, il paese è stato ai vertici mondiali in termini di corruzione, violenza e povertà. I militari che nel 1952 esaltavano la liberta' ed una vita migliore per i propri cittadini, hanno deluso tutti quelli che avevano riposto in loro le loro speranze. I miliardi di dollari ed euro stanziati dagli Stati Uniti e dalla Comunità Europea sono serviti a fare piu ricchi le persone che erano al potere. Gli attuali capi Egiziani e gli altri capi del mondo Arabo Islamico hanno imparato molto bene come possono aggirare i politici occidentali; promettendo cose che nella realtà non sono realizzate.

La Voice of the Copts s'impegna a combattere ed a fare conoscere questi metodi ignobili, cosi i politici ed i popoli occidentali finalmente saranno in grado di contestare i loro sistemi incivili. Ci impegniamo pure a denunciare all' intero mondo il vandalismo di stato contro le nostre Chiese, Monasteri e Cimiteri. Non lasceremo che i nostri monumenti Copti siano distrutti o bruciati come accadde 1400 anni fa, e continueremo a difendere la nostra identità, la storia Copta e sopratutto la nostra libertà ed esistenza. Per questo chiediamo che cessi il vandalismo contro tutti i monumenti Copti ed l'abolizione del decreto di Hamioni che offende la dignità dell'essere umano. Ci auguriamo che nella sede dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Egitto venga rispettato il modello di vita occidentale anche nei piccoli dettagli, compreso il codice d'abbigliamento relativo al personale femminile, ma soprattutto sia riservato un trattamento civile a tutti coloro che si rivolgono ai servizi consolari anche a quelli che sono di fede diversa da quella musulmana. Voice of the Copts augura a Sua Eccellenza un buon lavoro nella terra che fu un tempo dei faraoni e che ha ospitato la Santa Famiglia. Cordialmente,

Dott. Arch, Ashraf H. Ramelah

President, Voice of the Copts
 

 

Integralisti egiziani che bruciano una croce

 

 

Gli italici copti: “Fermate l’Egitto”

Parlano dall'Italia Ashraf H. Ramelah e dagli Stati Uniti Elena Busciacco

 

Gli italici copti: “Fermate l’Egitto”

Fonte web

Parlano dall'Italia Ashraf H. Ramelah e dagli Stati Uniti Elena Busciacco “Sua Eccellenza Ambasciatore d’Egitto, in occasione del Natale della Chiesa Copta Ortodossa, il prossimo 7 Gennaio, non si rechi in visita alle Chiese Copte. La Sua presenza non è gradita”. E’ questo, in estrema sintesi, l’invito, contenuto in una lunga lettera, ricevuto in questi giorni dall’Ambasciatore d’Egitto in Italia, Nevein Semakah Halem, e come lui, da altri Ambasciatori egiziani in Europa e da quello in Canada e negli Stati Uniti d’America. La lettera all’Ambasciatore egiziano in Italia è firmata da Ashraf H. Ramelah, Presidente italiano de Voice of the Copts, l’associazione costituita in Italia e negli Stati Uniti per la protezione dei Copti (i Cristiani d’Egitto) contro le discriminazioni e le persecuzioni che “la nostra comunità soffre quotidianamente in Egitto da anni” afferma il Presidente.

Ashraf H. Ramelah, architetto, da anni in Italia, scrive tra il resto nella lettera indirizzata all’Ambasciatore:

Monastero di S. Antonio

 “Ogni anno, infatti, diplomatici egiziani e membri del governo egiziano si recano a rendere visita alle Chiese Copte in Egitto e all’estero durante la festività natalizia. Nonostante siano sempre stati ricevuti dai nostri leader religiosi, vorrei chiarire che la loro presenza non è mai stata gradita. E’ per questo motivo, che chiedo a Lei e agli altri diplomatici egiziani di annullare questa visita annuale di 'facciata', perché non siete graditi. Per anni, infatti, il governo Egiziano ha utilizzato il giorno del Natale della Chiesa Copta per dimostrare all’Occidente di promuovere il pluralismo religioso. Le visite degli ufficiali egiziani, inoltre, sono sempre accompagnate da messaggi di propaganda, in cui si sottolinea che il governo non fa distizioni fra i suoi cittadini di qualsiasi credo essi siano. Ma così non è. Noi Copti (quasi quindici milioni di persone soltanto in Egitto ) e altre minoranze come i Baha’i sono in realtà continuamente discriminati dal governo egiziano sia sul posto di lavoro, sia nella vita quotidiana”.

Dagli Stati Uniti, Elena Busciacco, una delle poche centinaia di italiani copti negli States, lancia un messaggio ancora più esplicito: “L’Italia e l’Europa devono darci sostegno. Molto potrebbero fare considerando la loro influenza nel mondo arabo e mussulmano”.

Circa 10.000 sono i Copti egiziani che vivono in Italia. I Copti della diaspora sono circa 3 milioni, sparsi tra Europa e Stati Uniti” spiega Ashraf H. Ramelah. “I Copti con nazionalità italiana negli Stati Uniti sono circa 500. In Egitto, i Copti sono 15 milioni, secondo le statistiche ufficiali della Chiesa Copta”.
I Copti sono i Cristiani d'Egitto. Il termine ‘copto’ deriva dall’arabo ‘qubt’ un’arabizzazione dal greco ‘aiguptius’, egiziano. “La Chiesa copta fu fondata in Egitto nel I secolo, sei secoli prima dell'arrivo dell'Islam nel Paese dalla Penisola Arabica” spiega il Presidente Ashraf H. Ramelah. “La Chiesa copta ha origine dalle prediche di san Marco, discepolo, che portò il cristianesimo in Egitto. La liturgia è simile a quella ortodossa, ma le due liturgie si sono evolute differentemente anche perché quella ortodossa è stata influenzata dal ruolo del patriarcato di Costantinopoli, mentre quella copta dal ruolo del patriarcato di Alessandria. Oggi i Copti sono una minoranza discriminata e perseguitata nel loro stesso paese, l'Egitto, per questo motivo, molti Copti sono emigrati all'estero”.


L’Egitto, in Europa e nel mondo occidentale, è considerato Paese moderato, un sistema democratico di riferimento nel mondo arabo. Voi copti, Presidente Ashraf H. Ramelah, parlate di ‘regime’.

L'Egitto non è attualmente una democrazia. Quale vera democrazia al mondo ha un Presidente da venti sei anni? Hosni Mubarak è stato eletto nel 1981 e da allora non ci sono state elezioni libere nel Paese. Soltanto nel 2005, l'Egitto per la prima volta ha potuto fare l'esperienza di avere elezioni semi-libere. Ribadisco semi, perchè il candidato che è arrivato secondo alle elezioni, Ayman Nour, è stato poi incarcerato e condannato alla prigione con accuse molto dubbiose. Inoltre, quale democrazia al mondo ha prigionieri politici, incarcerati soltanto per le loro opinioni contrarie a quelle del Presidente Hosni Mubarak? Quale democrazia pratica la tortura? In Egitto i prigionieri sono sodomizzati, tortura in voga sotto l'impero bizantino. Mubarak ha saputo giocare bene le sue carte con l'Occidente, dicendo che se va via lui allora l'alternativa sono soltanto i Fratelli Musulmani. Infatti, Mubarak è stato molto accorto nell'intimidire e nel distruggere ogni possibile opposizione liberale, che potesse rappresentare una terza via. E adesso invece di una democrazia ci troviamo di fronte a una Repubblica "monarchica", dato che il successore di Mubarak sarà il figlio Gamal Mubarak, che già intrattiene relazioni con vari leader occidentali. Se questo non è un regime, allora mi dica lei che cosa è !?

Monastero di S. Paolo

Cosa c’è di vero nella tesi che vorrebbe gruppi estremisti di cristiani copti in Egitto?
I Copti in Egitto non hanno mai intrapreso azioni violente, nonostante siano da anni sottomessi alla discriminazione del governo Mubarak. Da anni, il regime al potere cerca di screditarci, di sminuirci e di umiliarci. Solo qualche giorno fa, Mubarak ha detto che esiste una convivenza pacifica in Egitto con le varie minoranze. Allora, noi Copti ci chiediamo perchè al Cairo hanno aperto un caffè per donne vietato alle donne Cristiane. Per le strade di Alessandria e del Cairo, i cristiani vengono quotidianamente offesi dai loro connazionali, influenzati dall'ondata di fondamentalismo islamico. Il regime continua a mantenere in vigore una legge restrittiva del 1934 che riguarda la costruzione di Chiese. Secondo la normativa, infatti, un luogo di culto cristiano deve essere costruito a più di cento metri da una moschea, mentre quest'ultima può anche essere edificata davanti a una chiesa. Inoltre, la comunità copta deve richiedere il permesso agli abitanti musulmani del luogo e all'ingegnere progettista dell'area, prima di presentare la domanda di costruzione. In Egitto è ancora in vigore il decreto Hamayonico, risalente all'impero Ottomano, secondo il quale è il Presidente della Repubblica che deve rilasciare un permesso scritto per poter costruire una chiesa. A causa delle restrizioni legislative, il numero di chiese in Egitto non è pertanto proporzionato alla popolazione copta. I fedeli cristiani sono costretti a percorrere diversi chilometri per trovare un luogo di culto cristiano in cui pregare. I Copti sono discriminati nei posti di lavoro. 

Quali sono i rapporti con il Vaticano?
Di comune rispetto. Dopo il Concilio di Calcedonia, nel 451, gran parte della Chiesa egiziana si è staccata dalla chiesa universale. Oggi ci sono i copti ortodossi, che hanno un loro papa, Papa Shenouda III, i copti evangelici, e i copti in piena comunione con il Santo Padre. 

Elena Busciacco è nata a Acqua Formosa di Cosenza da genitori italiani, emigrata nel 1982, “dopo aver sposato Mario, che purtroppo è morto dopo 4 mesi” lasciandola con un figlio che ora ha 24 anni, si è risposata con un copto egiziano emigrato negli Stati Uniti. Elena è italiana e copta, non rappresenta nessuno se non se stessa, e però in qualche modo è la voce -di una donna di “fede semplice”, come dice chi la conosce-, di una minoranza religiosa che sta combattendo per la libertà dei fratelli.

Elena significa essere copti italiani in USA?
Tante cose. Per noi soprattutto significa dare una voce a coloro che non possono parlare. 

Essere copti, e per di più italiani, in USA non è un problema?

Monaci copti


No. I copti, italiani o meno, negli Stati Uniti non sono discriminati certo. Il problema, piuttosto, è quello dell’educazione, e della consapevolezza da parte della gente. Gli americani, ivi compreso naturalmente gli italiani in America, non conoscono i copti. Né sanno del nostro essere cristiani dell’Egitto. Per la maggioranza degli americani gli egiziani sono mussulmani.

Come conoscete e come vivete la situazione dei vostri fratelli copti in Egitto?
Tramite i media. Ma di fatto siamo in collegamento costante noi copti con tutti i fratelli in quasi tutti i Paesi. Proprio di recente ho letto qualcosa di raccapricciante. Hanno bruciato vivo un uomo e poi gli hanno tagliato i genitali. Questo essere minoranza religiosa cristiana è un problema grave anche Sudan. Sono fratelli che soffrono moltissimo. Se soffrono loro soffriamo anche noi.

Farete anche voi copti in USA azioni per sensibilizzare il governo egiziano?
Assolutamente si. Lo stiamo facendo.

L’Italia, Paese da sempre amico dell’Egitto, come potrebbe dare sostegno alla vostra azione?
L’Italia, gli italiani, dovrebbero fare quello che facciamo noi in America. Fare pressioni sul governo, vanno bene anche e-mail, lettere, raccolta di firme. 

E la diplomazia europea?
Vorrei dire alla diplomazia europea di fare pressione L’Europa e l’Italia sono grandi realtà democratiche, che assicurano a tutti libertà di espressione, a cominciare dalla libertà religiosa. Io so che specialmente i mussulmani hanno grande spazio in Europa. L’Europa dovrebbe impegnarsi a fare altrettanto per i copti. 

Un bilancio parziale della ‘persecuzione’ che nel 2007 hanno subito i copti in Egitto lo fa, nella sua lettera all’Ambasciatore, il Presidente Ashraf H. Ramelah. “1° Il sequestro di ragazze copte, violentate e costrette a convertirsi all’Islam da elementi dei Fratelli Musulmani, come la ragazza di “El Mahalla”, Ange Hatef Kamel, Mary Farouk Fouad e altre, senza che i servizi di sicurezza egiziani si interessassero a loro. 2° L’arresto senza prove degli attivisti Cristiani, Peter Ezzat e Nader Fawzi Faltas, dell’organizzazione MECA, con sede in Canada e in Egitto. Ezat e Fawzi sono stati scarcerati soltanto dopo oltre quattro mesi, senza che l’accusa potesse presentare una sola prova. 3° Alcuni giorni dopo la scarcerazione di Peter Ezzat e Nader Fawzi Faltas, sono stati arrestate altre due persone, tra questi l’Avvocato Mamduh Ramzy. Quest’ ultimo è il difensore di parte civile nella causa sugli accadimenti nel 2000 a Kosch, nell’Alto Egitto, in cui sono stati uccisi ventuno Copti. Oggi, a otto anni di distanza, non soltanto non è stata fatta alcuna giustizia da parte del governo egiziano, ma addirittura, il regime Mubarak ha intimidito l’avvocato difensore, arrestandolo. 4° Andro e Mario, invece, sono due ragazzini che il governo Egiziano ha cercato in di convertire all’ Islam, solo perché il loro padre era diventato musulmano. Un Imam nel tribunale del Cairo ha inoltre affermato che i figli devono seguire il genitore, convertito alla religione migliore. Il governo egiziano, pertanto, sembra volere annullare l’individuo e la libera scelta, intromettendosi in questioni personali come la fede. 5° Il subbuglio creato da Mohamed Bishoy Hegazy, convertito al Cristianesimo, che si è visto negare dal governo di potere modificare la religione nella sua carta d’identità. Purtroppo, infatti, il governo egiziano richiede ancora nel XXI secolo che sia specificata la religione nei documenti d’identità”. 
E il 2007 si è concluso con “i negozi bruciati e saccheggiati di Copti a Isna, nell’Alto Egitto. I danni hanno superato il milione e mezzo di dollari. E ancora una volta, il governo egiziano non ha fatto niente per aiutare le vittime”.


 

INCONTRO CON Suor Pina

 Muqattam IN EGITTO

Primo giorno del nostro viaggio: mattinata a letto, pomeriggio incontro con la straordinaria suor Pina, visita alle suore di Madre Teresa, gli Zabalim e le chiese copte intagliate nella montagna

 

 

APPROFONDIMENTO

 

I CRISTIANI NEI PAESI ISLAMICI

Tramite l’autorevole rivista, il Vaticano denuncia con insolita asprezza la condizione oppressa dei cristiani in terra musulmana. (Sandro Magister su L'Espresso 21.10.2003) - (Cfr. anche l'intervista con Youssef Sidhom, direttore di “Watani”da "Il Regno" e le cronache più recenti da AsiaNews) Testimonianze dall’Egitto

 

Chiesa copta ortodossa - Chiesa cattolica copta

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