LA PREGHIERA E LA PAROLA DI DIO

MEDICINA DELL'ANIMA E DEL CORPO

(A cura di Claudio Prandini)

 

 

 

 

Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa».

All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli,  mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va', e sia fatto secondo la tua fede». In quell'istante il servo guarì. (Matteo 8, 5-13)

 

 

 

"Ero gay: i preti mi hanno guarito"
Al «corso» TRA letture sacre e preghiere

Ci sono voluti sei anni... molta volontà... tante

preghiere. «Tre rosari al giorno...»

 

Luca di Tolve

 

 

Ecco come guarire da un male contro-natura. Sì perché il guaio della mentalità odierna sull'omosessualità è proprio quella di considerarla una non malattia (o un non disordine naturale e morale), ma bensì un frutto di una libera scelta! Proprio come era accaduto alle città bibliche di Sodoma e Gomorra, distrutte dalla punizione divina.

 

Fonte web

Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».

«Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia, secondo le più bieche posizioni omofobiche. Eppure Luca era omosessuale, e non uno tranquillo. Piuttosto uno da montagne russe, capace di passare dalle eleganti suite newyorchesi al sesso rubato in una «darkroom», dall’ufficio dove dirigeva un team di persone a un parco di notte a consumare rapporti.

Il primo amore

Gay lo è sempre stato, fin da bimbo. «Ricordo la mia infanzia a giocare con le bambole e con le amiche del palazzo volevo sempre fare la mamma», racconta. Già allora i genitori si erano separati, lui viveva in un monolocale a Milano con la mamma «troppo affettuosa, a volte soffocante ma anche tanto indaffarata nella lotta per la sopravvivenza». Andò a finire che in seconda media si innamorò perdutamente del suo compagno di banco «bello, perfetto, forte e dolce allo stesso tempo». Amore non corrisposto. E non solo: «Se ne accorse la prof, anzi, praticamente tutti». Lo sospesero. «Rimasi a letto per giorni, gridavo il nome del mio compagno nel sonno. Lo psicologo disse che ero il classico bambino turbato per la separazione dei genitori e che un altro cambiamento sarebbe stato dannoso».

Il sesso

Luca tornò in classe, riuscì anche a diventare amico del suo «bello». Ma l'amore quello no. «Rimaneva in me un vuoto che mai riuscii a colmare, i miei studi andarono a rotoli, abbandonai la scuola». Dopo un po’ arrivò il sesso, forse anche l'amore, con un ragazzo più grande. Il mondo omosessuale si aprì davanti a lui, «un mondo finalmente pieno di colori dopo tanta amarezza, sentivo di poter finalmente camminare da vincitore e non da sconfitto».

La prima vittoria? Arrivare a Canale 5. Batteva le mani, faceva apparizioni sporadiche, guadagnava quasi nulla ma intanto conosceva meglio l'ambiente. Il passo successivo fu entrare nel giro delle discoteche. Quando anche le discoteche iniziarono a stargli strette passò a occuparsi della sezione turismo dell'Arci Gay. Organizzava viaggi per omosessuali. Gli piacque talmente che pensò di aver finalmente trovato la via giusta. Mise su un'agenzia sua, specializzazione i viaggi a tema, soprattutto negli Usa, ma anche feste ed eventi come il Gay Pride di Napoli. «Ero amato, invidiato, avevo soldi, casa in centro, bei vestiti, in tasca biglietti d'aereo per andare a fare shopping negli Usa quando volevo». Il massimo, insomma. O forse no. «L'Aids marciava trionfante, la vita di amici ventenni con i quali avevo diviso anni lieti, si spegneva miseramente». Anche lui finì nella morsa dell'Hiv. Scomparve il suo lavoro, un sieropositivo non può sottoporsi a una girandola di viaggi e vaccinazioni. Si dissolsero le paillette, iniziò il periodo peggiore. «Tornai a casa di mia madre, ormai risposata, e fu il mio deserto». Ovvero, il momento delle darkroom, dei parchi, del sesso disperato, degli stupefacenti. «Poi ho scoperto il buddismo, e sono arrivate le canzoni. Ho vinto un concorso con testo dedicato a un Dio non ancora decifrato bene».

La svolta

La svolta avvenne per caso. Un giorno un amico omosex dimenticò a casa sua alcuni appunti di filosofia. Luca li sfogliò per curiosità e s’imbattè nelle teorie di Joseph Nicolosi. Spiega: «All'inizio ebbi voglia di prendere a pugni questo signore e le sue idee. Però non riuscivo nemmeno a liberarmene. In fondo che cos'era quell'andare in giro per parchi se non la conferma che anch'io ero vittima di pulsioni, di nevrosi di cui dovevo liberarmi? E perché non riuscivo a raggiungere la felicità con un ragazzo, uno dei tanti conosciuti in quegli anni? Perché nei maschi mi guardavo come in uno specchio, ma era della diversità di una donna che avevo bisogno».

Abbandonò il buddismo, ritrovò il cristianesimo e scoprì per la prima volta l’identità di uomo. «Non dico che sia stato facile, devi saper rinunciare, fermare la caccia al sesso compulsivo che prima praticavo istintivamente». Ci sono voluti sei anni, qualche caduta qui e lì, molta volontà, anche - e un tempo gli sarebbe apparso impensabile - tante preghiere. «Tre rosari al giorno, i corsi del gruppo Chaire e quelli di Living Waters. Un anno fa ho conosciuto la mia fidanzata. Di me sa tutto e ha accettato di starmi accanto». Stanno mettendo da parte i soldi per sposarsi, conta di farcela nel giro di due anni.

 

 

Celebrazione Santa Messa

 

 

 

 

"TUTTA LA MESSA E TUTTE LE MESSE, SENZA

ECCEZIONE, SONO MESSE DI GUARIGIONE"

(sacerdote cattolico carismatico Padre Dario Betancourt)

 

Fonte web

 

Tutta la Messa e tutte le Messe sono, senza eccezione, di guarigione. Pertanto, non esatto ridurre la guarigione ad alcune celebrazioni chiamate Messe di guarigione. Tutte le Eucaristie sono di guarigione. Potremmo dire che durante tutta la Santa Messa si chiede a Dio la guarigione dell’anima e del corpo. Le cinque parti della celebrazione eucaristica sono: 

1) Rito d’ingresso (guarigione dal peccato e liberazione);

2) Liturgia della Parola (guarigione dall’ignoranza, dalle tenebre e guarigione interiore);

3) Liturgia Eucaristica (guarigione dalla vergogna di lodare e dall’egoismo;

4) Rito della comunione (guarigione fisica);

5) Rito di conclusione.

Durante le fasi principali della Santa Messa è consigliabile pregare mentalmente il Signore con le seguenti Parole od altre similari.

Introduzione

“Oh Signore che hai dato la tua vita per redimere l’umanità, accogli il mio pentimento distruggi i miei peccati, quelli dei miei familiari ed aiutaci a non cadere in tentazione. Te lo chiedo per intercessione di Maria santissima, di San Giuseppe, di tutti gli angeli ed i santi. Grazie, Signore”

Lettura della Parola  

“Oh Signore, apri la mia mente all’intelligenza delle Scritture. Guarisci la mia ignoranza, i miei dubbi, le mie titubanze, le mie paure. Rendimi testimone credibile c[ella tua Parola Te lo chiedo per intercessione di Maria Santissima, di San Giuseppe, di tutti gli angeli ed i santi. Grazie Gesù”.

Lettura del Salmo responsoriale  

“Oh Signore, in virtù degli insegnamenti contenuti nei insegnami a supplicarti, a lodarti e ringraziarti facendo mie le parole che hai ispirato al salmista. Grazie Signore”

Offertorio

“Ti offro o buon Gesù il mio desiderio di esseri testimone della tua eterna parola. Ti offro le buone azioni della mia giornata. Ti offro, infine, anche i miei peccati affinché tu li distrugga nell’oceano d’amore e di misericordia che scaturisce dal tuo Sacro Cuore. Grazie Signore”

Consacrazione

“Oh Santo Spirito che sei sceso per trasformare il pane e il vino in corpo e sangue di Nostro Signore, scendi su di me e su tutti i miei familiari con tutti i tuoi doni ordinari e straordinari. Guariscimi nell’anima e nel corpo, liberami da ogni presenza diabolica sotto qualunque forma. Grazie Signore".

Elevazione dell’Eucaristia

Oh Signore, che sei presente in mezzo a noi e che sei lo “stesso, ieri, oggi e sempre”  ti lodo e ti ringrazio per tutti i doni che mi hai elargito. Guarisci me stesso, tutti i miei familiari e tutte le persone che si sono affidate alle mie preghiere e che ti ho affidato da ogni male dell’anima e del corpo. Liberaci da ogni presenza diabolica e preserva tutti noi da ogni male dell’anima e del corpo. Te lo chiedo per intercessione di Maria Santissima, di San Giuseppe e dl tutti gli angeli ed i santi. Grazie Gesù".

Elevazione del Calice

“Oh Buon Gesù che con una sola goccia di sangue potevi purificare tutto l’universo, ma Dio d’infinita bontà hai invece scelto di sacrificarti per la mia e la nostra salvezza, brucia, in virtù del tuo sacrificio e delle tue sante piaghe, tutti i miei peccati ed i miei dfetti; distruggi il potere delle tenebre, ogni male dell’anima e del corpo mio, di tutti i miei familiari e di tutti quanti sono associati alle nostre preghiere. Te lo chiedo per intercessione di Maria Santissima, di San Giuseppe, di tutti gli angeli ed i santi. Grazie Gesù”.

Dopo aver ricevuto l’Eucaristia

“Oh Signore che, accogliendo la supplica della donna affetta da emorragia, la quale desiderava toccare solo un lembo del tuo mantello, l’hai esaudita lodando la sua fede, accogli anche la mia supplica. Tu che mi hai donato l’immensa grazia di riceverti concretamente, guariscimi nell’anima, guariscimi nel corpo. Guarisci tutti i miei familiari, quelli associati alle nostre preghiere e quanti noi abbiamo affidato  alle nostre preghiere. Converti i peccatori. Ti prego anche per le anime del Purgatorio; allevia le loro sofferenze e portale presto in Paradiso. Te lo chiedo per intercessione di Maria Santissima, di San Giuseppe, di tutti gli angeli ed i santi. Grazie, Gesù”.

 

 

Caravaggio, Riposo dopo fuga in Egitto,

particolare, 1596 ca.

 

 

 

 

 

Guarire con la meditazione cristiana

 

di Valerio Albisetti

 

La preghiera e l'azione non sono antitetiche, ma addirittura l'una prende forza dall'altra. La preghiera rende l'azione più intensa, più dinamica, più realistica, più potente. Direi che l'azione non può acquistare grande energia nella sua intensità e nella sua estensione se non deriva e non si iscrive nella preghiera.

La maggior parte dei contemporanei non sa, in realtà, che cos'è la preghiera.
La persona che prega, che medita, vive il proprio lavoro, svolge il proprio ruolo nella società come mezzo, strumento che la rende concretamente partecipe del grande disegno di Dio. La sua attività va dunque al di là delle cattiverie, delle gelosie, delle invidie, del potere, della competitività, perché la persona che sa pregare sente ogni cosa, ogni atto come momento d'amore. Per il cristiano non vale solo la capacità di svolgere al meglio un'attività, ma soprattutto lo spirito, la motivazione che sostiene questa attività, il senso che egli vi dà.

Inoltre chi prega impara a poco a poco a guardare il mondo con occhi diversi. In ogni circostanza, quando incontra qualcuno, quando lavora, quando è immerso in un avvenimento, sa vedere lucidamente l'essenza delle cose che lo circondano. E come se possedesse un terzo occhio con il quale riesce a vedere l'intima realtà delle cose. La malattia, la morte, il potere, il denaro, il sesso, il matrimonio, i figli prendono un aspetto totalmente diverso attraverso l'affinamento che la preghiera produce.

Infine, la preghiera dà all'uomo il coraggio dell'azione. E la preghiera che tiene legati alla capacità rivoluzionaria del Cristianesimo. E la preghiera che consente le grandi imprese, che permette di affrontare con temerarietà e creatività situazioni difficili o nuove. A questo proposito i santi, i grandi predicatori, i fondatori di Ordini, i profeti offrono un esempio molto eloquente.

Ma stiamo attenti a saper gestire sia la preghiera sia l'azione. Da una parte non dobbiamo farci prendere dall'iperattivismo, che ci allontanerebbe dalla preghiera, dall'altra non dobbiamo credere che pregare significhi limitare l'azione. La stessa vita monastica prevede momenti di lavoro manuale, di azione, anche se il suo compito essenziale si identifica in una attività di adorazione, di invocazione dell'azione di Dio negli uomini, sugli uomini.

La giusta proporzione tra preghiera e azione permette di guardare in modo distaccato la propria esistenza, pur rimanendo immersi nell'attività di tutti i giorni. Infatti la persona che agisce deve tornare alla preghiera se vuole discernere ciò che sta facendo, se vuole che la sua stessa azione non la sommerga, se vuole darvi senso, significato, se vuole capire il male e il bene dell'agire, se vuole aprirsi a Dio nel momento dell'azione, non dimenticando mai che il vero cristiano vive con lo sguardo sempre rivolto al suo Signore, a Colui che lo salverà. Ancora una volta il modello da seguire è Gesù Cristo. Egli alternava l'azione alla preghiera. Dopo la notte trascorsa a pregare sul monte, scendeva a rendere testimonianza al Padre con le sue opere. Poi, dopo l'azione, tornava a pregare in solitudine.

 

 

 

 

Sant'Antonio da Padova mentre insegna le cose di Dio

 

 

 

 

Cosa insegna Sant'Antonio

DA PADOVA sulla Preghiera?

 

Fonte web

 

Nei suoi Sermoni troviamo alcuni rapidi passaggi, semplici ed evocativi, che ci aiutano a capire meglio questa importante dimensione della vita cristiana. Sant'Antonio insiste sull'importanza del distacco dal frastuono delle cose, della calma, della solitudine, del silenzio, che soli permettono di ascoltare e vedere Dio.
Tra le righe di questi insegnamenti, scorgiamo anche un involontario autoritratto interiore di Sant'Antonio, che conosciamo come grande amante del silenzio e della preghiera.

"Preghiera è dirigere i nostri affetti verso Dio; è un devoto e amichevole parlare con Lui. E' la tranquillità della mente illuminata dall'alto.

Preghiera è anche richiesta per ottenere i beni temporali necessari per questa vita terrena. Ma quelli che pregano chiedono al Signore con autentico spirito cristiano di sottomettere la propria volontà alla Sua: solo il Padre celeste sa di cosa abbiamo veramente bisogno su questa terra.

Infine, Preghiera è ringraziare, cioè riconoscere i benefici ricevuti, e offrire tutto il nostro impegno a Dio, cosicché la nostra Preghiera possa essere permanente."

"Il Signore manifesta Se stesso a coloro che si fermano per un po' di tempo in pace ed umiltà di cuore. Se tu guardi nelle acque torbide e turbolente, non puoi vedere l'espressione del tuo volto. Se tu vuoi vedere il volto di Cristo, fermati, raccogli i tuoi pensieri in silenzio, e chiudi la porta della tua anima al rumore delle cose esteriori.

Il saluto degli angeli e le benedizioni di Dio non sono per coloro che vivono sulla pubblica piazza, cioè fuori di sé, agitati e distratti. Il dolce "Ave" fu indirizzato alla Vergine Maria quando ella era assorbita nella preghiera, nella riservatezza della sua casa. Dio, per esser capace di parlare all'anima e riempirla con la conoscenza del suo amore, la conduce alla solitudine, distaccandola dalle preoccupazioni delle cose terrene. Egli parla all'orecchio di coloro che sono silenziosi, e li fa partecipi dei suoi segreti."
 

 

 

 

 

APPROFONDIMENTO

 

MEDITAZIONE CRISTIANA E "LECTIO DIVINA"

«Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia

nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;

 ma si compiace della legge del Signore, la sua legge

 medita giorno e notte.» (Salmi 1, 1-2)

 

TESTIMONIANZE CATTOLICHE DI GUARIGIONE

Testimonianze tratte dal Rinnovamento nello Spirito