FATIMA, LOURDES E
MEDJUGORJE
I TRE BALUARDI CONTRO
L'ANTICRISTO E I SUOI SEGUACI
(a cura di Claudio Prandini)
la Madonna è apparsa così frequentemente in questo tempo «perché prevedeva» una grande apostasia dalla fede (anche all'interno della Chiesa, ndr), le persecuzioni alla Chiesa, la sofferenza del Papa e - testualmente - «la venuta dell'Anticristo» (cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, Lourdes 2008)
***
Attenti a certi teologi del dialogo con il mondo perché la loro "apertura" non ha nulla di realmente evangelico. La loro è sostanzialmente una resa al mondo! Vogliono una Chiesa del "sì" al mondo, una Chiesa pienamente naturalizzata e sganciata dall'Assoluto. Questi sono i vari Vito Mancuso, gli Hans Kung, e altri ancora che aspettano solo il momento buono per uscire allo scoperto. Questo sarà il tempo della grande apostasia profetizzata a Fatima e che colpirà anche la Chiesa, ma Gesù ha anche promesso che essa non cadrà nelle mani del nemico infernale: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16,18).
***
Recentemente un gruppo cattolico di laici e preti di Palermo, in un loro appello alla Chiesa, così si esprimono ad un certo punto: "Vanno ripensati, ad esempio, le questioni riguardanti l'esercizio della collegialità episcopale e del primato papale, i criteri nella nomina dei vescovi che salvaguardino il pluralismo, la condizione dei divorziati, dei separati e delle persone omosessuali, l'accesso delle donne ai ministeri ecclesiali, la dignità del morire non terrorizzati. Vogliamo una Chiesa che non imponga mai a nessuno le proprie convinzioni sui problemi dell'etica e della politica e si fidi solo della forza libera e mite della fede e della grazia di Dio" (Vedere qui). Ripeto: questo non è il linguaggio degli Atti degli Apostoli, non è il linguaggio dei santi e dei martiri, non è il linguaggio della Chiesa, ma è un linguaggio suadente di sostanziale resa al mondo e alla sua cultura! |
A più di novant'anni da Fatima
Novantadue anni sono trascorsi dalle apparizioni di Nostra Signora del Santo Rosario alla Cova da Iria, dall’impressionante miracolo della danza del sole e dal grande “lascito” che Ella ci ha fatto: la rivelazione del Segreto sul nostro futuro individuale e sociale. Una riflessione s’impone oggi a noi che conosciamo la tragica storia del secolo appena trascorso, ma che viviamo ancora immersi nel corso degli eventi preannunciati dal Cielo il 13 luglio 1917 a tre pastorelli portoghesi.
1917-2009: novantadue anni dalle apparizioni
di Fatima. Apparizioni a cui sono legati tre segreti, o meglio: tre parti di
quello che si presenta come un unico segreto.
La prima parte è la visione dell’inferno, ma va fatta una precisazione: la
rivelazione dell’inferno non può essere lo svelamento di un segreto essendo la
sua esistenza parte integrante della fede cattolica, piuttosto il segreto è nel
fatto che la Madonna rivelò che da qualche tempo era e sarebbe aumentato il
numero delle anime meritevoli dell’inferno. Per questo arrivò a far vedere ai
piccoli veggenti (Lucia, Francesco e Giacinta) il luogo della dannazione eterna,
per far capire loro la necessità di sacrificarsi per i poveri peccatori.
La seconda parte del segreto è l’annuncio del castigo che si sarebbe realizzato
a causa della diffusione del peccato, castigo che sarebbe consistito nello
scoppio della Seconda Guerra Mondiale e soprattutto nella diffusione del
comunismo.
La terza parte (che è rimasta segreta fino all’anno 2000) riguarda la
persecuzione nei confronti dei cristiani e la profondissima crisi della Chiesa.
Le apparizioni, però, si conclusero con una grande speranza, espressa dalle
parole stesse della Madonna: “(…) alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà!”
Il perché di Fatima: la condanna del naturalismo
Come abbiamo detto, la Vergine disse che troppe anime andavano e
sarebbero andate all’inferno. Certamente anche prima c’erano anime che andavano
all’inferno, ma la Madonna fece capire che da qualche tempo (e prefigurò anche
il futuro) il numero delle anime che andavano all’inferno sarebbe aumentato, per
cui occorreva far qualcosa per loro.
Occorreva (e occorre) pregare e sacrificarsi. Ella chiese ai bambini nella prima
apparizione, quella del 13 maggio: “Volete offrirvi a Dio, per sopportare tutte
le sofferenze che vorrà inviarvi, come atto di riparazione per i peccati con cui
è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori?”. Poi disse
nell’apparizione del 13 luglio: “Sacrificatevi per i peccatori e dite molte
volte e in modo speciale quando fate qualche sacrificio: O Gesù, è per amor
vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi
contro il Cuore Immacolato di Maria”.
Fatima, dunque, denuncia senza equivoci l’errore naturalista che iniziava a
diffondersi, ovvero la convinzione che ciò che conta sarebbe solo la vita
naturale, biologica… e – se non si arriva questo estremo – che vita naturale e
vita soprannaturale avrebbero comunque la stessa importanza.
La Vergine di Fatima, invece, fa chiaramente capire che l’uomo deve mirare
primariamente al Paradiso. Ella disse che tutto passa e che la più grande
tragedia è il peccato mortale con la conseguente perdita della Grazia. Per
questo ai bambini fece vedere l’inferno.
Per evitare l’inferno, la Madonna disse che bisognava far di tutto, che bisogna
pregare, sacrificarsi… ed anche accettare i sacrifici più inauditi. A Fatima la
Vergine non donò ai bambini cose materiali, fece vedere l’inferno. Non assicurò
loro un radioso futuro su questa terra, piuttosto annunciò loro che avrebbero
lasciato presto questa vita per godere del Paradiso. Non chiese loro chissà
quali gesti pubblici, quanto sacrificarsi e pregare in silenzio e nel segreto.
Il significato di Fatima: la rinascita della cristianità
L’essenza dei messaggi di Fatima è tutta incentrata sulla questione
della sconfitta della Cristianità, cioè della civiltà cristiana. Negli ultimi
tempi il Magistero ordinario ha insistito sul dramma della separazione tra fede
e cultura, che è appunto l’incapacità della fede di trasformarsi in giudizio
sull’esistente e su tutti i campi della propria vita; e quindi anche la rinuncia
della fede di tradursi con coerenza in decisioni e strutture politiche.
Sappiamo che i luoghi delle apparizioni non sono senza significato. A Lourdes
(1858) la Vergine apparve confermando il dogma dell’Immacolata Concezione
promulgato quattro anni prima (1854). Lourdes è in Francia e la Francia in quei
tempi si preparava ad essere il centro del positivismo che avrebbe negato il
valore della libertà individuale e affermato che ogni comportamento umano
scaturirebbe dal contesto sociale. A Lourdes, invece, la Madonna, definendosi
Immacolata Concezione, ricordava che tutti gli uomini nascono con il peccato
originale, per cui la prima riforma non è sul piano sociale bensì su quello
interiore: è la conversione.
Questo per Lourdes… e per Fatima? Fatima è all’estremo ovest dell’Antico
Continente. Alle spalle non vi è che l’oceano. Ebbene, scegliendo Fatima, la
Vergine è come se avesse voluto dire ai cristiani: “non potete più
indietreggiare, non c’è più spazio per farlo”. Infatti, tutto il messaggio è
nella prospettiva di una riconquista sociale del Cristianesimo.
Prima le terribili parole del castigo: “La guerra sta per finire, ma se non
smetteranno di offendere Dio nel regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore
(…) Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà pace;
diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e
persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà
soffrire molto…”. Poi abbiamo le parole finali della Vergine: “… alla fine il
mio Cuore Immacolato trionferà!”. Esse non sembrano prefigurazioni di
un’imminente fine del mondo, quanto di un ritorno del mondo a Dio, di una forte
ricristianizzazione della società. Questo sulla scia di autorevoli opinioni e
rivelazioni private che vanno da san Luigi Maria Grignon de Monfort, a san
Giovanni Bosco, fino a san Massimiliano Maria Kolbe e oltre.
La persecuzione… e cosa ci attenderà
Abbiamo detto che la terza parte del segreto (quello che è stata resa
pubblica solo nel 2000) riguarda la persecuzione dei cristiani e la crisi della
Chiesa. Parole terribili, che parlano di una tremenda persecuzione. Ma quello
che è ancora più preoccupante è la morte del “Vescovo vestito di bianco”, che
suor Lucia ha detto esserle sembrato il Santo Padre.
Sappiamo che l’attentato che Giovanni Paolo II subì il 13 maggio del 1981 ferì
il Pontefice ma non l’uccise. In questa visione, invece, si vede chiaramente che
il Papa soccombe, ma soccombe sotto colpi diversi: si parla di colpi di arma da
fuoco, ma, stranamente, si parla anche di frecce.
I colpi di arma da fuoco rimandano alla persecuzione fisica, mentre le frecce
rimandano ad altro. La crisi dottrinale che sta attraversando la Chiesa
Cattolica è senza paragoni. In passato le crisi erano più sul piano disciplinare
(certamente pericolose), ma negli ultimi tempi la crisi si configura più sul
piano dell’ortodossia (ed è sicuramente più pericolosa).
Il modernismo, condannato da San Pio X, purtroppo si è rivelato come una sorta
di fiume carsico: è andato sottoterra, sembrava sparito, ma poi è riemerso, in
maniera non sempre evidente, ambigua, ma certamente riconoscibile.
Il Santo Padre che muore anche a cause delle frecce ci fa pensare ad una
questione che è difficile negare: oggi, per quanti cattolici è ancora viva
l’autorità del Papa? per quanti cattolici il Magistero è ancora vincolante e non
soltanto un vago, molto vago, punto di riferimento?
Un senso alla nostra vita
A Fatima, dunque, la Vergine è venuta ad ammonirci e a farci
comprendere la crisi della fede, la crisi della Vita di Grazia, la crisi della
Chiesa e il dramma della società contemporanea. Ella, come madre, è venuta a
soccorrerci; soffre per il serio rischio che abbiamo di perderci, soffre per la
nostra disperazione.
Il poeta Cesare Pavese in alcuni suoi versi condensa la contraddizione dell’uomo
di oggi: da una parte, l’agnosticismo della cultura dominante lo obbliga a
credere che la sua vita non abbia senso se non nell’“hic et nunc” quotidiano;
dall’altra, il suo costitutivo desiderio di Assoluto lo fa continuare ad
attendere e bramare qualcosa più grande di sé. Dice Pavese: «Che cosa tremenda è
pensare che nulla a noi sia dovuto. Qualcuno ci ha forse promesso qualcosa? Ma
allora, perché attendiamo?».
Ebbene, questa attesa ha una risposta ed è quella della Resurrezione di Cristo,
vincitore sulla morte. E questa attesa ha una speranza anche per la società
civile ed è quello della Vergine che a Fatima dice: “…alla fine il mio Cuore
Immacolato trionferà!”
Forse non avremo personalmente il privilegio di vedere il “Regno di Maria” (la
società tornata alla Legge di Dio) ma ci rincuori la speranza di lavorare
affinché questo possa realizzarsi.
I costruttori delle cattedrali medievali iniziavano a lavorare, e lo facevano
con dedizione ed entusiasmo, pur sapendo che non sarebbero stati presenti il
giorno della conclusione dell’opera; li animava il desiderio di lavorare per una
Verità impermeabile a qualsiasi divenire del tempo, li entusiasmava la fede di
offrire il proprio operato ad un Destino che coinvolgeva totalmente la propria
esistenza.
Anche a noi basti la speranza della promessa della Vergine: “…alla fine il mio
Cuore Immacolato trionferà!”.
Incoronazione della statua della Madonna
di Fatima: 13 giugno 1946
Una persecuzione in quattro fasi
Nel precedente articolo si è visto che non è né ragionevole né conforme allo spirito di fede, dedurre che gli avvertimenti di persecuzioni religiose fatte dalla Madre di Dio a Fatima si riferiscano ai soli avvenimenti del secolo XX. Vediamo ora qual è l’ombra che si proietta sulla Chiesa in questo inizio del terzo millennio.
Bisogna non farsi illudere dalle apparenze “liberali” della
società odierna. Voltaire coniò la famosa frase: “Non sono d’accordo con le tue
idee, ma darei la vita per difendere il tuo diritto a diffonderle”. Pochi anni
dopo, il suo discepolo Antoine de Saint-Just diede la parola d’ordine per
scatenare le persecuzioni politiche e religiose della Rivoluzione Francese:
“Niente libertà per i nemici della libertà”, passando alla storia come “l’angelo
del Terrore”.
La spiegazione a questa contraddizione fra la promessa di libertà senza limiti e
la sua smentita nei fatti, ci viene data, con la solita profondità, da Plinio
Corrêa de Oliveira: «Quando la Rivoluzione proclama la libertà assoluta come
principio metafisico, lo fa unicamente per giustificare il libero corso delle
peggiori passioni e degli errori più funesti», ossia, «il diritto di pensare,
sentire e fare tutto ciò che esigono le passioni sfrenate», concludendo che il
«liberalismo dà poca importanza alla libertà per il bene; gli interessa solo la
libertà per il male», in modo che, pervenuto al potere, esso «protegge,
favorisce, sostiene in molti modi la libertà per il male»; e «facilmente toglie
al bene la libertà, in tutta la misura del possibile».
Essendo la Chiesa Cattolica il baluardo della verità e del bene, il laicismo
liberale non accetta l’influenza che essa esercita sulle società cristiane e,
col pretesto che la religione non deve interferire nella politica, cerca di
ridurla al silenzio.
Quando vede che la Chiesa continua ad appellarsi alle coscienze, esso getta la
maschera e dà inizio alla persecuzione, prima velatamente e dopo apertamente. Si
possono distinguere nel meccanismo persecutorio 4 tappe logiche, ma non
necessariamente cronologiche nella loro applicazione concreta.
Prima fase della persecuzione religiosa
La prima fase è stabilire il falso principio che la religione deve
rimanere rinchiusa nell’ambito delle coscienze e nelle sagrestie, senza
interferire in nessun modo nella vita pubblica. Altrimenti si rischia il
“fondamentalismo”, cioè, il pericolo che le nazioni diventino come l’Afganistan
sotto i talebani. La paura di donne rivestite col burka fa a molti vedere con
simpatia i tentativi di conservare la “laicità” dello Stato.
L’ex Presidente francese Chirac, nell’inaugurare la commissione creatasi a causa
della polemica sull’uso del velo islamico nelle scuole pubbliche, dichiarò: «(…)
Una tendenza nuova porta alcuni concittadini a voler che prevalgano convinzioni
particolari sulla legge comune. (…) [Tuttavia] non ci sono in Francia regole
superiori a quelle della Repubblica. (…) Infine, la laicità non è solo un
diritto. È un dovere (…) essa pone limiti all’espressione pubblica delle proprie
particolarità».
Ma questo potrebbe servire, ad esempio, per dire che nessun cattolico deva
invocare la Legge divina o la Legge naturale per opporsi al massacro di 220.000
nascituri ogni anno nel grembo materno, giacché “non ci sono in Francia regole
superiori a quelle della Repubblica”. Quindi i cittadini devono “accettare le
regole comuni” (come l’aborto) e rimanere zitti, cioè “porre limiti
all’espressione pubblica delle proprie particolarità”.
Addirittura una minaccia. La laicità non è più la buona vicina del passato.
Anche al gulag si andava accusati di opporre i particolarismi all’interesse
generale.
Un altro caso rivelatore è quanto accaduto al Parlamento Europeo a proposito
della Risoluzione sulle Donne e il Fondamentalismo. La relatrice Maria Izquierdo
Rojo, dei socialisti spagnoli, spiega che il termine fondamentalista fu
associato inizialmente ai cristiani “ultraconservatori e rigoristi” e solo dopo
applicato al mondo islamico. Per quanto riguarda le donne, il rapporto Izquierdo
Rojo asserisce che «i principi sui quali si basano molti fondamentalisti sono
contrari e incompatibili con le libertà democratiche (…) e molte negazioni di
questi diritti si basano sulla trasposizione nell’ambito giuridico e politico di
norme religiose».
Dunque, ritiene «lamentabili le ingerenze delle chiese e comunità religiose
nella vita pubblica e politica degli Stati», specialmente «nell’ambito sessuale
e riproduttivo» (ancora l’aborto).
Se tali diritti e libertà trovassero fondamento nella Legge divina e naturale,
ciò sarebbe vero. Ma non è il caso delle istituzioni europee, dove è bollato
come fondamentalista chi, per esempio, si oppone al peccato contro natura. Per
non dire del paradosso che la risoluzione del Parlamento Europeo fu approvata
con un chiara interferenza laica nella vita ecclesiastica, laddove si
«condannano le organizzazioni religiose (…) che favoriscono (…) il fanatismo e
l’esclusione delle donne da posizioni dirigenti nella gerarchia politica e
religiosa»!
Insomma la Chiesa Cattolica che vieta l’accesso delle donne al sacerdozio.
Anche nella Rivoluzione Francese il clero fu perseguitato sotto l’accusa di
“fanatismo” e “oscurantismo”.
Seconda fase
Il caso più palese è l’opposizione all’omosessualismo con
base a “principi morali e religiosi”. Dalla fine del secolo scorso la sinistra
ha preteso di estendere il concetto di lotta contro la discriminazione razziale
(paradigma di discriminazione illegittima) a tutte le minoranze che avrebbero
bisogno di protezione, omosessuali compresi. E dunque via con le legislazioni
che comminano pene pesanti alle “discriminazioni causate dall’orientamento
sessuale”.
La Congregazione per la Dottrina della Fede protestò contro l’estensione abusiva
del concetto di discriminazione in un documento di luglio 1992, dove tra l’altro
affermava: «esistono aree in cui non è una discriminazione ingiusta prendere in
considerazione l’inclinazione sessuale, ad esempio, nella adozione e cura dei
bambini”; “i diritti al lavoro e alla casa, ecc., non sono assoluti e possono
essere limitati a causa di disordini esteriori di condotta, dove evitare lo
scandalo”; “non esiste un diritto all’omosessualità e, pertanto, non può
costituire una base giuridica di lamentele».
Terza fase
L’Episcopato scozzese ha reagito: «Questa norma (...) che si
applicherà alla fornitura di beni e servizi, potrà colpire dal sacerdote che si
rifiuta a concedere gli spazi parrocchiali a coppie omosessuali all’editore di
un giornale cattolico che nega la pubblicità alla parata dell’orgoglio
omosessuale».
Dopo che questi regolamenti furono approvati, arrivò nelle scuole confessionali
una circolare ministeriale, che spiegava che incorrerà in sanzioni penali
chiunque insegni una morale che affermi essere “oggettivamente vera”. La
baronessa Detta O’Caithain ha commentato che così lo Stato britannico ha
stabilito che «il diritto di un cittadino di manifestare il suo orientamento
sessuale è assoluto, ma il diritto a manifestare un credo religioso non lo è».
Come si sa, sia il “matrimonio omosessuale” che l’adozione di bambini da parte
di questi, erano già leggi nel Regno Unito. Ebbene, Tony Blair rifiutò
personalmente d’includere una eccezione richiesta dalla Chiesa Cattolica in
favore d’istituzioni cattoliche che non possono, in coscienza, consegnare
bambini a queste coppie. Né si potranno rifiutare i normalissimi coniugi
proprietari o gestori dei popolari Bed and Breakfast di accettare il
pernottamento a casa di queste persone.
E lo stesso accade in Francia, come in Brasile, dove secondo un progetto presentato in Parlamento, il rettore di un seminario che si accingerà ad esaudire recenti disposizioni della Santa Sede nel senso di respingere candidati omosessuali, potrà essere incriminato. Oppure verrà incriminata la mamma che non accetti la tata lesbica. O quelli che si oppongono a manifestazioni di “affetto” omosessuale in pubblico, come appena accaduto ad una pattuglia di carabinieri italiani sotto il Colosseo, fatto che ha destato il clamore mediatico mondiale contro questo corpo di polizia.
Ed eccoci alla terza tappa del meccanismo persecutorio laicista “liberale”: ridurre al silenzio gli oppositori e trascinargli in galera.
Un Paese pioniere è la Danimarca che già dal 1987 castiga con “multa e prigione fino a 2 anni” chiunque si esprima con «l’intenzione che le sue parole raggiungano un circolo più ampio» e che queste possano essere ritenute offensive «alla razza, al colore della pelle, all’origine nazionale o etnico, alla fede e all’orientamento sessuale» delle minoranze protette.
In Francia è arrivata nel 2004 un dispositivo legale contro “le espressioni di carattere sessista e omofobico”. Ne ha fatto le spese l’onorevole Christian Vanneste, il quale, parlamentare e professore di filosofia in una scuola cattolica, è stato condannato a versare 5000 euro in multe varie in favore di associazioni omosessualiste. Il reato: avere detto che l’omosessualità è inferiore alla eterosessualità, perché se diffusa finisce la riproduzione umana. Vanneste si è appellato alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo affermando che non ci sono più le condizioni per fare un dibattito scientifico sull’omosessualità. ...
Così, Paese dopo Paese, si costruisce l’arsenale giuridico
per cui diverrà delitto citare la Bibbia o il Catechismo della Chiesa Cattolica:
la prima afferma che l’omosessualità è abominevole, infame, una pratica contro
natura. Il secondo dice che è una condotta contro natura. Cioè, tutti e due
vanno ben oltre l’on. Vanneste. Non a caso è stato condannato un pastore
protestante svedese per aver citato l’Antico e il Nuovo Testamento al riguardo
dell’omosessualità.
Di recente è capitato al Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate americane, il
generale cattolico Peter Pace, di dover affrontare una tempesta mediatica per
avere detto: “credo che gli atti omosessuali fra due individui siano immorali.
Non ritengo che gli Stati Uniti siano ben serviti da una politica consistente
nel dire OK a qualsiasi cosa”. Dovette chiedere scuse pubbliche.
Mentre l’omosessualità era ritirata dalla lista delle malattie mentali dall’Organizzazione Mondiale della Salute, un’altra le subentrava: la cosiddetta “omofobia”. Questa parola è un neologismo inventato dallo psicologo americano Kenneth Smith nel 1971. Si arriverà al giorno in cui gli “omofobi” verranno obbligati a sottoporsi a una terapia psicoanalitica?
Quarta e ultima fase
La rivoluzione laicista “liberale” non si accontenterà del silenzio degli oppositori; ne vorrà anche il consenso positivo. Nella quarta fase si pretenderà di abolire anche l’obiezione di coscienza delle persone che rifiutano di collaborare. Già se ne notano le avvisaglie.
Uno degli handicap dell’industria dell’aborto è la mancanza
di medici disposti a procurarli. Quando la Slovacchia – Paese al 70% cattolico –
siglò un concordato con la Santa Sede in cui veniva garantito l’obiezione di
coscienza dei medici, la Commissione dell’Unione Europea mobilitò i suoi
giuristi per vedere l’eventuale non conformità di esso con la Carta dei Diritti
Fondamentali dell’UE. Il pretesto era assai contorto: le limitazioni al pieno
godimento dei loro diritti che altri europei potrebbero trovare in un Paese
membro.
I giuristi stesero la raccomandazione nº 4-2005, sul “diritto di obiezione di
coscienza e la conclusione degli Stati membri dell’UE di concordati con la Santa
Sede”. In essa si chiede «che sia imposto al medico che esercita questo diritto
di obiezione di coscienza l’obbligo d’indirizzare la donna che sollecita un
aborto a un altro medico qualificato che accetti di praticarlo». Così ipso facto
il medico cattolico si rende complice indiretto di un omicidio!
In analogo senso, in alcuni posti già vengono imposte penalità ai farmacisti che non trattano la “pillola del giorno dopo” abortiva, col pretesto che sarebbe appena un “contraccettivo d’urgenza”. Organizzazioni cattoliche americane si stanno impegnando per impedire l’applicazione di leggi statuali che prescrivono di includere nei piani di salute degli impiegati il rimborso delle spese decorrenti dell’acquisto di contraccettivi e prodotti abortivi.
Mai smarrire la speranza!
Il panorama che si spalanca davanti ai cattolici è dunque veramente
allarmante. Che pensarne? Ci servano di orientamento queste parole del beato Pio
IX nel 1871: «La vita della Chiesa (...) è stata sempre un tormento, una
passione continua, a causa delle persecuzioni e degli attacchi degli empi: a
volte da una parte, a volte dall’altra; in un secolo più, in un altro secolo
meno; ma sempre attaccata, sempre tormentata. E proprio così: la Chiesa di Gesù
Cristo nacque e crebbe in mezzo alle persecuzioni. (...). Ma (...) Dio combatte
per la sua Chiesa. La Chiesa di Gesù Cristo non sarà mai scossa, qualsiasi sia
la virulenza della tempesta. Essa ha come garanzia la propria parola di Dio che
disse: “Portae inferi non praevalebunt” (…) la Chiesa uscirà vittoriosa da
questa lotta come da tutte le altre».
Il che si armonizza perfettamente con la grande promessa della Madonna ai
pastorelli formulata a Fatima: “Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà!”.
Invano. Le legislazioni pro-omosessualismo si moltiplicano. In vari Paesi sono stati creati organismi di vigilanza e di lotta alla discriminazione, affidando questi compiti persino ad associazioni omosessualiste.
Il Parlamento Britannico ha approvato la Sexual Orientation Regulations che condanna ogni discriminazione nella contrattazione d’impiegati e nell’offerta di beni e servizi. La seconda fase logica della persecuzione religiosa consisterebbe nel dare compimento alla minaccia. Cioè, approvare leggi limitanti della libertà di espressione e azione di coloro che invocano principi religiosi. E tutto questo come difesa dei “diritti umani”, delle “libertà pubbliche”, della lotta “contro le discriminazioni”, perché così fu stabilito dalla “legge suprema”, da Chirac denominata “leggi della Repubblica”.
Statua della madonna a Lourdes
ed anche a Lourdes irrompe
l'Anticristo
I ripetuti richiami all'Anticristo del Vaticano. Dall'enciclica “Spe salvi” all'omelia del cardinale Dias a Lourdes, la Chiesa evoca l'avvento del Male. Ma la Vergine sarà con noi.
È sorprendente ricevere una conferma tanto clamorosa e tempestiva da un'alta autorità come il cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli e stretto collaboratore del Papa . Sabato scorso, su queste colonne, avevo segnalato un “dettaglio” allarmante contenuto nella recentissima enciclica pontificia “Spe salvi”: la menzione dell'Anticristo, tramite una citazione di Immanuel Kant. È assai raro oggi, nel mondo cattolico, sentir parlare di questo terribile personaggio profetizzato nel Nuovo Testamento. Colpisce ancor più vederlo evocare, in relazione ai tempi presenti, in un documento solenne come un'enciclica e da un Papa così rigoroso, pacato e colto come Benedetto XVI. Nell'articolo di sabato avevo ricordato che già il 27 febbraio scorso, nel più stretto entourage papale, si era riflettuto con il Pontefice su quell'inquietante profezia, durante gli esercizi spirituali predicati dal cardinal Biffi che citò “Il racconto dell'Anticristo” di Vladimir Solovev. Infine avevo rammentato che lo stesso Ratzinger, da cardinale, in un memorabile discorso tenuto a New York e a Roma, aveva citato quelle pagine.
PAROLE CLAMOROSE
Ma le parole pronunciate dal cardinale Dias sempre sabato scorso, poi pubblicate dall'Osservatore romano (fatto significativo), sono le più clamorose. Il prelato stava facendo la sua omelia nel santuario di Lourdes «per inaugurare, come inviato del Papa, l'Anno celebrativo del 150° anniversario delle apparizioni». Si tratta delle apparizioni della Madonna a Bernadette Soubirous, che iniziarono l'11 febbraio 1858. Nella solenne circostanza l'inviato del Papa ha portato «il saluto molto cordiale di Sua Santità» e poi ha detto: «La Madonna è scesa dal Cielo come una madre molto preoccupata per i suoi figli... È apparsa alla Grotta di Massabielle che all'epoca era una palude dove pascolavano i maiali ed è precisamente là che ha voluto far sorgere un santuario, per indicare che la grazia e la misericordia di Dio superano la miserabile palude dei peccati umani.
Nel luogo vicino alle apparizioni, la Vergine ha fatto sgorgare una sorgente di acqua abbondante e pura, che i pellegrini bevono e portano nel mondo intero significando il desiderio della nostra tenera Madre di far arrivare il suo amore e la salvezza di suo Figlio fino all'estremità della terra. Infine, da questa Grotta benedetta la Vergine Maria ha lanciato una chiamata pressante a tutti per pregare e fare penitenza e così ottenere la conversione dei poveri peccatori». Il cardinale ha inquadrato queste apparizioni nel «contesto della lotta permanente, e senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e le forze del male». Una lotta che sembra arrivata, nella nostra generazione, all'epilogo finale, preparato dalla «lunga catena di apparizioni della Madonna» nella modernità, iniziate «nel 1830, a Rue du Bac, a Parigi, dove è stata annunciata l'entrata decisiva della Vergine Maria nel cuore delle ostilità tra lei e il demonio, come è descritto nei libri della Genesi e dell'Apocalisse».
È un vero affresco di teologia della storia quello tracciato dal cardinale che richiama anche Fatima e - ritengo - Medjugorje: «Dopo le apparizioni di Lourdes, la Madonna non ha smesso di manifestare nel mondo intero le sue vive preoccupazioni materne per la sorte dell'umanità nelle sue diverse apparizioni. Dovunque, ha chiesto preghiere e penitenza per la conversione dei peccatori, perché prevedeva la rovina spirituale di certi Paesi, le sofferenze che il Santo Padre avrebbe subìto, l'indebolimento generale della fede cristiana, le difficoltà della Chiesa, la venuta dell'Anticristo e i suoi tentativi per sostituire Dio nella vita degli uomini: tentativi che, malgrado i loro successi splendenti, sono destinati tuttavia all'insuccesso».
È una frase breve, ma folgorante questa del prelato: la Madonna è apparsa così frequentemente in questo tempo «perché prevedeva» una grande apostasia dalla fede, le persecuzioni alla Chiesa, la sofferenza del Papa e - testualmente - «la venuta dell'Anticristo». È una frase dirompente che si rifà, evidentemente, alle parole pronunciate dalla Vergine in qualcuna delle apparizioni citate. Così l'inviato del Papa, parlando del nostro tempo, evoca di nuovo e pubblicamente l'Anticristo a pochi giorni dall'uscita dell'enciclica. Nel Nuovo Testamento questa figura non si colloca necessariamente alla fine dei tempi. Gesù stesso preannuncia l'arrivo di «falsi cristi e falsi profeti» capaci di «indurre in errore, se possibile, anche gli eletti» e profetizza «una grande tribolazione», mai vista così terribile nella storia umana (Mt 24, 24). San Paolo spiega che si verificherà l'«apostasia» (2 Tes. 2, 3), ovvero l'abbandono di Dio e della Chiesa, quindi esploderà «la manifestazione dell'uomo iniquo», «il figlio della perdizione», colui che «nella potenza di Satana... si contrappone a Dio» fino a sedersi «nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio» (2 Tes. 2, 3-4).
IL DOMINIO DEL MALE
È un dominio quasi totale del Male sulla terra che viene qui preconizzato. Non si sa come, quando e per quanto. Uno scenario di orrore e di malvagità agghiacciante. I teologi discutono se sia un preciso individuo che viene preannunciato o un sistema di potenze. Ma colpisce in queste settimane sentirlo evocare con tanta insistenza accorata dalla Santa Sede, evidentemente anche in base a “informazioni” (che Oltretevere si conoscono e si valutano) provenienti da “fonti” speciali, quali appunto i messaggi delle apparizioni mariane, di mistici e di rivelazioni private. Questi pronunciamenti pubblici mostrano con quanto allarme in Vaticano si guardi agli eventi mondiali. Del resto, drammatico è anche il messaggio pontificio per la Giornata della pace del 1° gennaio prossimo, dove si mette in guardia dalle devastazioni morali (delle famiglie e della vita) e materiali (per esempio con gli immensi rischi della corsa alle armi nucleari). Il quadro è cupissimo. Ma la Santa Sede non è un'entità politica e non valuta la situazione con uno sguardo solo terreno. Infatti vi è la certezza di poter contare su un aiuto “superiore”. Il cardinale Dias nella clamorosa omelia di sabato spiegava: «Qui, a Lourdes, come dovunque nel mondo, la Vergine Maria sta tessendo un'immensa rete nei suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del Maligno nel mondo intero, per chiuderlo e preparare così la vittoria finale del suo divin Figlio, Gesù Cristo. La Vergine Maria oggi ci invita ancora una volta a fare parte della sua legione di combattimento contro le forze del male».
IL MONITO DI WOJTYLA
Il prelato ripete - se non fosse chiaro
- che «la lotta tra Dio e il suo nemico è sempre rabbiosa, ancora più oggi che
al tempo di Bernadette, 150 anni fa» e «questa battaglia fa delle innumerevoli
vittime». Quindi rivela delle parole - forse inedite - pronunciate dal cardinale
Karol Wojtyla il 9 novembre 1976, pochi mesi prima di essere eletto Papa: «Ci
troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l'umanità abbia mai
visto. Non penso che la comunità cristiana l'abbia compreso totalmente. Siamo
oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e le Anti-Chiesa, tra il Vangelo e
gli Anti-Vangelo». Parole clamorose. Un'ulteriore conferma. Sembra evidente che
il Vicario di Cristo e i suoi più stretti collaboratori conoscano qualcosa di
più e desiderino preparare i cristiani a quella “lotta finale”. I loro ripetuti
appelli a rispondere alla chiamata della Madonna sono già sufficienti per
riflettere seriamente su ciò che sta accadendo e che accadrà alla Chiesa e al
mondo. Un futuro prossimo che noi non conosciamo, ma che, spiega Dias, sarà
vittorioso grazie a Maria. Come lei stessa annunciò a Rue du Bac: «Il momento
verrà, il pericolo sarà grande, tutto sembrerà perduto. Allora io sarò con voi».
Madonna col bambino
FATIMA E MEDJUGORJE
UN LEGAME STRETTO
"Cari figli anche oggi vi invito alla preghiera, adesso come mai prima, quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi. Satana è forte e desidera bloccare i piani della pace e della gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte nelle sue decisioni. Perciò vi invito, cari figli, a pregare e digiunare ancora più fortemente. Vi invito alla rinuncia durante nove giorni, affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l'importanza della mia venuta e la serietà della situazione. Desidero salvare tutte le anime e presentarle a Dio. Perciò preghiamo affinché tutto quello che ho cominciato sia realizzato completamente. Grazie per aver risposto alla mia chiamata." (messaggio di Medjugorje del 25.8.1991)
TESTIMONIANZE
«Don Gabriele Amorth, il noto esorcista di Roma, intervistato da "Medjugorje-Torino" ha risposto così a proposito del rapporto fra Fatima e Medjugorje (dal numero 99, maggio-giugno 2001)
(...) Domanda - Lei ha più volte affermato di vedere in Medjugorje una continuazione di Fatima. Come spiega questo rapporto?
Risposta - A mio parere il rapporto e strettissimo. Le apparizioni di Fatima costituiscono il grande messaggio della Madonna per il nostro secolo. Alla fine della prima guerra mondiale, afferma che, se non si fosse seguito quanto la Vergine ha raccomandato, sotto il pontificato di Pio XI sarebbe incominciata una guerra peggiore. E c'è stata. Poi ha proseguito chiedendo la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, se no... E' stata forse fatta nel 1984: tardi, quando già la Russia aveva sparso nel mondo i suoi errori. Poi c'è stata la profezia del terzo segreto. Non mi ci fermo, ma dico solo che non si è ancora realizzato: non c'è nessun segno di conversione della Russia, nessun segno di sicura pace, nessun segno del trionfo finale del Cuore Immacolato di Maria.
In questi anni, specie prima dei viaggi a
Fatima di questo Pontefice, il messaggio di Fatima era stato quasi accantonato;
i richiami della Madonna erano rimasti disattesi; intanto la situazione generale
del mondo si aggravava, con una continua crescita del male: calo di fede,
aborto, divorzio, pornografia imperante, corsa alle vane forme di occultismo,
soprattutto magia, spiritismo, sette sataniche. Era indispensabile una nuova
spinta. Questa e venuta da Medjugorje, e poi dalle altre apparizioni mariane in
tutto il mondo.
Ma Medjugorje è l'apparizione-pilota. Il messaggio punta, come a Fatima, sul
ritorno alla vita cristiana, alla preghiera, al sacrificio (ci sono tante forme
di digiuno!).
Punta decisamente, come a Fatima, sulla pace e, come a Fatima, contiene pericoli di guerra. Credo che con Medjugorje il messaggio di Fatima abbia ripreso vigore e non c'è dubbio che i pellegrinaggi a Medjugorje integrano i pellegrinaggi a Fatima, e hanno gli stessi scopi...».
***
Intervista al vescovo Pavel Hnilica, un vecchio amico di Giovanni Paolo II, morto alcuni anni fa.
«Domanda:
Vescovo Hnilica, Lei ha trascorso molto tempo vicino a papa Giovanni Paolo II ed
ha potuto condividere con Lui anche momenti molto personali. Ha avuto occasione
di parlare con il papa degli avvenimenti di Medjugorje?
Quando nel 1984 feci visita al Santo
Padre a Castel Gandolfo e pranzai con Lui, gli raccontai della consacrazione
della Russia al Cuore Immacolato di Maria, che avevo potuto compiere il 24 marzo
di quello stesso anno in modo del tutto insperato, nella Cattedrale
dell’Assunzione nel Cremlino di Mosca, così come la Madonna aveva chiesto a
Fatima. Egli ne rimase molto colpito e disse: “La Madonna ti ha guidato fin lì
con la Sua mano”, ed io risposi:”No, Santo Padre, mi ci ha portato in braccio!”.
Poi mi chiese che cosa pensassi di Medjugorje e se vi ero già stato. Risposi:
“No. Il Vaticano non me l’ha proibito, ma me l’ha sconsigliato”. Al che il papa
mi guardò con sguardo risoluto e disse: “Va' in incognito a Medjugorje, così
come sei andato a Mosca. Chi te lo può vietare?”. In questo modo il papa non mi
aveva ufficialmente permesso di andarci, ma aveva trovato una soluzione. Poi il
papa andò nel Suo studio e prese un libro su Medjugorje di René Laurentin.
Cominciò a leggermene qualche pagina e mi fece notare che i messaggi di
Medjugorje sono in relazione con quelli di Fatima: “Vedi, Medjugorje è la
prosecuzione del messaggio di Fatima”. Andai tre o quattro volte in incognito a
Medjugorje, ma poi l’allora vescovo di Mostar-Duvno, Pavao Zanic, mi scrisse una
lettera nella quale mi intimava di non andare più a Medjugorje, altrimenti
avrebbe scritto al papa. Qualcuno l’aveva evidentemente informato dei miei
soggiorni, ma non dovevo certo avere paura del Santo Padre.
In seguito ha
avuto un’altra possibilità di parlare di Medjugorje con il papa?
Sì, la seconda volta che abbiamo parlato di
Medjugorje - me lo ricordo bene - è stato il 1° agosto 1988. Una commissione
medica di Milano, che allora aveva esaminato i veggenti, venne dal papa a Castel
Gandolfo. Uno dei medici fece notare che il vescovo della diocesi di Mostar
creava delle difficoltà. Allora il papa disse: “Dato che è il vescovo della
regione, dovete ascoltarlo”, e, diventato subito serio, aggiunse: “Ma dovrà
rendere conto davanti alla legge di Dio di non aver gestito la cosa nel modo
giusto”. Il papa rimase un momento pensieroso e poi disse: “Oggi il mondo sta
perdendo il senso del soprannaturale, cioè il senso di Dio. Ma molti ritrovano
questo significato a Medjugorje attraverso la preghiera, il digiuno e i
sacramenti.” È stata la testimonianza più bella ed esplicita per Medjugorje. Ne
rimasi colpito perché la commissione che aveva esaminato i veggenti dichiarò
allora: Non constat de supernaturalitate. Al contrario il papa aveva da tempo
capito che a Medjugorje accadeva qualcosa di soprannaturale. Dai più svariati
racconti di altre persone sugli avvenimenti di Medjugorje, il papa si era potuto
convincere che in questo luogo si incontra Dio.
Non è possibile che molto
di quello che accade a Medjugorje sia stato invece inventato di sana pianta e
che prima o poi risulterà che il mondo è caduto in un grosso imbroglio?
Alcuni anni fa, a Marienfried si è svolto un grande
incontro di giovani a cui sono stato invitato anche io. Allora un giornalista mi
chiese: “Signor vescovo, non pensa che tutto ciò che avviene a Medjugorje abbia
origine dal diavolo?”. Gli risposi: “Sono un gesuita. Sant’Ignazio ci ha
insegnato che bisogna distinguere gli spiriti e che ogni evento può avere tre
cause o ragioni: umana, divina o diabolica”. Alla fine ha dovuto acconsentire
che tutto ciò che accade a Medjugorje non è spiegabile da un punto di vista
umano, ossia che giovani del tutto normali attirino in questo luogo migliaia di
persone che accorrono qui ogni anno per riconciliarsi con Dio. Intanto
Medjugorje viene chiamata il confessionale del mondo: né a Lourdes né a Fatima
si verifica il fenomeno di così tante persone che si confessano. Che cosa accade
in un confessionale? Il sacerdote libera i peccatori dal demonio. Ho risposto
allora al giornalista: “Certamente il demonio è riuscito a fare molte cose, ma
una cosa non può sicuramente fare. Può il demonio mandare le persone al
confessionale per liberarle da sé stesso?”. Allora il giornalista si mise a
ridere e capì che cosa volevo dire. L’unica ragione rimane dunque Dio! In
seguito ho riferito anche al Santo Padre questa conversazione.
Come si può riassumere in un paio di frasi il
Messaggio di Medjugorje? Che cosa distingue questi Messaggi da quelli di Lourdes
o di Fatima?
In tutti e tre questi luoghi di pellegrinaggio, la Madonna invita alla
penitenza, al pentimento e alla preghiera. In questo i messaggi dei tre luoghi
di apparizione si somigliano. La differenza è che i Messaggi di Medjugorje
durano da 24 anni. Questa continuità intensa di apparizioni soprannaturali non è
diminuita negli ultimi anni, tanto che sempre più intellettuali si convertono in
questo luogo.
Per alcune persone i Messaggi di Medjugorje non
sono degni di fede perché poi è scoppiata la guerra. Dunque non luogo di pace,
ma di lite?
Quando nel 1991 (esattamente 10 anni dopo il primo
Messaggio: “Pace, pace e solo pace!”) scoppiò la guerra in Bosnia Erzegovina,
ero di nuovo a pranzo con il papa ed egli mi chiese: “Come si spiegano le
apparizioni di Medjugorje, se ora in Bosnia c’è la guerra?”. La guerra è stata
veramente una brutta cosa. Perciò dissi al papa: “Eppure ora sta accadendo la
stessa cosa che accadde a Fatima. Se allora avessimo consacrato la Russia al
Cuore Immacolato di Maria, si sarebbe potuta evitare la Seconda Guerra Mondiale,
ed anche la diffusione del comunismo e dell’ateismo. Proprio dopo che Lei, Santo
Padre, ebbe compiuto questa consacrazione nel 1984, in Russia ci furono grandi
cambiamenti, attraverso i quali iniziò la caduta del comunismo. Anche a
Medjugorje, all’inizio, la Madonna avvertì che sarebbero scoppiate delle guerre
se non ci fossimo convertiti, ma nessuno prese sul serio questi Messaggi. Questo
significa che se i vescovi della ex-Jugoslavia avessero preso sul serio i
Messaggi naturalmente non possono ancora concedere un riconoscimento definitivo
della Chiesa, dato che le apparizioni sono ancora in corso forse non si sarebbe
arrivati a questo punto”. Allora il papa mi disse: “Dunque il vescovo Hnilica è
convinto che la mia consacrazione al Cuore Immacolato di Maria sia stata
valida?”, ed io risposi: “Certamente è stata valida, il punto è solo quanti
vescovi abbiano compiuto questa consacrazione in comunione (in unione) con il
papa”.
Torniamo di nuovo a papa Giovanni Paolo II e alla
sua speciale missione ...
Sì. Alcuni anni fa, quando il papa era già di salute
malferma e cominciava a camminare col bastone, gli raccontai di nuovo della
Russia durante un pranzo. Poi si appoggiò al mio braccio, affinché lo
accompagnassi all’ascensore. Era già molto tremolante e ripeté per cinque volte
con voce solenne le parole della Madonna di Fatima: “Alla fine il mio Cuore
Immacolato trionferà”. Il papa sentiva davvero di avere questo grande compito
per la Russia. Anche allora sottolineò che Medjugorje non è altro che la
continuazione di Fatima e che dobbiamo riscoprire il significato di Fatima. La
Madonna ci vuole educare alla preghiera, alla penitenza e ad una maggiore fede.
È comprensibile che una madre si preoccupi dei suoi figli che sono in pericolo,
e così fa anche la Madonna a Medjugorje. Ho anche spiegato al papa che oggi il
più grande movimento mariano parte da Medjugorje. Dovunque ci sono gruppi di
preghiera che si riuniscono nello spirito di Medjugorje. Ed egli l’ha
confermato. Perché ci sono meno famiglie sante. Anche il matrimonio è una grande
vocazione.
Alcuni si meravigliano che nessuno dei veggenti di
Medjugorje, una volta cresciuti, sia entrato in convento o si sia fatto prete.
Questo fatto può essere interpretato come un segno del nostro tempo?
Sì, lo vedo in modo molto positivo, perché possiamo
vedere che questi uomini che la Madonna ha scelto sono semplici strumenti di
Dio. Non sono loro gli autori che hanno escogitato tutto, ma sono collaboratori
di un più vasto progetto divino. Da soli non ne avrebbero la forza. Oggi è
particolarmente necessario che la vita dei laici si rinnovi. Ci sono, ad
esempio, anche delle famiglie che vivono questa consacrazione alla Madonna, non
solo suore o sacerdoti. Dio ci lascia la libertà. Oggi dobbiamo dare nel mondo
una testimonianza: forse nel passato tali limpide testimonianze si trovavano
maggiormente nei conventi, ma oggi abbiamo bisogno di questi segni anche nel
mondo. Ora è soprattutto la famiglia a doversi rinnovare, poiché la famiglia
oggi si trova in una profonda crisi. Non possiamo conoscere tutti i piani di
Dio, ma sicuramente oggi dobbiamo santificare la famiglia. Perché ci sono meno
vocazioni?
Che cosa pensano oggi di Medjugorje i suoi
colleghi vescovi?
Marija Pavlovic-Lunetti, una delle veggenti che
riceve ancora messaggi dalla Madonna, una volta davanti a me ha pianto, perché
aveva sentito che alcuni vescovi mettono in dubbio l’autenticità dei Messaggi.
L’allora vescovo di Mostar, Pavao Zanic, l’aveva perfino definita una bugiarda.
La mia risposta al vescovo di Mostar fu: “Lei si sbaglia. Pensi soltanto a come
si comportano normalmente i ragazzi in una grande famiglia. Se viene loro
confidato un segreto speciale, il giorno dopo già litigano e raccontano il
segreto ad altri. Se fossi la Madonna, probabilmente avrei scelto un solo
ragazzo, e non addirittura sei, perché mi sarebbe sembrato troppo rischioso. Ma
questi ragazzi sono stati torturati per molti anni dalla polizia, eppure non
hanno mai rivelato nulla”. Indubbiamente, forse questi Messaggi non sono così
profondi e misteriosi come quelli di Fatima, ma qui si tratta di una
trasposizione dei Messaggi di Fatima, come l’ha intesa anche il papa. Non
bastano solo i grandi Messaggi, che poi non possono essere divulgati. Attraverso
Medjugorje vengono divulgate la preghiera continua ed anche la penitenza. Fa
meraviglia che a Medjugorje la gente digiuni a pane ed acqua anche due volte a
settimana, si consacri al cuore della Madonna e La veneri.
Negli anni '80, una volta
sono venuti da me sei vescovi brasiliani perché avevano sentito dire che mi
interessavo di Medjugorje. Mi chiesero se potevo fare in modo che potessero
concelebrare una Santa Messa con il papa. Poi volevano andare a Medjugorje. Il
papa aveva acconsentito a riceverli, ma il Suo segretario, mons. Stanlislaw
Dziwisz, in seguito disse: “Vi prego di non dire che il papa vi ha ricevuto ad
una Messa privata perché andate a Medjugorje, ma vi ha invitato perché siete
venuti dal lontano Brasile”. Questo significa che naturalmente il papa non ha
mai riconosciuto esplicitamente ed ufficialmente Medjugorje, poiché non vuole
anticipare il vescovo della diocesi di Mostar. Lo stesso papa si sarebbe recato
volentieri a Medjugorje, ma il vescovo di Mostar avrebbe dovuto dare un segnale
chiaro. Quando due anni fa il papa è andato in Croazia, e a Zagabria fu
beatificato il card. Stepinac, ci fu un incontro di circa 50 vescovi al quale
partecipai anch’io. Dunque salutai i vescovi che conoscevo già. Poi uno di loro
mi disse con cordialità: “Sono il Nunzio Apostolico di Zagabria, e Lei è quindi
il Legato Apostolico di Medjugorje!”. Lo disse non con tono di disprezzo, ma di
amicizia. Anche il card. Kuharic di Zagabria non si è mai pronunciato
pubblicamente su Medjugorje, però mi disse: “Vi accadono cose molto
interessanti”. Nel 1994, 10 anni dopo la solenne consacrazione del mondo al
Cuore di Maria, il papa invitò a pregare in modo particolare per la Bosnia, dove
c’era ancora la guerra. Allora andai a Medjugorje e incontrai anche il vescovo
di Mostar. Egli mi chiese perché fossi andato lì ed io risposi: “Il papa ci ha
esortato a pregare per la pace in Jugoslavia nei santuari mariani. Perciò siamo
venuti in un luogo di pellegrinaggio che si trova vicino a questi avvenimenti".
Il vescovo mi corresse e disse che quello non era un luogo di pellegrinaggio, ma
solo un luogo di preghiera. Ma io gli chiesi quale fosse la differenza e gli
dissi anche che dovevamo riconoscere che l’aiuto più grande che fosse giunto
alla Croazia e alla Bosnia durante la guerra, era arrivato dai gruppi di
preghiera di Medjugorje. Tuttavia il vescovo volle minimizzare questi fatti. Il
vescovo di Spalato, invece, ha avuto sempre un atteggiamento molto positivo nei
confronti di Medjugorje ed è interessante che anche la sua città sia stata
risparmiata dalla guerra.
A quel tempo il Papa mi chiese anche se era vero che a Medjugorje e a Spalato
non fosse successo nulla durante la guerra. Sì, gli risposi.
La posizione ufficiale della Chiesa nei confronti
di Medjugorje è cambiata negli ultimi anni?
Soltanto negli ultimi dieci anni, milioni di persone
si sono recate in pellegrinaggio a Medjugorje. Se la Chiesa credesse veramente
che in questo luogo viene divulgato qualcosa di contrario alla fede o alla
morale, allora sarebbe stata obbligata a prendere delle misure contro Medjugorje.
Avrebbe dovuto fare di tutto per proteggere gli uomini da questo fenomeno. Il
fatto che tace, è un buon segno e, di fatto, un riconoscimento di Medjugorje.
Basta sfogliare il registro parrocchiale per vedere quanti sacerdoti celebrino
ogni anno la Santa Messa a Medjugorje. Non verrebbero, se avessero scoperto
qualcosa che metta in dubbio l'attendibilità dei messaggi. Dai frutti si
riconoscerà se da qui è cresciuto un albero buono o cattivo.
Qual è stata la sua personale esperienza
spirituale a Medjugorje?
Ho avuto la fortuna di poter incontrare personalmente
i veggenti e così di potermi fare un'idea chiara su di loro. Sono riuscito a
guadagnarmi la loro fiducia ed ho avuto la sensazione di venire personalmente
introdotto ai misteri di Medjugorje, così come era successo prima anche a Fatima
e a Lourdes, quando avevo potuto incontrare Suor Lucia e il Vescovo di Fatima.
Ne sono stato felice e mi sono sentito anche alquanto privilegiato di poter
partecipare così da vicino agli eventi di Medjugorje. Anche adesso, quando a
volte parlo con Vicka Ivankovic-Mijatovic o con Marija Pavlovic-Lunetti, mi
sento vicino a loro. Perciò provo nei loro confronti anche una certa
responsabilità, mi sento parte di una grande famiglia.
In uno dei primi messaggi, secondo quel che si
dice, la Madonna ha affermato che queste sarebbero state le ultime apparizioni.
Molte persone pensano con questo alla fine del mondo e all’Apocalisse. Come lo
si può interpretare correttamente?
Sì, l’ho sentito dire, ma spesso nelle profezie si
parla dell’”ultimo giorno”. Già San Paolo ne parlava. Noi viviamo nell’ultimo
giorno, ma i veri profeti non hanno mai indicato una data precisa nella quale
queste profezie si sarebbero compiute. Gesù stesso ha detto che neanche il
Figlio dell’Uomo conosce il momento in cui ci saranno il “secondo avvento” e il
“giudizio finale”: solo il Padre lo sa. Perciò si può dire la stessa cosa che si
diceva prima di Fatima: Medjugorje è il più grande intervento di Dio nella
storia dell'umanità».
***
LA PEDAGOGIA
Il messaggio di Fatima
Il messaggio di Fatima è un appello alla preghiera e alla pratica della comunione riparatrice, alla penitenza e alla conversione del cuore; è un messaggio perfettamente ortodosso che rivela una grande ampiezza dottrinale ed integrità dogmatica che fa di esso una perfetta sintesi evangelica. Esso rientra nella tradizione più perfetta e fedele della Chiesa. Dal contenuto trinitario fino alla dottrina sulle ultime realtà, il messaggio percorre tutto l'insegnamento della fede cattolica tradizionale, in modo così trasparente e facile da penetrare le coscienze, educandole alla linea più pura del cattolicesimo.
A Fatima, il culto della Vergine nasce sin dai primi momenti delle apparizioni. Nel 1919 sorse la prima cappella e il Vescovo permise la prima Messa all'aperto il 13 ottobre 1921. Allo stesso tempo aumentarono le persecuzioni delle autorità civili, anticlericali e massoniche. La notte tra il 5 e il 6 marzo 1922 la cappella fu fatta saltare con la dinamite. Nel 1928 cominciarono i lavori per la costruzione della nuova basilica che fu terminata nel 1951. All'inizio sia il parroco che l'arciprete che il patriarca di Lisbona mostrarono la loro reticenza secondo quella che è la prassi comune nella Chiesa. Il nuovo vescovo assunse un atteggiamento più comprensivo che non ostacolava, ma anzi favoriva pellegrinaggi e celebrazioni liturgiche. Nel 1922 nominò una commissione di investigazione che concluderà i lavori nel 1930. Il vescovo pubblicò una lettera pastorale in cui dichiarava che le visioni dei ragazzi erano degne di fede e che era consentito il culto ufficiale della Vergine di Fatima....
Il messaggio di Medjugorje
Qualcuno ha detto che Medjugorje è diventata in questi ultimi 26 anni il confessionale del mondo e non ha del tutto torto. Qui la gente viene carica di pene, preoccupazioni, ansie e anche di peccati, e qui trova sacerdoti che sanno amare, ascoltare, consigliare e perdonare nel nome del Signore.
A flotte vengono da tutte le parti pur di ricevere la pace e il perdono che il mondo non può dare! Medjugorje non è solo allota un gran confessionale, ma è anche una grande clinica dello spirito: dai frutti saprete giudicare l’albero, dice il Vangelo! Medjugorje è la clinica di Maria in mezzo agli uomini per i nostri tempi!
Un punto molto importante della pedagogia medjugorjana è il tema delle cinque colonne (o cinque sassi) su cui si basa la pastorale e la spiritualità di Medjugorje:
1. La Preghiera;
2. L’Eucarestia;
3. La Sacra Scrittura;
4. Il Digiuno;
5. La Confessione mensile.
Non è questo il luogo per darne una spiegazione approfondita di ognuna, ma mi sembra doveroso dire che nell’attuale crisi pastorale in cui versa in genere la parrocchia oggi, il fenomeno Medjugorje, visto in quanto parrocchia, risplende per una pastorale coerentemente cristocentrica, ascetica, orante, sacramentale, mariana, carismatica, profetica e piena di tantissime conversioni.
APPROFONDIMENTO
CHI STA CON BENEDETTO XVI, CONTRO L'ULULATO
Chi sta con papa Benedetto? Credo si debba avere il
coraggio di gridare apertamente: basta! contro le illazioni, critiche, accuse
più o meno velate, dirette e/o indirette nei confronti del papa Benedetto XVI.
Mi sembra che questo sia diventato un gioco al massacro. Abbiamo già dato conto
degli interventi inopinati della Merkel, del cardinale Karl Leheman. Ieri è
stato diffuso un sondaggio realizzato dall’Istituto demoscopico Enmnid per
incarico dei vari mezzi di comunicazione tedeschi, secondo cui un 67% di
cattolici tedeschi considerano che papa Benedetto avrebbe causato danni
all’immagine della Chiesa con la riabilitazione dei quattro vescovi lefebvriani,
tra i quali il negazionista Richard Williamson. Il 56% dei tedeschi chiederebbe
che Williamson sia nuovamente scomunicato. Tale posizione il sondaggio
attribuirebbe anche al presidente della Conferenza Episcopale, Robert Zöllitsch.
"Il signor Williamson è un irresponsabile; non vedo un posto per lui nella
Chiesa Cattolica”, avrebbe detto Zöllitsch in una dichiarazione al domenicale "Bild
am Sonntag".
Un esempio di ribellione nella Chiesa: Una religiosa che insegna alla Jesuit School di Berkeley si oppone alla Visita Apostolica decisa per gli ordini femminili americani.
“Medjugorje è un luogo di grazia e i frutti, ovvero le tante
conversioni, lo dimostrano” (Mons. Giovanni Battista Pichierri)
Parliamo con Monsignor Giovanni Battista Pichierri, Vescovo di Trani, in Puglia il quale precisa: “Ritengo giusta e legittima la posizione di prudenza della Chiesa sul tema. I veggenti continuano a parlare, quindi bisogna aspettare. Ma se i fedeli quasi in massa ci vanno, una ragione positiva ci sarà”.