IL FORMAGGIO ANALOGO:

IL FORMAGGIO SENZA FORMAGGIO

L'ULTIMA TROVATA CHE INGANNA IL CONSUMATORE

 

TRA OGM, SOSTANZE TOSSICHE E DIAVOLERIE VARIE MANGIARE È DIVENTATO COME CAMMINARE IN UN CAMPO MINATO. TUTTO PER COLPA DI UN CAPITALISMO SENZA PIÙ ALCUNA UMANITÀ.

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

 

INTRODUZIONE

WWF - 119 sostanze tossiche negli alimenti

Esaminati campioni di aliementi comuni in sette paesi europei Europa. Wwf: «In Europa mangiamo anche il veleno» La ricerca, durata dieci anni, ha rilevato 119 sostanze tossiche in latte, carne, pesce, pane, olio d'oliva e succhi d'arancia

Fonte web - Corriere della sera

ROMA - Non c'è dieta che tenga: il menù è all'insegna della chimica, anche sulle nostre tavole. Dai prodotti caseari, al pesce, al pane, all'olio di oliva fino alla tradizionale lasagna. E' un allarme alimentare che attraversa tutti i confini europei, frutto di dieci anni di ricerche condotte dal Wwf, di cui si sono fatti portavoce anche diversi europarlamentari in apposito spot. Il nuovo dossier, realizzato in vista del voto finale sul Reach, il regolamento Ue contro l'inquinamento chimico, ha rilevato 119 sostanze tossiche nei 27 campioni di alimenti di largo consumo presi in esame in sette paesi europei. Secondo il rapporto, quindi, la principale via di esposizione alla maggior parte delle sostanze chimiche, in particolare quelle persistenti e bioaccumulabili (come il DDT e i PCB banditi da decenni) è l'alimentazione. La «catena di contaminazione è un percorso complesso che i composti chimici compiono intorno al mondo dai produttori ai prodotti di consumo, alla fauna selvatica fino agli esseri umani. Sono presenti nelle case, nei luoghi di lavoro e anche a tavola.

I CIBI ESAMINATI IN SETTE PAESI - I 27 campioni di alimenti, provenienti da Gran Bretagna, Polonia, Svezia, Italia, Spagna, Grecia e Finlandia, appartengono a categorie molto diverse l'una dall'altra e di
largo consumo come prodotti caseari (latte, burro e formaggio), carne (salsicce, petti di pollo, salame, bacon), pesce (salmone, tonno, aringhe) e ancora pane, olio d'oliva, miele, succo d' arancia. «Nessuno dei prodotti, tutti comprati in supermercati e di marche comuni - afferma il Wwf - è risultato esente da tracce di sostanze chimiche, al contrario in tutti sono stati rinvenuti, in varia misura e secondo miscele differenti, i 119 composti tossici presi in esame». Sono stati rintracciati inquinanti vecchi e nuovi, come ftalati nell'olio d'oliva, nei formaggi e nella carne, pesticidi organoclorurati, come il DDT, nel pesce nel burro, nella carne di renna, muschi artificiali e organostannici nel pesce, ritardanti di fiamma ancora nella carne e nel pesce.

PESTICIDI NELLE LASAGNE - Con la collaborazione del Prof. Focardi dell' Università di Siena sono state effettuati test su campioni di lasagna, acquistate nei supermercati di quattro città italiane e sono stati rintracciati più di 40 pesticidi, tra cui il DDT. «I livelli di contaminanti rilevati negli alimenti analizzati non sono in grado di causare conseguenze dirette o immediate sulla salute (i consumatori non devono allarmarsi o evitare questi cibi), ma deve essere seriamente valutato l'effetto di un'esposizione cronica, anche a basse dosi - prosegue il Wwf - di un cocktail di contaminanti attraverso la dieta, soprattutto nel feto in via di sviluppo, nei neonati e nei bambini».

«SERVE UNA NUOVA NORMATIVA» -
«Neanche la dieta più salutare ci mette al riparo dagli inquinanti chimici tossici - commenta Michele Candotti, Segretario generale del Wwf Italia -. Per questo noi crediamo che le sostanze chimiche debbano essere sottoposte a una normativa più efficace. Siamo alla vigilia del voto su Reach, lo strumento dell'Ue per la regolamentazione delle sostanze chimiche«. Il Wwf «chiede ai parlamentari europei che siano bandite le sostanze più pericolose e applicato il principio di sostituzione, siano fissati requisiti severi per i produttori al fine di garantire trasparenza di informazione su tali sostanze. È necessario, inoltre, che il consumatore sappia quali sostanze sono presenti nei prodotti di uso quotidiano».

LE PRECISAZIONI DELLA COLDIRETTI - Senza svalutare l'importanza del dossier del Wwf la Coldiretti precisa che i prodotti agricoli italiani sono in genere sicuri: «Il fatto che le analisi effettuate dal Wwf per l’ltalia - spiega la Coldiretti - riguardino esclusivamente due prodotti come il salame e la caciotta ottenuti spesso da carne e latte provenienti dall’estero all’insaputa dei consumatori dimostra la necessità di non generalizzare e di proseguire nell’impegno comune per la rintracciabilità delle produzioni e l’etichettatura di origine trasparente degli alimenti che rappresentano un traguardo concreto per la qualità e tutela la salute anche nei confronti delle contaminazioni chimiche».

 

 

Mangia che ti passa! - Report 15.03.2009

 

 

Il formaggio senza formaggio

Fonte web

Non è un nuovo formaggio, sembra un formaggio, ha il sapore di un formaggio, ma è uno dei tanti scandali alimentari!

"Formaggio analogo" il formaggio senza formaggio!

E lo mangiamo, e a nostra insaputa, infatti è un ingrediente che troviamo in pizze, lasagne, hamburger e altri piatti industriali ... sostituisce la mozzarella, o formaggi a pasta dura come Emmental, Gouda o altri. E forse, se ci basiamo sulla foto del loro sito ufficiale italiano, il parmigiano:

La Cargill è una multinazionale statunitense, attiva principalmente nel settore alimentare, e che opera in 63 paesi. Esistono due versioni di "formaggio analogo" inventato da Cargill:

Tutto molto appetitoso!
E non ci crederete mai, il "Lygomme™ACH Optimum" è stato uno dei tre finalisti del premio Food Ingredienti Excellence 2009, categoria "Innovazione dell'anno fra i prodotti lattieri".

I consumatori sono ingannati, ma il Lygomme è un terno a lotto per l'industria perché costa 60% in meno rispetto ad altri formaggi simili (e il 200% in meno rispetto al vero formaggio): tutti si sono gettati su questo prodotto dopo l'impennata dei prezzi del latte.

Inoltre, Cargill cinicamente si vanta di aver inventato qualcosa di buono per la nostra salute, perché, dice, che la sua Lygomme non contiene grassi saturi, e lattosio, ed è adatto sia per l'alimentazione come la halal o la kosher.

Credete di mangiare formaggio con la pizza, le lasagne, il cheeseburger ma di fatto mangiate un'infame miscuglio che non fa certo bene alla salute.

La Commissione europea ha autorizzato l'uso di questo formaggio a condizione che i suoi ingredienti siano elencati sull'etichetta. Ma chi guarderà questi caratteri minuscoli? Chi farà la differenza fra il galattomannano-carragenina e il vero formaggio?

Mangiar mer...a? È questo il nostro futuro?

... I consumatori europei devono essere informati oggettivamente in merito ai prodotti alimentari, per poter decidere autonomamente che cosa comprare e come alimentarsi. Il formaggio suggerisce il piacere del latte e la salute. Attualmente, un formaggio artificiale sta invadendo il mercato alimentare. Questo formaggio sintetico viene utilizzato sempre più frequentemente in prodotti pronti quali la pizza o le lasagne ed è prodotto a base di olio di palma, amidi, proteine del latte, sale ed esaltatori di sapore. L’immagine usata sulle confezioni mira a dare al consumatore l’impressione che si tratti di formaggio. Mentre le vendite di buoni prodotti lattieri ristagnano o sono in declino, viene fatta una concorrenza predatoria con prodotti di sostituzione ...

 

 

Alimenti contraffatti

 

 

CARGILL e gli Organismi

geneticamente modificati (OGM)

Fonte web

Cargill (Il cui sito in lingua italiana lo potete trovare qui)puo' essere considerato il braccio agro-alimentare del Governo degli Stati Uniti d'America, dato il suo ruolo fondamentale nell'alimentazione umana e animale in tutto il mondo e, diciamolo pure, la sua Onnipresenza su tutti i principali mercati e, spessissimo, la sua Onnipotenza su tali mercati.

E' un gruppo integrato verticalmente, con ampia gamma di prodotti e servizi, a partire dall'approvvigionamento alle attività agricole, fino alla produzione e trasformazione agricola e la distribuzione commerciale a livello internazionale.

E' il leader mondiale nel settore di numerose "commodities", attivo nel campo cerealicolo, dei semi oleoginosi e degli olii alimentari (soja, in particolare), delle carni e del pollame, del cacao, delle bevande, ecc.. Particolarmente estesa la sua attività in Africa (Costa d'Avorio, Ghana, Nigeria, Cameroun) e nell'America del Sud (Brasile), dove pretende di svolgere un ruolo ambientalista nel limitare i disastri della "deforestazione".

Cargill fa parte del ristretto club dei gruppi impegnati nel complesso genetico industriali, cioè di coloro coinvolti nella ricerca, nella realizzazione, nel commercio di ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI (OGM), come da noi posto in risalto in un nostro libro del 2005, pubblicato a Bruxelles, dove si è accennato alle Imprese comuni (Joint Ventures) di CARGILL, con MONSANTO e altri gruppi di livello mondiale.

[un diagramma delle varie Joint Ventures in questione era inserito e commentato nello studio di William HEFFERNAN e Mary HENDRICKSON, dal titolo: " Diagram of Joint Ventures and Strategic Alliances", pubblicato nel febbraio 1999 dall'Università del Missouri, Department of Rural Strategy (USA), da noi segnalato a pagina 187 del nostro libro del 2005].

Quanto a MONSANTO ci si riferirà sia al libro citato, sia al nostro sito "www.global-lobby.org", rubrica "vecchio album - il novecento e poi " e, in particolare, al Capitolo Terzo.

Siamo ritornati sull'argomento nel saggio "parliamo degli organismi geneticamente modificati (OGM)- dietro le quinte di Syngenta", rubrica "Il Punto, oggi".
Cargill, Monsanto e altri ancora, tutto cio' suggerisce l'esistenza di una enorme PIOVRA, dove la scienza e la ricerca sono al servizio del business e di altri fini meno confessabili.

 

 

Additivi, coloranti, conservanti, nitriti, nitrati e aromi (anche nascosti)

 

MC DONALD'S Cibo o Spazzatura?

 

 

Greenpeace contro gli ogm del

Parmigiano-Reggiano!

Fonte web

Oggi riporto una notizia che per me è di vitale importanza. No agli OGM. Poi leggo la battaglia che sta portando avanti Greenpeace :il parmigiano-reggiano si fa con il latte. E il latte viene dalle mucche. Fin qui nulla di nuovo. Ma il punto è che le mucche del Consorzio del Parmigiano Reggiano mangiano ogni giorno soia OGM della Monsanto. Gli organismi geneticamente modificati contaminano, in questo modo, la filiera di produzione e, dai laboratori della Monsanto, arrivano spediti sulle nostre tavole. 

La stragrande maggioranza degli OGM che arrivano in Italia finiscono nei mangimi animali. E contaminano anche i prodotti della nostra tradizione che ci sono cari come il Parmigiano-Reggiano.

La soia OGM della Monsanto - modificata per sopportare dosi massicce di erbicida – è sempre più presente nelle stalle italiane. Attraverso il latte arriva al consumatore finale e – di passaggio – contamina anche alcuni dei più rinomati prodotti a Denominazione di Origine Protetta. E’ una situazione molto grave: sempre più spesso i prodotti italiani di qualità vengono copiati – i vari Parmesan, Regianito e Parmesao sono solo un esempio. E per resistere su un mercato così aggressivo servono qualità e sicurezza senza ombre.Non tutto il Parmigiano-Reggiano è toccato dagli OGM. La produzione legata all’agricoltura biologica non impiega OGM e offre ai consumatori un prodotto garantito da tutti i punti di vista.

Dal 2002, Greenpeace chiede al Consorzio di affrontare il problema OGM. Le alternative ci sono. E sono concrete. La soia certificata non-OGM è disponibile sul mercato in grandi quantità e a costi ragionevoli: abbastanza per tutta la produzione del Parmigiano-Reggiano e per l’intero fabbisogno italiano. Si tratta solo di scegliere, una scelta volta alla tutela e al futuro.

Leggete qui il rapporto di Greenpeace sul caso Parmiggiano Reggiano.Articolo tratto dal sito .

La campagna

I consumatori italiani sono in grande maggioranza contrari agli Ogm e le aziende alimentari si adeguano, puntando su prodotti che non contengono ingredienti transgenici. E in effetti è praticamente impossibile trovare prodotti etichettati Ogm sugli scaffali italiani.

Eppure gli Ogm non ci hanno abbandonato. Continuano a intrufolarsi nella nostra catena alimentare per vie meno evidenti.

La stragrande maggioranza degli Ogm che arrivano in Italia finiscono nei mangimi animali. E contaminano anche i prodotti della nostra tradizione che ci sono cari come il Parmigiano-Reggiano.

La soia Ogm della Monsanto - modificata per sopportare dosi massicce di erbicida - è sempre più presente nelle stalle italiane. Attraverso il latte arriva al consumatore finale e - di passaggio - contamina anche alcuni dei più rinomati prodotti a Denominazione di Origine Protetta. E' una situazione molto grave: sempre più spesso i prodotti italiani di qualità vengono copiati - i vari Parmesan, Regianito e Parmesao sono solo un esempio. E per resistere su un mercato così aggressivo servono qualità e sicurezza senza ombre.

Il rilascio in natura di Ogm può produrre effetti irreversibili sugli ecosistemi. Gli Ogm sono organismi viventi e possono riprodursi e moltiplicarsi nello spazio che nel tempo, sfuggendo a qualsiasi controllo. Da questo punto di vista non fa differenza se gli Ogm vengono impiegati per l'alimentazione animale o per l'alimentazione umana. Ci sono seri dubbi sulla sicurezza degli Ogm per l'uomo e per gli animali. E c'è purtroppo una certezza: molto spesso gli Ogm non vengono adeguatamente testati in termini di sicurezza alimentare.

Mentre sono sempre di più i prodotti e i produttori italiani che escludono l'uso di Ogm in tutti i passaggi della produzione - sia negli ingredienti che nei mangimi animali - il Consorzio del Parmigiano-Reggiano - uno dei formaggi più rinomati al mondo - non prende posizione contro gli Ogm: il disciplinare di produzione non esclude infatti l'impiego di mangimi contenenti Ogm.

Non tutto il Parmigiano-Reggiano è toccato dagli Ogm. La produzione legata all'agricoltura biologica non impiega Ogm e offre ai consumatori un prodotto garantito da tutti i punti di vista. Diversi allevatori aderenti al Consorzio hanno inoltre già espresso la propria volontà di utilizzare solo mangimi senza Ogm, per poter continuare a produrre un latte sicuro al 100 per cento, senza l'impiego di Ogm.

FEDERBIO AIAB Dal 2002, Greenpeace chiede al Consorzio di affrontare il problema Ogm. Le alternative ci sono. E sono concrete. La soia certificata non-Ogm è disponibile sul mercato in grandi quantità e a costi ragionevoli: abbastanza per tutta la produzione del Parmigiano-Reggiano e per l'intero fabbisogno italiano. Si tratta solo di scegliere, una scelta volta alla tutela e al futuro.

Tu puoi fare molto per convincere il Consorzio a rivedere il disciplinare di produzione. Scrivi adesso al Consorzio per dire che - come consumatore - desideri poter acquistare un Parmigiano-Reggiano sicuro e garantito. Senza Ogm.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

Monsanto: 50 anni di scandali

Lunedì 13 febbraio, la condanna del gigante agroalimentare americano Monsanto – chiamato in causa da un piccolo agricoltore della Charente intossicato da un erbicida – è, per la Francia, una prima volta. Nella storia della multinazionale – centenaria – invece, questa condanna non è che un singolo caso giudiziario in più su una fedina penale già lunga. PCB, Agente Arancio, diossina, OGM, aspartame, ormone della crescita, erbicidi (Lasso e Roundup)... nomi di prodotti che hanno fatto la fortuna della Monsanto e che sono tutti collegati a scandali sanitari e a dei processi che hanno portato spesso alla loro proibizione. Ma fino ad oggi niente era riuscito a fermare l’irresistibile ascesa di questo antico gigante della chimica riconvertitosi alla biogenetica e diventato maestro nell’arte del lobbismo. Quello che segue è il quadro di una multinazionale plurirecidiva.

 

Green - Documentario sull'olio di palma

L'olio di palma può essere ovunque. Controllate sull'etichetta gli ingredienti. Diffidate della dicitura "olio vegetale" perchè è troppo generica e può significare che quell'ingrediente può comprendere diversi olii tra cui anche quello di palma. Quindi in sostanza preferite i prodotti che tra gli ingredienti contengano olii di qualità ben specificata (es. olio d'oliva, di girasole, di soia, di lino ecc...)