TERREMOTI E TRIVELLAZIONI
C'È UNA QUALCHE RELAZIONE? SI, C'È!

 

In Emilia Romagna ci sono 514 pozzi perforati,

di cui 69 non produttivi e destinati ad "altro uso".

 

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

TERREMOTI IN EMILIA – FRACKING ALL’ORIGINE DEL SISMA?

 

Fonte web

 

I geologi stanno studiando gli effetti e soprattutto le cause dello sciame sismico che ha colpito, e sta colpendo, la regione emiliana e non solo. Per la precisione, sotto la lente di ingrandimento degli esperti vi è quella che tecnicamente viene definita la Dorsale Ferrarese.

Gli scienziati dell'USGS - il Servizio Geologico statunitense - hanno ricatalogato in magnitudo 6.0, dal 5.9, quella che originariamente è stata la scossa principale dello scorso 20 maggio, con ipocentro a 5,1 km di profondità (inizialmente creduto 10,1 km).

Non pochi ritengono che insieme al naturale movimento della crosta terrestre, una delle principali cause del terremoto e del conseguente sciame sismico, sia da ricercare nelle pratiche estreme di "Fracking" ovvero, la indiscriminata perforazione idraulica del territorio che avviene per una prima parte in senso verticale e quindi corre in senso orizzontale, parallelamente al terreno.

Nelle voragini generate dalle perforazioni vengono iniettate diverse sostanze di composizione segretissima (top secret industriale) che sarebbero la concausa scatenante dei terremoti.

Secondo alcune fonti ufficiali, dall'inizio dell'anno in Italia si sono registrate 632 scosse, tutte nel nord Italia, e tutte in corrispondenza dei cosiddetti "Shale Gas", ovvero le zone dedicate alla pratica delle esplorazioni e delle perforazioni in gergo dette Fracking. E allora: cause esclusivamente naturali oppure favorite da azione umana? E soprattutto, le perforazioni sono legali o illegali? E a quali enormi interessi economici sono collegate le sperimentazioni sugli idrocarburi?

E' un caso che prima del terremoto si siano verificate fuoriuscite di acqua e sabbia dal terreno, il 19 maggio 2012, proprio in Emilia Romagna? Ed è ancora un caso che il ministro Romani abbia dichiarato, all'Unione Petrolifera Italiana, della necessità di incrementare il contributo della produzione nazionale di idrocarburi a partire dal 2012?

In ogni caso, il governo italiano ha concesso l'autorizzazione per aumentare le perforazioni e le estrazioni alle maggiori compagnie americane, e subito dopo si sono verificati i terremoti. Il ministro Romani (ora ex - ndr) punta ad un aumento di almeno 90mila barili al giorno. In particolare dai giacimenti della Basilicata.

Per quanto riguarda il gas naturale, si parla di sfruttamento di "Shale Gas", ovvero l'utilizzo di tecniche di estrazione che vanno ad incidere pesantemente sugli equilibri idrogeologici, consistenti principalmente nella frammentazione degli strati rocciosi. Nei fatti, tale pratica è vietata in molti Paesi, fra i quali l'Italia, in ragione dei rischi di contaminazione delle falde idriche. Tutto questo sembra sottoposto, però, alla vendita di risorse nazionali al miglior offerente, per cercare di fare cassa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terremoto e trivellazione, un legittimo

sospetto – Foto, documenti

 

Fonte web

 

Clini e OrnaghiNei giorni che hanno preceduto il terremoto in Emilia si sono susseguiti alcuni eventi, di ben diversa natura ma comunque saldamente legati a quel territorio, che sono stati ripresi dalle maggiori testate nazionali.

Andiamo per ordine: Il 17 febbraio 2012, i Ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali Corrado Clini e Lorenzo Ornaghi hanno decretato la compatibilità ambientale e la conseguente autorizzazione di opere di indagine geologica (cioè trivellazioni con uso di cariche esplosive e pompaggio di acqua ad alta pressione), allo scopo di verificare la realizzabilità di un gigantesco deposito di gas metano, nel sottosuolo dei comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore, all’interno di una altrettanto gigantesca cavità naturale situata a quasi tre chilometri di profondità ed in grado di servire allo stoccaggio di 3,2miliardi di metri cubi di gas metano (equivalente al volume di un’enorme sfera dal diametro di quasi 2km).

Una vera e propria bomba piazzata sotto i comuni emiliani in una zona ad elevato rischio sismico. Questo accadeva tra le proteste dei Verdi di Angelo Bonelli, insieme ad altri partiti, associazioni e comitati cittadini che da anni si oppongono agli studi di fattibilità già promossi sin dal 2005 dai governi Berlusconi e Prodi. Un parere negativo l’aveva anche espresso la Regione Emilia (clicca qui per scaricare il pdf) proprio per ragioni di sicurezza da rischio sismico. Clini e Ornaghi hanno però ritenuto ininfluente il parere dei cittadini e considerato ammissibile la trivellazione di pozzi con uso di cariche esplosive, immissione di acqua per fratturazione e pompaggio di gas nel sottosuolo.

Avrete già notato che i comuni oggetto delle opere di trivellazione sono esattamente quelli più colpiti dagli episodi di sciame sismico dei giorni scorsi e quelli ancor più tragici e distruttivi di questa settimana.
A seguito delle prime scosse significative il Governo ha comprensibilmente dato segni di imbarazzo. Il Ministro Clini ha subito parlato di “ulteriori necessari accertamenti“, ricordando a tutti che i Ministeri hanno concesso solo una “valutazione favorevole alla esplorazione” (che si fa trivellando n.d.r.). Poi arriva la società autorizzata alla realizzazione dell’opera, la Erg Rivara Storage srl, società angloitaliana riconducibile, tra gli altri, al patron della Sampdoria Garrone, che nega di aver «realizzato nell’area di Rivara nessuno studio o perforazione, tanto meno con l’iniezione di gas». La Erg si riferisce al cosiddetto fracking.
Il fracking consiste nell’iniettare acqua ad altissima pressione allo scopo di fratturare la roccia, allargare progressivamente la frattura e penetrare in profondità. L’acqua di scarto, trattata con lubrificanti e agenti chimici, tende normalmente a tornare in superficie ed il problema dello stoccaggio di questo residuo fluido, normalmente contaminato da polveri radioattive, è risolto attraverso la creazione di pozzi profondissimi dove l’acqua reflua viene scaricata ad altissima pressione ed il problema si intende risolto. Ed ecco che infatti nel testo del decreto Ornaghi-Clini possiamo individuare le due fasi che precedono l’insufflamento di gas: quella preliminare “di accertamento” che ha inizio dopo il rilascio delle autorizzazioni e la fase “di sviluppo” per la realizzazione dei pozzi di stoccaggio.

Questa seconda fase “di sviluppo” è una rinomatissima causa di terremoti. Non lo dicono i complottisti, ma la comunità scientifica internazionale.

Negli USA, lo stato dell’Ohio, che ospita 177 di questi pozzi, ha recentemente dovuto regolamentare questa pratica perchè pare che il trivellamento dei pozzi di stoccaggio abbia causato nella zona “una dozzina di terremoti”, la notizia è riportata dall’Huffington Post in un articolo del 9 maggio scorso.

Altrettanto interessante è quanto illustra il sito del Lamont-Doherty Earth Observatory, dipartimento di Scienze della Terra della prestigiosa Columbia University che ci informa qui che la correlazione tra il pompaggio profondo di acque reflue da fracking e terremoti pari o superiori al grado 5,0 della scala Richter è cosa nota sin dagli anni ’60 come documentato negli eventi sismici occorsi in Arkansas, Texas, Oklahoma, e nel Regno Unito.

Recapitolando:
- Una grossa società vuole trivellare nei comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore.

– Le trivellazioni sono propedeutiche alla realizzazione di un enorme serbatoio di gas metano sotterraneo in una zona ad alto rischio sismico.
– I cittadini si oppongono e la Regione dà parere negativo.
– I ministri Clini e Ornaghi autorizzano per Decreto le fasi preliminari di indagine, nonostante il parere negativo della Regione, consentendo pratiche come lo stoccaggio di profondità delle acque reflue, che notoriamente possono causare scosse telluriche fino al quinto grado della scala Richter.
– Il recente sciame sismico ha modalità che appaiono molto simili a quelle riconducibili ad operazioni di pompaggio di acque reflue nel sottosuolo.
– Metri cubi di melma grigiastra sembrano affiorare un po’ ovunque nei comuni interessati dal sisma.

Certo, la Erg nega di aver già dato inizio alle perforazioni.
Noi speriamo che le compagnie non mentano mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fratturazione idraulica

Fonte web - da Wikipedia

 

La fratturazione idraulica, spesso denominata con i termini inglesi fracking o hydrofracking, è lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso. La fratturazione, detta in inglese frack job (o frac job), viene eseguita dopo una trivellazione entro una formazione di roccia contenente idrocarburi, per aumentarne la permeabilità al fine di migliorare la produzione del petrolio o dello shale gas contenuti nel giacimento e incrementarne il tasso di recupero .

Le fratture idrauliche possono essere sia naturali che create dall'uomo; esse vengono create e allar

gate dalla pressione del fluido contenuto nella frattura. Le fratture idrauliche naturali più comuni sono i dicchi e i filoni-strato, oltre alle fessurazioni causate dal ghiaccio nei climi freddi. Quelle create dall'uomo vengono indotte in profondità in ben precisi strati di roccia all'interno dei giacimenti di petrolio e gas, estese pompando fluido sotto pressione e poi mantenute aperte introducendo sabbia, ghiaia, granuli di ceramica come riempitivo permeabile; in questo modo le rocce non possono richiudersi quando la pressione dell'acqua viene meno.

 

Uno schema di fratturazione idraulica allo scopo di estrarre

gas da scisti bituminosi, con eventuali rischi ambientali e terremoti.

 

Storia

Il primo uso di questa tecnologia per la stimolazione di giacimenti petroliferi avvenne negli Stati Uniti nel 1947[. La prima azienda ad usarla commercialmente fu la Halliburton nel 1949, e vista l'aumentata produzione che provocò si diffuse rapidamente prima nell'industria petrolifera statunitense e poi in quella di tutto il mondo. Il primo uso in assoluto però è ancora più antico: secondo T.L. Watson risale addirittura al 1903. Prima di quella data ci sono prove di uso di questa tecnica nella cava del monte Airy, vicino Mount Airy, North Carolina dove si usava (e si usa tuttora) per separare blocchi di granito dalla roccia madre.

 

Utilizzo attuale

 

Negli Stati Uniti durante il 2011 sono state effettuate esplorazioni estensive di fitte rocce bituminose alla ricerca di petrolio.

 

Rischi ambientali]

 

La fratturazione idraulica è sotto monitoraggio a livello internazionale a causa di preoccupazioni per i rischi di contaminazione chimica delle acque sotterranee e dell'ar+ia. In alcuni paesi l'uso di questa tecnica è stata sospesa o addirittura vietata..

 

Rischi sismici

 

Le tecniche di microfratturazione idraulica del sedimento possono, in taluni casi, generare una micro-sismicità indotta e molto localizzata. L'intensità di questi micro-terremoti è di solito piuttosto limitata, ma ci possono essere problemi locali di stabilità del terreno proprio perchè i sedimenti sono superficiali. Sono stati comunque registrati alcuni terremoti probabilmente indotti superiori al 5° grado della Scala Richter. Ad esempio nel Rocky Mountain Arsenal, vicino a Denver in Colorado, nel 1967, dopo l'iniezione di oltre 17 milioni di L al mese di liquidi di scarto a 3.670 metri di profondità, furono registrate una serie di scosse indotte localizzate nell'area, con una punta massima di magnitudo compresa fra 5 e 5.5.

 

Applicazioni]

 

La tecnica della fratturazione idraulica è utilizzata per aumentare, o ristabilire, il ritmo di estrazione di fluidi come petrolio, gas e acqua, incluso da giacimenti non convenzionali come quelli carboniferi o le rocce bituminose. La fratturazione idraulica permette l'estrazione di gas naturale e petrolio da formazioni rocciose molto al di sotto della superficie terrestre (tra i 1500 e i 6100 metri). Tali profondità spesso non presentano porosità e permeabilità tali da permettere l'estrazione ad un tasso economicamente conveniente. Ad esempio, la fratturazione permette l'estrazione di gas naturale dalle rocce bituminose, un materiale estremamente impermeabile (tra i micro e i nanodarcy). La frattura crea un passaggio dal giacimento al pozzo, aumentando la portata dell'estrazione.

Mentre il principale uso industriale della fratturazione idraulica è stimolare l'estrazione di petrolio e gas, la fratturazione idraulica è utilizzata anche:

nella costruzione di pozzi idrici;

per preparare le rocce alla trivellazione di miniere;

per rendere più efficienti processi di riduzione delle perdite (di solito fuoriuscite di idrocarburi);

smaltire perdite iniettandole in formazioni rocciose idonee;

come metodo per misurare tensioni nella crosta terrestre.

 

Metodologia

 

Una frattura idraulica viene creata dal pompaggio del liquido fratturante nel pozzo, con una forza sufficiente per aumentare la pressione oltre il gradiente di frattura della roccia sottostante. Questo causa una o più crepe in cui il fluido entra e le estende ancora di più. Per mantenere aperta la crepa anche dopo l'arresto del pompaggio si aggiunge al fluido un materiale solido, normalmente sabbia setacciata, che viene portato dal fluido nelle fratture e impedisce loro di richiudersi completamente, creando un passaggio ad alta permeabilità per il fluido da estrarre.

Trivellare un pozzo produce schegge di roccia e detriti che possono infilarsi nelle crepe e nei pori della parete del pozzo, sigillando parzialmente il pozzo e riducendone la permeabilità: la fratturazione idraulica può ristabilire un adeguato flusso di estrazione dal giacimento. Per questo motivo è una misura standard adottata in tutti i pozzi trivellati in rocce scarsamente permeabili, e circa il 90% di tutti i pozzi di gas naturale negli stati uniti usa la fratturazione idraulica per produrre gas a un prezzo competitivo.

Il fluido iniettato nei pozzi può essere acqua, gel, schiuma o gas compressi come azoto, diossido di carbonio o semplice aria. Si usano anche vari tipi di materiale solido di mantenimento: di solito sabbia, ma anche sabbia con rivestimenti in resina o sferule di ceramica appositamente progettate a seconda del tipo di permeabilità richiesto o della pressione a cui il materiale dovrà resistere. A volte si usano sabbie contenenti dei traccianti radioattivi naturali, per poter seguire l'andamento delle fratture indotte nel sottosuolo. La proporzione fra fluido di fratturazione e materiale di mantenimento è in genere 99% fluido e 1% di materiale.

Per rilevare la dimensione e l'orientamento delle fratture provocate si esegue un monitoraggio microsismico durante il pompaggio di fratturazione, installando schiere di geofoni in pozzi adiacenti. Mappando i microsismi dovuti alle fratture in crescita si può dedurre la geometria approssimativa delle fratture. Altre importanti informazioni sugli sforzi indotti nelle rocce si ottengono piazzando schiere di inclinometri.

L'equipaggiamento standard per la fratturazione che si usa nei campi petroliferi comprende un miscelatore dinamico, una o più pompe ad alta pressione e alto flusso (di solito pompe triple o quintuple) e una unità di monitoraggio sismico. Altro materiale necessario sono serbatoi, tubature ad alta pressione, unità additivanti e manometri per tenere sotto controllo la pressione, il flusso e la densità del fluido durante l'iniezione. I valori di pressione e flusso del fluido variano molto nelle varie fasi: l'iniezione inizia con bassa pressione e flusso anche di 265 litri al minuto. Nella fase di sforzo la pressione aumenta fino a valori di 100 MPa e il flusso diminuisce gradatamente.

 

 

 

 

 

Il sito dello stoccaggio di Rivara nel comune

di San Felice sul Panaro (MO)

 

 

 

 

 

Il fracking in Italia é realtà dal 2009.

Sono gli stessi dello stoccaggio Rivara.

 

Articolo di Maria Rita D’Orsogna.

Nota: ci ho messo molto tempo a scrivere ed a ricercare questo testo, e spero che giornalisti e bloggers vogliano ricordare da dove vengono queste informazioni, considerato che e’ tutto volontariato da parte mia. Potrebbero esserci inesattezze o mancanze dovute al fatto che occorrerebbe molto piu’ tempo di quanto io abbia per fare delle investigazioni piu’ approfondite.
Ma i giornalisti italiani cosa fanno?

Occorre andarci con molta cautela.

Per giorni ho cercato di capire se ci fosse fracking in Italia, per giorni tutti noi “esseri normali” abbiamo pensato che non si facesse fracking in Italia perche’ non era scritto da nessuna parte, ne da parte dei siti governativi, ne da parte delle ditte petrolifere solite e perche’ il nostro governo non ha mai detto niente su questo fracking, sui siti di reiniezione, sullo stoccaggio di gas che non fosse qualcosa di rassicurante.

Intanto si apre una inchiesta della magistratura su “trivellazioni abusive“, ma intanto giornalisti, opinionisti e politici ci hanno detto – e per giorni – che e’ tutta colpa dei complottisti, che e’ tutta'apposto, che va tutto bene.

E quindi, forse quello di cui sto per scrivere e’ una cosa straordinaria che e’ accaduta una volta soltanto in Italia, forse sono solo balle di petrolieri, forse non e’ vero niente, forse il sole di California mi ha accecato.

Pero’ so leggere – fracking in Italia – Ribolla, Grosseto, Italia, 2009 - e c’e’ da pensare.

Sono perplessa e arrabbiata, perche’ se questo e’ quello che sono riuscita a scovare io, chissa’ quanto altro c’e’ dietro che io e noi “persone normali” non sappiamo.

Ah, come vorrei una di quelle belle inchieste del New York Times, che ti parlano dei problemi *prima* che tu sappia che esistano….
L’altro giorno cercavo informazioni sulla Erg Storage Rivara, per capire esattamente in che modo facessero lo stoccaggio del gas in Emilia.

Questa Erg Storage e’ di proprieta’ della Erg, una societa’ italiana che la detiene al 15% e al restante 85% della ditta inglese Independent Resources, creata nel 2005.

Hanno semplicemente deciso di prendere vecchi pozzi dismesso dell’ENI a San Felice sul Panaro e usarli come punto di partenza per stoccare gas – e per speculare.

Dicono:
The company’s business model is aimed at the construction of an energy trading platform, backed with energy assets, and geographically centered in Italy. The ultimate objective is to integrate sources of gas, storage, and transportation with consumers of gas operating in the wholesale market. Italy is destined to evolve from a major destination market to also become the primary energy land-bridge between North Africa and Europe.

Il modello di business della compagnia e’ centrato sulla costruzione di una piattaforma di scambio di energia, supportata dal possesso di fonti energetiche, e geograficamente centrata in Italia. Lo scopo ultimo e’ quello di integrare le sorgenti di gas, lo stoccaggio e il trasporto con i consumatori del gas che operano all’ingrosso. L’Italia e’ destinata a passare da un vasto mercato di destinazione a diventare anche il principale ponte energetico fra il Nord Africa e l’Europa.

Hanno le idee chiare questi – ce lo trivelliamo, ce lo stocchiamo, lo vendiamo all’ingrosso, il tutto usando l’Italia come “autostrada del gas” e come parcheggio.

Aggiungono che gli piace il posto perche’ la struttura sara’ grande, le unita’ costeranno poco, la posizione e’ ideale lungo “l’autostrada del gas” e perche’ sara’ piu’ facile stoccare e erogare gas con le loro nuove tecniche che differiscono da quelle “convenzionali”.

Trovo allora questo articolo in cui si dice che il ministro dell’ambiente Corrado Clini, decide di bocciare Rivara a causa del terremoto e dei morti in Emilia.

La Independent Resources – con tipica arroganza dei petrolieri – ribatte che si dispiacciono delle perdite di vita umana, ma che la faglia e’ piu’ profonda del loro giacimento, che ci sono gia’ tanti altri pozzi non collegati al terremoto, e che le loro infrastrutture sono e saranno perfette, e che quindi si aspettano che il fermo sia solo temporaneo – in barba a Clini, all’Emilia, agli italiani.

Tutto questo sebbene il ministero dica che il progetto e’ stato definitivamente bocciato e sebbene la regione Emilia Romagna avesse detto il suo no in data 27 Aprile 2012, prima ancora dello sciame sismico e proprio a causa di possibili terremoti:

Despite what would appear to be a definitive rejection of the project by the Italian authorities, Independent Resources said in a statement Friday that it expects the project to eventually go ahead.
Independent Resources “expects a pause for the project and considers this understandable under the circumstances,” it said in the statement. On April 27 the local government of the Emilia-Romagna region said it had formally turned down permission for the project’s appraisal phase, warning of a possible risk of earth tremors. The region said at the time that the decision was “definitive” and “rules out any chance of building” the storage facility.

Nonostante quello che sembra essere un rigetto definitivo del progetto da parte delle autorita’ italiane, la Independent Resources ha detto in un comunicato di Venerdi’ che prevede che il progetto, alla fine, andra’ avanti. La Independent Resources “prevede una pausa per il progetto e considera tutto questo comprensibile alla luce delle attuali circostanze”, come detto nel comunicato. Il giorno 27 Aprile il governo locale dell’Emilia Romagna ha detto che aveva formalmente bocciato il progetto a causa di possibili rischi di terremoti. La regione disse a suo tempo che la decisione era “definitiva” e che “escludeva completamente qualsiasi possibilita’ di costruire” l’opera di stoccaggio.

Ecco qui il testo completo della Independent Resources:

Spero che le autorita’ italiane si facciano sentire e dicano a questa Independent Resources che no significa no, e che non e’ che se aspettano 2 o 3 anni magicamente tutto tornera’ come prima, trivelle e stoccaggio aperto per tutti. Devono scomparire dall’Emilia Romagna, se non altro per la loro arroganza.

—–
Continuo ancora ad indagare su questa Independent Resources, leggendo solo i comunicati in inglese.

In italiano infatti non ce ne sono, perche’ a loro interessa solo rassicurare e spiegare ai loro investitori che il progetto andra’ avanti, morti o non morti.

Mica gli interessa di spiegare al cittadino medio di San Felice sul Panaro cosa vogliono fare.

A un certo punto, mi imbatto in questo altro articolo della Independent Resources, e le sue altre concessioni in Italia.

La leggo in modo quasi casuale, aspettandomi di trovare il solito bla bla dei petrolieri.

La prima cosa che mi ha colpito sono state le parole

“Presently, Independent Resources’ core development activities include a major underground gas storage facility, a major new source of unconventional gas onshore Italy, and a major source of conventional oil in Tunisia.”

Al momento, il cuore delle attivita’ di svilupppo della Indepedendent Resources includono un importante centro di stoccaggio sotterraneo di gas, una nuova sorgente di gas non-convenzionale in terraferma in Italia, e una nuova sorgente di petrolio convenzionale in Tunisia.

Rabbrividisco: “unconventional gas” vuole dire una cosa soltanto: fracking.

Non posso crederci.

Rileggo la frase tre volte.

Clicco su un altro link.

Sotto ai miei occhi:

Ribolla Basin Shale Gas Play

During 2008-2009 Independent recorded a total of 66 km of 2D seismic and drilled FB 1 well in August 2009.

The FB 2 well (target zone present at a depth of 340 m, 1100 ft) was subsequently drilled to test the coal’s productivity in the shallow part of the basin, where the coal and the gas shale were found to be saturated with gas.

A hydraulic fracture job coupled with ceramic proppant, designed to enhance productivity, was followed by a seven weeks production test.

Durante il 2008-2009 la Independent ha registrato un totale di 66 km di sismica 2D e ha trivellato il pozzo FB1 nell’Agosto del 2009.

Il pozzo FB 2 (di cui il target era a 340 metri di profondita’, 1100 piedi), e’ stato trivellato successivamente per testare la produttivita’ del carbone nella parte bassa del giacimento, dove il carbone e il lo scisti sono stati trovati essere saturi di gas.

Un intervento di hydraulic fracturing, assieme ad un proppante ceramico, disegnato per aumentare la produttivita’ e’ stato seguito da un test di produzione di sette settimane.

—-
Prendo una pausa.

Devo lavorare, non posso star qui a fare questo immane lavoro, io, da Los Angeles.

Dove sono i giornalisti italiani?

Che significa ceramic proppant?

Che significa coal gas?

Dove si trova Ribolla?

Come, hanno fatto fracking a Ribolla nel 2009 e nessuno l’ha saputo?

Mi sento sola di fronte all’immenso petrolifero e vorrei non pensarci.

Ribolla Basin Shale Gas Play.

Invece ci penso e ci ripenso, mentre mi lavo i denti, a pranzo, mentre mi rigiro nel letto alla sera.

Poi il jet lag ha la meglio e mi addormento.

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Passa un giorno, vengo sommersa da email. Continuo ad indagare.

Ribolla e’ un microscopico paese di 2115 abitanti in provincia di Grosseto.

Cerco di andare indietro nel tempo il piu’ possibile, per vedere da dove parte il tutto.

La licenza si chiama Fiume Bruna, e la Indepenent Resources l’ha ottenuta dal governo italiano nel 2005. Ha un’area di circa 247 chilometri quadrati, e a suo tempo c’era una miniera di carbone operata dalla Montecatini.

Dal 1839 al 1954, l’area era una delle piu’ importanti zone minerarie d’Italia. Tristemente era anche nota per le ripetute fughe di gas metano dal carbone. Infatti la miniera fu chiusa proprio in seguito ad una forte esplosione causata dalle fughe metanifere il 4 Maggio 1954.

Ci fu la morte di 43 persone.

Fu il piu’ grande disastro minerario d’Italia.

Qui dal Corriere della Sera del 1954

Ribolla, come le miniere con le uguali caratteristiche, era una miniera di difficile escavazione a causa della presenza nei cantieri sotterranei del grisù. Il grisù è un miscuglio di vari gas in proporzioni variabili. Il componente essenziale del grisù è il metano ( l’unico combustibile), gli altri componenti sono l’azoto, l’ossigeno, l’acido carbonico, l’idrogeno e l’etano. Il grisù mescolato con l’aria in determinate proporsioni (5-15%) diventa una miscela esplosiva e basta una fiamma o addiruttura una scintilla per farla esplodere.Quando questa miscela brucia, si ha un aumento di temperatura fino a 2000°C; la pressione aumenta e la massa gassosa tende a dilatare fino a 7 volte il proprio volume. Si origina così nelle gallerie una corrente d’aria caldissima, che si sposta con grande velocità (fino a 200 metri al secondo) comunicando l’accensione al grisù che eventualmente si trova negli altri vuoti, anche lontani rispetto al punto in cui ha avuto inizio la combustione. Si produce una vera e propria esplosione, i cui effetti possono essere disastrosi: rovesciamento delle armature, crolli ecc. Gli uomini presenti in miniera muoiono per asfissia oppure perchè lanciati violentemente contro le pareti delle gallerie o bruciati dalle vampate di gas ad alta temperatura o avvelenati per presenza di ossido di carbonio.

Di questa tragedia le generazioni giovani – me compresa – non sanno niente.

La Montecatini gli diede dei soldi, il processo fini’ con l’assoluzione di tutti, e il disastro catalogato come “mera fatalita’”.

Un altro ramo di storia italiana incrociata lungo questo percorso petrolifero di cui vorrei sapere di piu, ma chissa se ne avro’ tempo.

E’ ora di andare al lavoro.

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Questa combinazione del metano e del carbone a Ribolla non e’ di importanza secondaria – la roccia infatti presente a Ribolla e’ caratterizzata da carbone poroso, e dentro questi pori c’e’ del gas metano.

Proprio come il gas di scisti, solo che invece che essere scisti e’ carbone.
Lo shale – scisti in italiano – e’ una roccia metamorfica che tende a sfagliarsi in piani paralleli, e che si e’ creata nel corso di milioni di anni da argilla sottoposta ad alta pressione – altri possibili “ingredienti” sono quarzo e calcite.

A volte, come sappiamo bene, durante il processo di compattazione dell’argilla puo’ essersi intrappolato nella roccia del gas metano.

E adesso c’e’ la corsa ad accaparrarsi quel gas, con il fracking.
Trituro la roccia per prendere il gas.

Similmente il coal bed methane si e’ intrappolato nel carbone durante il processo di carbonizzazione – la creazione del carbone da materiale organico di origine vegetale. Anche questo dura milioni di anni.

Shale gas is one of a number of unconventional sources of natural gas; other unconventional sources of natural gas include coalbed methane, tight sandstones, and methane hydrates.

shale – scisti

carbone


 

E dunque le tecniche per estrarre il metano dal carbone, piu’ o meno, sono le stesse che per lo scisti: fracking, triturare la roccia, in questo caso il carbone, microterremoti, monnezza di scarto.

Anzi, indagando viene fuori che questo Coal Bed Methane e’ considerato il “fratello cattivo” del fracking “normale” – the evil twin of shale gas, perche’ i giacimenti sono piu’ vicini alla superficie, a circa 1000 metri al massimo, e dunque e’ piu’ facile inquinare le falde acquifere. L’unica cosa buona e’ che non c’e’ idrogeno solforato in questo Coal Bed Methane, ma questa e’ ben magra consolazione.

Se ricordiamo i terremoti dell’Inghilterra, a Blackpool, quelli collegati al fracking, viene fuori che erano proprio dovuti alle estrazioni di Coal Bed Methane – abbreviato in CBM:


Back in May, Cuadrilla Resources made its first UK application of fracking to use Coal Bed Methane (CBM) technology to extract shale gas near Blackpool. CBM involves drilling into coal seams at depths of around 4,000 feet removing the water which unlocks trapped methane, a controversial technology in the US, because it involves hydraulic fracturing, ( fracking) pumping water and chemicals into seams at high pressures to help with extraction by fracturing formations.

This is believed to carry serious environmental risks such as contaminating ground water and bringing hazardous waste to the surface. The process is banned in France and being reviewed by the German and UK Governments.

In Maggio la Cuadrilla Resources ha fatto la sua prima applicazione di fracking per usare tecnologia Coal Bed Methane (CBM) per estrarre gas di scisti vicino a Blackpool. CBM implica il trivellare dentro falde di carbone attorno a 4,000 piedi (circa 1,200 metri) di profondita’, il rimuovere l’acqua che sprigiona il metano intrappolato. E’ una tecnica controversa negli USA perche implica il fracking, il pompaggio di acqua e sostanze chimiche ad alta pressione per aiutare l’estrazione con il trituramento delle formazioni rocciose.

Questo e’ considerato aere gravi conseguenze ambientali, come ad esempio la contaminazione dell’acqua di falda, e il portare in superficie immondizia tossica. Il processo e’ stato bananto in Francia ed e’ sotto esame in Germania ed in the UK.

Ed ecco che tutto torna: lo stesso metano incastrato nel carbone che ha fatto morire le persone nel 1954, e’ adesso visto come una sorgente di energia “estrema”, da sfruttare al meglio.

Trituriamo il carbone, e prendiamoci il metano.

Ma siamo sicuri che proprio questo e’ quello che la Independent Resources vuole fare a Ribolla?

Estrarre questo Coal Bed Methane?
Vado su Google.

Digito le parole giuste.

La mia barra va in tilt.

Dozzine e dozzine di siti agli investitori con proprio questo: Ribolla Coal Bed Methane.

Mi imbatto in questo comunicato, addirittura del 2006:

Independent Resources plc

Key step for Italy’s first coal bed methane project

Independent Resources plc, (‘IRG’ or ‘the Company’) the AIM-quoted natural gas storage and exploration company, is pleased to announce it has commenced drilling a stratigraphic borehole to obtain detailed geological information on Italy’s first coal bed methane project.

The well is expected to provide data for the appraisal of the methane resources which are known to lie in the Fiume Bruna coal basin north of the town of Grosseto in central Italy.

The planned project is based on producing gas from a six metre thick coal seam. Past mining of the coal was limited to shallow depths, and was ultimately halted due to the generation of abundant methane in the deeper shafts.

IRG Technical Director Roberto Bencini said: ‘While the production of coal bed methane is now well-established in North America and elsewhere, this will be the first well associated with coal bed methane in Italy. It will be valuable for planning our next steps in appraising the commercial potential of the Fiume Bruna licence.’

Drilling is expected to take around two weeks, with results due over the following months. The coal is expected at a depth of around 330 metres.

Piu’ chiaro di cosi si muore.

Cioe’ la Independent Resources, proprietaria della ditta che vuole eseguire il sito di stoccaggio Rivara, gia’ nel 2006 annunciava che stava per eseguire il primo progetto di estrazione di metano da uno strato di carbone in Italia, tecnica che si fa usando il fracking.

Nel sito di cui sopra dicono che invece il fracking e’ stato fatto nel 2009. Non so se siano due fraccaggi diversi, ad ogni modo 2006 o 2009 che sia, sono loro stessi che parlano di fracking.

Ma poi chi e’ Roberto Bencini?

Indaghiamo anche su di lui, ed ecco qui the smoking gun.

Roberto Bencini – direttamente dalla presentazione agli investitori del 2010:

Notare le parole CBM – Coal Bed Methane, uncoventional gas, mutlistage stimulation, shale gas.

Tutte cose che significano fracking.

L’ultima foto e’ il frac job, a Ribolla, Grosseto, Italia.

Non si puo’ scappare.

La Independent Resources ha postato una foto del frac job a Ribolla, approvata dall’UNMIG.

Magicamente da queste foto ricompare il proppant – che altro non e’ se non un materiale che serve a tenere aperta la roccia fratturata artificialmente durante il fracking.

Da Wikipedia:

A proppant is a material that will keep a induced hydraulic fracture open, during or following a fracturing treatment, while the fracking fluid itself varies in composition depending on the type of fracturing used, and can be gel, foam or slickwater-based.

Un proppante e’ un materiale che mantiene aperta una frattura indotta idraulicamente, durante o dopo un trattamento di fratturamento, mentre il fluido fratturante varia in composizione a seconda del tipo di frattturamento usato, e puo’ essere a base di gel, schiuma o oleoso.


Hanno trovato il carbone e il gas a circa 300 metri di profondita’. Sicuramente la storia continua. Ma per ora ci fermiamo qui. Pare che la Independent Resources stia cercando un partner per fare questo fracking in modo produttivo, dopo le prove degli anni scorsi e stannno facendo quello che si dice “farm out”, cioe’ trovare qualcuno piu’ esperto di loro per farlo e con cui dividere i profitti.

Che dire?

Ci sono le foto.

Questo non significa che il fracking del 2006 o del 2009 ha causato il terremoto in Emilia, ma si aprono un sacco – un sacco di domande.

Questi signori della Independent Resources in questi giorni non hanno detto nemmeno una parola sul fracking.

Avevano la coda di paglia?

Esattamente cosa hanno fatto a Rivara finora?

Cosa sono i botti che la gente continua a dire di avere sentito?

Puo’ essere che facessero delle prove di fracking anche li?

E’ ancora cosi’ fantascienza questa ipotesi, visto che hanno gia’ fatto loro stessi fracking a Grosseto, visto che vogliono offrire un pacchetto completo – dalle trivelle allo stoccaggio alla commercializzazione – e visto che in zona ci sono molti pozzi dismessi, che forse potrebbero essere fraccati per offrire ancora altre gocce di gas?

Ci si puo’ fidare di loro?

Dove altro hanno fatto fracking?

La sperimentazione del 2006 come e’ andata a finire?

Lo stanno facendo adesso in altre parti d’Italia?

E’ una coincidenza che *la stessa ditta* che vuole fare stoccaggio in Emilia e’ la stessa che fa fracking a Grosseto?

Lo sanno a Grosseto, che hanno la potenzialita’ di avere in casa il fratello cattivo del fracking?

Perche’ il nostro governo gli ha dato le licenze senza dire niente alla gente?

Lo sapevano i nostri ministri loro cosa era il fracking, il coal bed methane, il proppante mentre gli dicevano si?

Quando ci decidiamo a regolamentare le estrazioni di gas con il fracking in Italia?

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Tutto questo e’ gravissimo, io credo.

E’ dal giorno 20 maggio che si parla di fracking in Italia.

Tutti i nostri governanti a dire no.

Beh, un caso almeno e’ qui.

La destra non sa cosa fa la sinistra.

Che strano paese.

Di nuovo, sono un semplice blogger con la laurea in fisica. Se ci sono errori, e’ tutto stato scritto in buona fede, ma vi assicuro che c’e’ dietro del lavoro immane.

 

 

 

 

 

Il suolo in Emilia dopo il terremoto

 

 

 

 

 

Clamoroso: "Il nostro fracking causa terremoti"

Quindi abbiamo la certezza: il fracking può causare terremoti. E' il caso di pensare bene se praticare una simile attività anche in Italia, con buona pace di chi invoca "le nuove tecnologie estrattive" come panacea per i problemi energetici del Belpaese.

Fonte web

seismograph.jpgPolemiche negli States, questa settimana, per il terremoto record di magnitudo 5,6 che ha scosso l'Oklahoma, ultimo di una serie di fenomeni analoghi in una zona che è considerata da sempre geologicamente tranquilla. Il Los Angeles Times ha posto sul tavolo la questione del fracking, estrazione di gas di scisti, come causa potenziale, seguito da molti altri giornali del Paese.

Anche l'Oklahoma Geological Survey ha studiato uno sciame sismico nella zona di Garvin, a gennaio scorso, concludendo che:

La forte correlazione nel tempo e nello spazio, così come la ragionevole coincidenza con il modello fisico suggeriscono che ci sia una possibilità che questi terremoti siano causati dall'hydraulic fracturing.

Non c'è voluto molto perché gli esperti si affrettassero a smentire, sostenendo che il terremoto dell'Oklahoma è stato troppo forte perché la responsabilità fosse del fracking. Insomma, il solito balletto di "fa male-non fa male", con rimpalli tra esperti come accade spesso per attività pericolose ma redditizie.

Stavolta, però, subentra la variabile impazzita: ovvero, una compagnia petrolifera che si occupa di fracking e che ammette nero su bianco che le sue trivellazioni causano terremoti, come da titolone su Business Insider. Il comunicato della Cuadrilla Resources dice infatti:

L'attività di fracturing del pozzo Cuadrilla's Preese Hall-1 ha scatenato un certo numero di eventi sismici minori. Gli eventi sismici sono stati causati da un'inusuale geologia al sito del pozzo combinata con la pressione esercitata dalle iniezioni d'acqua previste dalle operazioni.

Quindi abbiamo la certezza: il fracking può causare terremoti. E' il caso di pensare bene se praticare una simile attività anche in Italia, con buona pace di chi invoca "le nuove tecnologie estrattive" come panacea per i problemi energetici del Belpaese.

 

 

 

 

 

APPROFONDIMENTO

 

Terremoto in Emilia e pozzi petroliferi: relazioni?

 

Perchè un'area scarsamente sismica improvvisamente diventa un'enorme "pedana vibrante"? Come è possibile che in una Nazione a forte rischio sismico, con un'esperienza di terremoti devastanti come la nostra, un'area come la pianura Padana possa "sfuggire" alle mappe di rischio? Può la struttura geologica di quell'area mutare il suo indice di pericolosità così rapidamente? Sono domande che un pò tutti ci facciamo, e che offrono lo spunto per cercare di approfondire un tema piuttosto oscuro e poco indagato (anzi, per niente) dai media mainstream: la relazione tra gli scavi nel sottosuolo per la ricerca di combustibili fossili ed i terremoti. Maria Rita D'Orsogna col suo blog offre degli interessantissimi dati, informazioni e spunti di riflessione su questo controverso tema.