GIOVANI E VANGELO

TRA ANELLI DELLA CASTITÀ

E SENTINELLE DEL MATTINO

(A cura di Claudio Prandini)

 

 

Questa settimana ci occupiamo del rapporto giovani e Vangelo e  lo facciamo attraverso due esperienze alquanto nuove. La prima arriva dal mondo protestante americano mentre la seconda arriva dal mondo cattolico italiano. Anche se le radici sono diverse si può cogliere però un'unica preoccupazione: salvare i giovani dal paganesimo risorgente (comprese le malattie che si trasmettono per via sessuale) e farli protagonisti di una nuova evangelizzazione. Non daremo valutazioni al riguardo, non ne abbiamo il diritto, ma ci limiteremo soltanto ad una presentazione del fenomeno... ognuno poi darà il suo giudizio in merito!

 

 

 

PRIMA PARTE

 

 

 

 

Arriva il Silver-ring, l'anello

dei teenagers che vivono la castità

Anche in Italia questa singolare proposta di un

pastore protestante, con qualche perplessità

 

 

 

Ragazze americane con il Silver Ring

 

Fonte web

Arrivare casti al matrimonio, immuni da malattie e da sentimenti annacquati? La risposta arriva dagli Stati Uniti, dove l’astinenza sessuale viene offerta a buon mercato dalla Silver Ring Thing, un’organizzazione legata alla destra religiosa neocristiana, sostenuta negli ultimi anni con centinaia di milioni di dollari dell’amministrazione Bush. Il suo fondatore, l’ex pastore evangelico Denny Pattyn,  dal 2002 sta incontrando migliaia di adolescenti dagli 11 ai 16 anni, sparsi in tutto il Paese. Il messaggio lanciato durante vere e proprie convention con tanto di musica, spettacolo e scenografie ad effetto è sempre lo stesso: il sesso è stupendo, ma solo all’interno del matrimonio. Gli ideali senza dubbio hanno il loro peso, anche se alla base dell’invito del Silver Ring c’è soprattutto la minaccia delle malattie e di gravidanze precoci. Profilattici e contraccettivi sono visti come fumo negli occhi perché, spiega Denny Pattyn, “nonostante negli ultimi 30 anni il governo degli Stati Uniti abbia investito 5 miliardi di dollari in campagne a favore del preservativo, oggi sono 65 milioni gli americani che hanno malattie sessuali”.

Un bilancio inaccettabile che richiede misure univoche e radicali. Con queste premesse, i ragazzini che partecipano alle adunate di Denny non hanno scelta e al termine degli show giurano in massa di rimanere casti. A testimoniarlo, un anello d’argento (quello che dà il nome all’organizzazione) che dovrà essere esibito con fierezza per poi essere donato al proprio marito o moglie a tempo opportuno. Tuttavia secondo alcuni studi, sono pochi i ragazzi che riescono a mantenere la promessa.

La castità militante dei Silver Ring continua comunque a fare proseliti e sta diventando anche un business: per partecipare agli incontri si pagano 5 dollari, l’anello d’argento ne costa 15 e il merchandising viene incontro a tutti i gusti e tasche. E per chi volesse aderire al programma dall’estero? Lo abbiamo chiesto a Jason Burtt, direttore generale della Silver Ring, che in poco più di un’ora ha risposto alla nostra e-mail: “Non siamo presenti in Italia, ma puoi comprare il  programma SRT 434 per piccoli gruppi”. Occasione da non perdere: 59,95 dollari tutto compreso per ricevere videocassette, materiale informativo, vademecum sull’astinenza. E poi, lui: l’anello d’argento, un marchio e una garanzia. e chi cerca una ragione più profonda? Non ha alternative: meglio rivolgersi altrove.

 

 

Reverendo Denny Pattyn

"Dentro ogni giovane - ha spiegato il Reverendo Denny Pattyn in una intervista - c'è un'anima. E quell'anima, quando sente il messaggio di Dio, risponde. Potrebbe suonare come una pazzia, ma vedo che succede tutte le volte".

 

 

 

 

 

IL CASO INGLESE DI LYDIA PLAYFOOT

LA SCUOLA NON VUOLE PROMESSE DI CASTITÀ

Fonte web

Le impediscono di indossare un anello di castità e lei non ci sta. La singolare storia arriva dalla Gran Bretagna, non lontano da Londra. Una 16enne, Lydia Playfoot, allieva della scuola Millais a Horsham, indossa l'anello per testimoniare il suo impegno all'astinenza sessuale fino al matrimonio. Ma la scuola le vieta il severo accessorio in stile medievale e lei e fa ricorso presso l'Alta corte britannica.
La ragazza da tre anni ha due grandi obiettivi: giungere illibata al matrimonio e infliggere una dura lezione al suo ex liceo, che l'ha espulsa per essersi rifiutata di togliere dal dito "l'anello di castità". Non una

La 16enne, Lydia Playfoot in primo piano che mostra l'anello della castità

Lydia Playfoot in primo piano

cintura come nel medioevo, ma più semplicemente un anello che marca in maniera inequivocabile la ferma volontà di giungere vergine al matrimonio. Sul sottile anellino di argento sono iscritti i versi del Nuovo testamento che esortano i cristiani a evitare la dissolutezza.

"La scuola ha chiesto alla signorina Playfoot di non indossarlo, perchè contraria al regolamento scolastico, anche se le allieve musulmane possono indossare il velo e i compagni sikh i loro braccialetti colorati", ha attaccato il padre della ragazza, Philip. La battaglia della sua famiglia prosegue da tre anni contro le normative della scuola, ha ricordato. "Lydia rappresenta in molti modi un microcosmo di qualcosa di più grande che sta accadendo nella nostra cultura, in Gran Bretagna, dove le posizioni dei cristiani e i valori sono messi in secondo piano", ha spiegato. "Praticamente ti viene detto: puoi credere in ciò che vuoi, ma non devi interferire nella sfera pubblica", ha concluso il papà della ragazza.

"L'anello di verginità" è al centro di un programma denominato "Silver Ring Thing", nato in Arizona, negli Stati Uniti, a metà anni '90 per opera di un pastore evangelico che voleva così contrastare l'elevato numero di gravidanze tra le adolescenti. Il programma è arrivato negli ultimi anni anche nel Regno Unito. Secondo l'organizzazione che lo promuove, 25.000 giovani nel mondo lo indosserebbero come segno della propria determinazione all'astinenza sessuale fino al matrimonio. I genitori di Lydia Playfoot fanno parte del gruppo di volontari che si occupa del movimento "Silver Ring" nel Regno Unito.

L'organizzazione vende anelli d'argento, al prezzo di 10 sterline (15 euro), a coloro che vogliono impegnarsi nella astinenza sessuale e magliette con la scritta "Sto aspettando" o "Pericolo: il sesso cambia tutto". Pattyn, che è un sacerdote ma non indossa il collarino da prete, sottolinea che lo spettacolo che il suo gruppo porta in piazza è giovane e divertente. Oltre 20.000 giovani americani hanno detto di essere stati impressionati e hanno sottoscritto l'impegno.


 

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SECONDA PARTE

 

 

 

 

LA STORIA DELLE SENTINELLE DEL MATTINO
Gli inizi e le attività organizzate

 dalle Sentinelle fino al giugno 2003:

 

 

 

 

 

Fonte web

 

1. Il primo corso di animazione di strada nel 1998

Nel novembre 1998, organizzato dal gruppo della casa del CPG, fu proposto al mondo giovanile veronese un “corso di animatori di strada” con il significativo sottotitolo di: “una pastorale rivolta a tutti i giovani”. Con quel “tutti” si tentò allora di aprire una nuova via sperimentale di pastorale giovanile, non tanto per la preoccupazione del calo del numero dei giovani impegnati nelle parrocchie (fenomeno che si manifesterà appieno in questi ultimi anni), quanto per l’aver individuato il profilarsi di una nuova figura educativa che, soprattutto in campo laico, cominciava allora a prendere piede. Si trattava, cioè, di formare i cosiddetti “animatori” di strada: persone, cioè, che all’interno delle parrocchie riscoprivano un nuovo ruolo educativo in un nuovo ambiente, abbastanza insolito per le comunità cristiane: la strada.

Alla parte “teorica” seguì una parte pratica: i numerosi partecipanti al corso (prevalentemente animatori adolescenti, giovani in cerca di un nuovo impegno in parrocchia) furono invitati a contattare alcune realtà per inventare sul campo un tentativo di approccio verso i ragazzi di strada. I più si limitarono a qualche timido tentativo di contatto in qualche locale (dopo aver preso nota degli “spostamenti”, si limitarono a relazionare l’esperienza senza un vero e proprio incontro), ma qualche gruppetto ebbe il buon esito di costruire qualche relazione significativa con alcune compagnie di strada, persino organizzando con loro un recital.

Ciò che il corso mise in luce fu:

L’effetto del corso, comunque fu quello di aver scoraggiato i più. L’anno successivo il corso fu riproposto e gli iscritti furono tali che il corso fu cancellato (un solo iscritto). Il corso ebbe però il merito di aver aperto una nuova via e qualche giovane maturò in quell’occasione il desiderio di lavorare più stabilmente in Diocesi in questo settore.

2. Un convegno CEI sui giovani e la notte a Verona nel 1999

Successivamente, nella primavera del 1999, a Verona, presso l’istituto Mater Ecclesiae di Parona, la CEI ospitò un convegno nazionale di pastorale giovanile su “I giovani e la notte”, con numerossime presenze provenienti da tutta l’Italia. Fu un vero e proprio laboratorio con la presenza di DJ, gestori di discoteche, operatori di strada, incaricati di pastorale giovanile e religiosi attivi nel campo dell’evangelizzazione. Il convegno culminò con una veglia a S. Luca, al termine della quale tutti furono invitati a passare una notte in diverse discoteche della provincia per un’esperienza di evangelizzazione sul campo.

Soprattutto il significato della notte per la spiritualità e la pastorale delle nostre comunità fu messo in risalto da quel convegno, che ebbe vasta eco sulla stampa nazionale. Verona si ritrovava, così, al crocevia di una nuova sfida per la pastorale giovanile.

3. La nascita della commissione “evangelizzazione” nel CPG

Nel frattempo la commissione “evangelizzazione e catechesi” del CPG si propose di verificare quante parrocchie effettivamente usassero i sussidi per i gruppi giovanili che ogni anno il CPG preparava con notevole dispendio di energie anche economiche. Fu distribuito un questionario a tutti i vicariati e alle parrocchie per conoscere l’esistenza o meno di gruppi giovani, da chi fossero animati, per quale età e quali sussidi usassero. Dopo diversi mesi di lavoro in tal senso, ci si rese conto che la situazione in Diocesi si era di molto modificata rispetto agli anni ’80: la maggior parte delle parrocchie non aveva più un gruppo giovani e i pochi rimasti non utilizzavano sussidi diocesani. La commissione, dopo aver sentito il gruppo della casa e il direttore, deliberò così di trasformarsi in “Commissione per l’evangelizzazione”, con lo scopo di aprire un nuovo filone di impegno pastorale nel campo dell’evangelizzazione di strada.

4. Il secondo corso di evangelizzazione nel 2001

È in quest’ottica che l’anno successivo il CPG si decise di riproporre un corso di pastorale di strada, riveduto e corretto nei relatori e nei contenuti. Il taglio fu dato alla vera e propria “evangelizzazione”, distinguendola da un intervento di animazione di strada. Mentre quest’ultima si rivolge prevalentemente a gruppi informali di giovani e adolescenti, l’evangelizzazione mira ad un incontro con un singolo giovane, per un ascolto della sua situazione e un annuncio di fede, come proposta di incontro con Dio.

Il primo corso di evangelizzazione fu quindi organizzato dall’ottobre 2001 al marzo 2002 come momento di formazione alla missione di strada e alla testimonianza nei normali ambienti di vita. La parte teorica fu affidata a diversi relatori (tra cui alcuni docenti dello Studio Teologico) e la sperimentazione pratica fu organizzata all’interno di un territorio di tre parrocchie.

Benché sia risultato molto più difficile del previsto lavorare assieme a dei giovani non formati al corso, nelle parrocchie ospitanti, l’esperienza della strada fu molto positiva per i giovani che parteciparono alla parte pratica. Si sperimentò l’annuncio in bar, pubs, davanti ai cinema, nelle piazze e nel centro città.

A partire da questo corso la commissione si arricchì di nuove forze e di nuovi giovani, formati dal corso e dall’esperienza in strada.

5. Il convegno CEI sulla pastorale di strada a Livorno

Nel dicembre 2001 a Calambrone (Livorno), la pastorale giovanile nazionale organizzò con l’Ispettoria Salesiana un riuscito convegno sull’animazione di strada che diede ai vari incaricati diocesani della pastorale giovanile la possibilità di uno proficuo scambio su questa nuova sfida, ormai imprescindibile. Durante il corso furono presentati vari modelli di animazione e di evangelizzazione di strada. Il convegno preparò così la strada ad aggiungere ai tradizionali “forum” della pastorale giovanile, anche quello dell’animazione di strada. A Palermo, qualche mese dopo, tutti gli operatori di pastorale giovanile d’Italia furono chiamati a confrontarsi su questo tema durante l’annuale convegno organizzato dalla CEI.

A Verona il corso fu ulteriormente rivisto in alcuni contenuti e nel metodo, al fine di ricentrare la proposta sul primo annuncio ai lontani, evitando ogni sospetto di apologetica o, peggio, di proselitismo. La preparazione all’annuncio ai lontani viene così a configurarsi come una riuscita modalità di formazione per i giovani, che mira innanzitutto a far riscoprire ai nostri giovani la bellezza della loro fede e alla conseguente testimonianza. Prima ancora che per gli “altri”, il corso aiuta le parrocchie a ritrovare il giusto senso missionario e invita i giovani a diventare annunciatori con il loro stile di vita e con la loro semplicità di annuncio.

6. Il primo campo di evangelizzazione a Riccione nel 2002

Nell’agosto 2002 a Riccione il CPG ha sperimentato per la prima volta un “campo di evangelizzazione” con una ventina di giovani provenienti da diverse parrocchie. Alternando formazione, preghiera ed evangelizzazione, il campo ha permesso di vivere una settimana di preparazione e di formazione intensa sui motivi, i metodi e le finalità della pastorale di strada. I momenti più significativi del campo sono stati: un ritiro il giovedì a Gamogna (eremo sull’Appennino fiorentino) e le due successive sere del venerdì e del sabato dove, rispettivamente, è stata organizzata una chiesa aperta di notte (dalle 22 alle 7) e un concerto di evangelizzazione. Entrambe le notti sono stati momenti di grazia, arricchiti dal segno di numerose conversioni e confessioni. Il frutto più bello è stata la scoperta, per molti partecipanti al campo, di una chiamata personale all’evangelizzazione e a scelte di vita “forti”. Qualche giovane ha continuato da quel momento in poi ad andare in strada, ogni sabato, con i giovani di Nuovi Orizzonti presenti a Verona. Da gennaio a marzo 2003 si è tenuto a Riccione un corso di evangelizzazione organizzato dall’equipe di Verona, con la partecipazione dei preti del Vicariato e di circa 50 giovani.

7. I successivi corsi di evangelizzazione e la missione Sentinelle 2003

In occasione del Sinodo diocesano, sono state invitate in Diocesi tre comunità che si occupano di evangelizzazione di strada, ad essere presenti dal 23 al 30 marzo 2003 per aiutare i giovani di Verona a sentirsi incoraggiati a lanciarsi a fare esperienza di evangelizzazione per strade, piazze, scuole e nei luoghi di ritrovo dei giovani. Le comunità sono:  Jeunesse Lumière, Nuovi Orizzonti, Missionarie dell’Immacolata P. Kolbe.

Sono state inviate lettere a tutti i presidi delle scuole di Verona e Provincia della Diocesi per presentare l’iniziativa, il cui obiettivo era far convogliare i giovani di Verona verso alcune veglie e incontri, con la presenza di P. Daniel Ange e di Chiara Amirante, fondatori delle comunità invitate in Diocesi per marzo 2003. Il Comune di Verona e numerosissime scuole hanno aderito all’iniziativa.

Attraverso l’ufficio scuole della Curia sono state inviate lettere ai professori di religione delle scuole superiori per presentare l’iniziativa ed è stata convocata un assemblea straordinaria in data 8 ottobre 2002. L’assemblea ha portato molti frutti: ulteriori scuole si sono interessate e hanno richiesto la presenza di giovani delle diverse comunità per portare la loro testimonianze nelle classi. A tutti i vicariati della Diocesi è stata presentata la missione giovani come momento di ascolto del mondo giovanile in vista dei lavori del Sinodo. Quasi tutti i vicariati hanno ricevuto un rappresentante della commissione evangelizzazione di strada e da questi incontri sono partiti altri due corsi di evangelizzazione, oltre a quello diocesano, presso il CPG.

La missione ha permesso di incontrare quesi 6000 studenti delle scuole superiori e moltissimi giovani in numerosi momenti di evangelizzazione sulla strada (tra cui un indimenticabile momento nella piazza centrale di Verona con più di 250 missionari) e di evangelizzazione nei locali (discoteche del lago di Garda e della Bassa Veronese). Inoltre, è stata fatta evangelizzazione nell’Università statale (ulminata con una grande assemblea) e nelle parrocchie interessate, coinvolgendo anche parecchi giovani  e animatori dei rispettivi vicariati. Alle 2 veglie di evangelizzazione e al musical finale di Nuovi Orizzonti, erano presenti circa 2000 giovani (600 al musical, 1000 e 400 alle due veglie).
 

 

I RAGAZZI RACCONTANO....

 

 

 

Fonte web

Il nome di Gesù salva, guarisce, rialza...FA MIRACOLI!!!

la mia esperienza di ULNN di sabato scorso è stata a dir poco grandiosa...
la prima volta in strada,ma con una voglia senza limiti di annunciare Gesù...
Il tempo è volato via...
fuori c'era tanta gente...
giovani su giovani...
mi hanno colpito molti incontri fatti, molte parole ascoltate...
ma soprattutto mi ha colpito che essere in quella piazza era per me come se fossi in mare, in mare aperto...
e da "pescata" ,grazie allo SPIRITO che avevo dentro, mi sono sentita PESCATORE...
passavamo in coppia e fermavamo ragazzi, giovani...e tanti altri, la maggior parte, lasciavamo fuori dalla "rete"...
Gesù voleva incontrare proprio quelli che noi fermavamo...
qs cosa mi ha fatto riflettere tanto tanto...

Una chicca della serata?
le conferme avute...pur non ricercate...
quella piu' bella...?
3 ragazzi "pescati" in un gruppo di 14 hanno accettato l'invito ad entrare, noi non sapevamo che loro avevano deciso di entrare, ma dopo circa un'ora li rincontriamo e loro ci confessano che ci stavano cercando in piazza per raccontarci come avevano vissuto l'incontro con LUI...
ci hanno detto cose bellissime, ci hanno fatto leggere il bigliettino della PAROLA ( lo stesso x tutti!?)
e alla fine hanno voluto raccontarci la loro storia...
i tre erano 4mesi che uscivano nello stesso gruppo di amici, ma non si parlavano...avevano litigato!
L'incontro con Gesù ha donato alla loro amicizia una linfa nuova...
era buffo vederli continuare a ringraziarci
io mi so sentita a disagio sommersa da tutti quei grazie...
noi sapevamo benissimo che eravamo semplici strumenti di Dio,
che è Lui che parla ai cuori,
è Lui che fa in modo che non esista il caso nella nostra vita...
...del resto anche per noi era la prima esperienza in strada e siamo state fortunate ad incontrare quei ragazzi...
beh alla fine c siamo guardati in faccia e ci siamo detti: "raga' ringraziamo il Signore..e benediciamolo per gli incontri che continua a farci fare..."
Bello davvero...
che serata grandiosa Sabato!

 

 

Fonte web

Sabato sera a Milano c’eravamo anche noi !!! Per me era la seconda volta.
La prima volta era stata nel maggio del 2005, poi più niente per vari impedimenti, fino a sabato scorso.
In questi due anni ho vissuto il tempo dell’attesa, pur essendo sempre rimasto nel progetto sentinelle.
Nel luglio scorso ho partecipato alla missione di spiaggia a Bibione e, da marzo di quest’anno, ho ripreso a partecipare a ULNN, prima a Desenzano e poi a Milano.

Anche io concordo nel dire che sabato è stato una serata particolare di Grazia e soprattutto di Gioia.

Sono stato assegnato per la prima volta al ministero dell’accoglienza.
Se ci penso adesso mi sorprende constatare la naturalezza con cui ho vissuto questa compito, senza ansia, come una cosa normalissima.
Mi sentivo proprio “come un bambino in braccio a sua madre”.

Delle tante persone accolte, dei tanti volti, delle tante storie, mi sono rimasti impressi il primo e l’ultimo incontro.
Il primo è stato una coppia di giovani.
Lui simpatico e più alto di me, lei molto carina. Lui credente e lei no.
Mentre Paola accompagnava lui all’altare, io sono rimasto a parlare con lei alla porta della chiesa.
Felicemente fidanzata da sei anni, interessata all’edificio chiesa perché architetto, si è dichiarata molto soddisfatta della sua vita.
Ha detto di ritenere la Chiesa utile a chi è nel bisogno, e nella difficoltà, come appiglio, come qualcosa a cui aggrapparsi.
Io le ho detto che prima o poi qualcosa di storto capita a tutti, ma si vedeva che era un concetto lontano dalla sua realtà attuale.
Poi il suo lui è tornato. Cordiali nel parlare, cordiali nei saluti.

L’ultimo incontro è stato il più intenso, era un ateo convinto venuto ad accompagnare un suo amico, era entrato in chiesa quando già si stava per chiudere la porta.
Non so come mi ci sono ritrovato a parlare.
Lui che criticava la Chiesa e io che cercavo di portare il discorso su Gesù, sulla conoscenza di Gesù che è molto carente.
Poi mi ha chiesto “se ti portassero via tua moglie, se ti venisse a mancare qualcuno di caro, tu che cosa faresti ??” io gli ho risposto “potrebbe anche succedere visto che ho una figlia malata…, non lo so casa farei, penso però che non mi dispererei…”.
Questa mia confidenza ha aperto il suo cuore, ha avuto parole di apprezzamento nei miei confronti. Mi ha confidato di aver perso il padre da un anno di una morte improvvisa.
Mi ha detto di credere solo in se stesso.
Io gli ho risposto di continuare a credere in se stesso ma di pensare anche alla comunità altrimenti gli sarebbe mancato il confronto con altre persone.

Secondo me questi due incontri hanno in comune il concetto del “non aver bisogno di Dio”.

Dopo mi e venuto in mente cosa avrei potuto dire.
Anche chi apparentemente “non ha bisogno”, può aver parte con Gesù e la Chiesa, perché Lui ha chiamato tutti ad essere sui imitatori.
Se lo accogliamo nella nostra vita possiamo diventare come Lui, “strumenti di guarigione” degli animi.
Per gli altri e anche per noi stessi perché forte è il rischio che il “credere solo in se stessi” diventi simile al “pensare solo a se stessi”.
Gesù ha sempre stimolato la partecipazione attiva, i miracoli che ha compiuto alle persone li ha potuti attuare sempre per mezzo della fede di chi li riceveva.
Cercando di essere “strumenti di guarigione “ con Lui, la qualità della nostra vita si eleva a livelli che riusciamo appena a intuire.
Pur diventando di “solida roccia”, la nostra vita comincia a “vibrare”.

Al termine di ULNN, mentre ero all’altare per festeggiare, mi sono girato un attimo verso la porta della chiesa e ho visto rientrare l’ateo dell’ultimo incontro.
Ha osservato, è’ andato al tavolino, ha guardato i bigliettini con le immagini e ne ha presa uno…..

 

 

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