GIÙ LE MANI DAI BAMBINI

ALLARME PSICOFARMACI
Tra un mese il Ritalin
torna in Italia

(a cura di Claudio Prandini) 
 

 

"Giù le mani dai bambini"

 

“Il Ministero non offre adeguate garanzie, la medicalizzazione è alle porte”. Proseguono intanto gli screening psichiatrici nelle scuole senza l’autorizzazione di genitori. Ma dal Ministero di Pubblica Istruzione provengono notizie incoraggianti: il Ministro Fioroni ha dimostrato sensibilità al tema ed interverrà personalmente.

Oggi si è tenuto a Roma un seminario organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal Ministero per la Salute sul tema della somministrazione di psicofarmaci ai bambini, tema sempre più d’attualità in Italia, dove i minori a rischio di trattamento potrebbero potenzialmente superare quota 800.000, e dove si procederà presto all’attivazione del discusso registro per schedare i bimbi in terapia con psicofarmaci. Al seminario sono intervenuti i vertici delle più importanti autorità di controllo sanitario, nonché “Giù le Mani dai Bambini”®, prima e più visibile campagna indipendente di farmacovigilanza per l’età pediatrica in Italia. 

Il Portavoce Nazionale della Campagna, Luca Poma, ha dichiarato a margine del convegno: “è necessario informare la cittadinanza che, al di la dell’indubbia buona volontà dei funzionari dell’ISS, le precauzioni assunte dal Ministero per evitare abusi sono del tutto insufficienti: non si pone adeguatamente l’accento sui pericolosi effetti collaterali di questi psicofarmaci, non si promuove alcuna azione d’informazione ad ampio raggio di insegnanti e famiglie su queste delicate problematiche, non si garantisce un consenso realmente informato alle famiglie, non si citano con obiettività tutte quelle evidenze scientifiche che invitano alla prudenza nella somministrazione di molecole psicoattive ai minori. 

Non facciamo una battaglia di principio – ha aggiunto Poma – ma di merito: se pensano di risolvere con l’istituzione di un registro, pure utile, un problema così complesso, sbagliano. Dove sono le risorse aggiuntive per garantire alle famiglie la libertà di scelta terapeutica? In molte parti d’Italia si rischia di dire ai genitori: o lo psicofarmaco, oppure pagatevi di tasca vostra le terapie non farmacologiche”. Cresce inoltre la polemica per gli screening psichiatrici nelle scuole, svolti senza l’autorizzazione dei genitori. “E’ una chiara violazione delle norme di legge, ed è gravissimo - dichiara Poma – che si ignori totalmente la volontà della famiglia su temi così delicati. 

Facciamo appello alla sensibilità del Ministro Fioroni affinché faccia chiarezza con una circolare a tutte le scuole d’Italia”. Fonti accreditate all’interno del Ministero Pubblica Istruzione hanno dichiarato che il Ministro ha personalmente a cuore la questione, e sta valutando come intervenire, di concerto con le competenti Direzioni Generali del Ministero, per garantire che cessino questi abusi, riportando la normalità nelle scuole. “Ottimo per le intenzioni del Ministro Fioroni, gli italiani interessati da questi problemi confidano certamente nel Suo pronto intervento. Speriamo che anche la Sanità dia i cenni di concreta disponibilità che fino ad oggi sono mancati, abbiamo chiesto al Ministro Turco l’istituzione di un tavolo urgente sulla questione, a 30 giorni dalla reintroduzione del Ritalin in Italia siamo ancora in attesa di risposta”

 

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Dichiarazioni di specialisti

e di politici della Commissione

Parlamentare Infanzia

 

L’istituzione di questo Registro, senza le garanzie adeguate che meriterebbe, è una trappola: si rischia di trattare con Ritalin bimbi che non dovrebbero a monte neppure entrare in terapia. Il grande problema che sta venendo ignorato è quello del protocollo terapeutico, carente e fortemente orientato sulla soluzione farmacologica, con il risultato che le diagnosi rischiano di venir fatte a ‘maglie troppo larghe’ e le alternative al farmaco non valutate adeguatamente come meriterebbero. Un’idea buona come quella del registro per tenere sotto controllo le somministrazioni, rischia di essere uno specchietto per le allodole, se non ci si fa carico di determinare con maggiore serietà i criteri di presa in carico dei bambini”
(Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva)

“I questionari che vengono utilizzati per diagnosticare questi disagi dell’infanzia sono altamente soggettivi ed impressionistici. Le differenze d’esperienza, tolleranza e di stato emotivo dell'intervistatore e del bambino intervistato non vengono tenute in alcun conto, e nonostante questa vaghezza, e nonostante il fatto che le scale di valutazione utilizzate non soddisfino i criteri psicometrici di base, i sostenitori di questo approccio pretendono che questi questionari forniscano una diagnosi accurata, ma così non è, e non sarà la sola istituzione di un Registro che risolverà la questione".
(prof. William Carey, primario e professore di Pediatria Clinica dell’Università della Pensylvania, primario del reparto di Pediatria Comportamentale dell’Ospedale di Philadelphia, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze USA)

“Parlando di disturbi del comportamento, ed in particolare di sindromi quali ad esempio il deficit di attenzione e iperattività (ADHD), siamo più che altro di fronte ad una “moda” ed a diagnosi inconsistenti e vaghe. Queste diagnosi, così come vengono oggi semplicisticamente perfezionate, non si possono e non si devono fare, ed il Registro di per se servirà a poco, se non si rivedranno completamente tutti i protocolli: cambierà qualcosa se andremo ad iscrivere in un Registro bambini che a monte non sarebbero dovuti essere sottoposti a terapia a base di Ritalin?”
(Emilia Costa, titolare della 1° Cattedra di Psichiatria dell’Università di Roma La Sapienza )

“I medici sono chiamati ad una piena responsabilizzazione ed a tutelare davvero il diritto alla salute dei pazienti, specie se minorenni. Non si può pensare di risolvere tutto con l’apertura di un registro, e si può continuare a prescrivere psicofarmaci contestati ed a rischio di abuso: questo atteggiamento ormai, come dimostrano anche le cronache giornalistiche, è definitivamente sul banco degli imputati”
(prof. Claudio Ajmone, psicoterapeuta, membro dell’Associazione Europea di Psicoanalisi)

“Il Ministero per la Salute vuole creare una ‘rete di controllo’ sui bambini, che verranno inquadrati e schedati per questi presunti problemi comportamentali, e poi verranno sottoposti a terapie a base di psicofarmaci stimolanti. Poi compileremo la lista dei morti come negli Stati Uniti. Lo voglio dire chiaramente: il Ministero non sa quello che fa ed a cosa andrà incontro”.
(prof. Giorgio Antonucci, psicoanalista, già collaboratore di Franco Basaglia)

“Queste diagnosi vengono perfezionate indipendentemente dall’ambiente, quindi si attribuisce al bambino una sofferenza ‘sradicata’ dalle sue radici sociali, e questo è un grave errore. Inoltre la diagnosi – per come viene proposta - è decisamente pericolosa, perché la terapia a base di questi psicofarmaci genera preoccupanti effetti collaterali, senza considerare le implicazioni del dire con tale leggerezza ad un piccolo bambino di 7/8 anni ‘tu sei un malato di mente’”
(prof. Agostino Pirella, Ordinario di Storia della Psichiatria dell’Università di Torino)

“Guardate la realtà nella quale facciamo vivere i nostri figli: troppo spesso ci sono aspettative soffocanti e motivi di disagio che si riversano sui più deboli, e che noi adulti diamo per scontato. Perché nelle famiglie questi problemi non vengono affrontati? Non stupiamoci allora se poi i per bambini sorgono problemi, anche gravi”
(prof. Franco Blezza, Ordinario di Pedagogia Generale dell’Università di Chieti)

“Ho la netta sensazione che non ci si renda pienamente conto di cosa implica somministrare psicofarmaci stimolanti ad un bambino di 5 o 10 anni, del tipo di impatto sul suo metabolismo, sul sistema ormonale, sul suo sistema nervoso in via di sviluppo”
(Luigi Cancrini, psichiatra, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)

“Siamo molto preoccupati, e siamo contrari a questa medicalizzazione del disagio: come ha chiesto ‘Giù le Mani dai Bambini, è necessario aprire un dibattito immediatamente. Non ripetiamo gli errori degli Stati Uniti, che sono caduti vittima delle sconsiderate pressioni delle case farmaceutiche, le quali anche in Italia evidentemente sanno ‘sussurrare’ alle orecchie giuste. Il farmaco non può e non deve rappresentare una scorciatoia: è indubbio che nell’immediato alcuni psicofarmaci possano ottenere effetti positivi, ma a quale prezzo? Si agisce solo sui sintomi, ignorando completamente le cause profonde di questi disagi”
(Luana Zanella, parlamentare, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)

"Così i trasforma una generazione in piccoli ‘zombie’. In mancanza di patologie riscontrate scientificamente, i bambini vanno aiutati ed accompagnati nella loro crescita. Imbottirli di psicofarmaci li fa sentire solo dei malati quando non lo sono. In Parlamento alzeremo la voce e faremo ciò che è necessario per impedire questa follia".
(Laura Bianconi, parlamentare, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)       

"Se consideriamo che negli 82 centri dove verrà distribuito Ritalin ai bambini non mi risulta verranno messe a disposizione risorse aggiuntive rispetto a quelle esistenti, le famiglie verranno poste davanti a una scelta obbligata: o somministrare lo psicofarmaco ai propri figli, seppure in modalità controllata, oppure aggiustarsi da se, pagandosi le terapie alternative allo psicofarmaco, che pure potrebbero ottenere ottimi risultati senza esporre i bambini a rischi. Queste pastiglie hanno lo stesso profilo di rischio di eroina e cocaina e il governo inglese le ha recentemente classificato tra le 20 droghe più pericolose al mondo".  
(Francesco Caruso, parlamentare, Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati)

 

 

Rita Pavone ai tempi di Gianburrasca.

E se avessero dato anche a lei il "ritalin", cosa

ne sarebbe stato del vulcanico gianburrassca??

 

 

SALVIAMO GIAMBURRASCA

Psicofarmaci ai bambini italiani, è uno scandalo.
Ministro Turco, intervenga subito.

In cinque anni in Italia le prescrizioni sono aumentate del 280 per cento.

Negli Usa, la metà. E ora, addirittura, si aprono 82 Centri in tutta

Italia per somministrare psicofarmaci ai bambini iperattivi.
 

Roma, 17 novembre

“Psicofarmaci ai bambini italiani, è uno scandalo. Troppi e somministrati con troppa leggerezza. In cinque anni in Italia la prescrizione di psicofarmaci ai bambini è aumentata addirittura del 280 per cento. Negli Usa, dove i bambini in terapia sono più di undici milioni, l’aumento è stato del 150 per cento. Ministro Turco, intervenga subito”. E’ l’appello che hanno lanciato, in una conferenza stampa svolta ieri a Roma, Luca Poma portavoce di “Giù le Mani dai Bambini”, la più visibile campagna di farmacovigilanza in Italia, e Federico Bianchi di Castelbianco psicoterapeuta dell’età evolutiva. E con loro più di cento Associazioni e 230mila addetti ai lavori del settore della Salute rappresentati dal Comitato GiùleManidaiBambini.

"Ma gli scandali non finiscono qui - dice Luca Poma - si stanno aprendo in Italia, su tutto il Territorio 82 Centri per la somministrazione di psicofarmaci ai bambini “iperattivi”. E pensare che le Autorità di controllo sanitario  avevano garantito di istituire un solo Centro di eccellenza per regione in modo da prevenire gli abusi.  E il rosario degli scandali continua: l’Emea, l’Agenzia Europea per i farmaci, ha autorizzato la somministrazione del Prozac, la discussa e potente “pillola della felicità”, ai bambini già da otto anni dopo appena 4-6 sedute di psicoterapia senza risultati. Di scandalo, in scandalo: le scuole non hanno risorse per affrontare il problema dei “bambini-giamburrasca” e così si sono già registrati i primi casi di alunni allontanati da scuola. Intervenga anche il ministro Fioroni".

"Chi all’EMEA ha deciso ciò - dice Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e Direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma e membro del Comitato scientifico di “Giù le Mani dai Bambini” - è incompetente non solo nella conoscenza della psicoterapia ma soprattutto dei bambini. In quattro-sei settimane nessuno può dichiarare fallita una psicoterapia, che è una strada seria da percorrere. Ecco perché il ministro Turco deve subito intervenire per neutralizzare la corsa agli psicofarmaci e limitare i danni della decisione dell’EMEA. E il ministro Fioroni deve emettere una circolare affinché le scuole siano messe in condizione di gestire i “bambini-giamburrasca”.

Dietro ai numeri ci sono i bambini e le loro famiglie. E sono numeri grandi, drammatici. Sono 30mila i bambini italiani che già oggi assumono psicofarmaci secondo uno studio del “Mario Negri” pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica che sottolinea come si tratti della punta di un iceberg visto che il dato è fortemente sottostimato.

E se oggi sono 30mila i bambini italiani in terapia con psicofarmaci potrebbero presto diventare oltre 700mila e questo perché, secondo dati del Ministero della Salute, questo è il numero dei bambini che sarebbero affetti da disturbi psichici. "Se questo dato rispecchiasse la verità - aggiunge Luca Poma -, e non lo credo, vorrebbe dire che ogni cento bambini italiani nove sono candidati ad assumere psicofarmaci. E’ come dire che in ogni classe, dalla materna alle medie, almeno due bambini dovrebbero essere medicalizzati. Psicofarmaci “facili” per diagnosi troppo “disinvolte”.

"Le troppe prescrizioni di psicofarmaci ai bambini – dice Massimo Di Giannantonio, Ordinario di psichiatria all’Università di Chieti - sono dovute a diagnosi non corrette formulate da medici di medicina generale e da pediatri che non hanno il necessario bagaglio di informazioni per compiere un passo così importante come quello di somministrare uno psicofarmaco ad un bambino. Ma anche a diagnosi formulate da medici competenti come neuropsichiatri infantili e psichiatri adolescenziali, che ritengono che alla base del disturbo dei bambini ci sia un fattore biologico curabile quindi solo con i farmaci".

Molto importanti le prese di posizione di personalità del mondo sociale, sanitario e politico. Giovanni Pirone, Direttore Generale dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale ha detto in una nota che “i piccoli consumatori di oggi rischiano di diventare adulti farmaco-dipendenti. Va arrestato il materialismo sanitario incentrato su una soluzione farmacologica anche di problemi che attengono alla sfera psichica ed emozionale”.

Marina D’Amato, Presidente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, in una nota ha spiegato che “la Società di oggi dovrebbe prendere atto che il suo futuro è l’infanzia. Le trasformazioni della famiglia italiana incidono molto sulla vita dei bambini e degli adolescenti”.

In questa occasione, con una nota, tre personalità del mondo politico hanno assicurato il loro impegno istituzionale. L’onorevole Dorina Bianchi, vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera, ha proposto un piano di investimenti sociali sul Territorio insieme alle Regioni, di supporto ai giovani e l’implementazione dei consultori. La senatrice Paola Binetti, è una neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta dell’età infantile, ha assicurato un’interrogazione parlamentare “perché venga in ogni caso bloccata, non solo qualunque forma di abuso, ma anche qualunque somministrazione impropria che contrasti con lo sviluppo sereno del bambino”. La senatrice Anna Maria Serafini, Presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia ha annunciato che “questo sarà uno dei temi su cui lavorerò in Commissione e che metterò all’ordine del giorno. Porrò particolare attenzione a tutte le segnalazioni e denuncie finalizzate”.

L’APPELLO ALLA TURCO

"Abbiamo presentato ieri – dicono Luca Poma e Federico Bianchi di Castelbianco - una lettera aperta al Ministro della Salute con un vero e proprio "decalogo di buone prassi". Alcuni dei punti degni di maggior interesse di questo decalogo sono: l'attivazione di un tavolo presso il MInistero per approfondire il fenomeno delle prescrizioni indiscriminate di psicofarmaci ai bambini; lo psicofarmaco solo come ultimissima risorsa terapeutica, e quindi il rafforzamento concreto di tutte le strade alternative alla medicalizzazione; un' informazione alle famiglie davvero completa sui gravi rischi derivanti dalla somministrazione di psicofarmaci ai bambini ed adolescenti e, perchè no, il "black box", il riquadro nero sulle confezioni - come quello adottato per le sigarette - già adottato negli Stati Uniti con l'evidenza degli effetti collaterali più pericolosi".

GLI ITALIANI DICONO NO AGLI PSICOFARMACI AI BAMBINI

“Giù le Mani dai Bambini” ha svolto un sondaggio fra 1600 italiani dai 16 ai 65 anni di età chiedendo il loro parere sull’uso degli psicofarmaci ai bambini. Il 97 per cento ha detto “no” all’uso degli psicofarmaci per risolvere i disagi psichici dei minori. Il 97,1 per cento ha detto che le diagnosi fatte oggi con i questionari non sono affidabili.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

Ritalin® - BAMBINI & Psicofarmaci