Gloria era
clinicamente morta e sarebbe andata all'inferno, se dio non LE avesse concesso
una seconda possibilità, attraverso la preghiera di uno sconosciuto.
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(CON VIDEO TESTIMONIANZA)
La Signora Gloria Polo dopo l'esperienza
della morte e della misericordia di Gesù.
Testimonianza della Signora
Gloria Polo
La Misericordia di Dio si manifesta grazie alla intensa e
spontanea preghiera di un paesano sconosciuto di Gloria Polo.
La signora Gloria Polo, dentista a Bogotà
(Colombia), era a Lisbona e Fatima, l’ultima settimana di Febbraio 2007, per
dare la sua testimonianza. Sul suo sito internet: www.gloriapolo.com, appare un
estratto (in inglese) di un intervista che lei ha dato a Radio Maria in
Colombia. Noi ringraziamo il signor Ph. D. di aver voluto volentieri farci la
traduzione.
“Fratelli e sorelle, è meraviglioso per me condividere con voi in questo
istante, l’ineffabile grazia che mi ha dato Nostro Signore, ormai più di dieci
anni fa.
Mi trovavo all’Università Nazionale della Colombia a Bogotà (nel maggio 1995).
Con mio nipote, dentista come me, noi preparavamo una lezione.
Quel
venerdì pomeriggio, mio marito ci accompagnò perché noi dovevamo prendere dei
libri alla Facoltà. Pioveva molto e mio nipote ed io stessa, ci riparavamo sotto
un piccolo ombrello. Mio marito, coperto da un impermeabile si avvicinò alla
biblioteca del Campus. Mio nipote ed io lo seguivamo, ci siamo diretti verso
degli alberi per sfuggire agli scrosci d’acqua.
In quell’attimo siamo stati tutt’e due colpiti da un fulmine. Mio nipote è morto
sul colpo; era giovane e nonostante la sua giovane età, si era consacrato a
Nostro Signore; aveva una grande devozione per Gesù Bambino.
Portava ogni giorno la Sua Santa Immagine in un cristallo di quarzo sul suo
petto. Secondo l’autopsia il fulmine era passato per l’immagine; carbonizzò il
suo cuore e uscì sotto i suoi piedi.
Esteriormente non presentava alcuna traccia di bruciature.
Per quanto mi riguarda, il mio corpo fu bruciato in modo orribile, sia
all’interno che all’esterno. Questo corpo che voi ora avete davanti, risanato,
lo è per la grazia della misericordia divina. Il fulmine mi aveva carbonizzato,
io non avevo più i seni e praticamente tutta la mia carne e una parte delle mie
costole erano scomparse. Il fulmine è uscito dal mio piede destro dopo aver
bruciato quasi completamente il mio stomaco, il mio fegato, i miei reni e i miei
polmoni.
Io praticavo la contraccezione e portavo una spirale intra uterina in rame. Il
rame essendo un eccellente conduttore d’elettricità, carbonizzò le mie ovaie. Mi
trovai perciò con un arresto cardiaco, senza vita, il mio corpo aveva dei
soprassalti a causa dell’elettricità che aveva ancora.
Ma questo è solamente per quello che riguarda la parte fisica di me stessa
perché, quando la mia carne fu bruciata, nello stesso istante mi ritrovai in un
bellissimo tunnel di luce bianca, piena di gioia e di pace; nessuna parola può
descrivere la grandezza di quel momento di felicità. L’apoteosi dell’istante era
immensa.
Io mi sentivo felice e piena di gioia, perché non ero più soggetta alla legge di
gravità. Alla fine del tunnel, io vidi come un sole da dove proveniva una luce
straordinaria. Ve la descriverei come bianca per darvene una certa idea, ma in
realtà nessun colore di questa terra è paragonabile a questo splendore. Io ne
percepivo la sorgente di tutt’amore e pace.
Nel mentre che mi elevavo, realizzai che stavo morendo. In quell’istante ho
pensato ai miei figli e mi sono detta: “Oh, mio Dio, i miei figli, che
penseranno di me? La mamma molto attiva che ero stata, non ha mai avuto tempo da
dedicare a loro!” Mi era possibile vedere la mia vita quale era stata realmente
e questo mi rattristava.
Io lasciavo la casa ogni giorno per cambiare il mondo e non ero mai stata capace
di occuparmi dei miei figli.
In quell’istante di vuoto che provavo a causa dei miei figli io vidi qualcosa di
magnifico: il mio corpo non faceva più parte dello spazio e del tempo. In un
istante mi era possibile abbracciare con lo sguardo tutto il mondo: quello dei
vivi e quello dei morti.
Ho potuto sentire i miei nonni e i miei genitori defunti. Ho potuto stringere a
me tutto il mondo, era un bellissimo momento!
Capii allora di aver sbagliato credendo alla reincarnazione di cui mi ero fatta
avvocato.
Io avevo l’abitudine di “vedere” dappertutto mio nonno e mio bisnonno. Ma là
essi mi abbracciavano ed ero in mezzo a loro. Nel medesimo istante noi eravamo
vicini a tutte le persone che io avevo conosciuto nella mia vita.
Durante questi istanti così belli fuori dal mio corpo, io avevo perduto la
nozione del tempo. Il mio modo di vedere era cambiato: (sulla terra) io
distinguevo tra chi era grasso, chi era di altra razza o disgraziato, perché
avevo sempre dei pregiudizi.
Fuori del mio corpo io consideravo le persone interiormente (l’anima), . Com’è
bello vedere la gente interiormente (l’anima)!
Io potevo conoscere i loro pensieri e i loro sentimenti. Io li abbracciavo tutti
in un istante mentre continuavo a salire sempre più in alto e piena di gioia.
Capii allora che potevo godere di una vista magnifica, un lago di una bellezza
straordinaria.
Ma in quel momento, sentii la voce di mio marito che piangeva e mi chiamava
singhiozzando:”Gloria, ti prego, non andartene! Gloria svegliati! Non
abbandonare i ragazzi, Gloria” L’ho guardato e non solo l’ho visto ma ho sentito
il suo profondo dolore.
E il Signore mi ha permesso di tornare anche se non era mio desiderio. Io
provavo una si grande gioia, tanta pace e felicità! Ed ecco che discendo ormai
lentamente verso il mio corpo ove io giacevo senza vita. Esso era posto su una
barella, al centro medico del Campus.
Io potevo vedere i medici che mi facevano l’elettrochoc e tentavano di
rianimarmi dopo l’arresto cardiaco che avevo avuto. Noi siamo rimasti lì per due
ore e mezzo. Prima, questi dottori non ci potevano toccare perché i nostri corpi
erano ancora troppo conduttori di elettricità; dopo, quando poterono, si
sforzarono di richiamarci alla vita.
Io mi posai vicino alla testa e sentii come uno choc che mi entrò violentemente
all’interno del mio corpo. Questo fu doloroso perché questo faceva scintille da
tutte le parti. Io mi vidi incorporato a qualcosa di così stretto. Le mie carni
morte e bruciate mi facevano male. Esse sprigionavano fumo e vapore.
Ma la ferita più orribile era quella della mia vanità: Io ero una donna di
mondo, una dirigente, un’ intellettuale, una studiosa schiava del suo corpo,
della bellezza e della moda. Io facevo della ginnastica quattro ore al giorno,
per avere un corpo snello: massaggi terapie, diete di ogni genere, etc. Questa
era la mia vita, una routine che mi incatenava al culto della bellezza del
corpo. Io mi dicevo: “Ho dei bei seni, tanto vale mostrarli. Non c’è nessuna
ragione di nasconderli.”
Lo stesso per le mie gambe, perché io credevo di avere delle belle gambe e un
bel petto! Ma in un istante, avevo visto con orrore che avevo passato la mia
vita a prendere cura del mio corpo. L’amore per il mio corpo era divenuto il
centro della mia esistenza.
Ora, in questo momento, non avevo più corpo, niente petto, niente se non un
orribile buco. Il mio seno sinistro in particolare era sparito. Ma il peggio,
era che le mie gambe non erano che piaghe aperte senza carne, completamente
bruciate e carbonizzate.
Di là, mi trasportano all’ospedale ove mi dirigono d’urgenza alla sala
operatoria ove cominciano a raschiare e pulire le bruciature.
Quando ero sotto anestesia, ecco che esco di nuovo dal mio corpo e che vedo ciò
che i chirurghi sono in procinto di farmi.
Io ero preoccupata per le mie gambe.
Di colpo passai un momento orribile: tutta la mia vita, io non ero stata che una
cattolica di “regime”: Il mio rapporto con il Signore era la Santa Messa della
domenica, per non più di 25 minuti, là dove l’omelìa del sacerdote era più
breve, perché non ne potevo sopportare di più. Tale era la mia relazione con il
Signore. Tutte le correnti (di pensiero) del mondo m’avevano influenzato come
una banderuola.
Un giorno, quand’ero già Dentista professionista avevo sentito un prete
affermare che l’inferno come i diavoli, non esistevano. Ora questa era la sola
cosa che mi tratteneva per frequentare la Chiesa. Sentendo tale affermazione, io
mi dissi che saremo andati tutti in paradiso, indipendentemente da quello che
noi siamo e mi allontanai completamente dal Signore.
Le mie conversazioni divennero malsane perché non potevo più reprimere il
peccato. Io cominciai a dire a tutti che il diavolo non esisteva e che quella
era una invenzione dei preti, che c’era della manipolazione…
Quando uscivo con i miei colleghi dell’università, dicevo loro che Dio non
esisteva e che noi eravamo un prodotto dell’evoluzione. Ma in quell’istante, là,
nella sala operatoria, io ero veramente terrificata vedevo dei diavoli venire
verso di me perché io ero la loro preda. Dai muri della sala operatoria io vidi
spuntare molta gente.
All’inizio, sembravano normali, ma in seguito essi avevano dei visi pieni di
odio, detestabili. In quel momento, per una certa perspicacia che mi fu data,
capii che io appartavo a ciascuno di loro.
Io compresi che il peccato non era senza conseguenze e che la menzogna più
infame del demonio, era quella di far credere che egli non esisteva.
Io li vedevo tutti venire a cercarmi, immaginate il mio spavento! Il mio spirito
intellettuale e scientifico non mi era di nessun aiuto. Io volevo ritornare nel
mio corpo, ma quello non mi lasciava entrare. Io corsi allora verso l’esterno
della stanza, sperando di nascondermi da qualche parte tra i corridoi
dell’ospedale ma di fatto finii di saltare nel vuoto.
Io cadevo in un tunnel che mi aspirava verso il basso. All’inizio c’era della
luce e questo assomigliava a un alveare d’api. C’era moltissima gente. Ma presto
cominciai a discendere passando per dei tunnels completamente oscuri.
Non c’è alcun paragone tra l’oscurità di quel luogo e la più totale oscurità
della terra quando non potrebbe comparire la luce delle stelle. Questa oscurità
suscita sofferenza, orrore e vergogna. L’odore era pestilenziale.
Quando infine finii di discendere questi tunnels, io atterrai su una
piattaforma. Io che avevo l’abitudine di dichiarare che avevo una volontà
d’acciaio e che nulla era troppo per me… là, la mia volontà non serviva a
niente, io non riuscivo affatto a risalire.
A un certo punto, io vidi aprirsi al suolo come un gigantesco baratro e vidi un
immenso abisso senza fondo. La cosa più orribile di questo buco spalancato era
che vi si percepiva l’assenza assoluta dell’amore di Dio e questo, senza la
minima speranza.
Il precipizio mi aspirava ed io ero terrificata. Sapevo che se andavo là dentro,
la mia anima ne moriva. Io ero trascinata verso questo orrore, qualcuno m’aveva
preso per i piedi. Il mio corpo entrava ormai in questo buco e fu un momento di
estrema sofferenza e di spavento.
Il mio ateismo mi abbandonò e cominciai a gridare verso le anime del Purgatorio
per avere dell’aiuto.
Mentre urlavo, sentivo un dolore fortissimo perché mi fu dato di capire che
migliaia e migliaia di esseri umani si trovavano là, soprattutto dei giovani.
E’ con terrore che sento lo stridore di denti, grida orribili, e dei gemiti che
mi scuotevano nel più profondo del mio essere.
Mi sono stati necessari degli anni prima di rimettermi perché ogni volta che mi
ricordavo di questi istanti, piangevo pensando alle loro terribili sofferenze.
Compresi che è là che vanno le anime dei suicidi, che in un attimo di
disperazione, si ritrovano in mezzo a questi orrori. Ma il tormento più
indicibile, era l’assenza di Dio. Non si poteva percepire Dio.
In quei tormenti, mi sono messa a gridare:”Chi ha potuto commettere un errore
simile?
Io sono quasi una santa: non ho mai rubato, non ho mai ucciso, ho dato da
mangiare ai poveri, ho fatto cure dentarie gratuite a chi ne necessitava; che ci
faccio qui? Io andavo alla Messa la domenica… io non ho mai mancato alla messa
domenicale non più di cinque volte nella mia vita! Allora perché sono qui? Io
sono cattolica, vi prego, sono cattolica, fatemi uscire di qui!”
Mentre gridavo che ero cattolica scorsi un debole bagliore. E io vi posso
assicurare che in quel posto la più piccola luce era il più bello dei doni. Io
vidi dei gradini al di sopra del precipizio e ho riconosciuto mio padre,
deceduto cinque anni prima.
Molto vicina e quattro gradini più in alto, stava mia madre in preghiera,
illuminata di più dalla luce.
Il vederli, mi riempì di gioia e dissi loro: ”Papà, Mamma, fatemi uscire! Vi
supplico, fatemi uscire!
Quando si chinarono verso l’abisso. Voi dovreste vedere il loro immenso
dispiacere.
Il quel posto, voi potete percepire i sentimenti degli altri e sentire le loro
pene. Mio padre si mise a piangere tenendo la testa tra le sue mani: ”Figlia
mia, figlia mia!” diceva. Mamma pregava e capii che essi non mi potevano far
uscire di là, la mia pena si accrebbe della loro perché essi condividevano la
mia.
Così, io mi misi a gridare di nuovo: “Vi supplico, fatemi uscire di qui! Io sono
cattolica! Chi ha potuto commettere un tale errore? Vi supplico, fatemi uscire
di qui!
Questa volta, una voce si fece sentire, una voce così dolce che fece tremare la
mia anima. Tutto allora fu inondato d’amore e di pace e tutte queste tetre
creature che mi circondavano scapparono perché esse non possono stare di fronte
all’Amore. Questa voce preziosa mi dice: ”Benissimo, poiché tu sei cattolica,
dimmi quali sono i comandamenti di Dio.”
Ecco una mossa sbagliata da parte mia. Sapevo che c'erano i dieci comandamenti,
punto e nient’altro. Che fare? Mamma mi parlava sempre del primo comandamento
d’amore: non avevo che da ripetere ciò che lei mi diceva. Pensai di improvvisare
e nascondere così la mia ignoranza degli altri (comandamenti). Io credevo di
potermela cavare, come sulla terra dove trovavo sempre una buona scusa; e mi
giustificai difendendomi per mascherare la mia ignoranza.
Dissi: “Amerai il Signore, tuo Dio al di sopra di tutto ed il prossimo come te
stesso”. Sentii allora: “Benissimo, li hai tu amati?” Io risposi. “Sì li ho
amati, li ho amati, li ho amati!”
E mi fu risposto: “No. Tu non hai amato il Signore tuo Dio al di sopra di tutto
e ancora meno il tuo prossimo come te stessa. Tu ti sei creata un dio che tu
adattavi alla tua vita e tu te ne servivi solamente nel caso di urgente bisogno.
Tu ti prosternavi davanti a lui quando eri povera, quando la tua famiglia era
umile e quando desideravi andare all’università. In quei momenti, tu pregavi
sovente e ti inginocchiavi per delle ore per supplicare il tuo dio di farti
uscire dalla miseria; perché ti accordasse il diploma che ti permetteva di
diventare qualcuno. Ogni volta che tu avevi bisogno di soldi tu recitavi il
rosario. Ecco la tua relazione con il Signore”.
Sì, devo riconoscere che prendevo il rosario e aspettavo del denaro in cambio,
tale era la mia relazione con il Signore.
Mi fu dato da vedere subito il diploma preso e la notorietà ottenuta, non ebbi
mai il minimo sentimento d’amore per il Signore. Essere riconoscente, no, mai!
Quando aprivo gli occhi al mattino, io non avevo mai un grazie per il giorno
nuovo che il Signore mi dava da vivere, non Lo ringraziavo mai per la mia
salute, per la vita dei miei figli, per tutto ciò che mi aveva donato. Era
l’ingratitudine più totale. Io non avevo compassione per i bisognosi.
In pratica, tu collocavi il Signore così in
basso che avevi più confidenza con i responsi di Mercurio e di Venere. Tu eri
accecata dall’Astrologia, proclamando che le stelle dirigevano la tua vita!
Tu vagabondavi verso tutte le dottrine del mondo, Tu credevi che saresti morta
per rinascere ancora! E tu hai dimenticato la misericordia. Tu ti sei
dimenticata che sei stata riscattata dal Sangue di Dio. Ora mi mette alla prova
con i dieci comandamenti. Ora mi dimostra che pretendevo di amare Dio ma che in
realtà, era satana che io amavo.
Così, un giorno, una donna era entrata nel mio studio dentistico per offrirmi i
suoi servizi di magia ed io le avevo detto: “Non ci credo, ma lasciate questo
portafortuna qui nel caso che funzioni”. Io avevo messo in un angolo, un ferro
da cavallo ed un cactus, tenuti per allontanare le energie cattive.
Come tutto questo era vergognoso! Questo fu un esame della mia vita a partire
dai dieci comandamenti. Mi fu mostrato quel che era stato il mio comportamento
faccia a faccia col mio prossimo. Mi fu fatto vedere come io pretendessi di
amare Dio mentre avevo l’abitudine di criticare tutti, di puntare il dito su
ciascuno, io la santissima Gloria! Mi si mostrò come ero invidiosa ed ingrata!
Io non avevo mai provato riconoscenza verso i miei genitori che mi avevano dato
il loro amore ed avevano fatto tanti sacrifici per educarmi e mandarmi
all’Università. Dall’ottenimento del diploma, essi divennero anche miei
inferiori; avevo anche vergogna di mia madre a causa della sua povertà, della
sua semplicità e della sua umiltà.
Per quanto concerne il mio comportamento come moglie,mi fu mostrato che mi
lamentavo sempre, dalla mattina alla sera. Se mio marito mi diceva:
“Buongiorno”, io replicavo: “Perché questo giorno sia buono quando fuori piove”.
Mi lamentavo anche continuamente dei miei figli: Mi fu mostrato che non avevo
mai amato né avuto compassione per i miei fratelli e sorelle della terra.
E il Signore mi dice: “Tu non hai mai avuto considerazione per i malati nella
loro solitudine, tu non hai mai tenuto loro compagnia. Tu non hai mai avuto
compassione degli orfani, di tutti questi bambini infelici”. Io avevo un cuore
di pietra dentro un guscio di noce. Su questa prova dei dieci comandamenti, io
non avevo una mezza risposta corretta.
Era terribile, devastante! Io ero completamente sconvolta. E mi dicevo: “Almeno
non mi potrà rimproverare di avere ucciso qualcuno! Per esempio, compravo delle
provviste per i bisognosi; questo non era per amore, piuttosto per apparire
generosa, e per il piacere che avevo di manipolare quelli che erano nel bisogno.
Dicevo loro: “Prendete queste provviste e andate al mio posto alla riunione dei
genitori e dei professori perché io non ho il tempo di parteciparvi”.
Inoltre, amavo essere circondata da persone che mi incensavano. Mi ero fatta una
certa immagine di me stessa.
Il tuo dio era il denaro, mi ha ancora detto. Tu sei stata condannata a causa
del denaro. E’ per questa ragione che sei sprofondata nell’abisso e che tu ti
sei allontanata dal Signore.
Noi eravamo stati effettivamente ricchi, ma alla fine eravamo diventati
insolvibili, senza un soldo e peni di debiti. Per tutta risposta, gridai: “ Che
denaro? Sulla terra, noi abbiamo lasciato un sacco di debiti!”
Quando venni ad un secondo comandamento, io vidi con tristezza che nella mia
infanzia, avevo presto capito che la menzogna era un eccellente mezzo per
evitare le severe punizioni di mamma.
Io cominciai mano nella mano con il padre della menzogna (satana) e divenni
bugiarda. I miei peccati aumentavano come le mie menzogne. Io avevo osservato
come mamma rispettava il Signore ed il Suo Nome Santissimo. Io vi trovai un’arma
per me e mi misi a bestemmiare il Suo Nome. Dicevo: Mamma, io giuro su Dio
che…”. E così evitavo le punizioni. Immaginate le mie menzogne, implicando il
Nome Santissimo del Signore…
E notate, fratelli e sorelle che le parole non sono mai vane perché quando mia
madre non mi credeva, avevo preso l’abitudine di dirle: “Mamma, se io mento, che
un fulmine mi colpisca qui e subito”. Se le parole sono volate via con il tempo,
si riscontra che il fulmine mi ha ben colpito; mi ha carbonizzato ed è grazie
alla misericordia divina che io ora sono qui.
Mi fu mostrato come, io che mi dichiaravo cattolica, non rispettassi nessuna
delle mie promesse e come utilizzavo futilmente il nome di Dio.
Io fui sorpresa di vedere che alla presenza del Signore, tutte queste orribili
creature che mi circondavano, si prosternavano in adorazione. Io vidi la Vergine
Maria ai piedi del Signore che pregava ed intercedeva per me.
Per quel che riguarda il rispetto del giorno del Signore. Ero pietosa e ne
provai un dolore intenso. La voce mi diceva che le domeniche, passavo quattro o
cinque ore ad occuparmi del mio corpo; io non avevo nemmeno dieci minuti di
azione di grazia o di preghiera da consacrare al Signore. Se cominciavo un
rosario, mi dicevo: “ Lo posso fare durante la pubblicità, prima del telefilm”.
La mia ingratitudine di fronte al Signore mi fu rimproverata. Quando non volevo
partecipare alla Messa, dicevo a mamma: “Dio è dappertutto, perché dovrei andare
lì?...
La voce mi ricordò ugualmente che Dio vegliava su di me notte e giorno e che in
cambio io non Lo pregavo per niente; e le domeniche, non Lo ringraziavo e non
Gli manifestavo la mia gratitudine o il mio amore. Al contrario, prendevo cura
del mio corpo, ne ero schiava e dimenticavo totalmente che avevo un’anima e che
la dovevo nutrire. Ma mai la nutrii della parola di Dio, perché dicevo che chi
legge la Parola di Dio (Bibbia), diviene pazzo.
E per quanto concerne i Sacramenti, avevo sbagliato in tutto. Dicevo non sarei
mai andata a confessarmi perché quei vecchi signori erano peggiori di me. Il
diavolo mi stornava dalla confessione ed è così che impediva la mia anima
d’essere pulita e di guarire.
La bianca purezza della mia anima ne pagava il prezzo ogni volta che peccavo.
Satana lasciava il suo marchio: un marchio oscuro.
Eccetto che per la mia prima Comunione, io non avevo mai fatto una buona
confessione. A partire di là, non ho mai ricevuto il Signore degnamente.
La mancanza di coerenza aveva raggiunto un tale degrado che io bestemmiavo: “ La
Santa Eucaristia?
Si può immaginare Dio vendo in un pezzo di pane?” Ecco in che stato era ridotta
la mia relazione con Dio. Non avevo mai nutrito la mia anima e più ancora,
criticavo i preti costantemente. Voi dovevate vedere come mi ci dedicavo! Dalla
mia più tenera infanzia, mio padre aveva l’abitudine di dire che quella gente là
erano ancora più donnaioli dei laici. E il Signore mi dice: “Chi sei tu per
giudicare così i Miei consacrati? Questi sono degli uomini e la santità di un
sacerdote è sostenuta dalla sua comunità che prega per lui, che l’ama e lo
aiuta.
Quando un prete commette un errore, è la sua comunità che ne è responsabile, mai
lui”. Ad un certo momento della mia vita, accusai un prete di omosessualità e la
comunità ne fu informata. Voi non potete immaginare il male che ho fatto!
Per quanto attiene al quarto comandamento”Onorerai tuo padre e tua madre” come
vi ho detto, il Signore mi fece vedere la mia ingratitudine faccia a faccia dei
miei genitori. Io mi lamentavo perché essi non potevano offrirmi tutte quelle
cose di cui disponevano i miei compagni.
Io ero ingrata verso di essi per tutto quello che hanno fatto per me ed io non
ero nemmeno arrivata al punto dove dicevo che non conoscevo mia madre perché lei
non era al mio livello. Il Signore mi mostrò come avrei pertanto potuto
osservare questo comandamento.
In effetti io avevo pagato le fatture delle medicine e del medico quando i mie
genitori erano malati, ma come analizzavo tutto in funzione dei soldi. Io allora
ne approfittai per manipolarli ed ero arrivata a schiacciarli.
Io mi sentivo male nel vedere mio padre piangere tristemente perché anche se fu
un buon padre che m’aveva insegnato a lavorare duramente ed ad intraprendere,
egli aveva dimenticato un dettaglio importante: che io avevo un’anima e che per
il suo cattivo esempio la mia vita aveva cominciato a vacillare. Egli fumava,
beveva, andava dietro alle donne a tal punto che un giorno suggerii a mamma di
abbandonare suo marito. “Tu non dovrai più continuare per lungo tempo con un
uomo come lui. Sii dignitosa, fagli vedere che vali qualcosa”. E mamma risponde:
“No mia cara, io soffro ma mi sacrifico perché ho sette figli e perché alfine
della giornata, tuo papà dimostra di essere un buon padre; non potrei mai
andarmene e separarvi da vostro padre; di più se io me ne andassi, chi
pregherebbe per la sua salvezza. Io sono la sola che lo possa fare perché tutte
queste pene e ferite che mi infligge, io le unisco alle sofferenze di Cristo
sulla Croce. Ogni giorno dico al Signore: il mio dolore è niente in confronto
della vostra Croce, così, vi prego, salvate mio marito e i miei figli”.
Da parte mia, non riuscivo a comprenderla e divenni ribelle, cominciai a
prendere la difesa delle donne, ad incoraggiare l’aborto, la coabitazione ed il
divorzio.
Quando venne al quinto comandamento, il Signore mi fece vedere l’assassinio
orribile che avevo fatto commettendo il più orribile dei crimini: l’aborto.
Di più, io avevo finanziato diversi aborti perché io sostenevo che una donna
aveva il diritto di sceglie di rimanere incinta o no. Mi fu dato da leggere nel
Libro della Vita e fui profondamente mortificata, perché una ragazzina di 14
anni aveva abortito sui miei consigli.
Io avevo ugualmente prodigato dei cattivi consigli a delle ragazzine tre delle
quali erano mie nipoti parlando loro della seduzione, della moda, consigliando
loro di approfittare del loro corpo, e dicendo loro di usare la contraccezione:
Questo è una specie di corruzione dei minori che aggravava l’orribile peccato
dell’aborto.
Ogni volta che viene versato il sangue di un bambino, è un olocausto a satana,
che ferisce e fa tremare il Signore. Io vidi nel libro della Vita come la nostra
anima si formava, al momento che il seme perviene nell’ovulo. Una bella scintilla
scocca, una luce che è come un raggio di sole di Dio Padre. Appena il ventre della
mamma è seminato si illumina della luce dell’anima.
Durante l’aborto, l’anima geme e grida per il dolore e se ne ode il grido nel
Cielo perché ne è scosso. Questo grido risuona ugualmente all’Inferno, ma è un
grido di gioia. Quanti bambini sono uccisi ogni giorno!
E’ una vittoria dell’Inferno. Il prezzo di questo sangue innocente libera ogni
volta un demone di più. Io, mi sono immersa in questo sangue e la mia anima
divenne totalmente ottenebrata. In seguito a questi aborti, avevo perduto la
percezione del peccato. Per me, tutto era OK. E che dire di tutti quei
bambini a cui io avevo rifiutato la vita a causa della spirale
(anticoncezionale) che utilizzavo. E così sprofondavo ancora di più nell’abisso.
Come potevo affermare che io non avevo mai ammazzato!
E tutte le persone che io ho disprezzato, odiato, che non ho amato! Anche così
sono stata un’assassina perché non si uccide solamente con una pallottola della
pistola. Si può egualmente uccidere odiando, commettendo degli atti di
cattiveria, invidiando ed essendo gelosi.
Per quel che riguarda il sesto comandamento, mio marito fu l’unico uomo della
mia vita. Ma mi fu dato di vedere che ogni volta che mettevo in mostra il mio petto e che portavo i miei pantaloni – leopardati
- Io
incitavo gli uomini all’impurità e li inducevo al peccato.
Di più, io consigliavo alle donne d’essere infedeli al loro marito, predicavo
contro il perdono e incoraggiavo il divorzio. Realizzai allora che i peccati
della carne sono terribili e condannabili anche se il mondo attuale trova
accettabile che ci si comporti come degli animali.
Era particolarmente doloroso vedere come i peccati d’adulterio di mio padre
avevano ferito i suoi figli.
I miei tre fratelli divennero delle copie conforme al loro padre, donnaioli e
bevitori, incoscienti del torto che facevano ai loro figli. Ecco perché mio
padre piangeva con tanto dispiacere constatando che il cattivo esempio che aveva
dato s’era ripercosso su tutti i suoi figli.
Quanto al settimo comandamento, - non rubare -, io che mi giudicavo onesta, il
Signore mi fece vedere il cibo era sprecato nella mia casa mentre il resto del
mondo soffriva la fame. Egli mi disse: “Io avevo fame e guarda quello che tu hai
fatto con quello che ti ho dato, come l’hai sprecato! Io avevo freddo e tu
guarda come eri schiava della moda e delle apparenze, buttando via tanto denaro
nelle diete per dimagrire.
Del tuo corpo ne hai fatto un dio!
Mi fece comprendere che io avevo una parte di colpa nella povertà del mio paese.
Mi dimostrò anche che ogni volta che criticavo qualcuno, rubavo il suo onore.
Sarebbe stato più facile per me rubare del denaro, perché il denaro, si può
sempre restituire, ma la reputazione!... Di più io derubavo i miei figli la
grazia i avere una madre tenera e piena d’amore.
Io abbandonavo i miei figli per andare nel mondo, li lasciavo davanti alla
televisivo, al computer, ai video giochi; e per tacitarmi la coscienza, compravo
loro dei vestiti di marca. Com’è orribile! Che immenso dispiacere!
Nel Libro della Vita si vede tutto come in un film. I miei figli dicevano:
”Speriamo che mamma non rientri troppo presto e che ci siano degli ingorghi
perché è fastidiosa e brontolona”.
Infatti, io avevo rubato loro la madre, avevo rubato loro la pace che dovevo
portare nella mio focolare. Non avevo insegnato l’amore di Dio né l’amore del
prossimo. E’ semplice: se non amo i miei fratelli, non ho niente a che vedere
con il Signore: se io non ho della compassione, io non ho niente a che vedere
con Lui non più.
Ora parlerò delle false testimonianze e della menzogna perché ero diventata
un’esperta nella materia. Non ci sono bugie innocenti, tutto viene da satana che
è il loro padre. Le colpe che ho commesso con la lingua erano veramente
spaventose.
Ho visto come ho ferito con la mia lingua. Ogni volta che io spettegolavo, che
mi facevo beffe di qualcuno, o gli attribuivo un sopranome dispregiativo, io
ferivo quella persona. Quanto un sopranome può far male! Io potevo complessare
una donna chiamandola: “la grossa”...
Nel corso di questo giudizio sui dieci comandamenti, mi si mostrò che tutti miei
peccati avevano come causa la bramosia, questo desiderio malsano. Mi sono vista
felice con tanti soldi. E il denaro divenne la mia ossessione. E’ veramente
triste, perché per la mia anima il momento più terribile era stato quando avevo
a disposizione molto denaro.
Io avevo anche pensato al suicidio. Avevo tanto denaro e mi sentivo sola, vuota,
amara e frustrata. Questa ossessione del denaro mi allontanò dal Signore e fece
sì che mi allontanai delle sue mani.
Dopo
l’esame dei 10 comandamenti, il Libro della Vita mi fu mostrato. Io avrei voluto
le parole adeguate per descriverlo. Il mio Libro della Vita cominciò quando le
cellule dei miei genitori si unirono. Presso che immediatamente, ci fu una
scintilla, una magnifica esplosione e un’anima era così formata, la mia, creata
dalle mani di Dio, nostro padre, un Dio così buono! E’ veramente meraviglioso!
Egli veglia su di noi 24 ore su 24. Il Suo Amore era il mio castigo perché Lui
non guardava il mio corpo di carne ma la mia anima e Lui vedeva come mi
allontanavo dalla salvezza.
Io vorrei anche dirvi che a quel punto ero un’ipocrita! Io dicevo ad una amica:
“Sei incantevole in questo abito, ti sta così bene!” Ma io pensavo tra me e me:
è un vestito grottesco, e si crede pure una regina!
Nel Libro della Vita, tutto appariva esattamente tale e quale l’avevo pensato si
vede anche l'ambiente interno dell’anima. Tutte le mie menzogne erano esposte ed
ognuno poteva vederle.
Marinavo sovente la scuola, perché mamma perché mamma non mi permetteva di
andare dove volevo.
Per esempio, le mentivo a proposito di un lavoro di ricerca che dovevo fare alla
biblioteca universitaria e di fatto, andavo invece a vedere un film porno o a
bere una birra i un bar con degli amici. Quando penso che mamma ha visto sfilare
la mia vita e che niente è stato dimenticato!
Il Libro della Vita è veramente bellissimo. Mia madre aveva l’abitudine di
mettere nel mio cestino delle banane per il mio pranzo, pasta di guava così del
latte, perché nella mia infanzia, eravamo poverissimi. Mi capitava di mangiare
le banane e di buttare per terra le bucce senza pensare che qualcuno poteva
scivolare su di esse e farsi male.
Il Signore mi mostrò come una persona scivolò su una delle mie bucce di banana;
avrei potuto ucciderla per la mia mancanza di compassione. L’unica volta della
mia vita che mi confessai con dispiacere e pentimento, quando una donna mi rese
4500 pesos in più in un negozio alimentare di Bogotà. Mio padre ci aveva
insegnato l’onestà. Andando al lavoro, mentre guidavo, mi resi conto
dell’errore.
“Quest’idiota m’ha dato 4500 peso in più e devo subito ritornare al suo
negozio”, mi dissi. C’era un ingorgo enorme e decisi di non tornare indietro. Ma
il rimorso l’avevo dentro di me ed andai a confessarmi la domenica seguente
accusandomi di aver rubato 4500 pesos senza averli restituiti. Io non prestai
ascolto alle parole del confessore.
Ma sapete cosa mi disse il Signore? “Tu non hai compensato questa mancanza di
carità. Per te, non era che del denaro per le piccole spese, ma per quella donna
che non guadagnava che il minimo, quella somma rappresentava tre giorni di
nutrimento”.
Il Signore mi mostrò come ella ne soffrì, privandosi per più giorni così anche i
suoi due piccoli che avevano fame.
In seguito il Signor mi fa la seguente domanda: ”Che tesori spirituali porti?”
Dei tesori spirituali? Le mie mani sono vuote!
“A cosa ti serve, aggiunse, di possedere due appartamenti, delle case e degli
uffici se tu non puoi nemmeno portarmene non sarà ciò che un po’ di polvere?
Che hai fatto dei talenti che ti ho dato? Tu avevi una missione: questa
missione, era quella di difendere il Regno dell’Amore, il Regno di Dio”.
Sì, avevo dimenticato che avevo un’anima, così come mi potevo ricordare che
avevo dei talenti; tutto questo bene che non ho potuto fare , ha offeso il
Signore.
Il Signore mi parlò ancora della mancanza d’amore e di compassione. Mi parlò
ugualmente della mia morte spirituale. Sulla terra, ero viva, ma in realtà ero
morta. Se voi poteste vedere cos’è la morte spirituale! E’ come un’anima odiosa,
un’anima amara e disgustata di tutto, piena di peccati e che ferisce tutto il
mondo.
Io vedevo la mia anima che esteriormente, era ben agghindata e stava bene, ma
interiormente era una vera fogna e la mia anima abitava nelle profondità
dell’abisso. Non è strano che fossi così acre e depressa.
E il Signore mi disse: “La tua morte spirituale e cominciata quando tu hai
cessato di essere sensibile al tuo prossimo”.
Io ti avvertii mostrandoti la loro miseria. Quando tu vedevi dei servizi
televisivi, dei morti, dei rapimenti, la situazione dei rifugiati, tu dicevi:
“povera gente, com’è triste”. Ma in realtà, ma in realtà tu provavi dolore per
essi, tu non sentivi niente nel tuo cuore. Il peccato ha cambiato il tuo cuore
in pietra”.
Voi non potete immaginare la grandezza del mio dolore quando il Mio Libro della
Vita si richiuse.
Io avevo dispiacere per Dio, mio Padre, per essermi comportata così perché, a
riscatto di tutti i miei peccati, per la mia salvezza, di tutte le mie
indifferenze e dei miei orribili sentimenti, il Signore a cercato di attendermi
fino alla fine.
Mi ha inviato delle persone che ebbero una buona influenza su di me. Mi ha
protetto fino ala fine. Dio mendica la nostra conversione!
Sia ben inteso, io non avrei potuto biasimarlo di condannarmi. Di mia propria
volontà, io scelsi come mio padre, satana, al posto di Dio. Dopo che il Libro
della Vita si richiuse, mi accorsi che mi stavo dirigendo verso un pozzo nel cui fondo
c’era una botola.
Nel mentre vi precipitavo cominciai a chiamare tutti i Santi del Cielo per
salvarmi.
Voi non avete un’idea di tutti i nomi dei Santi che mi vennero in mente, a me che
ero una pessima cattolica! Chiamai Sant’Isidoro o San Francesco d’Assisi e
quando la mia lista finì, cadde il silenzio.
Provai allora un grande vuoto ed una pena profonda.
Pensavo che tutte le persone della terra, credevano che fossi morta in odore di
santità, può essere che essi stessi s’attendessero la mia intercessione!
E guardate dove atterravo! Alzai allora gli occhi e il mio sguardo incrociò
quello i mia madre. Con un grandissimo dolore gridai verso di lei: “Mamma, come
ho vergogna! Sono condannata, mamma. Là dove vado, tu non mi vedrai mai più.
In quel momento una grazia magnifica le fu accordata. Ella si tendeva senza
muoversi ma le sue dita si misero a puntare verso l’alto. Delle scaglie si
distaccarono dolorosamente dai miei occhi: l’accecamento spirituale. Rividi
allora in un istante la mia vita passata, quando un mio paziente una volta mi
disse. “Dottore, voi siete troppo materialista, e un giorno voi avrete bisogno
di questo: in caso di pericolo immediato, chiedete a Gesù Cristo di coprirvi del
Suo Sangue, perché mai Egli vi abbandonerà. Egli pago il prezzo del Suo Sangue
per voi”.
Con grandissima vergogna, mi misi a singhiozzare: “Signore Gesù, abbiate pietà
di me! Perdonatemi, datemi una seconda occasione!”
E il più bel momento della mia vita mi si presenta, non ci sono parole per
descriverlo. Gesù viene e mi tira fuori dal pozzo e tutte quelle orribili
creature si appiattirono al suolo.
Quando mi depose, mi disse con tutto il Suo amore: “Stai per ritornare sulla
terra, ti do una seconda possibilità”.
Ma precisò che non era a causa delle preghiere della mia famiglia. “E’ giusto da
loro parte implorare per te.
Questo è grazie all’intercessione di tutti quelli che ti sono estranei e che
hanno pianto, pregato e hanno alzato il loro cuore con un profondo amore per
te”.
Vidi molte luci accendersi, come delle piccole fiamme d’amore. Io vidi delle
persone che pregavano per me. Ma c’era una fiamma molto più grande, era quella
che mi dava molta più luce e che brillava più d’amore.
Tentai di conoscere chi fosse questa persona. Il Signore mi disse: "E' colui che
ti ama tanto, neanche ti conosce”. Mi spiegò che quest’uomo aveva letto un
ritaglio di giornale del mattino.
Era un povero paesano che abitava ai piedi della Sierra Nevada di Santa Marta (a nord-est della Colombia). Questo pover’uomo si era recato in città per
acquistare dello zucchero di canna. Lo zucchero era stato avvolto nella carta da
giornale e c’era una mia foto, tutta bruciata come ero.
Come l’uomo mi vide così, senza neanche aver letto l’articolo interamente, cadde
inginocchio e cominciò a singhiozzare con profondo amore. Disse: “Signore,
abbiate pietà della mia piccola sorella. Signore salvatela. Se voi la salvate vi
prometto che andrò in pellegrinaggio al Santuario di Buga (che si trova nel
sud-ovest della Colombia). Ma Vi prego, salvatela”.
Immaginate questo pover’uomo, non si lamentava di aver fame, e aveva una grande
capacità d’amore perché si offriva di attraversare tutta una regione per
qualcuno che neanche conosceva!
E il signore mi disse: “Questo è amare il suo prossimo”. E aggiunse: “ Tu stai
per tornare (sulla terra) e darai la tua testimonianza non mille volte, ma mille
volte mille".
E sventura a quelli che non cambieranno dopo aver inteso la tua testimonianza,
perché essi saranno giudicati più severamente, come te quando ritornerai qui un
giorno; lo stesso per i miei consacrati, i sacerdoti, perché non c’è peggior
sordo di chi non vuol sentire”.
Questa testimonianza, fratelli e sorelle miei, non è una minaccia. Il Signore
non ha bisogno di minacciarci. E’ una occasione che vi si presenta, e a Dio
grazie, io ho esperimentato ciò che è necessario per vivere!
Quando qualcuno di voi morirà e si aprirà davanti a lui il suo Libro della Vita,
voi vedrete tutto quanto come io l’ho visto.
E noi tutti vedremo come siamo, la sola differenza è che noi sentiremo i nostri
pensieri alla presenza di Dio: La cosa più bella è che il Signore sarà di fronte
a noi, mendicando ogni giorno la nostra conversione affinché diventiamo una
nuova creatura con Lui, perché senza di Lui non possiamo fare niente.
Che il Signore vi benedica tutti abbondantemente.
Gloria a Dio.
Gloria Polo rende testimonianza
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