DA OCCIDENTE AD ORIENTE

LA GRANDE STRAGE DEGLI INNOCENTI

 

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UN DOSSIER SCONVOLGENTE!

a cura di Claudio Prandini

 

 

Bambini uccisi ancora nel grembo materno, bambini gettati per strada morti, bambini preda dei pedofili, bambini usati nel commercio degli organi, bambini mangiati (Cina), Bambini usati nel turismo sessuale, bambini sfruttati come braccia di lavoro a buon mercato, bambini che muoiono di fame e di malattie anche banali, bambini usati come soldati nelle misere guerre dimenticate, bambini uccisi e sacrificati nei riti satanici (nei soli Stati Uniti d'America si calcola che siano cinquantamila-sessantamila casi all'anno di sacrifici umani, soprattutto di bambini).

Non esiste un paese al mondo, uno solo, dove i bambini, in un modo o nell'altro, non siano fatti oggetto di violenza e di morte!

 

 

 

 

Isaia 24,5-6; 60,2

La terra è stata profanata dai suoi abitanti,
perché hanno trasgredito le leggi,
hanno disobbedito al decreto,
hanno infranto l'alleanza eterna.
Per questo la maledizione divora la terra,
i suoi abitanti ne scontano la pena...

 Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
nebbia fitta avvolge le nazioni.

 

 

 

 

 

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L'ABORTO E' UN RAGGIRO MORTALE.

 "POSSO DIRLO, NE HO PRATICATI 75.000!"

di Bernard Nathanson

 

fonte web

L'aborto procurato è un raggiro mortale. Lo afferma proprio uno dei fondatori del movimento abortista negli Stati Uniti, il dott. Bernard Nathanson, famoso ginecologo di New York. Ora Nathanson si prodiga in tutto il mondo affinché sia rispettato il diritto alla vita di ogni uomo sin dal suo concepimento.

 

 

Molti hanno sentito parlare di me come del "direttore della più grande clinica abortiva del mondo", il "Centro per la salute sessuale e riproduttiva" (Crash), di New York.
In dieci anni, come fondatore e direttore di questa clinica, ho effettuato numerosissimi aborti: 60.000 dal febbraio 1972 al settembre 1973, vale a dire dalla liberalizzazione dell'aborto. lo stesso ho effettuato privatamente circa 15.000 altri aborti e così sono responsabile in tutto di circa 75.000 aborti.

Sono stato uno dei fondatori della Naral (National association for repeal of abortion law), l'unione nazionale per l'abrogazione della legge sull'aborto, chiamata più tardi "Lega d'azione per il diritto all'aborto" (Abortion rights action league). Eravamo in pochi, i nostri mezzi limitati (7.500 dollari il primo anno) ed era audace l'idea di voler cambiare le leggi sull'aborto. Secondo sondaggi non ufficiali, il 99,5% dell'opinione pubblica a New York City era contro una legalizzazione dell'aborto. Noi quattro fondatori, riuscimmo però in due anni a rovesciare a New York la legge contro l'aborto in vigore da 140 anni. Questa città divenne così la capitale dell'aborto in America. Tre anni più tardi, su nostra richiesta, la Corte Suprema legalizzò l'aborto nei 50 Stati dell'Unione.

La nostra tattica, per realizzare il nostro scopo, è stata con piccole varianti, la stessa di quella usata in tutto il mondo occidentale. Nel 1968, il nostro gruppo, la Naral, era consapevole di andare incontro ad una sconfitta nel caso di un sondaggio serio ed onesto. Indicammo così ai mass-media e al pubblico i risultati di un SONDAGGIO FITTIZZIO, nel quale, secondo noi un 50-60% degli americani erano favorevoli alla liberalizzazione dell'aborto.

La nostra tattica consisteva nell'invenzione di dati frutto di consultazioni popolari inesistenti. Il nostro obiettivo divenne presto realtà. Il pubblico, al quale dicevamo che tanti erano per l'aborto, mutò opinione e diventò davvero favorevole all'aborto.

Drammatizzando la situazione, trovammo appoggi nella popolazione. FALSIFICAMMO I DATI SUGLI ABORTI CLANDESTINI (sapevamo che il loro numero si aggirava intorno ai 100.000) dando ripetutamente al pubblico e alla stampa la cifra di un milione. Sapevamo che la mortalità annuale negli aborti clandestini era di circa 200-250 donne. Noi invece dicevamo che ogni anno morivano circa 10.000 donne per aborto clandestino. Questi dati fittizi influenzarono l'opinione pubblica americana che si convinse della necessità di cambiare la legge.

Il primo anno dopo la liberalizzazione, il numero degli aborti conosciuti salì ad almeno 750.000. Questa cifra, salì nel 1980 a 1,55 milioni, secondo i dati ufficiali. L'aumento degli aborti, dalla loro legalizzazione, si è dunque moltiplicato per 15 (dai 100.000 di prima si è passati infatti a 1,55 milioni nel 1980).

Questa constatazione basta a dimostrare quanto fosse nefasta la nostra propaganda.

Ci siamo pure serviti della cosiddetta "CARTA CATTOLICA", rivelatasi molto proficua per la nostra propaganda. Confidando nell'appoggio dei cattolici, cosiddetti intellettuali e liberali, evitando di attaccare il Papa, per non alienarci simpatie, combattevamo invece la gerarchia cattolica, convincendo i mass-media della sua influenza negativa in merito al problema della liberalizzazione dell'aborto.

Ecco alcuni esempi di questa propaganda:

«Sondaggi d'opinione confermano nuovamente che la maggioranza dei cattolici desidera una riforma della legge. Lo dimostra il numero delle donne cattoliche che hanno praticato l'aborto: corrisponde alla loro percentuale nella popolazione totale».
Questa nostra campagna di propaganda serviva:

a) a convincere i mass-media che gli antiabortisti erano tutti cattolici o cripto-cattolici, sottomessi alla gerarchia;
b) che i difensori dell'aborto erano invece colti, liberali, intellettuali, progressisti;
c) che a parte i cattolici, nessuno era antiabortista.

A parte la "carta cattolica" due altri metodi ci guidavano nella nostra propaganda.
Il primo consisteva nel negare, malgrado le prove scientifiche attuali, che la vita ha inizio con il concepimento e che quest'ultima pretende protezione e sicurezza come noi. Il secondo metodo consisteva nell'influenzare i mass-media, ed era senz'altro il più efficiente.

Spesso mi si domanda:

Dottore, come è possibile che lei abbia cambiato così radicalmente strada e quali ne sono i motivi?.

Ecco: la risposta. Quando lasciai la clinica, diventai direttore della divisione maternità di un grande ospedale di New York, la Columbia University Medical School.
Ero responsabile del servizio prenatale. Nel 1973, quando assunsi questa carica, erano appena state scoperte e usate nuove tecnologie, come ultrasuoni, amniocentesi, cardiotopografia, per appurare la salute del feto.

Fu la scienza a convincermi della falsità dei miei argomenti, MOSTRANDOMI LA VERA NATURA DEL FETO.

La vita si può definire: inizia dal concepimento, dalla fecondazione, e a partire da questo momento, l'essere concepito è un essere umano. Non esiste un altro momento nell'utero materno, nel quale da una "non-persona" un essere diventa "persona", Non esiste nessuna mutazione subitanea durante la gravidanza e la vita è un filo continuo, dall'inizio alla fine.

Oggi, quindi, credo che l'aborto sia un atto di violenza inammissibile e che rappresenti la distruzione sistematica della vita umana. Pur ammettendo il fatto che una gravidanza non desiderata può creare gravi problemi, non è con la distruzione della vita che se ne troverà la soluzione, ma nella ricchezza dell'ingegno umano. L'aborto è una capitolazione di fronte a problemi sociali spiacevoli, una accettazione della violenza. Come scienziato so - non credo, ma so - che la vita ha inizio con il concepimento. Benché io non sia praticante, credo con tutto il cuore ad una esistenza divina che ci impone di mettere irrevocabilmente un termine ad un tale delitto. La storia non ci perdonerebbe una mancanza di coraggio, un fallimento.
 

Vi ringrazio.

 

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CINA, INFANTICIDI DI STATO

 

Figlio unico, meglio se maschio. Gli altri massacrati e gettati per strada. E' questa la politica demografica del "miracolo" cinese.

Nel nuovo globalismo capitalista non c'è alcun rispetto per la vita, ma ciò che conta è solo produrre e guadagnare... E in quest'ottica va letto il dato che una delle prime cose che il Presidente cinese, Hu Jintao, nel suo recente viaggio in America, ha fatto sia stato quello di andare a cena nella villa di Bill Gates, il magnate della Microsoft. (leggi servizio)

 


fonte web

 

Le immagini che seguono sono estremamente dure, però riteniamo doveroso mostrarle, perché fatti così gravi non devono passare inosservati. Il mondo deve sapere, la gente deve essere informata di quanto accade in Cina, di come possa disumanamente divenire normalità il disprezzo per la vita.

Una bimba appena nata giace morta sotto il bordo del marciapiedi, nella totale indifferenza di coloro che passano. La piccina è solo un'altra vittima della politica crudele del governo cinese che pone il limite massimo di un solo figlio nelle città (due nelle zone rurali), con aborto obbligatorio. Nel corso della giornata, la gente passa ignorando il bebè.

 

 

 

 

Automobili e biciclette passano schizzando fango sul cadaverino. Di quelli che passano, solo pochi prestano attenzione.

 


 

 

La neonata fa parte delle oltre 1000 bambine abbandonate appena nate ogni anno, in conseguenza della politica del governo cinese. L'unica persona che ha cercato di aiutare questa bambina ha dichiarato: “Credo che stesse già per morire, tuttavia era ancora calda e perdeva sangue dalle narici”. Questa signora ha chiamato l'Emergenza però non è arrivato nessuno.

 


 

 

“Il bebè stava vicino agli uffici fiscali del governo e molte persone passavano ma nessuno faceva nulla... Ho scattato queste foto perché era una cosa terribile... I poliziotti, quando sono arrivati, sembravano preoccuparsi più per le mie foto che non per la piccina...”.

 


 

 

In Cina, molti ritengono che le bambine siano spazzatura. Il governo della Cina, il paese più popoloso del mondo con 1,3 miliardi di persone, ha imposto la sua politica di restrizione della natalità nel 1979. I metodi usati però causano orrore e sofferenza: i cittadini, per il terrore di essere scoperti dal governo, uccidono o abbandonano i propri neonati.

Ufficialmente, il governo condanna l'uso della forza e della crudeltà per controllare le nascite; però, nella pratica quotidiana, gli incaricati del controllo subiscono tali pressioni allo scopo di limitare la natalità, che formano dei veri e propri “squadroni dell'aborto”. Questi squadroni catturano le donne “illegalmente incinte” e le tengono in carcere finché non si rassegnano a sottoporsi all'aborto. In caso contrario, i figli “nati illegalmente” non hanno diritto alle cure mediche, all'istruzione, né ad alcuna altra assistenza sociale.

Molti padri vendono i propri “figli illegali” ad altre coppie, per evitare il castigo del governo cinese. Essendo di gran lunga preferito il figlio maschio, le bambine rappresentano le principali vittime della limitazione delle nascite. Normalmente le ragazze continuano a vivere con la famiglia dopo del matrimonio e ciò le rende un vero e proprio peso. Nelle regioni rurali si permette un secondo figlio, ma se anche il secondo è una femmina, la cosa rappresenta un disastro per la famiglia.

Secondo i dati delle statistiche ufficiali, il 97,5% degli aborti è rappresentato da feti femminili. Il risultato è un forte squilibrio di proporzioni fra popolazione maschile e femminile. Milioni di uomini non possono sposarsi, da ciò consegue il traffico di donne. L'aborto selezionato per sesso sarebbe proibito dalla legge, però è prassi comune corrompere gli addetti per ottenere un'ecografia dalla quale conoscere il sesso del nascituro. Le bambine che sopravvivono finiscono in precari orfanotrofi. Il governo cinese insiste con la sua politica di limitare le nascite e ignora il problema della discriminazione contro le bambine.

 


 

 

Alla fine, un uomo raccolse il corpo della bambina, lo mise in una scatola e lo gettò nel bidone della spazzatura.

 


 

 

Non è possibile continuare a ignorare una simile tragedia!!
Che cosa possiamo fare?
- Inviare una protesta per e-mail all'ambasciata cinese del nostro paese
- inviare una protesta al Presidente della Cina:

                Excellency President Jiang Zemin of de People's Republic of China
                                                9 Xihuang - Chenggen Beigie

                                                             Beijing 100032
                                                                 PCR - China

Ambasciata della Cina in Italia
chinaemb_it@mfa.gov.cn


- Infine, ciò che tocca a me, a te, a tutti, è divulgare queste foto. E pensare ogni giorno, ogni minuto, che tutti noi siamo responsabili di ciò che accade in questo benedetto mondo. Per omissione, per complicità, per negligenza, per indifferenza, molte cose cominciano a succedere o continuano a succedere, sotto gli sguardi indifferenti di tutti noi.

 

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Nota:

CINA: Rischio aborto per 40-60 milioni di bambine entro 10 anni
 

 

 

APPROFONDIMENTI

 

 

1) DITEMI CHE NON E' VERO...!!!

(rassegna internazionale di atrocità sui bambini)

 

2) LA PIANIFICAZIONE MONDIALE DELL'ABORTO

(una storia che molti non conoscono e che sarebbe bene conoscere)

 

3) NUOVE SCOPERTE SUI RESTI DEI "BAMBINI BOLLITI" IN CINA

(Una piaga che in Cina c'è sempre stata, sia per ragioni culturali che per carestie come afferma anche Blondet in questo articolo)