DIECI ANNI FA IL CASO DI BELLA
E LA CASTA ORA TREMA
LA SCONFITTA DEI TALEBANI DELLA
CHEMIOTERAPIA È FORSE VICINA?
(a cura di Claudio Prandini)
"Stanno ammazzando milioni di individui, distruggendo la vita di altrettante famiglie e familiari SOLO e soltanto per dei biechi interessi economici". |
INTRODUZIONE
Una testimonianza...
... Le scrivo per segnalare un caso eclatante di sanità e
disinformazione...
Il Metodo Di Bella funziona, lo posso dire con cognizione di causa perché lo sta
facendo mia moglie da 1 anno e mezzo ed il caso, tutto documentato, è davvero
disperato (come tanti altri che arrivano al Metodo Di Bella): 35 anni, non
fumatrice, con un tumore polmonare al IV stadio e metastasi cerebrali; a ottobre
2006 le avevano dato, massimo 6 mesi di vita.
Oggi è ancora viva e vegeta, sta molto bene, ed il tumore da maggio 2007 è in
lenta ma costante regressione, sia alla testa che ai polmoni.
Mica male per una cura inefficace e tossica…!!!
Ad ogni modo non è questo il motivo per il quale Le scrivo.
Dopo circa 10 anni dalla famigerata sperimentazione, l’argomento Di Bella sta
ritornando sempre più attuale perché i “luminari” ufficiali della scienza medica
stanno riscoprendo uno ad uno (quasi) tutte le componenti del metodo Di Bella.
Ultimamente si sente sempre di più parlare di retinoidi (li usa anche cancronesi
- cioè Veronesi - da diverso tempo annoverandoli tra le “terapie innovative”…!),
somatostatina, melatonina e vitamina D (per esempio Il Corriere qualche giorno
fa…).
Ogni giorno appaiono articoli, studi e pubblicazioni su riviste scientifiche,
siti italiani e stranieri, ecc… che parlano in maniera sempre più incessante di
terapie biologiche.
Prendendo spunto da tutto ciò un lettore molto informato ha scritto un messaggio
in uno dei forum di sportello cancro sul Corriere, quello sulla prostata.
Il lettore, argomentando in maniera molto precisa, segnalava appunto che si
sente sempre più spesso parlare dei componenti base del Metodo Di Bella e
chiedeva un parere al dottor Gallucci, titolare del forum in questione, riguardo
al Metodo Di Bella: forse quell’omino qualche cosa di giusto l’aveva detta…
Con grandissima sorpresa il dottore risponde di essere d’accordo con il lettore
aggiungendo addirittura che “che un’intuizione legata spesso alla velocità
intellettuale di un individuo, precorre di 10 anni i tempi della
sperimentazione...”.
Msg originale del 15/02/08 - forum.corriere.it/sportello_cancro_la_prostata/15-02-2008/
Incredibile.
Un fatto davvero importante.
Un cambio di direzione decisivo ed ufficializzato sullo sportello del venerabile
maestro Veronesi.
Da non credere…
In un messaggio successivo 3 giorni dopo il lettore ed il dottore si scambiavano
cordialità e ringraziamenti reciproci.
Cordialità del 18/02/08 - forum.corriere.it/sportello_cancro_la_prostata/18-02-2008/
Dopodichè in data 19 febbraio un bel post dal titolo “messaggio ai lettori del
forum” smentiva tutto!!!
Smentita del 19/02/08 - forum.corriere.it/sportello_cancro_la_prostata/19-02-2008/
A parte che una smentita così immediata è anche poco intelligente perchè non fa
altro che alimentare la notizia originale amplificandola, ciò che è stato
scritto è davvero patetico.
Mi dispiace per il dottore che sarà stato costretto ma spero che ogni individuo
sano di mente capisca che si tratta dell’ennesimo depistaggio.
Inoltre sembra anche che sia anche stato pubblicato un post con il link al sito
Di Bella, poi rimosso. Questo fatto però non lo posso dimostrare, l’ho solo
letto sul blog di Di Bella.
Se fosse vero è un altro bell’esempio di censura.
E’ sempre più intollerabile, allucinante e goffo il tentativo della casta medica
di nascondere la verità.
I politici rubano e fanno stare male moltissima gente ma questo caso è molto,
molto, molto peggio.
Qui si tratta della vita di tante persone.
Stanno ammazzando milioni di individui, distruggendo la vita di altrettante
famiglie e familiari SOLO e soltanto per dei biechi interessi economici.
Caro direttore Le chiedo di dare voce a questa ennesimo tentativo di
disinformazione.
Il tema della sanità, ed in particolare la lotta ai tumori, non è una delle
tante cose che non va in questo mondo di merda; secondo me è una delle più
importanti.
Grazie per l’attenzione
Cordialmente.
Il Dottor Giuseppe Di Bella
Da marzo 2008, il "Metodo Di
Bella" disponibile a San Marino
Il figlio del famoso medico anti-cancro è entrato come consulente nello staff della Domus Medica. Ma già altri medici prescrivono la famosa quanto discussa cura.
Angela Venturini
intervista il dottor Giuseppe Di Bella
“Non sono Padre Pio” si schernisce raccontando la
disperazione e la speranza di quanti si recano nel suo ambulatorio come ultima
spiaggia, baluardo conclusivo di speranza dopo aver provato tutto. Quasi sempre
inutilmente. E’ una frase molto chiara per dire: “Non faccio miracoli” anche se,
qualche volta, la cura inventata da suo padre sembra proprio avere del
miracoloso, perché funziona laddove niente altro ha funzionato.
Giuseppe Di Bella, figlio di Luigi Di Bella, il professore dai capelli bianchi e
la faccia scura che con il suo cocktail di farmaci restituì la speranza a molti
malati, raccoglie comunque un’eredità difficile. Lui era il Bene o il Male.
Scienziato o cialtrone. Genio o impostore. Osannato o maltrattato, il professor
Luigi Di Bella era salito alla ribalta delle cronache, una decina di anni fa, a
causa di una controversa cura contro il cancro, il cosiddetto Metodo Di Bella (MDB),
che di fatto rappresentava un percorso alternativo alla chemioterapia. Parole
come somatostatina e melatonina entrarono nel vocabolario della gente comune,
riaccendendo la speranza di molti malati. La differenza stava nel fatto che
mentre la chemioterapia distrugge le cellule tumorali insieme a quelle sane, la
cura Di Bella aumenta la capacità delle cellule sane di difendersi sottraendo
energia e vitalità a quelle tumorali.
Negli anni fra il 1997 e il 1998 fu oggetto di una grande attenzione da parte
dei mass media italiani. Tanto che le autorità politiche e istituzionali
avviarono un programma di sperimentazione ufficiale, che alla fine ebbe esito
negativo, anche se il professor denunciò varie anomalie e numerose irregolarità
nelle procedure adottate. Nel 1998, il laboratorio del professor Di Bella,
a Modena, fu praticamente assediato da un grande numero di ammalati di cancro
alla ricerca di un’eventuale terapia efficace contro la loro malattia. Luigi di
Bella morì quattro anni fa.
Il 30 dicembre 2005, il presidente del Consiglio Superiore della Sanità ribadì
all’allora Ministro Storace la bocciatura della terapia Di Bella. Dal 1996 sono
nate numerose associazioni in favore del MDB e recentemente dalla comunità
scientifica internazionale continuano ad arrivare sempre più numerosi
riconoscimenti sulla validità e l’efficacia della cura. Il figlio Giuseppe,
medico otorino, non ha mai abbandonato la strada tracciata dal padre. Anche per
questo ha deciso di esportare la sua cura a San Marino. Ci rivolgiamo quindi a
lui per porre alcune considerazioni.
Per come stanno le cose oggi, non si può più parlare di insensibilità da parte
della comunità scientifica internazionale al “Metodo di Bella”…
A
distanza di 10 anni dalla cosiddetta “sperimentazione” del MDB e a quaranta
dalla sua prima formulazione e applicazione clinica, le conferme delle sue basi
scientifico razionali e implicazioni clinico-terapeutiche, sono ampie e
crescenti. Si estendono dagli studi in vitro, sperimentali e clinici, alla
documentazione dei meccanismi d’azione chimici, biochimici e di biologia
molecolare dei singoli componenti e del loro potenziamento sinergico fattoriale.
Per semplificare il concetto, l’effetto dei componenti del MDB non nasce dalla
somma, ma dalla moltiplicazione delle singole azioni.
Dottor Di Bella, perché è emigrato sul Titano?
Sul sito www.metododibella.org è dettagliatamente spiegato e documentato il
limite posto dalla Finanziaria 2007 alla libertà di cura e le gravi limitazioni
alla libertà del medico di operare. Nella Repubblica di San Marino c’è libertà
di prescrizione della terapia, non ci sono vincoli di ordine burocratico
all’espletamento della professionalità. Qui, il medico può prescrivere in base
al giuramento di Ippocrate, alla dichiarazione internazionale di Helsinki
sull’etica medica, alla propria coscienza e all’EBM, cioè la medicina basata
sulle evidenze, codificata da Rosenberg. sulla prestigiosa rivista
internazionale BM. In una frase, il medico può operare secondo scienza e
coscienza.
In Italia, invece?
Il medico è vincolato al prontuario ministeriale, che non recepisce le evidenze
scientifiche, se non in parte. In qualche maniera, il medico viene dirottato dal
suo obiettivo unico, che deve essere sempre e solo la salute e la vita del
paziente. Tra l’altro, in un contesto di grave e crescente decadimento
culturale, sociale, economico e soprattutto morale della nazione.
Non è un giudizio un po’ troppo severo?
Il ricercatore Ralph Moss, nel suo noto libro “Questioning chemotherapy”,
afferma che la chemioterapia è tossica inefficace e superata; l’establishment
medico scientifico che ruota attorno al cancro è sempre più potente e ricco,
perché sempre più persone si ammalano. Nonostante le belle parole dei luminari
di turno, amplificate dai media compiacenti: “il cancro è oramai sconfitto”, “la
sopravvivenza è pressoché totale”, le malattie oncologiche sono in costante e
inesorabile crescita. I dati Istat parlano chiaro: cresce continuamente il
numero di decessi per cancro, per cui centinaia di migliaia di persone ogni anno
muoiono in Italia. Questi sono i risultati fallimentari delle terapie
oncologiche imposte per legge dall’establishment. Questo fa capire, o dovrebbe
far comprendere, perché chi propone un metodo che esce dai canali ortodossi e ha
dei risultati positivi, viene attaccato, criminalizzato, boicottato e reso
illegale. Proprio come il MDB
Se qualcuno, in Italia, volesse seguire la “cura Di
Bella”, cosa deve fare?
Lo può fare a sue spese. Il medico che la prescrive è esposto al rischio che
qualche provocatore inneschi una denuncia sia
all’autorità giudiziaria, sia all’ordine dei medici. Con la legge attualmente in
vigore, se prescrive al di fuori del prontuario e in base alle evidenze
scientifiche, non può difendersi.
In questa situazione, quanti medici in Italia prescrivono questa cura?
Sono centinaia. Non solo, ma in un recente convegno scientifico di aggiornamento
sono state date le informazioni in maniera totale, puntuale ed esauriente sulla
conferma venuta dalla letteratura scientifica mondiale sull’efficacia
antitumorale del MDB, sulle strategie di impiego e sull’approccio. Ma la più
grande soddisfazione è vedere come, trent’anni dopo, la comunità scientifica
internazionale, attraverso autorevoli voci, stia convalidando tutte le
acquisizioni scientifiche e gli sviluppi clinici di mio padre sulla lotta contro
il cancro. Durante il convegno, noi stessi siamo stati informati che, in alcuni
Paesi, la terapia viene prescritta e ha risultati nettamente superiori in
termini di tollerabilità ed efficacia rispetto alla chemioterapia.
E’ una sorta di riconoscimento postumo…
Molti saranno coperti di vergogna per il modo con cui hanno fatto consapevole
opera di censura e disinformazione sulle acquisizioni scientifiche e gli
sviluppi clinici delle ricerche del professor Luigi Di Bella.
Quanto costa la cura?
Il costo varia a seconda dei dosaggi, dai 700 ai 2.000 euro. Il problema vero è
che per impedire l’accesso alla terapia,
questi farmaci, che all’origine hanno costi modesti, in farmacia arrivano a
prezzi proibitivi. In pratica sono stati sottoposti ad un’azione speculativa
inaudita. Nel 1997 tre milligrammi di somatostatina, come sostanza chimica pura,
costavano 3mila lire. Lo stesso dosaggio in fiala fu autorizzato dal ministero
alla messa in commercio al costo di 516mila lire. Anche per questo si è creata
una grave frattura tra la gente e le istituzioni sanitarie, con gravissima e
crescente perdita di credibilità di queste ultime. Sono queste cose che hanno
portato la gente a scendere in piazza.
Quanto costa farsi visitare da lei?
Nel mio studio di Bologna, visito gratis i malati di cancro, seguendo l’esempio
di mio padre. Se vogliono, possono lasciare un’offerta libera a favore della
Fondazione, o della SIBOR-MDB per la ricerca. La mia professione di specialista
ORL mi consente di mantenere la famiglia. Mio padre ha anticipato di oltre 30
anni le recenti acquisizioni scientifiche. A sue spese ha aiutato degli ammalati
senza elemosinare soldi a nessuno e senza vendere azalee, né arance, o verdure
varie, né organizzare “giornate della vita”.
E qui a San Marino come funziona?
Sono consulente della Domus Medica, una struttura privata che opera a Domagnano
e che comunque ha costi di gestione
per mantenere la sua operatività. Si dovrà studiare, insieme
all’amministrazione, quale formula sarà più opportuno adottare.
Quali vantaggi ha chi non è residente a recarsi sul
Titano per sottoporsi alla terapia?
Nella Repubblica di San Marino si può prescrivere il MDB senza vessazioni o
intimidazioni vi è libertà di cura, i medici residenti possono prescrivere la
terapia che lo Stato eroga ai sammarinesi gratuitamente. Non ho trovato ostilità
o pregiudizi da parte dei medici, ma disponibilità a prescriverla, e in un
territorio così limitato non è poco. Nelle farmacie si trovano tutti i farmaci
introvabili in Italia. Da marzo, poi, ci sarà anche la Domus Medica, con
ambulatori che comprendono molte specialità. Se e quando sarà possibile,
chiederò un incontro con la classe medica locale per dare documentazione sulle
conferme nella letteratura scientifica e nelle banche dati internazionali della
scientificità e dell’elevata efficacia antitumorale in assenza di sensibile
tossicità di ogni singol o componente del MDB, nonché del potenziamento
fattoriale del loro impiego sinergico in un contesto multiterapico, illustrando
a chi è interessato, il meccanismo d’azione dalla chimica alla biologia
molecolare, e presentando pubblicazioni di riviste internazionali sull’efficacia
del MDB.
Prof. Luigi di bella
Cancro: un crepuscolo degli dei
Fonte web - di Alberto Mondini
Come è nata questa strana pratica di somministrare terribili sostanze ai
pazienti per guarirli, la chemioterapia? Essa si basa sul fatto che le cellule
cancerose sono più deboli di quelle sane, pertanto, sotto l'azione di veleni o
di radiazioni ionizzanti, sono le prime a morire. Questa constatazione porta
però a una delle pratiche più insensate della storia della medicina: avvelenare
ed irradiare il paziente per guarirlo! Anche la persona meno informata, riesce a
comprendere che guarigione significa miglioramento della salute. Nessuna persona
sana di mente penserebbe che l'inquinamento, gli esperimenti atomici o
l'incidente di Chernobyl siano i provvidenziali vantaggi dei nostri tempi per
mantenerci sani.
Tutte quelle discussioni fatte in televisione di volta in volta su chemio o
medicine alternative hanno un solo scopo: confondere le idee e annebbiare le
menti della gente. In verità la questione è di una semplicità lapalissiana e
disarmante. Vogliamo sapere se la chemio è una terapia valida o no? E’ molto
facile saperlo; basta fare quello che si fa con qualsiasi altra cosa di
qualsiasi genere per sapere se funziona o no: si osservano i RI-SUL-TA-TI. Su di
essa esistono studi, statistiche, dati ufficiali accurati. E’ vero che gli
oncologi, con la complicità dei media, creano su di essi una cortina fumogena,
ma non è per niente difficile averli; poi basta leggerli. lo li ho trovati e ve
li posso comunicare. Ripeto: questi non sono i miei dati, sono i dati ufficiali
dell'oncologia ufficiale. Confrontateli con le centinaia di ore di chiacchiere
televisive trionfalistiche di Tirelli & C.
Prima di tutto bisogna sapere cosa si intende in medicina per
paziente guarito di cancro. Poiché effettive guarigioni non ne ottengono mai,
definiscono guarito colui che sopravvive almeno cinque anni dal giorno della
diagnosi, anche se muore cinque anni e un giorno dopo, anche se alla fine del
quinto anno ha un cancro grande come una zucca che gli sta straziando il corpo.
Credo che veramente poche persone conoscano questo dato. Non è che venga tenuto
segreto; ma, per darvi un'idea, io per televisione in tanti anni l'ho sentito
spiegare solo un paio di volte e solo di sfuggita. Ricordatevi che cambiare il
significato alle parole è un mezzo importante per confondere e dominare. Questo
dato pertanto è fondamentale, è una chiave per capire veramente tutti i discorsi
che fanno gli oncologi quando parlano di "guarigione".
Premesso ciò, loro proclamano che: ogni 100 persone che si ammalano di cancro,
50 guariscono; in altre parole ciò significa soltanto che 50 muoiono entro 5
anni dalla diagnosi, le altre dopo.
In verità le cose stanno perfino molto, ma molto peggio di così. Se lasciamo
perdere le chiacchiere televisive e le cialtronate per ottenere offerte e
finanziamenti e ci riferiamo a ciò che effettivamente è scritto e provato,
troviamo che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di "tumore certo" è
mediamente del 7%. Nella tabella seguente trovate i dati riferiti ad alcuni
specifici tipi di tumore. Sono presi dal monumentale trattato Medicina
Oncologica di Bonadonna e Robustelli (testo universitario): mille pagine per
dire "non ci abbiamo capito niente".
Provate un po' ad immaginare un impresario edile che costruisce case il cui 93 o
98% crolla entro cinque anni dalla costruzione. Prima di tutto nessuno lo
pagherebbe più e poi verrebbe messo in galera; a meno che qualcuno non lo
appenda prima al più vicino lampione... Invece gli oncologi vengono strapagati,
onorati, vezzeggiati, ascoltati per ore e ore in noiosissime trasmissioni
televisive di medicina. I più famosi oncologi italiani riescono a farsi pagare
200-300 euro o più per una visita di 10-15 minuti!
Incomprensibile... Il fatto è che costoro fanno leva sulla paura, sul dolore e
sull'ignoranza di questi dati da parte dei malati e dei loro famigliari. Come la
paura e l'ignoranza vengono poi alimentate sistematicamente con ogni mezzo,
potete facilmente constatarlo voi stessi.
Il Prof. Luigi Di Bella qualche anno fa avvertì che "se una
persona viene dimessa dall'ospedale, si dice che è in remissione. Quando ritorna
viene curata e viene dimessa un'altra volta. Se ogni dimissione viene
considerata come un dato positivo, i conti aumentano. E siccome non si può
morire più di una volta, se un individuo è stato dimesso 9 volte ed è morto una
volta sola si avrà un 90% di guarigione e il 10% di mortalità. La fortuna dei
medici è che si muore una volta sola".
Estremamente importante in questo contesto è la vasta indagine condotta lungo 23
anni dal Prof. Hardin B. Jones, fisiologo presso l'Università della California,
e presentata già nel 1975 al Congresso di Cancerologia, presso l'Università di
Berkeley. Oltre a denunciare l'uso di statistiche falsificate, egli prova che i
cancerosi che non si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e
chirurgia N.d.A.) sopravvivono più a lungo o almeno quanto chi riceve queste
terapie. Come dimostra Jones, le malate di cancro al seno che hanno rifiutato le
terapie tradizionali, mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo,
quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono
invece sottoposte alle cure complete.
Uno studio condotto da quattro ricercatori inglesi, pubblicato su
una delle riviste mediche più autorevoli del mondo, The Lancet del 13-12-1975, e
che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi. La vita
media di quelli trattati con chemioterapia completa fu di 75 giorni, mentre
quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di
220 giorni.
Un altro dato fondamentale che indica come le terapie ufficiali per i tumori
siano inefficaci, sono semplicemente le statistiche di morte per tumore.
Nonostante le decine di miliardi di euro spesi per la ricerca e le centinaia di
miliardi per i trattamenti, i dati degli istituti di statistica dì tutti gli
stati occidentali mostrano che le morti per cancro dal 1950 alla fine del secolo
sono continuamente e notevolmente aumentate.
Riunione del settembre 1994 del President's Cancer Panel: "Tutto
sommato, i resoconti sui grandi successi contro il cancro, devono essere messi a
confronto con questi dati" aveva detto Baílar, indicando un semplice grafico
che mostrava un netto e continuo aumento della mortalità per cancro negli Stati
Uniti dal 1950 al 1990. "Torno a concludere, come feci sette anni fa, che i
nostri vent'anni di guerra al cancro sono stati un fallimento su tutta la linea".
Chi è questo personaggio che esprime idee così eretiche, un naturopata? un
ciarlatano, come è stato definito Di Bella? Un guaritore che approfitta dei
poveri malati? Uno che non conosce le percentuali di guarigione? Risulta
difficile definire ciarlatano o incompetente, John C. Bailar III, insigne
professore alla Mc Gill University, uno dei più famosi esperti di epidemiologia
e biostatistica. Non parlava del resto ad una platea di sprovveduti; il
President's Cancer Panel è nato in conseguenza del National Cancer Act, un
programma di lotta contro il cancro, firmato dal presidente americano Richard
Nixon il 23 dicembre 1971 e per cui si sono spesi fino al 1994 ben 25 miliardi
di dollari. I dati relativi alla situazione della lotta al cancro vengono
forniti direttamente al Presidente degli Stati Uniti. La conclusione principale
di Bailar, con cui IMI (National Cancer Institute) concorda, è che la mortalità
per cancro negli Stati Uniti è aumentata del 7% dal 1975 al 1990. Come tutte
quelle citate da Bailar, questa cifra è stata corretta per compensare il
cambiamento nelle dimensioni e nella composizione della popolazione rispetto
all'età, cosicché l'aumento non può essere attribuito al fatto che si muore meno
frequentemente per altre malattie. I dati "grezzi" sono ancora più pesanti.
Esaminiamo altri dati e altre falsificazioni.
Gli
oncologi vanno dicendo che le possibilità di guarire dal cancro sono molto più
alte oggi, il 50 %, rispetto al 20 % del 1930. Se teniamo per buoni questi dati
(ma sappiamo che sono privi di fondamento), come mai allora le morti per cancro
sono spaventosamente aumentate negli ultimi 70 anni? Il fatto è che nel 1930 non
esistevano tutti i sofisticati mezzi di diagnosi e le campagne di
sensibilizzazione alla diagnosi precoce; pertanto il cancro veniva scoperto
tardivamente e così il tempo fra la diagnosi e il decesso era breve, se non
brevissimo. Oggi invece, poiché la diagnosi avviene spesso in tempi molto più
precoci, la morte arriva più tardi rispetto alla diagnosi stessa e più sovente
oltre i fatidici 5 anni!
Cito ancora la conclusione a cui sono arrivati ricercatori del Dipartimento di
genetica e di biologia molecolare dell'Università degli Studi
A fronte di un'efficacia nulla della chemioterapia e degli altri trattamenti, ben testimoniata dai risultati, vi è la terribile tossicità delle sostanze usate, tanto è vero che le autorità sanitarie hanno dovuto prendere drastici provvedimenti per salvaguardare la salute dei lavoratori addetti alla manipolazione e somministrazione di questi cosiddetti farmaci (medici, infermieri e farmacisti). Poiché la lista degli effetti collaterali è molto lunga, mi limito a darvi alcune delle caratteristiche tossicologiche in generale e di un paio di sostanze specifiche, prendendole da una pubblicazione dell'Istituto Superiore della Sanità.
Chemio in generale.
Tra una
ventina di effetti collaterali, troviamo: sterilità, aborti, malformazioni nei
figli, danni a cuore, fegato, reni, sistema nervoso e produzione di tumori
secondari (!!!). "Infatti, non solo essi sono in grado di innescare la
trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese
endogene contro l'insorgenza di neoplasie". Lo sanno anche loro che questa è
una pratica assassina; di questo non avevo dubbi.
Antraciclinici: "Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità nel 50 % dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni” .
Procarbazina:
"E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazioni nei figli, N.d.A.)
e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10 % di leucemia acuta, che
aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante'
Qual è la castroneria che sta alla base di questa orribile situazione? Nonostante nel corso dei decenni ci siano sempre stati molti pareri contrari, tutta l'oncologia oggi si basa su un'ipotesi (badate bene ' solo un'ipotesi), che non è mai stata dimostrata. Secondo questa tesi, il cancro si origina da una cellula che, per un danno genetico, comincia a proliferare all'impazzata. Senza a stare ad esaminare quanto sia attendibile da un punto di vista scientifico questa teoria, limitiamoci a riflettere sui risultati ottenuti su questa base negli ultimi 60 anni: zero. Nonostante il totale fallimento di questa teoria, nessuna voce contraria ha alcuna possibilità di essere ascoltata. Perfino la medicina non convenzionale ne è stata contagiata e, nonostante i suoi risultati sicuramente migliori, non ha trovato il bandolo della matassa.
Dott. Umberto Veronesi: Ministro della Sanità nel 2000,
sostenitore della depenalizzazione delle droghe leggere,
sostenitore dell'eutanasia e della cura chemioterapeutica.
I Bin Laden dell’oncologia
Quando la sifilide comparve
in Europa nel '500, i medici adottarono una cura radicale: l'amputazione del
pene a migliaia di disgraziati.
Oggi è facile capire il loro errore: presero la sifilide come una malattia «locale»,
e attaccarono là dove si manifestava la piaga luetica.
Erano scusabili, ignorando tutto delle affezioni batteriche e della spirocheta
che infettava l'intero organismo.
Oggi lo stesso errore - senza nessuna scusa - viene applicato nella «cura»
del cancro.
La chemioterapia e l'irradiazione presumono di aggredire «localmente»
il tumore, come se «il paziente fosse semplicemente il portatore occasionale
del suo tumore».
Mentre è ormai chiaro, persino agli oncologi di successo mediatico come
Veronesi, che il cancro è essenzialmente una malattia «sistemica» e «centrale»:
la cui causa va cercata nel «sovvertimento dell'omeostasi biologica
antiblastica e dei suoi molteplici meccanismi differenzianti, citoregolatori,
apoptotici, immunologici».
Sto citando passi da «Il Metodo Di Bella», scritto dal figlio, Giuseppe
Di Bella, che me ne ha fatto omaggio. (1)
Un libro francamente impressionante.
Scopro ad esempio che oggi in Italia - per decreto di Rosy Bindi - è
positivamente «vietato» ad un medico curare i pazienti oncologici con
metodo diverso dalla chemioterapia.
E' obbligatorio per legge trattarli con una terapia la cui inutilità nel casi
migliori, letalità nei peggiori, è comprovata oltre ogni dubbio da importanti
studi indipendenti.
Per esempio l'indagine condotta su 782.020 pazienti «curati» Inghilterra e in
Galles: a cinque anni dalla «cura» chemioterapica, ne erano morti
541.976.
Il 71%.
Gli attacchi alla terapia Di Bella puntavano alla sua inefficacia, al suo
aspetto di trattamento al massimo di «palliativo».
Personalmente, non so quanti successi possa vantare Di Bella: ma mi è chiaro che
la «cura», che fallisce nel 71% dei casi, andrebbe immediatamente
proibita, e non invece resa obbligatoria dai politici.
Peggio, è documentato che in certi casi, la mortalità è provocata non dal
cancro, ma dalla «cura»: sui bambini leucemici acuti, l'11% muoiono entro i 4 e
gli 11 mesi dalla chemioterapia, e a causa di essa.
La teoria scientifica
(se si può chiamare così) che conduce alla chemioterapia consiste infatti
nell'avvelenare l'intero organismo con sostanze velenose per le cellule
(cito-tossiche) nella speranza che le cellule malate, cancerose, muoiano «prima»
delle sane.
Mentre è noto agli stessi chemio-terapeutici che «i dosaggi capaci di
sterilizzare l'ammalato da tutte le cellule neoplastiche sarebbero letali prima
di raggiungere il 50% della dose efficace».
Dunque, i pazienti vengono trattati - per non ammazzarli a forza di veleno - con
dosi che gli stessi medici tipo Veronesi sanno «insufficienti».
Tant'è vero che la chemio viene regolarmente seguita dalla chirurgia, per
asportare - spesso insieme a parti essenziali del nostro organismo - le cellule
cancerose rimaste.
E' la versione moderna e «scientifica» dell'amputazione del pene.
Con la piena coscienza che per lo più le cellule cancerose asportate localmente
ricompaiono e tornano a proliferare, più rigogliose di prima, perché la
chemioterapia ha per sé effetti mutageni. Perché, appunto, il cancro non è una
malattia locale, ma centrale.
Che cosa vuol dire «centrale»?
Nel libro di Di Bella, scopro che si tengono continuamente nel mondo congressi
scientifici su un preciso tema: «The pineal gland and cancer» (Tubinga
1987), «European Pineal Society colloquium» (Sitges 1996) e così via.
L'attenzione degli scienziati veri (non dei Veronesi) è dunque attratta dalla
ghiandola pineale o ipofisi.
Si tratta della ghiandola più anatomicamente protetta del corpo: affondata
profondamente nel cervello, e racchiusa da una conchiglia ossea a forma di
mandorla. (2)
Essa ha natura doppia, da centauro: è per metà parte del cervello,
materiale neurale, e per metà ghiandola endocrina.
Che emette non uno, ma numerosi ormoni: in quantità minime, molecolari.
Questi ormoni scatenano a cascata l'azione delle grandi ghiandole endocrine
periferiche, dalla tiroide alle surrenali ai testicoli.
Insomma è la pineale che - dal centro del cervello - impartisce gli ordini per
affrontare le situazioni vitali: l'increzione del testosterone che presiede alla
eccitazione sessuale quando si avvicina la donna amata, lo scatenarsi di
adrenalina surrenale per affrontare situazioni di aggressione o di fuga, o di
prolattina per preparare all'allattamento.
Gli ordini della pineale nascono dal centro del cervello, dalla vita psichica
intesa nel senso più ampio.
Cartesio aveva visto in qualche modo straordinariamente giusto, quando additò in
questa ghiandola il «punto di unione» fra l'anima e il corpo, inteso
come una macchina.
Non si tratta dell'anima, ma della psiche sì: il mondo dei sentimenti e della
interpretazione degli eventi che ci accadono, il nostro vissuto.
L'effetto del «vissuto» nella sregolazione del sistema immunitario
dovrebbe essere comunemente noto.
Dopo la morte di una persona cara,
un fallimento negli affari o una sconfitta esistenziale è più facile ammalarsi
di qualunque malattia, dall'influenza al cancro.
Enzo Tortora sviluppò il tumore dopo l'ingiusto e clamoroso arresto, che visse
ovviamente come il crollo di tutte le sue prospettive vitali, di successo, di
carriera.
Esistono casi opposti.
Solgenitsin fu rilasciato dal gulag quand'era ormai terminale per carcinoma
gastrico: va a morire a casa, gli dissero i carcerieri sovietici.
Lo stesso giorno della sua liberazione ascoltò per radio la notizia della morte
di Stalin: il suo cancro scomparve, una remissione che Solgenitsin ha sempre
considerato come un dono del Cielo da ripagare con l'assunzione di un compito a
cui dedicare il resto di vita donatogli: «dire la verità» sull'impero
della menzogna comunista.
Un inglese, che mi pare si chiamasse Chichester, si vide diagnosticare il cancro
a sessant'anni: anzichè sottoporsi docile alla chemio, decise di dedicare quel
tanto di vita che gli restava a fare la cosa che aveva sempre desiderato, ma mai
potuto fare: esperto velista, intraprendere una traversata oceanica solitaria.
Ha guadagnato diversi record come navigatore, ha ricevuto il titolo di Lord, è
morto a ottant'anni. Non di cancro.
Ho il vago ricordo di un medico italiano, il dottor Moricca, che aveva una sua
cura palliativa contro i dolori del cancro: con un lungo ago, iniettava morfina
direttamente nell'amigdala della pineale, e alla fine iniettò alcol puro.
Così «euforizzata» la ghiandola centrale, otteneva non solo la
remissione dai dolori cancerosi (anch'essi misteriosamente atroci, «centrali»)
ma talora la riduzione delle masse tumorali, purtroppo solo in modo transitorio.
Moricca fu poi incarcerato per presunte malversazioni.
Della persecuzione giudiziaria e mediatica di Di Bella non è nemmeno il caso di
parlare.
La sua cura è stata fatta passare come quella di uno stregone che suscitava
false speranze.
Ora scopro che l'attività dell'ipofisi è inibita da una lunga e forte
illuminazione: l'ormone inibitore prodotto è la melatonina, responsabile
dell'abbronzatura ma anche della maturazione sessuale.
E la melatonina è parte del cocktail di farmaci del metodo Di Bella.
La pineale produce l'ormone della crescita (GH, Growth Hormone); Di Bella usava
nel cocktail la «somatostatina», l'inibitore del GH, ragionando che il
cancro proliferante è un fenomeno di crescita da contrastare.
Uno stregone?
Il diktat di Rosy Bindi cita
«la affermata mancanza di ogni fondamento scientifico documentato del metodo
Di Bella», affermata da enti ufficiali come la Commissione Oncologica, la
Commissione Unica del Farmaco, il Consiglio Superiore di Sanità.
In realtà, basta spulciare la letteratura medica in inglese per scoprire decine
di migliaia di rapporti (3), indipendenti e stranieri, che
segnalano chi l'efficacia della somatostatina, chi della melatonina, chi della
vitamina E ed A, della inibizione della prolattina (altro ormone pineale), chi
dell'uso combinato di queste sostanze nel contrastare il cancro.
E il cocktail Di Bella era appunto un mix mirato di queste sostanze.
Non posso dire, non essendo medico, quanto funzioni il metodo Di Bella nei
dettagli: ma nel complesso, è certo che è retto dalla teoria che la scienza sta
formando, la teoria sulla natura «centrale» e pineale del cancro, della
sregolazione dei finissimi processi del sistema immunitario e ormonale.
Nella letteratura scientifica seria, tali processi vengono più esattamente
definiti «neuro-immunitari», «neuro-ormonali», per indicare
come essi dipendano in ultima analisi, a cascata, dal sistema nervoso centrale e
spinale.
Ancor più precisamente, credo si dovrebbe parlare di sistemi «psico-immunitario»
e «psico-ormonale», per indicare meglio come la capacità e «attenzione»
del sistema immunitario nell'aggredire batteri e cellule «estranee» e
maligne sia governata, profondamente, dal vissuto psichico del paziente, conscio
e inconscio.
E' la tesi centrale del dottor Hamer, come noto.
Egli stesso colpito da cancro testicolare dopo la tragica uccisione del figlio,
colse la natura «simbolica» della sua patologia.
Quasi che l'organismo paterno urgesse a produrre una seconda nascita.
Il sistema immunitario-ormonale, nella sua cieca sapienza, preparava le gonadi
ad una seconda filiazione?
Per Hamer, l'organismo produce incessantemente, nella riproduzione cellulare
continua
(le cellule vecchie del corpo sono continuamente rimpiazzate da nuove), «errori»
di copiatura che sono potenzialmente tumori: ma di norma questi errori vengono
prontamente eliminati dal sistema immunitario, fagocitati, ordinatamente uccisi
con l'apoptosi, che non lascia residui marcescenti.
Ma quando l'uomo vivente è travolto da una situazione esistenziale disperata,
che lo prende «in contropiede» e di cui non vede lo sbocco, il sistema
immunitario sofferente per lo stress trascura i segnali, non sente più come «estranee»
le cellule sbagliate.
Stregoneria?
Io stesso ho avuto, personalmente,
un'esperienza simile: un neo sul torace che, in coincidenza con una mia
situazione esistenziale di chiusura, prese a crescere, mutar colore e
infiammarsi, comportarsi insomma come un melanoblastoma incipiente.
Il medico di base si preoccupò a vederlo, ordinò subito una biopsia.
Devo ringraziare la burocrazia sanitaria che mi diede appuntamento di lì a vari
mesi.
In attesa, cominciai a circondare il mio allarmante neo con un circolo fatto con
una penna a sfera rossa.
Ogni mattina ricalcavo il circoletto.
In poche settimane il neo divenne peduncolare, cessò di essere dolente, e infine
si staccò spontaneamente.
Ero stato semplicemente fortunato, di sicuro.
Ma l'idea me l'aveva data un caro medico, Luigi Oreste Speciani, forte
sostenitore della natura psichica-centrale del cancro, da gran tempo defunto.
A suo tempo l'avevo intervistato, e lui mi aveva parlato di metodi
apparentemente magici con cui certe fattucchiere rurali curavano la verruca:
malattia non grave, ma invalidante per certi mestieri (chi è colpito da verruca
non può, per esempio, fare il macellaio, per non infettare le carni), e malattia
che la medicina moderna non sa curare, perché è virale e dunque non risponde
agli antibiotici.
Le vecchiette sapienti ordinavano al verrucoso di raccogliere foglie di un certo
albero che presentassero analoghe verruche; tante foglie verrucose quante erano
le verruche presenti sul corpo del paziente; e di andarle a seppellire -
pronunciando formule, o preghiere - in un sentiero da cui non sarebbe mai più
dovuto passare.
Le verruche sparivano.
Secondo Speciani, il rituale serviva a suggestionare la psiche e, con ciò, a
richiamare l'attenzione del sistema immunitario su quelle escrescenze estranee,
in modo che le combattesse.
Naturalmente, Speciani aggiungeva che il cancro è ben più grave della verruca
virale, ben più profondo il dolore che esprime, ben più «centrale» e
ribelle alle cure.
Fece l'esempio dell'uomo che fu san Francesco.
Questo figlio di papà e ricco mercante che ad un certo punto non riesce a dare
più un senso alla vita che conduce, ricca agiata e cavalleresca, mostra tutti i
sintomi della più grave depressione.
Secondo Speciani, se avesse continuato quella vita, avrebbe sviluppato il
tumore.
Ma il medio evo cristiano offriva la via d'uscita a chi non sa più che farsi
della sua vita, che la sente come prigione soffocante: la via della rinuncia,
dell'affidarsi a Cristo, la liberazione.
Francesco si denudò in pubblico dei ricchi abiti datigli dal padre; oggi, questo
gesto l'avrebbe portato al trattamento sanitario obbligatorio (TSO), al reparto
psichiatrico del Pronto Soccorso. Invece, il vescovo lo coprì con il suo
mantello.
Francesco non ebbe il cancro; ebbe le stigmate, che sono il segno di ben altra
nascita.
Speciani era convinto che troppi
uomini, nel borghese mondo moderno, continuano a
tirare avanti con modi di vita che intimamente vivono come vicoli chiusi e senza
sbocco, per un borghese senso del dovere che è disperazione.
E che l'esponenziale crescita dei tumori nella modernità fosse dovuto a questo.
La cultura corrente, secolarizzata e materialista, ci intima di continuo che la
sola plausibile felicità è nel benessere, nelle ricchezze e nei godimenti che
Francesco rifiutò; che non c'è altro da cercare. Che è inutile cercare «lo
scopo della mia vita», dato che tutto l'universo è un cieco macchinismo
senza scopo né significato alcuno.
Che non c'è «liberazione» estrema, possibile solo verso l'alto,
tornando ad «essere se stessi».
«Conosci te stesso» - ossia fa finalmente con coraggio quello che vuoi
«tu», non quel che vuole per te la società corrente, il ruolo che ti ha
assegnato, la pubblicità o il comune sentire imperante - è la prima terapia per
Speciani.
Ma se il «conosci te stesso» ti urge verso l'alto, quella strada è
chiusa.
Non è prevista.
Non è insegnata se non come «sacrificio»,
assurdo, irrazionale, in fondo, folle. (4)
Il «tu» profondo, tacitato, cerca una cieca via d'uscita
nell'organico, nell'uomo incarnato che è corpo-anima: la rinascita impedita
viene intrapresa, dal cieco-sapiente sistema immunitario, con una tentata «rinascita»
corporale, la formazione di un nuovo embrione, di un feto abnorme.
Esso lascia che le cellule comincino a moltiplicarsi tutte eguali - esattamente
come fa la natura nelle prime fasi embrionali, quando il futuro essere umano è
solo un grumo di cellule non ancora diversificate, una blastula, una morula - e
questa rinascita, è cancro.
Una rinascita profondamente voluta da tutto l'essere, ma solo intrapresa per la
via sbagliata: la carne, anziché lo spirito.
Diceva Speciani: «Non sapremo mai quanti cancri sono evitati da una buona e
profonda confessione col prete, dal pregare e dal perdonare, dal sereno
affidarsi a Dio, dal 'sia fatta la Tua volontà'».
Non so se avesse ragione.
Non so quante guarigioni possono statisticamente vantare Di Bella e Hamer.
Ma so che se avrò il cancro, rifiuterò la chemio.
E prima, proverò la loro «stregoneria», che è aperta all'ascolto
profondo della psiche.
In ogni caso, non peggiorerà la mia situazione.
Rosy Bindi, le case farmaceutiche che dalla chemioterapia obbligatoria
guadagnano profitti enormi, e Veronesi, questo amputatore di peni (o di
mammelle, pancreas, fegati, polmoni) mi sembrano sempre più i bin Laden
dell'oncologia: ossia che deliberatamente avvelenano decine di migliaia di
pazienti, e non perché credano che la loro terapia funzioni ed abbia valide basi
scientifiche - lo sanno, anche loro conoscono la letteratura medica sulla
pineale - ma per mantenere il loro potere e lucro.
Come Bush, sono pronti ad ammazzare i
loro concittadini a migliaia nelle Twin Towers
della farmacopea, per continuare ad affermare un materialismo semplicistico a
cui devono il loro potere.
Questo semplicismo è, tra l'altro, l'estremo effetto collaterale del darwinismo:
se infatti si crede che l'uomo ed ogni essere vivente sono frutto del cieco
caso, è ovvio che si sottovaluti il finalismo sapiente dei processi immunologici.
Questi processi così raffinati e così olistici - che ci mantengono sani non «localmente»,
ma nella integralità del composto psiche-corpo - non sono opera del caso.
Ogni secondo, ogni ora, governati dal «centro»
della pineale (5), essi controllano la «funzionalità di
tessuti, parenchimi, endoteli, crasi ematica, dinamica midollare»,
preservano «l'integrità delle membrane cellulari, nucleari, del citosol e
del carisol dai processi ossidativi», sui «canali ionici» e sui «recettori»:
tutta la raffinata complessità molecolare infinita e precisissima della
funzione vitale, a livello ultramicroscopico, e che meraviglia chiunque;
chiunque non si sia volontariamente ridotto al grossolano meccanicismo
evoluzionista.
Ovviamente, costoro interferiscono con mezzi brutali e grossolani - veleno
chimico, estirpazione chirurgica, fuoco radiattivo - su affezioni che credono,
grossolanamente, locali e altrettanto brutalmente meccaniche.
Che il cancro possa essere un grido proveniente dal centro dell'anima disperata,
non lo considerano «scientifico».
Ed è ovvio che costoro non si appellino alla scienza, ma al potere: il potere
omicida dei nostri politicanti, che emana a loro favore leggi omicide.
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Note
1) Giuseppe Di Bella, «Il Metodo Di Bella», II
Edizione.
2) La mandorla (amigdala) è un potente simbolo primordiale,
attestato non solo dalle selci amigdaloidi dell'uomo neolitico. Nella tradizione
ebraica, il seme da cui il corpo rinascerà nella resurrezione è contenuto in un
durissimo osso imputrescibile chiamato Luz (mandorla) e immaginato posto alla
base della spina dorsale, dove i Tantra indiani pongono kundalini. Luz è anche
il nome antico di Bethel, il luogo in cui «Dio apparve a Giacobbe» che
dormiva con la testa su una pietra sacra, e dove vide in sogno la scala
ascendente verso il cielo. La Vergine è spesso ritratta dentro una forma
amigdala.
3) Una ricerca effettuata nel 2004 sul sito della National
Library of Medicine (www.nlm.nih.gov)
ha trovato oltre 35 mila pubblicazioni su questa linea di ricerca: 318
sull'effetto della melatonina nella terapia tumorale, 1.582 sui retinoidi
(vitamina A), 819 sulla vitamina E, 2.817 sulla somatostatina in oncologia,
1.504 sulla bromocriptina, un altro inibitore dell'ormone della crescita.
Veronesi probabilmente non ha tempo di spulciare tale letteratura (deve andare
in TV) ma i suoi allievi lo fanno sicuramente.
4) Singolare il rapporto fra tumore e follia: gli schizofrenici
sono esenti da tumore, non sviluppano mai il cancro. Quasi che la malattia
centrale si manifestasse nello psichico anziché nell'organico.
5) Speciani parlava di un «Organizzatore», di un
invisibile ingegnere che detiene i disegni e i lucidi della costruzione del
corpo, e sorveglia la rigorosa applicazione del programma ingegneristico.
L'embrione, inizialmente si comporta come un cancro - proliferando cellule tutte
uguali a se stesse. Ma ben presto le cellule cominciano a diversificarsi per
diventare fegato, pancreas, unghie, endoteli, epiteli… per Speciani il processo
«normale» è il primo, la proliferazione cancerosa (che è il modo in cui
si moltiplicano i microrganismi unicellulari, le colonie batteriche); il
processo di diversificazione non è normale, non è statisticamente ciò che deve
avvenire.
E' un processo governato da qualche intelligenza che «ha i lucidi»
dell'organismo compiuto.
APPROFONDIMENTO
Sito ufficiale dello staff di Di Bella
La Nuova
Medicina del dr. R.G. Hamer
La scienza del corpomente
Ridare dignità al malato non significa rinunciare alla dignità della scienza. Anzi, dall’analisi che segue, sembra vero il contrario. Mi rendo sempre più conto che è bene essere dalla parte della minoranza dato che è sempre la più intelligente. (Goethe)
Il lato oscuro dell'oncologia: pericoli e costi
Ci hanno sempre insegnato che
la cura principale dei tumori è la chemioterapia, cioè terapia a base di
sostanze chimiche. Si sono però dimenticati di dirci che queste sostanze di
sintesi sono dei veri e propri veleni.