MAGGIO

IL MESE DEDICATO ALLA

MADRE DI DIO

BREVE VIAGGIO NEI SANTUARI INDIANI

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

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VIRTUALE DELLA BASILICA

La Basilica indiana di Vailankanni, la Lourdes d'Oriente

 

 

Kannikà Mariam, la Vergine Maria regina dell’India

Fonte web

L'India è un Paese da percorrere attraverso le emozioni della tradizione e dei grandi nomadi dell’avventura e della spiritualità d’Occidente: dalla visita, ancora nel 1293, del francescano Giovanni da Montecorvino a Marco Polo, e da Vasco de Gama al gesuita Francesco Saverio; oppure da scoprire in pagine immortali di scrittori indigeni.

Non è facile farsi un’idea precisa dell’India; e anche quando a noi occidentali pare di capirne qualcosa, ci sfugge forse ciò che più conta: l’anima profonda di questo immenso Paese asiatico. Un Paese che meglio si direbbe subcontinente: una grande Nazione, dagli aspetti complessi e misteriosi. Al punto che, percorrendola in lungo e in largo, si trovano nello spazio di qualche centinaio di chilometri popolazioni diverse, con proprie forme di cultura, di religiosità, di lingua e di modi di vivere.

Ma vogliamo soffermarci soprattutto sul Kerala; sia per sottolinearne il grande fervore religioso, tanto fra gli indù che fra i cristiani (che sono circa il 20% di una popolazione di quasi 30.000.000 di abitanti), sia per scoprire in questi ultimi una ben radicata devozione alla Madonna, salutata con l’appellativo usuale di Kannikà Mariam: la Vergine per eccellenza, Maria.

 


Il santuario-basilica Nostra Signora della salute di Vailankanni, conosciuto come

la "Lourdes d’Oriente". Apparizioni e miracoli di guarigioni hanno

caratterizzato, fin dal XVI secolo, questo luogo sacro.

 

Del resto, il Kerala è lo Stato più cristianizzato dell’India, il subcontinente asiatico le cui ricchezze spirituali, la grande religiosità e la devozione mariana, sentita anche fra i non-cristiani, sono segno di sicura speranza per l’avvenire di queste popolazioni.

È un omaggio dovuto a questa terra di "missionarietà di ritorno", nel senso che da diversi anni ormai non siamo più noi cristiani d’Occidente ad andare in missione in India, ma sono suore e sacerdoti indiani, per lo più keralesi, che vengono a compensare le nostre povertà vocazionali, in Italia come in tanta parte del mondo occidentale.

Chi è stato nel Kerala sa molto bene come in ogni casa dei cattolici ci sia un altarino dedicato alla Madonna, adornato di fiori e di luci che si accendono durante la recita quotidiana del santo rosario, specialmente nei mesi di maggio e di ottobre. Devozione familiare al punto che ogni sera il padre di famiglia, circondato da tutti i congiunti, compresi i figli grandi e sposati che si aspetta tornino dal lavoro, intona il rosario. Dopo le litanie, il capofamiglia chiede alla Vergine la benedizione sulla sua casa e propone un fioretto da compiere in onore della Madonna.

Nelle parrocchie, alla recita del rosario segue la benedizione eucaristica, come da noi accadeva anni addietro. Così si ricordano con nostalgia i tempi della nostra civiltà contadina: anni di grandi sacrifici e povertà, ma sicuramente anche tempi di fede più grande e di maggiore devozione alla Madonna; e in Kerala, per chi ci è stato, questo è un sentimento che scava dentro, facendo davvero rimpiangere tempi ormai perduti...

Personalmente, non dimenticherò mai quanto mi capitò a Karumkulam, nell’estremo Sud del Kerala, sull’Oceano indiano. Ho incontrato in un poverissimo villaggio di pescatori assistiti dalle Suore del Cottolengo due ragazzini, tanto dignitosi. Baiju Thomas, il più grandicello, non ha chiesto di avere qualche rupìa o un qualsiasi aggeggio delle nostre abitudini occidentali, ma se avevo una corona del rosario da regalargli. Non avevo in tasca la mia corona; e così, mortificato per non averlo potuto accontentare, mi sono chiesto quando mai, nei nostri Paesi cristiani d’Occidente, un ragazzo di dieci-undici anni ti avrebbe domandato in dono una corona del rosario…

 


Un’immagine di Nostra Signora della salute venerata

nel bel santuario-basilica di Vailankanni.

 

Ci sarebbe da indulgere al folklore, se ci si fermasse a guardare gli spericolatissimi taxi che sfrecciano con incredibile sicurezza per le strade, dove magari circolano pure mucche ed elefanti e sugli alberi e sui tetti delle case si arrampicano le scimmie. «Ma perché», chiedo meravigliato, «le mucche per le strade? Non sono un pericolo, almeno per gli automobilisti?». «Sì», è la risposta disarmante del mio accompagnatore; «ma la strada è di tutti, perché siamo tutti creature di Dio…».

Effettivamente, viaggiare in India significa percorrere strade dove la gente vive in modo diverso dal nostro; e quindi bisogna essere preparati ad emozioni forti, uniche, che affascinano e nello stesso tempo invitano a riflettere.

Il santuario di Vailankanni, la piccola "Lourdes d’Oriente"

Vailankanni è una cittadina dell’India, con circa 6.000 abitanti, situata sulle coste del Golfo del Bengala, 250 km a sud della città di Madras, nello Stato di Tamil Nadu, nel sud dell’India. La tradizione che qui ha dato origine al santuario di Nostra Signora della salute risale al XVI secolo, quando a un piccolo lattaio indù apparve la Madonna mentre riposava sotto un albero, chiedendogli un po’ di latte per il suo Bambino. Il ragazzo glielo diede, poi proseguì per la sua strada. Arrivato a casa del cliente, chiese scusa del ritardo e del latte che mancava; ma, controllando meglio il recipiente, si accorse che non mancava niente. Incuriosito del racconto del ragazzo, questo signore, lui pure indù, volle recarsi al laghetto dove la Madonna era apparsa e qui assistettero tutti e due a una nuova apparizione della Vergine.

Il fatto si diffuse tra la comunità cattolica vicina che chiamò quel laghetto Matha Kalum, cioè: Laghetto di Nostra Signora. In seguito ad altre apparizioni e conseguenti miracoli di guarigioni, la piccola cappella costruita nel frattempo venne detta dell’Arokia Matha, cioè: della Madre della salute.

 


Un suggestivo clic. Riproduce il santuario-basilica

Nostra Signora della salute di Vailankanni.

 

La statua-simbolo del santuario di Nostra Signora della salute mostra la Madonna vestita nel caratteristico sari indiano, per farla sentire proprio "indiana", nei tratti somatici come nell’abbigliamento.

In una terra dall’antica e profonda religiosità come l’India, questo santuario dedicato alla Madre di Dio è veramente un punto di incontro per fedeli appartenenti alle più diverse confessioni religiose; ed è un magnifico esempio di possibile armonia e concordia fra popoli di differenti fedi religiose del mondo.

Vailankanni, infatti, non attira soltanto i pellegrini indiani di fede cattolica, ma anche tantissimi seguaci di altre religioni, in particolare indù, che vedono nella Madonna della salute la madre premurosa e compassionevole dell’umanità sofferente.

Vailankanni è perciò conosciuta affettuosamente come la "Lourdes d’Oriente" perché, proprio come accade a Lourdes in Francia, tanti pellegrini visitano il santuario durante l’anno, pregano Nostra Signora della salute per i loro più svariati bisogni, e poi vengono a ringraziarla per i favori strappati dalla sua materna intercessione a Gesù, il Divino Taumaturgo, che è venuto perché tutti «abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).
   

FOTO GALLERY DEL SANTUARIO

 

 

Altri luoghi di culto mariano in India

 

Il santuario di Nostra Signora del monte a Bandra, quartiere della città

di Mumbay. È il più antico santuario mariano dell’India, e vi convergono ogni

 anno centinaia di migliaia di pellegrini, spesso anche di altre fedi religiose.

 

1) Santuari del Goa e del Maharashtra

Sia pure meno noti del santuario di Vailankanni, esistono in India diversi altri santuari dedicati alla Vergine, visitati da fedeli di tutte le confessioni religiose, non soltanto dai cattolici o dai cristiani.

Benché sia il più piccolo degli Stati meridionali dell’India, il Goa è anche una delle mete turistiche più rinomate del Paese, e offre molti spunti d’interesse sotto il profilo storico, geografico e culturale.

A noi qui interessa sottolineare il fatto che il più importante luogo di culto dello Stato di Goa è, a Panaji, la chiesa di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione, un solenne edificio bianco del 1541 che si erge sopra la piazza nella parte principale della città. Panaji era il primo scalo per le navi provenienti da Lisbona; quindi i marinai portoghesi colonizzatori venivano in questa chiesa-santuario a rendere grazie alla Vergine per riuscita del viaggio, prima di proseguire verso l’interno, per l’Old Goa.

Fra l’altro, sempre nella costa del Ghati occidentale, a due km da Malpe Harbour, c’è un’isoletta chiamata Mary’s Island, che si pensa sia stato il primo approdo di Vasco de Gama in India, il grande colonizzatore che volle così dedicare alla Madonna la nuova terra di conquista.

Più a nord, a Mumbay, capitale dello Stato del Maharashtra, ci sono sei santuari mariani, tra cui quello di Nostra Signora del monte a Bandra, un quartiere storico della megalopoli indiana, che si ritiene il più antico di tutti i santuari mariani dell’India.

 


La chiesa di Nostra Signora dell’Immacolata

 Concezione a Panaji, nello Stato di Goa.

 

In uno di essi si fa la novena detta "perpetua" alla Madonna del perpetuo soccorso. Ogni mercoledì circa 70.000 persone vengono per la novena, e la maggioranza di esse sono non-cristiani, poiché i cattolici fanno la novena nelle proprie parrocchie. Questi non-cristiani affermano che sono fortemente attratti alla Madonna perché sentono il suo affetto materno e perché ella si presenta con un aspetto di bontà e porta un bambino sul braccio; ciò che intenerisce qualsiasi donna. Durante la novena ci sono l’adorazione eucaristica e un momento di istruzione religiosa sulle verità della nostra fede.

I non-cattolici partecipano a tutta la cerimonia con profonda devozione, cantano i nostri canti, recitano le nostre preghiere, e vanno a casa contenti di aver ricevuto la benedizione di Gesù nel Santissimo Sacramento.

In un’altra località, Korlai, c’è una cappella dove è venerata una statua della Madonna portata dai portoghesi 500 anni orsono: il popolo la venera tuttora con il titolo originale portoghese Mãe de Deus (Madre di Dio).

La guardiana del santuario è una donna ebrea che si dice fiera di essere custode della Madonna che le ottenne la grazia di un bambino dopo molti anni di matrimonio. Dice che tutti i componenti della cittadina: indù, musulmani, cristiani, ed altri, vivono in perfetta armonia, poiché tutti venerano la Madonna come loro patrona. In occasione di qualche importante ricorrenza, sia familiare, religiosa o comunitaria – ad esempio, un matrimonio, una festività religiosa, l’inizio di qualche nuova opera, ecc. – gli interessati si portano ai piedi della Madonna per affidare alla sua protezione quanto si sta per compiere.
   

2) Santuario Lourdu Matha di Gunadala

La diocesi di Vijayawada, situata nell’Andhra Pradesh, custodisce uno dei più celebri luoghi di culto mariani della penisola indiana: il santuario di Gunadala Lourdu Matha. Questo santuario si rifà alla tradizione mariana di Fatima, di Lourdes e di Vailankanni insieme; e negli anni è stato teatro di grazie e di guarigioni miracolose. A rendere omaggio alla Vergine arrivano devoti e pellegrini da ogni angolo della regione dell’Andhra Pradesh.

La festa del santuario di Gunadala si celebra il 9, il 10 e l’11 febbraio, in coincidenza con l’apparizione della Vergine a Lourdes. Nel corso delle tre giornate sono centinaia di migliaia i pellegrini che visitano la statua della Madonna e seguono le diverse funzioni religiose fra preghiere e canti officiati dal Vescovo di Vijayawada e dai sacerdoti. Il momento più significativo si ha alla chiusura della festa, la sera dell’11, quando si tiene una speciale processione con il Santissimo Sacramento e benedizione degli ammalati, proprio come a Lourdes.

 

Il santuario Lourdu Matha di Gunadala, le cui origini risalgono al 1923.
Il santuario Lourdu Matha di Gunadala,

le cui origini risalgono al 1923.

 

Le origini di questo santuario risalgono al 1923, quando padre Pezzoni, missionario italiano del Pime, ottiene dal governo locale 25 acri di terra ai piedi della collina di Gunadala e apre una scuola per orfani. Padre Arlati, primo direttore dell’istituto, amplia le costruzioni e inaugura ufficialmente l’orfanotrofio il 15 giugno del 1924. L’anno successivo padre Arlati apre un sentiero sulla collina e colloca una piccola statua della Madonna in una nicchia: è l’inizio della devozione pubblica a Maria fra gli abitanti della regione. In breve tempo, grazie all’opera di fratel Bertoli, un missionario laico, viene aperto un sentiero tortuoso che porta alla grotta. Così la festa della Madonna di Lourdes diviene occasione di festa anche per gli abitanti e per le istituzioni della Chiesa cattolica locale.

Nel corso degli anni si sono diffuse tradizioni legate al culto della Vergine di Gunadala: la più celebre è l’offerta dei capelli da parte dei pellegrini, una pratica tipica della tradizione indù e assai diffusa nei templi dell’Andhra Pradesh. Durante i tre giorni di festa mariana gli studenti di teologia offrono una ciocca di capelli a simboleggiare il sacrificio della loro bellezza, imitati da numerosi fedeli. Altri pellegrini offrono fiori e noci di cocco, frutto di questa terra, alla Vergine Santa.

Ovviamente, tanti altri santuari mariani, piccoli e grandi, costellano i diversi Stati dell’India; senza contare che tante parrocchie sono dedicate alla Vergine Maria, e le chiese parrocchiali – molto frequentate dalla religiosissima popolazione cattolica del subcontinente asiatico – hanno le caratteristiche di veri e propri santuari.

Davvero, non è fuori luogo chiamare pure l’India terra della Kannikà Mariam, della Vergine Maria, regina dell’India. 

 

Cartina topo-geografica dei santuari dell’India

Cartina topo-geografica dei santuari dell'India.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

SANTUARI MARIANI NEL MONDO

 

SANTUARI MARIANI D'EUROPA

 

SANTUARI MARIANI D'ITALIA

 

MISTERI DEL SANTO ROSARIO

 

LITANIE LAURETANE