INFLUENZA SUINA CREATA
IN LABORATORIO?
L'OMS NEGA MA IL DUBBIO RIMANE E
SI ASPETTA L'AUTUNNO CON TIMORE
(cura di Claudio Prandini)
Ciò che rende differente l’A/H1N1 rispetto ad altre forme di virus che mutano rapidamente all’inizio, poi rallentano la mutazione e infine si fermano completamente, ‘la nuova’ o, come viene chiamata in maniera errata, ‘influenza suina’ non sta ancora mostrando segni di rallentamento del suo ritmo di mutazione e ciò, secondo gli scienziati, preoccupa perché vorrebbe dire che l’A/H1N1 è stato generato sinteticamente, in quanto in natura questo non accade. |
INTRODUZIONE
Il virus dell'influenza H1N1 è stato
creato in laboratorio
La notizia che il virus dell’influenza H1N1, all’origine dell’infezione virale partita dal Messico, con circa 300 casi mortali e poi diffusasi nel resto del mondo sarebbe nato in laboratorio, non si sa se per errore o come ricerca di un arma biologica, sta facendo il giro del pianeta.
Il sospetto, o meglio le tracce di questa presunta manipolazione umana, le ha ravvisate il Professore Adrian Gibbs, 75 anni che da Canberra in Australia, ha inviato all’OMS tutta la documentazione in proposito e ha rilasciato un intervista a Bloomberg Tv...
Secondo Gibbs, la fuga del virus da un laboratorio, potrebbe essere la spiegazione più semplice per come poi è avvenuta la mutazione e per la velocità con cui si è diffuso...
IL GIALLO DEL VIRUS DELL'INFLUENZA SUINA
FEBBRE SUINA - VIRUS CREATO IN LABORATORIO?
LA STORIA DEL VIRUS SINTETICO H1N1
E UN FUTURO NON PROPRIO ROSEO
La storia dell’estrazione del materiale
genetico dai cadaveri delle vittime del virus dell’influenza spagnola del 1918
che furono sepolti nel permafrost artico è in parte ‘X-files’ e in parte
‘Jurassic park’.
Dopo una missione senza successo del 1951, che coinvolse degli specialisti
statunitensi della guerra biologica, per estrarre materiale genetico
dell’influenza spagnola del 1918 da un cimitero nel paese di Inupiat Eskimo a
Brevig Mission, in Alaska, gli scienziati fecero una altro tentativo, che si
risolse con un successo, nel 1997.
Il dottor Johan Hultin, dell’Università statale dell’Iowa, estrasse con successo
del materiale genetico dal cadavere di una obesa di circa 30 anni che morì a
causa dell’influenza spagnola del 1918, insieme all’85 percento degli abitanti
di Brevig Mission (rinominata Teller Mission nel 1918). La pandemia uccise
almeno cinquanta milioni di persone nel mondo.
Una volta che il materiale genetico fu ottenuto dai polmoni, dalla milza, dal
fegato, e dal cuore del cadavere della donna di Eskimo gli scienziati, in una
scena che ricorda il film fantastico ‘Jurassic Park’, in cui il materiale
genetico prelevato da dinosauri estinti viene utilizzato per riportare le
creature in vita, ricrearono l’influenza spagnola del 1918, scomparsa da molto
tempo, in un laboratorio finanziato dal governo statunitense. Gli organi della
donna vennero tagliati in cubi da un pollice e spediti all’Istituto di Patologia
delle Forze Armate a Rockville, nel Maryland, dove il materiale genetico RNA del
virus fu identificato e l’influenza spagnola del 1918 fu riportata in vita con
successo.
La ricerca dei corpi congelati delle vittime dell’influenza del 1918 non fu
limitata all’Alaska. Un altro team di scienziati, agendo come ‘Igor’ del dottor
Frankenstein, si proposero di scavare le tombe dei minatori che morirono di
influenza nel lontano villaggio minerario norvegese di Longyearbyen, a
Spitsbergen, che si trova a nord del Circolo Polare Artico.
Il WMR ha appreso da uno scienziato ricercatore che ha lavorato alla ricreazione
dell’influenza del 1918 che il materiale genetico è stato ricostruito per creare
sinteticamente ciò che è ora conosciuto come virus A/H1N1 o, come lo chiamano i
Centers for Disease Control [Centri per il Controllo della Malattia, ndt] (CDC),
‘la nuova influenza’.
L’influenza A/H1N1, che contiene materiale genetico ricavato da due specie di
influenza suina, due specie di influenza umana e una specie di influenza
aviaria, ha infettato fino al 13 maggio, secondo l’Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS), un totale di 4880 persone nel Nord America: 2059 in Messico, 2535
negli Stati Uniti e 286 in Canada. Sono stati registrati 56 casi di morte a
causa dell’influenza in Messico, tre negli Stati Uniti e uno in Canada.
Il WMR ha appreso da un ricercatore del virus A/H1N1 che l’attuale ‘nuova’ forma
di influenza sta mutando rapidamente negli umani ma nessun animale ha contratto
il virus. L’enzima nell’A/H1N1, così come tutti i virus dell’influenza A, viene
chiamato polimerasi. Gli scienziati hanno calcolato che l’orologio molecolare
della forma A/H1N1 è rappresentato dal tasso di polimerasi presente nel virus. A
causa del rapido mutamento del virus e del fatto che, diversamente dal 1918 i
trasporti globali rapidi sono oggi la norma, gli scienziati prevedono che tale
orologio molecolare del virus A/H1N1, associato ai trasporti moderni, significa
che quasi tutte le nazioni del mondo avranno a che fare con uno scoppio del
virus A/H1N1 entro i prossimi mesi.
Ciò che rende differente l’A/H1N1 rispetto ad altre forme di virus che mutano
rapidamente all’inizio, poi rallentano la mutazione e infine si fermano
completamente, ‘la nuova’ o, come viene chiamata in maniera errata, ‘influenza
suina’ non sta ancora mostrando segni di rallentamento del suo ritmo di
mutazione e ciò, secondo gli scienziati che si preoccupano che l’A/H1N1 sia
stato generato sinteticamente, non accade in natura.
Nel 2006, durante un summit a Cancun, in Messico, il presidente George W. Bush,
il Primo Ministro canadese Stephen Harper e il presidente messicano Vicente Fox
si accordarono affinché le loro nazioni si coordinassero per rispondere
all’influenza aviaria, che si stava diffondendo in Asia. La Radio Pubblica
Nazionale, il 2 aprile 2006, trasmise un pezzo su come l’influenza degli uccelli
devastò Brevig Mission nel 1918. L’edizione del weekend della RPN trasmise un
servizio da Brevig Mission, curato da Lori Townsend dell’Alaska Public Radio:
“La tomba è stata aperta due volte dallo stesso patologo. Nel 1951 Johann Hultin
convinse gli anziani del villaggio a concedergli di prelevare dei campioni di
tessuto dai corpi sepolti nel permafrost. I suoi tentativi in laboratorio di
mappare il virus rimasero senza successo, ma egli ritornò nel 1997, e gli fu
concesso ancora una volta il permesso di riaprire la tomba”.
Il WMR ha appreso da un giornalista di Anchorage che coprì l’esumazione della
tomba nel 1997 che c’era del personale della CIA assieme al team degli
scienziati. Gli anziani di Brevig Mission lamentarono che scavare le tombe delle
vittime dell’influenza avrebbe liberato gli spiriti del male. Tuttavia, il
denaro presumibilmente cambiò le cose tra il team di ricerca del governo
statunitense e alcuni degli anziani, così il permesso di scavare le tombe fu
garantito.
NPR e Alaska Public Radio hanno riportato che ciò che fu estratto dal cadavere
della vittima dell’influenza del 1918 era il virus H5N1 dell’influenza aviaria,
ma si sbagliavano. Oppure no? Se ciò che fu estratto dal corpo della donna morta
di Brevig Mission fosse stato utilizzato per creare sinteticamente l’attuale
virus A/H1N1, ci sarebbe una specie di influenza aviaria nel virus. Ma l’attuale
virus A/H1N1 contiene anche specie di influenza umana e suina.
Il ricercatore ha affermato che il virus originale del 1918 era il virus H1N1.
Durante il lavoro in laboratorio, condotto al livello 3 di biosicurezza (BSL-s),
che fu in gran parte dichiarato riservato, il virus fu artificialmente combinato
con il comune H3N2 e un filamento più piccolo di gene prelevato dalla specie
H5N1 dell’influenza aviaria eurasiatica.
L’influenza aviaria, o virus H5N1 che colpì l’Asia nel 2006, conteneva alcune
mutazioni genetiche del virus del 1918. E gli scienziati che compiono ricerche
sulle specie di influenza pandemica hanno giocato, fin dalla ricreazione
dell’influenza del 1918, velocemente e ampiamente con i campioni di influenza.
Il 17 aprile 2005, il Washington Post riportava che Meridian Bioscience, che era
sotto contratto con il Collegio Americano dei Patologi, distribuì
accidentalmente la specie H2N2 di influenza pandemica giapponese, come parte di
un kit di test sull’influenza, ai laboratori dell’influenza del mondo. L’OMS
ordinò ai laboratori di distruggere immediatamente il campione dell’influenza
perché era preoccupata da una possibile accidentale liberazione del virus
pandemico, che avrebbe avuto come conseguenza una crisi sanitaria globale. Nel
1957 l’H2N2 uccise un milione di persone nel mondo.
L’articolo del Post, di Wendy Orent, affermava che gli scienziati stavano
lavorando al fine di creare una specie artificiale del virus del 1918: “[Gli
scienziati] possono combinare alcuni geni del 1918 sia con specie di laboratorio
che sono state adattate a crescere nei topi, i quali normalmente non contraggono
l’influenza umana, o con specie di ordinaria influenza umana per produrre nuove
specie artificiali. In seguito il ricercatore infetta i topi con la sua nuova
specie. Si sa già che le specie che utilizzano tre geni del 1918 uccidono i
topi”.
Lo stesso articolo del Post cita Peter B. Jahrling, il capo degli scienziati
all’Istituto Nazionale delle allergie e delle Malattie Infettive, riguardo il
pericolo rappresentato dalla ricerca per la ricreazione del virus. Jahrling
affermò che lo studio si poteva paragonare “alla ricerca di una fuga di gas con
un fiammifero acceso”. L’articolo prosegue: “Ciò che preoccupa Jahrling e Brown,
tra gli altri, è che gli esperimenti che coinvolgono i geni del 1918 non vengono
eseguiti sotto il più alto livello di biosicurezza, il BSL-4. Mentre la maggior
parte degli scienziati utilizzano quelle che sono conosciute come condizioni
BSL-3 plus, o perfino superiori, essi non utilizzano tute spaziali, docce
chimiche o stanze a prova di fuga di gas durante il loro lavoro”.
Infine, l’articolo contiene un duro avvertimento riguardo la ricostruzione
dell’influenza del 1918 al laboratorio militare di Rockville, ricerca condotta
dal dottor Jeffery Taubenberger. L’articolo afferma: “Perfino più preoccupante
potrebbe essere ciò che succede quando Taubenberger pubblicherà le tre sequenze
di geni rimanenti. Allora l’intera influenza del 1918 potrebbe essere costruita
da zero da chiunque ne abbia le sufficienti risorse e conoscenze, e ovunque. E’
abbastanza plausibile che la resuscitata influenza del 1918 possa un giorno
essere utilizzata come agente bioterroristico”.
In un articolo di Jamie Shreeve del New York Times del 29 gennaio 2006,
intitolato ‘Perché ravvivare un virus dell’influenza morto?’, è riportato che
all’influenza del 1918 è stata ridata vita con successo. L’articolo afferma. “In
ottobre, un team di scienziati, tra cui [Terrence] Tumpey [del CDC], ha
annunciato di aver ricreato l’organismo estinto dal suo codice genetico –
essenzialmente lo scenario vissuto nel film ‘Jurassic Park’, quantunque in scala
più piccola. Nel film, il ravvivamento dei dinosauri compiuto autonomamente
dagli scienziati conduce al caos e alla morte… Quanto è pericoloso il virus del
1918 per la popolazione attuale? Il suo codice genetico si trova ora in database
pubblici, dove altri ricercatori possono scaricarlo per condurre esperimenti.
Alcuni scienziati dell’Università del Wisconsin e il Laboratorio Internazionale
di Microbiologia del Canada hanno già collaborato per ricostruire il virus
partendo dalla sequenza pubblicamente disponibile. Quanto sarebbe facile per un
bioterrorista sfruttare le stesse informazioni per fini malevoli?”
L’articolo descrive minuziosamente come fu estratto il materiale genetico del
1918 e chi lavorò al progetto: “La resurrezione del virus dell’influenza del
1918 fu uno sforzo compiuto da un team comprendente le risorse del CDC di
Atlanta, un oscuro laboratorio militare per le patologie fuori Washington, uno
stimato gruppo di esperti d’influenza della Mount Sinai School of Medicine
[Scuola di Medicina del Monte Sinai, ndt] di New York e un anziano svedese.
Benché la storia sia stata raccontata in precedenza, è impossibile non iniziare
dallo svedese. Nel 1950 Johan Hultin, che allora era uno studente venticinquenne
all’Università dell’Iowa, stava cercando un argomento per il suo PhD quando
sentì dire da un virologo in visita che l’unico modo per risolvere il mistero
della pandemia del 1918 consisteva nel recuperare il virus da una vittima che
fosse stata sepolta nel permafrost”.
C’era già stato un altro gruppo segreto del governo statunitense coinvolto nella
ricerca di agenti per la guerra biologica, come l’influenza. Conosciuto
semplicemente come JASON, il gruppo è formato da scienziati civili, i maggiori
esperti nei loro campi e un certo numero di premi Nobel, che si incontrano
periodicamente e stendono dei rapporti, molti dei quali vengono classificati.
JASON esiste da quarant’anni e si pensa sia una prosecuzione del Manhattan
Project, il gruppo scientifico top secret che creò la bomba atomica durante la
Seconda Guerra Mondiale. Infatti, alcuni dei più vecchi membri di JASON
aiutarono a progettare sia la bomba atomica che quella ad idrogeno. I suoi primi
tre membri erano scienziati al Laboratorio Nazionale Los Alamos, la casa del
Manhattan Project.
Operando sotto l’egida della MITRE Corporation, un’entità finanziata sotto
contratto dal governo federale, gli scienziati del JASON si incontrarono
inizialmente nell’ipersicuro Building 29 alla 3550 General Atomic Court, a San
Diego. La location è l’indirizzo del Torrey Pines Institute. Finanziato dal
Defense Advanced Research Project Agency (DARPA), JASON ha collegamenti anche
con la CIA, secondo le liste di distribuzione presenti nei rapporti del JASON.
La CIA mantiene un elemento chiamato IC [Intelligence Community] JASON Program
alle dipendenze dell’Ufficio Capo Tecnico. Tradizionalmente, JASON
auto-seleziona i suoi membri da un certo numero di discipline accademiche.
Tuttavia, JASON ha perso quasi tutti i suoi finanziamenti un po’ di anni fa,
quando, dopo aver redatto una rapporto criticante il programma
dell’amministrazione Bush di difesa con missili balistici, il DARPA tentò di
spingere tre nuovi membri, ovviamente responsabili politici, nel registro dei
membri del JASON. Il capo del DARPA, Tony Tether, ritirò i finanziamenti per
JASON, spingendo il gruppo per la prima volta dalla sua nascita nel 1959 a
cercare un altro sponsor del Pentagono. Il programma di difesa con i missili
balistici, chiamato anche Guerre Stellari II, era il progetto personale
preferito del Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld.
JASON sopravvisse quando l’organizzazione padre del DARPA, il Pentagon’s
Directorate for Defense Research and Engeneering (DDR&E) [Direzione del
Pentagono per la Ricerca e la Progettazione per la Difesa, ndt], finanziò
direttamente JASON, un’indicazione del potere di cui godeva l’organizzazione
segreta JASON. JASON ha anche altri sponsor del governo federale, tra cui il
Dipartimento dell’Energia.
JASON è anche ampiamente coinvolto in tema di guerra biologica.
JASON
scrisse un rapporto sulla Biodifesa civile nel gennaio 2000, che fu altamente
ritoccato quando fu rilasciato. Perfino i nomi degli autori del rapporto e
le informazioni riguardo quattro scenari di guerra biologica sono completamente
cancellati, eccetto una discussione di un incidente con il vaiolo nello Scenario
numero Due. Il rapporto afferma inoltre che il Clandestine Measurement and
Signature Intelligence (MASINT) Operation Center e il Counter-Proliferation
Center erano interessati nella raccolta e nel tracciamento di armi biologiche.
Una sezione del rapporto riguarda ‘la gestione della reazione civile’ ad un
attacco biologico, così come una sezione sull’intelligence domestica. Una pagina
sulla minaccia dell’antrace cita la ‘guerra psicologica delle armi biologiche’.
Il rapporto del JASON fu completato circa due anni prima degli attacchi con
l’antrace ma il lavoro del Congresso fu sospeso dopo l’11 settembre e vide il
passaggio veloce dell’US Patriot Act.
Il rapporto del JASON discute anche dell’estrazione di dati medici, comprese le
cartelle mediche dei pazienti, per scoprire se lo scoppio di una malattia sia
accaduto e quanto distante e in quale direzione si stia diffondendo esaminando i
percorsi ‘spaziotemporali’, incluse “le medie statistiche delle persone che
viaggiano nel mondo”.
In realtà, il rapporto sulla Biodifesa civile del JASON rispecchia, sotto molti
aspetti, l’analisi che stanno attualmente conducendo agenzie di intelligence
medica (MEDINT) in tutto il mondo riguardo lo scoppio e la diffusione
dell’A/H1N1. E ciò non arriva al punto: l’A/H1N1, sviluppato artificialmente
dagli scienziati del governo statunitense, rappresenta la realtà o un test
condotto per un fine molto peggiore?
L'influenza suina costruita in laboratorio
L'ombra di Donald Rumsfeld
Avevamo già sospettato sull'autenticità naturale di questo virus (adesso rinominato AH1N1) e denunciavamo i grossi interessi legati alle multinazionali dei farmaci, di un farmaco in particolare, il Tamiflu, il quale sarebbe, incredibilmente, la panacea di tutte le pandemie. E parlavamo anche di come questo virus abbia carattere territoriale (come l'Aviaria) quindi in grado di focalizzare pericolosamente l'attenzione su un preciso tipo di popolazione, in questo caso messicana.
Troppi sospetti, anche sul fatto che questa febbre sia stata denominata 'suina', ma da molte parti giunge la notizia che i suini non c'entrino nulla. Dove sta la verità? Dov'è il primo maiale che ha infettato l'uomo? Qual è il numero esatto delle persone infette? Perché il Messico?
Il sito Radiomundial riporta un'inchiesta di Fernando Velàzquez che racconta come stanno le cose. La guerra biologica in atto coinvolge anche Donald Rumsfeld, ex vicepresidente degli Stati Uniti, accusato di presunti crimini di guerra, il quale dirige i laboratori Gilead Sciences Inc. e che, guarda caso, detiene anche i diritti del famigerato farmaco Tamiflu.
Questa
guerra biologica, pone alla base esperimenti militari compiuti sia al Pentagono,
sia a Los Álamos. Tra questi esperimenti, si segnala quello condotto sulla
modificazione del virus dell'Aviaria e che sta provocando l'influenza suina.
L'obiettivo è quello di modificare alcuni virus, affinché non vi siano risposte
immunologiche, ma anche di monitorare i risultati attraverso apparati gestiti
dai corpi militari statunitensi. Attraverso
il periodico 'Pacifica', sia la popolazione statunitense, sia quella messicana
erano state anche
allertate sulla progettazione di armi chimiche e sui conseguenti guadagni
milionari delle multinazionali farmaceutiche. Naturalmente, i media non mostrano
interviste a quei cittadini messicani che nutrono dubbi o che accUSAno.
Anche l'investigatrice Lori Price ha
pubblicato un articolo su
mondialisation.ca, da cui emerge l'esistenza della mano dell'uomo dietro a
questo virus, costruito in laboratorio.
In questo clima di terrore, sguazzano anche i fascisti statunitensi, i quali hanno colto la palla al balzo per demonizzare tutti i messicani, come se fossero questi i responsabili dell'epidemia. Nella foto potete vedere una maglietta made in USA che ironizza sui messicani con la seguente frase: 'I went to Mexico and all I got was swine flu' (sono andato in Messico e tutto ciò che ho avuto è stata l'influenza suina) e con la bandiera del Messico a forma di maiale.
E l’influenza suina...?
«La Imperial Genomycs ha annunciato il
ritiro dal mercato del suo ultimo modello di virus H1N1 (nome commerciale: Swine
Flu) per gravi difetti di fabbricazione. Gli ingegneri genetici avevano
fabbricato una copia esatta del virus della Spagnola, che nel 1918-20 fece tra i
50 e i 100 milioni di morti, sperando di superarne il grande successo. Purtroppo
il nuovo prodotto si è rivelato meno letale del modello originale. Questo scacco
aggrava le difficoltà in cui si dibatte la Imperial Genomycs per la nota
restrizione del credito, e vanifica i miliardi di dollari spesi nella promozione
allarmistica del prodotto. La Casa ha promesso per quest’autunno un virus
migliorato e molto più efficace. Nonostante questo, le azioni della IG sono
crollate, a Wall Street, del 42,3%».
D’accordo, la notizia qui riprodotta non è apparsa su nessuna agenzia di stampa.
E’ un parto della nostra fantasia. Ma non è lontana dalla realtà adombrata dal
professore australiano Adrian Gibbs, una vera autorità in materia (è uno dei
creatori del Tamiflu per la Roche AG): secondo lui, il virus dell’influenza
suina può essere stato creato in laboratorio, a causa di un errore umano (1).
Il nuovo ceppo, dice in un suo rapporto presentato all’Organizzazione Mondiale
della Sanità, può essersi accidentalmente evoluto nelle uova che si usano nei
laboratori per coltivare i virus influenzali, e che le ditte farmaceutiche usano
per creare vaccini. Gibbs, 75 anni, studia le mutazioni dei virus influenzali da
40 anni, ed è stato uno dei primi ad analizzare la composizione del virus
scoperto qualche settimana fa in Messico.
Keiji Fukuda, vicedirettore all’Organizazione Mondiale della Sanità per la
sanità generale e ambientale, ha ammesso che sta studiando il rapporto Gibbs.
«Un virus nato da un esperimento di laboratorio o dalla produzione di vaccini
può indicare il bisogno di più altre precauzioni di sicurezza», ha detto. E ha
aggiunto: localizzare con precisione l’origine del virus può anche aiutarci a
meglio comprendere il potenziale di diffusione del virus.
Naturalmente Gibbs ha escluso che il virus suino, ancorchè prodotto in
laboratorio, possa essere una creazione deliberata.
«Non credo che sia una cosa fatta per malignità; è più probabile che qualche
manipolazione a caso abbia messo insieme questi due virus».
Naturalmente, naturalmente. Ma se esistesse davvero da qualche parte una
Imperial Genomycs, deve regnarvi un certo disappunto. Secondo Ralph Tripp,
docente alla università di Georgia che ha analizzato le «istruzioni» del virus
per la fabbricazione di proteine, la scarsa letalità del virus può spiegarsi col
fatto che la popolazione umana è stata già esposta a virus simili, acquistando
una certa immunità (2). Ciò spiegherebbe perchè in Messico, dove la nuova
influenza è stata più letale, essa ha risparmiato le persone anziane, e colpito
soprattutto giovani. La popolazione che è stata esposta alla influenza del 1957
(che fece 2 milioni di morti nel mondo) è semi-immune, è la sua ipotesi.
Stessa ipotesi ha elaborato il professor John Oxford del Royal London Hospital,
che fornisce dati storici interessanti. Dei virus di tipo H1N1 hanno avuto ampia
circolazione in passato, dominando negli anni ‘20, ‘30 e ‘40. Sembrava scomparso
nel 1957, quando cedette terreno ad un nuovo ceppo virale; ma un ceppo di H1N1 è
riapparso inaspettatamente nel 1977.
«I discendenti di questo virus sono ancora in circolazione», dice Oxford: «E’
possibile che questo attuale (influenza suina) sviluppi solo una malattia lieve,
perchè siamo tutti stati esposti ad un suo lontano cugino, il virus H1N1 che
apparve negli anni ‘70». Tutti cioè noi che abbiamo più di 40 anni.
Anche il professor Fukuda dell’OMS sembra condividere questa idea: è giunto al
punto di dichiarare che chi si becca l’influenza suina oggi (e sopravvive), è
fortunato: perchè sarà probabilmente immune quando, questo autunno, il virus
apparirà con molta più forza, in mutazioni più letali. Fukuda ne è sicurissimo.
E ciò spiega perchè l’OMS non cessa di accrescere la promozione (pardon,
l’allarme) al riguardo. Sostiene che il virus «muterà e diventerà più maligno
nell’emisfero Sud (dove comincia l’inverno) e poi tornerà».
Tranquillizza, al contrario, la rivista Science: «Anche se rimangono incertezze
sostanziali, la gravità clinica appare minore di quella constatata nel 1918 ma
paragonabile con quella vista nel 1957».
L’influenza del ‘57 fu la famosa «Asiatica», e si ritiene che abbia ucciso 14,2
milioni di persone nel mondo. La presente, suina, ha ucciso finora una
settantina di persone. Una «normale» influenza uccide ogni anno, di routine,
200-500 mila esseri umani, e in Italia dai 2 ai 35 mila. Quella Asiatica,
annuncia la Banca Mondiale, «tagliò del 2% il prodotto lordo globale nel primo
anno»: non ci vorrebbe proprio, con questa Borsa già in calo.
Giusto per mettere l’allarme in prospettiva, nel mondo ogni anno muoiono:
400 mila persone per incidenti d’auto.
200 mila per l’abuso di stupefacenti.
1 milione per suicidio.
2 milioni per cause connesse all’alcolismo.
Oltre 500 mila donne muoiono di parto - una morte del tutto evitabile, che
avviene soprattutto nei Paesi poveri - e 10 milioni di donne, pur sopravvivendo,
soffrono infezioni o malattie per mancanza di igiene e di un sistema sanitario
decente. Di conseguenza, un milione di bambini resta orfano alla nascita, e
questi hanno 10 volte più probabilità di morire entro due anni dalla morte della
madre.
11 milioni di bambini muoiono sotto i cinque anni per cause che sarebbe facile
prevenire, se i poveretti non nascessero nel Terzo Mondo.
60-120 milioni di uomini sono morti di comunismo in URSS e Cina (3).
82 milioni sono i morti dovuti alle guerre USA posteriori alle seconda guerra
mondiale: Corea, Vietnam, Cambogia, Haiti, Afghanistan, Iraq, eccetera.
24 milioni di morti sono dovuti alle azioni di Israele (sempre minacciata nella
sua stessa esistenza) in Palestina, Giordania, Libano, Egitto.
14 mila morti l’anno in USA sono stati addebitati al Vioxx, un farmaco prodotto
dalla Merck e autorizzato dalla FDA, l’ente federale per il controllo dei
medicinali, dal 1999 al 2003, quando il farmaco è stato finalmente ritirato.
Se esiste una Imperial Genomycs, deve regnarvi lo scoraggiamento: a che serve
l’innovazione scientifica e virale, se i vecchi cari metodi escogitati dalla
malvagità e dall’avidità umana ottengono tanto meglio lo scopo?
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1) Jason Gale, «Wine Flu May Be
Human Error; WHO Investigates Claim», Bloomberg, 13 maggio 2009.
2) «Would getting swine flu now be a GOOD thing?», Washington Blog, 6 maggio
2009.
3) Robert Conquest scrisse nel 1973, per le edizione de Il Borghese, «Il costo
umano del comunismo», basato sulle ricerche del senatore del Mississipi James O.
Eastland, presidente della Commissione della Sicurezza Interna del Senato degli
USA, del capo legale di questa Commissione J. G. Sourwine e del direttore di
ricerche John R, Norpel iunior; da tali studi emerse che i morti allora erano
stati già oltre 210 milioni nella sola Cina e nell’URSS (nde)
APPROFONDIMENTO
«La febbre suina dilagherà in autunno»
DOPO 31 ANNI ARRIVA UNA NUOVA PANDEMIA. Giorgio Palù, esperto vicentino direttore del maxi-centro di Padova, fa parte dell'unità di crisi del ministero. «Sarà essenziale avere pronto il vaccino anche se sarà disponibile solo per i soggetti più a rischio». (....)
Pandemia, gli stregoni al lavoro
Ed a preoccupare maggiormente non è
certo il fantomatico virus A(H1N1), quello delle 144 morti a livello mondiale in
tre mesi. Quello che davvero è preoccupante in tutta la questione è
l’eventualità della vaccinazione di massa che si prospetta. (....)