John Fitzgerald

 Kennedy

 

IL DISCORSO CHE FORSE

SEGNÒ LA SUA MORTE

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

INTRODUZIONE

Fonte web

Alcuni passi di un discorso di J.F.K. gettano un’ombra sinistra sull’intelligence americana del tempo.
Girando in rete alla ricerca di notizie su John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas in Texas il 22 Novembre del 1963 ufficialmente da un killer solitario, tale Harvey Oswald, mi sono fortunosamente imbattuto in un documento davvero sconvolgente che potrebbe essere la spia che in effetti non dovevano esserci buoni rapporti tra l’innovativo Presidente statunitense e i suoi più stretti collaboratori, specialmente quelli della sfera militare e dell’Intelligence.

Si tratta di alcuni passi salienti di un discorso pronunciato dallo sfortunato JFK il 27 Aprile del 1961, quindi circa due anni e mezzo prima di essere assassinato, al cospetto dei rappresentanti della carta stampata, riuniti presso l’Hotel Waldorf-Astoria di New York. E’ un discorso ovviamente centrato sull’analisi e sui pericoli che la Guerra Fredda comportava per gli Stati Uniti, e tuttavia alcuni passi, proprio quelli che riporto, sembrano alludere, oltre alla sfida acerrima con l’Unione Sovietica di allora, a qualcosa d’altro di assai oscuro e pericoloso.

Jk“La parola ‘segretezza’ è in sé ripugnante in una società libera e aperta e noi come popolo ci opponiamo storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete. Abbiamo deciso molto tempo fa che i pericoli rappresentati da eccessi di segretezza e dall’occultamento dei fatti superano di gran lunga i rischi di quello che invece saremmo disposti a giustificare. Non c'è ragione di opporsi al pericolo di una società chiusa imitandone le stesse restrizioni. E non c’è ragione di assicurare la sopravvivenza della nostra nazione se le nostre tradizioni non sopravvivono con essa. Stiamo correndo un gravissimo pericolo, che si preannuncia con le pressioni per aumentare a dismisura la sicurezza, posta nelle mani di chi è ansioso di espanderla sino al limite della censura ufficiale e dell’occultamento. Non lo consentirò, fin dove mi sarà possibile. E nessun membro della mia Amministrazione, a prescindere dal suo alto o basso livello, civile o militare, dovrebbe interpretare queste mie parole come una scusa per imbavagliare le notizie, soffocare il dissenso, occultare i nostri errori o negare alla stampa e al pubblico i fatti che meritano di conoscere”.

Non desidero apporre in conclusione alcun commento articolato, soltanto ricordare che dichiarazioni del genere non avvengono per caso, ma sono il frutto di lunghe e attente meditazioni che hanno soltanto lo scopo di fare un servizio all’onestà e alla verità… ma come sappiamo la verità fa male e del resto l’uccisione del Presidente dimostra che queste ed altre sue idee progressiste avevano dato fastidio… molto fastidio.

 

 

 

 

LA LIBERTÀ DI STAMPA

John Fitzgerald Kennedy 27 Aprile 1961

Ecco i passi salienti del discorso che il 27 Aprile 1961 il Presidente John
Fitzgerald Kennedy pronunciò al cospetto dei massimi rappresentanti della Stampa USA (la American Newspaper Publishers Association) riuniti presso l'Hotel Waldorf-Astoria di New York.

Fonte web

«La parola segretezza è in sé ripugnante in una società libera e aperta e noi come popolo ci opponiamo storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete. Abbiamo deciso molto tempo fa che i pericoli rappresentati da eccessi di segretezza e dall'occultamento dei fatti superano di gran lunga i rischi di quello che invece saremmo disposti a giustificare. Non c'è ragione di opporsi al pericolo di una società chiusa imitandone le stesse restrizioni. E non c'è ragione di assicurare la sopravvivenza della nostra nazione se le nostre tradizioni non sopravvivono con essa.

Stiamo correndo un gravissimo pericolo, che si preannuncia con le pressioni per aumentare a dismisura la sicurezza, posta nelle mani di chi è ansioso di espanderla sino al limite della censura ufficiale e dell'occultamento. Non lo consentirò, fin dove mi sarà possibile. E nessun membro della mia Amministrazione, a prescindere dal suo alto o basso livello, civile o militare, dovrebbe interpretare queste mie parole come una scusa per imbavagliare le notizie, soffocare il dissenso, occultare i nostri errori o negare alla stampa e al pubblico i fatti che meritano di conoscere.

Chiedo però a ogni editore, a ogni direttore e a ogni giornalista della nazione di riesaminare i suoi stessi parametri e di riconoscere la natura del pericolo che corre il nostro Paese. Solitamente, in tempo di guerra, il governo e la stampa si sono uniti nel tentativo, basato principalmente sull'autodisciplina, di impedire divulgazioni non autorizzate al nemico. In tempo di chiaro ed effettivo pericolo i tribunali hanno confermato che persino i diritti garantiti dal Primo Emendamento debbano sottomettersi alla necessità pubblica di sicurezza nazionale.

Oggi non è stata dichiarata alcuna guerra e, per quanto violento possa essere lo scontro, potrebbe non essere mai dichiarato nel modo tradizionale. La nostra qualità della vita è in pericolo. I nostri nemici dichiarati proliferano in tutto il globo. La sopravvivenza dei nostri amici è in pericolo. Tuttavia, non è stata dichiarata alcuna guerra, nessun esercito ha oltrepassato un confine, nessun missile è stato lanciato. Se la stampa aspetta una dichiarazione di guerra prima di imporsi l'autodisciplina delle condizioni di guerra, posso solo dire che nessuna guerra ha mai rappresentato una minaccia più grande alla nostra sicurezza. Se state aspettando un reale ed effettivo pericolo, posso solo dire che il pericolo non è mai stato più reale e la sua presenza non è mai stata più incombente.

È necessario un cambiamento di punto di vista, di tattiche, di finalità da parte del governo, della gente, di ogni uomo d'affari o leader sindacale e di ogni giornale.

Poiché siamo osteggiati in tutto il mondo da una cospirazione monolitica e spietata che si avvale principalmente di mezzi occulti per espandere la propria sfera di influenza attraverso l'infiltrazione piuttosto che l'invasione, la sovversione piuttosto che le elezioni, l'intimidazione piuttosto che la libera scelta, la guerriglia notturna piuttosto degli eserciti diurni. È un sistema che ha investito molte risorse umane e molti materiali nella costituzione di una macchina efficientissima e perfettamente oliata che combina operazioni militari, diplomatiche, d'intelligence, economiche, scientifiche e politiche.

I suoi preparativi non vengono resi pubblici, ma occultati. Ai suoi errori non vengono dedicati i titoli di testa, ma vengono nascosti. I dissidenti non sono elogiati, ma messi a tacere. Nessuna spesa viene messa in questione, nessuna indiscrezione pubblicata, nessun segreto svelato. In poche parole, la Guerra Fredda viene portata avanti con una disciplina di guerra che nessuna democrazia si augurerebbe o desidererebbe mai di eguagliare. Ciò nonostante, ogni democrazia riconosce le restrizioni necessarie alla sicurezza nazionale e resta da stabilire se tali limitazioni debbano essere osservate più rigorosamente nel caso di un attacco di questo tipo, come anche di una reale invasione e forse non ci sono consigli da dare.

Forse non c'è risposta al dilemma che una società libera e aperta deve affrontare in una guerra fredda e segreta. In tempo di pace, qualsiasi discussione a riguardo e ogni conseguenza, sono dolorose e senza precedenti. Ma questo è un epoca di pace e di pericolo che non ha precedenti nella storia. È dalla natura senza precedenti di questa sfida che nasce il vostro secondo obbligo, un obbligo che condivido. È nostro obbligo informare e mettere in guardia il popolo americano per essere certi che conosca e comprenda tutti i fatti che deve sapere: i pericoli, le prospettive, le finalità del nostro programma e le scelte da affrontare...

Ai vostri giornali non chiedo di sostenere l'Amministrazione, chiedo invece il vostro aiuto nel fondamentale compito di informare e mettere in guardia il popolo americano.

Nutro infatti un assoluta fiducia nella risposta e nella fedeltà dei nostri cittadini a condizione che siano completamente informati. Non solo non potrei soffocare le voci di dissenso fra i vostri lettori, le auspico. Questa Amministrazione vuole essere trasparente nei propri errori, perché, come disse un saggio: «Un errore non diventa madornale finché non rifiuti di correggerlo». Vogliamo assumerci la piena responsabilità dei nostri errori e auspichiamo che voi li indichiate quando manchiamo noi di farlo. Senza dibattito, senza critica, nessuna Amministrazione e nessun Paese può avere successo come nessuna repubblica può sopravvivere.

È questo il motivo per cui il legislatore ateniese Solone definì un crimine per ogni cittadino rifuggire dal dibattito. Ed è questo il motivo per cui la nostra stampa era protetta dal Primo Emendamento l'unica attività in America specificamente protetta dalla Costituzione, che non serve per divertire e intrattenere, per enfatizzare il triviale e il sentimentale, o semplicemente per dare al pubblico ciò che vuole, ma per informare, risvegliare, per riflettere, riconoscere i nostri pericoli e le nostre opportunità, segnalare le nostre difficoltà e le nostre scelte, per guidare, plasmare, istruire e a volte persino per fare infuriare l'opinione pubblica.

Questo significa maggiore attenzione e maggiore analisi delle notizie internazionali,perché non c'è più nulla di lontano ed estraneo, ma tutto è vicino e ci riguarda.

Significa fare più attenzione al capire le notizie e al perfezionarne la divulgazione. E significa che il governo, ad ogni livello, deve onorare il proprio dovere di fornire più informazioni possibili al di fuori dei più stretti limiti della sicurezza nazionale, e questo intendiamo farlo. All inizio del Diciassettesimo Secolo Francis Bacon commentò tre recenti invenzioni che stavano cambiando il mondo: la bussola, la polvere da sparo e la stampa. Ora che i legami tra le nazioni tracciati all inizio dalla bussola ci hanno resi tutti cittadini del mondo, le speranze e le minacce del singolo sono diventate le speranze e le minacce di tutti noi.

I tentativi di vivere insieme, l'evoluzione della polvere da sparo fino agli estremi ha messo in guardia l'umanità sulle terribili conseguenze di un fallimento. Ed è quindi alla stampa, biografa delle imprese dell'uomo, custode della sua coscienza, foriera delle sue notizie, che ci rivolgiamo per avere forza e sostegno, fiduciosi che con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò per cui è nato: libero e indipendente».

 

 

John Fitzgerald Kennedy e Società Segrete

 

 

Kennedy: nuovo ordine mondiale, società

segrete, crisi economiche

Fonte web

E’ evidente che il destino dell’uomo non è racchiuso nel significato di tre parole come “libertà, fraternità e uguaglianza”. Non lo è nel momento in cui il popolo non riesce a tutelare e a preservare il pensiero di individui capaci di creare visioni, speranze, sogni. Pensare, per poi di concretizzare. Nemmeno il popolo americano è riuscito a difendere l’unica vera mente innovativa che lo abbia rappresentato nel secolo scorso. Sto parlando di Kennedy, anzi dei Kennedy. Due fratelli diversi tra di loro, ma egualmente eccelsi per statura intellettuale e politica. 

Oggi il mondo va a rotoli e, oggi più che mai, non ce lo nascondiamo, un disegno si è compiuto. Chi conosce i meccanismi della finanza e dell’economia sa bene che nessuna crisi economico finanziaria può assumere i tratti di quella odierna senza un disegno precedente. Una crisi globale non è un evento occasionale. E’ un disegno preciso che trova realizzazione nella volontà di chi ha il potere di crearlo. Nessuna storia e nessuna contraddizione in merito. L’ingenuità lasciamola al post crisi che sarà duro e traumatico per ogni essere umano presene su questo pianeta. 

Cosa fare se non rimanere sbigottiti? C’è qualcosa da fare. C’è sempre qualcosa, un riferimento, un pensiero, un’idea che può svegliare. Oggi non abbiamo politici in grado di creare nella massa sogni, prospettive di un’ideale migliore di mondo. Non ci sono oggi politici del genere. Non ci sono non Italia, o in Francia, o in Inghilterra… non ci sono in nessun paese del mondo, occidentale e non.

In passato, tuttavia, qualcuno ce n’era. Quel qualcuno ha parlato e, attraverso le sue parole, un segnale, seppur ridotto a piccolo barlume, lo ha lasciato ancora oggi. E’ così che questo giorno, che rimarrà nella storia come inizio della prima recessione planetaria, voglio lasciare la testimonianza di persone che, in anni passati, hanno espresso pensieri e valutazioni attuali ancora oggi. Direi attuali più oggi che allora.

Il fatto di non essere stati in grado di difenderli è un errore che paghiamo e pagheremo nel tempo.

 

 

Robert Kennedy un discorso fantastico

 

 

JOHN JOHN DOVEVA MORIRE

Fonte web

Nuovi esplosivi documenti dimostrerebbero che John Kennedy junior venne ucciso per ordine dei servizi segreti americani

John Kennedy junior torna a far discutere i giornali americani, ad un anno esatto di distanza dallo sfortunato incidente aereo in cui perse la vita assieme alla moglie Carolyn Bessette ed alla cognata Lauren; e se ne riparla a ragion veduta: in questa triste storia gli ingredienti per un "X-files" ci sono tutti; si va dall'incidente aereo, occorso la notte del 16 luglio 1999 nel tristemente noto Triangolo delle Bermuda (per chi non se ne fosse reso conto) alla "maledizione" della famiglia Kennedy, i cui membri sono larga parte morti in circostanze misteriose (vedi box). L'ultima novità, sparata in estate in prima pagina sul "National Enquirer" documenti alla mano, è che Carolyn Bassette sarebbe stata incinta, e la gravidanza venne tenuta nascosta perché invisa alla famiglia Kennedy. Già perché la nascita di un erede che avesse raccolto nelle proprie mani l'immensa fortuna dei Kennedy e dei Bessette pare non fosse affatto gradita al clan patriarcale Kennedy, decisamente intenzionati a favorire la carriera politica di altri membri della famiglia o di politici "amici", per poter mantenere ben saldi nelle proprie mani ricchezze e denaro. Sembra difatti, assicurano infatti ambienti molto vicini al giovane Kennedy, che "John John" fosse in procinto di dire di sì all'invito rivoltogli dai democratici per concorrere alla presidenza degli USA alle prossime elezioni. In tal caso avrebbe sicuramente sconfitto gli altri candidati, dal vicepresidente Al Gore ad Elizabeth Dole e George Bush junior (quest'ultimo figlio dell'ex capo della CIA, il servizio segreto americano, ed ex presidente George Bush. Questo fatto spinse ad ipotizzare che dietro la tragedia vi fosse la lunga mano dei servizi segreti).

L'AEREO VENNE SABOTATO?

E così prende corpo l'ipotesi del sabotaggio, dell'incidente aereo provocato. Sinora non vi era un vero movente, che potesse darne ragione; ma dopo che il "National Enquirer" ha scoperto la gravidanza di Carolyn, la situazione è cambiata. Il settimanale americano ha sottolineato che il corpo della signora Bessette non venne sottoposto ad autopsia, ma immediatamente cremato e le ceneri buttate in mare (con tutta la fatica fatta per recuperare le salme proprio dalle acque!); puntualizzò poi che nessun membro del clan senatoriale Kennedy partecipò alle esequie, forse avendo la coscienza sporca o forse per lanciare un segreto messaggio a quei politici amici favoriti dalla scomparsa del candidato preferito. La verità, sfortunatamente, non la si saprà mai. Il velivolo pilotato da John John, un Piper 32 Saratoga 2HP, non era provvisto di "scatola nera", per cui è stato impossibile ricostruire esattamente cosa accadde nei minuti precedenti l'incidente. Si sa soltanto che il gruppo era diretto alla residenza di famiglia a Martha's Vineyard e che l'aereo era stato acquistato usato dal giovane Kennedy che, tra l'altro, aveva il brevetto di pilota da soli quattro mesi. Sciagura, si disse. Ma all'epoca furono in pochi a crederlo, a cominciare dalla sua amica giornalista Lurer Lawrence che scrisse sulla stampa: "John John era ossessionato dall'idea che qualcuno potesse assassinarlo, come era avvenuto per suo padre e per suo zio Robert".
Verità o menzogne? Certo, l'Enquirer non brilla per l'attendibilità, ma è sicuro che di misteri, attorno alla famiglia Kennedy, ve ne sono molti.

SALTA FUORI LA DROGA

Un'altra versione vuole che John e Carolyn, la coppia d'oro d'America, fossero in realtà sul punto di divorziare. Lei aveva già contattato un avvocato e lui era sul punto di informare lo zio Ted che il matrimonio, celebrato nel settembre del 1996, era finito. Lo rivelava in esclusiva il quotidiano britannico "Daily Mail", che riportava la testimonianza di un anonimo amico. Questi diceva: "I guai tra i due erano cominciati quasi subito. Lei non aveva retto allo stress di trovarsi continuamente sotto i riflettori e aveva reagito come un cerbiatto impaurito, era diventata insicura, inquieta. Raramente si avventurava fuori di casa. Il medico le aveva prescritto degli antidepressivi e lei era tornata a un vecchio amore, la cocaina. Lui intanto lanciava la sua rivista George, passava le serate nei bar con gli amici e quando tornava a casa trovava una moglie oscillante fra alti e bassi. John odiava che lei prendesse la cocaina e spesso se ne lamentava. La droga fece diventare Carolyn paranoica. Si convinse che il marito la tradiva e assunse anche un investigatore privato per smascherarlo. Ma, a quanto risulta agli amici, lui le rimase fedele fino alla fine, malgrado lei si fosse trasferita già da diciotto mesi a dormire nella camera degli ospiti. Ma il 12 luglio Carolyn, dopo aver interrotto una seduta con un consulente matrimoniale, era rimasta fuori casa, senza dare notizia di sé, per due giorni. 'Hai esagerato. Prendi la tua roba ed esci dalla mia casa e dalla mia vita', disse John durante una burrascosa telefonata con Carolyn il 14 luglio. Il comportamento irresponsabile di lei aveva convinto l'affascinante figlio del defunto presidente Kennedy che non c'erano più speranze di salvare un matrimonio distrutto da gelosia, droga, liti violente e dalla celebrità".
 

TESCHI ED OSSA

Ma c'è anche un'altra verità. Se fosse stato eletto, John John sarebbe stato un politico alquanto scomodo, come suo padre John Fitzgerald. Sin da quando aveva fondato la rivista patinata George (lanciata nel settembre del 1995) non aveva perso occasione per lanciare strali contro i principali politici del Paese. E così emerge un'altra ipotesi, che la prematura dipartita di John John sia stata decisa da una società segreta politica di cui faceva parte il suo principale avversario politico George Bush junior, la "teschi e ossa"; apparentemente essa è solo un circolo studentesco; in realtà sarebbe una vera e propria setta il cui fine è scegliere i migliori studenti per avviarli alla politica, creando una sorta di "governo ombra" che illegalmente dirigerebbe di nascosto la politica interna ed estera degli Stati Uniti. Della confraternita, la cui esistenza è stata denunziata recentemente persino in un film ("The Skulls - I teschi") avrebbero fatto parte leader come Kissinger, futuri membri della CIA e ben tre presidenti americani (Ford, Reagan e Bush). Poiché la candidatura alle elezioni di John John avrebbe potuto mettere in difficoltà il figlio di Bush, la "Teschi ed ossa" avrebbe deciso di eliminarlo boicottando il suo aereo. Questa era una delle tante voci alimentate nei newsgroups (i "luoghi di discussione" comuni) di Internet. La morte di John Kennedy junior scatenò difatti in Rete un putiferio; da tutte le parti del mondo arrivarono, ai siti che si occupavano della tragedia, messaggi di cordoglio ma anche di denunzia: "É stato ucciso dalla mafia", dissero alcuni; "l'aereo è stato risucchiato in buco nero"; scrissero altri; "c'entrano la CIA e i servizi segreti"; "l'hanno abbattuto perché stava per rivelare il nome dell'assassino del padre". E ancora: "La morte è da ricollegare alla rivista, George, che aveva fondato e che evidentemente dava fastidio a qualcuno". Insomma, di stupidaggini ne hanno scritte molte.

 

 

UCCIDETE IL PRESIDENTE

Ma la rivelazione più sensazionale emerge da alcuni documenti custoditi gelosamente dai servizi segreti americani; li avrebbero trovati le spie sovietiche che, dopo averli fotocopiati illegalmente, li hanno spediti ai giornali statunitensi, per mettere chiaramente in imbarazzo il governatore Bush. A parlare è un certo John Doe (nome chiaramente inventato), sedicente agente segreto, che racconta di un incontro al vertice fra politici, magnati della finanza ed il capo dei servizi segreti USA a Langley, Virginia, nella sede della CIA. "L'incontro avvenne a porte chiuse una settimana prima del tragico e finto incidente. Sapevamo che John John non andava d'accordo con la moglie e prevedevamo che prima o poi si sarebbero lasciati. Sapevamo anche che il futuro presidente, tale lo davano i nostri sondaggi, aveva da poco comperato un Piper Saratoga; ci era anche noto che intendesse ritirarsi per un po' a Martha's Vineyard, la residenza di famiglia, per una seconda luna di miele; stava cercando di salvare il suo matrimonio alla vigilia delle elezioni; un divorzio era quanto di più dannoso un candidato presidenziale potesse rischiare per la propria immagine. Da tempo le grandi multinazionali americane esercitavano pressioni perché trovassimo qualcosa di compromettente per distruggere l'immagine di John John. É una tecnica consolidata, quando un candidato si dimostra troppo ribelle verso la lobby economico-finanziaria che veramente governa in America; avevamo già agito in maniera analoga con Clinton, quando concorse contro l'ex capo della CIA George Bush. Ci bastò frugare nei nostri schedari, ove abbiamo raccolto i segreti di oltre tre milioni e mezzo di persone influenti, per scoprire che il giovane Bill faceva uso di stupefacenti ed era stato contrario all'intervento degli USA in Vietnam. All'epoca però non riuscimmo a screditarne l'immagine a sufficienza, e venne eletto. Non vi riuscimmo nemmeno con lo scandalo Lewinsky. Per questo motivo le grandi multinazionali, note come "Commissione Trilaterale", decisero che con John John si dovessero usare sistemi più radicali, gli stessi usati per suo padre. All'epoca dell'omicidio di Dallas la colpa venne addossa a Lee Oswald, uno psicopatico che era stato condizionato con droghe ed ipnosi dagli stessi servizi segreti deviati americani; dopo che sparò a John Fitzgerald Kennedy, lo facemmo eliminare, per evitare che parlasse. Ma se si guardano i filmati dell'epoca, si noterà, tra i cespugli che vengono sfiorati dalla macchina presidenziale, un nostro uomo armato di fucile. Fu lui che veramente uccise JFK. Con il figlio, decidemmo di fare la stessa cosa. In più, il fatto che i Piper Saratoga venissero costruiti senza scatola nera fu per noi una manna dal cielo. Sulla rivista George John John aveva più volte attaccato e dato filo da torcere ad eminenti politici concorrenti, i Bush in testa (e questi ultimi sono appoggiati dalla CIA). E così decretammo la sua fine. Un nostro agente infiltrato nella redazione di George ci mise al corrente del giorno della sua partenza e dell'orario; far boicottare i comandi dell'aereo fu un gioco da ragazzi...".
La stupefacente rivelazione ha avuto, prevedibilmente, un'incredibile eco, ma pochi in America vi hanno veramente prestato fede, in quanto la pretesa dichiarazione è stata fatta filtrare anonimamente via Internet, in modo tale che non si potesse risalire né al fantomatico John Doe né addirittura alla persona che aveva creato il sito intitolato "John John, un omicidio". Inutile dire che né i Bush né la CIA hanno risposto alle accuse e la stessa stampa locale ha infine liquidato la faccenda come l'ennesima leggenda urbana, frutto della mente di qualche mitomane. E di 'voci' di questo tipo in Rete ne sono circolate a bizzeffe. "Speriamo ritrovino i corpi", diceva uno degli ultimi messaggi dopo la tragedia, "altrimenti John John farà la fine di Elvis Presley e tra vent'anni ci sarà qualcuno che dirà: è tutto un bluff, è ancora in giro".
Ma John John non c'è più. Il suo corpo, strappato al mare, al mare è stato restituito. Molto in fretta, sin troppo per non sospettare che non vi sia sotto qualche complotto...

LA FAMIGLIA MALEDETTA

John John e Carolyn Bessette non sono le uniche vittime della maledizione che sembra gravare da tre generazioni sulla famiglia Kennedy.

Joseph Kennedy junior morì in missione durante la Seconda Guerra Mondiale.

Kathleen Kennedy morì nel 1948 in un incidente aereo.

Bob Kennedy venne assassinato il 5 giugno 1968 a Los Angeles.

John Fitzgerald Kennedy venne ucciso a Dallas il 22 novembre 1963 dal "pistolero solitario" Lee Oswald. In realtà la dinamica dell'assassinio, e l'immediata uccisione del killer, nascondono molti segreti.

Ted Kennedy ebbe la carriera politica rovinata dopo la misteriosa morte della segretaria in un incidente d'auto (si disse che era stata uccisa).

Edward Kennedy si ammalò di tumore e subì l'amputazione di una gamba.

David Kennedy venne stroncato da un'overdose nel 1984.

LE SOCIETÀ SEGRETE

Molti studiosi americani ritengono che negli Stati Uniti il potere non sia nelle mani del presidente e del Congresso, ma di diverse società segrete, composte da politici, militari, magnati della finanza ed agenti segreti. Essi farebbero parte di un "governo invisibile" o "governo ombra" che esercita fortissime pressioni sulle più alte cariche dello Stato, pur di indirizzare la politica estera ed interna secondo i propri voleri.

Il governo ombra era noto, ai tempi di Kissinger, con il nome di "Gruppo Speciale 54/12" o "OCB"; la sua esistenza venne denunziata nel 1967 dai giornalisti David Wise e Thomas Ross nel libro "Il governo invisibile"; in seguito il giornalista Dan Smooth e l'ex agente CIA Philip Agee ne confermarono l'esistenza.

Un'altra setta molto attiva è la "Teschi ed ossa", che forgia le nuove leve del governo invisibile; ci sono poi gli "Illuminati", un gruppo mistico-esoterico che recluta personaggi importanti nel mondo della politica, dell'industria e del cinema (come l'attrice Jane Mansfield); coordina negli Stati Uniti tutte le sette sataniche ed ha come unico fine il raggiungimento del potere assoluto; è diretto da un fantomatico "Maestro del Mondo" che vivrebbe in Scozia. Il "Gruppo Bildeberg" prende il nome dall'hotel olandese ove è solito riunirsi; di esso fanno parte i più ricchi magnati dell'industria internazionale; suo scopo è gestire il pianeta in maniera tale da spremere continuamente le masse (sarebbe responsabile dell'introduzione dei cibi geneticamente modificati, nonostante il parere contrario di molte nazioni); infine la "Trilateral Commission" o Commissione Trilaterale è l'unico gruppo ufficialmente riconosciuto; i suoi vertici sono composti da europei, americani e giapponesi (da cui il nome Trilaterale); ha fra i suoi membri importanti politici italiani ed ha come fine palese il buon andamento dell'economia mondiale. Ma i maldicenti sostengono che il vero scopo sia invece il controllo del pianeta.

 

 

Piramide massonica stampata sul dollaro.

 segno di potere mondiale

 

 

Nuovo Ordine Mondiale: Obama FED e

Signoraggio, passando per Lincoln e Kennedy

fonte web

Kennedy tentò di limitare i poteri della Banca Centrale e di far stampare moneta direttamente allo Stato e denunciando i pericoli della massoneria e delle società segrete. E’ per questi motivi che è facile pensare che Obama avrà lunga vita. Recentemente ha proposto una riforma del sistema finanziario statunitense attribuendo maggiori poteri alla FED, banca centrale americana, privata. Questi maggiori poteri la farebbero diventare un supercontrollore del mercato monetario nazionale e internazionale.

L’amministrazione Obama, guardata con occhi di speranza dall’intero pianeta, non ha nulla di realmente innovativo. I principali uomini che la compongono provengono da Wall Street. I giornali americani, ora, osannano il Nuovo Ordine Mondiale come un’opportunità per la nazione. Peccato che non spieghino cosa intendono con queste tre parole. Sopratutto, peccato che si sia persa la visione critica di illustri e liberi presidenti morti al servizio del loro paese.

Nel gennaio del 2009 Market Watch, una pubblicazione online delWall Street Journal, discuteva della possibilità di una iperinflazione del dollaro statunitense, e affermava di seguito, riguardo la prospettiva dell’amero, “a prima vista, per quanto difficile da immaginare, si intuisce che la cosa abbia un senso. La capacità di coniugare le risorse naturali del Canada, l’ingegnosa creatività americana e la mano d’opera a basso prezzo del Messico, permetterebbe al Nord America di competere meglio a livello globale.” L’autore continua dicendo che “se la futura politica sarà quella di creare più debito, invece di lasciare che risparmio e investimenti si riequilibrino, dobbiamo fortemente considerare l’eventualità di uno shock sistemico. Potremmo aver bisogno di far guadagnare spazio a una valuta a due livelli, se il dollaro dovesse decadere sensibilmente dai livelli attuali,” e che “Se si manifestasse una simile dinamica  l’equilibrio globale dei poteri si frammenterebbe in quattro regioni principali: Nord America, Europa, Asia e Medio Oriente. Il tutto è da verificare. Nel frattempo il Financial Times, edito da un membro Bildenberg, scriveva: And now for a world government.

Sono in tanti a ritenere che la crisi economico finanziaria possa essere un’opportunità per l’America e che Obama sia la persona giusta per rendere reale questa opportunità. Peccato che questi pensieri frullino nelle menti degli attuali responsabili della crisi stessa. La presidenza Obama sembrerebbe servive agli scopi di quelle elite di “potenti” che altri presidenti americani hanno aspramente criticato a contrastato prima di lui.

Interessante, a titolo divulgativo, è il piccolo documentario di Alex Jones che si intitola: L’inganno di Obama. Inserisco il link al primo video, dal quale potete accedere a tutti i successivi. Complessivamente sono 12, tutti con i sottotitoli in italiano.

Concludo questo post con l’unico mezzo di “protesta” che ritengo utile: cioè divulgare alcuni video dei discorsi dei due fratelli Kennedy. Nella speranza che, anche per sbaglio, qualcuno ci clicchi e che possa rimanere colpito e riflettere sull’”unico sogno” che l’intera umanità debba perseguire. Sperando anche che agli Illuminati del Nuovo Ordine Mondiale, si possano sostituire presto i Kennediani del New World Democratic Dream. Il sogno l’abbiamo già da anni, abbiamo bisogno, purtroppo, di chi riesca a realizzarlo senza morire prima. In fondo, non esiste complotto senza resistenza.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

John Fitzgerald Kennedy

 

Scheda biografica e altro