LA GLADIO DI BUSH VIVRÀ ANCHE

DOPO LE PROSSIME

PRESIDENZIALI AMERICANE?

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

Un database per schedare i cittadini, una rete di operatori telefonici che collaborano con lo stato per controllarli. Gli Stati Uniti spingono l'acceleratore sul fronte di monitoraggio e sorveglianza. Con un database biometrico nuovo di zecca e con la rinnovata fiducia concessa alle telco che finora si sono infiltrate nella vita dei cittadini... Il database si chiamerà Next Generation Identification. I cittadini onesti non avranno di che temere, ha spiegato Thomas E. Bush III per l'FBI: nel database convergeranno le identità biometriche di criminali, di terroristi e sospetti terroristi, di coloro che visitano gli Stati Uniti con una fedina penale che non sia intonsa....

 

 

 

Manifastanti davanti alla sede del Congresso USA contro il "Patriot Act"

Manifastanti davanti alla sede del Congresso

USA contro il "Patriot Act"

 

 

INTRODUZIONE

 

USA A tutta sorveglianza

Impronte digitali, scanning dell'iride, proporzioni del volto: finiranno in un database nel quale l'FBI investirà un miliardo di dollari. Mentre il Senato USA ha stabilito che le telco spione non si toccano.

Fonte web - 14 febbraio 2008

Roma - Un database per schedare i cittadini, una rete di operatori telefonici che collaborano con lo stato per controllarli. Gli Stati Uniti spingono l'acceleratore sul fronte di monitoraggio e sorveglianza. Con un database biometrico nuovo di zecca e con la rinnovata fiducia concessa alle telco che finora si sono infiltrate nella vita dei cittadini.
Scansioni dell'iride, tratti del volto, impronte del palmo delle mani andranno ad aggiungersi ai 55 milioni di set di impronte digitali archiviate nell'attuale database dell'FBI. Il nuovo strumento sarà più completo, più agile e
più accurato, costerà un miliardo di dollari, sarà sviluppato e gestito per dieci anni da
Lockheed Martin, l'azienda che si è occupata di costruire l'archivio fin qui utilizzato.

Il database si chiamerà Next Generation Identification. I cittadini onesti non avranno di che temere, ha spiegato Thomas E. Bush III per l'FBI: nel database convergeranno le identità biometriche di criminali, di terroristi e sospetti terroristi, di coloro che visitano gli Stati Uniti con una fedina penale che non sia intonsa.
L'obiettivo di un rinnovato database? Semplificare lo scambio e la condivisione di informazioni fra le istituzioni americane, spiegano dall'FBI: l'archivio verrà sviluppato aderendo agli standard tecnici condivisi fra il
Dipartimento della Homeland Security, il Dipartimento della Difesa e le altre istituzioni che si occupano di tutelare la sicurezza dei cittadini. Questo scambio di dati potrebbe essere operato anche a livello internazionale, un'opzione ventilata in precedenza dall'FBI, una strategia che potrebbe aprire la strada alla costruzione di un database sterminato, condiviso tra le forze dell'ordine di mezzo mondo.

Ma le ragioni della sicurezza globale non si perseguono solo a mezzo database. L'apparato normativo che concedeva alla polizia degli Stati Uniti ampi poteri in nome della sicurezza si sta lentamente sgretolando, si tentano di ristabilire le garanzie minime per i cittadini, sottoposti ad un monitoraggio estensivo di telefonate e sessioni web, ma nel frattempo si staglia all'orizzonte un sistema pervasivo di intercettazioni, che andrà ad aggiungersi alla già attiva sorveglianza sulla vita telefonica e web dei cittadini.
Fra i provvedimenti volti a fare chiarezza su quanto avvenuto negli anni di lotta al terrorismo e a sgombrare il futuro dall'uso illecito della sorveglianza c'è una proposta di legge secondo cui le intercettazioni vanno regolamentate, e prevede che le procedure di spionaggio statale debbano essere raccolte in relazioni dettagliate. Relazioni dettagliate che dovrebbero coprire anche l'attività passata delle telco e dei provider incaricati delle intercettazioni. Bush
aveva opposto
il suo niet, aveva promesso ostruzionismo qualora la proposta di legge non avesse previsto l'immunità per gli operatori che hanno cooperato con le agenzie investigative. Il Senato ha dato ragione al Presidente, l'immunità è stata garantita alle telco che hanno agito e, ha spiegato Bush, continueranno ad agire per salvaguardare il paese dalle minacce.

La proposta di legge dovrà passare nuovamente alla camera bassa: se EFF intravede nel voto del Senato un futuro nel quale i cittadini dovranno rinunciare alla propria riservatezza in nome della sicurezza nazionale, ACLU, l'associazione americana a difesa dei diritti civili, già ha parlato dell'approvazione di una proposta pericolosa e incostituzionale.

 

 

 

 

La Gladio di Bush

Negli Usa, una struttura semi-segreta con affiliati nell'élite  lavora insieme all'Fbi

 nella lotta al terrorismo, o almeno questa è la versione ufficiale, ma molti

in america iniziano a dubitare e temono un'isteria para-fascista  
 

Fonte web - 14.2.2008

Un'organizzazione pubblica ma protetta dal segreto, con oltre 23.000 membri selezionati nell'élite politica-economica del Paese che godono di informazioni riservate sui rischi di un attacco terroristico, lavorando in collaborazione con l'Fbi. E che, come ha rivelato uno dei suoi iscritti, in caso di proclamazione della legge marziale hanno licenza di uccidere per proteggere le loro proprietà. Si chiama InfraGard, e se non l'avete mai sentita è perché fino a qualche anno fa non superava il migliaio di iscritti. Ma dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 è diventata una struttura semi-massonica con ramificazioni in tutti gli Stati Uniti, e rappresenta oggi una prima linea di difesa degli Usa ai tempi della guerra al terrorismo.

La struttura. Per quanto abbia anche un sito (www.infragard.net), l'esistenza dell'organizzazione è stata portata alla luce da un'inchiesta di Matthew Rotschild, direttore della rivista The Progressive, che da anni segue le vicende che rispecchiano l'erosione dei diritti civili e la cultura del sospetto successive al “giorno che ha cambiato il mondo”. Secondo il sito ufficiale, “Infragard è una collaborazione tra l'Fbi e il settore privato. Le sezioni di InfraGard sono collegate geograficamente con gli uffici territoriali del bureau”. Fondata nel 1996 come strumento di cooperazione contro le minacce informatiche, la rete è ora una struttura divisa per settori – dall'industria alla finanza, dalle telecomunicazioni ai trasporti – e che ospita al suo interno, come rivela orgogliosa sul suo sito, rappresentanti di 350 tra le 500 corporation più ricche del mondo, secondo la classifica stilata dalla rivista Fortune. Per farne parte, un aspirante affiliato deve essere presentato da qualcuno che è già dentro.

Segretezza e licenza di uccidere. Il funzionamento di InfraGard non viene rivelato all'esterno come succede per altre organizzazioni pubbliche, sotto le garanzie del Freedom of Information Act. Intervistando membri rigorosamente anonimi, Rotschild ha però scoperto che gli affiliati alla struttura ricevono aggiornamenti quotidiani su minacce sia interne sia esterne al territorio nazionale. In una riunione InfraGard dell'agosto 2005 il direttore del Fbi Robert Mueller chiese ai presenti di contattare il bureau se “avessero notato attività sospette o eventi insoliti”. E i membri di InfraGard sono istruiti sul come prepararsi a una situazione in cui è in vigore la legge marziale, con esercitazioni di sicurezza. “Ci assicurarono che se fossimo stati costretti a uccidere qualcuno per proteggere le nostre infrastrutture, non ci sarebbero state ripercussioni. Mi venne la pelle d'oca”, ha detto un membro intervistato da Rotschild.

Bush con il direttore dell'FBI Robert MuellerLe critiche. Jim Lippard, un membro di InfraGard da anni, nel suo blog ha criticato l'inchiesta di The Progressive parlando di “isteria completa sul fascismo e la legge marziale”, definendo “senza senso” le conclusioni di Rotschild e facendo notare che l'Fbi non ha il potere di garantire l'immunità a chicchessia. Ma la cerchia ristretta dell'InfraGard e le possibili violazioni della privacy sono da tempo oggetto di preoccupazione anche dell'American Civil Liberties Union. “Ci sono prove secondo cui InfraGard è praticamente un 'sistema di informazioni e di prevenzione del terrorismo', che fa diventare aziende del settore privato – alcune delle quali potrebbero essere nella posizione di osservare le attività di milioni di clienti – in occhi e orecchi sostitutivi per l'Fbi”, scrisse l'Aclu nel 2004.

In eredità al prossimo presidente. Secondo Rotschild, Infragard è destinata a durare, anche dopo il cambio di inquilino alla Casa Bianca dal prossimo gennaio. “Non sono per niente fiducioso sul fatto che, anche se un democratico dovesse vincere le elezioni, le nostre libertà civili sarebbero ripristinate, o che InfraGard sarebbe ridotta”, spiega a PeaceReporter. “Bush ha ampliato i poteri dell'esecutivo, e temo che chiunque li erediterà se li terrà ben stretti. E poi, InfraGard è nata durante gli anni di Bill Clinton, quindi non credo che Hillary o Obama la smantellerebbero”.

 

 

Dick Cheney - Bush - Collin Pauell

 

 

Il Grande Fratello Bush

Dopo l'11/9, gli Usa spiano senza autorizzazione migliaia di americani

Fonte web

Preoccupato dalle mancanze dell’intelligence nel prevenire gli attacchi dell’11 settembre 2001, qualche mese dopo gli attentati il presidente Bush ha autorizzato segretamente una delle più grandi agenzie di spionaggio Usa a intercettare le conversazioni telefoniche e le e-mail di migliaia di cittadini statunitensi sospettati di legami con terroristi, senza prima chiedere l’apposita autorizzazione ai tribunali demandati a concederla. Lo rivela oggi il New York Times, al termine di un’inchiesta che il quotidiano era pronto a pubblicare già un anno fa, e che è stata rimandata perché la Casa Bianca aveva chiesto espressamente al giornale di non renderla pubblica, per non dare alcun vantaggio a potenziali terroristi che potrebbero rendersi conto di essere spiati. Mentre alcuni esponenti dell’amministrazione difendono questa pratica sostenendo che ha permesso di sventare possibili attentati, altri ufficiali lanciano accuse di incostituzionalità.

Spionaggio all’estero. La National Security Agency (Nsa), una delle più grandi tra le 14 agenzie di intelligence statunitensi, è famosa per la sua ossessione di segretezza (la sua esistenza è stata anche negata, da qui il soprannome di No Such Agency, “non c’è nessuna agenzia”) e la sua missione è di condurre attività di spionaggio solo sulle comunicazioni estere o comunque rivolte verso stranieri. Può legalmente intercettare un’e-mail tra i diplomatici di due Paesi stranieri, per esempio, ma per spiare le telefonate tra un cittadino americano e qualcuno all’estero, lo può fare solo se prima ha ottenuto l’autorizzazione della Corte di sorveglianza sull’intelligence all’estero. Un tribunale creato appositamente negli anni Settanta, dopo gli abusi dell’intelligence su contestatori e pacifisti venuti alla luce durante la guerra del Vietnam.

Una non molto pacifica espressione di Bush...Lista dei sospetti. Secondo i funzionari che hanno parlato al New York Times chiedendo la garanzia dell’anonimato, in ogni momento sono controllate le conversazioni di circa 500 cittadini americani, inseriti nella lista di quelli che hanno potenziali legami con terroristi. La lista viene aggiornata continuamente, quindi è probabile che il numero delle persone monitorate siano qualche migliaio. Fino ad ora il controllo delle comunicazioni interne agli Stati Uniti era competenza dell’Fbi, sempre previa autorizzazione di un organo giudiziario. “Il fatto che a condurre questo spionaggio interno sia ora la Nsa è un enorme cambiamento”, ammette un ex funzionario intervistato dal New York Times. Preoccupata dalle restrizioni burocratiche alle attività di intelligence evidenziate anche dalla Commissione sull’11 settembre, l’amministrazione Bush ha rotto la prassi esistente.

I risultati. Gli ufficiali che difendono le nuove attività della Nsa sostengono che il programma di intercettazioni ha portato alla scoperta di un complotto organizzato da Iyman Faris, un cittadino naturalizzato che nel 2003 si è dichiarato colpevole di aver aiutato al Qaeda nel piano per far saltare in aria il ponte di Brooklyn. Altri funzionari credono che la nuova pratica non sia in realtà necessaria, dato che ottenere l’autorizzazione da parte della Corte di sorveglianza è relativamente facile, e poche richieste in tal senso sono state negate. 

Il controllo sulla manifestazioni pacifiste. Comunque sia, l’inchiesta del New York sembra destinata a far discutere, anche alla luce delle rivelazioni emerse nei giorni scorsi sul controllo che il dipartimento della Difesa ha svolto su manifestazioni pacifiste negli Usa. Secondo un documento ottenuto dall’emittente Nbc, una cinquantina di dimostrazioni organizzate da associazioni contro la guerra sono state classificate come “minacce sospette”: si va dalle proteste contro i centri di reclutamento dell’esercito a riunioni di quaccheri nelle scuole, ma anche a manifestazioni lontane da qualsiasi installazione militare. 

 

 

 

Michael Bloomberg, attuale sindaco di New Jork

 

 

 

 

 

Bloomberg DICHIARA:

NON CORRO PER LA CASA BIANCA

 

ULTIM'ORA: Ha funzionato la campagna di Lyndon LaRouche e del suo movimento per smascherare l’opzione mussoliniana per la campagna presidenziale USA (vedi anche in approfondimento), che vedeva in Bloomberg la soluzione peggiore dopo Bush stesso. Tuttavia ben difficilmente l'apparato di intercettazione capillare della popolazione, voluto da Bush, sarà tolto indipendentemente da chi andrà alla Casa Bianca. Infatti, con la depressione economica che avanza, il dollaro sempre più giù e il prezzo delle materie prime in aumento, la società americana si avvia verso tempi di divaricazione sociale e di instabilità sempre più pronunciati che renderà inevitabile per Washington cercare di avere il continuo e completo controllo del paese e della popolazione.   

 

Ecco come fino a pochi giorni fa la campagna contro il "Mussolini" americano veniva svolto da Lyndon LaRouche...

Fonte web - 12/02/08

Mentre Lyndon LaRouche dedica ogni sforzo a denunciare l’emergere di una candidatura del sindaco di New York Michael Bloomberg per la presidenza degli USA, si considerino le operazioni lanciate dai mass media contro la candidatura di Hillary Clinton, l’unico candidato che potrebbe varare una seria politica rooseveltiana. Da settimane i mass media presentano la sua candidatura ormai sfiorita, mentre attribuiscono la palma della candidatura democratica a Barack Obama. Il fatto che la Clinton abbia rilanciato la strategia di dare una voce ai dimenticati, soprattutto quelli colpiti dall’ondata di pignoramenti, non riceve l’attenzione dei mezzi d’informazione.

Il Wall Street Journal dell’8 febbraio, ad esempio, deprecava il fatto che la Clinton fosse contro il liberismo sfrenato del trattato NAFTA, mentre su questo tema Obama “è più equilibrato”. Di sicuro però Obama è più vulnerabile, e una ridda di commenti sui suoi legami con Tony Rezko, incriminato per truffa, è partita dai giornali inglesi Independent e Guardian. Le accuse sono state devotamente riprese da tante testate americane e dalla Associated Press. Si capisce che Obama può venir giù con la stessa rapidità con cui è andato su.

 

Dichiarazione di LaRouche

In una dichiarazione diffusa in milioni di copie in tutti gli Stati Uniti Lyndon LaRouche afferma tra l’altro:

Il politico americano Lyndon LaRouche“Mitt Romney ... ha ritirato improvvisamente al sua candidatura nel partito repubblicano. Contro Barack Obama è partita una campagna di Londra per eliminarlo dalla competizione... Il sindaco di New York Bloomberg ... procede a tutto vapore in quella che per i suoi sostenitori sarà una campagna in cinquanta stati per la presidenza USA. Nel frattempo il sen. McCain si è praticamente aggiudicato la nomination repubblicana.

Come farà Bloomberg ... a ritagliarsi un ruolo di primo piano nelle primarie? Il problema per lui è che sia Obama che Hillary Clinton sono ancora in lizza, anche se gli inglesi e altri ambienti vorrebbero già liquidare Obama. In tal modo la sen. Clinton resterebbe l’unica candidata alla nomination democratica.

Bloomberg finirà davvero per candidarsi? Come? Democratico, repubblicano o indipendente? Credo che si possano già identificare le opzioni principali.

Opzione repubblicana: un’accoppiata McCain-Bloomberg in cui il secondo potrebbe facilmente subentrare al primo, per sopraggiunti problemi di salute, e dove non si può escludere che una Leonora Fulani subentri a Condoleezza Rice.

Opzione democratica: Dopo un affossamento di Obama orchestrato da Londra, Hillary potrebbe essere eliminata allo stesso modo, per cui la macchina di Bloomberg si impadronirebbe della Presidenza e, con il sostegno di Schwarzenegger, instaurerebbe un regime fascistoide con una politica schachtiana secondo le regole dettate da George Shultz e Felix Rohatyn, già autori della ‘Rivoluzione negli Affari Militari’...

Non credo che Bloomberg sia solo la parodia di Ross Perot, che nel 1992 fece campagna per sottrarre voti a Bush padre. Ciò non rientra nei disegni di chi lo gestisce.

Obama, favorito dal Board of Trade di Chicago, finora ha riscosso il sostegno degli ambienti del sen. Edward Kennedy e finora non ha dimostrato di avere intenzioni serie di lanciare riforme sostanziali. Se la cava bene con la retorica populista, ma zoppica in materia di riforme economiche credibili. Come l’on. Barney Frank, egli ha respinto categoricamente l’unica riforma praticabile che avrebbe effettivamente senso per l’80% delle famiglie americane che rientrano nelle fasce di reddito più basse.

Nondimeno, sebbene non vi sia molta sostanza nel programma di Obama che ci è dato di conoscere, è significativo che egli abbia catturato l’immaginazione di una significativa minoranza dell’elettorato. Se lui e Hillary fossero eliminati dalle varie manovre golpiste pilotate da Londra, e sostituiti da un Bloomberg o da un’accoppiata McCain-Bloomberg, questo porterebbe all’adozione immediata della politica economica e sociale fascista caldeggiata da Felix Rohatyn.”

 

La campagna “clandestina” di Bloomberg

Michael Bloomberg non ha ancora annunciato la propria candidatura, ma già attorno a lui si stanno coalizzando vari sostenitori di una candidatura “indipendente”: gli ex sen. David Boren, Sam Nunn e John Danfort, e il senatore in carica Chuck Hagel. Resta da chiarire una questione importante: come fare a metterlo in lista in tutti e cinquanta gli stati. L’impresa, di per sé difficile, diventa quasi impossibile se la candidatura resta “clandestina”.

Per il momento Bloomberg può contare su dei partitini indipendenti di New York, attivi però in vari stati, su Leonora Fulani e altri attivisti che come lei sono usciti dalla fucina dello psicomarxista Fred Newman. Certo è che questi attivisti sanno che con i soldi di Bloomberg si possono cambiare le regole del gioco.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

L'emergenza è permanente

Gli Usa rinnovano il Patriot Act, togliendo solo alcuni eccessi

 

IL SINDACO DI NEW YORK BLOOMBERG NON

SI CANDIDERÀ ALLE PRESIDENZIALI USA
 

Il miliardario magnate dell'editoria non indica quale candidato appoggerà per la Casa Bianca

 

 

Si rafforza la campagna per portare

Bloomberg al potere negli USA


Il 7 febbraio 2008 Lyndon LaRouche ha denunciato, con un appello diffuso in una mobilitazione straordinaria, l'intenzione degli ambienti finanziari associati a Felix Rohatyn e George Shultz di instaurare un regime fascista in America attraverso il sindaco di New York Mike Bloomberg.

 

La marcia su Washington di Benito Bloomberg

Eliminare i candidati per spianare la strada a Bloomberg. Come aveva previsto Lyndon LaRouche, infuriano i preparativi per affossare ogni sorta di candidato alla presidenza USA e spianare così la strada al “cavaliere bianco”.

 

 

La nuova dimensione del fascismo internazionale:

 i videogiochi uccideranno più giovani, peggio di Hitler

 

Il fenomeno è analizzato all’interno del contesto strategico della “rivoluzione negli affari militari” e del più ampio programma di annientamento delle istituzioni repubblicane degli Stati Uniti da parte dell’Impero Britannico. Stupefatti, molti lettori hanno deciso di sminuirne l’importanza, ancora una volta vinti dalla tentazione sessantottina del ‘diniego’.