LIBANO,

IN BILICO TRA PACE E GUERRA

 

SCOVATA FITTA RETE DI SPIE DI

ISRAELE NELLA TELECOM LIBANESE

(a cura di Claudio Prandini)

 

BEIRUT Giovedì 01 Luglio 2010 - Sulla scia della spy story israeliana in Libano mercoledi ha preso la parola il presidente Michel Suleiman rivelando che in base alle ultime informazioni una nuova aggressione di Israele al Libano “è possibile”. “Non voglio creare un’atmosfera di paura ma una nuova guerra da parte di Israele è possibile”, ha detto il presidente Suleiman all’agenzia Naharnet. “Le minacce israeliane contro il Libano sono reali, ha detto il presidente, e gli israeliani cercano di creare divisione tra la nostra popolazione”. Le considerazioni del presidente libanese sono giunte dopo che mercoledi è stato annunciato l’arresto di Charbel Qazzi, della compagnia di telefonia mobile Alfa, il libanese che per almeno 14 anni ha spiato per conto di Israele, consentendo al Mossad di controllare praticamente tutto il traffico telefonico libanese dei cellulari, le connessioni alla rete di Internet dal Libano, nonché manipolare le chiamate.

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NEL FRATTEMPO NEL SUD DEL LIBANO, SECONDO ISRAELE,

HEZBOLLAH SI PREPARA PER LA GUERRA URBANA DI

DIFESA: "Israele sta preparando qualcosa per noi"
 

 

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BEIRUT Giovedì 01 Luglio 2010 - Le autorità libanesi si sono impegnate seriamente per determinare i danni inflitti al paese a causa della rete di spionaggio israeliana. Come riferito da Al-Manar, funzionari dei servizi di sicurezza libanesi, esperti dell'esercito e tecnici del Ministero delle telecomunicazioni di Beirut sono costantemente in riunione per determinare i danni provocati dal superagente libanese di Tel Aviv, il tecnico Charbel Qazzi, della compagnia di telefonia mobile Alfa, il quale per almeno 14 anni ha spiato per conto di Israele, consentendo al Mossad di controllare praticamente tutto il traffico telefonico libanese dei cellulari, le connessioni alla rete di Internet dal Libano, nonché manipolare le chiamate.

Il ricordo va spontaneamente alle strane telefonate registrate nel febbraio 2005, quando sul lungomare di Beirut dei terroristi fecero saltare in aria la macchina di Rafic al Hariri per costringere la Siria a ritirarsi dal Paese e spingere il Libano sull'orlo del precipizio. È incalcolabile il danno arrecato alla sicurezza nazionale libanese dall'agente del Mossad. Il segretario generale di Hezbollah Seyyed Hassan Nasrallah e il leader druso Walid Joumblatt hanno chiesto la pena di morte per i traditori e le spie al servizio di Tel Aviv e oggi il presidente della Repubblica Michel Suleiman ha affermato che firmerà ogni condanna a morte per spionaggio che dovesse giungere sulla sua scrivania.

 

 

Il tragico conflitto nel Medio Oriente

sempre in procinto di ricominciare.

 

 

Dirigente Telecom spiava per

Israele? Beirut in allerta

Fonte web

Nessuno sa quando ma nella regione tutti si dicono convinti che presto, nel giro di qualche mese o forse un anno, ci sarà una nuova guerra: per essere precisi un attacco militare israeliano o israelo-americano contro le centrali nucleari iraniane. In questo clima, i libanesi temono di vedere il loro paese diventare terreno di un «conflitto secondario», quindi di una nuova offensiva militare israeliana simile a quella di quattro anni fa.
Non sorprende dunque che Beirut sia in stato di allerta dopo la cattura, giorni fa, di una spia di Israele. Si tratta di Charbel Qazi, dirigente dell'azienda di telefonia mobile «Alfa» che, secondo l'accusa, avrebbe modificato alcuni programmi di trasmissione in modo da permettere l'ascolto da parte del Mossad israeliano di tutte le comunizioni sulla quella rete telefonica che, essendo a partecipazione statale, è molto usata dai dipendenti della pubblica amministrazione e dalle Forze armate.

La tensione si è allargata anche al sud del Libano dove ieri e martedì giovani di varie zone hanno protestato contro le manovre svolte dall'Unifil (12mila uomini, tra cui oltre 2mila soldati italiani), il contingente di interposizione Onu nato dalla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza che nell'agosto del 2006 mise fine all'offensiva israeliana contro il Libano, e portò a un accordo di tregua tra lo Stato ebraico e la guerriglia del movimento sciita Hezbollah. I sassi scagliati dai libanesi hanno danneggiato tre veicoli francesi e ferito un militare. La popolazione ha contestato in modo particolare l'ampiezza senza precedenti delle esercitazioni, con continui movimenti di diverse decine di mezzi blindati su molte strade del sud: non coordinati, dicono gli abitanti, con l'esercito libanese come invece prevede la risoluzione 1701. Secondo il quotidiano as Safir le manovre dell'Unifil sono state una «simulazione di un possibile attacco missilistico dal Libano» e quindi volte «a proteggere Israele» da una reazione (di Hezbollah e altre organizzazioni armate libanesi) a una eventuale offensiva militare contro l'Iran. I comandi di Unifil hanno sminuito il significato delle manovre: mirate, dicono «soltanto a una autovalutazione». Ma queste spiegazioni non sono servite a fugare i sospetti dei libanesi.

Di fronte alla «minaccia di una nuova guerra» il leader druso Walid Jumblat (tornato a essere un sostenitore della resistenza, dopo aver trascorso gli ultimi anni ad attaccare la Siria ed Hezbollah), ha esortato il governo di Beirut a usare «il pugno duro» e condannare alla pena di morte le persone che vengono arrestate con l'accusa di spionaggio a favore di Israele. L'ultima sospetta spia, che oltre a lavorare per «Alfa» era nello staff del ministero delle comunicazioni, avrebbe confessato di aver lavorato per l'intelligence israeliana negli ultimi 14 anni. Il caso non è isolato: nell'ultimo anno oltre 70 libanesi sono stati arrestati con l'accusa di spiare a favore di Israele. Anche Israele ha comunicato di aver preso un presunto «informatore del nemico». Un sergente dell'esercito è stato incarcerato per aver passato informazioni a trafficanti di droga vicini a Hezbollah, secondo i servizi di sicurezza. Con lui sono stati arrestati 5 civili residenti nel nord d'Israele.

Non si placano anche le tensioni tra Israele e Libano sullo sfruttamento delle riserve di gas scoperte nel Mediterraneo orientale. Il numero due di Hezbollah, Naim Qassem, ieri ha assicurato che il movimento sciita «difenderà le risorse naturali e le riserve di gas trovate nelle acque libanesi». Nei giorni scorsi invece era stato il ministro israeliano delle infrastrutture, Uzi Landau, ad avvertire che lo Stato ebraico «non esiterà a usare la forza» per proteggere «le sue riserve di gas».

 

 

"I cristiani in Medio Oriente soffrono: fermate i conflitti"

 

 

”Beirut: siccome i timori di una guerra

 aumentano, i libanesi vanno a caccia di spie.”

Fonte web

Beirut,28 giugno 2010 – Essendo nell’aria una guerra ad oriente, secondo quanto si dice, le autorità di sicurezza libanesi hanno arrestato due presunte spie israeliane, entrambe libanesi, una delle quali funzionario di alto livello in una comaplebanon-279x300mpagnia di telecomunicazioni di proprietà dello stato.

                                             

Nel fine settimana, i quotidiani libanesi  hanno riportato che le persone sospettate erano sotto interrogatorio da parte dei servizi segreti militari. L’esercito non ha confermato gli arresti e nessuna persona era stata rivelata dai media.

 

Ma questi erano gli arrestati più recenti di un intervento repressivo della durata di 18 mesi che, a detta dei funzionari, ha decimato una vasta e complessa operazione di spionaggio israeliana che prendeva di mira perlopiù Hezbollah che, nel luglio-agosto 2006 durante una guerra durata 34 giorni, aveva combattuto il tanto vantato esercito di Israele fino a fermarlo.

 

Fin dal novembre 2008, sono stati arrestate circa 70 persone sospette. Più di 20 sono state incriminate e potrebbero rischiare la pena di morte per tradimento.

 

L’ampiezza dell’operazione di contro-spionaggio libanese è senza precedenti nella regione.

 

Potrebbe essere stata un’iniziativa degli israeliani quella di accumulare informazioni sulle capacità militari di Hezbollah  prima di un nuovo conflitto, e probabilmente quella di sminuire tali potenzialità prima di un intervento preventivo in Iran; informazioni che avrebbero suggerito al Mossad, il servizio di spionaggio all’estero, come rimuovere, al momento in cui avessero messo in atto l’intervento, tutti gli impedimenti in Libano.

 

Il consulente statunitense per la sicurezza Stratfor ha dichiarato: “Gli israeliani non hanno l’interesse di impantanarsi in una guerra terrestre in Libano, laddove Hezbollah potrebbe avere rapidamente il sopravvento in una guerra di attrito prolungata.“ 

 

“Invece, il fulcro primario di Israele dovrebbe riguardare l’eliminazione delle postazioni in Libano delle Guardie della Rivoluzione Iraniana dalle quali controllano le operazioni di Hezbollah.”

 

Il quotidiano libanese Ad-Diyar  ha dichiarato che il dirigente arrestato costituiva “una cattura di rilievo”. E’ stato indicato solo con le lettere iniziali “S.K.”, che era direttore delle trasmissioni e della diffusione radiotelevisiva per la Alfa Telecomunicazioni,  azienda che gestisce una rete per i telefoni cellulari.

 

Che sarebbe un obiettivo primario per il Mossad infiltrarsi alla ricerca di informazioni. Ad-Diyar ha affermato che l’esecutivo è stato accusato di “fornire ad Israele informazioni delicate che nuociono alla sicurezza nazionale del Libano.”

 

Per il secondo sospettato non era disponibile alcuna informazione. Tuttavia, venerdì, il quotidiano Al-Akhbar ha riferito che un palestinese che vive nel campo profughi di Bourj al-Shimali nel sud del Libano era stato arrestato come sospetto di aver fatto la spia a favore dei servizi segreti israeliani negli ultimi cinque anni.

 

Egli non era stato neppure individuato, ma dei funzionari hanno dichiarato che a casa sua era stata sequestrata un’installazione per le comunicazioni.

 

La caccia estesa nei confronti degli agenti israeliani si è ritenuto abbia sconvolto seriamente le operazioni del Mossad all’interno del Libano. Alcune delle persone sospettate che erano state radunate insieme, a quanto si dice, hanno raccontato a chi le interrogava di essere state reclutate fin dal lontano 1982, quando gli israeliani avevano invaso il Libano.

 

L’esercito Israeliano si era ritirato unilateralmente dal suo ultimo punto d’appoggio nel sud del Libano, dove aveva collaborato con una milizia a guida cristiana, il 24 maggio 2000, dopo una guerra di guerriglia di 18 anni  che aveva preso l’avvio ad opera delle forze di resistenza di Hezbollah.

 

In questi giorni, entrambe le parti sono nervose – Israele per aver perduto occhi ed orecchi preziosi all’interno del Libano mentre si profila un nuovo conflitto, Hezbollah in quanto l’esistenza di queste cellule ha rappresentato da parte sua un insuccesso smisurato per la sicurezza.

 

La gamma delle persone sospette radunate insieme ha precisato quanto si è sospettato fosse stata vasta la rete delle spie israeliane e fino a che punto il Mossad fosse stato in grado di infiltrarsi, all’apparenza, in tutti i livelli della società libanese.

 

Le persone sospettate erano ricchi e poveri, provenivano da tutti gli ambienti e da tutte le fedi – cristiani maroniti, musulmani sunniti e sciiti. Alcune cellule erano costruite attorno a famiglie, coinvolgendo mogli, fratelli e parenti acquisiti.

 

La persona di maggior rilievo è stato Adib Alam, un generale del servizio di sicurezza principale del Libano, il Comitato Direttivo della Sicurezza Generale (GSD), fino al suo ritiro avvenuto otto anni fa. Reclutato nel 1982, a quanto si dice aveva gestito una cellula di 12 membri che comprendeva sua moglie e suo nipote, un caporale del GSD.

 

Tra gli altri sono compresi tre colonnelli dell’esercito, un uomo d’affari, un ex sindaco, un lavoratore di pietre, un insegnante di matematica e un proprietario di una stazione di gas che, a quanto si dice, aveva installato delle microspie nelle auto utilizzate dai capi Hezbollah.

 

Con ogni probabilità, l’operazione di contro-spionaggio ha inferto un grave colpo ai servizi segreti israeliani nel momento in cui Hezbollah si sta preparando per un’altra offensiva scatenata da parte dello stato di Israele.

 

Israele, come al solito, non ha fatto alcun commento su tutto ciò. Ma il Jerusalem Post ha riconosciuto che “le notizie provenienti dal Libano sono di una tale importanza che, se esatte, costituiscono una delle più grandi gaffe dei servizi segreti nella storia recente del paese.”

 

“L’importanza dei servizi segreti di fronte a Hezbollah non può essere sottovalutata.”

 

 

 

 

 

 

Preghiera in ebraico per tutte le vittime dell'odio

 

 

 

 

 

Libano, incidenti nel Sud per manovre UNIFIL

 

Proteste anche per il rapporto che Ban Ki-moon leggerà all’Onu sull’attuazione

della risoluzione 1701. Allerta dopo ultimi arresti di spie di Israele.

 

Fonte web

Beirut, 30 giugno 2010, Nena News – Decine di giovani in diverse zone del Libano del sud protestano da ieri, con lanci di sassi e bottiglie, contro le ampie manovre militari che sta svolgendo nella regione l’Unifil (12 mila uomini, tra i quali oltre 2mila soldati italiani). La stampa libanese riferisce di tre veicoli del contingente francese danneggiati e di un militare ferito dalle pietre lanciate dai dimostranti. Gli incidenti, forse non casualmente, sono avvenuti alla vigilia del rapporto che il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, leggerà alle Nazioni Unite sull’attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza, che nell’agosto del 2006 mise fine all’offensiva israeliana contro il Libano e portò ad un accordo di tregua tra lo Stato ebraico e la guerriglia del movimento sciita Hezbollah. Secondo indiscrezioni Ban Ki-moon potrebbe accusare Hezbollah di aver continuato a rifornirsi di armi, avvalorando la tesi israeliana di un traffico in corso di missili e di altri armamenti a favore del movimento sciita.

Le proteste nelle regioni meridionali libanesi sono scattate di fronte all’ampiezza delle manovre militari, senza precedenti, e in riferimento alle presunte finalità delle esercitazioni che sarebbero rivolte, secondo i dimostranti, a preparare le truppe dell’Unifil a contenere una possibile reazione delle popolazioni locali ad una escalation militare nella regione. In questi ultimi giorni si parla di nuovo con insistenza di un possibile attacco israeliano o israelo-americano contro le centrali nucleari iraniane. Da tempo inoltre circolano voci di una nuova offensiva israeliana contro il movimento sciita Hezbollah, largamente sostenuto dalla popolazione del Libano del sud. Da parte loro i comandi dell’Unifil affermano la «normalità» delle manovre militari in corso che, sottolineano, si svolgono nel quadro del mandato definito dalla risoluzione 1701.

A tenere alta la tensione in Libano sono anche gli ultimi arresti di spie di Israele compiuti dai servizi di sicurezza. «Israele è riuscito a prendere il controllo tecnico della rete di telecomunicazioni e minaccia la sicurezza nazionale», ha avvertito Hezbollah  commentando l’arresto di Charbel Qazi, un funzionario dell’Alfa, l’azienda di telefonia mobile statale, che avrebbe fornito al Mossad israeliano il libero accesso a tutte le telefonate sulla rete della sua compagnia. L’allarme è stato lanciato anche da altre personalità politiche, tra le quali il leader druso Walid Junblatt che ha chiesto la pena di morte per i libanesi che spiano a favore di Israele.

Le autorità libanesi hanno arrestato oltre 70 persone da quando, poco più di un anno fa, hanno lanciato campagna contro le sospette spie israeliane, compresi alcuni alti ufficiali delle Forze Armate. Israele non ha mai commentato questi arresti ma la stampa in lingua ebraica in diverse occasioni ha riconosciuto che l’intelligence israeliana è impegnata a tenere sotto controllo Hezbollah.

 

 

 

APPROFONDIMENTO

 

Il conflitto arabo-israeliano e il

 sogno mediterraneo infranto

 

Uno spazio di riflessione e discussione su percezioni, malintesi e luoghi

comuni della contemporaneità mediterranea e medio-orientale