SUOR ARCANGELA KVESIC

LA "MADRE TERESA DELL’ERZEGOVINA”.

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

Alcuni, per la sua incessante carità verso i bisognosi, l'hanno chiamata "Madre Teresa dell'Erzegovina".

Altri, sottolineando il suo carattere energico, hanno detto che l'unico modo per mettere un po' d’ordine in quel territorio, dove regna il caos, sarebbe nominarla sindaco di Mostar.

Stiamo parlando di Suor Arcangela; una religiosa della Caritas con una tempra da lottatore, ma con il sorriso splendente sulle labbra!

In questo breve scritto, sarà lei a svelarci situazioni che volutamente ci sono nascoste dai mass-­media, ed a raccontarci del dramma d’una popolazione esasperata, geograficamente così vicina, ma economicamente e culturalmente tanto lontana dalla benestante Europa Unita.

1. Ti puoi presentare?

Sono Suor Arcangela Kvesic, nata nel 1948 in un piccolo paesino, Kocerin, in Erzegovina Occidentale.

I miei genitori: Marko e Kata, hanno avuto .14 figli, otto figli sono morti da piccoli, perché allora, purtroppo, non c'era la possibilità di avere un pediatra, oppure dei medicamenti per curare i bambini.

Si viveva molto poveramente.

I miei genitori: il padre è morto nel 1958 a soli 47 anni. Mia madre,

allora, a 45 anni, rimase sola con 6 figli da allevare e da educare.

E' stata una donna coraggiosa nel sacrificio e grande nella preghiera.

Nello stesso modo educava noi suoi figli.

Essendo molto poveri, non aveva la possibilità di farci studiare, perciò, dopo aver frequentato le scuole elementari e medie, c’insegnò a vivere del lavoro delle nostre mani. Tutti ci occupavamo dei lavori in campagna e della pastorizia.

Vivevamo sani nel corpo e nello spirito.

Man mano che si cresceva, due fratelli e due sorelle si sposarono.

Il fratello maggiore è morto nel 1990, a 54 anni, a causa di un tumore alle ossa, lasciando sei figli. Una sorella è mancata da poco, anche lei affetta da un tumore.

Mia sorella Janja ed io siamo diventate suore.

Janja, che ha tre anni più di me, ha preso i voti solenni nel 1963, ed io nel 1967.

2. In Italia, si ritiene che il comunismo in Jugoslavia sia stato all'acqua di rose, cosa ci puoi dire a riguardo?

Il comunismo in Jugoslavia era molto duro e rivolto contro l'uomo che voleva vivere la propria fede.

Mirava a distruggere Dio nella Chiesa Cattolica. Io, avevo tutti gli insegnanti serbi, che ci vietavano di andare in chiesa e a catechismo.

Il giorno di Natale, eravamo obbligati ad andare a scuola, e questo, per tenerci lontani dalla chiesa e dalla religione.

3. Cosa voleva Milosevic?

Milosevic voleva fare la grande Serbia, per questo aveva dichiarato guerra, prima alla Slovenia, poi alla Croazia, e infine alla Bosnia Erzegovina.

4. Raccontaci la guerra.

E' stata una guerra atroce, chiunque si muoveva nella città di Mostar veniva ucciso.

Ho visto morire donne, anziani e bambini; tutti innocenti.

Ho incontrato tante donne che erano state rinchiuse nei lager insieme ai bambini, che a loro volta, hanno subito traumi d’ogni genere.

Era terribile vedere negli occhi dei bambini tanta paura.

Le mamme si lamentavano perché i figli, terrorizzati e sotto shock, non riuscivano a dormire né a mangiare.

Ricordo tante donne vedove che venivano a piangere i loro figli uccisi in guerra; una mamma in particolare, a cui erano stati uccisi tre figli e il marito.

Tra tante altre atrocità, questi episodi, mi sono rimasti fissi nella mente, in tutta la loro crudezza.

5. Durante la guerra chi vi dava le medicine?

Abbiamo avuto tanti aiuti dalla Germania, dall'Austria e dall'Italia.

Ringraziamo di cuore tutti, ma in particolar modo i tantissimi italiani, che con tanto amore e generosità aiutavano, e aiutano ancora, le popolazioni che non hanno nemmeno lo stretto necessario. Che il Signore li ricompensi e li benedica.

6. Gli accordi di Dayton hanno effettivamente portato la pace? Sono stati equi?

Nessun accordo ha portato la pace in Bosnia Erzegovina. Tutta la Bosnia è stata divisa in due parti. Una parte è stata consegnata ai serbi e l'altra parte, ai musulmani e ai cattolici insieme.

7. Recentemente è entrata in vigore una legge di difficile attuazione; ce ne puoi parlare?

Questa legge stabilisce che ognuno può riprendere possesso della casa che aveva prima della guerra.

Bisogna sapere che tante, quasi tutte le città della Bosnia, sono state occupate dai musulmani, e che i cattolici erano costretti a fuggire verso l'Erzegovina o la Croazia.

Sedicimila profughi dalla Bosnia Centrale, si sono riversati nella città di Mostar Ovest, con la maggioranza croato‑cattolica e hanno occupato appartamenti dei musulmani fuggiti.

Purtroppo questi cattolici non torneranno mai alle loro case nella Bosnia, perché ovunque sono in minoranza, e come tali non hanno diritto al lavoro, alla lingua e alla religione.

Ma soprattutto sono terrorizzati dai Mujaheddin, estremisti musulmani che vivono in Bosnia e sono dei fanatici che credono nei grandi meriti presso Allah se uccidono i cattolici.

I fatti sono questi: i musulmani occupano le case dei cattolici nella Bosnia, e i cattolici che abitano negli appartamenti musulmani a Mostar e a Stolac, devono cederli ai proprietari.

Per questo motivo ci sono ancora i campi profughi e i tanti villaggi dove vivono i cattolici della Bosnia Centrale.

8. Com'è il dopoguerra?

Il dopoguerra è molto duro, soprattutto per i profughi che hanno perso tutto.

Chi è proprietario di terreni e di bestiame, ha un futuro e non ha nulla da temere, ma chi è rimasto nei campi profughi, nelle città o nei villaggi, ha bisogno d’ogni genere d’assistenza. Abbiamo un campo profughi dove vivono le famiglie giovani con tanti bambini piccoli. I genitori non lavorano e ci chiedono: quale futuro spetta a questi poveri figli?

In Erzegovina, quasi la totalità della popolazione è disoccupata.

Tutte le fabbriche sono state distrutte, eccetto una: l'Alluminio.

Non si produce nulla, viene importato tutto, e tanta gente che vive in città, non ha i soldi nemmeno per comprare il pane.

Nella città di Mostar si è iniziata lentamente la ricostruzione, mentre a Stolac, e nei paesi, poco o niente.

Le ferite sono ancora sanguinanti e ci vorrà tanto tempo perché si possano rimarginare.

Un frammento e una suggestione dì vita quotidiana...

Era da dieci anni ormai, che guidavo un furgone giallo, che allora era già usato e che a tutt'oggi funziona ancora.

Serviva e serve per trasportare alimenti ai tanti profughi.

Una volta sono stata fermata dalla polizia, verso la parte di Stolac, una cittadina molto danneggiata, quasi completamente distrutta. I poliziotti mi chiedevano dove andassi così spesso e che cosa stessi trasportando.

Dopo varie domande, hanno voluto vedere i documenti, ed io ero in possesso solo della patente di guida italiana.

Uno di loro mi ha detto che avrei dovuto pagare una multa di 400 DM (marchi). Scusandomi, ho detto loro che i soldi da pagare non li avevo, e che ero pronta ad andare in galera. Poco dopo, prendemmo un caffè insieme. Quella volta è andata così. Allora i tempi erano particolarmente difficili, ed io non ho proprio pensato di cambiare la patente di guida, avevo altre urgenze e preoccupazioni a cui far fronte.

9. Come sono i rapporti con l'Islam? E' vero che subite ingiurie?

I rapporti con l'Islam sono critici. Siamo due popoli completamente diversi. Sarebbe stato preferibile se ci fosse stata una suddivisione in cantoni, stando così le cose, la convivenza è difficoltosa.

La guerra può nuovamente riaccendersi.

Non è possibile fondere in uno, due popoli tanto diversi per cultura, religione e lingua.

Tanti cristiani sono stati aggrediti, scacciati o uccisi solo perché croati cattolici.

Io stessa, mentre facevo servizio d’assistenza a malati e anziani a Mostar est, sono stata insultata più volte e una volta quasi aggredita.

Le mie consorelle a Sarajevo e a Stolac sono state assalite. Una di loro, che portava il crocefisso al collo, è stata selvaggiamente aggredita da una donna musulmana che glielo ha strappato di dosso e lo ha calpestato.

10. Quali sono i bisogni della popolazione?

Tanti bambini soffrono l'assenza di uno o entrambi i genitori. Molti vivono in carenze varie, soprattutto quelli accampati nei campi profughi.

Quando vado a trovarli, mi chiedono se li porto un po' a Mostar.

Ci sono tanti anziani che vivono nei paesini sparsi nelle montagne, che a malapena sono raggiungibili con i mezzi che abbiamo.

Sono persone nullatenenti, eccetto gli occupanti di una casetta di pietra, che nessuno aveva interesse di conquistare.

Loro vivono di quei pochi alimenti e dei panni che gli portiamo.

Hanno una grande dignità, una grande fede. Sono sempre sereni e sorridenti. Non si preoccupano per il domani, vivono di ciò che la Provvidenza concede loro oggi.

Ricevo tanto da loro: le benedizioni, la preghiera costante per tutti i benefattori. Credo fermamente all'affermazione di Gesù: "Ciò che avete fatto ad uno dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Questa frase mi dà forza e coraggio.

11. Ci scrivi una preghiera conclusiva?

In questo momento prego:

Per l'umanità intera; concedi o Signore a tutti gli uomini, la forza e il coraggio perché possano costruire e promuovere la PACE.

Questa PACE deve avere due caratteristiche: la VERITÀ e la GIUSTIZIA, quindi la PACE giusta e vera. Converti, o Signore, i cuori dei potenti della terra, affinché non ingannino gli uomini, dicendo di promuovere la pace, invece, costruiscono armi sempre più raffinate. Insegnaci, o Gesù, la strada della pace, affinché possiamo averla nella nostra vita, e donarla così ai fratelli.

Amen.

(A cura di un gruppo di volontari italiani che aiutano suor Arcangela - pro-manoscritto)

 

--------------------------------------

 

 

RACCOLTA PER GLI ANZIANI SOLI CHE SONO

SEGUITI E CURATI DA SUOR ARCANGELA A MOSTAR

 

INVIARE DIRETTAMENTE A

 

Alberto Bonifacio – A.R.PA – Centro  informazioni Medjugorje

Via S. Alessandro, 26 – 23855 PESCATE (LC)

Tel. 0341/368487 – 0341/368567

 

 

Dal 1994 ogni mese Bonifacio Alberto, insieme ad altri volontari, porta aiuti umanitari di persona alle famiglie e alle comunità (ospedali e orfanotrofi) della Bosnia, segnalati dai frati francescani.

 

COSA OCCORRE
 
ALIMENTI:

OLIO

FARINA

ZUCCHERO

BISCOTTI SECCHI

RISO RIBE

 

 

DETERSIVI E PRODOTTI PER L’IGIENE PERSONALE:

 

DETERSIVO PER LAVATRICE

SAPONE

SHAMPO

TALCO

CREMA FISSAN 0 SIMILE

GUANTI MONOUSO

+

ALTRI PRODOTTI PER LA CURA E L’IGIENE

DI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI

 

 

 

SI CERCANO ANCHE EVENTUALI CARROZZINE 0 ALTRE ATTREZZATURE NON PIU' UTILIZZATE PER DISABILI E ANZIANI

 

 

PER INFORMAZIONI, DOMANDE E CHIARIMENTI CI SI PUO’ RIVOLGERE A­:

 

 

AFRO VERCESI   ‑ CORREGGIO      TEL. 0522691761 (ore serali)

ANGELA NERI      ‑ FABBRICO          TEL. 0522665303 (ore serali)

ENRICA                ‑ BUDRIO              TEL. 0522697432