MEDICINE ASSASSINE

COSì NEI PAESI POVERI NON C'È SOLO LA MISERIA E LE

GUERRE AD UCCIDERE, MA ANCHE LE MEDICINE

TAROCCATE DEI BIANCHI

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

Generale Arpino: “Siamo in GUERRA. Smettiamola con la retorica”.

In paesi come l'Afghanistan (foto sopra) si muore per la guerra,

in altri paesi perché dall'occidente arrivano false medicine.

 

 

INTRODUZIONE

ALLARME SANITA': QUANDO LE MEDICINE SONO TAROCCATE

Fonte web

Pseudo-farmci invadono i mercati di tutto il mondo. In particolare questo avviene nei Paesi in via di Sviluppo (PVS). Il tutto con un profitto molto vasto e molto meno rischioso del mercato della droga. Un'indagine condotta dall'UE, qualche anno fa, ha identificato e sequestrato 197 differenti tipi di farmaci contraffatti. In alcuni casi venduti via internet, in altri addirittura nelle farmacie. Senza che distributori e pazienti potessero avere coscienza si trattasse di merce contraffatta e pericolosa. Il problema però è che, mentre nei paesi sviluppati i farmaci fuori legge riguardano più che altro il settore cosmetico, nei paesi poveri e sottosviluppati si tratta di contraffazione di antibiotici, vaccini e addirittura "farmaci salvavita", che mettono a repentaglio l'incolumità di chi li assume.

Ovviamente insieme all'UE si occupa della questione, da circa 25 anni a questa parte, sopratutto l'OMS ossia l'Organizzazione mondiale della Sanità. La soluzione del problema tuttavia rimane ancora lontanissima. La difficoltà maggiore è che manca una legislazione comune: alcuni paesi hanno regole per i medicinali consumati al loro interno, ma nessuna per quelli destinati all'esportazione. Anzi l'OMS precisa che solo 15 paesi nel mondo hanno leggi ad hoc contro la contraffazione farmaceutica. E, in alcuni paesi poi, le sanzioni per i ricettatori di falsi medicinali sono addirittura inferiori a quelle comminate ai ricettatori di scarpe, borse e tessile taroccati.

Combattere il fenomeno agendo solo con i controlli, che pure sono indispensabili, non basta. Perché? Perché il motivo per cui molti malati comprano medicinali contraffatti è la mancanza di farmaci di qualità a prezzi accessibili. Mentre l'accesso ai farmaci essenziali è un diritto umano fondamentale nel SUD come nel NORD del mondo. E tale diritto non sarà mai soddisfatto fino a quando si continuerà a rafforzare la protezione della "proprietà intellettuale" e s'impedirà ai PVS di produrre versioni generiche di qualità a basso costo.

Chi non vuole che questo avvenga? Provate ad indovinare .... Imputato numero uno: le Multinazionali. Che da imputato si trasforma agevolmente, in sede legale, in accusatore. E talora, senza il guanto di velluto, anche in sabotatore. E' già accaduto.

 

 

Farmaci e multinazionali

 

 

Medicine letali

Farmaci contraffatti ai paesi in via di sviluppo

Sotto-dosati, scaduti o privi di principi attivi, venduti al mercato nero nei sacchetti di nylon, i falsi medicinali imperversano nei paesi poveri. E causano migliaia di morti. Ecco come funziona un business miliardario.

Fonte web - di Eric Debray - (giornalista, redattore di Faim et Développement Magazine, la rivista del CCFD (Comité Catholique contre la Faim et pour le Développement) che raggruppa 31 movimenti ecclesiali francesi)

Nella primavera del 1996, 72 bambini morirono ad Haiti dopo aver ingerito sciroppo di paracetamolo (il medicinale più usato per le patologie dell'infanzia, provatamente innocuo n.d.r). Dopo un'indagine si è scoperto che il farmaco conteneva glicol dietilene, un antigelo tossico, al posto del glicol polipropilene, un eccipiente normalmente presente nello sciroppo. Già in Nigeria, nel 1990, in seguito a un errore di etichette stampate sul posto, si ritrovò lo stesso antigelo in uno sciroppo contro la tosse. Bilancio: almeno un centinaio di bambini morti.
In paesi dove dal 30 al 40% dei medicinali non contiene altro che acqua, zucchero o amido, la contraffazione farmaceutica è divenuta oggi una delle attività più redditizie del crimine organizzato. Questo traffico, stimato intorno a 3600 miliardi di lire, si sviluppa a gran velocità. In un solo decennio i casi di decessi annuali rilevati sono passati da una decina a più di 200. E' difficile misurare l'ampiezza esatta del traffico, ma l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che almeno il 7% dei medicinali venduti ogni anno sul pianeta sono "finti", un tasso che può raggiungere il 60% in alcuni paesi africani.
Dietro questa parola si nascondono però realtà molto diverse. Il medicinale può essere sottodosato, non contenere principi attivi, essere riempito di sostanze non identificate e di impurità, o addirittura essere rimpiazzato da una sostanza tossica. Molto spesso le pillole o gli sciroppi - che normalmente dovrebbero dare sollievo - assommano parecchie di queste anomalie.

False etichette

Ci sono trafficanti che utilizzano mezzi meno pericolosi per realizzare profitti sostanziosi: ad esempio acquistano a bassissimo prezzo degli stocks di medicinali in scadenza, poi, comodamente installati in una zona franca, incollano nuove etichette modificando la data di scadenza così che i medicinali possano prendere tranquillamente la via del terzo mondo.
«Questi politrafficanti - come li chiama Michel Koutouzis, ricercatore all'Osservatorio geopolitico sulle droghe di Parigi - sono molto difficili da incastrare perché non sono più specializzati, come un tempo, in un settore preciso. Sono esperti in tutti i traffici illeciti". Prima che la contraffazione sia scoperta, si sono già riconvertiti nel traffico di droga o di animali protetti.»
Come spiegare questo boom nella contraffazione dei medicinali? In modo simile a quelle che riguardano i jeans o i videogiochi, si sfrutta la mondializzazione e la liberalizzazione del commercio internazionale su cui è venuta a innestarsi la degradazione della situazione economica di alcuni paesi africani, in particolare in occasione della svalutazione del franco CFA nell'area saheliana, nel 1994. Di più, le farmacie africane sono state spesso ricalcate su quelle dell'Europa e non vendono medicinali sciolti, ma in barattoli e confezioni spesso troppo costose per il paziente africano. Risultato: le popolazioni che dispongono di un debole potere d'acquisto si riforniscono sul mercato nero.

Farmacisti "fai-da-te"

Ma chi fabbrica i "falsi" medicinali? "Le piste sono innumerevoli - afferma Martin Ten Ham, direttore del settore "sicurezza dei medicinali" all'OMS - si va dal piccolo fabbricante "fai-da-te" che prepara le compresse nella sua cucina, fino alle grandi fabbriche che trovano più conveniente dimezzare i principi attivi". Quanto ai prodotti di base è difficile risalire alle responsabilità, perché passano attraverso numerosissime trafile di società diverse. Così, lo sciroppo assassino di Haiti era stato fabbricato da laboratori locali, a partire dalla glicerina contaminata importata dalla Germania da una società olandese, a sua volta proprietaria di un conglomerato sino-tedesco, per cui il prodotto di base proveniva dalla Cina. I laboratori farmaceutici da parte loro recalcitrano nel dare informazioni o persino nello sporgere querela nel caso della scoperta di contraffazioni. Molto spesso preferiscono indirizzarsi a discrete agenzie di detectives privati.

Prezzi impossibili

Allora, cosa fare per lottare contro questo flagello della salute pubblica? Innanzi tutto, organizzare meglio e controllare seriamente l'importazione e la distribuzione dei medicinali. In Guinea, ad esempio, le famose farmacie "ambulanti", molto diffuse in Africa, sono state vietate. "La qualità non si controlla, si produce", dichiara Jean-Ives Videau, responsabile del CHMP (Centrale Humanitaire Medico Farmacetique) francese, per cui è fondamentale conoscere l'origine delle materie prime che entrano nella produzione dei principi attivi. Un'altra strada da percorrere è informare le popolazioni sui rischi in cui incorrono. Ma bisognerebbe anche poter fornire loro medicinali buoni a prezzi ragionevoli. Questo è uno dei problemi fondamentali, ritornato alla ribalta proprio dopo la svalutazione del franco africano, che ha significato un'impennata drammatica dei prezzi. Una delle possibili soluzioni consisterebbe nel fabbricare i medicinali sul posto, ma è attuata ancora troppo raramente nell'Africa subsahariana. Abbassare i prezzi dei medicinali venduti nei paesi del terzo mondo non è nelle intenzioni dei grandi laboratori che ritengono che questi stessi medicinali farebbero poi il cammino inverso - Sud-Nord - con dei prezzi in grado di sfidare ogni concorrenza. "In una logica economica dove i laboratori devono pensare ad investire e ad innovare per poter sopravvivere, creare un sistema di prezzi a doppia marcia è molto delicato", afferma Jacques Pinel, direttore del dipartimento logistico di Medici senza frontiere, secondo cui una pista potrebbe tuttavia essere esplorata fin d'ora: fare una etichettatura diversa dei medicinali a seconda della loro destinazione, in modo simile a quanto avviene ad esempio nel dominio dell'editoria con i libri tascabili in edizione economica. Questi medicinali "in versione economica" potrebbero essere venduti quattro volte meno cari.
È dunque tutta l'economia del farmaco che andrebbe riveduta, a cominciare dalle licenze fino all'immissione sul mercato.

UN ESEMPIO DALLA Nigeria... Vaccini all'acqua sporca

Nel 1995, in piena epidemia di meningite, la Nigeria offre al Niger un lotto di 88.000 dosi di vaccino. Gli infermieri di Medici senza Frontiere che le usano le trovano strane. Il prodotto si diluisce male e contiene strani filamenti neri. Dopo un'indagine, risulta che si tratta di copie di vaccini Pasteur-Mérieux e Smithkline che non contengono altro che acqua colorata, senza alcun principio attivo. Gli imballaggi e i flaconi sono perfettamente imitati. Pasteur-Mérieux ha sporto querela. La Nigeria non ha mai risposto alle richieste di collaborazione della giustizia francese. Si stima che il 60% dei medicinali disponibili in questo paese siano contraffatti. Con soltanto una vera farmacia per 20.000 abitanti, questo paese popolato come due volte l'Italia costituisce una terra di elezione per i trafficanti di ogni genere.

 

 

medici senza frontiere - Multinazionali che sfruttano...

 

 

Rappresentante vaticano denuncia i

farmaci contraffatti per i poveri

Monsignor Zimowski al Congresso Internazionale dei Farmacisti Cattolici

Tratto dal sito ZENIT, Agenzia di notizie il 14 settembre 2009

Madrid - L'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, ha denunciado che il 50% degli antimalarici venduti in Africa è contraffatto.

Il rappresentante vaticano lo ha rivelato durante il congresso mondiale della Federazione Internazionale Farmacisti Cattolici, svoltosi dall'11 al 14 settembre a Poznan' (Polonia) sul tema “La sicurezza del medicinale: etica e coscienza per il farmacista”.

La denuncia del presule si basa su dati resi noti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Fonti non ufficiali annotano che in alcuni Stati africani il 60% dei farmaci sarebbe contraffatto, percentuale che sale di altri dieci punti in riferimento agli antimalarici, secondo quanto riferisce “L'Osservatore Romano”.

L'OMS sostiene che anche in molte zone del Sud-Est asiatico e dell'America Latina più del 30% dei medicinali è falso.

“La contraffazione e la falsificazione dei farmaci colpisce innanzitutto i soggetti in età pediatrica – ha dichiarato nel suo intervento –. Falsi antibiotici e falsi vaccini producono gravi ripercussioni negative sulla loro salute”.

“Molte sono le morti per malattie respiratorie nei bambini africani, sicuramente più numerose se curate con antibiotici falsi, senza principio attivo e in compenso acquistati a caro prezzo”.

“L'uso di antibiotici sottodosati in altri casi induce a fenomeni di selezione di ceppi batterici resistenti. Per quanto riguarda gli eccipienti, si usano sostanze tossiche che possono portare alla morte i bambini, come è avvenuto ad Haiti o in Nigeria”.

Un comportamento scandaloso, come aveva denunciato Benedetto XVI presentando l'Enciclica Caritas in Veritate, “che ci spinge a collocare il tema della sicurezza del medicinale tra le emergenze sanitarie ed etiche nei Paesi in via di sviluppo, dove il farmaco per l'uomo è il farmaco per la vita”, ha sottolineato l'Arcivescovo.

Il fenomeno riguarda infatti innanzitutto i farmaci salvavita. Secondo studi dell'OMS, un quarto dei farmaci acquistati per strada nei Paesi poveri è contraffatto.

In questa situazione, monsignor Zimowski invita tutti, in particolare i farmacisti cattolici, “a denunciare con coraggio tutte le forme di contraffazione e falsificazione dei medicinali e a opporsi alla loro distribuzione”.

Il presule ha poi citato il magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI per ribadire il ruolo del farmacista cattolico nel servizio alla vita.

In questa sua missione, infatti, egli “non può rinunciare alle esigenze della sua coscienza in nome delle leggi del mercato, né in nome di compiacenti legislazioni”, come sosteneva Papa Karol Wojtyla nel discorso rivolto alla Federazione Internazionale dei Farmacisti Cattolici il 3 novembre 1990, e non Benedetto XVI in un messaggio che – ipotizzato fantasiosamente da alcune agenzie e rimbalzato su molti media – sarebbe stato inviato ai partecipanti al congresso di Poznan'.

Per Giovanni Paolo II, il “guadagno, legittimo e necessario, dev'essere sempre subordinato al rispetto della legge morale e all'adesione al magistero della Chiesa”.

Per il farmacista cattolico, aggiungeva, “l'insegnamento della Chiesa sul rispetto della vita e della dignità della persona umana, dal suo concepimento fino ai suoi ultimi momenti, è di natura etica e morale. Non può essere sottoposto alle variazioni di opinioni o applicato secondo opzioni fluttuanti”.

Quanto al magistero di Benedetto XVI, monsignor Zimowski ha ricordato quanto detto nell'udienza concessa ai partecipanti al XXV Congresso Internazionale dei Farmacisti Cattolici nel 2007.

In quella occasione affermò: “Non è possibile anestetizzare le coscienze, ad esempio sugli effetti di molecole che hanno come fine quello di evitare l'annidamento di un embrione o di abbreviare la vita di una persona. Il farmacista deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, affinché ogni essere sia tutelato dal suo concepimento fino alla sua morte naturale e i farmaci svolgano veramente il ruolo terapeutico”.

L'Arcivescovo ha concluso il suo intervento riproponendo l'appello di Papa Joseph Ratzinger sempre in quel novembre 2007, affinché “le diverse strutture farmaceutiche, dai laboratori ai centri ospedalieri, e anche tutti i nostri contemporanei, si preoccupino della solidarietà nell'ambito terapeutico, per permettere l'accesso alle cure e ai farmaci di prima necessità a tutte le fasce della popolazione e in tutti i Paesi, in particolare alle persone più povere”.

Il Papa si riferiva in particolare ai bambini, dai quali “si leva – disse – un silenzioso grido di dolore che interpella la nostra coscienza” di uomini prima ancora che di credenti.

“Dunque che 'la missione della scienza e anche delle aziende del farmaco', come qualcuno rivendica, sia effettivamente quella di 'offrire soluzioni ai problemi della gente', ma di tutta la gente, anche se povera, poverissima al punto di non potersi pagare una 'soluzione' a problemi di sopravvivenza, 'legati a patologie o a percorsi di vita' ovunque le sia stato dato di vivere la propria esistenza in questo mondo”.

 

 

 

 

Speculazione sui poveri con

i farmaci contraffatti

 

Fonte web

E' una delle speculazioni più odiose. Perché condotta letteralmente sulla pelle dei malati, dei bisognosi, dei più poveri. E perché, oltre a illudere e fare perdere tempo prezioso di cura, spesso mette a rischio la vita stessa delle vittime. Quella dei farmaci contraffatti (500 morti l’anno nel mondo) è una nuova piaga che minaccia l’Africa. Si considerano tali « le medicine che, intenzionalmente e dolosamente, non concordano con provenienza e descrizione riportate sull’etichetta o sulla confezione».

Sebbene non sia ancora stata formulata una definizione soddisfacente a livello internazionale, quella fornita dall’Organizzazione mondiale della sanità ( Oms) è attualmente la più considerata. Il Center for Medicine in the Public Interest ( Cmpi), un’organizzazione indipendente di ricercatori, stima che globalmente il giro d’affari della contraffazione di farmaci sarà di 75 miliardi di dollari nel 2010, il doppio rispetto a quello del 2005. Dall’Asia, da cui erano partiti i primi drammatici allarmi, questo fenomeno di natura criminosa si è trasferito nel Continente nero, dove la popolazione ha disperato bisogno di medicine e molti governi non dimostrano un serio impegno nel combattere il traffico. Aggravato dal fatto che la scarsità di risorse spinge molte persone a rivolgersi al mercato nero, dove i rischi di imbattersi in prodotti non sicuri è altissimo.

La situazione è doppiamente grave. Da una parte, secondo l’Oms, circa il 60% dei farmaci che arrivano nel Continente sono inutili o inefficaci – in quanto pensati per curare patologie tipiche dell’Occidente – oppure scaduti. D’altra parte, cresce appunto il fenomeÈ no delle truffe, che può assumere varie forme: c’è chi produce ' false' medicine con acqua, zucchero e amido, quando non sostanze tossiche; ci sono industrie che per risparmiare riducono la quantità di principio attivo o limano le dosi; c’è infine chi acquista partite in scadenza e cambia le etichette. « I contraffattori sono diventati molto bravi a imitare le confezioni originali » , spiega Albert Wertheimer, farmaco- economista all’americana Temple University. In Africa, ad esempio, sono già state trovate perfette imitazioni dei prodotti della Holleypharm, che produce antimalarici nella sua fabbrica di Chongqing, nella Cina centrale.

La maggior parte delle medicine 'false' sembrano appunto provenire dal grande Paese asiatico, che nel campo dei farmaci ricopre un ruolo ambiguo: secondo gli esperti, infatti, le fabbriche cinesi sono le più legittimate a produrre farmaci grazie alla cultura millenaria legata anche alla medicina tradizionale, ma nello stesso tempo il governo di Pechino fatica a contrastare il fiorente mercato dei medicinali fasulli. Nel 2007, è stato addirittura giustiziato un ufficiale governativo che ne aveva sdoganata una grossa partita. I farmaci arrivano anche da India, Europa e Stati Uniti. Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica ad accesso libero PLoS ha documentato come un’ingentissima quantità di antimalarici contraffatti si trovi ormai dappertutto in Africa. I test affermano che il 35% dei medicinali venduti in sei Paesi ( Uganda, Kenya, Ghana, Nigeria, Ruanda, Tanzania) non contiene sufficienti principi attivi o che essi non si assimilano in maniera adeguata. Inoltre, il 78% dei farmaci è costituito da monoterapie a base di artemisia, la pianta che costituisce il principale ingrediente per combattere la malaria.

Ma dal gennaio 2006 l’Oms ha vietato l’uso di monoterapie, intimando alla case farmaceutiche di produrre antimalarici composti da una combinazione di diverse molecole. Nel maggio 2007, la stessa Oms è riuscita a bloccare ufficialmente il commercio di monoterapie a base di artemisia, tuttavia solo 40 su 74 aziende a livello mondiale ne hanno interrotto la produzione. E 42 nazioni, 18 delle quali nell’Africa subsahariana, permettono ancora alle case di vendere tali prodotti. « I farmaci scadenti – ha dichiarato Roger Bate, dell’American Enterprise Institute, responsabile della ricerca citata – non solo mettono in pericolo la salute di oggi, ma rischiano di rendere i parassiti resistenti ai trattamenti antimalarici di domani » . Vi è poi il capitolo delle cure per l’HIV/ Aids e la tubercolosi.

E a tale proposito si collega il fatto che sempre più case farmaceutiche svolgono le sperimentazioni dei loro farmaci nei Paesi in via di sviluppo, dove le garanzie e le procedure sono molto allentate, se non annullate. In febbraio una corte statunitense ha accolto il ricorso di alcune famiglie nigeriane intenzionate a fare causa alla Pfizer, accusata della morte e delle lesioni di decine di bambini reclutati per un test durante l’epidemia di meningite del 1996, che uccise dodicimila persone in sei mesi. L’antibiotico sperimentato su 200 piccoli nell’ospedale di Kano, il Trovan, fu somministrato senza il consenso dei genitori. Molti di questi bambini presentano tuttora cecità, deformazioni corporee e danni al cervello. Il colosso farmaceutico ha dichiarato che i test furono effettuati con l’assenso del governo nigeriano e che le famiglie vennero preventivamente informate.

Sperimentazioni del genere sembrano essere sempre più frequenti, e se anche il paziente dà il suo consenso, secondo un dossier della rivista Popoli e Missioni, « le informazioni riguardo al farmaco sono sommarie, il controllo terapeutico è insufficiente, e il beneficio per il paziente e per la popolazione è di solito scarso » . All’ultima conferenza internazionale sulla salute pubblica dei ministri della Sanità africani (Camh), i trial clinici sulla popolazione africana da parte di aziende occidentali sono stati definiti l’ennesima «manovra spregiudicata dell’imperialismo » . Le case fanno pressione sui governi affinché diano il via libera alle sperimentazioni sui loro cittadini. E non sono rari i casi di corruzione dei responsabili medici e politici.

 

 

 

APPROFONDIMENTO VIDEO

 

Le vie dei farmaci - La tragedia dei farmaci.

 

Il continente dei veleni

Una rete di laboratori clandestini, che prosperano soprattutto nell'Est europeo, alimenta un mercato di 25.000 miliardi di lire. Farmaci artefatti e non di rado tossici vanno a finire soprattutto in Africa, con la complicità dei governi locali. E c'è anche il business delle medicine in scadenza che diventano "aiuto umanitario": e qui l'Organizzazione mondiale della sanità chiama in causa le industrie farmaceutiche.

 

La falsificazione industriale più pericolosa,

quella dei medicinali.

Una farmacia piena di patacche - Ogni anno migliaia di persone muoiono per le conseguenze negative di prodotti farmaceutici falsificati. Prodotti di «grido» come il Viagra copiati e venduti a prezzo più basso, non solo nel terzo mondo ma anche nel ricco Occidente.

 

La piaga dei farmaci contraffatti nel

mondo 200mila morti l' anno
 

PECHINO - Prima hanno invaso il mercato di finti Viagra, steroidi, terapie ormonali. Poi sono arrivati, ancora più micidiali, i farmaci salvavita contraffatti: cure per il cancro, l' Aids e la tubercolosi, medicine antimalaria, vaccini per le malattie infantili. Tutti prodotti da una crescente industria del falso.