MONSANTO & C.:
LE IMPRESE DEL CRIMINE LEGALIZZATO
OGM E IL RISCHIO PER LA NUTRIZIONE UMANA
"Avremo un mondo di OGM, o con il consenso o con l’inganno"
(a cura di Claudio Prandini)
The Corporation
I burattinai dell'alimentazione umana senza scrupoli
Studio dimostra che gli OGM mettono
a rischio la riproduzione
Uno studio pubblicato dal governo Austriaco rivela che un’alimentazione a base
di organismi geneticamente modificati potrebbe compromettere la capacità
riproduttiva
Il Ministero Austriaco per l'Agricoltura e la Salute ha commissionato al Dott.
Jürgen Zentek - professore di medicina veterinaria presso l'Università di
Vienna, e coordinatore del progetto – lo studio sui prodotti OGM e i rischi per
la salute.
I risultati hanno evidenziato che nella sperimentazione i topi nutriti con
Mais-Ogm hanno avuto una riproduzione ridotta di numero e di peso
statisticamente rilevante. Mentre i topi alimentati con Mais non-Ogm si sono
riprodotti normalmente.
Federica Ferrario – responsabile della campagna OGM di Greenpeace Italia –
afferma: “Il cibo OGM sembra agire come agente di controllo delle nascite,
portando potenzialmente alla sterilità. Se questa non è una ragione sufficiente
per chiudere completamente l'industria agroalimentare biotech una volta per
tutte, non so che altro genere di disastro stiamo aspettando. Giocare alla
roulette genetica con il nostro cibo è come giocare alla roulette russa con
consumatori e salute pubblica”.
OGM E CRIMINE ORGANIZZATO
IL MONDO SECONDO MONSANTO
La nuova strategia per la
penetrazione degli Ogm in Europa
Qui di seguito pubblichiamo un importante articolo dell'autorevole agenzia Reuters, che contiene importanti indiscrezioni che la Commissione europea ha evidentemente lasciato filtrare pochi giorni fa sul progetto di nuova regolamentazione della coltivazione degli Ogm in Europa.
A nostro avviso si tratta di un piano di estrema importanza perché mette in luce alcuni elementi essenziali per comprendere cosa accadrà nei prossimi mesi. Sintetizziamo brevemente, anche per i lettori non specializzati, i dati essenziali della situazione attuale:
1) L'insuccesso degli Ogm in agricoltura in Europa è oramai un dato acquisito: la contrarietà dell'opinione pubblica; l'indifferenza degli agricoltori europei, che stanno affrontando problematiche strutturali che gli Ogm non saranno mai in grado di risolvere; l'importanza dell'opposizione da parte di tecnici e studiosi - tutti questi elementi hanno di fatto bloccato l'espansione delle colture Ogm nel nostro continente;
2) Questa situazione è stata contrastata a tutti i livelli da parte della Commissione europea, soggetta a fortissime pressioni da parte di alcuni Paesi, la Gran Bretagna in particolare, e da parte della potentissima lobby biotecnologica: il quadro giuridico che ne è derivato è quanto di più inapplicabile e irrealistico si sia potuto concepire in tutta la storia della burocrazia europea, culminando con un concetto come quello della coesistenza fra colture Ogm e non Ogm che si è dimostrata del tutto inapplicabile, come testimoniato, in Italia, anche da esperienze come il progetto Life Environment Sapid al quale ha partecipato la nostra Associazione(1);
3) L'industria bio-tecnologica rappresenta a livello internazionale una forza finanziaria e tecnica che è in grado di coprire tutto il processo produttivo agrario ed è quindi in grado di condizionare le scelte degli imprenditori agricoli, che in molti contesti, in primo luogo quello nord-americano, sono ormai nella maggioranza dei casi operatori che operano a contratto per le multinazionali dell'agro-alimentare; questa forza tecnologica e finanziaria ha l'esigenza di forzare la situazione in Europa, dato che essa costituisce l'ultima area a livello mondiale in grado di opporsi alla penetrazione dei prodotti agricoli geneticamente ingegnerizzati, la cui sostanziale inefficacia rispetto alle aspettative inizialmente suscitate è ampiamente dimostrata, pur fra le righe, anche da ricerche non contrarie agli Ogm(2);
4) Il mondo della ricerca scientifica si è dimostrato fin da subito in piena contraddizione con le premesse del pensiero scientifico occidentale, premesse di indipendenza e di rigore sperimentale, che sono state disattese fin dalle origini a causa delle fortissime pressioni esercitate a livello politico ed economico dalle aziende biotech, come dimostra il testo, recentemente tradotto in italiano di Arpad Pusztai e di Susan Bardocz, scienziati che hanno vissuto in prima persona un incredibile linciaggio mediatico e professionale per avere denunciato per primi l'assenza di garanzia di scientificità nelle sperimentazioni sugli effetti degli Ogm sulla salute di uomini ed animali(3);
5) la strategia di fondo del complesso politico-industriale che sostiene le biotecnologie per l'agricoltura è quindi quella di creare il fatto compiuto, ovverosia introdurre queste colture a tutti i costi, vuoi inquinando le filiere agro-alimentari (come avvenuto anche in Europa nel caso della soia, un prodotto agricolo presente in oltre 10.000 prodotti alimentari finali), vuoi utilizzando gli aiuti allo sviluppo (dalla Serbia all'Africa) per diffondere le colture Ogm, vuoi appunto utilizzando come "teste di ponte" quegli Stati europei come la Spagna che hanno lasciato le porte aperte a queste colture, fra l'altro distruggendo in tal modo intere filiere commerciali non biotech, come quella del mais biologico.
Fatte queste indispensabili premesse, è ora il caso di rilevare come le notizie contenute in questo servizio della Reuters indicano con chiarezza che siamo arrivati alla resa dei conti finale in Europa. L'idea sottesa a questa nuova impostazione, che ovviamente, se passerà, sarà presentata come una "liberalizzazione" del mercato, è quella di creare appunto una situazione in cui, come ha notato da tempo il prof. Claudio Malagoli, utilizzando un'espressione tratta dalla storia economica, "la moneta cattiva scaccia quella buona"(4): vale a dire che i prodotti Ogm, con alle spalle la forza dell'industria bio-tecnologica ed il supporto dei settori politici che sono da esse sovvenzionati, si diffonderanno comunque, invadendo le filiere di qualità certificata come quelle biologiche e di origine e denominazione controllata, dato che, per le loro caratteristiche intrinseche sono esse in grado di contaminare gli altri prodotti, mentre non può avvenire il contrario.
La sfida è quindi gettata, con l'arroganza tipica di questi potenti settori economici che contano sull'intreccio di interessi fra scienza, industrie multinazionali e partiti - in significativo parallelismo con quanto avviene con gli strumenti della finanza globale, per togliere di mezzo le ultime forze che agiscono in nome della libertà di impresa dei produttori, per il diritto ad una scelta consapevole da parte dei consumatori.
Questa sfida potrà essere raccolta e vinta, a nostro avviso, solo se produttori e consumatori avranno ben chiara la posta in gioco: non si tratta semplicemente della salute e dell'ambiente, occorre dirlo chiaramente una volta per tutte, sono in gioco i rapporti economici all'interno delle nostre società. Quello per cui occorre agire presso l'opinione pubblica e i decisori politici sono la sovranità e la democrazia economica del nostro continente.
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* Articoli della Reuters relativi al tentativo della Commissione europea di far passare gli OGM nella agricoltura europea. Siamo verso giugno del 2010.... Il 27 settembre 2010 questa strategia viene affossata dai ministri dell’agricoltura dei 27 Stati membri, riuniti nel Consiglio Agricoltura a Bruxelles.
1) G. Sinatti, "Il progetto Life
Environment Sapid: dal rischio un'opportunità", 2009, in corso di
pubblicazione.
2) The National Academies, The Impact of Genetically Engineered Crops on
Farm Sustainability in the United States, National Academies Press, 2010.
3) Arpad Pusztai - Susan Bardocz, La sicurezza degli OGM, Edilibri,
Milano, 2008.
4) C. Malagoli, Etica dell'alimentazione - prodotti tipici e biologici, Ogm
e nutraceutici, commercio equo e solidale, Aracne editrice, Roma, 2006.
"LE VERE PADRONE"
OGM CONTAMINATED - L'INGANNO A TAVOLA
Ogm: no al fai-da-te nazionale sulle autorizzazioni,
come proponeva la Commissione UE
Il 27 settembre, i ministri dell’agricoltura dei 27 Stati membri, riuniti nel Consiglio Agricoltura a Bruxelles, hanno bocciato la proposta della Commissione europea di lasciare che ciascun Paese membro decida se autorizzare o meno la coltivazione di Ogm nei propri territori. La proposta della Commissione, ricordiamo, prevedeva di rimettere a ciascun Paese la scelta sulle coltivazioni nei rispettivi territori, senza tuttavia impedire la libera circolazione di alimenti e mangimi Ogm sui loro mercati.
Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna (nell’ordine, i primi cinque Paesi produttori di alimenti in Europa), con il sostegno della Polonia, hanno detto “Non se ne parla nemmeno!”.
«Bisogna rispettare la cultura agricola e la biodiversità senza però perdere di vista l’economia e l’esigenza delle nostre imprese di competere sul mercato globale», ha commentato Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo. «La proposta di rinazionalizzare le decisioni sugli Ogm aprirebbe soltanto la strada a contenziosi legali e asimmetrie nella concorrenza tra gli operatori».
Le politiche europee in tema di Ogm sono già state censurate in sede di Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto) e l’ipotesi di moltiplicarle – una in ogni Stato membro - riaccenderebbe infatti le polemiche sui tavoli internazionali.
A fronte di questo rigoroso sbarramento, il Commissario Ue alla Salute John Dalli ha dovuto accontentarsi della presentazione di un rapporto sulle buone prassi agricole per la coesistenza delle colture Ogm con quelle convenzionali e biologiche, realizzato dallo “European Coexistence Bureau” (ECoB). Tra i temi, le condizioni di stoccaggio dei materiali, le distanze tra i diversi campi e la diversificazione dei periodi di semina e raccolta per ridurre la pollinazione incrociata.
Al momento, tre sole varietà di Ogm sono autorizzate alla coltivazione in Europa: due varietà di mais, una sola delle quali (MON810 della Monsanto) è effettivamente coltivata, e la patata Amflora per utilizzi industriali (BASF).
The Corporation - Chimica che ti uccide
Nuove ricerche sull’impatto
degli OGM sulla salute
Nonostante gli OGM siano in circolazione da molti anni, soprattutto in America, non esistono ricerche scientifiche sul loro impatto sulla biologia degli organismi viventi.
Questo è dovuto in parte al fatto che prove di nutrizione animale NON SONO PREVISTI per dare approvazione di sicurezza sia nell’UE che, tantomeno (figuriamoci), negli USA. Tuttavia ora sta emergendo una serie di documentazioni da un piccolo numero di esperimenti, fatti su animali, sugli effetti sulla salute e su quella che si chiama EPIGENETICA.
L’epigenetica è una branca della Biologia Molecolare, che ha a che fare con la Genetica , ma si occupa delle modifiche che il materiale genetico può subire durante la vita. Alcune malattie, come i tumori, hanno una base detta appunto “epigenetica”.
Questi studi indicano che l’ingegneria genetica è molto più imprevedibile e rischiosa rispetto all’allevamento tradizionale.
1) studi di nutrizione animale: recenti studi hanno messo in luce una gamma di seri, inspiegabili effetti derivanti dal consumo di OGM. Uno studio Australiano su piselli ogm ha rivelato effetti immunologici legati al trasferimento di un gene, ritenuto sicuro, a diverse specie di piante, che ha causato reazioni allergiche nei gatti.
2) Un esperimento condotto dalla stessa Monsanto ha messo in luce effetti immunologici con un aumento dei globuli bianchi nel sangue di topi alimentati con mais ogm.
3) L’unico test a lungo termine (24 mesi), condotto da un gruppo italiano ha dimostrato che gli ogm possono modificare alcuni organi interni. La nutrizione di topi con il famoso mais Roundup Ready ha cambiato la struttura e il funzionamento delle cellule del fegato, del pancreas e dei testicoli.
4) Un esperimento di nutrizione di topi con mais Mon 863 condotto da Monsanto ha dimostrato che i neonati avevano un peso inferiore al normale. Inoltre si è visto che il consumo di Mon 863 aveva effetti sulla composizione del sangue, con globuli rossi immaturi e alterazione dei parametri ematici.
5) Uno studio condotto in Russia ha messo in evidenza apparenti effetti generazionali degli OGM con elevata mortalità di giovani topi alimentati con soia Roundup Ready (56% di mortalità e crescita stentata dei neonati sopravvissuti).
6) Un programma finanziato dalla FSA (Food Standards Agency ) Inglese ha dimostrato che l’ingegneria genetica provoca normalmente un vasto numero di modifiche genetiche e chimiche casuali nelle piante, il cui impatto sulla salute è totalmente sconosciuto.
7) Due studi inglesi, uno sugli esseri umani e uno su pecore, hanno dimostrato che quando gli OGM sono ingeriti, alcuni dei geni inseriti si spostano e vengono trasferiti ai batteri dell’intestino.
8) Studi non più recenti avevano già dimostrato che il consumo di ogm danneggia la parete dell’intestino ed è associata con le morti inspiegabili di animali da esperimento: studi effettuati da 3 diversi gruppi di ricerca hanno dimostrato che due piante ogm hanno la capacità di indurre emorragie, altri ricercatori si sono accorti che le patate e i pomodori ogm provocano lesioni alla parete intestinale dei topi e dei gatti.
9) Almeno due esperimenti di nutrizione con pomodori ogm si sono conclusi con la morte inspiegabile degli animali da esperimento, con 7 topi su 40 (il 17,5%) nelle prime due settimane e il 7% di mortalità per polli nutriti con il mais tollerante il glufosinato (il doppio rispetto a quelli nutriti senza ogm).
Vale la pena di puntualizzare che questi studi sono stati effettuati per identificare impatti sulla salute e comprendevano studi tossicologici e analisi di tessuti. Molto diversi dai vari studi di nutrizione di cui si sente a volte parlare, solitamente effettuali con lo scopo di valutare gli aspetti commerciali degli ogm.
Le cause di questi effetti non sono conosciute, ma molti sono i fattori in gioco. Si sa da tempo che l’inserzione artificiale, e casuale, dei geni, interrompe la sequenza di altri geni con effetti legati alla posizione in cui avviene l’inserimento. Inoltre il funzionamento chimico del nuovo gene interagisce con le attività dei geni naturali della pianta, disturbando i processi biochimici e quindi il metabolismo in modi imprevedibili. L’epigenetica ha dimostrato che un gene agisce solo per una parte di un processo metabolico e negli esseri viventi esiste una certa interazione tra geni diversi e con l’ambiente in cui vive un certo organismo.
I dettagli esatti di questa interazione sono ancora poco noti, tuttavia sufficienti a dimostrare l’imprevedibilità dell’ingegneria genetica, con risultati diversi a seconda della situazione e una instabilità molto frequente.
UN NUOVO TERREMOTO AD HAITI: QUELLO
DELLA MONSANTO CHE REGALA VELENOSE SEMENTI
"Il terremoto di Haiti del 12 gennaio
scorso, per qualcuno è stata una fortunata pausa business. L'azienda
transnazionale Monsanto sta offrendo ai contadini del Paese un dono mortale di
475 tonnellate di sementi OGM, insieme a fertilizzanti e pesticidi associati,
che saranno distribuiti gratuitamente dal progetto WINNER supportato
dall'Ambasciata USA di Haiti.
Gli Haitiani sanno che la Monsanto fece l' "Agente Arancione", il defoliante che
fu spruzzato sul Vietnam dagli aerei USA durante il tempo di guerra, avvelenando
sia i soldati USA che i civili vietnamiti?
Gli Haitiani sanno che queste sementi OGM sono state dichiarate pericolose da
molti Paesi? Esse arrivano spesso in un "kit Monsanto", insieme ad un erbicida
che si chiama "Roundup," che contiene
glifosato . Nella mia
nativa Bretagna, ha già inquinato l'acqua del rubinetto. Ma la Monsanto insiste
col dire che il suo prodotto è biodegradabile.
Un ex impiegata della Monsanto, Linda Fischer, è appena stata nominata capo
dell'Ufficio USA per la Protezione Ambientale (US Environmental Protection
Agency (EPA), che monitorizza questioni ambientali. E' come dare al gatto il
compito di prendesi cura della salute del topo.
Monsanto ha già iniziato a distribuire le sementi di mais OGM a Gonaïves,
Kenscoff, Pétionville, Cabaret, Arcahaie, Croix-des-Bouquets e Mirebalais.
Presto ad Haiti ci saranno solo sementi Monsanto. Quindi addio alla indipendenza
dei contadini. La Monsanto ha recentemente investito 550 millioni di dollari in
Brasile per produrre l'erbicida Roundup nello stato nord-est di Bahia. Ma sembra
che lo Stato si stia rivoltando contro l'azienda.
Monsanto sta pubblicizzando le sementi come un dono generoso. Ma i contadini
Haitiani che desiderano usarli per i raccolti futuri, le dovranno pagare le
royalties.
Il rappresentante Monsanto ad Haiti es Jean- Robert Estimé, che è stato Ministro
degli Esteri sotto la dittatura della famiglia Duvalier, che è durata 29anni".
Intervista a Marie-Monique Robin, autrice
del libro “Il Mondo secondo Monsanto”
Una compagnia leader, un modello
agrario e le conseguenze sociali e sanitarie. I segreti di un’azienda, il suo
potere politico e scientifico. La gionalista francese Marie-Monique Robin,
affronta tutti i punti chiave per spiegare la monocultura di soia transgenica e
gli agrotossici sintetici a livello mondiale.
Come definirebbe la Monsanto?
Monsanto
è un impresa criminale. Lo dico perchè ci sono prove concrete di ciò. Venne
condannata varie volte per la sua attività industriale, si veda l’uso del
composto chimico PCB,
miscela chimica ora proibita ma che continua a contaminare il pianeta. Per 50
anni il PCB fu impiegato come liquido refrigerente dei trasformatori. Monsanto,
che fu condannata per questo, sapeva che era un prodotto altamente tossico, però
nascose le informazioni e fece come se niente fosse.
La stessa storia si è ripetuta con due erbicidi prodotti da Monsanto, che
formarono il cocktail chiamato “agente
orange” (agente arancio) utilizzato nella guerra del Vietnam. Sapevano della
sua tossicità ma lo usarono ugualmente. Non solo, alterarono gli studi fatti per
nascondere la relazione tra diossina e cancro. È il modus operandi ricorrente
della Monsanto. Alcuni dicono che questo avveniva nel passato, però non è così,
è un modo di ottenere profitti che ancora viene usato. L’azienda non accettò mai
il suo passato e le sue responsabilità. Negò sempre tutto. Questa è la sua linea
di condotta. Oggi la stessa cosa accade con i cibi transgenici e il
Roundup.
Qual’è il modo di “agire” della Monsanto in ambito internazionale?
Monsanto ha lo stesso modo di agire in tutti i paesi. Nasconde i dati a riguardo
dei suoi prodotti, mente e falsifica i resoconti, ma non solo questo. Ogni volta
che scienziati indipendenti tentano di fare il loro lavoro di ricerca sui
transgenici, ricevono pressioni o perdono il posto di lavoro. Questo succede
anche negli organismi governativi americani come la FDA (Agenzia
per gli Alimenti e i Medicinali) o l’EPA (Agenzia
per la Protezione Ambientale). Monsanto è sinonimo di corruzione. Due sono
gli esempi chiari e provati di tentativo di corruzione in Canada da parte della
Monsanto, che hanno portato ad una seduta speciale del Senato canadese. Si
trattava di legittimare l’uso dell’ormone geneticamente modicaficato sugli
animali per aumentare la produzione di latte. Un’altro caso è avvenuto in
Indonesia, dove Monsanto fu condannata per aver corrotto un centinaio di alti
funzionari per immettere sul mercato locale il suo cotone transgenico. Non
abbiamo dubbi che ci siano più casi di corruzione.
Lei afferma che il sistema delle
“porte girevoli” è un modo di agire della Monsanto?
Senza dubbi. Nella storia di Monsanto sempre è presente quello che negli Stati
Uniti chiamano “porte girevoli”. Un chiaro esempio: il testo che regolamenta i
transgenici negli Stati Uniti fu pubblicato nel 1992 dalla FDA, l’agenzia
governativa americana incaricata per la sicurezza degli alimenti e dei
medicinali. Questo dovrebbe supporre la sua serietà, questo almeno io pensavo
prima di questa investigazione. Quando dicevano che un prodotto era stato
approvato dalla FDA, credevo fosse sicuro. Ora so che non è così. Nel ’92 il
testo pubblicato dalla FDA sui transgenici fu stilato da Michael Taylor,
avvocato della Monsanto, che venne assunto dalla FDA proprio per redigere il
testo in questione e poi divenne vice-presidente della Monsanto. Questo un
esempio molto chiaro di “porte girevoli”. E ce ne sono molti altri.
Monsanto ha prodotto l’agente orange, il PCB e il glifosato. È stata
condannata per pubblicitá ingannevole: perché ha i mezzi di comunicazione dalla
sua parte?
Per mancanza di un serio e approfondito lavoro dei giornalisti e per la
complicità dei politici. In tutto il mondo è uguale.
Perchè Monsanto non dà risposte?
Ha provato a chiamarli?
Si, solo che non accettano gli si faccia domande.
È così che si comportano. Davanti a qualsiasi domanda di un giornalista critico,
Monsanto usa una sola politica: “no comment”.
Che importanza ha Monsanto nel mercato mondiale degli alimenti?
L’obiettivo di Monsanto è controllare la catena alimentare. I cibi trasngenici
sono il mezzo per raggiungere questo obiettivo. I brevetti la via per ottenerlo.
La prima tappa della "rivoluzione verde" già si è conclusa, fu quella delle
piante ad alto rendimento con l’utilizzo di pesticidi e relativo inquinamento
ambientale. Ora siamo nella seconda fase di questa “rivoluzione” dove la chiave
sta nel far valere i brevetti sugli alimenti. Questo non ha niente a che vedere
con l’idea di alimentare il mondo. L’unico fine è aumentare gli introiti delle
grandi coorporation. Monsanto guadagna in tutto. Ti vende il pacchetto
tecnologico completo, i semi brevettati e l’erbicida obbligatorio per quel seme.
Monsanto ti fa firmare un
contratto nel quale ti proibisce di conservare i semi e ti obbliga a
comprare il loro prodotto Roundup, non si possono usare glifosati generici. In
questo processo Monsanto guadagna su tutto, e non ha niente a che vedere con la
sicurezza alimentare. Voglio ricordare, che la soia transgenica che si coltiva
in Argentina, non serve per alimentare la popolazione, ma per nutrire i maiali
europei. E cosa succederà all'Argentina, quando in Europa si dovrà etichettare
che gli animali vengono alimentati con soia transgenica? Cadranno i consumi
della carne e anche l'Argentina avrà problemi, in quanto diminuirà il consumo di
soia.
È stata in Argentina, Brasile e in Paraguay. Che particolarità ha incontrato
in quelle regioni?
Va ricordato che la Monsanto entrò in Argentina grazie al governo di
Carlos Menem, che
permise l’entrata della soia trasgenica senza alcun tipo di precauzione.
L'Argentina fu il primo paese dell’America Latina. Poi dall’Argentina, i grandi
produttori organizzarono il contrabbando dei semi transgenici verso Paraguay e
Brasile, che si videro obbligati a legalizzarli in quanto erano coltivazioni
dedite all’esportazione. E poi arrivò Monsanto a reclamare i suoi privilegi. Fu
incredibile come si espanse la soia transgenica nella regione e in così pochi
anni. È un caso unico nel mondo.
Negli anni ’90 l'Argentina veniva indicata come alunna modello del FMI. Oggi
con 17 milioni di ettari coltivati a soia transgenica e l’utilizzo di 168
milioni di litri di glifosato, si può dire che l'Argentina sia un modello da
seguire nell’agroindustria?
Si! Chiaro. L'Argentina adottò il “modello Monsanto” a tempo di record, è un
caso esemplare. Però ci furono anche problemi. Dato che i semi transeginici sono
brevettati, Monsanto ha il diritto di proprietà intellettuale. Questo significa
che i produttori all’atto dell’acquisto dei semi firmano un contratto con il
quale si impegnano a non conservare parte del raccolto per la risemina, quello
che normalmente fanno gli agricoltori di tutto il mondo. Monsanto considera
quest’atto una violazione del suo brevetto. Allora Monsanto invia la "polizia
dei geni", che è qualcosa di incredibile, detective privati che entrano nei
campi, prendono campioni, verificano se è transgenico e se l'agricoltore ha
comprato i semi. Se non sono stati comprati, si va a giudizio e Monsanto vince.
È una strategia globale: Monsanto controlla la maggior parte delle imprese
produttrici di semi e brevetta i semi, esigendo che ogni contadino compri i suoi
semi.
Quello che successe è che la legge argentina non proibisce di conservare i semi
di un raccolto per riutilizzarli. In un primo momento Monsanto disse che non
avrebbe chiesto privilegi e così fornirono semi e Roundup di scarsa qualità. Dal
2005 Monsanto cominciò a richiedere privilegi, ruppe gli accordi iniziali con
Argentina e ora si stanno scontrando in giudizio.
Il Roundup svolge un ruolo da protagonista. Molte comunità agricole ed
indigene denunciano i suoi effetti, ma ci sono ancora pochi divieti.
È un aspetto incredibilemte messo a tacere. Nessuno può negare gli effetti che
provocano le fumigazioni con questo erbicida, completamente nocivo. Sono
convinta che verrà proibito in un futuro, come fu per il PCB, arriverà quel
momento. Infatti in Danimarca già lo hanno proibito per la sua alta tossicità. È
urgente analizzare il pericolo degli agrochimici e degli OGM (Organismi
Geneticamente Modificati).
Tuttavia, le grandi imprese del settore promettono da decadi che con i
transgenici e gli agrotossici si riuscirà ad aumentare la produzione, e così si
porrà fine alla fame nel mondo.
L'Argentina è il miglior esempio di questa menzogna. Che vantaggi hanno ottenuto
dall’espandersi delle coltivazioni di soia? Si è persa la produzione di altri
alimenti basilari e c'è ancora fame. Questo modello è un modello di monocoltura
che distrugge le altre coltivazioni vitali. È una trasformazione molto profonda
dell’agricoltura, che porta alla perdita della sovranità alimentare, che già non
dipende dal governo per poter essere cambiata.
Perchè lei definisce “la dittatura della soia” il processo agrario attuale?
È una dittatura nel senso di un potere totalitario che abbraccia tutto. Bisogna
avere chiaro che chi controlla i semi, controlla il cibo e controlla la vita. In
quel senso, Monsanto ha un potere totalitario. È così palese, che perfino
Syngenta, grande impresa del settore agro-industriale e competitrice di
Monsanto, rinominò Brasile, Paraguay ed Argentina “le repubbliche unite della
soia”. Siamo davanti ad un programma politico con fini molto chiari. Una
semplice domanda lo dimostra: chi è che decide cosa si coltiva in Argentina? Non
lo decide né il governo, né i produttori, lo decide Monsanto. La multinazionale
decide cosa si seminerà, lo decide un’impresa senza tenere conto dei governi. E
quel che è peggio, è che la seconda ondata di transgenici sarà più intensa, con
un progetto di agrocombustibile che comporterà più monocoltura. Per dove siamo
arrivati, già ci è chiaro che la monocoltura è perdita di biodiversità ed è
tutto il contrario della sicurezza alimentare. Non ci sono oramai dubbi che la
monocoltura, sia di soia o per la produzione di biodiesel, è la strada verso la
fame.
Qual’e il ruolo giocato dalla scienza nel modello dell’agroindustria, dove
Monsanto è solo la faccia più conosciuta?
Prima pensava che quando uno studio veniva pubblicato da una prestigiosa rivista
scientifica, si trattasse di un lavoro serio. Invece no. Imprese come Monsanto
fanno pressione sui direttori delle riviste. Nel campo dei transgenici è quasi
impossibile realizzare studi accurati sul tema. In molte parti del mondo, Stati
Uniti o Argentina, i laboratori di ricerca sono pagati dalle grandi imprese.
Quando il tema riguarda i semi transgenici o gli agrochimici, Monsanto è sempre
presente e condiziona le ricerche.
Gli scienziati hanno paura o sono complici?
Tutte e due le cose. La paura e la complicità sono presenti nei laboratori del
mondo. Nel mio libro dico chiaramente che in tutti i paesi del mondo ci sono
scienziati la cui unica funzione è legittimare il lavoro dell'impresa.
Che ruolo svolgono i governi nel far crescere imprese come la Monsanto?
I governi sono i migliori promotori degli OGM. Realizzano un incredibile lavoro
di lobby. Per esempio Monsanto fa avere ai governi i suoi studi, i suoi report,
le sue riviste e le foto. Dicono ai politici che non ci sarà inquinamento e che
salveranno il mondo, così i politici fanno il loro lavoro. Ci sono anche casi di
tentata corruzione. Deputati francesi hanno denunciato pubblicamente le
pressioni ricevute da Monsanto, fino a riconoscere che la compagnia contattò
ognuno dei 500 deputati affinché legiferassero secondo gli interessi
dell'impresa.
Qual’è il ruolo giocato dai mezzi di comunicazione?
Mi dispiace dirlo in quanto sono giornalista. Credo in quello che faccio e credo
che sia una professione che comporta un dovere molto importante nella
democrazia, però molti media vengono manipolati. L’informazione che ci viene
data a riguardo dei transgenici non è corretta. I mezzi di comunicazione
pubblicano la propaganda di Monsanto e la pubblicano senza discutere, come se
fossero degli impiegati dell'impresa. Monsanto invita a pranzo i giornalisti, fa
loro regali, paga loro il viaggio fino a Saint Louis (sede centrale). I
giornalisti passeggiano per i laboratori, non fanno domande e tutto finisce lì.
Questo è il modo di agire di Monsanto con i mezzi di comunicazione. Non solo,
Monsanto cerca di trovare anche dei sostenitori, stabilisce contatti con loro e
ottiene opinioni favorevoli. Non so se si arrivi alla corruzione, però Monsanto
raggiunge i suoi obiettivi. In Argentina è chiaro come agisce, leggendo alcuni
articoli di supplementi rurali si vede che invece di articoli giornalistici sono
pubblicità di Monsanto. Non sembrano scritti da un giornalista, sembrano
comunicati della compagnia.
Come valuta la disputa tra il governo e le associazioni dell’agricoltura?
Nel 2005 feci un intervista ad Eduardo Buzzi, il quale era furioso per la
questione dei privilegi che Monsanto richiedeva. Parlava delle “trappole” di
Monsanto. Mi accennava inoltre ai problemi che comporta la soia e mi mise in
contatto con i piccoli produttori che mi parlarono delle bugie di Monsanto,
della resistenza che mostrano le sterpaglie e che bisognava utilizzare più
erbicidi del dovuto, lasciando i campi come terra bruciata. Buzzi sapendo tutto
questo metteva in discussione il modello Monsanto, affermava che la soia porta
la distruzione dell'agricoltura familiare e mi diceva che la Federazione Agraria
rappresenta piccoli e medi produttori contro le grandi imprese. Ora però non so
che cosa gli sia successo. Non ebbi occasione di rivederlo e mi piacerebbe
domandargli che cosa lo abbia spinto ad unirsi alle grandi entità, mi risulta
strano il cambiamento che ha avuto. Per giunta Buzzi fa parte di Aapresid
(Associazione Argentina per la semina del suolo –di cui fanno parte tutte le
grandi imprese del settore, incluse le produttrici di semi e l’agrochimica) che
è quella che ha più da guadagnare da questo modello e che è apparsa poco in
questo conflitto. Aapresid condiziona tutti e sta dalla parte dei produttori di
soia, che non sono gli agricoltori. Non capisco come la Federazione Agraria dica
di rappresentare i piccoli produttori e poi faccia parte dell’Aapresid. È
strano, non si capisce.
E il ruolo del governo?
Le ritenute potrebbero essere un freno all’espansione della soia, però non sono
la soluzione davanti ad un fenomeno tanto aggressivo. La soluzione deve essere
radicale e a lunga scadenza. Chiaro che la tentazione del governo è grande, la
soia dà buoni profitti. Non ci sono soluzioni semplici e a breve termine per un
modello che butta fuori i contadini delle sue terre e, che per mezzo dei
diserbanti, inquina l'acqua, la terra e la gente.
APPROFONDIMENTO
questioni aperte sulle coltivazioni di OGM