IL NOSTRO PARROCO,  DON EVANDRO

 GHERARDI, CI  LASCIA PER ANDARE

IN una parrocchia DI REGGIO CITTÀ.

a cura di Claudio Prandini

 

 

 

 

 

 

Così hanno ringraziato Don Evandro le comunità di Fosdondo

e Canolo domenica scorsa, durante la S. Messa delle 11.

 

Con questa celebrazione vogliamo salutare il nostro Pastore Don Evandro che per 8 anni ha guidato le comunità di Fosdondo e Canolo. Le nostre Parrocchie figlie dell'unica Chiesa vogliono ringraziarti attraverso tutte le sue componenti:

I nostri bambini e chierichetti ti ringraziano per averli "fisicamente" avvicinati all'altare privilegiati nel poter quasi toccare con mano con la loro semplicità e purezza le cose grandi e meravigliose che avvengono presso di esso.

I nostri ammalati ti ringraziano per i tanti momenti di preghiera a loro dedicati, presso la casa della carità.

Le nostre famiglie ti ringraziano: hai cercato di trasmettere loro la quotidianità di un Vangelo vissuto veramente fatto di azioni concrete e non di sole parole.

I nostri giovani ti ringraziano: hai condiviso con loro tanti momenti felici e tristi, stando loro vicino a modo tuo, senza mai essere invadente.

La nostra terra qui in campagna così diversa ne siamo consapevoli,dalla città ti ringrazia: perchè ti sei sempre ricordato della ciclicità delle stagioni che qui da noi ancora oggi determina la vita quotidiana, hai pure benedetto i nostri animali, anche i più cari ai nostri bambini.

Le nostre Chiese ti ringraziano: le hai riportate al loro antico originario splendore ma soprattutto hai permesso così che i riti e le funzioni sacre che sono per noi cristiani momenti  fondamentali per la crescita della nostra fede, acquisissero una solennità ed una dignità diverse: sono proprio belle e tu ci hai sempre ricordato che il bello è una categoria di DIO.

Ma ciò che hai dato a tutti giovani e anziani indistintamente e che non potremo mai dimenticare sono le tue Omelie: ci hai insegnato con molta chiarezza e determinazione anche in questi ultimi tempi, quando le tensioni interreligiose si sono acuite che la Chiesa: sopporta il male che le fanno i suoi nemici, sopporta di essere spogliata di ogni bene materiale e di ogni privilegio, sopporta le persecuzioni, MA NON può sopportare che vangano falsate le verità che essa ha il dovere di custodire e NON PUO' sopportare che vengano manomesse la libertà e la dignità della persona e della coscienza.

Noi tutti ti affidiamo a "Gesù Buon Pastore" nella nuova comunità che è pronta ad accoglierti e al " Nome di Maria" che vegli sempre sul tuo cammino sorretta anche dalle preghiere dei Canolesi e Fosdondesi.

 

 

TAPPE DELLA SUA PASTORALE

TRA I SUOI PARROCCHIANI

 

.

 

Non è semplice riassumere 8 anni vissuti insieme, nelle gioie e nei dolori, nella fatica e nell'entusiasmo di quello che la Provvidenza ha voluto (o permesso) che accadesse in questo lasso di tempo per il nostro bene. Allora ho pensato di tracciare alcuni momenti chiave del modo di essere prete di don Evandro, attraverso gli articoli che la stampa locale gli ha dedicato in questi anni, che non pretende certamente d'esaurire il suo modo di "essere prete"!

 

Un ringraziamento personale va a don Evandro anche per questo sito perché, oltre ad averne permesso la nascita quasi sette anni fa, dandomi sostanziale fiducia (che non significa sempre totale identità di vedute) ne ha permesso la crescita tanto che ora siamo sui trecento visitatori al mese. Qualcosa di più dunque di un semplice sito parrocchiale che spazia tra attualità, spiritualità e profezia!

 

 

 

ANNO 2000

 

 

A Correggio le macerie
cadono sulle macerie

CORREGGIO (Reggio Emilia) — Il terremoto ha battuto la burocrazia: macerie sono cadute ieri sulle macerie, ancorà lì dopo quattro anni in attesa che le procedure compiano il loro corso e facciano riparare la chiesa di Fosdondo. Il tempio è ancora chiuso da quell'ottobre '96 quando il crollo parziale di una volta della chiesa rischiò di provocare una strage, evitata solo dal caso: la folla che partecipava al funerale di una giovane sposina era appena uscita dal tempio. Ieri la terra è tornata a tremare quasi con la stessa intensità e ha finito la sua opera provocando il crollo dell'altra parte della volta e facendo finire un'altra pioggia di macerie sui detriti che sono ancora lì da quattro anni in attesa che parta la sospirata ristrutturazione. In quest'occasione nessuno ha rischiato la vita: il parrocco don Evandro Gherardi stava celebrando la funzione nel teatrino adiacente quando assieme ai fedeli ha sentito il crollo. Ieri sospirava paziente: da troppo tempo attende che la burocrazia compia il suo corso. Gravi lesioni si sono registrate anche nel tempio principale della città, S.Quirino: alla scossa la folla è uscita e ha celebrato la messa nella piazza adiacente. Nel pomeriggio poi la chiesa è stata dichiarata inagibile. Come in tutta la provincia la scossa ha riaperto lesioni di quattro anni fa anche se là dove sono stati eseguiti i lavori di consolidamento antisismico gli edifici hanno tenuto. Problemi si registravano però in serata per tre case rurali per cui la protezione civile stava valutando l'agibilità: gli occupanti potrebbero essere sfollati.
a. s.

(19 Giu 2000 04:01 - IL RESTO DEL CARLINO)

 

---------------

 

 

«A casa da scuola il 2 novembre»

"Giù le mani dal due Novembre. Piuttosto lasciate i vostri figli a casa da scuola". Non se l'aspettavano i parrocchiani di Fosdondo e Canolo, frazioni del comune di Correggio, l'invettiva del loro sacerdote scagliata dal pulpito durante la messa di domenica, contro la decisione di quasi tutti gli istituti scolastici del comune di adeguarsi alle direttive del sovrintendente regionale del ministero, Elio Inzerillo, che all'inizio dell'anno scolastico aveva deciso di decurtare dal calendario festivo il giorno della commemorazione dei defunti e il giovedì Santo. Il fatto è che Don Evandro Gherardi, oltre che pastore delle due comunità, è anche insegnante di religione in un istituto tecnico di Correggio. "Le due festività sono indispensabili per la crescita sociale dei nostri ragazzi". Così, risoluto e battagliero, ha sfidato gli organi collegiali invitando i genitori a compiere un gesto controcorrente che sa tanto di disubbidienza civica. "Voi genitori - ha tuonato - avete il compito di fare pressione per cambiare questa decisione. Avendo il diritto di commemorare con i vostri figli il giorno dei defunti, teneteli a casa da scuola e portateli a visitare le tombe dei vostri cari". La provocazione avrebbe mandato in visibilio gente come il Foscolo, anche perché, a scatenare il putiferio è stata una decisione delle singole scuole che si sono adattate così alle disposizioni di massima suggerite dall'autorità regionale. "Dal punto di vista educativo - continua il sacerdote, che ha già raccolto la solidarietà degli insegnanti di religione Correggesi, anche loro attivatisi con una lettera - queste feste sono fondamentali considerato il fatto che - come si legge anche nella lettera dei docenti - sarebbe un grave danno per le giovani generazioni se qualcuno tentasse di far dimenticare coloro che li hanno preceduti sul cammino della vita e che hanno trasmesso e donato loro la vita. Sarebbe far dimenticare il senso della riconoscenza e della gratitudine".
Nella foto: Don Evandro Gherardi

di Andrea Zambrano

(25 Ott 2000 06:18 - IL RESTO DEL CARLINO)

 

 

ANNO 2001

 

«Ora tocca ai politici cattolici»

CORREGGIO - Al fianco di don Evandro Gherardi, il parroco di Fosdondo e Canolo, che il 31 dicembre scorso aveva invitato i suoi fedeli a non frequentare i negozi e i centri commerciali di domenica, scende in campo il responsabile della pastorale del lavoro della diocesi, don Gianni Bedogni.
Il sacerdote, pienamente solidale con il collega, spiega come la querelle sollevata da don Gherardi sia di estrema importanza.
"Le preoccupazioni di don Evandro - dice - sono le preoccupazioni mie e della chiesa stessa, che assiste allarmata a questo banchetto dell'eccesso, che a Natale tocca livelli di afflusso davvero incredibili. Sono rimasto davvero colpito quando ho saputo che un centro commerciale della nostra regione, visto il successo dell'iniziativa di tenere aperto tutti i giorni di dicembre fino ad orari molto tardi, ha intenzione di ripetere la stessa formula il prossimo anno".
Per don Bedogni, che già in passato, al pari di don Evandro aveva più volte garantito ai fedeli che mai avrebbe usufruito dell'apertura domenicale degli esercizi invitando i parrocchiani a fare altrettanto, queste aperture segnano l'affievolirsi dell'equilibrio tra la vita e le sue componenti, dal momento che tutto viene fagocitato dalla logica del mercato. "Non stupiamoci poi - continua - se, dopo essere retrocessi su un piano di vita meno spirituale assistiamo all'aumento dei divorzi o all'esaltazione dell'etica perversa dei centri commerciali, che sequestrano i centri cittadini, i quali una volta avevano come fulcro la chiesa, riducendo l'uomo a codice a barre. E' il contorno avvilente della cultura dell'immagine, che esalta l'equazione lavorare-produrre-consumare a scapito del senso vero della festa che non è solo riposo, ma anche significato e promozione del lavoro stesso".
Il sacerdote ha poi sollevato perplessità sul decreto Bersani, auspicando una reazione della società civile e chiedendo l'intervento massiccio dei politici cattolici: "Credo che sia doveroso che i politici d'ispirazione cattolica, che già hanno dimostrato una disponibilità a schierarsi, si adoperino per evitare che questi tipi di leggi oltrepassino la misura, se è vero che oltre alla domenica ci si avvia a tenere aperto i negozi anche di notte".

di Andrea Zambrano

(04 gennaio 2001 -IL RESTO DEL CARLINO)

 

---------------

 

Via ai lavori nella chiesa di Fosdondo

Danneggiata da due terremoti, una spesa di 700 milioni

Correggio. Sono iniziati i lavori di ricostruzione, consolidamento e riparazione dei danni all'antica chiesa parrocchiale di Fosdondo, causati dal terremoto dell'ottobre 1996  e del 18 giugno 200. Nel 1996 il crollo della volta sopra l'ingresso avvenne pochi minuti dopo la prima scossa, quando i fedeli erano appena usciti per un funerale. La paura si ripeté al cimitero, mezz'ora dopo, con la seconda scossa. I lavori sono stati affidati all'impresa Messori.

La spesa prevista è di almeno 700 milioni di lire, salvo imprevisti. Uno di questi è la necessità di ricostruire certi muri di  sostegno "a sacco", cioè costituiti da doppie pareti con intercapedine riempita di rottami, per poter inserire catene efficaci.

La chiesa primitiva si fa risalire ai primi anni dopo il mille. Le cappelle sono state poi aggiunte, il tutto con scarse fondamenta. Si sono quindi verificati cedimenti, notevoli fenditure, crepe, cadute di intonaco, distacchi.

Già con il terremoto del 1983 l'antica plebana aveva subito gravi danni. Rimase chiusa per dodici anni per la necessità di eseguire notevoli opere di rinforzo che risultarono efficaci.

Nel 1996 il comune ha speso 100 milioni per consolidare il campanile romanico che minaccia di crollare. La Regione stanziò 420 milioni che sono divenuti disponibili solo recentemente. Per la differenza di circa trecento milioni, don Evandro Gherardi, parroco di Fosdondo e Canolo dal 7 giugno 1998, spera nell'aiuto dei parrocchiani, ma soprattutto chiede "un riesame del problema delle chiese correggesi da parte della Regione, in considerazione anche dell'aggravamento del danno causato dal sisma dello scorso 18 giugno che ha causato il collasso delle strutture e quindi in una integrazione nella definitiva ripartizione dei fondi per il terremoto. Su dieci miliardi, nulla è arrivato per le chiese di Correggio".

Umberto Borghi

(16/02/01 - GAZZETTA DI REGGIO)

 

---------------

 

Correggio, la proposta lanciata dal parroco don Evandro Gherardi
«Ospitiamo i bimbi schiavi»
Lettera all'Unicef per prendersi cura dei piccoli ora sulla nave in Africa


CORREGGIO. Don Evandro Gherardi, parroco di Fosdondo e Canolo, ha lanciato la proposta di dare ospitalità ai bambini schiavi, tenuti a bordo di una nave africana. L'iniziativa è stata subito accolta dai parocchiani e comunicata per l'attuazione all'Unicef di Roma.
L'idea è quella di dare ospitalità ai bambini schiavi africani che da tre settimane sono a bordo di una nave che non ha ancora trovato approdo, a causa del suo carico vergognoso. Il sacerdote ne ha parlato domenica durante i Vespri pasquali, officiati nella Casa della Carità di Fosdondo. La risposta è stata immediata ed entusiasta: gli ospiti, i familiari e gli stessi assistenti della Casa si sono resi disponibili a ospitare, anche per periodi brevi, i bambini prigionieri su questa specie di nave pirata.

CORREGGIO. Don Evandro Gherardi, parroco di Fosdondo e Canolo, ha lanciato la proposta di dare ospitalità ai bambini schiavi, tenuti a bordo di una nave africana. L'iniziativa è stata subito accolta dai parocchiani e comunicata per l'attuazione all'Unicef di Roma. Don Evandro era diventato una celebrità nell'ottobre scorso, quando invitò i suoi fedeli a tenere a casa i bambini il 2 novembre, giorno dei morti. La festività, infatti era stata soppressa nel nuovo calendario scolastico dell'Emilia-Romagna.
Appena lanciata, la proposta del parroco ha avuto un seguito immediato da parte dei parrocchiani delle chiese di Canolo e di Fosdondo. L'idea è quella di dare ospitalità ai bambini schiavi africani che da tre settimane sono a bordo di una nave che non ha ancora trovato approdo, a causa del suo carico vergognoso. La proposta di Pasqua di accogliere i bambini, è stata lanciata da don Evandro Gherardi, 45 anni, da tre anni parroco di Canolo e Fosdondo. Ne ha parlato domenica durante i Vespri pasquali, officiati nella Casa della Carità di Fosdondo e ne ha riparlato ieri durante la messa allo stesso istituto.
La riposta è stata immediata ed entusiasta: gli ospiti, i familiari e gli stessi assistenti della Casa della Carità si sono resi disponibili ad ospitare, anche per periodi brevi o provvisori, i bambini tenuti come schiavi sulla nave pirata. La disponibilità di accoglienza è stata poi comunicata via fax all'Unicef di Roma. proprio ieri pomeriggio don Evandro ha inviato una lettera alla sezione italiana dell'Associazione umanitaria.
«Intendiamo renderci disponibili - ha confermato il sacerdote correggese - ad aiutare quei bambini. Il mio è un discorso di fede. Molte famiglie delle nostre due parrocchie hanno subito dichiarato la propria disponibilità».
In attesa di una risposta definitiva dell'Unicef, don Gherardi ha spiegato che la comunità parrocchiale di Correggio ha voluto mandare un segnale: «Non sappiamo quale sarà la sorte di quei bambini, ma le nostre case sono pronte ad accoglierli, secondo tempi e modalità che ci saranno indicati».

(16/04/01 - GAZZETTA DI REGGIO)

 

ANNO 2002

 

«Sì alla moschea, ma salviamo il Natale» (Il Resto del Carlino, 03/12/02)

di Andrea Zambrano

CORREGGIO - "Sì alla moschea, ma la comunità musulmana di Correggio faccia uno sforzo di apertura". Don Evandro Gherardi, parroco di Fosdondo e Canolo entra nella "querelle" sulla moschea, che già ha coinvolto alcuni sacerdoti del Vicariato. Don Gherardi precisa di parlare a titolo personale. "Appoggio la decisione del Comune - dice - di concedere un luogo adeguato affinché la comunità islamica di Correggio possa professare la propria fede, purché a regole ben precise e nel rispetto della nostra cultura. Mi sono rifatto ai recentissimi discorsi del Santo Padre di invito alla conoscenza della cultura islamica e di rispetto delle altre religioni. Così interpreto questo discorso dicendo che non bisogna negare un diritto fondamentale del vivere civile anche se i timori e le perplessità albergano anche in me che sono sacerdote". Timori che il sacerdote ritiene normali, ma dai quali non bisogna lasciarsi sopraffare. "Come prete e come facente parte di una comunità cristiana - prosegue - dobbiamo parlare dell'Islam e arrivare ad un dialogo con loro, ben sapendo che al momento nei loro paesi non esiste il principio di reciprocità e che certi diritti garantiti da noi da loro non esistono nemmeno. Ma questo non deve spaventarci, ci deve essere un confronto aperto mentre soluzioni come quella referendaria, che ho sentito tra qualche mio confratello, portano solo alla chiusura". Don Evandro poi aggiunge: "Il fatto è che loro sono forti della loro cultura e noi siamo i deboli, noi che rinunciamo al Natale nelle scuole per timore di offendere le altre religioni, noi che non crediamo più nelle nostre radici cristiane e lasciamo che vengano calpestate. Dobbiamo recuperare questi valori, per poi confrontarci con l'Islam e dialogare con loro forti delle nostre tradizioni".  

 

ANNO 2003

 

Il sito della parrocchia contro la guerra (Gazzetta di Reggio, 04/02/03)
Canolo e Fosdondo rilanciano l'appello
Don Evandro: appoggio ai grandi eventi
Sull'indirizzo telematico della comunità cattolica ripresi gli slogan dei gruppi pacifisti

Luisa Cigarini

CORREGGIO. Parrocchie in Rete per la pace. Chiunque desideri scrivere al presidente della Repubblica o al presidente del consiglio o a quelli di Camera e Senato per manifestare il proprio dissenso di fronte alla partecipazione dell'Italia alla guerra in Iraq, può consultare il sito internet delle parrocchie di Canolo e Fosdondo per trovare il necessario. Claudio Prandini si occupa personalmente dell'aggiornamento continuo del sito e ne ha ideato la grafica. Di fronte all'annuncio del prossimo ingresso dell'Italia nella guerra in Iraq, ha pensato bene di aggiungere un link specifico sull'argomento.
«L'idea mi è venuta - spiega Prandini - perché penso che questa guerra sia un grosso sbaglio per l'occidente e spero proprio che l'Italia ne resti fuori». Per lanciare il suo messaggio Claudio Prandini ha utilizzato un mezzo che conosce bene: internet. E' autore e cura personalmente il sito delle parrocchie di Canolo e Fosdondo: «L'informatica è una mia passione - continua - e credo che, oggi, il linguaggio della fede si possa esprimere anche così».
Di fronte al precipitare della situazione internazionale ha pensato di aggiungere un link che si occupi principalmente dell'argomento bellico.
Cliccando sull'immagine di un faro è possibile accedere a un documento che illustra, nel dettaglio, i motivi per cui l'Italia non dovrebbe partecipare alla guerra in Iraq. Chiunque desiderasse far conoscere anche alle più alte cariche dello Stato, la propria posizione nei confronti della guerra può sottoscrivere il documento secondo le istruzioni riportate e poi inviarlo. «Fino a oggi sono stati 5800 i visitatori del sito - conclude Prandini - non so quanti abbiano spedito il documento pacifista. Il mio intento è che lo veda più gente possibile». L'indirizzo internet delle parrocchie di Canolo e Fosdondo è: www.parrocchie.it/correggio/ascensione/.
L'opera di sensibilizzazione delle persone nei confronti della guerra avviene anche nella vita reale: «E' da Natale - afferma don Evandro Gherardi, parroco di Canolo e Fosdondo - che abbiamo lanciato una campagna di raccolta di firme e vendita di bandiere della pace. Su questo tema ci stiamo impegnando anche nell'organizzazione di serate di preghiera».
Non è la prima volta che don Evandro prende posizione di fronte a un conflitto. Successe anche all'epoca della guerra in Kosovo: promosse una marcia per la pace. «Riguardo la nostra partecipazione alla manifestazione di Roma - continua - andremo a titolo personale. Siamo una parrocchia piccola e appoggiamo i grandi eventi».

 

 

---------------

 

 

Verso il Millenario ma senza festa (Gazzetta di Reggio, 07/02/03)
Ancora chiusa dal terremoto del '96 la chiesa di Fosdondo
Il prossimo anno si celebra la storica ricorrenza, ma i lavori di restauro sono stati abbandonati


Luisa Cigarini

CORREGGIO. Quest'anno la chiesa parrocchiale di Fosdondo compie 999 anni. E' la più antica del territorio correggese e, probabilmente, l'unica ad essere ancora inagibile dopo il terremoto del '96. Dopo gli interventi di estrema urgenza eseguiti all'indomani del sisma di sette anni fa, la chiesa di Fosdondo è stata praticamente dimenticata. Una situazione di abbandono che non fa che aggravare lo stato di conservazione dell'immobile di fattura romana.
«Il prossimo anno - ricorda don Evandro Gherardi, parroco di Fosdondo e Canolo - la chiesa festeggerà mille anni, ma non siamo nemmeno sicuri di poterla aprire al pubblico per lo storico compleanno».
Ma. al di là della ricorrenza, don Evandro è molto preoccupato della situazione che si è creata attorno alla chiesa: «E' un simbolo ed un luogo di aggregazione - spiega - per tutta la comunità della frazione che conta circa mille abitanti. Non poterne usufruire comporta un impoverimento generale, non solo per i fedeli». Ancora oggi le messe per Fosdondo vengono celebrate dentro il teatrino che si trova nei pressi della chiesa, oppure nella parrocchia di Canolo. Don Eandro non è mai riuscito a celebrare un rito all'interno della chiesa di Fosdondo: «Sono arrivato qui nel '98 e la chiesa era già chiusa da due anni».
Quella dell'edificio sacro di Fosdondo è una storia che inizia negli anni '80. Il sisma dell '87 aveva già compromesso l'immobile. Quello del '96 gli ha dato il colpo di grazia ed il terremoto del 2000 ha compiuto l'opera. Dopo il '96 sono arrivati i primi fondi per gli interventi urgenti: circa 150 milioni di vecchie lire messi a disposizione dalla parrocchia ed altri 420, in seguito, dai fondi stanziati per il terremoto. Con i primi soldi si sistemò il campanile e con i restanti si rafforzò il resto della struttura con catene e resine. Furono sistemate le fondamenta, le cappelle laterali, la volta e l'abside. Altri eventi catastrofici si sono verificati in giro per l'Italia dopo il '96 «ma Fosdondo è rimasta indietro» prosegue il sacerdote.
Per riaprire la chiesa servirebbero almeno altri 360mila euro. Il tetto, l'abside, la base del campanile avrebbero bisogno di altri interventi per permettere la riapertura al culto della chiesa. «Da sette anni - continua don Evandro - non vengono celebrati nè matrimoni nè battesimi. Ci sono ancora residui di fondi del terremoto del '96 da distribuire. Mettendo insieme ogni aiuto potremmo ottenere un buon risultato».
Anche il sindaco Claudio Ferrari ha manifestato la propria preoccupazione per la chiesa di Fosdondo, durante la cerimonia di distribuzione alle associazioni di volontariato, del ricavato dei concerti di Ligabue, Pavarotti e Griminelli. Attualmente non sono in programma altre iniziative benefiche all'Asioli ma, se dovessero essere organizzate altre iniziative a tale scopo, la chiesa di Fosdondo sarebbe uno degli edifici a cui destinare i ricavati.

 

 

---------------

 

 

Correggio. Don Evandro: servono altri 50mila euro
Fosdondo: pranzo in parrocchia
per aiutare la Casa della carità
(Gazzetta di Reggio, 06/05/03)

u.bo.

CORREGGIO. Le parrocchie di Fosdondo e Canolo e il parroco don Evandro Gherardi organizzano un pranzo per domenica 11 maggio alle 12.30: la «festa», aperta a tutti i correggesi, avrà luogo nel salone delle feste di via Fazzano e ha lo scopo di raccogliere fondi per portare a termine la ristrutturazione della Casa della Carità di Fosdondo.
Ricco il menù nostrano, dall'antipasto ai doppi primi, doppi secondi e contorni è proposto per stare insieme a scopo di bene per soli 17 euro. Bisogna prenotare entro domani (0522/690214) o al bocciodromo di Canolo. Nell'occasione interverrà il gruppo Fuego latino del Centro permanente Let's dance.
A che punto sono i lavori? Don Evandro risponde: «Grazie ai contributi economici ricevuti, di mano d'opera e di mezzi, il più è fatto, ma occorre completare gli impianti e le rifiniture, per i quali occorrono ancora circa 50mila euro. Vorremmo occupare una parte della struttura prima dell'estate, per alleviare il disagio dell'attuale situazione provvisoria e entro l'anno completare lavori e pagamenti. Contiamo sulle tante forme di collaborazione ricevuta, perché i correggesi sentono come propria questa istituzione nata nel 1964 per gli ultimi della società».