OBAMA, L'ALTRO VOLTO

DEL POTERE GLOBALE

 

OBAMA SEGUE LE TEORIE DELLA SANGER E DI MALTHUS,

MENTRE LA Planned Parenthood NE DIVENTA

IL BRACCIO ESECUTIVO NEL MONDO

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

INTRODUZIONE

Obamarea - sua campagna pagata PIù O MENO

dalle stesse lobby che sostengono i repubblicani

 

fonte web

Qui negli USA dove vivo, la marea Obama, l’Obamarea - è in continua crescita.
Con la spontanea propensione alla mitizzazione di questo popolo, che non esita ad idealizzare – salvo poi a gettare con altrettanta facilità nella polvere – chiunque faccia qualcosa fuori dall’ordinario o dica qualcosa che l’uomo della strada ama sentirsi dire.

Pensate al pilota che pochi giorni fa è riuscito a far ammarare il proprio aereo, con entrambi i motori in avaria a causa di uno stormo di uccelli - sull’Hudson.
Le trasmissioni televisive non hanno fatto altro per giorni che ospitare le testimonianze dei passeggeri, dei membri dell’equipaggio, degli spettatori di questo (quasi mancato) disastro4 in diretta.
Era l’eroe del momento, finalmente qualcuno più reale dei miti di celluloide che Hollywood ci ammannisce in abbondanza!

Ore ed ore di interminabili dibattiti, conditi con lacrime e litanie di thank you, thank you, per un pilota addestrato proprio a fare quello che ha fatto, vale a dire mantenere la calma in un momento di difficoltà ed essere presente a se stesso per salvare le vite umane a lui affidate.
Se Chesley Sullenberger è stato decretato eroe nazionale per aver fatto semplicemente - anche se con grande sagacia e professionalità – il proprio dovere, potete immaginare come il popolo americano stia vivendo l’insediamento di Obama, il quale, più di chiunque altro prima d’ora, impersona l’american dream.

Parlavo ieri con un mio amico republican, carissimo amico a sua volta di Arnold Schwarzenegger, Governatore della California e repubblicano di ferro anche lui, che – miracolo della natura – dopo averne parlato male negli ultimi mesi, sta sorprendentemente ‘riscoprendo’ la figura del nuovo Presidente, dal quale si aspetta, udite, udite, grandi novità.

Ma come, gli chiedo, fino a ieri sostenevi che mai un nero sarebbe arrivato alla Presidenza e che comunque gli USA avevano bisogno di un republican, ed ora la Obamarea contagia anche te?
Risposta: se la sua campagna è stata pagata dalle stesse lobby che sostengono i repubblicani, che hanno investito su di lui più di quanto hanno fatto per il candidato repubblicano, vuol dire chiaramente che si aspettano da lui che faccia, anzi che sia, quello che loro vogliono.
Se hanno supportato il candidato democratico più del proprio è evidente che sapevano chi doveva vincere e da chi quindi aspettarsi un comportamento conseguente…
È chiaro il concetto?

È evidente che se un giovane ed oscuro senatore dell’Illinois è stato in grado di arrivare alla Casa Bianca in meno di due anni, vuol dire che qualcuno glielo ha permesso se non addirittura ce lo ha voluto.
Dice bene Fausto Carotenusto, “se tutti gli apparati notoriamente controllati dai veri poteri trasversali - come i media, la finanza e le grandi lobbies politiche - lo hanno sostenuto con grande ed insolito entusiasmo, vuol dire che in qualche modo Obama può fare molto bene i loro interessi”

Beh, tutto ciò non sorprende certamente chi cerca di vedere dietro ed oltre le parvenze dei media e della politica, chi è perfettamente conscio dell’esistenza dei Poteri oscuri, anche se poi, guardandosi intorno, a dire il vero, si resta un po’ frastornati, se non contagiati, dalle aspettative messianiche della Obamarea che dilaga in ogni giornale, in ogni talk-show, su ogni blog.

Ad un certo punto, sapete una cosa? succede che questa aspettativa messianica che sta contagiando il mondo intero penetra nella tua coscienza, insinuando il dubbio: e se fosse vero? e se Obama fosse veramente in grado di realizzare quello che ha promesso?
Perché pensare sempre male?
Perché essere sempre scettici o dietrologi, o prevenuti?

Come sarebbe bello abbandonarci per una volta alla fiducia, alla commossa aspettativa di un mondo migliore…di un giovane e bel Principe, oops, Presidente, scusate, che, come nelle favole, riesce a vincere il Male e a portare il Bene sulla Terra!
Erano proprio questi i pensieri che mi passavano per la testa quando, insieme a qualche centinaio di milioni di americani e forse qualche miliardo di terrestri mi stavo godendo la cerimonia dell’insediamento…
Che scenografia, che commozione, quanti anziani neri in piedi da ore nel gelo di Washington a piangere ed a rievocare i tempi bui della segregazione… ah se ci fosse qui mio padre, ah il mio povero nonno!

Poi d’improvviso mi sono detto: guarda guarda, questo sta facendo fessi tutti. Come parla bene, che belle cose che dice.
Vedi, rimanda a noi la responsabilità del cambiamento.
Giusto. È proprio così, dobbiamo tutti rimboccarci le maniche se vogliamo un’America migliore, God bless America, ed un mondo migliore.
Come si fa a dargli torto…

Eppure, eppure c’è qualcosa che non quadra.
Proprio così, come diceva il mio Maestro, Massimo Scaligero: “Quando tutti, ma proprio tutti, sono d’accordo con una persona, quando tutti appoggiano un leader, io vado dalla parte opposta”.
Lui antifascista quando c’era il fascismo e ‘fascista’ quando si voleva condannare acriticamente anche le poche cose valide del ventennio, mi ha insegnato a pensare.
A pensare liberamente.

E allora, bene Obama, per dirla con Leibniz, il migliore dei Presidenti possibili, ma con cautela, con discernimento.
Mantenendo la propria consapevolezza, la coscienza di tutto il panorama generale del potere, anche di ciò che c’è dietro quello che ci vogliono raccontare i media.
Perché l’inganno più pericoloso è quello di chi dice 99 verità ed una sola menzogna, che inevitabilmente viene acriticamente vissuta come verità.
Perché sarebbe veramente il colmo farci ‘fregare’ da Obama dopo essere sopravvissuti ad un incapace come Bush che ha rappresentato manifestamente la menzogna per otto lunghi anni!

 

 

OBAMA STA PARLANDO NELLA SEDE DELLA POTENTE LOBBY

EBRAICA AMERICANA DURANTE LA CAMPAGNA PRESIDENZIALE

 

 

Due grandi fazioni

Fonte web

Sono due i raggruppamenti principali all’interno dei poteri politici dell’establishment occidentale, e a grandi linee condividono gli stessi fini elitari, pur divergendo sul come raggiungerli. Il loro scopo principale è quello di controllare la crescita economica e demografica del pianeta.
Il primo gruppo è definito come il gruppo di Rockefeller. Ha una base di potere estesa su tutto il globo ed oggi è ben rappresentato dalla famiglia Bush, che ha iniziato proprio come braccio destro della potente macchina di Rockefeller, la cui fazione da più di un secolo basa il suo potere e prestigio sul controllo del petrolio usando interventi militari per ottenerlo. La fazione è personificata dall’uomo che dal 2001 è in effetti il presidente per quanto riguarda le decisioni da prendersi, Dick Cheney. Cheney è stato direttore generale della Halliburton Corp., che è sia la più grande società al mondo di assistenza per i giacimenti petroliferi, sia il maggior costruttore di basi militari.

Il secondo gruppo (di cui fa parte Obama, ndr) si potrebbe chiamare “la fazione dei poteri deboli”, la cui filosofia può essere riassunta in una frase: “si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto”. La strada che hanno scelto di percorrere per contenere il processo demografico e per abbassare il tasso delle nascite in Cina e altrove è quella di promuovere l’inganno del riscaldamento globale (la pianificazione delle nascite, aborto incluso, ndr) e di un’imminente catastrofe climatica. Al Gore appartiene a questa fazione, come la sostiene il Primo Ministro inglese Gordon Brown, i due vedono nelle istituzioni come le Nazioni Unite un buon veicolo per propagandare il periodo di vacche magre.
L’IPCC (Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) è stato ideato dalle Nazioni Unite nel suo Programma per l’Ambiente. Nonostante sia dimostrato che la metodologia scientifica usata per stilare i suoi dossier sul clima è alquanto imprecisa, essi sono sbandierati come verità sacrosante dai potenti mezzi di comunicazione che hanno alle spalle. Fanno parte di questa fazione anche il faccendiere miliardario George Soros, alcuni membri della famiglia reale inglese e diverse vecchie famiglie di ereditieri europei.
La prova ambientale del riscaldamento globale sta rapidamente sciogliendosi come ghiaccio al sole, per cui non ci sorprenda che notizie sul raffreddamento delle calotte polari ed altre contrarie a quanto asseriscono i profeti del malaugurio non siano trasmesse dai media internazionali.

 

 

 

 

Contro l'Africa (MA NON SOLO)

un nuovo “colonialismo biologico”

L'Arcivescovo di Johannesburg denuncia

lo sfruttamento degli ovuli delle donne africane

JOHANNESBURG, martedì, 27 gennaio 2009 (ZENIT.org).- L'Arcivescovo di Johannesburg, monsignor Buti Joseph Tlhagale, ha spiegato che la Chiesa in Africa deve affrontare una nuova sfida rappresentata dal “colonialismo biologico” che vogliono imporre i Paesi occidentali.

Durante il suo discorso di apertura dell'Assemblea Plenaria della Conferenza dei Vescovi Cattolici Sudafricani (SACBC), il 22 gennaio scorso, pubblicato dall'agenzia Fides, il presule ha denunciato che “sia il protocollo di Maputo che la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) sono destinati a legalizzare l'aborto e a legittimare la fecondazione in vitro nella maggior parte dei Paesi africani”.

Questa normativa, ha aggiunto, “farà sì che sia possibile 'dare la caccia' agli ovuli di donne africane per contribuire a soddisfare le esigenze della ricerca di cellule staminali embrionali nei Paesi industrializzati”. In Gran Bretagna, ha ricordato, “è illegale usare per la ricerca ovuli di donne inglesi”.

“Il colonialismo biologico è alle porte”, ha avvertito il presidente della SACBC.

“Noi leader religiosi abbiamo qualcosa da dire nelle complicate questioni morali attuali o le lasciamo semplicemente nelle mani di attivisti senza scrupoli?”, ha chiesto monsignor Tlhagale.

Questo “nuovo colonialismo”, sostiene il presule, è l'espressione di una nuova “etica globale” nata dal postmodernismo, che vuole “togliere Dio dal centro. Sono l'uomo e la donna che regnano sovrani. La trascendenza si è trasformata in una finzione. L'individuo è diventato il creatore, ed è signore del suo destino”.

“E' stata la Conferenza di Pechino del 1995 a respingere la complementarietà tra uomo e donna – ha sottolineato –. L'obiettivo è ottenere una società a-sessuale, una società senza etichette sessuali. La Conferenza del Cairo ha parlato di famiglia in tutte le sue forme, allo scopo di includere le famiglie con genitori dello stesso sesso”.

Quest'etica globale proclama il “diritto di scegliere” al di sopra di tutto, ha denunciato. “L'eutanasia, afferma la campagna a suo favore, è l'espressione del diritto di scegliere, e in questo senso si afferma anche la dignità della persona. Salute riproduttiva significa diritto a non riprodursi. Significa aborto sicuro. Significa libero accesso agli anticoncezionali”.

Un tipo di etica simile rappresenta una delle maggiori sfide che la Chiesa in Africa deve affrontare, la questione “più contenziosa e in cui c'è più divisione, sia nella Chiesa che nella società”, ed è “una questione sia religiosa che politica”, ha affermato.

 

 

Spot dei cattolici americani su Obama e aborto

 

 

Obama: il presidente abortista che

farà male ai neri d’America


La gioia per il primo capo di stato nero non deve far dimenticare che Obama è fautore di leggi sull’aborto molto permissive e contrario ai diritti del non-nato. L’aborto sta riducendo le comunità nere americane. Il programma della Planned Parenthood, per il controllo della popolazione, è sempre stato quello di usare leader neri per aiutare i neri all’auto-distruzione. Mark Tardiff, americano, appartiene al Pontificio Istituto Missioni Estere ed è stato missionario in Giappone.

 

Fonte web

Caro direttore,
come confratello di p. Gheddo, e originario degli Stati Uniti, vorrei rispondere al suo recente articolo (Cfr. P. Gheddo: Sono contento della vittoria di Barack Obama).
Posso capire la gioia di p. Gheddo per l’elezione di un afro-americano a presidente, data la vergognosa storia di razzismo che ha contraddistinto gli Stati Uniti in passato. Ho ancora un nitido ricordo del dolore che provavo, da patriota americano, durante gli anni di liceo, nel conoscere le storie di schiavitù e razzismo. Il fondo è stato toccato con il caso Dred Scott vs Sanford, 60 U.S. 393 (1856)[1]. È già un male che la schiavitù sia tollerata. In quel caso, tuttavia, la Corte Suprema degli Stati Uniti, la massima autorità giuridica del Paese, ha sancito che la schiavitù era giustificata dalla Costituzione, ed era per questo una parte fondamentale dell’ordinamento della nazione. La Corte ha citato le parole della Dichiarazione di Indipendenza degli Usa [il documento che segna la nascita della nazione, ratificato a Filadelfia il 4 luglio del 1776] che recita: “Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono creati uguali; che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità”; poi ha stabilito che queste parole non si potevano applicare ai neri, i quali erano considerati come una mera proprietà.

Tragicamente, allo stesso modo, la posizione di Barack Obama sull’aborto contraddice la portata storica della sua elezione. Nei casi Roe v. Wade, 410 U.S. 113 (1973),e in quello vicino Doe v. Bolton, 410 U.S. 179 (1973)[2], la Corte suprema ha dichiarato che fare l’aborto lungo tutti i nove mesi di gravidanza, fino al momento della nascita, era legale. La Corte ha stabilito che ogni restrizione doveva tener conto di eccezioni a causa della salute e poiché le eccezioni dovevano includere aspetti psicologici e emotivi, le tensioni di una donna in gravidanza nell’aver da partorire un figlio sono una ragione sufficienti per un aborto a qualunque stadio. La Corte ha dichiarato che “la legge non ha mai riconosciuto i non nati come persone in senso pieno”, escludendoli così dalla comunità di persone che gode del diritto inalienabile alla vita, proprio allo stesso modo in cui il tribunale Dred Scott ha escluso i neri dall’inalienabile diritto alla libertà.

Il neo-eletto presidente Obama è da tempo impegnato con forza non solo a preservare, ma anche estendere l’attuale regime in tema di aborto che domina negli Stati Uniti. Quando era senatore dell’Illinois, egli si è opposto a misure che avrebbero reso obbligatorie cure mediche per bambini sopravvissuti all’aborto e riusciti a nascere vivi. Il suo ragionamento era che una legge simile avrebbe potuto mettere in questione la mancanza di diritti dei non nati. La sua netta posizione nel considerare il non nato come una “non persona legale” è tragicamente ironica, per il fatto che egli appartiene ad una razza che in passato è stata trattata allo stesso modo dei non nati.

A rendere piena la tragedia – come pure una triste ironia – è che gli Afro-americani sono fra i più colpiti dall’aborto. I neri sono il 12% della popolazione americana, ma il 35% di tutti gli aborti sono eseguiti su donne nere. Gli Afro-americani sono l’unica minoranza che negli Usa sta diminuendo di numero. Planned Parenthood, la più grande organizzazione abortista degli Usa ha il 78% delle loro cliniche nei quartieri delle minoranze. Ciò corrisponde al pensiero di una delle sue fondatrici, Margaret Sanger, una entusiasta eugenista, che ha scritto: “le persone di colore sono come dell’erbaccia umana, che va sterminata”.

È comprensibile che gli Afro-americani abbiano votato in massa per Obama, sfruttando l’occasione di affermare il loro ruolo nella società americana. Ma tragicamente, troppo pochi fra loro hanno capito questo: il candidato che essi pensano darà loro valore politico, è anche un forte sostenitore del Planned Parenthood e delle sue politiche abortiste che, se continuano come adesso, ridurrà all’insignificanza il voto nero entro il 2038. Anche questo è all’interno della strategia di Margaret Sanger. Lei ha capito che se i bianchi tentavano di “eliminare l’erbaccia umana”, la cosa avrebbe destato sospetto. Per questo ha dedicato molto tempo a reclutare leader neri, che possono convincere la propria gente a cooperare nell’auto- distruzione.

È più che tragico il fatto che il primo Afro-americano, eletto presidente degli Stati Uniti d’America, è un uomo che avrebbe ricevuto l’applauso di Margaret Sanger, piuttosto che l’applauso di Martin Luther King.

Sinceramente,

P. Mark Tardiff

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[1] Il riferimento è alla causa fra lo schiavo Dred Scott e i suoi padroni, i Sanford, nello stato del Missouri. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha sancito che i discendenti degli africani importati in America e i loro eredi – siano essi sottoposti a regime di schiavitù o meno – non potranno mai essere considerati cittadini americani. Al contempo la Corte ha sancito che il Congresso non ha il potere di abolire la schiavitù nei singoli Stati della Federazione.

 

 

In questo quadro dei presidenti USA massoni

mancano soprattutto i Bush

 

 

Stati Uniti: “Land of opportunity”

o “Land of masonry”?

 

“Il mondo è cambiato” ( La Repubblica )
“4.11.2008 Nuovo Mondo” (Unità)
“Un pianeta migliore” (Unità)
“Il nuovo mondo” (Il Manifesto)
“E’ crollato il muro di Washington” (Liberazione)
“Nulla è impossibile” (Riformista)
“Sembra che parli ma prega” (Riformista)

Fonte web

Questi sono alcuni dei titoli dei quotidiani nazionali che esaltano l’elezione del 44mo presidente degli Stati Uniti d’America.
Il mondo intero, o quasi, è in festa, perché Obama Hussein Barack farà rinascere quel Mondo distrutto e sotterrato da decenni di politiche estere guerrafondaie e di politiche economiche di stile mafioso.
Il sogno di milioni di americani (spezzato nel 1968 con l’assassinio di Martin Luther King) s’è finalmente realizzato: un uomo di colore dirigerà la Casa Bianca. Non solo di colore, ma anche figlio di un musulmano kenyota. Cosa volete di più?

Nella “Land of opportunity”, nella “terra delle opportunità” le mamme americane potranno continuare a dire ai loro figli che chiunque può diventare Presidente!
Ma le cose non stanno veramente così?  
Pensiamo veramente che l’elezione dell’uomo più potente del mondo sia alla portata di tutti?
Crediamo veramente che Caio o Mohammad o Hussein, con un po’ di soldi una buona dialettica, possa entrare nella Storia degli Stati Uniti, comandare l’esercito, intraprendere una guerra o stampare moneta?

In un momento storico come l’attuale era funzionale un evento di forte impatto emotivo: un grande ma soprattutto apparente cambiamento.
Coloro che decidono veramente le politiche interne ed estere e mi riferisco alle grandi e potenti famiglie di banchieri internazionali, potevano optare per un altro attentato o una grande pandemia, il tutto per distogliere l’attenzione, come avvenne l’11 settembre del 2001.
Infatti nei giorni prima dell’attacco alle Torri Gemelle la situazione economica stava precipitando in maniera molto seria: c'erano già stati segnali chiari di crash borsistici, grandi fallimenti aziendali e l'indice di gradimento di George era sotto la suola delle scarpe. 
Forse non tutti lo ricorderanno, ma per fortuna ci sono i giornali dell’epoca a testimoniare.

Dopo l’attentato invece, la situazione economica è stata fagocitata dalla paura, dalle lettere all’antrace, dal carbonchio, dalla caccia a bin Laden, dalla guerra in Afghanistan e Iraq: dalla guerra al terrorismo internazionale.
Oggi sembrano aver optato per la pillola dolce, che di solito è molto più pericolosa di quella amara, perché il principio attivo è nascosto dallo zucchero…
La situazione economica e politica attuale è molto più seria di quella che ha preceduto l’11 settembre. Serviva un espediente mediatico per distogliere facilmente le coscienze addormentate di molti americani.
Quale opzione migliore di eleggere un afro-americano alla Casa Bianca?

Da una parte l’illusione di vera e unica democrazia libera, il famoso e deviante “American Dream's” poteva continuare; dall’altra metteva ai comandi un uomo estremamente funzionale, uno di loro. Tutto questo sotto la totale ingenuità degli elettori, di coloro che hanno inviato soldi per sostenere la campagna del candidato democratico. Non sapendo che sarebbe stato eletto lo stesso. Ma perché dico questo?
Basta leggere attentamente i dati pubblicati dalla Federal Election Commission per capire chi ha deciso effettivamente l’elezione di Obama: i Burattinai di Wall Street, i veri manipolatori delle coscienze, quella che viene chiamata elite economico-finanziaria internazionale.

Istituti come Goldman Sachs, J.P. Morgan, Citigroup, Morgan Stanley, tanto per citare qualche nome. Questi hanno contribuito con 2.938.556 dollari[1] alla campagna elettorale di Obama, per ricambiare il favore della legge sul salvataggio bancario. Infatti Obama al Congresso ha firmato il pacchetto salva-banche da 900 miliardi di dollari. 
Dagli speculatori più selvaggi invece, dai tristemente noti Hedge Funds, il neopresidente ha incamerato
2.637.578 dollari.[2]
Oltre alle banche, Obama ha ricevuto 1.662.280 dollari dai colossi farmaceutici, quelli che stanno realmente facendo ammalare milioni di persone ogni anno in tutto il mondo. Sarà molto interessante vedere quali saranno le politiche sanitarie del presidente, in debito con le stesse lobbies.

Alla voce “Comunicazioni ed Elettronica”, sempre della Federal Election Commission, il democratico ha ricevuto 21.600.186 dollari![3]
Sapete che cosa s’intende per “comunicazioni ed elettronica”? Le industrie legate alle Guerre Stellari, spionaggio, intercettazioni, ecc.
Che sia per questo che Obama votò al Congresso la vergognosa legge F.I.S.A. (Foreign Intelligence Surveillance Act), che usa la scusante del terrorismo come pretesto per permettere lo spionaggio di massa. Spionaggio in particolare di immigrati o americani politicamente scomodi. Il neopresidente ha anche confermato, nonostante le finte polemiche mediatiche, la base missilistica in Polonia ... 

Pure l’industria bellica fa la sua parte, “donando” (a fondo perduto?) al senatore democratico 870.165 dollari.
Il comparto più ricco, o forse quello più generoso, è quello della salute e delle assicurazioni, un connubio deleterio tra “soldi & salute”, visto che nel Paese più democratico del mondo oltre 44 milioni di persone sono prive di assistenza sanitaria. Questo ricchissimo comparto ha donato ad Obama 49.408.792 dollari!
Anche in questo caso sarà molto interessante osservare come il Presidente realizzerà quella riforma, tanto decantata in campagna elettorale, che garantisce l’assistenza per tutti gli americani attraverso un programma finanziato con versamenti obbligatori delle aziende allo Stato.
[4]
Concludo con le lobbies professionali che più contano negli States, come gli studi legali. Questi hanno aiutato il presidente con ben 37.122.161 dollari! Non certo spiccioli.

In totale Obama Barack ha ricevuto la modica cifra di oltre 110 milioni di dollari da lobbies, corporation, banche, assicurazioni e lobbisti di ogni risma. Oltre ovviamente a tutti i soldi di privati cittadini illusi dal miraggio del sogno americano.
Pensiamo ancora che un uomo “normale” possa ricevere così tanti soldi dai Padroni del Mondo ed entrare senza problemi alla casa Bianca?

Un uomo che ha trasmesso durante la campagna elettorale oltre 7.700 spot televisivi ogni giorno, il doppio rispetto all’altro candidato  McCain e che ha acquistato inserzioni pubblicitarie per ben 180 milioni di dollari
[5]. In una sola settimana, dal 21 al 28 ottobre, ha sperperato 21,5 milioni di dollari, il triplo rispetto McCain.[6]
Ovviamente no: i Poteri Forti avevano già deciso.

Infatti gli uomini scelti da Obama per il suo governo democratico sembrano tutti "cresciuti" all'ombra dell'Impero (Rockefeller). Tanto per citarne un paio: Susan Rice (Consigliere per la Sicurezza Nazionale) è membro del C.F.R. (Consiglio per le Relazioni con l'Estero), della Commissione Trilaterale e dell'Aspen Institute; Paul Volcker (Consigliere Affari Finanziari e Monetari) è membro della Commissione Trilaterale e della Fondazione Rockefeller....

Prima ho detto che Obama è un uomo facente parte del Sistema. Mi spiego.
Per comprendere questo passaggio è importante sapere che l’Elite economico-finanziaria usa mettere ai posti di comando persone di un certo tipo, magari con un certo corredo genetico o una certa discendenza…
Anche il 44mo presidente non è estraneo a tutto ciò: Obama è cugino di ottavo grado dell’ex vicepresidente Dick Cheney. A rivelare questo “legame di sangue” è la stessa moglie Lynn Cheney nelle colonne del Times. Il portavoce di Obama, per sbollentare la notizia, ha immediatamente commentato che “Dick Cheney è la pecora nera della famiglia  
Ma non è tutto. Secondo uno studio genealogico del Waikoloa-based Family Forest Project il Presidente Obama avrebbe collegamenti con i presidenti George Washington, James Madison, Harry Truman e Jimmy Carter.
[7] (per maggiori informazioni sulle motivazioni dei legami di sangue “Il Segreto occulto degli Illuminati”).
Cosa questa non strana visto che anche George Walker Bush junior era cugino (questa volta di sedicesimo grado) dell’altro candidato alle presidenziali John Forbes Kerry.

Ecco perché se quattro anni fa avesse vinto Kerry non sarebbe cambiato nulla, come pure se avesse vinto Albert Arnold Gore junior, come la vittoria di Obama…

Anzi il figlio di uno studente immigrato del Kenya e di una donna del Kansas è riuscito a farsi eleggere Presidente. Cosa volete di più?
Viva gli Stati Uniti d’America, viva la “Land of opportunity”!!!

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[1] “Obama? Seguite i soldi”, Paolo Barnard
[2] Idem
[3] Idem
[4] “Economia, energia e guerra al terrore, nell’agenda di Obama”, Adnkronos 9/11/2008
[5] “Usa 2008 Mega spot televisivo di Obama: cambieremo l’America” Peace Reporter, Virgilio Notizie.
[6] ”Usa: spot in tv, Obama ha speso tre volte di più di McCain”, ASCA 31 ottobre 2008
[7] “Inquietanti genealogie” a cura di Giorgio Pastore, www.croponline.org

 

 

APPROFONDIMENTO

 

Barack Obama

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

CHE COSA È LA Planned Parenthood?

Planned Parenthood Federation, nata nel 1952 a Bombay durante la Terza Conferenza Mondiale di Pianificazione Familiare come federazione di otto associazioni nazionali: il più grande (ricco, potente e influente) network per la diffusione della contraccezione, dell'aborto e della sterilizzazione, accreditata all'Onu e responsabile di colossali campagne autenticamente antiumane.
 

Fu fondata nel 1942 da Margaret Louise Higgins maritata Sanger (1879-1966), l'inventrice dell'espressione «controllo delle nascite». Newyorkese di origine irlandese, figlia di uno scettico radicale e di una cattolica devota, passò per la controcultura del Greenwich Village e ne uscì socialista. Pioniere della rivoluzione sessuale, con i primi scritti incappa nella censura e, dopo undici anni di matrimonio e 3 figli, nel 1913 manda a monte tutto (ma si risposerà). Infermiera diplomata, nel 1914 pubblica il primo numero del mensile femminista Il ribelle donna; in copertina sta il motto "Né dèi, né padroni". Segue Family Limitation, opuscolo sulla contraccezione subito messo al bando. Fugge la galera sbarcando in Gran Bretagna, dove s'innamora dell'eugenetica. Nel 1916 apre a Brooklyn la prima clinica per il controllo delle nascite, chiusa dalla polizia dopo nove giorni di attività. Alla Sanger costa un mese di carcere. Nel 1917 fonda la Rivista per il controllo delle nascite. Nel 1920 pubblica il libro La donna e la nuova razza. Amante di H. G. Wells, il quale definisce la Sanger una eroina della storia biologica della nostra civiltà (l'unica vera storia umana), nel 1922 pubblica Il cardine della civiltà, suo manifesto ideologico, di cui lo scrittore firma la prefazione: in esso si afferma che il neomalthusianesimo è tutt'uno con l'eugenetica.
 

Poi crea una clinica che dal 1940 è il "Margaret Sanger Research Bureau", il più grande centro mondiale di controllo della fertilità. Nel 1927 con i fondi del secondo marito, petroliere, e di vari sostenitori (fra cui la Fondazione Rockefeller) organizza a Ginevra la prima Conferenza Mondiale sulla Popolazione. Intervengono in molti, fra cui Julian Huxley e John Maynard Keynes. Nel 1927 è a Copenhagen alla fondazione della Lega mondiale per la Riforma sessuale, la prima organizzazione per i diritti degli omosessuali al cui vertice stanno dichiarati sostenitori dell'eugenetica e della sterilizzazione. Quindi venne la Planned Parenthood, la grande creazione sangeriana. Uno dei chiodi fissi dell'augusta fondatrice era la fertilità dei deboli di mente, pericolosa matrice del crimine e dell'indigenza.
 

 

Comunista indiano, ateo, sostiene

la moratoria contro l’aborto

 

Lenin Raghavarshi, vincitore del premio Gwangju 2007 per i diritti umani difende il diritto alla vita dell’embrione, contro l’aborto selettivo. E più di tutti denuncia i metodi di controllo delle nascite che colpevolizzano la crescita della popolazione, quale causa della povertà per non giungere a una condivisione delle risorse mondiali.
 

 

Con Obama ritornano i

finanziamenti pro-aborto

 

Il nuovo presidente ha revocato il blocco imposto per 8 anni da Bush. Obama ha anche promesso il finanziamento delle politiche Onu di controllo sulla popolazione. Movimenti pro-vita inviano messaggi di critica al presidente.
 

 

STATI UNITI: Obama e la politica sull’aborto
 

Podesta, capo della squadra di Barack Obama che prepara il passaggio dei poteri, ha confermato la rivelazione del “Washington Post”, secondo cui Obama vuole subito abolire 200 decreti di George W. Bush. Si comincia con l’aborto e la ricerca sulle cellule staminali embrionali, capitoli fondamentali del programma di “giustizia riproduttiva” di Obama...