IL TEMPO DELL'ANTICRISTO E
I PREDICATORI DEL DIO DENARO
BREVE VIAGGIO TRA i PASTORI DI MAMMONA
con villE, jet privati e Rolls Royces
(A cura di Claudio Prandini)
"Se una vedova povera e bisognosa ti da un biglietto da cinque dollari, fai meglio a prenderli. Elia ha preso l'ultimo cibo della vedova. Tu sei unto, perciò ti meriti quei soldi, e perciò li devi prendere".
"Vivo in una casa di 4.000 metri quadrati. Adesso ne sto costruendo una più grande. Una casa che mi invidierebbe anche il re Salomone. Ho appena comprato un cane da 15 mila Euro. Vedete questo anello lussuoso sul mio dito? Ero in Giamaica e l'ho comprato; l'ho pagato 32 mila Euro. Voglio che sappiate che quando la gente della mia città passa davanti alla mia villa e vi vede parcheggiata davanti la mia Rolls Royce, loro sanno che c'è un Dio in cielo". |
INTRODUZIONE
Il protestantesimo, nelle sue quasi infinite
congregazioni e chiese, sta vivendo una crisi secolarista che non ha precedenti
nella sua storia. Non che il cattolicesimo ne sia immune (non sono infatti
dimenticabili le parole terribili che il cardinale Ratzinger scrisse per
Giovanni Paolo II nel 2005, in occasione della Via Crucis: «Quanta sporcizia c'è
nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero
appartenere completamente a lui! ... Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una
barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche
nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così
sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli!»), ma il fatto di avere
una gerarchia sacerdotale con il Papa di Roma al suo vertice lo ha certamente
tenuto al riparo, almeno fin'ora, da aberrazioni come quella che stiamo per
raccontare. Con questo non si vuol certamente fare di tutte le erbe un fascio
nel senso che anche nel mondo protestante esistono i santi, cioè uomini che
amano e seguono il Signore con tutto il cuore, come vedremo più avanti, ma sono le mele marce che fanno
notizia e che rischiano di rovinare milioni di ingenui fedeli.
Per trovare il luogo d'origine di questa aberrazione religiosa che passa sotto il nome di "Evangelo della Prosperità", dobbiamo andare negli Stati Uniti d'America e in particolare negli stati del sud, feudo elettorale di Bush. Là, soprattutto in questi ultimi decenni, è cresciuta una corrente evangelica spregiudicata e pervertita che predica la ricchezza come principale fattore di benedizione da parte di Dio. Dio, secondo loro, benedice attraverso la ricchezza e la salute fisica. In sostanza, il benessere materiale viene visto come indice di salvezza dell'anima. Più possiedi, in soldi e beni materiali, e più questo è segno che Dio ti ama e ti benedice... Qui ci troviamo di fronte ad una vera e propria apologia mistico-sacrale del modello capitalistico americano che ora si sta estendendo anche a tutta l'america latina, all'Africa e anche in Cina. Questi pastori del nuovo "vangelo della ricchezza" viaggiano con i loro jet personali e vanno in "missione" nei paesi poveri dell'America latina, ed in altri luoghi della terra, per dire alla povera gente che Dio li vuole ricchi e felici.
Un dubbio ci assale: non è che anche questo "vangelo" rientri nel piano di esportazione del modello economico e politico americano nel mondo, portato avanti da manovratori più o meno occulti?
Tale corrente di falsari della fede è fatta propria (ufficialmente) da pastori e tele-predicatori senza scrupoli, avidi e amanti del lusso più sfrenato in nome di un Dio e di un Vangelo totalmente sviati e asserviti al dio denaro. Veri lupi travestiti da agnelli sempre affamati di dollari e di gloria personale. Il tragico di tutto questo è che milioni di persone ascoltano e seguono questi falsi pastori, ora finiti anche sotto inchiesta dalla commissione etica del Congresso americano. L'accusa è quella di uso immorale di denaro.
Dicevo all'inizio che anche il cattolicesimo non è restato del tutto immune dal secolarismo o, per dirla con San Paolo (2 Tess, 2, 1-8), dal mistero di iniquità che continuamente agisce nella storia. È lo spirito dell'Anticristo (1 Gv 2,18-22) che agisce ovunque per dilapidare e disperdere le ricchezze che Dio ha donato all'Umanità per mezzo della Sua Parola e del Suo Figlio Unigenito Gesù Cristo.
Faccio solo un rapido esempio (un altro esempio lo potete trovare in fondo alla pagina e viene dalla città di Reggio Emilia) di come lo spirito dell'Anticristo (cioè il neomodernismo) operi per togliere perfino il ricordo dell'unica origine dell'umanità (monogenesi) e dei suoi primi progenitori, non solo nella società (a questo ci ha pensato il giornalista Piero Angela già da tempo...), ma anche dalla Chiesa stessa. Oggi nei seminari italiani (figuriamoci all'estero...) spesso si insegna ai futuri sacerdoti che la vicenda di Adamo ed Eva non è mai esistita, che è tutta una storiella per bambini, dando con ciò un implicito assenso alla teoria darwinista, che vuole che l'uomo discenda più o meno direttamente dalle scimmie.
La questione non è di per sé irrilevante, come qualcuno pensa, poiché ha a che fare con il significato profondo del Mistero della Redenzione operata da Cristo, "nuovo" Adamo. Se si perde l'aggancio con i punti fondamentali della Genesi (esistenza dei progenitori nella loro perfezione di grazia e di natura e il Peccato d'origine) il Cristianesimo tende a degradare da religione redentiva a religione moralistica e filantropica. Questa è l'opera di un certo razionalismo entrato nella teologia cattolica e nei seminari, nonostante che il Catechismo universale della Chiesa cattolica (par. 54-55; 379-390 e 399ss) parli esplicitamente dei progenitori dell'umanità e del loro Peccato di origine. Anche Papa Paolo VI ribadì ufficialmente quello che è sempre stata la fede della Chiesa. Sentiamolo:
SOLENNE PROFESSIONE DI FEDE
pronunciata dal Papa Paolo VI davanti alla Basilica di San Pietro il 30
giugno 1968 alla chiusura dell'Anno della fede e nel diciannovesimo
del martirio dei santi Apostoli Pietro e Paolo.
Ad un certo punto il Papa riafferma la classica fede nella esistenza del primo essere umano...
16. Νοi crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa porta le conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si trovava all'inizio nei nostri progenitori, costituiti nella santità e nella giustizia, e in cui l'uomo non conosceva né il male né la morte. È la natura umana così decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sue proprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; ed è in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato. Νοi dunque professiamo, col Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso con la natura umana, non per imitazione, ma per propagazione, e che esso è proprio a ciascuno (Cf CONC. DI TRENTO, Sess. V, Decr. De pecc. orig.: Dz.-Sch. 1513).
***
Per comodità e per mantenere uno stile giornalistico diamo la precedenza alle notizie che arrivano dall'America sui predicatori della prosperità e poi, per chi vuole, in appendice una mia sintesi teologica sull'azione dell'Anticristo nella storia e un approfondimento sulle nuove tendenze religiose in America.
SEGNI ECLATANTI DELLA piena
maturazione dei TEMPI
DELL'ANTICRISTO
I 6 tele-predicatori della prosperità indagati
per uso immorale di denaro
TELEVANGELISTOPOLI
6 noti predicatori della prosperitÀ indagati
per "probabile" uso improprio di denaro
Vanno sotto la sigla di SS (Sesso e Soldi) i peggiori nemici dei televangelisti degli U.S.A., ma adesso è addirittura il Senato americano ad occuparsi del fenomeno. A voler vederci chiaro non sono i democratici, ma gli stessi repubblicani (amici storici degli evangelici conservatori), nella persona del Senatore Charles Grassley, membro della commissione etica.
Lunedì, Grassley ha chiesto che entro il 6 dicembre 2007 sei noti predicatori (fra loro anche due donne) presentino la loro dichiarazione dei redditi con relative ricevute/fatture e che si preparino a rispondere ad una vasta gamma di domande sul modo in cui spendono soldi sia a livello personale sia nell'ambito dell'organizzazione che rappresentano. Questi i nomi dei televangelisti eccellenti che godono di "esenzione tasse": Paula White, Joyce Meyer, Creflo Dollar, Eddie Long, Kenneth Copeland e Benny Hinn. Obiettivo dell'indagine: determinare se le loro organizzazioni stiano utilizzando soldi per vivere uno stile di vita tutt'altro che francescano. La decisione d'investigare sulla loro condotta è stata presa in seguito a lamentele inoltrate da gruppi che tengono da tempo sotto controllo organizzazioni religiose esentate da tasse. Secondo il senatore Grassley l'accusa è di "consigli d'amministrazione per nulla indipendenti che permettono stipendi generosi, contributi spese ed amenità come jet privati e Rolls Royces".
Il vero dio dei pastori della prosperità
UN PASTORE DENUNCIA I FALSI
Profeti DELLA PROSPERITÀ
fonte web - di David Wilkerson
Uno strano fuoco sta divorando i pastori. Ezechiele dice che i pastori stanno derubando i pascoli verdi e stanno mangiando il meglio per se stessi. Quali sono le disgrazie che stanno accadendo nella Chiesa di Gesù Cristo oggi?
Prima di tutto c'è un seme corrotto, che viene predicato da Pastori pieni di cupidigia. Questo seme è noto con il nome di EVANGELO DELLA PROSPERITÀ.
Il pastore David Wilkerson, autore di questa forte denuncia contro i nuovi lupi |
Questo è uno dei biasimi maggiori che la Chiesa di Gesù Cristo abbia mai dovuto sopportare sin dalla venuta di Cristo. Questo evangelo pervertito sta contaminando moltitudini di persone - persino in Cina, in Africa e in tutto il mondo. È un evangelo americano che è stato inventato e diffuso da ricchi evangelisti e pastori americani. Ricchi!
Mi allarma il fatto che così tante persone sentano le cassette e vedano i video che escono da queste conferenze "della prosperità", senza piangerci sopra. Questo veleno è stato diffuso in tutto il mondo. Cuba si sta aprendo a questa nuova corrente e ci sono persone che vanno a predicare il loro evangelo della Prosperità dicendo a quella gente: "Siete stati poveri per troppo tempo; ora basta, Dio vuole che tutti i Cubani siano ricchi".
La settimana scorsa mi hanno dato una videocassetta registrata recentemente nelle riunioni di Kenneth Copeland. Ho ascoltato gli oratori e sono rimasto sbalordito.
Cari miei, se leggete il Nuovo Testamento scoprirete che l'apostolo Paolo elencava quelli che credeva fossero dei falsi profeti. Lui voleva avvertire i credenti e perciò faceva i nomi. Io vi dico adesso che se voi ascoltate quello che vi sto per dire, e non vi dispiacete, allora siete ciechi. Siete spiritualmente ciechi. Avete un cuore duro. Un cuore così duro che il vero evangelo non riesce a penetrarvi. La loro mente è stata così saturata da questo evangelo distorto che non riescono più a capire la verità. Non riescono più a predicare il vero. Non ci si riesce neanche a mostrargli i passi della Scrittura, perché hanno uno scudo attorno al cuore. Cuori duri.
Alcuni di voi non accetteranno questo messaggio. Se avete nutrito la vostra anima con le cassette di Copeland o di Hagin, allora non vi piacerà sentire quello che ho da dirvi. Cari, io sono un pastore, io sono stato chiamato da Dio. Io ho fatto una promessa a questa chiesa. Fin quando starò dietro a questo pulpito, se vedrò dei lupi vestiti da pastori che si avvicinano per derubare il gregge, io griderò contro di loro. E spetterà a voi rispondere a quel grido.
Questa settimana ho ascoltato gli oratori di quella conferenza e sono rimasto scioccato e ferito. Il peso del Signore è sceso su di me. Per questo vi predico questo messaggio. Fate cordoglio.
Vi cito parola per parola quello che è stato detto. Tanti oratori non riuscivano neanche a parlare perché c'era gente che accorreva con i portafogli in mano. Il motivo per cui lo fanno è quella nuova dottrina che dice più o meno così: "Se vuoi essere benedetto, devi trovare l'evangelista o il pastore più benedetto, perché chi ha molto riceverà molto, e chi ha poco, gli verrà tolto anche quel poco che ha. Se trovi il predicatore più benedetto e prosperoso e gli dai i tuoi soldi, allora sarai benedetto. Più lui è benedetto, e più sarai benedetto tu che gli dai..." e si continua elencando uno schema a piramide. Se questi uomini fossero nel mondo secolare, già li avrebbero messi in prigione. Lo schema Ponzie. Lo schema a piramide. La persona in cima è quella che appare più santa e parla più forte degli altri. Centinaia di persone davano finché i cestini delle offerte erano stracolmi. Il peccatore dice: "È questo l'evangelo gratuito? Biglietti di dollari?"
Ascoltate quello che è stato detto. L'oratore si è alzato e ha detto: "Se una vedova povera e bisognosa ti da un biglietto da cinque dollari, fai meglio a prenderli. Elia ha preso l'ultimo cibo della vedova. Tu sei unto, perciò ti meriti quei soldi, e perciò li devi prendere".
Lo stesso oratore ha detto: "Vivo in una casa di 4.000 metri quadrati. Adesso ne sto costruendo una più grande. Una casa che mi invidierebbe anche il re Salomone. Ho appena comprato un cane da 15 mila Euro. Vedete questo anello lussuoso sul mio dito? Ero in Giamaica e l'ho comprato; l'ho pagato 32 mila Euro. Voglio che sappiate che quando la gente della mia città passa davanti alla mia villa e vi vede parcheggiata davanti la mia Rolls Royce, loro sanno che c'è un Dio in cielo".
Ora ditemi voi: è questo l'evangelo? Ditemi voi se non c'è da piangere per tutto questo...
E questo è quello che mi fa soffrire di più. Questo è stato predicato: "Lo Spirito Santo non potrà scendere su di voi finché non darete i vostri soldi. Fin quando non prospererete, lo Spirito Santo non potrà compiere la Sua opera".
Pensateci! Che vi scatena tutto questo? Qual è la vostra reazione quando vedete gente povera, che vive alla giornata per pagare le bollette, e qualcuno improvvisamente gli dice: "Mettiti a correre se vuoi i soldi" e questi si mettono a correre all'impazzata perché quando corrono "stanno appropriandosi delle ricchezze"?
Ho visto poi persone strisciare come serpenti e cadere per terra. Ho visto poi l'evangelista che sibilava come un serpente e la gente cadeva un po' dovunque. Cari, ma che sta succedendo?...
Triste a dirsi, c'è poco discernimento anche fra i pastori e i responsabili di chiesa. Non sanno neanche che lo Spirito Santo viene malinterpretato o bestemmiato. Ci sono migliaia di cristiani che fanno crociate evangelistiche e vedono cose che pensano provengano dallo Spirito Santo, ma non sanno proprio di cosa si tratta. Battono le mani e lodano Dio mentre una persona sta lì a bestemmiare o rappresentare male lo Spirito Santo, e loro neanche lo sanno.
Intere denominazioni carismatiche, comprese le Assemblee di Dio, si stanno facendo a pezzi, stanno letteralmente cadendo a brandelli a causa di pseudo-risvegli. Sta succedendo ogni sorta di cose - c'è una novità quasi ogni settimana. I leader non sanno neanche quando abbracciarla o quando rifiutarla. Non sanno cosa fare. Riceviamo lettere da centinaia e centinaia di pastori da tutto il mondo. Ci dicono: "Cos'è giusto e cos'è sbagliato?" Dove sono i responsabili? C'è qualcuno che ci possa indicare la strada?...
Piango quando vedo queste videocassette che mi mandano da tutto il paese. Interi gruppi di persone che sono fuori controllo, che cadono a terra, che ridono istericamente, che ballonzolano come ubriachi, che si contorcono come serpenti, che mugolano come animali selvatici. Abbiamo evangelisti che soffiano sulle persone e li gettano a terra, pretendendo che il soffio dello Spirito Santo si sia incarnato in loro. Sul retro della giacca si sono fatti scrivere "la mano del Signore".
Ora questo nuovo Evangelo sta colpendo il Sud America. Cari, è rude e crude, ma ve lo devo dire. Si esce fuori dai parametri della Scrittura, e si dice: "Oh, ma questa è una cosa nuova. Dio non è quello che dice che fa le cose nuove? Io non la capisco, non si trova nella Scrittura, ma non voglio contrariare lo Spirito Santo"... i soldi sono diventati il dio dell'America. La nostra idolatria...
Ho ricevuto la settimana scorsa una lettera da una donna cristiana arrabbiata. Diceva: "Mio marito, che si suppone sia un cristiano, è un giocatore d'azzardo che perde milioni. Sono così preoccupata per il pericolo in cui si trova". Così io ho pensato: "Lo spingerò ad andare a parlare col pastore".
Lei mi disse: "Fratello Wilkerson, non crederai all'accaduto. Sono così arrabbiata, ferita e confusa. Ho mandato il mio marito giocatore d'azzardo a parlare col pastore, e lui gli ha detto: Ho cercato nelle Scritture dalla Genesi all'Apocalisse e non sono riuscito a trovare neanche un versetto nella Bibbia contro il gioco d'azzardo. Non ci vedo alcun peccato, perciò divertiti". Quella donna era sconvolta: "Come ha potuto un uomo di Dio dire una cosa del genere a mio marito?"...
Se avete una di quelle cassette o di quei libri, sbarazzatevene. Non dateli a qualcuno, bruciateli. Se qualcuno vi invita ad andare in qualcuno di questi posti, rispondete: "Mi dispiace, non voglio una carestia della Parola e non voglio che il mio cuore si contamini e si inaridisca. Voglio la pura Parola del Signore che mi fa crescere. Non voglio un messaggio che parli alla mia carne e coltivi la cupidigia nel mio spirito".
VI FIDERESTE DI UNO CON QUESTA
FACCIA DA VECCHIO VOLPONE?!?
SUE PAROLE:
"Io non voglio l’oro nel cielo.
Io lo voglio avere adesso"
Benny Hinn, uno dei pastori del dio denaro
indagati per uso immorale di denaro.
Video - USA: Benny Hinn vive come un re
APPENDICE
1
IL TEMPO DELL'ANTICRISTO
La storia vista con gli occhi della fede
(di Claudio Prandini)
"Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito che deve venire l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo sappiamo che è l'ultima ora (...). Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio" (1 Gv 2,18-22).
***
"L'ultima ora" che s. Giovanni descrive, come l'ora dell'anticristo, riguarda anche il nostro tempo, poiché anche noi siamo "dentro" in quell'ora. L'ora di cui parla Giovanni non è l'ora dell'orologio, composta di sessanta minuti, con cui noi scandiamo il ritmo del tempo. L'ora di Giovanni designa l'era escatologica, quella che la Bibbia chiama "ultimi giorni", inaugurata dalla morte e dalla risurrezione di Cristo, che comprende tutto il tempo della Chiesa militante fino al tempo della salvezza, al ritorno di Cristo.
Se dunque anche il nostro tempo rientra in questo periodo intermedio, possiamo affermare che questo è anche il tempo dell'anticristo. Giovanni, nella sua lettera, ci mostra una specie di progressione del male nel corso della storia: prima gli "anticristi", poi l'"Anticristo" in persona. Ma chi sono gli anticristi? Giovanni risponde al singolare: "E' colui che nega che Gesù è il Cristo! L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio".
Storicamente parlando, l'anticristo è quello spirito di opposizione e di corruzione che contrasta l'azione salvifica di Cristo sulla terra. La sua è un'azione multiforme e intelligente, che ha come scopo quella di contrastare l'opera di Dio tra gli uomini e di allontanare definitivamente l'uomo dal suo creatore. Possiamo dividere l'opera dell'anticristo in due periodi storici principali che vanno dal I secolo dell'era cristiana fino al XVII secolo e dal XVIII secolo fino al XX secolo
Primo periodo - Uno dei primi passi dell'anticristo fu di seminare discordie sulla natura e sulla persona di Gesù, di qui le prime eresie già a partire dal I secolo. Il contrasto con il potere politico di Roma pagana, che causò la prima grande fioritura di martiri cristiani e che proseguì, a fasi alterne, fino al IV secolo. Poi vennero i problemi ecclesiologici, teologici e politici, di qui i due maggiori scismi: quello fra la Chiesa d'Occidente e la Chiesa d'Oriente, nel 1054, e quello fra la Chiesa Cattolica e il Protestantesimo, avvenuto nel XVI secolo. Il contrasto religioso e militare con il mondo islamico occupò, a fasi alterne, l'epoca medioevale e, in parte, anche il Rinascimento tanto che solo per un miracolo l'Occidente riuscì a fermare la sua forza d'espansione militare (assedio di Vienna 1683). Ma, se la battaglia contro l'Islam era stata vinta, altre battaglie più insidiose attendevano il cristianesimo. Con il Rinascimento si cercò di portare quell'equilibrio, fra mondo spirituale e mondo materiale, fra scienza e teologia, fra ragione e fede, che nel periodo precedente era mancato. Tuttavia, l'umanesimo rinascimentale imboccò ben presto la strada che lo porterà, nei secoli successivi, verso l'Illuminismo e il Positivismo. Lo spirito dell'anticristo aveva ancora una volta sedotto l'uomo facendo leva sul suo orgoglio e sulla sua fragilità. Quanti scandali e quante infedeltà, non solo in quest'epoca, da parte degli stessi cristiani, hanno aiutato, anche se indirettamente, lo spirito dell'anticristo!
Secondo periodo - In questa fase storica, che comprende il periodo che va dal XVIII secolo fino al XX secolo, abbiamo il pieno sviluppo dello scientismo e del razionalismo. Qui l'anticristo prosegue la sua opera di contrapposizione, di demolizione della Chiesa e del Messaggio cristiano. Dopo avere diviso la Chiesa nella sua unità organica (a livello teologico, liturgico, ecclesiologico e culturale, vere premesse di un'unità anche politica dell'Europa), inizia la sua campagna di demolizione ontologica del concetto di uomo e della metafisica del creato. Scientismo e razionalismo, che ben poco avevano a che fare con la vera "scienza" e la vera "retta ragione" intese in senso tomista, rappresentavano la nuova sapienza da contrapporre al Cristianesimo. Una volta che questa sapienza stabilì che solo il principio pensante era reale, essa giunse presto ad identificarlo con l'Essere supremo, infine questo scomparve, dietro all'immagine gigantesca, ma immaginaria, dell'uomo-re della natura e dio unico del suo piccolo universo. L'anticristo giunse ad intaccare, in tal modo, l'uomo sul piano religioso, intellettuale, sociale e morale.
Così, durante questi ultimi secoli, si cadde sempre più nel relativismo religioso e morale. Con lo studio comparato delle religioni, si giunse alla conclusione che, in pratica, le religioni si rassomigliano tutte e che esse sono il vero oppio dei popoli (Marx). La società veniva così evolvendosi su principi essenzialmente immanestistici e materialistici. Nasceva il marxismo, come reazione interna al capitalismo e alla società liberal-borghese del XIX secolo, ma la visione del mondo e dell'uomo, ereditata dall'Illuminismo e dal Positivismo, era sempre la stessa: Dio non esiste e l'uomo è un animale come tutti gli altri, anche se ha la prerogativa della razionalità. Il marxismo, nato nel seno del capitalismo europeo, esasperò semmai l'aspetto sociale e politico, imponendo di fatto la dittatura di una classe (in realtà di un partito!) sulle altre. Al mito dell'economia e del libero mercato, del liberalismo europeo, il marxismo contrappose la dittatura in nome di un certo tipo di economia e di un certo tipo di credo materialista, già insito nel capitalismo stesso. Liberalismo economico e marxismo, solo apparentemente contrapposti, erano in realtà le due teste di un unico mostro, quelle del materialismo pratico e teorico. Non per niente l'Apocalisse dipinge tutti i sistemi politici sotto le sembianze di forme mostruose, cioè come l'immagine della multiforme azione dell'anticristo.
A livello individuale, la cultura dell'anticristo si basò sempre più sul culto della propria individualità (individualismo) e del proprio benessere (edonismo), sul relativismo morale e religioso, che finirà ben presto per tramutarsi in quel nichilismo che è la vera culla di ogni violenza sia individuale come anche collettiva dell'era moderna. Lo spirito dell'anticristo, nel nostro tempo, ha scisso sempre più l'uomo dalla sua vera origine e dal suo vero scopo, lasciandolo in balia della sua fragilità e della precarietà dell'esistenza, come se un naufrago si trovasse a un tratto su una barca senza timoniere, senza ricordare né da dove viene né dove deve andare.
Tuttavia, in questa seconda fase, siamo ancora nel tempo degli "anticristi", come direbbe Giovanni. Solo quando tutti i preparativi saranno ultimati, preparativi durati molti secoli, apparirà colui, cioè l'Anticristo, che dovrà incarnare alla massima potenza il rifiuto della vera fede e della persona di Cristo in tutte le sue dimensioni: umane, culturali, religiose e politiche. Egli, per avere successo (anche tra gli eletti di Dio: Mt 24,24), userà le armi tipiche del serpente antico, cioè la menzogna e l'inganno (vedere anche il paragrafo 675 del Catechismo della Chiesa Cattolica). Spesso nella storia della Chiesa ci si è chiesti se, l'Anticristo, dovesse essere una persona concreta o se invece sarà solo la manifestazione di una cultura anticristiana al massimo grado?! San Giovanni è chiaro: "E' colui che nega che Gesù è il Cristo! L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio". Che si tratti di una persona in particolare o soltanto di una cultura non ha, a questo punto, molta importanza poiché storicamente parlando ogni cultura, per essere tale, ha bisogno di persone che la incarnino, siano essi capi o seguaci. È stato così, per limitarci al solo '900, per il comunismo, per il nazismo, per il fascismo, per quel capitalismo arrogante, sfacciato e mortifero che ora si chiama "globalizzazione", e per l'aborto.
A dire il vero, non possiamo, cristianamente parlando, chiudere gli occhi di fronte ad una molteplicità di segni che ci inducono a pensare che siamo ormai nella fase della piena maturazione dei "tempi". Anche Papa Giovanni Paolo II, in un discorso tenuto a Fatima il 13/05/82, sembrava presentire tale pericolo: "Di fronte a noi sta il pericolo dell'apostasia da Dio, della lotta contro Dio e contro tutto ciò che è sacro e divino. Siamo forse vicini al tempo predetto da S. Paolo, il tempo dell'anticristo che si alza contro Dio e contro ogni specie di religione. E' il tempo però in cui anche lo Spirito Santo mobilita, attraverso la Madonna, tutta la Chiesa." (Citato da don A. Mutti su 'Eco' 72 - Il riferimento è a 2 Tess, 2, 1-8). Di qui il compito della vigilanza che il Vangelo sempre raccomanda (Lc 12,35).
2
TRA Megachiese E Marketing religioso
(Cfr. Massimo Gaggi, Dio, Patria e ricchezza, pp. 13-28, ed. BUR-RCS 2006, Milano)
Rock evangelico e la congregazione come
centro di servizi. Il fedele diventa un cliente
Niente simboli e parole che possono suscitare ansia o angoscia, niente croci, niente immagini di Cristo sofferente. Le megachiese, che attirano sempre più fedeli con quello che i critici chiamano "cristianesimo light", puntano sul linguaggio positivo della gioia e dell'ottimismo. Parole semplici, similitudini spesso banali. «Perché ci accontentiamo delle briciole?» chiede il giovane pastore ai suoi fedeli nel tempio più affollato d'America. «Siamo come il passeggero di quella nave che continuava a mangiare solo formaggini e crackers perché non aveva capito che i sontuosi pasti serviti al ristorante erano compresi nel prezzo della crociera. Beh, amici. Non so voi, ma io sono stufo di quei formaggini e di quei crackers: è tempo di sedersi alla tavola del Signore.» Quattordicimila persone applaudono entusiasticamente e poi si mettono a cantare e a ondeggiare al ritmo del rock cristiano, scatenato e coinvolgente, eseguito dalla band che emerge dietro il podio, sollevata da una pedana mobile. Ai lati del palcoscenico il tocco new age di due cascate d'acqua, tra rocce e piante verdissime. Sul soffitto e dietro il palcoscenico viene proiettato un ciclo azzurro, attraversato da poche nuvole bianche. Le telecamere che volano sulla platea montate su lunghi bracci meccanici, trasmettono le immagini della cerimonia sui megaschermi dell'arena, nelle case di milioni di americani e in giro per il mondo.
Joel Osteen, il pastore che ogni fine
settimana riceve oltre 35mila fedeli nella sua megachiesa, la più grande
d'America, è al centro del palco con al suo fianco la moglie, la biondissima
Victoria. Insieme, all'inizio della cerimonia, hanno pregato e ringraziato Dio
con i pugni stretti e gli occhi chiusi, ma poco dopo il sermone di Joel si
trasforma in un discorso rassicurante che fa appello ai buoni sentimenti: invita
gli uomini a essere padri diligenti e mariti coscienziosi («tratta tua moglie
come una regina e ti sentirai un re»), promette l'aiuto di un Dio vicino, pronto
a soccorrerci anche nelle piccole cose: a trovare un parcheggio o a superare il
risentimento per il continuo aumento del prezzo della benzina. Il pastore parla
ai fedeli anche di Cristo e del suo sacrificio, ma sono solo brevi accenni.
Perché nel tempio non ci sono croci? «Come simbolo di pace, unità e amore
abbiamo preferito un grande globo che rappresenta il nostro mondo» spiega Osteen
al termine della funzione religiosa. E in effetti lo sfondo del suo sermone - un
sapiente cocktail di preghiera, predicazione, battute, racconti di vita vissuta,
informazioni sui servizi offerti dalla congregazione — è dominato da un enorme
mappamondo dorato. Il rito, uno spettacolo gradevole governato da una regia
molto professionale, non ha niente a che vedere con una messa, ma è anche
lontano dallo stile gridato di molti telepredicatori.
Negli Stati Uniti il fenomeno della religione trasmessa in diretta tv e celebrata davanti a vaste platee è in piena espansione. Le megachiese (quelle che ospitano abitualmente oltre duemila fedeli), che trent'anni fa erano poche decine, si sono diffuse negli anni '80 e '90, e dal 2000 a oggi sono addirittura raddoppiate: oggi sono oltre 1200 (sparse soprattutto nel Sud e nel West americano) e le loro dimensioni continuano a crescere. «È un fenomeno che si autoalimenta: questi luoghi diventano come dei magneti» spiega Scott Thumma dell'Hartford Institute for Religion Research, l'autore dello studio più recente sulla materia. La gente ha la sensazione che in un posto grande succederà qualcosa di grande, ma ad attrarre sono anche la coreografia, la musica, i servizi offerti da queste megastrutture (dagli impianti sportivi all'aiuto agli anziani, all'assistenza fiscale), oltre ai sermoni di pastori che sono ormai delle vere e proprie star.
Joel, dalla telecamera al pulpito
Dieci anni fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul successo come predicatore di questo ragazzo alto, tutto ossa, con uno sguardo penetrante, ma anche un atteggiamento schivo. Joel è il figlio del reverendo John Osteen, un pastore che aveva abbandonato la Southern Baptist Church perché affascinato dalle dottrine carismatiche e pentecostali, giudicate inammissibili dai battisti. Nel 1959 John aveva fondato una congregazione non legata a una denominazione precisa (non era certo il solo: le chiese cosiddette nondenominational sono in continua espansione), che, anno dopo anno, era riuscita ad attirare alcune migliaia di fedeli.
Joel, allora trentenne, aveva rinunciato, per
la sua timidezza e la mancanza di doti oratorie naturali, ad affiancare il padre
davanti ai fedeli. Aveva preferito dedicarsi alle riprese delle funzioni
religiose e alla confezione di video per i network televisivi confessionali.
Ma quando, nel 1999, il pastore Osteen è morto all'improvviso, Joel si è trovato
da un giorno all'altro catapultato sul pulpito, suo malgrado. Molto spesso,
infatti, quello dei telepredicatori è un business a struttura familiare. Joel si
è scrollato di dosso la timidezza e ha trovato rapidamente il feeling con i
fedeli grazie anche all'uso delle tecniche di comunicazione apprese dietro la
telecamera. Un successo travolgente: in pochi anni il numero dei fedeli è
quintuplicato. Oggi i servizi religiosi di Lakewood sono radio o teletrasmessi
in 140 Paesi e via Internet. Le reti Usa che hanno in palinsesto i sermoni di
Osteen raggiungono un pubblico potenziale di 225 milioni di spettatori.
La chiesa di Lakewood, così come le altre megachurcb, è diventata anche un
enorme business. E la cosa non imbarazza affatto i pastori, molti dei quali sono
anche amministratori delegati delle rispettive chiese-aziende. Sono infatti
abituati a predicare una sorta di "religione della prosperità" che abbraccia ed
estremizza l'etica protestante, secondo la quale il denaro non è "stereo del
diavolo" ma una benedizione, un indice della capacità di realizzare cose
positive, di far fruttare i propri talenti.
Quindi niente cammelli che devono passare per la cruna di un ago prima che il
ricco possa avere qualche possibilità di salire nel Regno dei cicli, ma Sacre
scritture pazientemente scandagliate alla ricerca dei passi in cui si mette il
benessere materiale in una luce positiva.
Se i fedeli non devono vergognarsi del loro benessere, in molti casi i
predicatori-manager arrivano addirittura a ostentare la loro ricchezza. Quando
la ricchezza è una benedizione, è facile avvicinare la religione al business
senza rischiare di apparire blasfemi: il successo commerciale di una
congregazione - l'aumento dei fedeli che frequentano la chiesa, degli ascolti
radiofonici e televisivi e del fatturato che tutto ciò mette in moto - viene
presentato come l'indice più attendibile dei progressi realizzati anche nel
campo della cura delle anime: «Dio vi vuole winner not whiner (vincenti, non
piagnucolosi)» scandisce al microfono Osteen, e la platea risponde con
un'ovazione.
Che si tratti di personaggi spregiudicati o di veri uomini di Chiesa che credono
nella loro missione, oltre che nella legittimità di un (pingue) guadagno, tutti
questi pastori devono essere in primo luogo dei buoni amministratori perché
gestiscono aziende che fatturano decine (e in qualche caso centinaia) di milioni
di dollari. E infatti molte di queste chiese hanno in organico addirittura
direttori finanziari e direttori per lo sviluppo tecnologico (ai quali è
affidata l'espansione nel campo dei media elettronici).
La Lakewood Church di Joel Osteen, ad esempio, ha 600 dipendenti e un mutuo di
95 milioni di dollari da onorare. Qualche anno fa, quando la vecchia sede da
7000 posti divenne troppo piccola, il predicatore fece una scommessa: rilevò il
palazzo dello sport appena lasciato dai Rockets (la squadra di basket Nba di
Houston) e investì un fiume di denaro nella sua ristrutturazione.
Molti accusano Osteen di avere accumulato
grandi ricchezze, ma chi è andato a frugare nei bilanci della congregazione non
è riuscito a trovare nulla di irregolare. Assai attento all'immagine, Osteen non
ha mai sfruttato la tv per chiedere soldi: gli bastano le offerte che arrivano
in chiesa - circa un milione di dollari ogni fine settimana - e i 20 milioni di
dollari che entrano sotto forma di donazioni via Internet e di incassi del
supermarket religioso di Lakewood. In totale un giro d'affari di circa 70
milioni di dollari l'anno. Sul quale non pesa più lo stipendio di 200mila
dollari, al quale Joel ha rinunciato da tempo.
Non un grande sforzo, visto che il primo libro che ha scritto, Your Best Life
Now, ha venduto ben 4 milioni di copie, garantendogli guadagni milionari. Warner
Faith, la divisione specializzata in editoria religiosa appositamente creata dal
gigante dei media Time Warner, si è sempre rifiutata di rendere noti questi
dati. Per quello di prossima pubblicazione gli editori americani si sono sfidati
in una vera e propria asta, vinta da Simon & Schuster con un'offerta
straordinaria: anziché una percentuale calcolata sul prezzo di copertina (in
genere agli autori di successo viene riconosciuto il 15 per cento), Osteen
riceverà la metà esatta degli utili realizzati dall'editore con la vendita
dell'opera. Se questo secondo testo avrà un successo analogo al primo, Osteen
incasserà 14 milioni di dollari, polverizzando i record di My Life di Bill
Clinton e del libro pubblicato nel 1994 da Giovanni Paolo II.
La chiesa di Young: quando la parrocchia somiglia a un country club
Qualche miglio più in là sorge la Second Baptist Church di Edwin Young, altro celebre telepredicatore. Impostazione della congregazione e struttura dei riti sono abbastanza simili, ma l'ambiente e i fedeli sono molto diversi. Osteen è uno dei pochi pastori che hanno sperimentato con successo il modello della chiesa multietnica: a Lakewood si mescolano folle di bianchi, neri, asiatici e "latinos" ai quali, la domenica, viene addirittura offerto un terzo servizio religioso in spagnolo. Immersa nel verde di una delle zone residenziali più esclusive della metropoli texana, anche la megachiesa del reverendo Young riceve migliaia di fedeli ogni settimana, ma si tratta soprattutto di bianchi benestanti e di un limitato numero di asiatici e ispanici. Pochissimi i neri. E se a Lakewood l'atmosfera è quella di un palasport, tutto cemento armato, vetro acciaio e parcheggi sotterranei, la Second Baptist Church funziona come una specie di club. Ci sono infatti vaste aree ricreative per i bambini, ristoranti, campi da tennis e da baseball, sale per concerti e conferenze e una palestra: la chiesa offre a chi fa ginnastica un iPod col quale ascoltare, a scelta, musica classica, pop, soul, rock religioso o sermoni.
Anche qui niente croci, niente messaggi che
possono spaventare o angosciare: solo parole costruttive, rasserenanti. Recitate
dai predicatori, ma anche da ragazzi che frequentano la congregazione. C'è la
giovane coreana che racconta la sua favola a lieto fine di immigrata che ha
trovato un posto nella società (e un ottimo stipendio) grazie alla
collaborazione di molti buoni cristiani del Texas; e c'è l'atleta universitario
che racconta la sua risalita dagli inferi di una manìa di competere in modo
troppo spietato - e a volte sleale - con avversari considerati semplicemente
nemici da abbattere, al di là di ogni logica sportiva.
La soddisfazione del cliente-fedele viene curata con grande attenzione anche
fuori dal tempio: se la giornata è stata convulsa si cerca di ritrovare la
serenità passeggiando lungo i vialetti di giardini curatissimi, con aiuole
fiorite, prati perfettamente rasati e cespugli nei quali sono nascosti
amplificatori che diffondono musiche gradevoli, rilassanti. Anche qui si punta
insomma esplicitamente alla customer satisfaction, con un occhio alla Bibbia e
l'altro al fatturato.
Creflo Dottar, il pastore-manager con la Rolls Royce e il jet privato
Chi ha occhi quasi solo per la seconda parte
di questa equazione è Creflo Dollar (potrà apparire incredibile, ma è il suo
vero cognome), vulcanico pastore nero della World Changers Church di Atlanta.
Creflo scherza volentieri durante i sermoni sul suo nome e ama ostentare la sua
ricchezza: gira in Rolls Royce e ha due jet personali grazie ai quali ha
allargato il suo mercato a New York. Ogni settimana tiene il sermone del sabato
sera nella Mela - in genere i suoi riti vengono ospitati dal Madison Square
Garden, arena resa celebre dal grande pugilato mondiale e dai match di basket -
e quello della domenica ad Atlanta.
La cerimonia, attentamente sorvegliata dagli uomini della sicurezza, tutti
collegati con gli auricolari, viene aperta dal cosiddetto warm up pastor. Di
scaldare l'atmosfera si incarica, in genere, Vie Bolton, cognato di Creflo, che
spesso conclude la sua introduzione pregando per il presidente Bush e per il suo
vice, Dick Cheney. A volte il sermone vero e proprio è preceduto da una
illustrazione della situazione finanziaria della chiesa con tanto di proiezione
di grafici e tabelle. Dollar è molto più esplicito e diretto dei suoi colleghi:
a chi si mostra sorpreso spiega, senza tanti giri di parole, che «fede e
ricchezza sono inevitabilmente interconnesse: è la teologia della prosperità».
Una teologia che, ancor più che altrove, cammina sulle gambe di una gestione decisamente manageriale della congregazione. Ogni martedì nel campus della World Changers (letteralmente, "Quelli che cambiano il mondo"), Dollar riunisce i suoi manager più importanti. Arrivano tutti puntualissimi, vestono in modo impeccabile, usano un linguaggio aziendale, non parlano mai di problemi ma di sfide. La rivista «New Yorker» ha raccontato, ad esempio, che qualche tempo fa è stato avviato un Lost Sheep Ministry, cioè un programma per le pecorelle smarrite. Che cos'è? Semplicemente un tentativo di recuperare migliaia di fedeli che si recano saltuariamente in chiesa ma non ne diventano frequentatori abituali, attraverso una sofisticata operazione di marketing. Ognuno di loro riceve una lettera che lo invita a tornare nel gregge; se non risponde, viene raggiunto telefonicamente; se nemmeno questo basta, si passa alle visite a domicilio. Come ogni azienda, la chiesa di Dollar si pone degli obiettivi di crescita che, fin qui, sono stati sempre centrati: dal 2000 a oggi i fedeli di Creflo sono cresciuti quasi del 50 per cento. Giro d'affari e utili della World Changers anche di più.
Dollar sostiene di non vedere troppe
differenze tra il ruolo di pastore e quello di amministratore: la sua azienda
punta all'eccellenza e la sua chiesa a fare del bene. Bue cose che convergono
nella creazione di una maggiore prosperità. La propensione al business del
pastore di Atlanta è sicuramente molto spinta: Creflo invita esplicitamente i
fedeli a versare alla chiesa una parte del loro reddito, li convince che donando
si sentiranno meglio. E i risultati si vedono: con una congregazione più piccola
di quella di Osteen (300 dipendenti ad Atlanta, dove ha una chiesa con 8500
posti e altri 100 addetti a New York), riesce a fatturare oltre 80 milioni di
dollari: un bell'affare, tanto più che la società di cui è amministratore
delegato (come tutte le altre imprese titolari di megachiese) è una non profit
che non paga imposte sul reddito.
La propensione al business ha contagiato anche la moglie di Creflo, Taffi, madre
di cinque ragazzi, ma anche direttore generale della congregazione guidata dal
marito, amministratore delegato della Arrow Record (la società che produce gli
audiovisivi religiosi della World Changers) e leader della Women's Fellowship,
un network religioso femminile.
Dollar è divenuto un uomo molto ricco, ma una
cosa gli va riconosciuta: il pastore non solo non nasconde il suo benessere, ma
lo ostenta, pur non avendo molte occasioni per godersi i soldi che ha
accumulato, visto il ritmo vertiginoso della sua attività pastorale. Usa la sua
ricchezza come un simbolo, come la prova palpabile che ha fatto le cose giuste e
che i risultati sono arrivati. Le due Rolls Royce, ad esempio, vengono sempre
messe in bella mostra, ma non vengono quasi mai usate.
La prossima impresa ha del ciclopico: Dollar ha comunicato ai suoi fedeli che
Dio gli ha ordinato di costruire una chiesa-stadio da 60mila posti. Con i soldi
dei fedeli ovviamente.
Ad Atlanta cominciano ad alzarsi le prime antenne, l'amministrazione è
preoccupata. Per il possibile impatto ambientale, ma anche per motivi di
trasparenza: nonostante tutte le relazioni finanziarie presentate ai fedeli, il
reale andamento dei conti della congregazione non è sempre chiaro, come dimostra
la vicenda del pugile Evander Holyfield.
Nel 1999, poco prima di divorziare, Holyfield regalò alla chiesa - della quale è il fedele più celebre - gran parte dei suoi averi. La moglie denunciò l'operazione, sostenendo che si trattava di una vendita fittizia, architettata per non versare al coniuge separato la parte del patrimonio di sua spettanza. Dollar rifiutò di mostrare la sua documentazione finanziaria e, quando i magistrati minacciarono di spedirlo in prigione, scappò in un altro Stato. Poi gli avvocati di Holyfield e della ex moglie trovarono un accordo.
Gli inconvenienti del mercato. Domenica è Natale? La megachiesa non apre
Anche
prescindendo dagli abusi di chi approfitta della fiducia dei credenti per
arricchirsi, non va mai dimenticato il rischio
che, a gestire le strutture religiose come pure entità economiche, si finisca
per perdere il senso della missione ecclesiastica, il valore spirituale del
rapporto uomo-Dio. Bisogna poi aggiungere che anche sul piano pratico il ricorso
ai meccanismi del mercato, nel caso delle megachiese, ha i suoi vantaggi, ma
anche non pochi inconvenienti.
Il più
appariscente si è manifestato alla fine dello scorso anno quando numerose
megachurch (comunque una minoranza) hanno cancellato i servizi religiosi
previsti per il giorno di Natale. La cosa può apparire incredibile al cattolico
italiano che, magari, salta qualche messa domenicale, ma non quella del 25
dicembre.
Anche per gli americani quello di Natale è un giorno importante: una festa che
si trascorre in famiglia, uno dei pochi giorni in cui si cucina e si mangia in
casa. Il problema è che buona parte delle migliaia di fedeli che frequentano le
megachiese abita a decine di miglia di distanza. Normalmente chi si reca al
servizio religioso domenicale consuma il pasto fuori casa, magari nello stesso
self service della congregazione.
Ma se il giorno di Natale cade di domenica, è probabile che non si muova di
casa. L'anno scorso le megachiese, che hanno costi di gestione molto elevati e
che hanno centinaia di dipendenti a libro-paga, in molti casi non si sono
sentite di correre il rischio di restare semivuote: hanno preferito non aprire
per niente i cancelli proprio il giorno di Natale.
Lo studioso del fenomeno delle megachiese Scott Thumma assolve le congregazioni: «La vera domanda non è perché le chiese non aprono, ma perché in un giorno che ha un significato religioso così alto, i fedeli preferiscono radunarsi attorno a un albero di Natale anziché frequentare il loro tempio». Sdrammatizza sul «New York Times» la sociologa delle religioni della Boston University, Nancy Ammerman: «Le megachiese sono famose per la loro flessibilità e la loro creatività, non per il rigido rispetto di simboli e tradizioni».
Una delle tipiche adunanze dei predicatori in arene e centri sportivi
Il Dio delle cattedrali gotiche e quello delle arene
Creflo Dollar rappresenta un caso estremo, ma il fenomeno di questa sorta di "turbochiese" va comunque preso sul serio. La religione-spettacolo e i messaggi ipersemplificati lanciati da congregazioni spesso prive di una denominazione precisa, ma in genere vicine ai battisti o ai movimenti pentecostali, si discostano non poco dalla tradizione, ma producono cultura popolare e attirano le masse. In un mondo in cui tutti inseguono i consumatori, questi pastori applicano tecniche avanzate di marketing, convinti (e i fedeli con loro) che la competizione aiuti a migliorare anche l'"offerta" religiosa.
Arrivando una domenica a Houston - cuore del
Texas conservatore e capitale dell'America delle megachiese - non è difficile
capire perché la destra religiosa Usa è molto più liberista e "mercatistica" di
quella europea.
Constatato questo, la domanda successiva è: questa religiosità preconfezionata
diventerà un prodotto formato esportazione come la musica pop o la
cinematografia hollywoodiana?
Forse no: la religiosità in Europa è vissuta in modo molto diverso e la presenza
dei cattolici - fin qui sostanzialmente indenni anche negli Usa da queste nuove
forme di religione-spettacolo - è molto più estesa.
C'è poi da considerare che la separazione fra Stato e Chiesa, che nel nostro
continente è abbastanza netta, negli Usa finisce per avere contorni meno nitidi
perché lo spirito dei pellegrini che colonizzarono l'America dopo essere
sfuggiti alle persecuzioni religiose in Europa è tuttora cemento della struttura
federale del Paese e collante della società americana.
Ma non bisogna nemmeno liquidare il caso
troppo frettolosamente. Perché anche in Europa comincia a sorgere qualche
megachiesa, perché il movimento pentecostale è in rapida espansione ovunque, e
anche perché Internet, radio e tv diffondono il messaggio religioso di queste
congregazioni Usa in modo sempre più capillare e trovano sponde in molti Paesi.
Qualche tempo fa il settimanale britannico «The Economist», nel criticare
l'antiamericanismo di chi, in Europa, crede che il Nuovo Mondo sia una terra di
«puritani e pornografi», sosteneva che a irritare il Vecchio continente e il
resto del pianeta è la capacità dell'America di esportare in modo quasi
aggressivo i suoi modelli culturali. Quello che è successo con la musica rock,
il cinema e le arti figurative del Ventesimo secolo, sta accadendo anche in
campo religioso: il pentecostalismo, un movimento religioso di derivazione
cristiana che considera centrale il ruolo dello Spirito Santo, è nato a Topeka,
nel Kansas, nei primi anni del Novecento, e oggi - con ben 530 milioni di
seguaci - è la religione che cresce più rapidamente nel mondo. Negli Usa i
fedeli sono solo 20 milioni, mentre le chiese pentecostali si stanno diffondendo
rapidamente soprattutto in Cina, in Giappone e in Corea, dove sorge quella che
oggi è la più grande chiesa in assoluto: la Full Gospel Church di Seul del
pastore David Yonggi Cho's Yoido, che ha più di 700mila fedeli. Nel mondo
operano ben 140mila missionari americani che diffondono il credo pentecostale.
I mormoni, altra religione ali American, sono solo pochi milioni, ma anche loro hanno sparso missionari in tutti i continenti. Anche organizzazioni religiose a sfondo più tradizionale, come i superconservatori di Focus on thè Family, tendono a proiettare sempre di più la loro azione al di fuori dei confini statunitensi. Il loro leader, James Dobson, una delle voci più ascoltate della nuova destra, incalza il governo nei suoi ascoltatissimi sermoni radiofonici. Ascoltatissimi non solo in America: dal quartier generale di Colorado Springs, la parola di Dobson (che parla di religione, ma non ha un ruolo ecclesiastico) viene diffusa in 117 Paesi (Italia compresa) attraverso stazioni locali "alleate" di Focus on thè Family.
Nella rete rientrano anche Paesi musulmani
come l'Indonesia, dove la presenza di Focus si è rafforzata l'anno scorso,
grazie anche agli aiuti inviati dopo lo tsunami che ha distrutto la costa sud di
Sumatra.
Ma, soprattutto, è molto fitta la copertura della Cina. Pechino è molto attenta
a non lasciare spazi alle fedi che richiedono obbedienza a gerarchie religiose
situate fuori dai confini cinesi (da qui il conflitto con la Chiesa di Roma), ma
ha dato molto spazio a Dobson perché Focus ha depurato i messaggi trasmessi in
Cina dei riferimenti religiosi più espliciti, puntando soprattutto su temi come
la compattezza della famiglia e il recupero dei valori etici: argomenti che
anche il regime di Pechino ha interesse a valorizzare.
Immediatezza, praticità, rinuncia a ogni
dogmatismo: è così che prende forma la religiosità made in Usa. In America c'è
poco spazio per le esperienze ascetiche, per la spiritualità delle cattedrali
gotiche dalle volte altissime e oscure. La Willow Creek Community Church, altra
megachiesa di grande successo sorta a South Barrington, in Illinois, venne
fondata 31 anni fa da Bill Hybes che, per prima cosa, condusse un sondaggio tra
la popolazione dei sobborghi di Chicago, chiedendo a chi aveva smesso di andare
in chiesa cosa avrebbe voluto trovare in un luogo di culto.
Le caratteristiche comuni a quasi tutte le megachiese di oggi - edifici che
somigliano più a teatri che a templi, l'abolizione della croce e di ogni
immagine sacra, il ricorso a musiche rock e jazz durante le cerimonie, i sermoni
dedicati in parte ai problemi di tutti i giorni dei fedeli - nascono dalle
risposte date allora a quel sondaggio (o, se preferite, a quella ricerca di
mercato) commissionato da Hybes e da quelli ripetuti negli anni successivi da
altre congregazioni.
In fondo la novità americana non è tanto la
chiesa che offre servizi - anche i cortili degli oratori, le mense e i campi di
ba-sket delle parrocchie nostrane rientrano in questa categoria -ma l'impiego
massiccio e scientifico di sofisticate tecniche manageriali: dal franchising
(trasmissione in diretta di cerimonie, musiche e sermoni in un network di chiese
"satelliti") al con-sulting. Alcune di queste congregazioni hanno ad esempio
creato un ramo che svolge una sorta di consulenza aziendale applicata
all'attività religiosa.
Peter Drucker, accademico e celebre esperto di management, scomparso alla fine
del 2005, all'età di 96 anni, qualche anno fa scrisse che le megachiese non solo
avevano imparato a replicare i modelli di business delle aziende, ma li avevano
innovati in modo così efficace da essere diventate esse stesse un modello per
diversi tipi di attività imprenditoriale. Se ne devono essere accorte anche le
grandi corporation: Bishop T.D. Jakes, il pastore di una megachiesa di Dallas, è
riuscito senza troppa fatica a convincere aziende del calibro di Ford, Coca Cola
e Bank of America a sponsorizzare la grande festa estiva della congregazione.
Queste chiese hanno imparato a utilizzare al meglio le nuove tecnologie (ne parliamo diffusamente nei prossimi capitoli), a fare nuovi proseliti e a creare legami tra i fedeli sviluppando affinity groups: motociclisti, modellisti, persone che cercano di dimagrire, sportivi, che formano differenti comunità d'interessi. Un meccanismo che amplia e arricchisce la base della parrocchia. Del resto anche quello di aiutare le congregazioni a crescere è diventato un business con una sua forza autonoma. C'è persino una società quotata, la Kingdom Ventures, che ha come unica attività l'assistenza a 10rnila chiese che stanno tentando di espandersi. La Kingdom Ventures, che ha 12 filiali sparse per gli Stati Uniti, mette a disposizione delle organizzazioni religiose sue clienti artisti e speaker, organizza raccolte di fondi, vende audiovisivi, promuove l'utilizzo delle tecnologie più avanzate.
Bibbie mimetiche, atleti di Dio e una città per soli cattolici
Da tempo, per diffondere il loro messaggio e per migliorare l'appeal delle iniziative, congregazioni e pastori si rivolgono a celebri esperti di consulenza aziendale come Larry Ross, il gu-ru che ha curato la promozione del film di Bel Gibson La passione di Cristo e le pubbliche relazioni del reverendo Billy Graham, l'anziano pastore al quale George Bush dice di dovere la sua trasformazione da ragazzo viziato e sbandato a "cristiano rinato", capace di perseguire con ostinazione i suoi obiettivi politici. Aiutato anche dai suoi consigli, il pastore Rick Warren, altro celebre telepredicatore californiano, è riuscito, anno dopo anno, a vendere oltre 25 milioni di copie dei suoi libri, divenendo cosi l'autore più venduto d'America.
Ma il mercato degli oggetti religiosi va molto
al di là dell'editoria libraria. Nei supermarket cristiani delle megachiese si
vendono ovviamente testi sacri, manuali etici per le famiglie, pubblicazioni di
intrattenimento a sfondo religioso per i bambini, ma anche videogiochi, dvd,
audiocassette, soprammobili, dipinti, stampe, oggetti per la casa magliette,
tute, zaini con messaggi o loghi religiosi. Richiesttósi1113 'a Bibbia del
soldato, con la copertina mimetica.
Diecimila imprese che produco»0 ° vendono libri e oggetti cristiani si
incontrano ogni anno alla fiera del settore, l'International Christian Retail
Show. L'anno scorso il mercato dei libri religiosi ha superato i 2 miliardi di
dollari, quello della musica cristiana i 700 milioni di dollari.
La società di ricerche di mercato Packaged
Facts prevede che i prodotti cristiani, che nel 200) hanno generato un fatturato
di circa 5 miliardi di dollari, da qui al 2010 raddoppieranno il loro giro
d'affari.
Come detto, il marketing religioso finora ha avuto grande successo soprattutto
nel campo dei inedia: pastori che vendono i loro libri a milioni di copie e il
succiso del rock cristiano hanno significato la moltiplicazione delle collane,
delle etichette musicali, delle marche specializzate dei grandi gruppi della
comunicazione: case editrici come Tin>e Warner, Random House e HarperCollins
hanno comprato o creato società specializzate nel campo religioso, Emi e Sony
hanno acquistato etichette musicali cristiane.
Tutti prodotti che non sono venduti più solo
in negozi specializzati, ma che si trovano ormai anche sugli scaffali dei grandi
magazzini della catena Wal Mart.
Ed è boom anche per i servizi ai quali viene data una connotazione religiosa:
un'agenzia di compravendite immobiliari che si definisce cristiana non è più una
stranezza, mentre si vanno diffondendo anche banche e società & servizi
finanziari cristiane; ci sono perfino circoli cristiani tenuti insieme da una
dieta dimagrante.
La novità degli ultimi mesi è che i gruppi cattolici stanno reagendo, si stanno
mettendo in marcia pure loro: l'Arcidiocesi di New York ha raggiunto un accordo
con la Sirius Satellite Radio per la creazione di un canale radiofonico
cattolico che trasmetterà 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Una decisione presa
sulla base di una ricerca di mercato che mostra come, delle 17mila stazioni
radio "terrestri" che operano negli Usa con regolare licenza, ben 1700 sono
protestanti o evangeliche, mentre solo 130 sono riconducibili alla Chiesa di
Roma. In Florida, intanto, sta sorgendo Ave Maria City, una città riservata ai
cattolici integralisti che compreranno le 5mila abitazioni previste dal progetto
ideato da Tom Monaghan, il miliardario creatore di Domino's Pizza, la più
capillare catena di pizzerie "industriali" d'America.
Di recente il marketing religioso ha abbattuto
un'altra barriera, penetrando nel campo dello sport. In alcune località
dell'interno le partite di football americano delle serie minori sono precedute
dall'esibizione musicale di una banda cristiana, durante la quale vengono
vendute statuine e caricature di personaggi biblici. Gli atleti che scendono in
campo hanno impresse sulla maglia denominazioni religiose e numeri di versetti
delle Scritture.
Si tratta di manifestazioni sportive chiamate Notti della Fede, che stanno
avendo molto successo, anche se gli spettatori che appartengono a religioni
diverse da quelle cristiane hanno avuto da ridire. A volte i giocatori rimuovono
i simboli religiosi dalla loro divisa prima della partita, ma l'iniziativa,
almeno dal punto di vista dell'affluenza, si è rivelata un successo. «Solo
ricorrendo ai fuochi d'artificio riusciamo ad attrarre più gente» ha spiegato -
entusiasta - uno degli organizzatori. Che ora sta pensando di promuovere una
Faith Night con tanto di cornice pirotecnica. Fuochi d'artificio cristiani,
naturalmente.
«Se sei cristiano guadagni di più»:
gli economisti e il rischio della religione commodity
Misurare l'efficacia del proselitismo con un metro economico metterà sicuramente a disagio chi vive la propria religiosità come un'esperienza spirituale non solo profonda, ma molto intima. Gli economisti, però, non si sono mai fatti di questi problemi. Il Nobel per l'Economia Gary Becker è ad esempio convinto che il concetto della competitività è applicabile anche alle diverse fedi: «Ogni religione, così come ogni business - ha dichiarato qualche anno fa al "Wall Street Journal" -vorrebbe operare in condizioni di monopolio, eppure la competizione aiuta le diverse chiese a operare in modo più efficace, a cercare di essere più persuasive». A questo modello Becker contrappone quello "monopolista" delle chiese di Stato o delle religioni di Stato, come l'Isiam nei Paesi arabi, che possono diventare un elemento di oppressione destinato a indebolire sia il tessuto culturale - costretto a vivere in una sorta di status quo - che quello economico, impossibilitato a fiorire, in una situazione priva di aperture.
Un ragionamento da prendere con le molle:
usando il metro della competitività si rischia di svilire la religione, di
ignorare il suo significato trascendente, di trasformarla in un'altra commodity
che può essere comprata e venduta.
Ma cercare di misurare l'impatto della religione sull'economia e le interazioni
fra i due campi non è di per sé esercizio inutile o blasfemo. Del resto già nel
XVIII secolo Adam Smith si interrogò sul ruolo della religione ai fini del
miglioramento dell'attività economica. Vale la pena di ricordare che l'autore
della Ricchezza delle nazioni, opera che è alla base del moderno capitalismo,
era un professore scozzese di filosofia morale. Nelle sue riflessioni individuò
nell'etica religiosa un elemento capace di promuovere la fiducia reciproca e
quindi gli scambi che sono alla base dell'attività economica.
Oltre un secolo più tardi fu Max Weber, uno
dei fondatori della sociologia moderna, a sostenere nella sua opera più famosa
(Letica protestante e lo spirito del capitalismo, pubblicata nel 1905), che la
Riforma protestante, con la sua dottrina che da grande importanza al lavoro
umano e alla responsabilità individuale, ebbe un ruolo essenziale nella
rivoluzione economica che portò grande benessere nell'Europa settentrionale e in
Nord America.
In anni più recenti questi concetti sono stati rivisitati da politologi ed
economisti come Francis Fukuyama, Robert Barro e Rachel McCleary, mentre lo
storico britannico Niall Ferguson ha addirittura collegato la stagnazione che ha
colpito l'economia della Germania negli anni scorsi al progressivo
allontanamento del popolo tedesco dalle pratiche religiose: un fenomeno che va
avanti da 40 anni e che, secondo Ferguson, ha segnato, in quel Paese, la morte
dell'etica protestante del lavoro.
Nel 2005 Jonathan Gruber, un economista del
Mit, il celebre Massachusetts Institute of Technology di Boston, ha realizzato
uno studio su «Struttura del mercato religioso, partecipazione ai riti e suoi
risultati», pubblicato dall'Ufficio nazionale per la Ricerca economica, che
confronta le statistiche sulla religiosità con quelle sul reddito. La sua
conclusione: nelle comunità in cui la partecipazione ai riti ecclesiastici è
doppia rispetto a quella generale del Paese, il reddito è mediamente più alto
del 9 per cento.
Buone notizie per una nazione, gli Usa, nella quale il 95 per cento dei
cittadini si definisce credente, mentre ogni fine settimana quattro americani su
dieci si recano in una chiesa, sinagoga o moschea. Non è chiaro fino a che punto
questo studio possa essere considerato attendibile né perché la religiosità
favorisca la crescita del reddito.
Gruber formula quattro ipotesi: frequentare i
servizi religiosi significa avere più occasioni di interagire con la società e,
quindi, di creare contatti. In secondo luogo chi va in chiesa affida più spesso
i suoi figli a scuole gestite da ordini religiosi che offrono una qualità
educativa mediamente superiore a quella degli istituti pubblici. Terza
spiegazione: chi crede è meno stressato dai problemi quotidiani, riesce ad avere
la serenità necessaria per costruire le basi del successo. Quarto punto:
l'adesione a un'organizzazione religiosa può costituire una sorta di
assicurazione contro eventuali shock del benessere (una battuta d'arresto della
carriera o un lavoro perduto), visto che le chiese spesso offrono ai fedeli in
difficoltà non solo conforto ma anche assistenza materiale e un aiuto a
ricollocarsi sul mercato del lavoro.
Fondate o meno che siano tutte queste analisi economiche, la loro stessa
diffusione aiuta a capire perché la religiosità in America segue spesso percorsi
diversi da quelli prevalenti in Europa.
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