UN NUOVO ISRAELE
STA NASCENDO!
Viaggio in Israele TRA RABBINI
PER LA PACE E EBREI PER GESÙ
(a cura di Claudio Prandini)
PREMESSA
Mentre la cronaca internazionale di questi giorni segnala il basso livello culturale e morale di molti leader mondiali come il Presidente russo Putin che loda il Presidente dello Stato Israeliano Katsav: «Lui si che è un uomo, ha violentato 10 donne» (così titolava il Corriere del 20 ottobre 2006), penso ad Israele e mi viene in mente quella famosa profezia di s. Paolo sulla futura conversione del popolo d'Israele a Gesù, che dice: "Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto: Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà le empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati. Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri, perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza, così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia! (Rm 11, 25-32).
E' generalmente assodato che quando questo accadrà la venuta di Cristo nella gloria sarà vicina! Allora non può che far piacere che tale profezia sembra realizzarsi piano piano sotto i nostri occhi, attraverso piccoli movimenti ebraici (e palestinesi) che in Israele stanno mettendo piccole ma robuste radici di pace e anche di conversione al messia Gesù!
Vediamo alcuni di questi gruppi che denotano che lo Spirito del Signore sta operando per un domani migliore:
Religiosi per la Pace
Gruppo
interreligioso costituito da: Padre Raed Abusahlia, prete cattolico palestinese,
Henry Carse, protestante, insegnante al St George’s College; un teologo
islamico; tre rabbini e quattro sheikh musulmani più altre persone.
Rabbini per i Diritti Umani
“I diritti umani sono indivisibili”,
recita un recente editoriale della rivista di questa associazione, cioè si
applicano in identica misura a tutti gli esseri umani. E’ questa la motivazione
di fondo per i rabbini Arik Ascherman, Jeremy Milgrom e molti altri: “Non
possiamo rimanere in silenzio di fronte alle gravi violazioni compiute nei
Territori dal governo, l’esercito, la polizia o da singoli cittadini
israeliani.” Come primo obiettivo si pongono quello di informare correttamente
la società israeliana su ciò che veramente accade nei Territori occupati, ma
intraprendono anche azioni concrete e manifestazioni. Con la Campagna del
Ramoscello d’Olivo offrono protezione e accompagnamento ai contadini palestinesi
i cui alberi sono stati sradicati dai coloni israeliani: raccolgono inoltre
fondi per acquistare nuove piante e organizzano vere e proprie cerimonie in cui
israeliani e palestinesi insieme piantano i nuovi alberi. Alcune delle altre
azioni portate avanti nei Territori: rimozione di blocchi stradali effettuati
dall’esercito, manifestazioni davanti ai checkpoint, ricostruzione di case
palestinesi demolite dai soldati, protezione delle comunità vessate dai coloni,
raccolta e consegna di aiuti alle popolazioni palestinesi in difficoltà. E le
loro attività affrontano anche le ingiustizie all’interno della società
israeliana: si battono contro le discriminazioni di cui soffrono gli arabi
israeliani e i beduini, sul lavoro, nell’assistenza sanitaria, nell’educazione.
B’Tselem
(che in ebraico significa “a Sua immagine”)
Il Centro israeliano per l’informazione sui diritti umani
nei Territori occupati è stato fondato nel 1989, durante la prima Intifada. B’Tselem
ha ormai 27 operatori a tempo pieno, di cui 7 sono palestinesi nei Territori che
raccolgono le testimonianze dirette e gli altri sono avvocati e assistenti che
preparano i rapporti e le cause da presentare alla magistratura israeliana e
agli organismi giuridici internazionali. B’Tselem ha anche fatto una campagna
pubblicitaria sui giornali israeliani e statunitensi per denunciare le
gravissime violazioni compiute dalle forze di sicurezza israeliane.
ICAHD
(Israeli Committee against House Demolitions)
La Campagna israeliana contro le demolizioni di case
palestinesi si batte per impedire questa forma di abuso compiuta principalmente
dai coloni per allargare il territorio occupato dai loro insediamenti
all’interno della Cisgiordania e di Gaza. Organizza picchetti a protezione di
case minacciate e, quando l’azione fallisce e le case vengono comunque demolite,
si attiva per radunare numeri consistenti di israeliani che si uniscano ai
palestinesi nella ricostruzione. Pubblica articoli e rapporti che analizzano il
fenomeno delle progressiva occupazione abusiva delle terre palestinesi da parte
dei coloni. Lavora in stretta collaborazione con associazioni palestinesi.
Land Defence Council
Associazione palestinese di Ramallah che aiuta i
contadini palestinesi a formare dei comitati di difesa delle terre, di fronte
agli attacchi dei coloni. Lavora in collaborazione con tutte le associazioni
israeliane elencate sopra e con la presenza di volontari europei, documentando
gli abusi e le aggressioni e cercando di impedirli facendo ricorso alle
istituzioni.
ACRI
(Association for Civil Rights in Israel)
La più grande e più vecchia delle associazioni che si
battono per il rispetto dei diritti umani in Israele, fondata 30 anni fa. Si
occupa di fare informazione e di educare sul tema dei diritti civili, sebbene la
parte principale del suo lavoro si proprio quello di denunciare abusi specifici
e difenderne le vittime. Per dare un’idea delle attività di questa associazione,
cito solo alcuni delle tematiche affrontate nel rapporto annuale per il 2002:
“Violazioni dei diritti umani nei Territori occupati: il diritto alla
sopravvivenza, accesso a cibo e acqua; diritto all’assistenza sanitaria; libertà
di movimento; diritto ad un giusto processo e all’assistenza legale; diritto al
risarcimento di danni fisici o materiali per le vittime di azioni delle forze di
sicurezza israeliane. Diritti degli arabi israeliani: diritto di cittadinanza e
al ricongiungimento familiare; diritto alla casa; uguale accesso alle risorse
pubbliche; diritto alle risorse educative.”
Adalah
(che significa “giustizia” in arabo)
Associazione per la difesa dei diritti degli arabi
israeliani; collabora con ACRI.
MEND
(Middle East Nonviolence and Democracy)
Associazione palestinese di Gerusalemme est che si pone
come obiettivo la diffusione di una cultura di resistenza nonviolenta, nello
spirito di Martin Luther King. “MEND lavora per aiutare ed incoraggiare le
persone ad opporsi alla violenza con la nonviolenza, cioè con determinazione,
autostima e dignità.” Non si tratta di una associazione religiosa ed è affiliata
al Movimento Internazionale di Riconciliazione. Organizza training nonviolenti
per adolescenti e giovani a Gerusalemme est, a Betlemme e in molti campi
profughi della Cisgiordania. Ogni estate organizza poi dei campi estivi per
giovani palestinesi insieme a giovani di altri paesi sconvolti da conflitti:
dall’Irlanda del nord, dal Sud Africa, ecc. Ha portato avanti dei programmi
educativi congiunti con istituzioni scolastiche israeliane.
Bereaved Families Forum
L’associazione delle Famiglie in lutto è stata fondata da
Yitzhak Frankenthal, il cui figlio fu ucciso mentre svolgeva il servizio
militare nell’esercito israeliano. Unisce genitori israeliani e palestinesi che
hanno perso i loro figli: portano consolazione ai genitori in lutto e si battono
affinché “si spezzi questa spirale di violenza”.
Gush Shalom (blocco di pace)
Da anni, Gush Shalom (blocco di pace) gioca un ruolo motore nella determinazione del programma morale e politico delle forze pacifiste in Israele. Gush Shalom è un'organizzazione extraparlamentare, indipendente dai partiti o da altri gruppi politici. Alcuni suoi militanti appartengono a partiti politici, ma il Blocco non è allineato su alcuno di essi in particolare. L'obiettivo principale di Gush Shalom è quello di influenzare l'opinione pubblica israeliana e di condurla verso la pace e la riconciliazione con il popolo palestinese...
In questa molteplice realtà di gruppi che lottano per la pace e per i diritti umani, spiccano due movimenti israeliani che denotano che qualcosa sta cambiando in Israele anche da un punto di vista religioso, fino ad arrivare per alcuni anche a riconoscere in Gesù il messia atteso! Questi due movimenti sono i "Rabbini per i Diritti Umani" e "Gli ebrei per Gesù".
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La Pasqua secondo
i rabbini pacifisti
Da un documento diffuso
dai "Rabbini per i Diritti Umani"
rhr.israel.net/ - rabbis for human rights
Alcuni rabbini per i diritti umani in una tenda di una famiglia palestinese
“Abbiamo promesso di non diventare a nostra volta degli
oppressori. Ma allo stesso tempo sappiamo quanto sia facile che i nostri
cuori s’induriscano nei confronti di coloro che hanno pagato (e stanno tuttora
pagando) un prezzo eccessivo per la nostra prosperità e sicurezza”. I Rabbini
per i Diritti Umani – organizzazione fondata nel 1988, in risposta alle gravi
violazioni dei diritti umani da parte dell’Esercito israeliano durante la
repressione dell’Intifada – prendono nuovamente la parola. Lo fanno diffondendo
un testo dal titolo “Chi siederà al nostro tavolo?” per la Pasqua ebraica,
quest’anno caduta nella notte fra il 5 e il 6 aprile.
È la voce rabbinica della coscienza, in Israele, e quindi dovrà essere
ascoltata. Una voce che ricorda come gli abusi di diritti umani siano
incompatibili con i valori dell’antica tradizione ebraica, con il senso di
responsabilità morale o la preoccupazione biblica dello “straniero fra noi”. Il
dito è puntato contro la politica delle demolizioni delle case palestinesi,
voluta dal primo ministro Sharon. Ma si criticano aspramente anche i tagli ai
fondi sociali che consentirebbero di sfamare i “nuovi poveri” israeliani. Due
altri temi bollenti sono quelli della prostituzione e dello sfruttamento della
manodopera straniera. Pubblichiamo ampi stralci del loro documento.
Case demolite, famiglie palestinesi sul lastrico La famiglia
Maswadeh. Dopo una notte di guardia e di promesse mancate, i bulldozer hanno
demolito la casa dove abitavano Sufian, sua moglie Sama, i loro cinque bambini,
la madre malata, il fratello di Sufian e la famiglia di lui. Essendo in possesso
di una lettera del Comune di Gerusalemme nella quale si afferma che la casa
sorge su una zona edificabile, la necessità di “suddividere nuovamente” l’area
rendeva in pratica impossibile procurarsi un permesso di costruzione. Assediata
dai debiti contratti per erigerla e pressata dal Comune che chiedeva di pagare
per la demolizione, la famiglia ora è costretta a vendere il terreno. I bambini
soffrono tuttora di stress post-traumatico. Stasera celebriamo la pasqua ebraica
(seder) nella sicurezza delle nostre case; crediamo di poter anticipare il
giorno in cui avremo tutti un tetto sopra le nostre teste.
La fame in Israele Mentre dichiariamo Kol Dikhfeen – ovvero
“lasciate che tutti gli affamati vengano e mangino” – dobbiamo confrontarci con
una realtà nella quale il 20 per cento degli israeliani soffre sistematicamente
la fame. La preoccupazione per il nostro benessere economico, forse ha indurito
i nostri cuori divenuti insensibili alla condizione dei più deboli sulla scala
sociale. Anziché invitarli alla nostra tavola, abbiamo fatto passare una serie
di tagli ai fondi necessari ad affrontare questi bisogni crescenti. Innalzando
il lekhem oni (“il pane dei poveri”), sappiamo di poter adempiere l’ordine dell’haggadah
(il testo che si legge durante la Pasqua ebraica, ndr): quello di dividere il
pane con i più miserabili. Ci auguriamo che il prossimo anno tutti possano
essere liberi dalla “schiavitù degli stomaci vuoti”.
Lavoratori stranieri Portati in Israele con la promessa di
condizioni d’occupazione eccellenti, molti lavoratori stranieri scoprono
velocemente che la realtà è molto diversa. Stipati in case fuori norma, vivono
senza i servizi più fondamentali. Una volta che sono stati loro confiscati i
passaporti, sono in balia dei datori di lavoro. Privi di un’assicurazione
sanitaria, quando s’ammalano o incorrono in incidenti sul lavoro, restano chiusi
nei loro quartieri-ghetto, oppure vengono caricati a forza sugli aerei e
rispediti nei Paesi d’origine, dove non possono chiedere alcuna forma di
compensazione. Talvolta vengono picchiati da sicari, se osano contrastare i
padroni. Stanotte la loro lotta, diventa la nostra lotta.
Schiave di oggi Negli ultimi dieci anni, circa 10mila donne
sono state immesse sul mercato della prostituzione israeliano. Subito dopo
essere entrate nel Paese, vengono recluse in appartamenti privati o bordelli,
dove subiscono ogni genere di intimidazioni e vengono ripetutamente stuprate. I
loro passaporti sono confiscati e le ragazze vengono vendute all’asta. Le
costringono a prostituirsi senza alcun compenso, fino a quando non hanno
interamente saldato il loro “debito” per il trasporto. L’argomento utilizzato
per terrorizzarle è questo: sono in Israele illegalmente, e dunque se si
dovessero rivolgere alla polizia, verrebbero incarcerate a vita. Alcune donne
arrivano con l’idea di un lavoro che le aspetta. Altre hanno subito un lavaggio
del cervello, per cui pensano realmente che alla fine otterranno un’occupazione
regolare come ragazze alla pari o come cameriere. Nessuna s’aspetta il
trattamento duro, in pratica da schiave, che poi viene riservato loro qui. La
loro speranza è il nostro impegno a liberarle dall’attuale condizione.
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JEWS FOR JESUS - EBREI PER GESU'
"Ebrei Per Gesù" Chi siamo?
Siamo una associazione di Ebrei che credono che Gesù è il Messia di Israele e delle nazioni. Abbiamo circa 20 uffici distribuiti in 10 diversi paesi del mondo. Noi crediamo che il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe si è manifestato nella persona di Gesù. I nostri uffici si trovano in Africa del sud, Australia, Canada, Gran Bretagna, Israele, Russia e Stati Uniti d'America.
La Nostra Missione
Noi ci impegniamo per dimostrare agli Ebrei nel mondo che la messianicità di Gesù è una questione fondata su prove evidenti.
Breve Descrizione
Jews for Jesus è la più grande organizzazione per raggiuingere gli Ebrei nel mondo con il messaggio evangelico. I problemi e le situazioni del nostro tempo sono usate per presentare agli Ebrei in varie città il messaggio che Gesù è il Messia.
Che cosa rappresenta il nome?
Il nostro nome dice chi siamo, per chi stiamo e che cosa facciamo. Non abbiamo secondi fini. Avremmo potuto scegliere un nome diverso e meno discutibile, ma questo è il nome che direttamente e chiaramente dice chi siamo e che cosa ci proponiamo.
Da molto tempo è in costante ascesa in America un risveglio spirituale fondato su una interpretazione moderna delle Scritture, mentre in Italia, molti non hanno acquisito il gusto di leggere e studiare la Bibbia quale testo valido e storico da cui attingere informazioni utili sia per la propria vita che su scala molto più ampia per la vita della società in generale e di tutte le Genti. Lo scopo di questa traduzione è di far conoscere agli Italiani l’evoluzione e l’ampiezza di questo rinnovamento religioso.
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Su Un Errore di Identificazione (una nuova lettura di Isaia da parte rabbinica)
Molti
libri in Inglese sono stati pubblicati in America sull'Ebraismo Messianico. Allo
scopo di far conoscere anche al pubblico Italiano le caratteristiche di questo
"Movimento" che da ormai molti anni interessa un vasto numero di studiosi delle
Sacre Scritture, provenienti anche dalla più ortodossa tradizione Ebraica, ecco
un primo esemplare di notevole valore informativo sulla sua storia.
(Purtroppo dal loro sito italiano manca la casa editrice italiana che lo ha
pubblicato, quindi bisogna chiedere informazioni in inglese attraverso questo
indirizzo di posta elettronica:
jfjweb@jewsforjesus.org)
Dal 1° Secolo a Oggi
L’ALBERO DEL FICO È IL SIMBOLO BIBLICO DEL POPOLO EBRAICO.
RECENTEMENTE MIGLIAIA DI EBREI STANNO RICONOSCENDO YESHUA COME IL MESSIA DEL
POPOLO EBRAICO, QUINDI SI PUÒ DIRE CHE IL FICO STA FIORENDO. QUESTO LIBRO
RISPONDE ALLE SEGUENTI DOMANDE:
· CHE COSA SI MUOVE NEL CUORE DEGLI EBREI?
· PERCHÈ GLI EBREI MESSIANICI CREDONO CHE LA BIBBIA SIA VERITÀ?
· IN CHE MODO GESÙ PORTA A COMPIMENTO LA PROMESSA DEL MESSIA?
· CHE COSA AVVENNE DEGLI EBREI CHE CREDETTERO IN GESÙ NEL PRIMO SECOLO?
· PERCHÉ GLI EBREI NON HANNO RICONOSCIUTO GESÙ COME IL MESSIA PER CIRCA DUEMILA
ANNI?
· QUALE PUÒ ESSERE IL REALE SIGNIFICATO PROFETICO DEL RITORNO DEGLI EBREI IN
ISRAELE?
· QUALE È IL PIÙ PROFONDO SIGNIFICATO DELLE FESTE EBRAICHE?
· IN CHE MODO I GENTILI FANNO PARTE DEL PIANO DIVINO PER GLI EBREI?
· QUAL È IL FUTURO DEI DISCENDENTI DI ABRAMO?
L’ EBRAISMO MESSIANICO É RIMASTO DORMIENTE PER MOLTO TEMPO MA ORA STA TORNANDO
ALLA RIBALTA ED É LA CONFERMA CHE LO SPIRITO SI MUOVE PER PORTARE A COMPIMENTO
QUELLO CHE ERA STATO PROMESSO
L’ ETERNO FIN DAL PRINCIPIO HA UN PIANO PER RIUNIRE IL SUO POPOLO CHE SI É
DISPERSO….
LA SUA VOLONTÀ SI STA ATTUANDO COME RIVELANO LE MODERNE INDAGINI DEGLI STUDIOSI
DELLE SCRITTURE…..
UNA LETTURA DI GRANDE INTERESSE CHE RIVELA COME GLI AVVENIMENTI DI OGGI ERANO
STATI ANNUNCIATI MOLTI SECOLI FA DAI PROFETI.
Le idee che l’Autore, Paul Liberman, esprime
con vigore e vitalità, sono idee che personalmente avevo maturato quasi
nell’ombra durante i 20 anni in cui ho vissuto in America, cercando di capirle
prima, e poi, gradualmente e con sforzo accettandole. Naturalmente in 20 anni,
periodo di tempo piuttosto lungo, le mie posizioni culturali e religiose sono
cambiate e anche di molto. Non e’ stato un mutamento facile, non si cambia
agilmente una cultura radicata ed esteriormente molto diversa da quella che
preme dall’ambiente circostante con manifestazioni del tutto diverse, per non
dire respingenti perchè non capite, come sempre accade a chiunque deve
affrontare la vita in un ambiente diverso. In molti casi lo shock culturale non
si supera e persiste.
Quando invece il cambiamento si verifica, quando, dopo lunga maturazione, le
idee cambiano e, passate al vaglio più minuzioso, resistono anche alla più
rigorosa analisi svolta con i moderni mezzi della tecnica pragmatica della
cultura occidentale in cui tali idee in realtà proliferano, allora si può
decisamente concludere che tali idee rappresentano un punto di arrivo
confortante.
Anche il lavoro di traduzione è maturato ed è stato completato in circa due
anni, il che è servito a dimostrare la validità e attualità di questo libro.
Direi persino che oggigiorno è ancora più attuale e valido di quando Paul
Liberman lo scrisse e per questo maggiormente lo ammiro e non esito, alla luce
dei nuovi fatti che viviamo giornalmente, a definirlo un libro profetico.
Tutte le citazioni in Italiano delle Scritture sono tratte da due versioni molto
autorevoli:
A. La Sacra Bibbia – Edizione Ufficiale della C.E.I. (Conferenza Episcopale
Italiana) - 1974
B. La Sacra Bibbia – Nella Versione Riveduta sui Testi Originali Casa della
Bibbia Ginevra, Genova - 1968
Le due versioni sono state accuratamente messe a confronto. Per il lettore piu’
coscienzioso si consiglia anche una lettura di tutti i passi citati in qualsiasi
altra versione della Bibbia di cui voglia servirsi e di non volersi limitare a
pochi versi ma rileggerli con un contesto più ampio delle citazioni stesse.
Soprattutto sarà estremamente utile per i libri della Genesi, Esodo,
Deuteronomio, ed anche per i due massimi Profeti Isaia ed Ezechiele.
Infine spero caldamente che questa mia modesta fatica non manchi di risvegliare
curiosità e sincero interesse per gli argomenti di cui si tratta, sia fra gli
Ebrei che fra i Gentili.
L’improvviso aumento del numero di
Ebrei che accettano il Messia di Israele ha creato un certo turbamento tra gli
Ebrei più tradizionalisti. È stato anche la fonte di un grande entusiasmo fra
coloro che credono nel Messia. Nel primo secolo i credenti nel Messia erano
praticamente tutti Ebrei. Nei seguenti trecento anni il Messianesimo proliferò
tra gli Ebrei, poi è rimasto praticamente dormiente fino alla guerra
Arabo-Israeliana del 1967 (La Guerra dei Sei Giorni).
La fine di quella guerra ha segnato l’inizio di una maggiore presa di coscienza
giudaica fra gli Ebrei stessi che si è diffusa per nazioni intere ed ha anche
segnato il momento in cui gli Ebrei che accettano il Nuovo Testamento non
vengono più ad essere automaticamente assorbiti dalle Chiese tradizionali;
questi Ebrei preferiscono farsi chiamare Ebrei Messianici. Ciò rappresenta un
allontanarsi dal passato, ma non è una incongruenza o una mancanza di rispetto
per la Bibbia. Tutt’altro. Negli ultimi tempi si è intensificato questo
desiderio di conservare una identità ebraica.
Se il 1967 sta a rappresentare l’anno di nascita del moderno Ebraismo
Messianico, ci si può riferire al 1975 come all’anno in cui questo movimento ha
cominciato a fiorire.
Per decenni, gli Ebrei credenti nel Messia si erano accontentati di essere come
dei soprammobili dimenticati sullo scaffale delle istituzioni delle Chiese
tradizionali.
Oggi non è più così . I nuovi Ebrei, amanti di verità, hanno l’arduo compito di
portare il messaggio messianico ad altri Ebrei nel mondo. Verso la metà del
1975, circa seicento Ebrei Mesianici si incontrarono per un raduno
internazionale intitolato “Messia ‘75”
In questa occasione, rabbini e capi di congregazioni provenienti da ogni parte
degli Stati Uniti, Europa e Israele, discussero il ruolo dell’Ebraismo
Messianico in relazione all’Ebraismo tradizionale.
Si chiarì durante questo raduno che la storia dell’Ebraismo Messianico doveva
essere esposta con un linguaggio semplice e piano che non desse luogo a
confusione. Fino ad allora dozzine di libri erano state scritte su argomenti
connessi, ma nessuno di essi spiega con chiarezza che cosa sia questo movimento.
È anche apparso ovvio che eventi significativi si stanno succedendo rapidamente
e che i teologi indagheranno e analizzeranno questo nuovo fenomeno per molti
anni a venire.
Intanto sembra necessario tracciare a grandi linee una panoramica degli
eccezionali sviluppi attuali.
Certamente questo libro non vuole essere un profondo trattato teolgico.
Piuttosto raccoglie molti dei pensieri correnti fra le migliaia di Ebrei
Messianici sparsi negli Stati Uniti e altrove.
Ciò non vuol dire che il movimento manchi di carattere culturale. In realà, “
Messia ’75”, tra le altre cose, mostrò un’abbondanza di talenti teolgicamente
dotati.
Le molte conferenze presentate durante il convegno che si prolungò per una
intera settimana, lo confermano. Questo libro deve in gran parte ad esse la sua
esistenza.
Una conferenza in particolare è degna di nota: quella presentata da Arnold
Fruchtenbaun, ed il capitolo IV di questo libro “ Storia dell’Ebraismo
Messianico dei Primordi” è basato quasi esclusivamente sulla sua conferenza.
Molti degli altri capitoli esprimono pensieri o fatti che sono ormai conoscenza
acquisita fra gli Ebrei Messianici. Qui essi vengono presentati nella speranza
di offrire una ventata fresca sia a coloro che credono nel Messia che a quelli
che ancora non hanno accettato il completamento Messianico, cioè di avere fede
nel Messia Yeshua.
Molta della terminolgia usata nel libro mette in risalto l’Ebraicità del Nuovo
Testamento. Le citazioni in Inglese delle Scritture sono prese dalla edizione
Harkavy della Bibbia Ebraica pubblicata dalla Hebrew Publishing Co.