RAFFAELE BENDANDI

L'UOMO CHE PREVEDEVA I TERREMOTI

(a cura di Claudio Prandini)

 

Cari figli, la terra è piena di malvagità e i miei poveri figli camminano come ciechi spiritualmente. Gli uomini hanno sfidato il Creatore e per questo saranno puniti severamente. Il Signore pulirà la terra e i suoi fedeli vivranno felici. L’umanità sperimenterà grandi sofferenze. Il Giappone soffrirà per un mega-sisma di dimensioni mai viste in tutta la sua storia. (Messaggio di Maria del 28.04.2005 dal Brasile: www.messaggidianguera.net/)

 

A più di una settimana DAL MEGA-TERREMOTO IN GIAPPONE, TORNA ALLA RIBALTA UN UOMO CHE EFFETTIVAMENTE PREDISSE ALCUNI TERREMOTI ATTRAVERSO LA SUA TEORIA DELLE FORZE GRAVITAZIONALI. QUALCUNO AZZARDA CHE PREDISSE ANCHE UN TERREMOTO A ROMA per maggio-giugno del 2011. INTANTO DALL'AMERICA ARRIVA QUALCHE CONFERMA ALLA SUA TEORIA e un geologo americano prevede un grosso terremoto in nord America PER IL 19 MARZO 2011.  Bendandi scoprì anche che oltre plutone c'è una massa gigante (nana bruna?) che perturba i pianeti esterni e che secondo alcuni sarebbe in avvicinamento al sole, con tutte le sue conseguenze gravitazionali negative anche per la terra.

 

 

Raffaele Bendandi, classe 1893

 

 

INTRODUZIONE

Fonte web

"La natura coi suoi profondi insegnamenti mi additò che nulla, assolutamente nulla, avviene a caso nell’universo; ma che tutti i fenomeni che osserviamo non rappresentano che le note isolate di una grandiosa melodia che riempie lo spazio dei suoi accordi. E questa armonia perenne – di cui Pitagora affermava di udire il ritmo grandioso – mi avvinse e mi colpì fin dalle prime osservazioni."(dai suoi scritti).

Queste le parole che accompagnarono ogni istante della vita di Raffaele Bendandi e che furono per lui monito e stimolo continuo a ricercare, provare, verificare quanto osservava. (....)

Nel 1917 si trovava mobilitato presso una squadriglia dell’alto Adriatico, in zona di guerra; amava appartarsi, nei rari momenti di riposo, per contemplare la natura nelle sue grandiose manifestazioni e a meditare i suoi profondi insegnamenti. E’ da questa meditazione, da questo scoprire il moto ondoso, l’attrazione luni-solare che si creano le motivazioni per uno studio attento, scrupoloso e metodico dei fenomeni naturali in genere ed in particolare dei terremoti ...

"Fremente come la corda armoniosa di un suono simpatico, l’anima mia ascoltava senza intendere, contemplava senza vedere e si chiedeva sbalordita qual fosse mai la genesi formidabile di quella ritmica e possente fluttuazione del mare" …

In queste parole la chiave della teoria di Bendandi, la soluzione a tutti i suoi interrogativi e la verifica di tutti i suoi esperimenti ...

"La dolce ma irresistibile forza dell’attrazione, che allaccia con le sue catene magnetiche tutti i mondi facendo sì che ciascuno di essi resti sotto l’influsso costante della sua impenetrabile armonia, doveva col flusso e riflusso, offrirmi il filo conduttore che mi ha portato alla luce" ...

Bendandi, dopo anni di lavoro, può affermare che i terremoti non sono altro che scricchiolii dell’impalcatura terrestre determinati dal variare della tensione gravitazionale esercitata dalla luna e dalle altre masse planetarie sul nostro pianeta.

I principali risultati conseguiti nelle sue lunghe indagini sono quelli relativi ai terremoti: può asserire che hanno una origine cosmica. Fonda nel 1915 un primo Osservatorio geofisico con i suoi strumenti, che più tardi costruirà e sistemerà in diverse Università americane.

Nel suo Osservatorio studiava e conduceva anche ricerche di Astronomia, Geofisica, Magnetismo ed in particolare scoprì la genesi del ciclo undecennale del sole e dell’attività delle sue macchie, eruzioni, protuberanze, che tante ripercussioni hanno sul nostro pianeta.

Secondo Bendandi tutte queste manifestazioni terrestri e solari sono causate da uno squilibrio gravitazionale prodotto dalla somma delle attrazioni planetarie :"l’Uomo dei terremoti" era in grado di prevedere con grande anticipo questi fenomeni, cosa fino ad oggi non raggiunta da nessuno.

Ulteriori indagini sopra le influenze planetarie gli permisero di scoprire che oltre Nettuno e Plutone gravitano altre quattro masse planetarie di cui determinò gli elementi caratterizzanti (massa, moto di rotazione e rivoluzione).

Allargò il campo delle sue ricerche anche ad un ambito nuovissimo e rivoluzionario, per quei tempi, quale quello delle influenze cosmiche: trovò che il sole con le sue molteplici radiazioni è il regolatore supremo di tutta l’attività planetaria e rappresenta la causa determinante e regolatrice di ogni processo fisico, elettrico, magnetico, atmosferico, biologico e patologico. Esiste, secondo Bendandi, una influenza solare predominante sulla salute degli organismi umani ed una spiccata influenza sulle cellule cerebrali degli esseri deboli, dei tarati che, in concomitanza di crisi cosmiche, diventano oltremodo pericolosi. (....)

Non sono mancati riconoscimenti al suo operato quali la nomina a membro della Società Sismologia Italiana, membro della Accademia Torricelliana di Scienze e Lettere, a Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica Italiana.

Nel 1968 riceve la nomina e premiazione a "Faenten sota la torr" e in quella occasione comunica la sua scoperta del nuovo pianeta a cui dà il nome "Faenza".

 

 

Il terremoto del 2011 A Roma: La teoria di Bendandi 1/3.

 

Il terremoto del 2011 A Roma: La teoria di Bendandi 2/3.

 

Il terremoto del 2011 A Roma: La teoria di Bendandi 3/3.

 

 

È possibile prevedere i terremoti?

Fonte web (1° fonte - 2° fonte)

Perchè scienziati e sismologi negano che sia possibile prevedere i terremoti se già negli anni ’20 il sismologo italiano Raffaele Bendandi effettuò previsioni corrette ricorrendo alla forza di marea? Bendandi, attraverso il suo metodo, ha anche predetto una scossa di terremoto devastante per la città di Roma e aree limitrofe, il giorno 11 maggio 2011, e un altro sisma di dimensioni ancora più apocalittiche tra il 5-6 aprile 2012, quando parecchie scosse di terremoto dovrebbero colpire, secondo tale teoria, a macchia di leopardo tutta la Terra. Scopriamo insieme cosa c’è di vero in tutto questo!

di Gabriele Pierattelli

Raffaele Bendandi

Raffaele Bendandi è stato un genio incompreso?

La vita di Raffaele Bendandi.

Nasce a Faenza il 17 ottobre del 1893 da una famiglia di modeste condizioni economiche.

La  famiglia, che viveva nel quartiere tradizionalmente denominato Filanda Vecchia, era talmente umile che non potè permettergli di andare avanti con gli studi superiori.

Ciononostante all’età di 10 anni era già appassionato di astronomia e geofisica, tanto da costruirsi da solo un telescopio ed alcuni giroscopi (in effetti lui era uno scultore di legno per professione).

In seguito acquisisce la specializzazione in disegno tecnico attraverso un corso. Presto impara il mestiere del padre da intagliatore per realizzare giocattoli e ornamenti sacramentali in legno.

La sua spiccata abilità e precisione nel lavoro gli danno la possibilità di fare esperienza da un orologiaio nella riparazione di oggetti meccanici di precisione.

Dopo questa esperienza, si iscrisse ad una Scuola d’Arte, per divenire un intagliatore di candelabri e statue sacre, nell’Emilia.

Si autocostruì un sismografo per verificare le sue previsioni e in seguito lo perfezionò per renderlo in tutto il mondo.

Contemporaneamente, le nozioni di astronomia acquisite nella scuola e il mistero dei terremoti, che già annotava fra le pagine dei quaderni di scuola, lo attrassero a tal punto da tenere libri di fisica e astronomia fra gli attrezzi da falegname e da studiarli in ogni momento libero.

Durante la Grande Guerra servì come meccanico in una squadriglia aerea.

Andò avanti con i suoi studi anche sfruttando una sorta di mini laboratorio posto in una profonda grotta dell’Appennino tosco-romagnolo.

bendandi raffaele -poligono-delle-forze

Esempio del poligono della forze di Raffaele Bendandi

 

La sua teoria

Si può definire il Bendandi come un ricercatore autodidatta, che nel 1920 formulò la propria teoria «sismogenica».

Bendandi non spiegò mai le sue teorie, ma affermava che la causa dei terremoti è da ricercarsi nelle forze di attrazione dei pianeti e del sole, forze che non si trovano all’interno della Terra.

Egli sosteneva che tutte le manifestazioni terrestri e solari sono causate da uno squilibrio gravitazionale, e che esiste un’influenza solare decisiva sulla salute degli organismi umani ed una spiccata influenza sulle cellule cerebrali.

La sua teoria ha origine in una passeggiata lungo il bagnasciuga, mentre prestava servizio di guardia durante la sua naja: lui nel 1919 intuisce che la crosta terrestre, così come le maree, è soggetta agli effetti di attrazione gravitazione della Luna.

A partire dal principio della marea e dallo studio della teoria di Darwin si cimentò nei primi tentativi di previsione, e attraverso lo studio di 20.000 terremoti del passato, ripresi nei cataloghi della sua epoca, affinò ulteriormente tale metodo.

La sua teoria per la previsione dei terremoti (mai riconosciuta dalla comunità scientifica) era infatti basata sul fatto che la Luna e gli altri pianeti (insieme al Sole) sono la causa dei movimenti della crosta terrestre, che effettivamente rigonfia, deforma e fa pulsare la crosta terrestre, con tempi e ritmi dipendenti dalla posizione dei corpi celesti.

Dopo averlo studiato a fondo, nel 1931 Bendandi affida all’Accademia Pontificia il metodo da lui scoperto per interpretare il ciclo undecennale del Sole, e nel seguito riesce autofinanziandosi a pubblicare “Un principio fondamentale dell’Universo”, dove descrive la sua precedente scoperta.

Durante la sua vita, precisamente nel 1959, Bendandi scoprì anche un nuovo pianeta all’interno del sistema solare tra Mercurio ed il Sole, cui diede il nome della sua città natale, Faenza.

Solo successivamente, nel 1972 l’astronomo americano Wood e nel 1976 l’astronomo inglese Smith portarono avanti il metodo elaborato dal Bendandi per la previsione dei movimenti tellurici, andando a migliorarne l’analisi ed i risultati.

 

Bendandi Raffaele

Per il sismologo Raffaele Bendandi i terremoti sono provocati dalle forze gravitazionali della luna e del sistema solare.

Le previsioni effettuate di Raffaele Bendandi.

Il 28 dicembre del 1908 Bendandi restò profondamente colpito dalla notizia della tremenda catastrofe che colpì le città di Messina e Reggio Calabria: da quel momento iniziarono le sue ricerche.

Durante il servizio militare nel 1917 ebbe modo di osservare il fenomeno della marea che pose alla base delle sue indagini.

Una sua prima involontaria previsione la fece per il terremoto della Marsica il 13 gennaio 1915, quando si accorse che il 27 ottobre dell’anno precedente aveva lasciato un appunto al riguardo.

Nel 1920 i suoi studi gli permisero di entrare a far parte della società sismologica italiana ma fino ad allora erano in pochi a credere alle sue teorie.

Questo lo spinge a recarsi, il 23 novembre 1923, davanti al notaio di Faenza deciso a  far scrivere una sua previsione: “il 2 gennaio 1924 si verificherà un terremoto nelle Marche“.

Il terremoto effettivamente si verificò, ma due giorni dopo. Ciononostante il Corriere della Sera gli dedicò la prima pagina, chiamandolo Colui che prevede i terremoti; la sua fama così crebbe anche a livello internazionale.

Anche il terremoto del Friuli nel 1976 fu previsto dalla sua teoria; inutilmente lui cercò di avvisare le autorità competenti, le quali lo trattarono come un ciarlatano.

La conferma delle sue previsioni gli diede la fama nazionale mentre gli articoli di previsione che scrisse per i maggiori quotidiani del mondo lo fecero conoscere ovunque (tali articoli sono raccolti nella sua casa-osservatorio in via Manara n.17 di Faenza).

Come già anticipato, Bendandi, attraverso il suo metodo, ha anche predetto una  devastante scossa di terremoto per la città di Roma e aree limitrofe per il giorno 11 maggio 2011, e un altro sisma di dimensioni ancora più apocalittiche per tra il 5-6 aprile 2012, quando parecchie scosse di terremoto colpiranno a macchia di leopardo tutta la terra.

In questa ultima predizione, tra l’altro, molti vedono anche le catastrofiche profezie Maya per il 2012.

Venne trovato morto, forse per cause misteriose, il 3 novembre 1979, nella sua casa-osservatorio in via Manara 17 di Faenza.

Un dei frutti del lavoro di Raffaele Bendandi. La "Carta sismica" italiana

Carta sismica di Raffaele Bendandi

 

Ma perchè in Italia tutti si sono dimenticati di lui e del suo lavoro?

Nel 1927 il regime fascista vietò a Bendandi di divulgare le sue previsioni, come si può leggere ad esempio sul quotidiano “LA NAZIONE” del 30 maggio di quell’anno.

Probabilmente sotto la pressione di molti accademici del tempo desiderosi di togliere di mezzo lo scomodo personaggio che li metteva nella grande difficoltà di spiegare perchè loro non riuscivano a prevedere i terremoti.

Bendandi non si diede per vinto e scrisse un primo libro che pubblicò completamente a sue spese nel luglio 1931.

Tale libro intitolato “UN PRINCIPIO FONDAMENTALE DELL’UNIVERSO” era dedicato all’attività solare e conteneva il primo caposaldo su cui egli basava le sue ricerche.

Il ciclo undecennale venne interpretato come un battimento delle sollecitazioni mareali prodotte dai pianeti che ruotavano attorno al Sole.

La variabilità delle altre stelle venne spiegata attraverso lo stesso principio e descritta in un secondo volume ancora inedito.

Essendo anche il fenomeno sismico inquadrabile sotto lo stesso ragionamento, nella situazione di non poter divulgare le previsioni dei terremoti, Raffaele Bendandi volle probabilmente fissare un primo principio che se apprezzato gli avrebbe permesso di far riconsiderare le sue previsioni.

In sintesi lo stato attuale delle conoscenze scientifiche ufficiali non consente di spiegare i fondamenti su cui si basavano le teorie dell’uomo dei terremoti, come veniva chiamato Bendandi.

Potrebbe darsi che una ricerca approfondita sui suoi lavori, unitamente ad ulteriori acquisizioni degli scienziati sull’universo, porti in futuro ad una smentita o ad una conferma delle teorie del faentino.

 

terra e luna

Che effetti hanno i pianeti sulla terra?

Gli effetti dei moti planetari sui movimenti della crosta terrestre.

Nello studio dei terremoti si occupò del fenomeno delle variazioni di inclinazione del terreno e degli effetti dei moti planetari sui movimenti della crosta terrestre. Strettamente legato a questi fu lo studio della migrazione della posizione del polo.

La soluzione dell‘enigma del ciclo undecennale solare costituì uno dei suoi maggiori argomenti, insieme a quello delle stelle variabili. Bendandi ipotizzò anche l’esistenza di cinque nuovi pianeti: quattro extranettuniani e uno situato fra il Sole e Mercurio.

L’esistenza dei primi quattro fu dedotta dall’osservazione dei terremoti mentre quella dell’ultimo dall’attività solare.

Ma l’opera di questo scienziato non si ferma qui.

Dopo la seconda guerra mondiale, attraverso una bussola e dei radio ricevitori su onda corta, ma probabilmente anche prima attraverso degli strumenti per la ricetrasmissione radio-telegrafica, realizzò osservazioni sistematiche delle interferenze elettromagnetiche che accompagnavano le tempeste solari e qualche volta sembravano essere associate ai terremoti.

 

Segnali elettromagnetici e terremoti: una sfida internazionale.

Segnali elettromagnetici e  terremoti: una sfida internazionale

Anomalie elettromagnetiche precedono i terremoti.

Anche Jim Berkland, come riportato nel libro di Cal Orey, considera la manifestazione delle anomalie elettromagnetiche, le variazioni del campo magnetico terrestre e gli altri disturbi a bassa frequenza come quei segnali che gli animali sono in grado di percepire prima di un terremoto e che li spinge ad abbandonare l’area interessata dall’evento.

Raffaele Bendandi è uno dei primi a riconoscere tali anomalie come responsabili di strani effetti sugli esseri viventi. Dal 1950 inaugurò, infatti, un nuovo genere di osservazioni sull’aumento di aggressività delle forme influenzali e sul rincrudirsi della criminalità legate all’attività solare.

Si servì delle scoperte di Giorgio Piccardi (1895-1972), per giustificare l’effetto dei vari tipi di radiazioni solari sulle forme viventi. Introdusse un nuovo genere di previsioni metereologiche ed effettuò utili osservazioni sulle esplosioni nelle miniere.

Ma soprattutto, comprese tutti questi argomenti in un quadro più ampio che egli chiamò “crisi cosmica“.

L’attività di pochi scienziati è paragonabile a quella di Raffaele Bendandi, innanzitutto per i risultati ottenuti, cioè per i contributi alla previsione dei terremoti, dell’attività solare e delle “crisi cosmiche”.

E’ stata la sua profonda fiducia nella scienza a distinguerlo dalla maggior parte degli scienziati del suo tempo.

In un periodo, cioè, dove i risultati della meccanica quantistica hanno sollevato il dubbio di una natura indeterminabile se non osservata e i maggiori scienziati hanno affermato che era il “caso” a governare il terremoto e molti altri fenomeni, egli ha sempre sostenuto fermamente l’esistenza di “granitiche leggi della natura”, vedendo l’opera dello scienziato come una sfida alla loro comprensione.

 

Teoria tettonica
Carta della teoria tettonica a zolle

La teoria della tettonica a zolle di Alfred Wegner

Ai nostri giorni, la causa dei terremoti è attribuita alla deriva dei continenti, formulata nel 1912 da Alfred Wegener, e dimostrata verso il 1960, da cui derivò la teoria della tettonica a placche o tettonica a zolle.

La comunità scientifica ha accettato dopo annose discussioni la teoria di Wegener, che rimane tuttora la più accreditata.

E’ risaputo che le teorie scientifiche sono in continua evoluzione e che gli scienziati sono alla ricerca di nuove prove a favore, e, nello stesso tempo, coltivano ogni forma di dubbio che possa essere di input a nuove scoperte.

Per tali ragioni, la precisione delle previsioni del sismologo faentino dovrebbe stimolare l’attività di indagine degli scienziati ricercatori.

La scienza ufficiale ha quasi sempre deriso le ipotesi di Raffaele Bendandi per la mancanza di prove scientifiche.

Un passo dal suo libro “Un principio fondamentale dell’Universo” – volume Iº – scritto e pubblicato nel 1931:

“La forza di attrazione è dunque l’agente principale di ogni manifestazione del mondo fisico; è dessa che regola il corso dei pianeti e dei satelliti lungo la loro orbita; che presiede allo sviluppo evolutivo delle diverse masse planetarie;

che mantiene con una semplicità ammirevole quella intricatissima teoria di orbite viventi che ogni corpo celeste ineluttabilmente descrive; è dessa infine la regolatrice e l’alimentatrice di ogni manifestazione radiosa corrispondendo ad ogni sua leggera variazione un conseguente accentuarsi di radiazioni e un divampare della luce.

E questo soffio divino che anima di un movimento generale tutto il creato e ci offre la più eloquente testimonianza della vita dell’universo, può giustamente definirsi con l’alata parola del nostro Alighieri: ”L’amor che muove il Sole e l’altre Stelle”.

Bendandi fu ignorato per molto tempo dalla scienza ufficiale del nostro Paese, che lo considerava quasi un ciarlatano, e si rifiutava di prestare attenzione alle sue teorie sull’origine cosmica dei sismi, esposte nei suoi libri.

 

I premi di Raffaele Bendandi

Nonostante ciò, Raffaele Bendandi ebbe in vita diversi riconoscimenti:

- fu eletto membro della Società Sismologia Italiana, della Accademia Torricelliana di Scienze e Lettere, e della Artis Templum;

- fu nominato da Giovanni Gronchi Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana;

- Faenza gli ha dedicato una Scuola Media.

Oggi l’associazione culturale faentina “Bendandiana”, formata da fisici ed esperti nel campo, ha raccolto la sua eredità, e tenta di far chiarezza sulla gran mole di materiale lasciato da Bendandi.

Probabilmente, come affermano i suoi sostenitori, Bendandi aveva la “colpa”, che scontò per tutta la vita, di essere autodidatta e, per di più, la sua teoria sui sismi era originale.

 

Bandiera americana

Bandiera americana

Gli studi americani su Bendandi.

Terremoti, maree e comportamento degli animali sono gli argomenti di un libro pubblicato dalla giornalista Cal Orey. Il titolo del libro è “The man Who Predicts Earthquakes, Jim Berkland, Maverik Geologist”, pubblicato dalla Sentient Publications, 2006.

Alla domanda se sono prevedibili i terremoti l’autrice risponde che Jim Berkland sta sperimentando con successo un metodo di previsione da circa 30 anni. Berkland è un geologo statunitense di San Jose, California, che ha avuto il coraggio di portare avanti una serie di osservazioni sulle congiunzioni luni-solari, lo smarrimento di animali domestici e i terremoti, nonostante lo scetticismo dei colleghi.

Dalle sue osservazioni ha potuto appurare che durante l’anno è possibile individuare delle “finestre temporali” entro le quali è molto probabile che si verifichino forti terremoti.

Queste sono determinate dall’allineamento Sole-Terra-Luna in concomitanza con la posizione del nostro satellite in prossimità del perigeo.

Ciò capita da due a cinque volte l’anno.

L’epicentro dell’evento è, invece, individuato attraverso il monitoraggio degli animali domestici scomparsi, con l’aiuto degli annunci dei quotidiani locali. Le sue previsioni possono essere valutate nel sito http://www.syzygyjob.com.

 

 

Alcuni dati fanno pensare ad una correlazione tra attività solare e terremoti

 

 

Geologo statunitense prevede forte terremoto

per il 19 marzo nel Nord America

 

Jim Berkland prevede un forte terremoto per il 19 marzo in Nord America.

ANCHE PER Berkland i cicli della luna influenzano la crosta terrestre.

Fonte web

A pochi giorni della manifestazione tellurica di Sendai, il geologo Jim Berkland, ora in pensione, ha lanciato un avvertimento circa la possibilità che un altro terremoto di forte intensità potrebbe verificarsi, in particolare in California, il giorno 19 marzo. Berkland ha una notevole fama riguardo la previsione dei terremoti, infatti, fu lui a prevedere il terremoto di Loma Prieta del 17 ottobre 1989, comunemente conosciuta come la ” World Series Terremoto “, e grazie alle sue previsioni molti residenti di San Francisco, che altrimenti sarebbero periti, trovarono rifugio nel Parco stadio Candlestick, al momento del sisma. (Per tale motivo, solo 67 persone persero la vita, nonostante i 6 miliardi di dollari di danni). Berkland aveva avvertito che un tale evento si sarebbe verificato alcuni giorni prima.

Dall”Anello di Fuoco ( è una zona caratterizzata da frequenti terremoti ed eruzioni vulcaniche, estesa per circa 40.000 km tutto intorno all’oceano Pacifico, con una forma che ricorda quindi grossolanamente un anello), sono già scaturiti quattro terremoti dall’anno scorso ad oggi, Haiti, Cile, Nuova Zelanda e, infine, l’evento Sendai. Nella convinzione che tali eventi seguono un modello, Berkland ritiene che la faglia di San Andreas potrebbe essere la prossima candidata. Inoltre anche Jim Berkland, come altri, sostiene che ci sia una concausa di eventi tra cui l’influenza della gravità lunare in aumento proprio per il giorno 19, l’equinozio di primavera. Il comportamento “strano” di molti animali, con spiaggiamenti di cetacei, moria di sardine e via di seguito, sarebbe conseguenza dello stress in tutta la crosta terrestre che altera i campi elettrici locali. Lo sfregamento nella crosta terrestre, tra masse di granito,quarzo, ecc, produce attività piezoelettrica, così aumenta enormemente la tensione in alcune aree, mentre diminuisce in altre.

Walt Brown del Center for Scientific Creazionismo accetta la maggior parte delle argomentazioni di Berkland, con questa differenza fondamentale: non si dovrebbe limitare il rischio terremoto per la faglia di San Andreas, potrebbe accadere anche nella faglia di New Madrid o in qualsiasi altra parte dell’anello di fuoco nel pacifico.
Brown è inoltre pienamente d’accordo con il ragionamento Berkland riguardo alla luna piena e alle maree equinoziali. Per quanto riguarda il comportamento degli animali aberranti, Berkland suggerisce un’alterazione del campo magnetico terrestre.

 

 

Earthquake Prediction 2011 Jim Berkland

A Major Earthquake in North America Imminent

 

 

Correlazione tra il minimo solare

e violente attivitá geofisiche

 

(Conferme alla teoria del bendandi dall'america)

 

Fonte web

Facendo seguito all'articolo: “Ma i terremoti stanno veramente aumentando?” come indicato alla fine Vi propongo una bozza con le prime conclusioni di uno studio di John L. Casey del centro di ricerca

www.spaceandscience.net

sulle correlazioni tra attivitá solare e manifestazioni geofisiche violente in particolare terremoti ed eruzioni vulcaniche.
Nei precedenti lavori Jonh Casey aveva mostrato come l'attivitá solare é l´artefice principale per i cambiamenti climatici e ha sviluppato dei sistemi per prevedere i futuri scenari climatici mondiali, nota come “RC Theory” che potete leggere nel suo sito, ma di cui ho trovato una traduzione qui:

itapiece277.htm

In questa nuova ricerca, ancora non completata e che si riferisce ad osservazioni fatte fino a settembre del 2009, (quindi senza gli ultimi avvenimenti che tutti conosciamo) si nota come grandi terremoti si sono verificati con grande frequenza mentre il sole era in fase di minimo profondo o come la chiama lui durante periodi di “ibernazione”.
Con il record storico di eruzioni vulcaniche sviluppato dalla Smithsonian Institution, è stata fatta l´estrazione di tutte quelle eruzioni che sono state valutate con il Vulcano Esplosivo Index (VEI) di “5″ o superiore. Il livello di 5 della scala VEI di 0-8 è stato scelto in quanto era la classe di inizio delle eruzioni di grandi dimensioni.
Questa lista di grandi eruzioni vulcaniche dal 1650 è stata utilizzata come lista di riferimento per il confronto con l’attività solare, periodi cioè con il conteggio delle macchie solari per determinare qualsiasi associazione apparente.

Vulcano Localitá Anno VEI

1. Shiveluch penisola di Kamchatka 1650- 5
2. Long Island NE Nuova Guinea 1660- 6
3. Usu Hokkaido, Giappone 1663- 5
4. Shikotsu Hokkaido, Giappone 1667- 5
5. Gamkonora Halmahera, Indonesia 1673- 5 *
6. Tongkoko Sulawesi, Indonesia 1680- 5 *
7. Fuji Honshu, in Giappone 1707- 5
8. Katla So. Islanda 1721- 5 *
9. Shikotsu Hokkaido, Giappone 1739- 5
10. Katla So.Iceland 1755- 5
11. Pago New Britain 1800- P *
12. St.Helens StatoWashington, USA 1800- 5
13.Tambora Indo. Isole della Sonda 1815- 7
14.Galungung Java, Indonesia 1822- 5
15.Cosiguina Nicaragua 1835- 5
16.Shiveluch penisola di Kamchatka 1854- 5
17. Askja NE Iceland 1875- 5
18. Krakatoa Indonesia 1883- 6
19. Okataina Nuova Zelanda 1886- 5
20. Santa Maria Guatemala 1902- 6
21. Lolobau New Britain 1905- P *
22.Ksudach penisola di Kamchatka 1907- 5
23. Novarupta Penisola di Alaska 1912– 6
24. Azul, Cerro Cile 1932- 5*
25. Isole Curili Kharimkotan 1933- 5
26.Bezimianny penisola di Kamchatka 1956- 5
27.Agung Isole della Sonda, Indo. 1963- 5
28. St. Helens Stato Washington, USA 1980- 5
29. El Chichon Messico 1982- 5
30. Pinatubo Filippine 1991- 6
31. Hudson, Cerro Cile 1991-5*
5 * = una classe di cinque VEI con data di incertezza potenzialmente di grandi dimensioni, P * = grande eruzione di classe pliniana, ha assunto> VEI 5. Lo studio non ha incluso attività associata geologica punti caldi o caldera (vulcano super).

Delle 31 eruzioni documentate fin dal 1650 con una VEI maggiore o uguale a 5, un totale di 25 si è verificato nel corso di un periodo con ridotte macchie solari o con una forte riduzione dei macchie solari o una ibernazione solare, ad esempio, come nel Dalton o Maunder. Questo studio preliminare ha dimostrato che 80,6% delle più grandi eruzioni ha avuto luogo durante un esteso minimo di attività solare. Significativamente, il seguente elenco delle otto più grandi eruzioni vulcaniche a livello globale (VEI> 6) dal 1650, mostra che tutti tranne uno hanno avuto luogo solo nel corso di una ibernazione solare, o una significativa riduzione dell’attività solare misurata mediante conteggio delle macchie solari.
Tabella 2. Le eruzioni vulcaniche che hanno avuto luogo durante i principali minimi solari e hibernations solare. Questa tabella stabilisce la forte relazione tra le più grandi eruzioni vulcaniche e fasi di bassa attività solare su ordine dei cicli Centenario e Bi-Centenari definiti dalla Teoria RC.

Vulcano Anno VEI
posizione associata minimo solare

1. N Long Island. E. New Guinea 1660- 6 Centenario: Maunder
2. Pago New Britain 1800 (grande eruzione)
Bicentenario: Dalton
3. Tambora Piccole Isole della Sonda 1815- 7 Bicentenario: Dalton
Indonesia:
4. Krakatoa Indonesia 1883- 6
Centenario: anno 1900
5. Santa Maria Guatemala 1902- 6 Centenario: anno 1900
6. Lobobau New Britain 1905
Centenario P: anno 1900
7. Novarupta Penisola di Alaska 1907- 6
centenario: anno 1900
8. Pinatubo Filippine 1991- 6
alcuna correlazione

Correlazione dei più grandi terremoti continentali con l’attività solare per il periodo 1700-2009.

Identificazione dei più grandi terremoti degli Stati Uniti continentali è stato fatto con i dati del US Geological Survey (USGS). La tabella seguente mostra i primi sette più grandi terremoti ed è tratta dalla rivista 7 giugno 2005 che ha pubblicato l’elenco dei quindici terremoti più grandi e é stato riesaminato per completezza fino all’8 settembre 2009. Tutte queste sette maggiori terremoti sono fortemente correlato ad un minimo di attività solare associati.

ATTENZIONE CHE SI TRATTA DI UNO STUDIO LIMITATO A GRANDI TERREMOTI NEGLI USA.
Top sette maggiori terremoti negli Stati Uniti continentali. Source: USGS* Fonte: USGS *

Localitá Data Associazione a minimo solare

1. Cascadia zona di subduzione 01-26-1700 ~ 9 Centenario: Maunder
2.New Madrid, Missouri 12-16-1811 8,1 Bicentenario: Dalton
3. New Madrid, Missouri 02-7-1812 ~ 8 * Bi-Centennial: Dalton
4. Fort Tejon, California 01-09-1857 Minimo 7,9 Intermedio ***
5. San Francisco, California 04-18-1906 7,8 Centennial minimo
6.Imperial Valley, California 02-24-1892 7,8 Centennial minimo
7. New Madrid, Missouri 01-23-1812 7,8 Bicentenario: Dalton

Centennial e Bi-Centennial cicli ** dalla teoria RC hanno periodi di 90-100 anni e 206 anni rispettivamente.
*** Minimi intermedi sono facilmente osservabili calo dell’attività solare (macchie solari), seppur minore, in grandezza di Centennial o Bi-Centennial eventi.

Conclusioni.

Come risultato della ricerca condotta, è ragionevole concludere che esiste una forte correlazione tra l’attività vulcanica globale tra le più grandi delle classi di eruzioni e bassa attività solare. Con l` 80,6% delle occorrenze delle grandi eruzioni vulcaniche su scala globale in atto (> VEI 5) si verificano durante la bassa attività solare e l` 87,5% con eruzioni piú gravi (>VEI 6) si verificano durante i principali minimi eruzioni solari, si conclude che ogni strumentodi previsione affidabile della futura attività solare si presta anche alle previsioni per le future eruzioni vulcaniche globale con grandezza delle più potenti. Per esempio la teoria RC dell’attività solare può essere un efficace strumento per la previsione di vulcanismo globale.

Il verificarsi di ciascuno dei sette più grandi terremoti negli Stati Uniti durante fasi di bassa attività solare e in particolare durante la hibernations solare indica uno strumento predittivo di come la previsione del futuro minimo solare puó essere estesa anche efficacemente nella previsione di grandi terremoti negli USA.

Visto l’alto grado di correlazione insolitamente trovato nello studio per entrambi i massimi livelli di vulcanismo globale e attività sismica USA rispetto ai grandi minimi di attività solare, si può concludere che esiste una significativa probabilità (superiore all` 80%) che l’attuale fase di ibernazione solare può provocare eruzioni vulcaniche storiche su scala globale e registrare l’attività di forti terremoti all’interno degli Stati Uniti continentali.

La determinazione che i cicli di attività solare può indicare tempi l’intensità degli eventi geofisici, come il vulcanismo e terremoti, punta verso una possibile connessione tra l’attività solare e la causa di questi eventi geofisici, ossia la tettonica a zolle.

La ibernazione solare identificata da Casey (2008) è attualmente in corso. I risultati di questo studio e l’elevata correlazione tra vulcanismo e terremoti e la descritta hibernations solare garantisce la più ampia diffusione di avvisi al personale e alle organizzazioni di governo in zone ad alto rischio geofisico. Si prevede a partire in qualsiasi momento e durante il prossimo ventennio di ibernazione solare, che eruzioni vulcaniche potenzialmente storiche possono registrarsi a livello mondiale e allo stesso modo l’impostazione di nuovi terremoti probabilmente potranno avvenire all’interno degli Stati Uniti continentali.

 

 

Un pianeta 4-5 volte la terra si sta

dirigendo verso di noi - Prova scientifica

 

Mistero - Nibiru - Il Decimo Pianeta Del

Sistema Solare - 20/01/2011

 

 

UN NUOVO PIANETA NEL SISTEMA SOLARE?

(E SE FOSSE QUELLO DESCRITTO DA BENDANDI?)

Fonte web - Giorgio Pattera

E' noto che la scoperta di Plutone (C.Tombaugh, 1930) non fu effettuata otticamente, in base all'osservazione della volta celeste, bensì matematicamente, derivandola dalle perturbazioni orbitali di Urano e Nettuno; solo in un secondo momento tale scoperta fu confermata mediante il telescopio.

Nel corso del 1972, esaminando la traiettoria della cometa di Halley, J.Brady (del Lawrence Livermore Laboratory - California) scoprì che anche l'orbita di questa cometa, come quelle di Urano e Nettuno, era "perturbata". I suoi calcoli lo condussero ad ipotizzare l'esistenza di un pianeta "X" alla distanza di 64 UA(· ) dal Sole (Plutone ne dista 39), con periodo orbitale di 1800 anni terrestri. Brady, come tutti gli astronomi che si stavano occupando del pianeta "X", presumeva che tale corpo celeste orbitasse intorno al Sole nello stesso modo degli altri pianeti; ne quantificò pertanto la distanza dalla nostra stella in misura della metà del suo asse orbitale maggiore. Questo in accordo con la seconda legge di Keplero (<<Le aree descritte dal raggio vettore sono proporzionali ai tempi impiegati a descriverle>>); vale a dire che un pianeta si sposta tanto più lentamente quanto più è lontano dal proprio sole. Nel nostro sistema, ad es., si passa dal velocissimo Mercurio (che impiega poco meno di tre mesi a compiere la propria rivoluzione intorno al Sole) al lentissimo Plutone (oltre 247 anni). 

Ma, secondo le testimonianze dei Sumeri, Nibiru orbita come una cometa attorno al Sole, essendo quest'ultimo uno dei fuochi della propria ellissi estremamente allungata, così che la distanza dal Sole corrisponde all'intero asse maggiore e non alla sua metà. E' curioso il fatto che l'orbita del pianeta "X" calcolata da Brady (1800 a.) sia esattamente la metà dell'orbita di 3600 a. che i Sumeri attribuivano a Nibiru. Ricordiamo che (secondo le tesi di Z.Sitchin, esposte in "Genesis Rivisited", 1990) la traiettoria dell'orbita di Nibiru, in questo periodo, starebbe facendo ritorno verso il perigeo: questo potrebbe giustificare la strana coincidenza...?

Ma Brady giunse ad ulteriori conclusioni, in sintonia con le tradizioni sumeriche: il pianeta "X" sarebbe dotato, come Plutone, di un'orbita retrograda, con il piano fortemente inclinato rispetto all'eclittica.

All'inizio gli astronomi si interrogarono se il responsabile delle perturbazioni nell'orbita di Urano e Nettuno potesse essere Plutone, giacché la considerevole eccentricità della sua orbita gli consente di penetrare periodicamente all'interno dell'orbita di Nettuno (una situazione di questo tipo è iniziata nel '79 e si è conclusa nel '99). Questi dubbi svanirono nel giugno del 1978, allorché W.Christie (dell'Osservatorio Navale di Washington, un organismo della Marina Americana sotto il diretto controllo della NASA) scoprì che Plutone, oltre a possedere un satellite (Caronte), era molto più piccolo di quanto si pensasse (meno di 2/3 della Luna) e quindi dotato di una massa non in grado di esercitare rilevanti influenze gravitazionali.

L'elaborazione di tutti questi dati rafforzarono l'indicazione che un'unica << forza estranea >> - il "pianeta dell'attraversamento" dei Sumeri - avesse inclinato Urano, spostato e inclinato Plutone ed impresso un'orbita retrograda anche a Tritone (un satellite di Nettuno).

Incuriositi da queste scoperte, due colleghi di W.Christie all'Osservatorio Navale (R.S.Harrington e T.C.Van Flaandern) condussero una lunga serie di simulazioni al computer, raggiungendo la conclusione che tutte quelle anomalie orbitali fossero state determinate da un "intruso", cioè da un pianeta (grande da due a cinque volte la Terra) con piano orbitale inclinato ed un semiasse di "meno di 100 UA".

Nel 1981 i dati raccolti durante le missioni del Pioneer 10, del Pioneer 11 e dei due Voyager dimostrarono l'esattezza di tali intuizioni: doveva esistere un corpo celeste, grande almeno il doppio della Terra, in orbita solare ad una distanza di almeno 2.4 miliardi di km oltre Plutone e con periodo orbitale di almeno 1000 anni. Il "Detroit News" del 16 gennaio 1981 pubblicò la notizia in prima pagina, insieme alla raffigurazione sumera del sistema solare, così come appare sul famoso sigillo cilindrico, conservato nel Museo di Berlino, col n.° VA/243. 

A questo punto una svolta decisiva nelle ricerche fu impressa dal "Progetto IRAS" (Infrared Astronomical Satellite), vale a dire l'esplorazione agli infrarossi del sistema solare, mediante il lancio in orbita terrestre a 900 km di altezza di un telescopio (60 cm di apertura, 62 rivelatori infrarossi su quattro bande spettrali, fra 8,5 e 119 mm / l), sensibile al calore racchiuso nell'interno di corpi substellari. 

Era il 25 gennaio 1983, quando dalla base di Vanderberg in California partì il vettore americano Delta 3910 con a bordo 500 kg di carico utile, frutto della cooperazione USA-Inghilterra-Olanda. Per ridurre al massimo l'emissione di irraggiamento parassita, proprio della strumentazione, tutto l'insieme venne posto in un criòstato contenente elio liquido superfluido a -271°C: era indispensabile, infatti, il raffreddamento del telescopio e dei rivelatori alla temperatura più bassa possibile.

Essendo l'He liquido molto volatile, è lentamente evaporato, determinando l'inattivazione dell'IRAS il 21 novembre 1983, protraendo la missione di oltre un mese e mezzo sulla data prevista. Nei circa dieci mesi di attività, il satellite eliosìncrono scattò ed inviò al centro di controllo 600.000 immagini, dalla cui elaborazione emerse l'individuazione di 250.000 sorgenti celesti di tipo infrarosso (il 99% delle quali in precedenza sconosciute), stelle e sistemi planetari in formazione (età < 1 milione di anni), cinque nuove comete, quattro nuovi asteroidi e un misterioso oggetto in movimento, simile ad una cometa. 

Tutto questo, ora, rende giustizia a R. Reynolds (del Centro Ricerche Ames), che il 30 gennaio 1983 rilasciò una dichiarazione al "New York Times" del tipo: <<Gli astronomi sono così sicuri del decimo pianeta che pensano rimanga soltanto da dargli un nome>>. Predizione, questa, fatta propria da Z. Sitchin nella lettera inviata il giorno appresso alla <<Planetary Society>>, nella quale si suggeriva addirittura l'appellativo: lo stesso attribuito, a suo tempo, dai Sumeri (Nibiru) o dai Babilonesi (Marduk). 

La qual cosa, ai giorni nostri, si è ripetuta da parte di J. Murray (della UK's Open University), il quale, insieme con il collega J.Matese (University of Louisiana), ha dato l'annuncio nell'ottobre '99 che <<…una forza misteriosa, generata da un grande oggetto invisibile, rallenta il viaggio delle sonde terrestri in uscita dal sistema solare; la stessa che, probabilmente, è responsabile della deviazione delle orbite cometarie…>>.

Ma torniamo al 1983. Verso la fine di quell'anno, in assenza di comunicati ufficiali, un'indiscrezione riuscì a trapelare, nel corso di un'intervista concessa dai principali scienziati del progetto IRAS alla rubrica scientifica del "Washington Post". La notizia fu ripresa da diversi quotidiani statunitensi, che la titolarono: <<Oggetto gigante confonde gli astronomi>>, <<Corpo misterioso trovato nello spazio>>, <<Ai limiti del sistema solare un misterioso oggetto gigante>>, <<Un corpo celeste pone agli astronomi un enigma cosmico>>. Messo alle strette, G. Neugebauer, Direttore dell'IRAS, dichiarò: <<Posso solo dire che non sappiamo di cosa si tratti>>. Successivamente anche la NASA uscì con un rapporto ufficiale: <<Il corpo misterioso rilevato dall'IRAS disterebbe "solo" 80 miliardi di km dal Sole e potrebbe trovarsi in fase di avvicinamento alla Terra. E' stato captato due volte dal telescopio ad infrarossi (a distanza di sei mesi) e i dati raccolti mostrano che in questo periodo, pur brevissimo per i tempi astronomici, si è spostato di poco nella sua traiettoria. Ciò evidenzia che non si tratta d'una cometa, poiché una cometa non può avere una dimensione di 5x la Terra ed, in ogni caso, si sarebbe spostata maggiormente. E' possibile, quindi, che si tratti del decimo pianeta o pianeta "X", che gli astronomi hanno, finora, cercato invano>>.

Se il pianeta "X" esiste, non siamo più "gli unici" in questo sistema solare.

Perché, se esiste e corrisponde a Nibiru, allora i Sumeri dicevano la verità anche quando parlavano degli Anunnaki (corrispondenti ai Nefilim biblici), cioè di <<…coloro che dal Cielo caddero sulla Terra…>>.

Le implicazioni di questa realtà, se confermata, sarebbero così sconvolgenti da sgretolare in un istante quel dogma, tanto caro all'Umanità illuministica, che risponde alla definizione di <<antropocentrismo>>.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

Osservatorio Geofisico Comunale "Raffaele Bendandi"

 

Raffaele Bendandi su Wikipedia

 

Secretum-Omega

Scoperte fatte a partire dagli anni ‘80 indicherebbero che il famigerato Decimo Pianeta non solo sarebbe stato scoperto ma verrebbe monitorato nel più stretto riserbo. L’esistenza ed avvicinamento del misterioso corpo celeste rientrerebbe nei massimi livelli di segretezza dell’Intelligence USA, di gruppi occulti di potere e dallo stesso Vaticano.