Sempre più stretto l'abbraccio
del reverendo moon su Milingo
(A cura di Claudio Prandini)
Secondo "ASIANEWS" egli ora si trova a Seoul per studiare la teologia di Moon. Intanto la setta sbarca all'ONU e piazza i suoi adepti nei posti chiave tra cui anche il coreano e nuovo segretario generale, Ban Ki-moon, voluto dagli USA. |
Introduzione
Dal forum del vaticanista Luigi Accatoli leggo...
Da don Sergio Mercanzin, direttore del centro “Russia ecumenica”, ricevo questo messaggio:
Caro Luigi, ritengo una delle più belle avventure della mia vita essere stato per tanti anni amico, collaboratore, compagno di viaggio, confidente di mons. Milingo. Quello che più mi ha impressionato è sempre stato il Milingo esorcista. Quanti esorcismi abbiamo vissuto insieme. Non si stupiva di nulla, sfidava-interrogava-comandava ogni presenza estranea e maligna, conosceva una realtà per me sconosciuta e tenebrosa.
Ho visto psichiatri accompagnare da Milingo pazienti dalle patologia misteriose, famosi esorcisti ricorrere a lui per i casi insolubili. P. Gabriele Amorth, con alle spalle migliaia di escorcismi, mi diceva:”Milingo esorcista? Davanti a lui mi sento un pigmeo!”. Ed erano esorcismi, non stregonerie. Milingo esorcizzava con la Sacra Scrittura, con le preghiere della Chiesa, e naturalmente sempre in nome di Cristo. Con lui esorcista ho intravisto il Male (maiuscolo) e il Bene (maiuscolo).
Per me è stato un maestro, un grande e raro maestro. Dico maestro, non dico modello, perché ho sempre visto anche i suoi limiti.
L’ultima scivolata io la spiegherei così: tanto protagonismo, poca comunione. Un giorno in cui era particolarmente in crisi con le autorità della Chiesa e voleva sbattere le porte e andarsene gli ho detto: “Eccellenza, diavolo vuol dire: colui che divide. Lei l’ha tanto combattuto. Adesso vuole dividere proprio lei?” Allora mi ascoltò. Allora…
Ciao! Don Sergio Mercanzin
PS. “Scomunicato”, secondo te, è un termine giuridico ecclesiastico per indicare l’evangelica “pecorella smarrita”? Se fosse così dovremmo andargli incontro con trepidazione e amore. E’ quello che mi riprometto di fare.
Sempre dallo stesso forum leggo ancora...
2 Ottobre 2006
Ieri sera ho seguito con particolare attenzione la trasmissione di Terra, lo speciale del Tg5 condotto dall’ottimo Toni Capuozzo, dedicata al caso Milingo. Erano miei ospiti a cena due cari amici, un sacerdote con delega del vescovo ad effettuare esorcismi ed un neuro-psichiatra. Tutti e tre siamo rimasti a bocca aperta nell’ascoltare l’intervista di Milingo. Questi ha “perdonato” il Papa per aver “osato” scomunicarlo; si è detto ancora fedele alla Chiesa di Roma, malgrado abbia aderito alla setta di Moon che, come è noto, non riconosce la divinità di Gesù; ha rivendicato il “diritto” dei sacerdoti a sposarsi; ha definito canonicamente valide le sue ordinazioni episcopali e, udite udite, ha fatto anche lo spiritoso: “Tanta gente dice che andrò all’inferno. Questo lo può sapere solo Dio. A voi dico: non preoccupatevi per me…”. Come per dire, “fatevi i fatti vostri, pensate a voi stessi”. E poi, credendosi forse il Papa, ha benedetto i telespettatori (anche se a me sembravano più maledizioni che altro). L’esorcista che era con me ha detto: “Satana ha avuto la sua rivincita con quest’uomo”; il neuro-psichiatra ha parlato di “delirio di onnipotenza”; a me è scappata solo un’esclamazione: “Traditore!”.
Qual'è dunque la verità su Milingo? Difficile dirlo, anche se credo che Don Sergio Mercanzin abbia colto nel segno quando afferma che c'è stato "tanto protagonismo, poca comunione" in tutta questa vicenda. Milingo si è sempre sentito diverso non solo per il colore della pelle, ma soprattutto per il suo ministero di vescovo esorcista! Si sentiva spesso criticato dagli altri vescovi per il suo modo essere vescovo, tanto che non era raro che in qualche diocesi gli fosse impedito di svolgere il suo ministero di esorcista. Lui però faceva quello che i vescovi non fanno più da tantissimo tempo, pur avendone ricevuto il mandato direttamente da Cristo (Mt 10,8), e questo rappresentava una fonte di incomprensione e di frizione continua... Poi c'è stato l'incontro con la Setta del reverendo Moon e con Maria Sung e la storia ha preso la china che tutti conosciamo! Una delle principali tecniche di adescamento che vengono usate da questa Setta è la così detta "love bombing" che, nel caso di Milingo, ha avuto soprattutto le fattezze di un'agopunturista coreana.
Con Milingo il reverendo Moon ha cercato di ottenere un duplice risultato in un sol colpo: a) accrescere il prestigio della Setta, in declino per scandali vari; b) usare Milingo come un cuneo con l'intento di dividere la Chiesa Cattolica usando il tema dei preti sposati. Opera veramente diabolica questa in quanto ha fatto perno sulla personalità vulcanica (e per certi versi ingenua) di Milingo, da una parte, e la sua situazione di tensione continua con i suoi confratelli nell'episcopato, dall'altra. Comunque, a prescindere da ogni giudizio su Milingo, va detto che le mire del reverendo Moon sulla Chiesa Cattolica sono reali e portano il segno dell'Anticristo. Egli vuole creare una chiesa universale sincretista, nella quale entrino a far parte tutte le fedi mondiali in una specie di nuova summa teologica universale. Un'unica fede per un'unica umanità, che prepari così anche l'avvento dell'unico governo mondiale, che si definirà illuminato e umanista, ma che sarà sostanzialmente anticristico e dispotico! Già ora all'UNU, che rappresenta un po' l'embrione del futuro governo mondiale, la Setta ha piazzato suoi uomini tra i quali, sembra, il nuovo segretario generale Ban Ki-moon, pure lui coreano. Quando si dice potenza...!!!
La Chiesa Cattolica è dunque, assieme all'Islam (chissà, forse è per questo che c'è qualcuno che fa di tutto per creare contrapposizione tra le due fedi abramitiche!), il vero inciampo per la realizzazione di questo progetto di natura profondamente massonica. Questo è il lavoro dell'Anticristo: dividere per governare! La Setta del reverendo Moon rappresenta dunque a tutti gli effetti un aspetto importante dell'opera dell'Anticristo nei nostri giorni.
Milingo ora studia la teologia di Moon, ma per prepararsi a cosa? Quali progetti ha il reverendo Moon per il futuro di Milingo? Al momento non lo sappiamo, ma possiamo intuirlo! Ora non ci resta che un umile preghiera per lui... E' un atto di carità che non possiamo negare a nessuno, tanto più ad una pecorella smarrita e dispersa da quel Nemico che egli ha sempre scacciato nel nome del Signore!
Milingo con la moglie coreana
COREA DEL SUD: Milingo a Seoul
per studiare la teologia di Moon
L’ex arcivescovo, scomunicato in settembre, prenderà parte
ad un convegno della “Chiesa dell’unificazione” ed
alla festa per il compleanno di Moon.
Seoul (AsiaNews) – Mons.
Emmanuel Milingo è a Seoul, dove studia la teologia del reverendo Moon e della
sua “Chiesa dell’unificazione”. Milingo, che è scomunicato dalla Chiesa
cattolica per aver illecitamente ordinato quattro vescovi ne settembre dell’anno
scorso, è apparso ad un convegno della “Chiesa dell’unificazione” che si è
tenuto il 30 gennaio in un albergo del centro di Seoul, ed è tornato a chiedere
che il Vaticano consenta il matrimonio dei preti.
A quanto si apprende, l’ex arcivescovo di Lusaka sarebbe alloggiato in un
albergo nei dintorni della capitale sudcoreana.
“Il motivo per il quale non abbiamo detto nulla su questa visita – ha dichiarato
una fonte della “Chiesa” di Moon – è stato per non provocare l’irritazione dei
cattolici”. Secondo la stessa fonte, Milingo “prenderà parte ad un convegno
internazionale che si svolgerà a Seoul dal 20 al 23 febbraio ed alla festa per
il compleanno di Moon, l’ultimo giorno dell’incontro”.
Milingo, che ha 72 anni, già in passato ha preso parte ad incontri promossi dal
reverendo Moon, compreso uno dei matrimoni collettivi del 2001, nel corso del
quale ha sposato Maria Soon, che è membro della Chiesa dell’unificazione.
Dopo un periodo di riconciliazione con la Chiesa cattolica, il 24 settembre
dell’anno scorso, a New York, Milingo ha ordinato vescovi quattro sacerdoti,
tutti aderenti al movimento “Married Priests Now”, da lui stesso fondato a
luglio. Il 26 settembre la Santa Sede ne ha notificato la scomunica “latae
sententiae”.
Il reverendo Moon
uno dei volti dell'Anticristo
CHI È Sun Myung Moon?
Sun Myung Moon (Jung-ju, 6 gennaio 1920 - vivente) è fondatore ed attuale capo della Chiesa dell'unificazione.
All'età di 16 anni gli sarebbe apparso Gesù Cristo dandogli il compito di portare avanti la Sua missione. Nel 1946 iniziò la sua predicazione a Pyung-yang, iniziando a criticare il cristianesimo convenzionale e il comunismo. Le autorità comuniste, preoccupate dalla sua indole rivoluzionaria lo incarcerarono, per poi liberarlo poco dopo. Continuò le sue predicazioni e fu rinchiuso in un campo di lavoro nei pressi della città di Hung-nam, dove rischiò di morire e da dove uscì, grazie alle Nazioni Unite, nel 1950. Tornò allora a Pyung-yang e continuò a predicare.
Nel 1953 si trasferì a Seoul e nel 1954 fondò l'Associazione Spirituale per l'Unificazione del Mondo Cristiano e inizia a suscitare sospetti. Nuovamente arrestato, viene assolto nel 1955.
Nel 1958 invia i primi missionari in Giappone e nel 1959 negli USA.
Nel 1960 sposò Hak-Ja Han e nel 1972 si trasferì con la moglie negli USA, dove iniziò la sua predicazione a livello nazionale e fece grandi discorsi pubblici al Madison Square Garden di New York nel 1974, allo Yankee Stadium, sempre a New York e nel Settembre dello stesso anno a Washington. Intanto iniziano le prime accuse da parte dei familiari di persone che hanno aderito alla setta, riguardo a lavaggio del cervello e altre costrizioni per far rimanere gli adepti nella setta.
Nel 1981 ha fortemente voluto e infine prodotto il film bellico Inchon (rimasto tutt'ora inedito nel nostro paese) nel quale si racconta una versione (in parte) filo-coreana della Guerra di Korea. Nonostante gli interpreti famosi che arricchiscono il cast (tra cui spiccano Laurence Oliver nel ruolo del generale MacArthur, Ben Gazzara, Toshiro Mifune e Jacqueline Bisset) il film è stato un fiasco assoluto ai botteghini.
Nel 1984 il reverendo viene condannato per evasione fiscale e trascorre 13 mesi nel carcere di Danbury (Connecticut). Questo contrattempo non lo ferma ed, uscito dal carcere dopo aver dimostrato la sua innocenza, cerca sempre più di potenziare l'opera della sua chiesa e promuove molte associazioni di carattere politico, caritativo e religioso.
Nel 1994 dichiara che l'esperienza della Chiesa dell'Unificazione si può considerare terminata, in quanto nei suoi progetti iniziali sarebbe dovuta durare 40 anni. I suoi adepti sono così invitati ad aderire alla Federazione delle Famiglie per la Pace e l'Unificazione Mondiale, che si propone di riunire persone anche non aderenti alla setta ma che desiderano vedere celebrato il proprio matrimonio dal reverendo Moon, insieme ad altre coppie (matrimoni di massa). Intanto gli scandali che vedono al centro il reverendo e la sua setta non si placano, nel 1998 esce un libro di Nansook Hong, la ex moglie del figlio primogenito del reverendo, che suscita grande scandalo in tutto il mondo e come effetto ha quello di vedere diminuire drasticamente il numero di adepti. Dopo anni di silenzi riguardo la setta, questa è tornata alla ribalta quando nel 2001 il vescovo Milingo dichiarò pubblicamente la sua adesione alla setta del reverendo Moon e successivamente, il 27 maggio 2001, sposa durante un matrimonio collettivo la coreana Maria Sung.
I principi fondamentali della setta possono essere così riassunti:
Dio ha progettato l'uomo per farlo vivere in un mondo ideale, rovinato però dal peccato originale. Dio ha provato in diversi periodi storici a far riconciliare l'uomo con la natura, ma questo non ha mai risposto in maniera completa alla proposta divina.
Grazie a Cristo si è compiuta una "restaurazione" spirituale ma non fisica e così c'è bisogno di un secondo messia, per ripristinare anche l'integrità e la purezza fisica. Così devono nascere famiglie perfette per tracciare la strada.
Il celibato è una cosa da evitare in quanto la redenzione fisica si acquisisce solo mediante un matrimonio benedetto, dal quale nascono famiglie benedette che permettono che la restaurtazione fisica si compia in tutta la sua pienezza.
ONU, embrione del futuro governo
mondiale di stampo massonico?
NON SIATE COMPLOTTISTI....
L'americana Josette Sheeran è stata eletta alla testa del Programma alimentare mondiale (PAM) dell'ONU. Il Programma alimentare mondiale fornisce ogni anno aiuti alimentari a circa 100 milioni di persone, vittime di catastrofi, carestie o conflitti.
Tenendo conto dell'importanza di questo organismo, la nomina del suo nuovo direttore rappresenta un po' una delle ultime grandi decisioni del segretario generale dimissionario dell'ONU Kofi Annan. Quando la posta in gioco è alta, fanno notare gli ambienti diplomatici, il peso politico della Svizzera, che aveva presentato la candidatura di Walter Fust, responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) del Dipartimento federale degli affari esteri, non può competere con quello della superpotenza americana. Gli Stati uniti rappresentano, tra l'altro, il maggior paese donatore del PAM e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'agricoltura e l'alimentazione (FAO).
Alcune voci critiche si sono levate nelle ultime settimane nei confronti della candidatura di Josette Sheeran, in relazione alla sua lunga appartenenza alla setta del reverendo Sun Myung Moon. La neoeletta direttrice del PAM si è comunque ufficialmente staccata da questo gruppo religioso, noto per la celebrazione di matrimoni di massa e per le sue posizioni politiche conservatrici.
Josette Sheeran (Shiner), che nelle intenzioni di Bolton e soci dovrebbe trasformare il WFP in una asse strategico statunitense come già è accaduto con la nomina di Paul Wolfowitz a capo della World Bank. La signora Sheeran ha alle spalle una carriera da giornalista e donna d’affari all’ombra del reverendo Moon. La prima volta che apparve sulla stampa fu quando suo padre James cercò di sottrarla insieme alle sorelle Vicky e Jaime alla setta del reverendo famoso in Italia per la vicenda Milingo, nonché per il fatto che si dichiari il figlio di Dio venuto in terra a sollevare gli uomini dal peccato originale (peccato commesso da Eva accoppiandosi con il diavolo e non mangiando la mela).
La storia e i lamenti del padre contro la setta finirono in una articolo di Times Magazine del 10 novembre 1975, intitolato “Pazze per Moon”, un articolo contro i pericoli rappresentati da questo tipo di sette. Fino al 1996 Josette rimarrà membro attivo della congregazione, per passare poi alla carriera giornalistica e manageriale all’interno dell’impero secolare del reverendo (che è una potenza economica anche e soprattutto in Corea), di istituzioni private (Empower America) e pubbliche (Dipartimento di Stato). Nel gergo dei “moonies” è “andata nel mondo” al fine di diffondere la posizione e gli interessi della Chiesa della Riunificazione.
Fonti non accreditate di controinformazione per altro circa Ban Ki-moon osserverebbero: "Costui è membro della «Chiesa dell'Unificazione», ossia la setta del «reverendo Moon» (Sun Myung Moon), la potente organizzazione che da sempre sostiene politicamente e finanziariamente la famiglia Bush, nonché proprietaria del Washington Times, il secondo giornale di Washington, ultra-conservatore." .... certo c'è poco da essere complottisti.......
Il reverendo Moon durante una cerimonia nuziale
Una vittima del reverendo Moon racconta
Poi mi svuotò il cervello - Si comincia col "love bombing".
Seguono le pressioni psicologiche. E insorgono violenti sensi di colpa... Uno
psicologo spiega come fu irretito dal santone. E come se ne liberò.
di
Steven Hassan
Secondo l'ultimo rapporto del Viminale sono 83 mila gli italiani che aderiscono
alle sette religiose: 137 movimenti profetici, messianici, esoterici,
satanici... Dice il documento del ministero degli Interni che «nella fase di
proselitismo e in quella di indottrinamento vengono usati sistemi scientifici
studiati per aggirare le difese psicologiche delle persone irretite, inducendoli
ad atteggiamenti acritici e all'obbedienza cieca». Come è possibile? Il brano
che "L'Espresso" pubblica descrive nel dettaglio proprio queste tecniche. A
scriverlo è Steven Hassan, uno psicologo americano di famiglia ebraica che a 19
anni viene agganciato all'università dalla setta del reverendo Moon, il santone
coreano che ha creato una vasta rete internazionale alla quale aderiscono decine
di migliaia di persone (anche in Italia). Per 27 mesi Hassan lavora nella setta,
sempre più condizionato: recluta e indottrina nuovi adepti, raccoglie fondi, fa
propaganda politica. Poi i suoi genitori lo convincono a parlare con alcune
persone che riescono a salvarlo. Hassan si specializza in tecniche di
decondizionamento. Sulla sua esperienza ha scritto un libro ("Mentalmente
liberi. Come uscire da una setta", Avverbi editore, 26.000 lire). In queste
pagine racconta il bombardamento psicologico messo in atto dalla setta per
cooptarlo.
Un giorno, mentre leggevo un libro nella sala dell'associazione studentesca,
alcuni coetanei mi si avvicinarono. Avevano dei libri sottobraccio e quando mi
chiesero se potevano sedersi al mio tavolo acconsentii. Mi dissero che anche
loro erano studenti e che avevano messo su una piccola comunità di giovani
provenienti da tutto il mondo. Mi invitarono ad andarli a trovare. Il semestre
era appena iniziato. Quella sera stessa, terminate le lezioni, mi recai a casa
loro, dove trovai un gruppo di trenta ragazzi provenienti da una mezza dozzina
di paesi. Quando chiesi se fossero un gruppo religioso, mi risposero di no,
ridendo. Mi dissero che facevano parte di una certa "Crociata per l'unità del
mondo", una associazione il cui scopo era il superamento delle barriere
culturali tra i diversi popoli. Partecipai con piacere alla conversazione.
L'atmosfera vivace della riunione mi piacque. I ragazzi si comportavano tra loro
come fratelli e sorelle e sembravano davvero far parte di un'unica famiglia.
Il giorno seguente mi imbattei in uno di loro. Mi chiese se mi era piaciuta la
serata. E alla mia risposta affermativa, propose: «Oggi pomeriggio Adri, che è
olandese, terrà una breve conferenza su interessanti temi esistenziali. Perché
non vieni?». Alcune ore più tardi mi recai ad ascoltare l'intervento di Adri.
Era vago, peccava di eccessivo semplicismo, ma ascoltarlo era piacevole e
condividevo quasi tutto quello che diceva. Ma nel suo discorso non trovavo nulla
che potesse spiegare il motivo della felicità dipinta sul volto di quei ragazzi.
Pensavo che ci fosse qualcosa di sbagliato in me o qualcosa di eccezionale in
loro. La mia curiosità era al massimo.
Finii col ritrovarmi con loro anche il giorno dopo. Questa volta l'oratore tenne
un discorso sull'origine dei problemi umani. Il suo intervento aveva un taglio
religioso: parlava di Adamo ed Eva e di come si erano perduti per aver fatto
cattivo uso dell'amore. In quel momento non mi rendevo conto che tutte le mie
domande ri}anevano comunque senza risposta e non sospettai minimamente che mi si
teneva deliberatamente sulla corda. La mia confusione cresceva e perciò
annunciai che quella per me sarebbe stata l'ultima serata con loro. Non appena
ebbi pronunciato queste parole, nella sala scese un silenzio di tomba.
Uscii ed ero appena salito in auto quando venni raggiunto da una dozzina di
ragazzi che, nonostante il freddo, si precipitarono fuori con le sole calze ai
piedi: mi circondarono e mi dissero che non mi avrebbero lasciato andar via se
non «dietro la promessa» che sarei tornato la sera successiva. Pensai che erano
matti. Stavano fuori al gelo senza scarpe e senza giacca, tenendomi praticamente
in ostaggio solo perché mi trovavano simpatico. Fui costretto ad arrendermi: mi
sarei sentito in colpa se uno di loro si fosse ammalato.
Il giovedì successivo, al mio ritorno, fui letteralmente sommerso dalle
attenzioni di tutti. Più tardi avrei imparato che questa tecnica si chiama «love
bombing», bombardamento affettivo. Mi fecero moltissimi complimenti: trovavano
che ero simpatico, buono, intelligente e dinamico. Insistettero perché
trascorressi con loro «un fine settimana di ritiro in un bellissimo posto di
campagna». Li informai del fatto che durante i fine settimana lavoravo come
cameriere: non avrei potuto partecipare alla gita. Prima di andare via fui
costretto a promettere che, se fossi riuscito a liberarmi, avrei accettato
l'invito. Il giorno seguente telefonai al mio datore di lavoro, all'Holiday Inn.
Mi disse: «Steve, non ci crederai, ma il banchetto per il matrimonio è stato
cancellato proprio oggi pomeriggio. Hai il fine settimana libero!». Partii quel
venerdì stesso.
Obbligato a compilare un test
Mentre attraversavamo l'imponente cancello in ferro battuto di una tenuta
miliardaria di Torrytown, nello Stato di New York, qualcuno alle mie spalle
disse: «Questo fine settimana terremo un seminario insieme alla Chiesa
dell'Unificazione». La testa mi si riempì di domande, che in quel momento evitai
di esternare. Seminario? Chiesa? Perché non me ne avevano parlato prima? Come
potevo tornarmene a casa? Una volta scesi dal furgone, fummo condotti in una
piccola casa di legno nascosta tra alberi secolari. Provai un senso di paura.
Dissi che volevo tornarmene a casa. Un ragazzo biondo, con un sorriso stampato
sul viso, mi diede una pacca sulle spalle: «Ti divertirai! Comunque, stasera non
c'è nessuno che possa darti un passaggio e riportarti in città». Entrammo in una
stanza, dove fummo divisi in piccoli gruppi. I capi ci diedero fogli di carta e
pennarelli e ci chiesero di disegnare una casa, un albero, una montagna, un
fiume, il sole e un serpente. Nessuno chiese perché: tutti fecero quanto era
stato loro chiesto. Appresi in seguito che si trattava di un test di
personalità.
Ginnastica e canti di indottrinamento
A turno ci presentammo gli uni agli altri, seduti a gambe incrociate sul
pavimento. Finite le presentazioni, cominciammo a intonare canzoni folk. In
quell'atmosfera da asilo infantile, mi sentivo a disagio ma nessun altro
sembrava farci caso. Quella notte dormimmo in letti a castello, dentro un garage
trasformato in dormitorio. Donne e uomini dormivano in camerate separate. Al
mattino fui avvicinato da un giovane dall'aspetto ascetico che avevo conosciuto
nella casa di Queens. Si sedette accanto a me e mi disse che anche lui era
rimasto perplesso da alcune stranezze viste e sentite al suo primo seminario e
mi consigliò di non chiudermi a riccio e di dar loro la possibilità di
presentare ciò che chiamavano il Principio Divino: «Non giudicarli finché non
avrai un quadro completo della situazione». Se avessi lasciato il gruppo ora, mi
disse, lo avrei rimpianto per tutta la vita.
Il suo tono intrigante e carico di mistero, suscitò in me un'enorme curiosità.
Al mattino, prima di colazione fummo condotti a far ginnastica ritmica e ci
furono altri canti. Poi fece la sua comparsa un uomo dall'aspetto carismatico:
voce suadente e occhi blu freddi come il ghiaccio. Si presentò come il direttore
del seminario e ci illustrò le regole che avremmo dovuto seguire quel fine
settimana. Dovevamo rimanere nel gruppo assegnatoci; ci era vietato passeggiare
nella proprietà da soli; avremmo potuto fare domande solo al termine di ciascuna
lezione, e solo dopo esserci nuovamente ricongiunti al nostro gruppo. Ci
presentò poi l'oratore che quella mattina avrebbe tenuto il suo intervento,
Wayne Miller.
Trentenne, in completo blu, il signor Miller aveva l'aspetto rassicurante del
medico di famiglia. Ascoltandolo, il mio disagio andò crescendo. Il seminario
aveva veramente qualcosa di strano. Quasi tutte le persone che erano là mi
piacevano: erano tutti studenti brillanti e di buon cuore. Ciò che non mi andava
a genio era l'ambiente costrittivo, l'infantile atmosfera religiosa e il fatto
che non mi fosse stato detto in anticipo che cosa sarebbe avvenuto in quel fine
settimana. Ogni volta che sollevavo obiezioni venivo invitato a rimandarle: «È
una buona domanda, ma aspetta: troverai la risposta giusta nella prossima
lezione». Non dovevo giudicare prima di avere sentito tutto: dovevo sorbirmi una
gran quantità di lezioni sull'umanità, la storia, lo scopo della creazione, il
mondo spirituale opposto a quello materiale e via dicendo.
L'intero fine settimana era stato minuziosamente programmato. Non c'era
possibilità di rimanere da soli. I nuovi arrivati erano in maggioranza: non
venivano mai lasciati soli e non potevano parlare tra loro se non in presenza di
un "responsabile". Al termine del primo giorno, il mio senso della realtà era
rimasto più o meno intatto. Prima di andare a letto ci fu chiesto di scrivere le
nostre "riflessioni", e io lo feci. Il secondo giorno, la domenica, iniziò come
il primo. Eravamo lì da 36 ore. Mi pareva di essere lì da una settimana e
cominciavo a chiedermi: «C'è qualcosa che non va in me? Perché sono l'unico a
pormi degli interrogativi?». Iniziai a prendere appunti.
Domenica sera ero pronto a tornarmene a casa. Ma diverse persone mi
scongiurarono di non farlo. L'indomani sarebbe stata la giornata più importante.
Spiegai che il giorno dopo avevo lezione all'università: per me era impossibile
rimanere un altro giorno. Il direttore del seminario mi prese in disparte e mi
disse che si sarebbero tutti trattenuti fino al giorno dopo. «Nessuno ti aveva
detto che questo seminario sarebbe durato tre giorni?», mi chiese. Gli risposi
di no: «Non sarei mai venuto se avessi saputo di dover perdere un giorno di
lezione». «Beh, visto che sei giunto quasi alla fine, non vuoi conoscere le
conclusioni?», mi chiese. L'indomani, mi promise, sarebbe stato tutto più
chiaro. Una parte di me era incuriosita e voleva andare fino in fondo. Inoltre
dipendevo dagli altri per la macchina. Non volevo arrecare fastidio ad amici o
familiari chiedendo loro di farsi chilometri e chilometri per venirmi a prendere
con urgenza, né volevo fare l'autostop in una località che non conoscevo, di
notte e in pieno inverno.
Il terzo giorno ci venne fatto raggiungere un livello emozionale mai toccato
prima. La lezione che Miller impartì quel giorno si intitolava "La Storia della
restaurazione". Miller sosteneva si trattasse di una accurata ricostruzione del
Disegno Divino che avrebbe riportato gli uomini al Suo intento originario. «È
scientificamente provato che esistono corsi e ricorsi storici», asseriva Miller.
Dopo ore e ore di lezione sembrava che questi cicli storici convergessero tutti
intorno ad un'unica, incredibile conclusione: tra il 1917 e il 1930 Dio aveva
mandato sulla Terra il suo secondo Messia. Chi era questo Messia? In quel
seminario nessuno lo disse. Quando giunse l'ora del ritorno in città ero esausto
e sempre più confuso. Mi sentivo inebriato al solo pensiero che ci fosse una
remota possibilità che Dio avesse guidato tutta la mia vita per prepararmi a
questo momento storico; in altri momenti mi pensavo che fosse tutto uno scherzo
di pessimo gusto. Ricordavo i momenti finali del discorso di Miller. «E se...
fosse vero? Tradireste il figlio di Dio?». Miller aveva posto la domanda alla
platea con voce appassionata, rivolgendo lentamente lo sguardo al cielo.
Ultimo atto, Satana e il comunismo
Quando, a notte fonda, il pullman tornò alla sede dell'organizzazione ero
esausto; il mio unico desiderio era di tornare a casa , ma non mi fu permesso.
Jaap Van Rossum, il direttore, insistette perché rimanessi a parlare un po' con
lui. Volevo andarmene ma lui si faceva più insistente. Mi fece sedere davanti al
caminetto e mi lesse la biografia di un umile coreano, Sun Myung Moon, di cui
non avevo mai sentito parlare. Si diceva che Moon aveva dovuto superare mille
difficoltà e sofferenze per diffondere la verità di Dio e combattere Satana e il
comunismo. Quando finì, Jaap mi invitò a pregare per quanto avevo appena
ascoltato e mi disse che ora ero responsabile della grande verità che mi era
stata insegnata e che, se le avessi girato le spalle, non me lo sarei mai potuto
perdonare. Cercò di convincermi a passare la notte lì. Per liberarmi mi misi a
urlare: «Lasciami stare!»; poi fuggii nella notte, a gambe levate. Ma, provai un
senso di colpa per essere stato tanto sgarbato con quelle persone che erano
state così sincere. Guidai verso casa con le lacrime agli occhi.
La tecnica dell'inganno celeste
Vedendomi i miei genitori pensarono che fossi stato drogato e mi dissero che
avevo un aspetto orribile: i miei occhi erano velati e sembravo molto confuso.
Cercai di spiegare loro quanto era appena successo, ma ero esausto e incoerente,
e quando dissi che il seminario aveva a che fare con la Chiesa
dell'Unificazione, mio padre e mia madre si preoccuparono, pensando che volessi
diventare cristiano.
Domande incessanti mi martellavano. Che Dio mi avesse preparato per tutta la
vita alla missione di realizzare il Regno dei Cieli in Terra? Che Sun Myung Moon
fosse veramente il Messia? In quello stato di confusione mentale non mi sfiorò
neppure l'idea di essere stato sottoposto a tecniche di controllo mentale e non
realizzai che, se solo una settimana prima non credevo affatto in Satana, ora
avevo addirittura paura che stesse influenzando i miei pensieri. I miei genitori
mi dissero di stare alla larga dal gruppo. Non volevano che abbandonassi la
religione ebraica. Nemmeno io: volevo solo fare la cosa giusta. Se Moon è il
Messia, pensavo, nel seguirlo rispetterò la mia eredità ebraica. E mi ritenevo
in grado, a 19 anni, di prendere da solo le mie decisioni.
Quando mi rifeci vivo con il Centro, fui trascinato a un altro seminario di tre
giorni. Chiesi a un affiliato perché mi fosse stata tenuta nascosta la natura
religiosa del movimento; mi rispose: «Se te ne avessero parlato, saresti
venuto?». Ammisi che non lo avrei fatto. Mi spiegò che da quando Satana aveva
indotto con l'inganno Adamo ed Eva a disubbidire a Dio, il mondo era caduto
sotto il suo controllo. Ma era giunto il momento che fossero i figli di Dio a
indurre con l'inganno i figli di Satana a seguire la volontà divina.
Divenne evidente, in seguito, che questo "inganno celeste" veniva ampiamente
utilizzato in tutti i vari stadi dell'organizzazione: reclutamento, raccolta
fondi e pubbliche relazioni. Dal momento che i membri del gruppo erano così
determinati a raggiungere il loro scopo, se necessario anche a prezzo
dell'inganno, non vi era più spazio per i principi della «vecchia morale». In
sostegno di questa tesi il movimento adduce la Bibbia, sostenendo che Dio più
volte nella storia aveva perdonato il tradimento, quando questo era stato
finalizzato al compimento del Suo Piano Divino.
Sebbene nei contenuti il seminario fosse quasi identico a quello cui avevo
partecipato la settimana precedente, sentii che era quello il momento in cui
avrei dovuto liberarmi dalle mie riserve mentali. «Lo scorso weekend ero troppo
cinico», pensai. Questa volta Miller tenne una lezione sul comunismo,
descrivendolo come la versione di Satana del Piano Divino, in cui si rinnegava
l'esistenza stessa di Dio. La nuova religione sulla Terra, quindi, era quella di
Satana e bisognava combatterla. Disse che l'ultima guerra mondiale sarebbe stata
quella tra il comunismo e la democrazia e che sarebbe stata combattuta di lì a
tre anni. Ci avvertì che se i membri del movimento non si fossero impegnati con
tutte le loro energie, ci sarebbero state incredibili sofferenze per il mondo.
Alla fine dei tre giorni lo Steve Hassan che aveva partecipato al primo
seminario non esisteva più. Ero esaltato all'idea di essere stato prescelto da
Dio e di essermi finalmente incamminato sulla retta via. Provavo sentimenti
discordanti: ero onorato del posto da leader che mi era stato assegnato,
spaventato dalla responsabilità che mi ricadeva sulle spalle, emozionato al
pensiero che Dio stesse lavorando per ricostituire il Paradiso Terrestre. Niente
più guerra, povertà, inquinamento: solo amore, verità, bellezza e bontà. Una
flebile voce dentro di me diceva di stare in guardia e di mettere in dubbio ogni
cosa. Ma, tornato a casa, decisi di trasferirmi per qualche mese nella sede dei
moonisti, per farmi un'idea del loro stile di vita e studiare il Principio
Divino, prima di prendere un impegno a vita. Nelle prime settimane, feci la
conoscenza di un capo molto potente, Takeru Kamiyama, un giapponese responsabile
della Chiesa dell'Unificazione per la città di New York. Fui affascinato dalla
sua spiritualità e dalla sua umiltà, e desiderai imparare da lui tutto ciò che
potevo.
In lotta tra mio padre e Kamiyama
Guardando la cosa col senno di poi, mi accorgo che Kamiyama aveva esercitato su
di me un tale fascino perché era diverso dalle persone che avevo conosciuto
nell'infanzia. Era un idealista, aveva status sociale e potere. Mio padre, che
era commerciante, ripeteva che nessuno avrebbe mai potuto cambiare il mondo.
Kamiyama, al contrario, era convinto che bastasse una persona per cambiare il
corso degli eventi. Era molto religioso ed estroverso, mentre mio padre, che
pure era a modo suo una persona schietta e sincera, non lo era affatto.
Analizzando a distanza di anni la vicenda, ho capito che avevo sostituito la
figura di mio padre con quella di Kamyama. L'approvazione e l'affetto che
cercavo da mio padre mi venivano dati da quest'uomo che usava questa leva
emozionale per motivarmi ed esercitare il suo controllo.
Appresi solo più tardi di essere stato il primo abitante del quartiere dei
Queens ad aderire al Centro. Solo un mese prima la sede di Manhattan era stata
suddivisa in otto centri satellite periferici. Kamiyama disse che si trattava di
un segno che indicava che sarei diventato un grande capo. Mi inserì nel gruppo
dei suoi dodici discepoli americani, supervisionando ogni mia attività. L'essere
entrato a far parte di una ristretta cerchia elitaria mi fece sentire speciale.
Grazie al mio rapporto con Kamiyama, potevo avvicinarmi al Messia: Sun Myung
Moon.
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