Sempre più stretto l'abbraccio

del reverendo moon su Milingo

(A cura di Claudio Prandini)

 

 

 

Secondo "ASIANEWS" egli ora si trova a Seoul per studiare la teologia di Moon.

Intanto la setta sbarca all'ONU e piazza i suoi adepti nei posti chiave tra cui anche il coreano e nuovo segretario generale, Ban Ki-moon, voluto dagli USA.

 

 

 

 

Introduzione

 

 

Dal forum del vaticanista Luigi Accatoli leggo...

 

30 Settembre 2006

Da don Sergio Mercanzin, direttore del centro “Russia ecumenica”, ricevo questo messaggio:

Caro Luigi, ritengo una delle più belle avventure della mia vita essere stato per tanti anni amico, collaboratore, compagno di viaggio, confidente di mons. Milingo. Quello che più mi ha impressionato è sempre stato il Milingo esorcista. Quanti esorcismi abbiamo vissuto insieme. Non si stupiva di nulla, sfidava-interrogava-comandava ogni presenza estranea e maligna, conosceva una realtà per me sconosciuta e tenebrosa.  

Ho visto psichiatri accompagnare da Milingo pazienti dalle patologia misteriose, famosi esorcisti ricorrere a  lui per i casi insolubili. P. Gabriele Amorth, con alle spalle migliaia di escorcismi, mi diceva:”Milingo esorcista? Davanti a lui mi sento un pigmeo!”. Ed erano esorcismi, non stregonerie. Milingo esorcizzava con la Sacra Scrittura, con le preghiere della Chiesa, e naturalmente sempre in nome di Cristo. Con lui esorcista ho  intravisto il Male (maiuscolo) e il Bene (maiuscolo).

Per me è stato un maestro, un grande e raro maestro. Dico maestro, non dico modello, perché ho sempre visto anche i suoi limiti.

L’ultima scivolata io la spiegherei così: tanto protagonismo, poca comunione. Un giorno in cui era particolarmente in crisi con le autorità della Chiesa e voleva sbattere le porte e andarsene gli ho detto: “Eccellenza, diavolo vuol dire: colui che divide. Lei l’ha tanto combattuto.  Adesso vuole dividere proprio lei?” Allora mi ascoltò. Allora…

Ciao! Don Sergio Mercanzin

PS. “Scomunicato”, secondo te, è un termine giuridico ecclesiastico per indicare l’evangelica “pecorella smarrita”? Se fosse così dovremmo andargli incontro con trepidazione e amore. E’ quello che mi riprometto di fare.

Sempre dallo stesso forum leggo ancora...

2 Ottobre 2006

Ieri sera ho seguito con particolare attenzione la trasmissione di Terra, lo speciale del Tg5 condotto dall’ottimo Toni Capuozzo, dedicata al caso Milingo. Erano miei ospiti a cena due cari amici, un sacerdote con delega del vescovo ad effettuare esorcismi ed un neuro-psichiatra. Tutti e tre siamo rimasti a bocca aperta nell’ascoltare l’intervista di Milingo. Questi ha “perdonato” il Papa per aver “osato” scomunicarlo; si è detto ancora fedele alla Chiesa di Roma, malgrado abbia aderito alla setta di Moon che, come è noto, non riconosce la divinità di Gesù; ha rivendicato il “diritto” dei sacerdoti a sposarsi; ha definito canonicamente valide le sue ordinazioni episcopali e, udite udite, ha fatto anche lo spiritoso: “Tanta gente dice che andrò all’inferno. Questo lo può sapere solo Dio. A voi dico: non preoccupatevi per me…”. Come per dire, “fatevi i fatti vostri, pensate a voi stessi”. E poi, credendosi forse il Papa, ha benedetto i telespettatori (anche se a me sembravano più maledizioni che altro). L’esorcista che era con me ha detto: “Satana ha avuto la sua rivincita con quest’uomo”; il neuro-psichiatra ha parlato di “delirio di onnipotenza”; a me è scappata solo un’esclamazione: “Traditore!”.

Qual'è dunque la verità su Milingo? Difficile dirlo, anche se credo che Don Sergio Mercanzin abbia colto nel segno quando afferma che c'è stato "tanto protagonismo, poca comunione" in tutta questa vicenda. Milingo si è sempre sentito diverso non solo per il colore della pelle, ma soprattutto per il suo ministero di vescovo esorcista! Si sentiva spesso criticato dagli altri vescovi per il suo modo essere vescovo, tanto che non era raro che in qualche diocesi gli fosse impedito di svolgere il suo ministero di esorcista. Lui però faceva quello che i vescovi non fanno più da tantissimo tempo, pur avendone ricevuto il mandato direttamente da Cristo (Mt 10,8), e questo rappresentava una fonte di incomprensione  e di frizione continua... Poi c'è stato l'incontro con la Setta del reverendo Moon e con Maria Sung e la storia ha preso la china che tutti conosciamo! Una delle principali tecniche di adescamento che vengono usate da questa Setta è la così detta "love bombing" che, nel caso di Milingo, ha avuto soprattutto le fattezze di un'agopunturista coreana.

 

Con Milingo il reverendo Moon ha cercato di ottenere un duplice risultato in un sol colpo: a) accrescere il prestigio della Setta, in declino per scandali vari; b) usare Milingo come un cuneo con l'intento di dividere la Chiesa Cattolica usando il tema dei preti sposati. Opera veramente diabolica questa in quanto ha fatto perno sulla personalità vulcanica (e per certi versi ingenua) di Milingo, da una parte, e la sua situazione di tensione continua con i suoi confratelli nell'episcopato, dall'altra. Comunque, a prescindere da ogni giudizio su Milingo, va detto che le mire del reverendo Moon sulla Chiesa Cattolica sono reali e portano il segno dell'Anticristo. Egli vuole creare una chiesa universale sincretista, nella quale entrino a far parte tutte le fedi mondiali in una specie di nuova summa teologica universale. Un'unica fede per un'unica umanità, che prepari  così anche l'avvento dell'unico governo mondiale, che si definirà illuminato e umanista, ma che sarà sostanzialmente anticristico e dispotico! Già ora all'UNU, che rappresenta un po' l'embrione del futuro governo mondiale, la Setta ha piazzato suoi uomini tra i quali, sembra, il nuovo segretario generale Ban Ki-moon, pure lui coreano. Quando si dice potenza...!!!

 

La Chiesa Cattolica è dunque, assieme all'Islam (chissà, forse è per questo che c'è qualcuno che fa di tutto per creare contrapposizione tra le due fedi abramitiche!), il vero inciampo per la realizzazione di questo progetto di natura profondamente massonica. Questo è il lavoro dell'Anticristo: dividere per governare! La Setta del reverendo Moon rappresenta dunque a tutti gli effetti un aspetto importante dell'opera dell'Anticristo nei nostri giorni.

 

Milingo ora studia la teologia di Moon, ma per prepararsi a cosa? Quali progetti ha il reverendo Moon per il futuro di Milingo? Al momento non lo sappiamo, ma possiamo intuirlo! Ora non ci resta che un umile preghiera per lui... E' un atto di carità che non possiamo negare a nessuno, tanto più ad una pecorella smarrita e dispersa da quel Nemico che egli ha sempre scacciato nel nome del Signore!

 

 

 

 

Milingo con la moglie coreana

 

 

 

 

COREA DEL SUD: Milingo a Seoul

 per studiare la teologia di Moon

L’ex arcivescovo, scomunicato in settembre, prenderà parte

ad un convegno  della “Chiesa dell’unificazione” ed

alla festa per il compleanno di Moon.

 

di Theresa Kim Hwa-young

Seoul (AsiaNews) – Mons. Emmanuel Milingo è a Seoul, dove studia la teologia del reverendo Moon e della sua “Chiesa dell’unificazione”. Milingo, che è scomunicato dalla Chiesa cattolica per aver illecitamente ordinato quattro vescovi ne settembre dell’anno scorso, è apparso ad un convegno della “Chiesa dell’unificazione” che si è tenuto il 30 gennaio in un albergo del centro di Seoul, ed è tornato a chiedere che il Vaticano consenta il matrimonio dei preti.

A quanto si apprende, l’ex arcivescovo di Lusaka sarebbe alloggiato in un albergo nei dintorni della capitale sudcoreana.

“Il motivo per il quale non abbiamo detto nulla su questa visita – ha dichiarato una fonte della “Chiesa” di Moon – è stato per non provocare l’irritazione dei cattolici”. Secondo la stessa fonte, Milingo “prenderà parte ad un convegno internazionale che si svolgerà a Seoul dal 20 al 23 febbraio ed alla festa per il compleanno di Moon, l’ultimo giorno dell’incontro”.

Milingo, che ha 72 anni, già in passato ha preso parte ad incontri promossi dal reverendo Moon, compreso uno dei matrimoni collettivi del 2001, nel corso del quale ha sposato Maria Soon, che è membro della Chiesa dell’unificazione.

Dopo un periodo di riconciliazione con la Chiesa cattolica, il 24 settembre dell’anno scorso, a New York, Milingo ha ordinato vescovi quattro sacerdoti, tutti aderenti al movimento “Married Priests Now”, da lui stesso fondato a luglio. Il 26 settembre la Santa Sede ne ha notificato la scomunica “latae sententiae”.
 

 

Il reverendo Moon

uno dei volti dell'Anticristo

 

 

CHI È Sun Myung Moon?

Fonte web

Sun Myung Moon (Jung-ju, 6 gennaio 1920 - vivente) è fondatore ed attuale capo della Chiesa dell'unificazione.

All'età di 16 anni gli sarebbe apparso Gesù Cristo dandogli il compito di portare avanti la Sua missione. Nel 1946 iniziò la sua predicazione a Pyung-yang, iniziando a criticare il cristianesimo convenzionale e il comunismo. Le autorità comuniste, preoccupate dalla sua indole rivoluzionaria lo incarcerarono, per poi liberarlo poco dopo. Continuò le sue predicazioni e fu rinchiuso in un campo di lavoro nei pressi della città di Hung-nam, dove rischiò di morire e da dove uscì, grazie alle Nazioni Unite, nel 1950. Tornò allora a Pyung-yang e continuò a predicare.

Nel 1953 si trasferì a Seoul e nel 1954 fondò l'Associazione Spirituale per l'Unificazione del Mondo Cristiano e inizia a suscitare sospetti. Nuovamente arrestato, viene assolto nel 1955.

Nel 1958 invia i primi missionari in Giappone e nel 1959 negli USA.

Nel 1960 sposò Hak-Ja Han e nel 1972 si trasferì con la moglie negli USA, dove iniziò la sua predicazione a livello nazionale e fece grandi discorsi pubblici al Madison Square Garden di New York nel 1974, allo Yankee Stadium, sempre a New York e nel Settembre dello stesso anno a Washington. Intanto iniziano le prime accuse da parte dei familiari di persone che hanno aderito alla setta, riguardo a lavaggio del cervello e altre costrizioni per far rimanere gli adepti nella setta.

Nel 1981 ha fortemente voluto e infine prodotto il film bellico Inchon (rimasto tutt'ora inedito nel nostro paese) nel quale si racconta una versione (in parte) filo-coreana della Guerra di Korea. Nonostante gli interpreti famosi che arricchiscono il cast (tra cui spiccano Laurence Oliver nel ruolo del generale MacArthur, Ben Gazzara, Toshiro Mifune e Jacqueline Bisset) il film è stato un fiasco assoluto ai botteghini.

Nel 1984 il reverendo viene condannato per evasione fiscale e trascorre 13 mesi nel carcere di Danbury (Connecticut). Questo contrattempo non lo ferma ed, uscito dal carcere dopo aver dimostrato la sua innocenza, cerca sempre più di potenziare l'opera della sua chiesa e promuove molte associazioni di carattere politico, caritativo e religioso.

Nel 1994 dichiara che l'esperienza della Chiesa dell'Unificazione si può considerare terminata, in quanto nei suoi progetti iniziali sarebbe dovuta durare 40 anni. I suoi adepti sono così invitati ad aderire alla Federazione delle Famiglie per la Pace e l'Unificazione Mondiale, che si propone di riunire persone anche non aderenti alla setta ma che desiderano vedere celebrato il proprio matrimonio dal reverendo Moon, insieme ad altre coppie (matrimoni di massa). Intanto gli scandali che vedono al centro il reverendo e la sua setta non si placano, nel 1998 esce un libro di Nansook Hong, la ex moglie del figlio primogenito del reverendo, che suscita grande scandalo in tutto il mondo e come effetto ha quello di vedere diminuire drasticamente il numero di adepti. Dopo anni di silenzi riguardo la setta, questa è tornata alla ribalta quando nel 2001 il vescovo Milingo dichiarò pubblicamente la sua adesione alla setta del reverendo Moon e successivamente, il 27 maggio 2001, sposa durante un matrimonio collettivo la coreana Maria Sung.

I principi fondamentali della setta possono essere così riassunti:

 

 

ONU, embrione del futuro governo

mondiale di stampo massonico?

 

 

 

 

NON SIATE COMPLOTTISTI....

Fonte web

L'americana Josette Sheeran è stata eletta alla testa del Programma alimentare mondiale (PAM) dell'ONU. Il Programma alimentare mondiale fornisce ogni anno aiuti alimentari a circa 100 milioni di persone, vittime di catastrofi, carestie o conflitti.

Tenendo conto dell'importanza di questo organismo, la nomina del suo nuovo direttore rappresenta un po' una delle ultime grandi decisioni del segretario generale dimissionario dell'ONU Kofi Annan. Quando la posta in gioco è alta, fanno notare gli ambienti diplomatici, il peso politico della Svizzera, che aveva presentato la candidatura di Walter Fust, responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) del Dipartimento federale degli affari esteri, non può competere con quello della superpotenza americana. Gli Stati uniti rappresentano, tra l'altro, il maggior paese donatore del PAM e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'agricoltura e l'alimentazione (FAO).

Alcune voci critiche si sono levate nelle ultime settimane nei confronti della candidatura di Josette Sheeran, in relazione alla sua lunga appartenenza alla setta del reverendo Sun Myung Moon. La neoeletta direttrice del PAM si è comunque ufficialmente staccata da questo gruppo religioso, noto per la celebrazione di matrimoni di massa e per le sue posizioni politiche conservatrici.

Josette Sheeran (Shiner), che nelle intenzioni di Bolton e soci dovrebbe trasformare il WFP in una asse strategico statunitense come già è accaduto con la nomina di Paul Wolfowitz a capo della World Bank. La signora Sheeran ha alle spalle una carriera da giornalista e donna d’affari all’ombra del reverendo Moon. La prima volta che apparve sulla stampa fu quando suo padre James cercò di sottrarla insieme alle sorelle Vicky e Jaime alla setta del reverendo famoso in Italia per la vicenda Milingo, nonché per il fatto che si dichiari il figlio di Dio venuto in terra a sollevare gli uomini dal peccato originale (peccato commesso da Eva accoppiandosi con il diavolo e non mangiando la mela).

La storia e i lamenti del padre contro la setta finirono in una articolo di Times Magazine del 10 novembre 1975, intitolato “Pazze per Moon”, un articolo contro i pericoli rappresentati da questo tipo di sette. Fino al 1996 Josette rimarrà membro attivo della congregazione, per passare poi alla carriera giornalistica e manageriale all’interno dell’impero secolare del reverendo (che è una potenza economica anche e soprattutto in Corea), di istituzioni private (Empower America) e pubbliche (Dipartimento di Stato). Nel gergo dei “moonies” è “andata nel mondo” al fine di diffondere la posizione e gli interessi della Chiesa della Riunificazione.

Fonti non accreditate di controinformazione per altro circa Ban Ki-moon osserverebbero: "Costui è membro della «Chiesa dell'Unificazione», ossia la setta del «reverendo Moon» (Sun Myung Moon), la potente organizzazione che da sempre sostiene politicamente e finanziariamente la famiglia Bush, nonché proprietaria del Washington Times, il secondo giornale di Washington, ultra-conservatore." .... certo c'è poco da essere complottisti.......

 

 

Il reverendo Moon durante una cerimonia nuziale

 

 

Una vittima del reverendo Moon racconta

Poi mi svuotò il cervello - Si comincia col "love bombing". Seguono le pressioni psicologiche. E insorgono violenti sensi di colpa... Uno psicologo spiega come fu irretito dal santone. E come se ne liberò.

di Steven Hassan

Secondo l'ultimo rapporto del Viminale sono 83 mila gli italiani che aderiscono alle sette religiose: 137 movimenti profetici, messianici, esoterici, satanici... Dice il documento del ministero degli Interni che «nella fase di proselitismo e in quella di indottrinamento vengono usati sistemi scientifici studiati per aggirare le difese psicologiche delle persone irretite, inducendoli ad atteggiamenti acritici e all'obbedienza cieca». Come è possibile? Il brano che "L'Espresso" pubblica descrive nel dettaglio proprio queste tecniche. A scriverlo è Steven Hassan, uno psicologo americano di famiglia ebraica che a 19 anni viene agganciato all'università dalla setta del reverendo Moon, il santone coreano che ha creato una vasta rete internazionale alla quale aderiscono decine di migliaia di persone (anche in Italia). Per 27 mesi Hassan lavora nella setta, sempre più condizionato: recluta e indottrina nuovi adepti, raccoglie fondi, fa propaganda politica. Poi i suoi genitori lo convincono a parlare con alcune persone che riescono a salvarlo. Hassan si specializza in tecniche di decondizionamento. Sulla sua esperienza ha scritto un libro ("Mentalmente liberi. Come uscire da una setta", Avverbi editore, 26.000 lire). In queste pagine racconta il bombardamento psicologico messo in atto dalla setta per cooptarlo.

Un giorno, mentre leggevo un libro nella sala dell'associazione studentesca, alcuni coetanei mi si avvicinarono. Avevano dei libri sottobraccio e quando mi chiesero se potevano sedersi al mio tavolo acconsentii. Mi dissero che anche loro erano studenti e che avevano messo su una piccola comunità di giovani provenienti da tutto il mondo. Mi invitarono ad andarli a trovare. Il semestre era appena iniziato. Quella sera stessa, terminate le lezioni, mi recai a casa loro, dove trovai un gruppo di trenta ragazzi provenienti da una mezza dozzina di paesi. Quando chiesi se fossero un gruppo religioso, mi risposero di no, ridendo. Mi dissero che facevano parte di una certa "Crociata per l'unità del mondo", una associazione il cui scopo era il superamento delle barriere culturali tra i diversi popoli. Partecipai con piacere alla conversazione. L'atmosfera vivace della riunione mi piacque. I ragazzi si comportavano tra loro come fratelli e sorelle e sembravano davvero far parte di un'unica famiglia.

Il giorno seguente mi imbattei in uno di loro. Mi chiese se mi era piaciuta la serata. E alla mia risposta affermativa, propose: «Oggi pomeriggio Adri, che è olandese, terrà una breve conferenza su interessanti temi esistenziali. Perché non vieni?». Alcune ore più tardi mi recai ad ascoltare l'intervento di Adri. Era vago, peccava di eccessivo semplicismo, ma ascoltarlo era piacevole e condividevo quasi tutto quello che diceva. Ma nel suo discorso non trovavo nulla che potesse spiegare il motivo della felicità dipinta sul volto di quei ragazzi. Pensavo che ci fosse qualcosa di sbagliato in me o qualcosa di eccezionale in loro. La mia curiosità era al massimo.

Finii col ritrovarmi con loro anche il giorno dopo. Questa volta l'oratore tenne un discorso sull'origine dei problemi umani. Il suo intervento aveva un taglio religioso: parlava di Adamo ed Eva e di come si erano perduti per aver fatto cattivo uso dell'amore. In quel momento non mi rendevo conto che tutte le mie domande ri}anevano comunque senza risposta e non sospettai minimamente che mi si teneva deliberatamente sulla corda. La mia confusione cresceva e perciò annunciai che quella per me sarebbe stata l'ultima serata con loro. Non appena ebbi pronunciato queste parole, nella sala scese un silenzio di tomba.

Uscii ed ero appena salito in auto quando venni raggiunto da una dozzina di ragazzi che, nonostante il freddo, si precipitarono fuori con le sole calze ai piedi: mi circondarono e mi dissero che non mi avrebbero lasciato andar via se non «dietro la promessa» che sarei tornato la sera successiva. Pensai che erano matti. Stavano fuori al gelo senza scarpe e senza giacca, tenendomi praticamente in ostaggio solo perché mi trovavano simpatico. Fui costretto ad arrendermi: mi sarei sentito in colpa se uno di loro si fosse ammalato.

Il giovedì successivo, al mio ritorno, fui letteralmente sommerso dalle attenzioni di tutti. Più tardi avrei imparato che questa tecnica si chiama «love bombing», bombardamento affettivo. Mi fecero moltissimi complimenti: trovavano che ero simpatico, buono, intelligente e dinamico. Insistettero perché trascorressi con loro «un fine settimana di ritiro in un bellissimo posto di campagna». Li informai del fatto che durante i fine settimana lavoravo come cameriere: non avrei potuto partecipare alla gita. Prima di andare via fui costretto a promettere che, se fossi riuscito a liberarmi, avrei accettato l'invito. Il giorno seguente telefonai al mio datore di lavoro, all'Holiday Inn. Mi disse: «Steve, non ci crederai, ma il banchetto per il matrimonio è stato cancellato proprio oggi pomeriggio. Hai il fine settimana libero!». Partii quel venerdì stesso.

Obbligato a compilare un test

Mentre attraversavamo l'imponente cancello in ferro battuto di una tenuta miliardaria di Torrytown, nello Stato di New York, qualcuno alle mie spalle disse: «Questo fine settimana terremo un seminario insieme alla Chiesa dell'Unificazione». La testa mi si riempì di domande, che in quel momento evitai di esternare. Seminario? Chiesa? Perché non me ne avevano parlato prima? Come potevo tornarmene a casa? Una volta scesi dal furgone, fummo condotti in una piccola casa di legno nascosta tra alberi secolari. Provai un senso di paura. Dissi che volevo tornarmene a casa. Un ragazzo biondo, con un sorriso stampato sul viso, mi diede una pacca sulle spalle: «Ti divertirai! Comunque, stasera non c'è nessuno che possa darti un passaggio e riportarti in città». Entrammo in una stanza, dove fummo divisi in piccoli gruppi. I capi ci diedero fogli di carta e pennarelli e ci chiesero di disegnare una casa, un albero, una montagna, un fiume, il sole e un serpente. Nessuno chiese perché: tutti fecero quanto era stato loro chiesto. Appresi in seguito che si trattava di un test di personalità.

Ginnastica e canti di indottrinamento

A turno ci presentammo gli uni agli altri, seduti a gambe incrociate sul pavimento. Finite le presentazioni, cominciammo a intonare canzoni folk. In quell'atmosfera da asilo infantile, mi sentivo a disagio ma nessun altro sembrava farci caso. Quella notte dormimmo in letti a castello, dentro un garage trasformato in dormitorio. Donne e uomini dormivano in camerate separate. Al mattino fui avvicinato da un giovane dall'aspetto ascetico che avevo conosciuto nella casa di Queens. Si sedette accanto a me e mi disse che anche lui era rimasto perplesso da alcune stranezze viste e sentite al suo primo seminario e mi consigliò di non chiudermi a riccio e di dar loro la possibilità di presentare ciò che chiamavano il Principio Divino: «Non giudicarli finché non avrai un quadro completo della situazione». Se avessi lasciato il gruppo ora, mi disse, lo avrei rimpianto per tutta la vita.

Il suo tono intrigante e carico di mistero, suscitò in me un'enorme curiosità. Al mattino, prima di colazione fummo condotti a far ginnastica ritmica e ci furono altri canti. Poi fece la sua comparsa un uomo dall'aspetto carismatico: voce suadente e occhi blu freddi come il ghiaccio. Si presentò come il direttore del seminario e ci illustrò le regole che avremmo dovuto seguire quel fine settimana. Dovevamo rimanere nel gruppo assegnatoci; ci era vietato passeggiare nella proprietà da soli; avremmo potuto fare domande solo al termine di ciascuna lezione, e solo dopo esserci nuovamente ricongiunti al nostro gruppo. Ci presentò poi l'oratore che quella mattina avrebbe tenuto il suo intervento, Wayne Miller.

Trentenne, in completo blu, il signor Miller aveva l'aspetto rassicurante del medico di famiglia. Ascoltandolo, il mio disagio andò crescendo. Il seminario aveva veramente qualcosa di strano. Quasi tutte le persone che erano là mi piacevano: erano tutti studenti brillanti e di buon cuore. Ciò che non mi andava a genio era l'ambiente costrittivo, l'infantile atmosfera religiosa e il fatto che non mi fosse stato detto in anticipo che cosa sarebbe avvenuto in quel fine settimana. Ogni volta che sollevavo obiezioni venivo invitato a rimandarle: «È una buona domanda, ma aspetta: troverai la risposta giusta nella prossima lezione». Non dovevo giudicare prima di avere sentito tutto: dovevo sorbirmi una gran quantità di lezioni sull'umanità, la storia, lo scopo della creazione, il mondo spirituale opposto a quello materiale e via dicendo.

L'intero fine settimana era stato minuziosamente programmato. Non c'era possibilità di rimanere da soli. I nuovi arrivati erano in maggioranza: non venivano mai lasciati soli e non potevano parlare tra loro se non in presenza di un "responsabile". Al termine del primo giorno, il mio senso della realtà era rimasto più o meno intatto. Prima di andare a letto ci fu chiesto di scrivere le nostre "riflessioni", e io lo feci. Il secondo giorno, la domenica, iniziò come il primo. Eravamo lì da 36 ore. Mi pareva di essere lì da una settimana e cominciavo a chiedermi: «C'è qualcosa che non va in me? Perché sono l'unico a pormi degli interrogativi?». Iniziai a prendere appunti.

Domenica sera ero pronto a tornarmene a casa. Ma diverse persone mi scongiurarono di non farlo. L'indomani sarebbe stata la giornata più importante. Spiegai che il giorno dopo avevo lezione all'università: per me era impossibile rimanere un altro giorno. Il direttore del seminario mi prese in disparte e mi disse che si sarebbero tutti trattenuti fino al giorno dopo. «Nessuno ti aveva detto che questo seminario sarebbe durato tre giorni?», mi chiese. Gli risposi di no: «Non sarei mai venuto se avessi saputo di dover perdere un giorno di lezione». «Beh, visto che sei giunto quasi alla fine, non vuoi conoscere le conclusioni?», mi chiese. L'indomani, mi promise, sarebbe stato tutto più chiaro. Una parte di me era incuriosita e voleva andare fino in fondo. Inoltre dipendevo dagli altri per la macchina. Non volevo arrecare fastidio ad amici o familiari chiedendo loro di farsi chilometri e chilometri per venirmi a prendere con urgenza, né volevo fare l'autostop in una località che non conoscevo, di notte e in pieno inverno.

Il terzo giorno ci venne fatto raggiungere un livello emozionale mai toccato prima. La lezione che Miller impartì quel giorno si intitolava "La Storia della restaurazione". Miller sosteneva si trattasse di una accurata ricostruzione del Disegno Divino che avrebbe riportato gli uomini al Suo intento originario. «È scientificamente provato che esistono corsi e ricorsi storici», asseriva Miller. Dopo ore e ore di lezione sembrava che questi cicli storici convergessero tutti intorno ad un'unica, incredibile conclusione: tra il 1917 e il 1930 Dio aveva mandato sulla Terra il suo secondo Messia. Chi era questo Messia? In quel seminario nessuno lo disse. Quando giunse l'ora del ritorno in città ero esausto e sempre più confuso. Mi sentivo inebriato al solo pensiero che ci fosse una remota possibilità che Dio avesse guidato tutta la mia vita per prepararmi a questo momento storico; in altri momenti mi pensavo che fosse tutto uno scherzo di pessimo gusto. Ricordavo i momenti finali del discorso di Miller. «E se... fosse vero? Tradireste il figlio di Dio?». Miller aveva posto la domanda alla platea con voce appassionata, rivolgendo lentamente lo sguardo al cielo.

Ultimo atto, Satana e il comunismo

Quando, a notte fonda, il pullman tornò alla sede dell'organizzazione ero esausto; il mio unico desiderio era di tornare a casa , ma non mi fu permesso. Jaap Van Rossum, il direttore, insistette perché rimanessi a parlare un po' con lui. Volevo andarmene ma lui si faceva più insistente. Mi fece sedere davanti al caminetto e mi lesse la biografia di un umile coreano, Sun Myung Moon, di cui non avevo mai sentito parlare. Si diceva che Moon aveva dovuto superare mille difficoltà e sofferenze per diffondere la verità di Dio e combattere Satana e il comunismo. Quando finì, Jaap mi invitò a pregare per quanto avevo appena ascoltato e mi disse che ora ero responsabile della grande verità che mi era stata insegnata e che, se le avessi girato le spalle, non me lo sarei mai potuto perdonare. Cercò di convincermi a passare la notte lì. Per liberarmi mi misi a urlare: «Lasciami stare!»; poi fuggii nella notte, a gambe levate. Ma, provai un senso di colpa per essere stato tanto sgarbato con quelle persone che erano state così sincere. Guidai verso casa con le lacrime agli occhi.

La tecnica dell'inganno celeste

Vedendomi i miei genitori pensarono che fossi stato drogato e mi dissero che avevo un aspetto orribile: i miei occhi erano velati e sembravo molto confuso. Cercai di spiegare loro quanto era appena successo, ma ero esausto e incoerente, e quando dissi che il seminario aveva a che fare con la Chiesa dell'Unificazione, mio padre e mia madre si preoccuparono, pensando che volessi diventare cristiano.

Domande incessanti mi martellavano. Che Dio mi avesse preparato per tutta la vita alla missione di realizzare il Regno dei Cieli in Terra? Che Sun Myung Moon fosse veramente il Messia? In quello stato di confusione mentale non mi sfiorò neppure l'idea di essere stato sottoposto a tecniche di controllo mentale e non realizzai che, se solo una settimana prima non credevo affatto in Satana, ora avevo addirittura paura che stesse influenzando i miei pensieri. I miei genitori mi dissero di stare alla larga dal gruppo. Non volevano che abbandonassi la religione ebraica. Nemmeno io: volevo solo fare la cosa giusta. Se Moon è il Messia, pensavo, nel seguirlo rispetterò la mia eredità ebraica. E mi ritenevo in grado, a 19 anni, di prendere da solo le mie decisioni.

Quando mi rifeci vivo con il Centro, fui trascinato a un altro seminario di tre giorni. Chiesi a un affiliato perché mi fosse stata tenuta nascosta la natura religiosa del movimento; mi rispose: «Se te ne avessero parlato, saresti venuto?». Ammisi che non lo avrei fatto. Mi spiegò che da quando Satana aveva indotto con l'inganno Adamo ed Eva a disubbidire a Dio, il mondo era caduto sotto il suo controllo. Ma era giunto il momento che fossero i figli di Dio a indurre con l'inganno i figli di Satana a seguire la volontà divina.

Divenne evidente, in seguito, che questo "inganno celeste" veniva ampiamente utilizzato in tutti i vari stadi dell'organizzazione: reclutamento, raccolta fondi e pubbliche relazioni. Dal momento che i membri del gruppo erano così determinati a raggiungere il loro scopo, se necessario anche a prezzo dell'inganno, non vi era più spazio per i principi della «vecchia morale». In sostegno di questa tesi il movimento adduce la Bibbia, sostenendo che Dio più volte nella storia aveva perdonato il tradimento, quando questo era stato finalizzato al compimento del Suo Piano Divino.

Sebbene nei contenuti il seminario fosse quasi identico a quello cui avevo partecipato la settimana precedente, sentii che era quello il momento in cui avrei dovuto liberarmi dalle mie riserve mentali. «Lo scorso weekend ero troppo cinico», pensai. Questa volta Miller tenne una lezione sul comunismo, descrivendolo come la versione di Satana del Piano Divino, in cui si rinnegava l'esistenza stessa di Dio. La nuova religione sulla Terra, quindi, era quella di Satana e bisognava combatterla. Disse che l'ultima guerra mondiale sarebbe stata quella tra il comunismo e la democrazia e che sarebbe stata combattuta di lì a tre anni. Ci avvertì che se i membri del movimento non si fossero impegnati con tutte le loro energie, ci sarebbero state incredibili sofferenze per il mondo.

Alla fine dei tre giorni lo Steve Hassan che aveva partecipato al primo seminario non esisteva più. Ero esaltato all'idea di essere stato prescelto da Dio e di essermi finalmente incamminato sulla retta via. Provavo sentimenti discordanti: ero onorato del posto da leader che mi era stato assegnato, spaventato dalla responsabilità che mi ricadeva sulle spalle, emozionato al pensiero che Dio stesse lavorando per ricostituire il Paradiso Terrestre. Niente più guerra, povertà, inquinamento: solo amore, verità, bellezza e bontà. Una flebile voce dentro di me diceva di stare in guardia e di mettere in dubbio ogni cosa. Ma, tornato a casa, decisi di trasferirmi per qualche mese nella sede dei moonisti, per farmi un'idea del loro stile di vita e studiare il Principio Divino, prima di prendere un impegno a vita. Nelle prime settimane, feci la conoscenza di un capo molto potente, Takeru Kamiyama, un giapponese responsabile della Chiesa dell'Unificazione per la città di New York. Fui affascinato dalla sua spiritualità e dalla sua umiltà, e desiderai imparare da lui tutto ciò che potevo.

In lotta tra mio padre e Kamiyama

Guardando la cosa col senno di poi, mi accorgo che Kamiyama aveva esercitato su di me un tale fascino perché era diverso dalle persone che avevo conosciuto nell'infanzia. Era un idealista, aveva status sociale e potere. Mio padre, che era commerciante, ripeteva che nessuno avrebbe mai potuto cambiare il mondo. Kamiyama, al contrario, era convinto che bastasse una persona per cambiare il corso degli eventi. Era molto religioso ed estroverso, mentre mio padre, che pure era a modo suo una persona schietta e sincera, non lo era affatto. Analizzando a distanza di anni la vicenda, ho capito che avevo sostituito la figura di mio padre con quella di Kamyama. L'approvazione e l'affetto che cercavo da mio padre mi venivano dati da quest'uomo che usava questa leva emozionale per motivarmi ed esercitare il suo controllo.

Appresi solo più tardi di essere stato il primo abitante del quartiere dei Queens ad aderire al Centro. Solo un mese prima la sede di Manhattan era stata suddivisa in otto centri satellite periferici. Kamiyama disse che si trattava di un segno che indicava che sarei diventato un grande capo. Mi inserì nel gruppo dei suoi dodici discepoli americani, supervisionando ogni mia attività. L'essere entrato a far parte di una ristretta cerchia elitaria mi fece sentire speciale. Grazie al mio rapporto con Kamiyama, potevo avvicinarmi al Messia: Sun Myung Moon.
 

 

 

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