UNA CRISI ECONOMICA CHE
DURERÀ SETTE LUNGHI ANNI?
PROBABILE, MOLTO PROBABILE!
Si dimenticherà che vi era stata l'abbondanza nel paese a causa
della carestia venuta in seguito, perché sarà molto dura (Gen 41,31)
(a cura di Claudio Prandini)
Giuseppe viene portato davanti al Faraone affinché venga
svelato il significato del sogno delle sette vacche magre (Gen. 41)
INTRODUZIONE
Il crac finanziario
L'insanabilità della
crisi a forbice tra le attività speculative finanziarie, che aumentano
esponenzialmente, e le attività produttive, che stanno collassando, è alla base
delle analisi economiche di Lyndon LaRouche.
La cifra complessiva degli aggregati finanziari, la cui componente principale è
quella delle operazioni in derivati, si stima intorno ai 2 milioni di miliardi
di dollari (stime BRI autunno 2004, vedi nota sotto). Di contro il PIL mondiale
si stima sui 41 mila miliardi di dollari.
In linea teorica, dunque, il rapporto tra finanza e produzione è di 50:1.
E' noto però che le cifre del PIL sono gonfiate con espedienti vari e sempre più
"creativi"; inoltre, la percentuale di certi "servizi", spesso più dannosi che
inutili, continua a crescere mentre il parco tecnologico si restringe.
Anche le cifre sulle transazioni finanziarie che non vengono registrate (OTC),
sono tutt'altro che attendibili. Tante banche hanno finito per "partorire" degli
hedge funds, dirette da loro "ex dipendenti", a cui affidano le transazioni meno
"ortodosse". Per restare comunque alle cifre ufficiali, una sola banca, la J.P.
Morgan Chase, deteneva in data 30 settembre 2004 più di 43 miliardi di dollari
in derivati, una cifra superiore al PIL mondiale e quattro volte il PIL degli
USA.
Dallo sganciamento del dollaro dall'oro e l'istituzione del sistema a tassi
fluttuanti, nel 1971, il mondo finanziario ha dato vita ad una serie di bolle
speculative all'insegna della "deregolamentazione" generalizzata:
Il mercato dei
petrodollari a seguito della crisi petrolifera del 1973
La crisi del debito dei
paesi latinoamericani ed altri nei primi anni Ottanta
La bolla dei junk bonds
(le obbligazioni spazzatura) a partire dal 1986 (nel 2004 ne sono stati emessi
per 139 miliardi di dollari).
La bolla dei derivati a
partire dai primi anni Novanta
La bolla della New
Economy tra la fine degli anni Novanta e questo decennio
La bolla immobiliare,
soprattutto negli USA ed in Inghilterra
La bolla del debito
pubblico e privato nei paesi del settore avanzato.
Il volume complessivo di queste bolle cresce a spese delle attività economiche reali:
nel terzo mondo FMI e Banca Mondiale hanno presieduto all'imposizione di un sistema in cui l'estrazione netta di ricchezza reale da quei paesi supera di gran lunga il totale dei crediti concessi.
nel settore sviluppato
è stata imposta una deindustrializzazione a tappe forzate: negli USA con la
scusa che importare costa meno che produrre e in Europa con la scusa che i
patti di stabilità di Maastricht esigono il blocco del credito pubblico, non
importa se tale credito sia indispensabile nella creazione di ricchezza e nel
mobilitare l'impresa privata.
Obama Barbatrucco
di Eugenio Benetazzo
CRISI FINANZIARIA:
IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE
Cinque economisti hanno dato avventimenti che non sono stati ascoltati, è ora di
gettare uno sguardo alla prossima fase della crisi globale. Ecco cosa dicono:
• Attenzione: Si avvicinano tempi bui. Nouriel Roubini
• Uno shock letale. Stephen Roach
• Buona fortuna, Barack. David Smick
• Quanto manca? Robert Shiller
• Si deve controllare il dollaro. Dean Baker
Nouriel
Roubini. Avviso: Si avvicinano tempi bui.
Le peggiori previsioni dello scorso anno si sono realizzate. La pandemia
finanziaria globale che alcuni avevano previsto è già qui. Ma siamo ancora nelle
prime fasi di questa crisi. La mia previsione per l'anno che inizia, purtroppo,
è ancora più pessimista: le bolle, che sono state molte, hanno appena iniziato
ad esplodere.
L'idea che più ha preso piede è che i prezzi di
molti attivi finanziari a rischio sono caduti così tanto, che abbiamo toccato il
fondo. E' vero che essi hanno subìto una forte contrazione rispetto al
loro massimo alla fine del 2007, ma è anche vero che possono scendere ancora di
più. Nei prossimi mesi, le notizie macroeconomiche negli Stati Uniti e in tutto
il mondo saranno molto peggiore di quelle attese. I dossier sui guadagni delle
aziende sorprenderebbero qualsiasi analista di valori che ancora creda che la
situazione economica sarà lieve e breve.
I mercati finanziari continuano ad avere vari
punti vulnerabili: una crisi di credito che peggiorerà ancora prima di
cominciare a migliorare, un affossamento che continuerà nella misura in cui i
fondi alternativi e alti attori con fondi altrui si vedano obbligati a vendere i
loro attivi in mercati senza liquidità e senza tensione e ciò causerà la caduta
di titoli a pioggia dei prezzi degli attivi; esigenze di margini e altro
affossamento, la bancarotta di altre istituzioni finanziarie, l'entrata in una
crisi finanziaria piena per alcune economie dei mercati emergent, e il pericolo,
per altre, di non riuscire a pagare il loro debito sovrano.
Da allora, gli Stati Uniti hanno sperimentato la peggiore recessione degli
ultimi decenni. L'idea tradizionale che il rallentamento degli Stati Uniti
sarebbe breve e superficiale, una recessione a "V" con un rapido recupero, come
il 1990-1991 e 2001, è ora stata eliminata. Al contrario,
la recessione negli Stati Uniti è ad "U": lunga e profonda potrebbe durare circa
24 mesi. Potrebbe finire con l'essere anche di più, in una situazione di stallo
da parecchi anni (in "L"), come abbiamo visto in Giappone negli anni'90.
Appena l'economia degli Stati Uniti si contrae, l'intera economia globale entra
in recessione. In Europa, Canada, Giappone e in altre economie avanzate, le
conseguenze saranno gravi. E le economie di mercati emergenti, legati al mondo
sviluppato da scambi di merci, finanza e moneta, non sfuggiranno a questo.
Esattamente ciò che costituirà una recessione dipenderà da ciascun paese. Per la
Cina, un grosso calo del tasso di crescita annuo dal 12% al 6%. Pechino dovrebbe
crescere del 10% o più in un anno per portare i 12-15 milioni di contadini
poveri nel mondo moderno. Per gli altri mercati emergenti come il Brasile o la
Corea del Sud, il crollo è rappresentato da una crescita al di sotto del 3%. I
paesi più vulnerabili, come l'Ecuador, l'Ungheria, la Lettonia, il Pakistan e
l'Ucraina, possono vivere una totale crisi finanziaria ed hanno bisogno di un
grande volume di finanziamento esterno per evitare il collasso.
In paesi più ricchi, ci potrebbe essere una debilitante combinazione di
stagnazione economica e deflazione, nel momento in cui le merci iscritte si
contraggono, la domanda aggregata diminuisce. Data l'enorme crescita che ha la
capacità di produzione a causa di eccessivi investimenti in Cina e in altri
mercati emergenti, il calo della domanda produrrà un più basso tasso di
inflazione. Nel frattempo, si accumulano perdite di posti di lavoro e aumentano
i tassi di disoccupazione, con conseguenti pressioni al ribasso sui salari.
Alcune materie prime hanno indebolito i mercati, i cui prezzi sono diminuiti
dopo il picco in estate, e con l'ulteriore calo di una recessione globale,
produrrebbe un più basso tasso di inflazione. Nella prima parte del 2009,
l'inflazione nelle economie avanzate potrebbe scendere a 1%, più o meno, troppo
vicino alla deflazione.
Questa situazione è pericolosa per molti motivi.
Diverse banche centrali sono state costrette a fissare i tassi di interesse per
ripristinare le loro economie e saranno quelli che subiranno un triplice colpo:
una linea di liquidità trappola, una trappola di
deflazione e di debito-deflazione. In una trappola di liquidità, le
banche perdono la loro capacità di stimolare l'economia, perché non possono
fissare i tassi di interesse nominali di sotto dello zero. In una trappola di
deflazione, calo dei prezzi significa che i tassi di interesse reali sono
relativamente elevati, in modo da soffocare consumo e di investimento. Questo
porta a un circolo vizioso in cui la caduta di reddito e di occupazione e di
calo della domanda, scende ancora di più. Infine, il debito-deflazione, il
valore reale del debito nominale sorge come un abbassamento dei prezzi, ed è un
male per i paesi come Stati Uniti e Giappone, che hanno un elevato rapporto fra
debito pubblico e il PIL.
Gli strumenti monetari ortodossi perderanno efficacia, e le autorità dovranno
cercare metodi eterodossi. Vedremo tradizionali politiche fiscali sotto forma di
tagli fiscali e aumenti di spesa, ma ci saranno in tutto il mondo operazioni di
salvataggio dei creditori, investitori e le istituzioni finanziarie, così come i
mutuatari. Le banche centrali iniettato enormi somme di denaro in sistemi
finanziari per sbloccare la crisi di liquidità. Potrebbero essere necessarie
azioni più radicali quali l'acquisto di obbligazioni societarie e di governo o
di sovvenzioni dei tassi di interesse, per far tornare a funzionare
correttamente i mercati del credito.
Questa crisi non è solo una conseguenza dello scoppio della bolla immobiliare
degli Stati Uniti e il crollo del settore dei mutui spazzatura. A causare questo
disastro a livello mondiale sono stati i crediti in eccesso. Ci sono state
diverse le bolle d'aria, in molti paesi sono andati oltre la casa e la
diffusione di mutui e prestiti su immobili non residenziali, carte di credito,
prestiti per l'acquisto di autovetture e prestiti agli studenti.
Ci sono state le bolle dei prodotti trasformati,
che hanno trasformato i mutui in strumenti finanziari complessi, tossici e
distruttivi. E c'erano bolle di sapone, anche, nei prestiti ufficiali locali;
comprare con capitale altrui, fondi alternativi, prestiti commerciali e
industriali, buoni cooperativi, materie prime e permute a rischio di credito; un
pericoloso mercato senza regole nel quale si sono venduti fino a 60mila milioni
di dollari emergenti di protezione nominale contro una riserva sospesa di buoni
cooperativi di solo 6 mila milioni di dollari.
Queste bolle, hanno formato, in totale, la più
grande bolla di credito e di attivi della storia, con la loro esplosione, le
perdite totali di credito potrebbero essere di anche 2000 milioni di dollari.
Se i governi non riescono ad agire più rapidamente per ricapitalizzare le banche
e altri istituti finanziari, la crisi del credito è destinata a peggiorare
ulteriormente. Le perdite aumenteranno più
velocemente di quanto le società ricostruiranno i loro bilanci.
Grazie alle azioni drastiche del G-7 ed altri, il rischio di una crisi
finanziaria strutturale è diminuita. Ma purtroppo, il peggio non è ancora
arrivato. Quest' anno sarà difficile. Solo una risposta molto aggressiva,
coordinata ed efficace da parte delle autorità, può assicurare che il 2010 non
sarà peggio di quello che è sicuramente sarà il 2009.
Stephen Roach: UNO SHOCK
LETALE.
Prima della fine di quest' anno, tutte le regioni del mondo subiscono gli
effetti della recessione. A mio parere,
il 2009 passerà alla storia come l'anno della prima vera recessione globale
della moderna economia.
E 'vero che negli Stati Uniti è iniziata
nell'estate del 2007, con la "crisi delle ipoteche spazzatura". Ma
vi è stata basata su modelli di crescita delle bolle in un numero
sorprendentemente elevato di paesi, di cui tutti hanno eruttato.
Negli Stati Uniti, la crescita alla base di attività sono concentrate in due
settori dell'economia: attività di costruzione e il consumo personale. Oggi,
questi due settori, che corrispondono a quasi l' 80% del PIL U. S., hanno subìto
una forte contrazione.
Questo fa sì che le economie asiatiche, che dipendono da esportazioni rientrano
in questa equazione. Infatti, la bolla di esportazioni, a sua volta, dipende
dalla bolla di consumo degli Stati Uniti. L' Asia ha avuto anche l'aiuto della
moneta chiaramente sottovalutato.E, per mantenere le loro divise economiche,
paesi come la Cina hanno dovuto reciclare enormi quantità di riserve estere in
attivi in dollari, e questo ha contribuito a sopprimere i tipi di interessi
degli Stati Uniti e sostenere appunto le bolle di credito e di attivi che
alimentavano l'economia delle bolle degli Usa. Era un circolo vizioso che è
stato rotto. Siccome le economie asiatiche non hanno un consumo interno che
serva da solido sostegno, i rischi per la crescita nella regione, hanno
cominciato ad aumentare.
Probabilmente succederà lo stesso con le regioni produttrici di materie prime,
non solo in Medio Oriente, che dipende dal petrolio, ma anche con le risorse
delle economie di Australia, Canada, Brasile, Russia e Africa. Così diminuisce
la crescita globale, in modo che la domanda di materie prime sensibili per
l'economia, con il conseguente adeguamento dei prezzi, viene distorta da bolle e
dal ritmo di crescita dei principali produttori.
Una seconda
megaforza attiva è la globalizzazione, i vincoli che attraversano le frontiere,
durante l'ultimo decennio, hanno utilizzato sempre più forme di flussi
commerciali, di capitali e di mano d'opera. Il credito è
essenzialmente una crisi forte di contagio tra i prodotti, un virus che è
apparso con ipoteche lettiera, ma che si è propagato rapidamente alla carta
commerciale sostenuta da attività, titoli garantiti da ipoteche e d'asta, quote
e altri strumenti in tutti i mercati del credito. Tuttavia, poiché gli ingegneri
finanziari erano così affezionati all' assegnare prodotti complessi, hanno
creato questa situazione economica che è una croce letale.
Non c'è da meravigliarsi se questa è la peggiore
crisi finanziaria in 75 anni.
Spinto da una confluenza di shock dopo lo scoppio delle bolle e la crescente
forza dei legami a livello mondiale, questo sarà probabilmente la peggiore
recessione dopo la seconda guerra mondiale. Ciò significa che può essere più
grave rispetto a quella della metà degli anni'70 e i primi anni '80. Quindi
sono state le azioni
aggressive da parte delle banche centrali di controllo l'inflazione che ha
causato una profonda recessione. Questa volta, tutto è stato causato
dall'esplosione di una bolla d'aria sulla base di squilibri a livello mondiale.
Ma non dobbiamo contare su un forte recupero (a V), del mondo post-bolla
recessione nel 2009. Senza grandi probabilità
che appaia un altro consumatore importante per riempire il buco lasciato dagli
Stati Uniti, il mondo, non uguale e distorto dalla bolla, sperimenterà un
recupero anemico nel migliore dei casi.Passerà molto tempo prima di
tornare al tasso di crescita globale di quasi il 5% che aveva nei quattro anni e
mezzo fino a metà del 2007.
Shock di questo tipo sono fatali per qualsiasi economia, in particolare,
e molto di più per il mondo intero.
David Smick: BUONA FORTUNA
BARAK.
Barack Obama ha raggiunto la Casa Bianca con un programma ambizioso. Ma con
l'economia globale nel bel mezzo di un brutale collasso finanziario in cui
praticamente tutte le attività del mondo stanno riducendo il loro valore, lui ei
suoi omologhi internazionali si devono aspettare un' immensa sofferenza.
Dobbiamo iniziare con la politica interna degli Stati Uniti. Il primo deficit di
bilancio Obama potrebbe essere molto più alto di 1,5 trilioni di dollari. I
diversi pacchetti di salvataggio, i piani di aumento della spesa, e la
contrazione economica provocano un calo del gettito fiscale. I governi sono già
in coda per chiedere aiuti federali. Fondi pensione privati saranno i prossimi.
La Federal Deposit Insurance (FDIC), che sta affrontando il problema del mutuo,
hanno bisogno di una sana iniezione di capitale da Zio Sam.
E questo, prima di sommare le promesse di Obama
alle spese e ai tagli fiscali.
Il progetto di legge sarà sicuramente rivolto a tutto questo debito prima del
2012. I tassi di interesse sui mutui sono aumentati rapidamente quando il Tesoro
U.S.A ha presentato il suo piano di salvataggio, e il passivo della bilancia dei
pagamenti della Federal Reserve è aumentato del 100%. I mercati finanziari si
aspettano che, entro tre o quattro anni, le banche centrali di tutto il mondo,
dopo un periodo di disinflazione, saranno costrette a trattare con questo
massiccio aumento del debito. Forse Obama dovrà affrontare un incubo che ricorda
quello ha colpito il Giappone nel '90. Oggi le banche degli Stati Uniti, sono
piene di capitali(400.000 mila milioni di dollari supplementari, secondo gli
ultimi conti, in gran parte dato dai contribuenti) ma non concedono prestiti.Si
tratta di un problema come l'uovo e la gallina. Le banche non prestano denaro a
causa dell' indebolimento dell'economia statunitense. L'economia è indebolita
perché le banche non prestano denaro. Oltre alla nazionalizzazione, c'è poco che
Obama può fare per loro vigore.
Nel resto del mondo, il breve periodo di gioia per un male estraneo ai problemi
economici di Washington è finito. Risulta che
l'Europa è stata sei volte più esposta al rischio di credito commerciale nei
mercati emergenti, rispetto ai titoli spazzatura negli Stati Uniti. In
alcune economie, tra cui la Gran Bretagna, il pericolo in cui le banche hanno
sfiorato, si avvicina molto al PIL nazionale.
Perché questo è un grosso problema? Dato che le economie in via di sviluppo
hanno permesso pericolosamente la dipendenza dalle esportazioni, mentre il
cambio tra la loro moneta e il dollaro statunitense ha accumulato montagne di
avanzo di risparmio. Questo modello di crescita è arrivato a tutta velocità
verso il basso, come una diminuzione della domanda mondiale. Ma se si rompono
molti di questi mercati emergenti,
il FMI non dispone delle risorse necessarie per organizzare le operazioni di
soccorso. Per mettere le cose in prospettiva, le banche austriache hanno
un contatto con i mercati finanziari di 290.000 milioni di dollari e oltre.In
Austria il PIL ammontava a 370.000 milioni. L'unico motivo di ottimismo è che il
mondo non ha la mancanza di capitali. Semplicemente aspetta, ci sono sei
miliardi di dollari solo in fondi di mercato monetario in tutto il mondo.
Quanto prima Obama e i suoi seguaci possano
elaborare una riforma finanziara credibile che aumenti la trasparenza allo
stesso tempo che proteggano i flussi commerciali e di capitale, prima tornerà a
circolare il capitale messo da parte.Alla fine,
i mercati vogliono la certezza che i nostri leader hanno un piano d'azione che
può essere considerato attendibile. Questo piano non esiste ancora.
QUANTO MANCA? Robert
Shiller
Le bolle speculative, alla fine, sono solo una questione psicologica. La gente
si crea aspettative stravaganti sulla ricchezza che producono i loro
investimenti, dimenticando i preziosi insegnamenti delle altre crisi finanziarie
del passato, quindi non vi è una pericolosa bolla.
Ma la psicologia della caduta può essere altrettanto pericolosa. Come cadono dei
prezzi delle attività, i mercati possono spostarsi. Alcuni indicatori mostrano
che ci stiamo avvicinando ai livelli dei prezzi prima della bolla. Il rapporto
prezzo-utili negli Stati Uniti, e il mercato azionario è più o meno nella sua
media storica. I prezzi degli immobili sono probabilmente a metà strada per un
ritorno alla fine degli anni'90, quando cominciò la bolla. In alcune città degli
Stati Uniti sono diventati quasi interamente a quel livello.
Ma nessuno può dire esattamente quando il
mercato ha toccato fondo. In un certo senso, il processo è una profezia.
L'euforia è finita e le aspettative negative che sono il collasso dei prezzi
delle attività, a loro volta, sembrano giustificare questo pessimismo. Date le
scarse prospettive economiche per l'anno che è iniziato, è possibile che i
prezzi delle case continuino a scendere anche nel 2010, come suggerito dai
mercati futures a Chicago.
La storia ci dice che c'è qualche precedente nel mercato immobiliare debole per
un periodo di tempo prolungato. Dopo l'ultimo boom edilizio negli Stati Uniti,
che ha raggiunto il picco nel 1989, la città ha impiegato cinque anni prima di
rallentare. Questa volta, i prezzi sono soltanto come quelli di due anni fa.
Forse dovremmo guardare con attenzione a ciò che è accaduto in Giappone, dove i
prezzi delle proprietà urbane sono scesi per 15 anni consecutivi tra il 1991 e
il 2006.
Quando il mercato toccherà il fondo, forse sarà
una caduta lieve non una frattura. In generale, non ci sono punti di
svolta molto marcati. I prezzi degli immobili possono rimanere gli stessi per
qualche anno prima di cominciare a salire. Nel frattempo, i parametri di
riferimento saranno difficili da identificare in modo molto chiaro, finché non
ci siamo lasciati tutto alle spalle.
Finora, le misure che abbiamo adottato per risolvere questa crisi sono
dispensate con i principi di una sana gestione finanziaria.
Abbiamo avviato una drastica dieta -valutando caso per caso i contratti di
ipoteche e dando molti soldi-quando avremmo dovuto ideare un regime di
alimentazione che ci permettesse vivere in modo indifinito. Invece di
mettere in marcia i ratoppi a breve termine che sembrano necessari, avremmo
dovuto adottare una strategia più strutturale, basata sul mercato, come fare in
modo che i valori delle ipoteche siano sempre vincolati ai prezzi delle case e
siano in sintonia sempre di più.
Gli eccessi speculativi sono un problema endemico del sistema del capitalismo di
mercato, ma fornisce anche i propri meccanismi correttivi. Non vi è alcuna
ragione per farlo ora.
Dean Baker: NECESSITA' DI
CONTROLLARE IL DOLLARO
La bolla immobiliare è stata la prima a scoppiare, ma non l'ultima in questa
recessione globale. Oggi ci dovrebbe essere una
maggiore attenzione per
l'imminente esplosione della bolla del dollaro.
La valuta statunitense è stata gravemente sopravvalutata, alla fine degli anni
90, e questo ha causato un enorme deficit commerciale, che ha raggiunto il suo
picco in quasi il 6% del PIL nel 2006 (900.000 milioni di dollari di oggi). Ciò
è insostenibile. Alla fine, obbligherà il
dollaro a cadere ad un livello tale nel quale la bilancia commerciale sia
praticamente equilibrata.
Tale processo è già in corso. Ma la crisi ha fatto girare gli investitori al
dollaro per la sicurezza, e ha causato un aumento nei confronti della maggior
parte delle altre valute. La sua ascesa o
recessione nella maggior parte del mondo faranno che si che il deficit
commerciale torni ad aumentare.
Tuttavia, una volta che la situazione finanziaria comincia a riconquistare la
normalità (cosa che forse non accadrà nel 2009), gli investitori
saranno dispiaciuti per la scarsa resa degli
attivi in dollari. Il suo esodo farà si che il dollaro ricolleghi la caduta che
aveva iniziato nel 2002, ma questa volta la sua caduta potrebbe essere
molto più veloce. Altri paesi, soprattutto la Cina, dipenderanno molto meno dal
mercato statunitense per le loro esportazioni e sono meno interessati a
sostenere il dollaro.
Per gli americani, l'effetto di una forte svalutazione del dollaro si verdà
nell' esporazione a prezzi molto più elevati e un livello di vita molto più
basso. Se la Federal Reserve si preoccupa per l'inflazione causata dall'aumento
dei prezzi degli articoli importati, forse alzerà gli interessi, e questo
sarebbe un altro colpo per l'economia. Come nel
2009, è continuato il crollo della bolla edilizia abitativa, il crollo della
bolla immobiliare a uso commerciale e la conseguente ondata di crediti
inesigibili, che saranno i principali ostacoli per l'economia degli Stati Uniti,
anche se il dollaro cadrà dopo.
In realtà, le ipoteche spazzatura non sono state altro che il segnale di una
crisi molto più ampia.
Il calo dei prezzi delle case ha portato anche a precedenti tassi di default sui
prestiti preferenziali e ancora a raggiungere la maggior parte delle
conseguenze. Si vedranno anche più inadempienze sui prestiti per l'acquisto di
automobili, carte di credito e altre forme di debito dei consumatori, perché i
proprietari non possono più essere utilizzati come garanzia per il pagamento di
altri debiti.
Anche per la proprietà immobiliare per uso commerciale arriverà la sua ora.
Quando il mercato immobiliare ha cominciato a scendere verso la fine del 2005,
ha cominciato ad aumentare il non residenziale. In meno di tre anni, questo
settore è cresciuto di oltre il 40%. Ora vi è un'abbondanza di negozi, uffici,
alberghi e altri usi non residenziali, e questo ha portato alla caduta dei
prezzi, il declino nel settore della costruzione e altre importanti fonti di
crediti in sofferenza per le banche.
Riassumendo,
state attenti alle parole ottimistiche di quelli che dicono "stiamo superando la
parte peggiore",
ignorate il saliscendi giornalieri del mercato e allaciate le cinture. Staremo
male.
L'errore di abbassare i tassi di Eugenio Benetazzo
PEGGIORE DELLA GRANDE DEPRESSIONE
I
media mainstream e Wall Street sono riusciti a convincere che l’attuale
crisi del credito è la peggiore dal [Secondo] Dopoguerra. L’affermazione di
George Soros, secondo cui “il mondo affronta la peggiore crisi finanziaria dalla
Seconda Guerra Mondiale” riassume il giudizio collettivo. La crisi è al momento
l’ultimo capro espiatorio di tutti i mali economici che attualmente affliggono
il sistema finanziario e l’economia globali – dal crollo dei mercati azionari
alla scarsità di cibo nei paesi del Terzo mondo. Ci viene ripetutamente
assicurato che l’ultimo crollo ha a che fare con la crisi del credito stessa; se
non ci fosse la crisi del credito, tutte queste cose terribili non sarebbero mai
successe nell’economia e nei mercati finanziari.
La cosa più straordinaria è che i media mainstream non hanno mai provato
a paragonare l’attuale situazione economica con quella che ha preceduto la
Grande Depressione. In sintesi, si dà per scontato che la Grande Depressione non
potrà verificarsi nuovamente, evitando così il bisogno di un confronto del
genere. Io credo in verità che i fondamenti macroeconomici siano oggi peggiori,
siamo quindi di fronte ad un lungo periodo di depressione economica – una
depressione peggiore della Grande Depressione, una depressione che probabilmente
sarà ricordata nella Storia come “La Seconda Grande Depressione” o la Più
Grande Depressione [The Greater Depression], come l’ha giustamente chiamata
Doug Casey. Di seguito trovate le ragioni per le quali credo che questo sia il
caso.
La Ripetizione degli Errori della Grande Depressione
Alla propria base, la situazione del 1990 e la risposta della Fed alla bolla
tecnologica e della comunicazione ha creato un ambiente economico che ha
incoraggiato la ripetizione di errori molto simili a quelli che hanno condotto
alla Grande Depressione. Qui di seguito viene presentato una breve sintesi degli
errori ampiamente riconosciuti commessi negli anni ’20, senza andare nei
dettagli, con chiari parallelismi nell’attuale situazione economica:
· Bolle degli asset – inizialmente nel mercato azionario durante gli anni
’90, poi nel mercato immobiliare durante gli anni 2000, rispecchiando
notevolmente le bolle nel mercato azionario ed immobiliare degli anni ’20.
· Cartolarizzazione
– benché non nell’assai “ultra-moderna” forma degli anni 2000, con lo
spezzettamento e l'affettamento dei blocchi e delle tranche di
seniority,
è stato ampiamente riconosciuto negli anni ’30 il fatto che la cartolarizzazione
durante gli anni ’20 abbia dato il via all’effetto domino nel sistema
finanziario statunitense durante la Grande Depressione.
· Rapporto di indebitamento eccessivo – come nel 2008 l’argomento del
giorno è la riduzione del
rapporto d’indebitamento [“deleveraging”], così il dipanamento della
riduzione del rapporto d’indebitamento durante gli anni ’30 è stato alla base di
liquidazioni forzate e problemi finanziari. Naturalmente, era molto chiaro a
quei tempi che la radice del problema non era la riduzione del rapporto
d’indebitamento di per sé, ma l’eccessivo rapporto d’indebitamento che si era
formato prima del processo di riduzione. I fondi di investimento furono
determinanti sia nella cartolarizzazione sia nell’eccessivo rapporto
d’indebitamento, come gli odierni Hedge Fund.
· Controllori corrotti – sappiamo bene che le Enron e le Worldcom sono
state aiutate e hanno avuto come complici le società contabili – quelle stesse
aziende che si riteneva fossero i controllori della comunità finanziaria, e che
invece hanno approfittato notevolmente del boom evitando di svolgere le loro
funzioni di controllo. Nell’attuale crisi finanziaria, sappiamo inoltre che le
agenzie di rating si sono anch’esse arricchite durante il boom. Molto simili
erano le problematiche durante gli anni ’20, che hanno spinto all’istituzione
della SEC e di altri enti regolatori per sostituire i malfunzionanti
“controllori” dell’epoca.
· Ingegneria finanziaria – siamo spinti a credere che l’ingegneria
finanziaria sia un fenomeno abbastanza recente, germogliato durante la Nuova Era
della Finanza degli ultimi 15 anni, in realtà l’ingegneria finanziaria era
prevalente negli anni ’20 con obiettivi molto chiari, oggi molto familiari a
tutti: 1) eludere regole restrittive, 2) incrementare l’indebitamento e 3)
rimuovere le passività dai libri contabili.
· Regole datate – come al sistema dei controlli sfuggirono gli eventi
degli anni ’20, e le regole furono introdotte solo dopo che la Grande
Depressione ebbe distrutto il sistema finanziario statunitense, così siamo
pronti a vedere nuove regole che si occupino delle cause dell’attuale crisi.
Comprensibilmente, le regole avrebbero dovuto prevedere gli odierni problemi
finanziari e avrebbe$ro dovuto essere introdotte prima della crisi.
· Ideologia di mercato – negli anni ’20, come negli ultimi due decenni,
l’ideologia di mercato del laissez faire, che Soros ha descritto in modo
abbastanza appropriato come “fondamentalismo di mercato”, è dilagata nei mercati
finanziari. Naturalmente, il libero mercato sa cosa è meglio, ma la realtà che
il mercato monetario non è veramente libero – quando la Fed determina il costo
del denaro (tassi d’interesse), e può cambiare questo costo per tutto il tempo
che vuole, allora ogni genere di squilibrio finanziario può essere sostenuto
senza le regole imposte dal mercato. Questo può condurre a tutti i generi di
problemi con cui abbiamo a che fare attualmente.
· Mancanza di trasparenza – negli anni ‘30, era ampiamente riconosciuto
il fatto che le aziende e in modo particolare le istituzioni finanziarie
mancavano di trasparenza, che consentì a squilibri ed abusi di accumularsi. Oggi
i mercati e le istituzioni finanziarie hanno intenzionalmente compromesso la
trasparenza attraverso una serie di ingegnose, o meglio in malafede, astuzie
contabili ed espedienti finanziari, come somme di denaro lasciate fuori dal
bilancio, derivati di difficile comprensione e strumenti poco chiari di
straordinaria complessità. Oggi i direttori generali e i responsabili dei rischi
dei principali istituti finanziari non possono calcolare la propria esposizione
ai rischi. In origine la mancanza di trasparenza era stata concepita per
raggirare i mercati; ironicamente, i direttori finanziari odierni sono giunti al
punto di raggirare se stessi.
Peggiore della Grande Depressione
Quindi, perché Peggiore della Grande Depressione? Cosa mi fa credere che
l’attuale depressione sarà peggiore della Grande Depressione? Illustrerò i sei
fondamenti più importanti che si riflettono già nei mercati finanziari e che
fanno pensare ad una Più Grande Depressione.
1. Sopravvalutazione del settore immobiliare. Il mercato immobiliare è
stato guidato da una serie di innovazioni nella finanza immobiliare. La
sopravvalutazione nel mercato immobiliare implica una sopravvalutazione degli
strumenti di finanza immobiliare; un’implosione dei prezzi immobiliari comporta
un’implosione nell’ambito di questi strumenti. È ampiamente riconosciuto dagli
economisti il fatto che l’Indice Case-Shiller sia un buon indicatore dei prezzi
del mercato immobiliari. Un grafico ampiamente riconosciuto che va dal 1890 al
2007 racconta come è andata. Il grafico rende molto chiaro il fatto che
l’attuale sopravvalutazione del mercato immobiliare supera all’incirca quella
degli anni ’20. La futura rettifica nel mercato immobiliare si protrarrà a lungo
e sarà tale da torcere le budella, con un effetto cumulato atteso che è molto
peggiore rispetto alla Grande Depressione.
2. Credito totale degli USA. Il credito crea indebitamento: più credito
vi è nel sistema finanziario, maggiore è l’indebitamento di quest’ultimo.
L’attuale credito totale degli USA rispetto al PIL ha superato in modo
significativo i livelli che precedevano la Grande Depressione. A quei tempi,
l’ammontare totale del credito nel sistema finanziaria raggiungeva quasi un
sorprendente 250% del PIL. Utilizzando oggi lo stesso standard di misurazione,
il livello del debito nel sistema finanziario statunitense ha superato il 350%
nel 2008, mentre il livello del 1982 era pari “solo” al 130%. Come ha affermato
in modo abbastanza appropriato Charles Dumas del Lombard Street Research,
“abbiamo avuto un trentennio di crescita dell’indebitamento degli Stati Uniti,
giungendo alla fine ad un’orgia sfrenata”.
Il grafico qui sotto mostra il drammatico incremento del debito (indebitamento)
negli anni ’20 ed una riduzione dell’indebitamento dal 1930 al 1945 (o 1952).
Poi esso mostra una consistente crescita del debito avvenuta successivamente,
con un drammatico incremento dagli anni ’90, e con un superamento nel 2000 del
precedente picco del 1929. Il grafico mostra il livello del 299% alla fine del
2005, ma il livello ha già raggiunto il 350% nel 2008.
Naturalmente, alla crescita del rapporto d’indebitamento, come già affermato in
precedenza, deve necessariamente fare seguito una sua riduzione.
Il modo migliore per capire cos’è l’indebitamento è confrontarlo con
l’assunzione di droghe, mentre la riduzione dell’indebitamento è come una
disintossicazione. Il problema non è che la disintossicazione uccide il paziente
che ha fatto abuso di droga per anni; quello che uccide veramente il paziente è
l’abuso di droga stesso.
Tuttavia, una cosa è chiara: il paziente deve affrontare una disintossicazione
dolorosa o morire; lo stesso vale per il sistema finanziario, deve ridurre
l’indebitamento o implodere.
3. Esplosione dei derivati. I derivati sono stati paragonati da Warren
Buffet a “armi finanziarie di distruzione di massa”. L’ammontare figurativo del
totale dei derivati, così come quello dei “Value at Risk” (VaR), è andato alle
stelle negli ultimi anni con il potenziale rischio di destabilizzare il sistema
finanziario per decenni. Su un piano più allegorico, i derivati pendono come una
spada di Damocle sul sistema finanziario.
È difficile effettuare un confronto con gli anni ’20, gran parte dei derivati
erano a quei tempi utilizzati in modo esteso, tuttavia non erano ampiamente
compresi. Dato che non sono a conoscenza di statistiche sui derivati riguardanti
gli anni ’20, un confronto significativo basato su dati quantitativi è
certamente impossibile. Ciononostante, vorrei azzardarmi a fare un’ipotesi
intelligente, in base alla quale la dimensione odierna dei derivati è centinaia
se non migliaia di volte maggiore rispetto alle dimensioni dell’economia in
confronto agli anni ’20. Alcuni degli ultimi rapporti indicano che il valore
figurativo totale supera sorprendentemente in un quadrilione di dollari. In
prospettiva, esso ammonta a circa 100 volte il PIL dell’economia statunitense.
Il grafico qui di seguito mostra l’esplosione dei derivati nel sistema bancario
statunitense. Si può vedere come nel 1991 il valore figurativo totale era
equivalente a circa alle dimensioni del PIL statunitense. Nel 2006 le dimensioni
erano cresciute 10 volte il PIL, superando ampiamente le dimensioni
dell’economia reale.
Il grafico sottostante fornisce un quadro più dettagliato. Esso mostra il PIL
mondiale e il valore figurativo mondiale dei derivati. Ancora una volta, benché
non sia possibile alcun confronto con gli anni ’20, è chiaro come l’ammontare
complessivo dei derivati sia cresciuto enormemente durante gli ultimi due
decenni e come esso presenti rischi inesistenti all’inizio della Grande
Depressione. La crescita di questi derivati può essere paragonata solo ad
un’esplosione nucleare nel sistema finanziario.
[PIL mondiale (linea) paragonato al valore figurativo
mondiale del mercato dei derivati (istogramma)]
4. Il rapporto Dow-Gold . Il rapporto Dow-Gold rappresenta il più importante
rapporto tra i prezzi relativi degli asset finanziari e gli asset reali. La
componente legata al Dow rappresenta la valutazione degli asset finanziari; la
componente legata all’oro quella degli asset reali. Quando il rapporto
d’indebitamento nel sistema finanziario aumenta in modo significativo, lo stesso
succede al rapporto. Un rapporto molto alto è interpretato come uno squilibrio
tra gli asset finanziari e quelli reali – gli asset finanziari sono più o meno
sopravvalutati, mentre quelli reali sono più o meno sottovalutati. Esso implica
anche che una correzione si renderà alla fine necessaria – o attraverso la
deflazione, che implica una riduzione del rapporto d’indebitamento e un crollo
del mercato azionario, o attraverso l’inflazione, che comporta un mercato
azionario stagnante per molti anni ed una costante crescita dei prezzi degli
asset reali, delle materie prime e dell’oro, abitualmente associata con
un’economia stagnante e che normalmente sfocia nella stagflazione. Il primo caso
– la deflazione – si è verificato negli anni ’30, mentre il secondo caso – la
stagflazione – negli anni ’70.
Il grafico di seguito illustra i concetti precedenti. All’assai elevato Rapporto
Dow-Gold Ratio del 1929 ha fatto seguito la Grande Depressione, mentre ad un più
alto livello, registrato nel 1966, hanno fatto seguito gli anni ’70,
contrassegnati dalla stagflazione. È evidente dal grafico che il picco del 2000
ha sorpassato i due picchi precedenti del 1929 e del 1966, c’è quindi da
aspettarsi ragionevolmente che il prossimo ritorno alla “normalità” sarà più
doloroso rispetto alla Grande Depressione, almeno in termini di disagi cumulati
nei prossimi 10-15 anni.
5. Bolle globali. È impossibile fare un paragone diretto con gli anni
’20, ma oggi l’economia globale è piena di bolle. Tornando agli anni ’20, gli
USA avevano le loro bolle finanziarie e immobiliari, mentre le economie europee
faticavano a riprendersi dalle devastazioni della Prima Guerra Mondiale, che si
era conclusa nel 1919. Personalmente, non sono a conoscenza di altre bolle
durante questo periodo, tuttavia accoglierò volentieri le reazioni dei lettori
su questo tema.
Oggi la situazione è molto diversa. L’economia statunitense ha una bolla del
mercato azionario e di quello immobiliare che ha superato quella degli anni ’20.
Gli attuali colossali deficit contabili statunitensi hanno foraggiato una
crescita straordinaria nelle riserve monetarie globali. Come risultato di ciò,
l’Europa ha bolle immobiliari lungo i propri confini, dal Regno Unito e
dall’Irlanda, attraverso il Mediterraneo (Spagna, Francia, Italia e Grecia),
fino all’intera regione baltica (Lettonia, Lituania ed Estonia) e ai Balcani
(Romania e Bulgaria). Peggio ancora è andata a molti paesi asiatici (Cina, Corea
ecc.) che hanno anch’esse avuto le loro bolle finanziarie e immobiliari, con la
sola eccezione del Giappone, che è ancora in una fase di ripresa da quella avuta
negli anni ’80. Quindi, durante gli anni ’20 solo gli Stati Uniti hanno sofferto
grossi squilibri finanziari, mentre oggi gli squilibri hanno travolto il mondo
intero – sia quello sviluppato che quello in via di sviluppo. È ragionevole
pensare che gli squilibri globali che si stanno dipanando saranno probabilmente
più dolorosi oggi rispetto a quanto lo furono durante la Grande Depressione, a
causa sia delle dimensioni che degli ambiti.
6. Il collasso della Seconda Bretton Woods. Il sistema monetario globale
si basava su un quasi-gold standard durante gli anni ’20. A quell’epoca
dollari e sterline erano convertibili in oro, mentre tutte le altre valute erano
convertibili in dollari e sterline. Un modo appropriato per riferirsi ad esso è
considerarlo un precursore degli accordi di Bretton Woods esistenti tra il 1945
e il 1971. Quello che è importante da comprendere è che mentre il sistema era a
corso forzoso in natura, l’oro impose limitazioni significative all’espansione
del credito e all’indebitamento.
In qualche modo simile fu il ruolo di Bretton Woods, che si protrasse al 1945 al
1971. Il dollaro fu legato all’oro, mentre le altre valute a corso forzoso
furono legate al dollaro. Come nel periodo tra le due Guerre Mondiali, l’oro
impose dei limiti agli squilibri creditizi e finanziari.
Attualmente viviamo in quella che è stata chiamata Seconda Bretton Woods.
Sostanzialmente, questo è un puro standard a corso forzoso del dollaro, dove
tutte le valute sono convertibili in dollari, a tassi di cambio fissi o
variabili, mentre il dollaro è convertibile in “nulla”. Perciò, il dollaro non
ha alcune limite impostogli dall’oro, perciò senza la disciplina dell’oro,
l’attuale sistema monetario globale ha accumulato in modo significativo più
squilibri che mai nel moderno capitalismo. Questi squilibri compaiono nel
sistema monetario internazionale sottoforma di insostenibili deficit (e surplus)
commerciali, riserve ufficiali di dollari in alcune banche centrali europee ed
asiatiche alle stelle, e la proliferazione dei Fondi Sovrani; più in generale,
questi squilibri si manifestano in una miriade di bolle, sovrindebitamenti, ed
altre problematiche di cui si è già discusso in precedenza.
Attualmente la Seconda Bretton Woods è nella sua fase di disintegrazione. Il
mondo sta perdendo lentamente ma costantemente fiducia nel dollaro come valuta
delle riserve mondiali. Un abbandono del dollaro è in corso e il collasso del
sistema monetario globale è imminente. Una volta che la Seconda Bretton Woods si
sarà disintegrata ed un nuovo sistema l’avrà sostituita, il processo di
riassesto sarà necessariamente più doloroso del rispettivo processo avvenuto
durante la Grande Depressione.
Un po’ di cautela nell’uso della terminologia è necessaria in questo caso.
Mentre la letteratura negli ultimo 10-20 anni ha riconosciuto ampiamente
l’espressione “Seconda Bretton Woods”, nel settembre-ottobre del 2008 il termine
è stato usato ampiamente dai mass media per descrivere un summit internazionale
proposto con l’obiettivo di ricostruire da zero un nuovo sistema monetario
internazionale, proprio come “Bretton Woods”. Immediatamente rinominato dai
media come la “Seconda Bretton Woods II”, questa espressione potrebbe
potenzialmente indurre molta confusione, dal momento che potrebbe far pensare
cose diverse a persone diverse. Il lettore interessato dovrebbe consultare la
pagina di Wikipedia dedicata alla
Seconda Bretton Woods,
dove entrambi i significati sono spiegati nei dettagli.
Conclusioni
A partire dall’agosto 2007 abbiamo testimoniato la crescita inesorabile della
crisi del credito: una costante contrazione del mercato del credito, iniziata
con le obbligazioni sui mutui, estesasi alle polizze di credito commerciali, poi
al credito interbancario, e successivamente ai CDO [Collateralized
debt obligation], ai CLO [Collateralized
Loan Obligation], ai mutui jumbo, alle linee di credito home
equity, ai LBO [Leveraged
buyout] e ai mercati di private equity e quindi in generale ai
mercati obbligazionario e dei valori mobiliari.
Mentre i media descrivono il problema come se fosse legato alla fiducia e alla
mancanza di liquidità, un’analisi più approfondita indica che il credito
dell’epoca del boom è stato impiegato in modo improduttivo e perciò le perdite
devono essere sostenute. In altre parole, capitali scarsi sono stati allocati
male, mal investiti e sostanzialmente sprecati. Nessun ammontare proveniente da
politiche monetarie o fiscali potrà sistemare i problemi del passato, così come
nessun nuovo trattamento può velocemente rimettere in salute un
tossicodipendente debilitato da un abuso di droghe decennale.
Basandomi su indicatori quali (1) la sopravvalutazione del mercato immobiliare
globale, (2) l’lndebitamento, (3) il rapporto di indebitamento, (4) l’eccesso di
derivati, (5) le bolle globali, e (6) la precarietà del sistema monetario
globale, sarei pronto a sostenere che gli squilibri accumulati nel periodo
attuale superano in modo significativo quelli che hanno preceduto la Grande
Depressione. Concludo quindi che la depressione statunitense e (forse) globale
prossima ventura sarà di un’intensità maggiore rispetto a quella della Grande
Depressione degli anni ’30. Stiamo probabilmente entrando in un periodo storico
che sarà probabilmente conosciuto come la Più Grande Depressione.
Risparmiatore fai attenzione! Solo l’oro può proteggerti dalle devastazioni di
un’altra Depressione!
Considerazioni sui
titoli di stato di Eugenio Benetazzo
DIAMO IL VOTO ALLE BANCHE (italiane)
Fonte web di Eugenio Benetazzo
Negli anni precedenti i risparmiatori
italiani sono sempre stati abituati a ricevere un rating di merito creditizio
oppure un giudizio di affidabilità qualora avessero richiesto un prestito al
loro istituto di credito o banca d'appoggio. Quello che sta accadendo sul
pianeta in termini di scenario macroeconomico non ha precedenti storici: ovunque
vi sono banche a rischio di default finanziario, molti sono i casi di
salvataggio con interventi di stato a causa di una sconsiderata gestione del
rischio da parte del management.
Tutto questo deve far emergere un plausibile dubbio sul pubblico risparmiatore
italiano sulla solidità e serietà del proprio partner bancario.
Per la prima volta è una persona fisica indipendente che si preoccupa di
emettere un giudizio di affidabilità su una banca italiana: le agenzie di rating
e gli organismi di vigilanza hanno dimostrato ormai la presenza di profondi
conflitti di interesse e/o di gravi inefficienze nello svolgere il loro compito
di controllo sulla stabilità e serietà degli intermediari ed operatori bancari.
Eugenio Benetazzo è l'unico analista indipendente italiano ad aver profetizzato
con largo anticipo la crisi dei mercati finanziari e dell'attuale sistema
industriale attraverso la redazione di due saggi economici ed uno show
finanziario di inchiesta mediatica, sollevando non poche perplessità sul futuro
che ci attende nei prossimi semestri. D'ora innanzi deve realizzarsi un
mutamento epocale di pensiero nel pubblico risparmiatore italiano, più volte
gabbato e sodomizzato dallo stesso sistema bancario, da adesso in poi si dovrà
stravolgere il proprio comportamento innanzi al personale di sportello di una
filiale di banca. Infatti il singolo risparmiatore dovrà dimostrare un
comportamento inquisitore nei confronti della banca a cui desidera affidare i
propri fondi.
Ho provveduto a redigere un elenco (per adesso parziale) di istituti di credito
e di banche sino ad ora esaminate suddiviso in due grandi gruppi per
Presunzione di Affidabilità. Con questa terminologia si vuole sottolineare
come il soggetto in questione possa presumibilmente considerarsi Attendibile o
Discutibile in termini di solidità patrimoniale, politica commerciale
utilizzata, marketing dei prodotti ed infine qualità e quantità nell'erogazione
degli impieghi.
Presunzione di Affidabilità |
|
ATTENDIBILE | DISCUTIBILE |
Carige Credem Banca Popolare dell'Etruria Banca Etica Ubibanca *** Banca Popolare di Spoleto Banca del Veneziano Banca Popolare di Marostica Banca Popolare di Sondrio Cassa di Risparmio di Bolzano Banca Sella Kartner Sparkasse Banco Posta ***** Banca del Piemonte Banca della Marca Desio Banca Banca di Rimini |
Banca
Monte Paschi Unicredit Banca * Intesa San Paolo ** Veneto Banca Banco Popolare **** Banca Popolare di Vicenza Cassa di Risparmio del Veneto Banca Antonveneta Banca Popolare di Milano Banca San Giorgio Valle Agno Banca Mediolanum Deutsche Bank Banca Nazionale del Lavoro Banca Fideuram |
(*): Il giudizio considera il
sistema e gruppo Unicredito
(**): Il giudizio considera il sietma e gruppo Intesa San Paolo
(***): Il giudizio considera il sistema e gruppo Ubibanca
(****): Il giudizio considera il sistema e gruppo Banco Popolare
(*****): Il giudizio considera solo i prodotti postali tradizionali
Il giudizio di Presunzione di Affidabilità è
stato emesso in base all'analisi di molteplici parametri che consentono di
soppesare le politiche commerciali attuate dalle rispettive banche e dal grado
di rischio che l'istituto potrebbe sviluppare nei prossimi mesi a seguito di una
discutibile pianificazione aziendale. Tra i principali parametri utilizzati
possiamo individuare i seguenti:
1) Valorizzazione del
Core Tier
2) Presenza e consistenza di processi di cartolarizzazione
3) Percorso di crescita attraverso indebitamento
4) Qualità e quantità dell'esposizione nel settore immobiliare
5) Ricorso all'erogazione di mutui ad intervento integrale
6) Distribuzione di prodotti strutturati e derivati
7) Presenza di conflitti di interessi
Le banche non ancora analizzate o in questo momento
in fase di valutazione, che desiderano ricevere il giudizio di Presunzione di
Affidabilità possono farne richiesta via
email ai fini della prenotazione ed organizzare di una intervista
esaminatrice.
L'elenco delle banche inserite sarà aggiornato ogni mese sulla base delle
informazioni e dati che è stato possibile ottenere e/o raccogliere: l'istituto
di credito o la banca che volesse rivedere il proprio rating ha la possibilità
di richiedere una intervista esaminatrice per produrre ulteriori informazioni
che possano produrre un mutamento del proprio status di rating da Discutibile ad
Attendibile.
APPROFONDIMENTO
Perché il crac:
la funzione delle tre curve di LaRouche
Una delle tesi più caratteristiche dell’economista americano Lyndon LaRouche a proposito della crisi finanziaria attuale è che essa non può essere risolta nell’ambito delle regole del sistema perché all’origine della crisi c’è una contraddizione di fondo del sistema stesso. Si tratta della convivenza simbiotica di due “filosofie” antitetiche. Una è la filosofia monetarista, il parassita, e l’altra è quella dello sviluppo dell’economia reale, l’organismo portatore. Questa seconda filosofia è quella che ad esempio è prevalsa negli anni della ricostruzione. Da circa un trentennio, invece, si afferma sempre di più la prima.
Il crac finanziario in un colpo d’occhio
Mentre il grosso delle attività economiche reali e necessarie da tempo opera essenzialmente in passivo, le attività finanziarie hanno raggiunto fatturati vertiginosi. Ora però anche le banche e le finanziarie versano in grandi difficoltà. Riescono a tenere in piedi i loro schemi piramidali solo con il saccheggio sempre più aggressivo dell'economia reale. Ma più questo procede rapidamente, più si avvicina il crollo dell'intero edificio dell'economia globale.
Come mai il dollaro non è ancora collassato, anzi si
rafforza sull’euro? Perchè le banche europee lo comprano a man bassa, a
trilioni. E perchè lo comprano? La risposta la dà la Banca per i Regolamenti
Internazionali (BRI): Le banche europee si sono stra-indebitate a breve in
divise locali (euro, franchi svizzeri, sterline) per «finanziare posizioni
‘long’ in dollari USA» (1). Se
ben capisco, hanno investito in USA, fidando in continui rialzi finanziari, i
nostri risparmi nei nostri conti correnti in euro - i famosi prestiti a breve
non sono che questo. E’ un’azione criminale (mica ci hanno chiesto il permesso,
nè ci hanno compensato con una parte dei loro profitti negli anni belli) ma
perfettamente «legale», dato che l’eurocrazia ha legalizzato la «banca
universale», ossia ha abbattuto il muro di separazione tra la normale banca
commerciale di deposito, e quella d’investimento, speculativa. E così, a nostra
insaputa, i nostri risparmi ritirabili a vista (in teoria) sono andati a
finanziare non già dei fidi nella zona euro, ma non si sa quali «investimenti»
in USA.