UNA CRISI ECONOMICA CHE

DURERÀ SETTE LUNGHI ANNI?

 

PROBABILE, MOLTO PROBABILE!

 

Si dimenticherà che vi era stata l'abbondanza nel paese a causa

della carestia venuta in seguito, perché sarà molto dura (Gen 41,31)

 

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

Giuseppe viene portato davanti al Faraone affinché venga

svelato il significato del sogno delle sette vacche magre (Gen. 41)

 

 

INTRODUZIONE

Il crac finanziario

Fonte web

L'insanabilità della crisi a forbice tra le attività speculative finanziarie, che aumentano esponenzialmente, e le attività produttive, che stanno collassando, è alla base delle analisi economiche di Lyndon LaRouche.
La cifra complessiva degli aggregati finanziari, la cui componente principale è quella delle operazioni in derivati, si stima intorno ai 2 milioni di miliardi di dollari (stime BRI autunno 2004, vedi nota sotto). Di contro il PIL mondiale si stima sui 41 mila miliardi di dollari.
In linea teorica, dunque, il rapporto tra finanza e produzione è di 50:1.
E' noto però che le cifre del PIL sono gonfiate con espedienti vari e sempre più "creativi"; inoltre, la percentuale di certi "servizi", spesso più dannosi che inutili, continua a crescere mentre il parco tecnologico si restringe.
Anche le cifre sulle transazioni finanziarie che non vengono registrate (OTC), sono tutt'altro che attendibili. Tante banche hanno finito per "partorire" degli hedge funds, dirette da loro "ex dipendenti", a cui affidano le transazioni meno "ortodosse". Per restare comunque alle cifre ufficiali, una sola banca, la J.P. Morgan Chase, deteneva in data 30 settembre 2004 più di 43 miliardi di dollari in derivati, una cifra superiore al PIL mondiale e quattro volte il PIL degli USA.
Dallo sganciamento del dollaro dall'oro e l'istituzione del sistema a tassi fluttuanti, nel 1971, il mondo finanziario ha dato vita ad una serie di bolle speculative all'insegna della "deregolamentazione" generalizzata:

Il volume complessivo di queste bolle cresce a spese delle attività economiche reali:

 

 

Obama Barbatrucco di Eugenio Benetazzo
 

 

 

 

CRISI FINANZIARIA:

IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE

 

Fonte web

 

Nouriel Roubini,

Stephen Roach,

David Smick,

Robert Shiller

Dean Baker:
 

Cinque economisti hanno dato avventimenti che non sono stati ascoltati, è ora di gettare uno sguardo alla prossima fase della crisi globale. Ecco cosa dicono:

• Attenzione: Si avvicinano tempi bui. Nouriel Roubini
• Uno shock letale. Stephen Roach
• Buona fortuna, Barack. David Smick
• Quanto manca? Robert Shiller
• Si deve controllare il dollaro. Dean Baker

Nouriel Roubini. Avviso: Si avvicinano tempi bui.


Le peggiori previsioni dello scorso anno si sono realizzate. La pandemia finanziaria globale che alcuni avevano previsto è già qui. Ma siamo ancora nelle prime fasi di questa crisi. La mia previsione per l'anno che inizia, purtroppo, è ancora più pessimista: le bolle, che sono state molte, hanno appena iniziato ad esplodere.

L'idea che più ha preso piede è che i prezzi di molti attivi finanziari a rischio sono caduti così tanto, che abbiamo toccato il fondo. E' vero che essi hanno subìto una forte contrazione rispetto al loro massimo alla fine del 2007, ma è anche vero che possono scendere ancora di più. Nei prossimi mesi, le notizie macroeconomiche negli Stati Uniti e in tutto il mondo saranno molto peggiore di quelle attese. I dossier sui guadagni delle aziende sorprenderebbero qualsiasi analista di valori che ancora creda che la situazione economica sarà lieve e breve.

I mercati finanziari continuano ad avere vari punti vulnerabili: una crisi di credito che peggiorerà ancora prima di cominciare a migliorare, un affossamento che continuerà nella misura in cui i fondi alternativi e alti attori con fondi altrui si vedano obbligati a vendere i loro attivi in mercati senza liquidità e senza tensione e ciò causerà la caduta di titoli a pioggia dei prezzi degli attivi; esigenze di margini e altro affossamento, la bancarotta di altre istituzioni finanziarie, l'entrata in una crisi finanziaria piena per alcune economie dei mercati emergent, e il pericolo, per altre, di non riuscire a pagare il loro debito sovrano.

Da allora, gli Stati Uniti hanno sperimentato la peggiore recessione degli ultimi decenni. L'idea tradizionale che il rallentamento degli Stati Uniti sarebbe breve e superficiale, una recessione a "V" con un rapido recupero, come il 1990-1991 e 2001, è ora stata eliminata. Al contrario, la recessione negli Stati Uniti è ad "U": lunga e profonda potrebbe durare circa 24 mesi. Potrebbe finire con l'essere anche di più, in una situazione di stallo da parecchi anni (in "L"), come abbiamo visto in Giappone negli anni'90.

Appena l'economia degli Stati Uniti si contrae, l'intera economia globale entra in recessione. In Europa, Canada, Giappone e in altre economie avanzate, le conseguenze saranno gravi. E le economie di mercati emergenti, legati al mondo sviluppato da scambi di merci, finanza e moneta, non sfuggiranno a questo.

Esattamente ciò che costituirà una recessione dipenderà da ciascun paese. Per la Cina, un grosso calo del tasso di crescita annuo dal 12% al 6%. Pechino dovrebbe crescere del 10% o più in un anno per portare i 12-15 milioni di contadini poveri nel mondo moderno. Per gli altri mercati emergenti come il Brasile o la Corea del Sud, il crollo è rappresentato da una crescita al di sotto del 3%. I paesi più vulnerabili, come l'Ecuador, l'Ungheria, la Lettonia, il Pakistan e l'Ucraina, possono vivere una totale crisi finanziaria ed hanno bisogno di un grande volume di finanziamento esterno per evitare il collasso.

In paesi più ricchi, ci potrebbe essere una debilitante combinazione di stagnazione economica e deflazione, nel momento in cui le merci iscritte si contraggono, la domanda aggregata diminuisce. Data l'enorme crescita che ha la capacità di produzione a causa di eccessivi investimenti in Cina e in altri mercati emergenti, il calo della domanda produrrà un più basso tasso di inflazione. Nel frattempo, si accumulano perdite di posti di lavoro e aumentano i tassi di disoccupazione, con conseguenti pressioni al ribasso sui salari. Alcune materie prime hanno indebolito i mercati, i cui prezzi sono diminuiti dopo il picco in estate, e con l'ulteriore calo di una recessione globale, produrrebbe un più basso tasso di inflazione. Nella prima parte del 2009, l'inflazione nelle economie avanzate potrebbe scendere a 1%, più o meno, troppo vicino alla deflazione.

Questa situazione è pericolosa per molti motivi. Diverse banche centrali sono state costrette a fissare i tassi di interesse per ripristinare le loro economie e saranno quelli che subiranno un triplice colpo: una linea di liquidità trappola, una trappola di deflazione e di debito-deflazione. In una trappola di liquidità, le banche perdono la loro capacità di stimolare l'economia, perché non possono fissare i tassi di interesse nominali di sotto dello zero. In una trappola di deflazione, calo dei prezzi significa che i tassi di interesse reali sono relativamente elevati, in modo da soffocare consumo e di investimento. Questo porta a un circolo vizioso in cui la caduta di reddito e di occupazione e di calo della domanda, scende ancora di più. Infine, il debito-deflazione, il valore reale del debito nominale sorge come un abbassamento dei prezzi, ed è un male per i paesi come Stati Uniti e Giappone, che hanno un elevato rapporto fra debito pubblico e il PIL.

Gli strumenti monetari ortodossi perderanno efficacia, e le autorità dovranno cercare metodi eterodossi. Vedremo tradizionali politiche fiscali sotto forma di tagli fiscali e aumenti di spesa, ma ci saranno in tutto il mondo operazioni di salvataggio dei creditori, investitori e le istituzioni finanziarie, così come i mutuatari. Le banche centrali iniettato enormi somme di denaro in sistemi finanziari per sbloccare la crisi di liquidità. Potrebbero essere necessarie azioni più radicali quali l'acquisto di obbligazioni societarie e di governo o di sovvenzioni dei tassi di interesse, per far tornare a funzionare correttamente i mercati del credito.

Questa crisi non è solo una conseguenza dello scoppio della bolla immobiliare degli Stati Uniti e il crollo del settore dei mutui spazzatura. A causare questo disastro a livello mondiale sono stati i crediti in eccesso. Ci sono state diverse le bolle d'aria, in molti paesi sono andati oltre la casa e la diffusione di mutui e prestiti su immobili non residenziali, carte di credito, prestiti per l'acquisto di autovetture e prestiti agli studenti. Ci sono state le bolle dei prodotti trasformati, che hanno trasformato i mutui in strumenti finanziari complessi, tossici e distruttivi. E c'erano bolle di sapone, anche, nei prestiti ufficiali locali; comprare con capitale altrui, fondi alternativi, prestiti commerciali e industriali, buoni cooperativi, materie prime e permute a rischio di credito; un pericoloso mercato senza regole nel quale si sono venduti fino a 60mila milioni di dollari emergenti di protezione nominale contro una riserva sospesa di buoni cooperativi di solo 6 mila milioni di dollari.

Queste bolle, hanno formato, in totale, la più grande bolla di credito e di attivi della storia, con la loro esplosione, le perdite totali di credito potrebbero essere di anche 2000 milioni di dollari.
Se i governi non riescono ad agire più rapidamente per ricapitalizzare le banche e altri istituti finanziari, la crisi del credito è destinata a peggiorare ulteriormente. Le perdite aumenteranno più velocemente di quanto le società ricostruiranno i loro bilanci.

Grazie alle azioni drastiche del G-7 ed altri, il rischio di una crisi finanziaria strutturale è diminuita. Ma purtroppo, il peggio non è ancora arrivato. Quest' anno sarà difficile. Solo una risposta molto aggressiva, coordinata ed efficace da parte delle autorità, può assicurare che il 2010 non sarà peggio di quello che è sicuramente sarà il 2009.

Stephen Roach: UNO SHOCK LETALE.


Prima della fine di quest' anno, tutte le regioni del mondo subiscono gli effetti della recessione. A mio parere, il 2009 passerà alla storia come l'anno della prima vera recessione globale della moderna economia. E 'vero che negli Stati Uniti è iniziata nell'estate del 2007, con la "crisi delle ipoteche spazzatura". Ma vi è stata basata su modelli di crescita delle bolle in un numero sorprendentemente elevato di paesi, di cui tutti hanno eruttato.

Negli Stati Uniti, la crescita alla base di attività sono concentrate in due settori dell'economia: attività di costruzione e il consumo personale. Oggi, questi due settori, che corrispondono a quasi l' 80% del PIL U. S., hanno subìto una forte contrazione.

Questo fa sì che le economie asiatiche, che dipendono da esportazioni rientrano in questa equazione. Infatti, la bolla di esportazioni, a sua volta, dipende dalla bolla di consumo degli Stati Uniti. L' Asia ha avuto anche l'aiuto della moneta chiaramente sottovalutato.E, per mantenere le loro divise economiche, paesi come la Cina hanno dovuto reciclare enormi quantità di riserve estere in attivi in dollari, e questo ha contribuito a sopprimere i tipi di interessi degli Stati Uniti e sostenere appunto le bolle di credito e di attivi che alimentavano l'economia delle bolle degli Usa. Era un circolo vizioso che è stato rotto. Siccome le economie asiatiche non hanno un consumo interno che serva da solido sostegno, i rischi per la crescita nella regione, hanno cominciato ad aumentare.

Probabilmente succederà lo stesso con le regioni produttrici di materie prime, non solo in Medio Oriente, che dipende dal petrolio, ma anche con le risorse delle economie di Australia, Canada, Brasile, Russia e Africa. Così diminuisce la crescita globale, in modo che la domanda di materie prime sensibili per l'economia, con il conseguente adeguamento dei prezzi, viene distorta da bolle e dal ritmo di crescita dei principali produttori.

Una seconda megaforza attiva è la globalizzazione, i vincoli che attraversano le frontiere, durante l'ultimo decennio, hanno utilizzato sempre più forme di flussi commerciali, di capitali e di mano d'opera. Il credito è essenzialmente una crisi forte di contagio tra i prodotti, un virus che è apparso con ipoteche lettiera, ma che si è propagato rapidamente alla carta commerciale sostenuta da attività, titoli garantiti da ipoteche e d'asta, quote e altri strumenti in tutti i mercati del credito. Tuttavia, poiché gli ingegneri finanziari erano così affezionati all' assegnare prodotti complessi, hanno creato questa situazione economica che è una croce letale. Non c'è da meravigliarsi se questa è la peggiore crisi finanziaria in 75 anni.

Spinto da una confluenza di shock dopo lo scoppio delle bolle e la crescente forza dei legami a livello mondiale, questo sarà probabilmente la peggiore recessione dopo la seconda guerra mondiale. Ciò significa che può essere più grave rispetto a quella della metà degli anni'70 e i primi anni '80. Quindi sono state le azioni aggressive da parte delle banche centrali di controllo l'inflazione che ha causato una profonda recessione. Questa volta, tutto è stato causato dall'esplosione di una bolla d'aria sulla base di squilibri a livello mondiale.

Ma non dobbiamo contare su un forte recupero (a V), del mondo post-bolla recessione nel 2009. Senza grandi probabilità che appaia un altro consumatore importante per riempire il buco lasciato dagli Stati Uniti, il mondo, non uguale e distorto dalla bolla, sperimenterà un recupero anemico nel migliore dei casi.Passerà molto tempo prima di tornare al tasso di crescita globale di quasi il 5% che aveva nei quattro anni e mezzo fino a metà del 2007. Shock di questo tipo sono fatali per qualsiasi economia, in particolare, e molto di più per il mondo intero.

David Smick: BUONA FORTUNA BARAK.


Barack Obama ha raggiunto la Casa Bianca con un programma ambizioso. Ma con l'economia globale nel bel mezzo di un brutale collasso finanziario in cui praticamente tutte le attività del mondo stanno riducendo il loro valore, lui ei suoi omologhi internazionali si devono aspettare un' immensa sofferenza.

Dobbiamo iniziare con la politica interna degli Stati Uniti. Il primo deficit di bilancio Obama potrebbe essere molto più alto di 1,5 trilioni di dollari. I diversi pacchetti di salvataggio, i piani di aumento della spesa, e la contrazione economica provocano un calo del gettito fiscale. I governi sono già in coda per chiedere aiuti federali. Fondi pensione privati saranno i prossimi. La Federal Deposit Insurance (FDIC), che sta affrontando il problema del mutuo, hanno bisogno di una sana iniezione di capitale da Zio Sam. E questo, prima di sommare le promesse di Obama alle spese e ai tagli fiscali.

Il progetto di legge sarà sicuramente rivolto a tutto questo debito prima del 2012. I tassi di interesse sui mutui sono aumentati rapidamente quando il Tesoro U.S.A ha presentato il suo piano di salvataggio, e il passivo della bilancia dei pagamenti della Federal Reserve è aumentato del 100%. I mercati finanziari si aspettano che, entro tre o quattro anni, le banche centrali di tutto il mondo, dopo un periodo di disinflazione, saranno costrette a trattare con questo massiccio aumento del debito. Forse Obama dovrà affrontare un incubo che ricorda quello ha colpito il Giappone nel '90. Oggi le banche degli Stati Uniti, sono piene di capitali(400.000 mila milioni di dollari supplementari, secondo gli ultimi conti, in gran parte dato dai contribuenti) ma non concedono prestiti.Si tratta di un problema come l'uovo e la gallina. Le banche non prestano denaro a causa dell' indebolimento dell'economia statunitense. L'economia è indebolita perché le banche non prestano denaro. Oltre alla nazionalizzazione, c'è poco che Obama può fare per loro vigore.

Nel resto del mondo, il breve periodo di gioia per un male estraneo ai problemi economici di Washington è finito. Risulta che l'Europa è stata sei volte più esposta al rischio di credito commerciale nei mercati emergenti, rispetto ai titoli spazzatura negli Stati Uniti. In alcune economie, tra cui la Gran Bretagna, il pericolo in cui le banche hanno sfiorato, si avvicina molto al PIL nazionale.

Perché questo è un grosso problema? Dato che le economie in via di sviluppo hanno permesso pericolosamente la dipendenza dalle esportazioni, mentre il cambio tra la loro moneta e il dollaro statunitense ha accumulato montagne di avanzo di risparmio. Questo modello di crescita è arrivato a tutta velocità verso il basso, come una diminuzione della domanda mondiale. Ma se si rompono molti di questi mercati emergenti, il FMI non dispone delle risorse necessarie per organizzare le operazioni di soccorso. Per mettere le cose in prospettiva, le banche austriache hanno un contatto con i mercati finanziari di 290.000 milioni di dollari e oltre.In Austria il PIL ammontava a 370.000 milioni. L'unico motivo di ottimismo è che il mondo non ha la mancanza di capitali. Semplicemente aspetta, ci sono sei miliardi di dollari solo in fondi di mercato monetario in tutto il mondo.

Quanto prima Obama e i suoi seguaci possano elaborare una riforma finanziara credibile che aumenti la trasparenza allo stesso tempo che proteggano i flussi commerciali e di capitale, prima tornerà a circolare il capitale messo da parte.Alla fine, i mercati vogliono la certezza che i nostri leader hanno un piano d'azione che può essere considerato attendibile. Questo piano non esiste ancora.


QUANTO MANCA? Robert Shiller


Le bolle speculative, alla fine, sono solo una questione psicologica. La gente si crea aspettative stravaganti sulla ricchezza che producono i loro investimenti, dimenticando i preziosi insegnamenti delle altre crisi finanziarie del passato, quindi non vi è una pericolosa bolla.

Ma la psicologia della caduta può essere altrettanto pericolosa. Come cadono dei prezzi delle attività, i mercati possono spostarsi. Alcuni indicatori mostrano che ci stiamo avvicinando ai livelli dei prezzi prima della bolla. Il rapporto prezzo-utili negli Stati Uniti, e il mercato azionario è più o meno nella sua media storica. I prezzi degli immobili sono probabilmente a metà strada per un ritorno alla fine degli anni'90, quando cominciò la bolla. In alcune città degli Stati Uniti sono diventati quasi interamente a quel livello.

Ma nessuno può dire esattamente quando il mercato ha toccato fondo. In un certo senso, il processo è una profezia. L'euforia è finita e le aspettative negative che sono il collasso dei prezzi delle attività, a loro volta, sembrano giustificare questo pessimismo. Date le scarse prospettive economiche per l'anno che è iniziato, è possibile che i prezzi delle case continuino a scendere anche nel 2010, come suggerito dai mercati futures a Chicago.

La storia ci dice che c'è qualche precedente nel mercato immobiliare debole per un periodo di tempo prolungato. Dopo l'ultimo boom edilizio negli Stati Uniti, che ha raggiunto il picco nel 1989, la città ha impiegato cinque anni prima di rallentare. Questa volta, i prezzi sono soltanto come quelli di due anni fa. Forse dovremmo guardare con attenzione a ciò che è accaduto in Giappone, dove i prezzi delle proprietà urbane sono scesi per 15 anni consecutivi tra il 1991 e il 2006.

Quando il mercato toccherà il fondo, forse sarà una caduta lieve non una frattura. In generale, non ci sono punti di svolta molto marcati. I prezzi degli immobili possono rimanere gli stessi per qualche anno prima di cominciare a salire. Nel frattempo, i parametri di riferimento saranno difficili da identificare in modo molto chiaro, finché non ci siamo lasciati tutto alle spalle.

Finora, le misure che abbiamo adottato per risolvere questa crisi sono dispensate con i principi di una sana gestione finanziaria. Abbiamo avviato una drastica dieta -valutando caso per caso i contratti di ipoteche e dando molti soldi-quando avremmo dovuto ideare un regime di alimentazione che ci permettesse vivere in modo indifinito. Invece di mettere in marcia i ratoppi a breve termine che sembrano necessari, avremmo dovuto adottare una strategia più strutturale, basata sul mercato, come fare in modo che i valori delle ipoteche siano sempre vincolati ai prezzi delle case e siano in sintonia sempre di più.

Gli eccessi speculativi sono un problema endemico del sistema del capitalismo di mercato, ma fornisce anche i propri meccanismi correttivi. Non vi è alcuna ragione per farlo ora.

Dean Baker: NECESSITA' DI CONTROLLARE IL DOLLARO


La bolla immobiliare è stata la prima a scoppiare, ma non l'ultima in questa recessione globale. Oggi ci dovrebbe essere una maggiore attenzione per l'imminente esplosione della bolla del dollaro.
La valuta statunitense è stata gravemente sopravvalutata, alla fine degli anni 90, e questo ha causato un enorme deficit commerciale, che ha raggiunto il suo picco in quasi il 6% del PIL nel 2006 (900.000 milioni di dollari di oggi). Ciò è insostenibile. Alla fine, obbligherà il dollaro a cadere ad un livello tale nel quale la bilancia commerciale sia praticamente equilibrata.

Tale processo è già in corso. Ma la crisi ha fatto girare gli investitori al dollaro per la sicurezza, e ha causato un aumento nei confronti della maggior parte delle altre valute. La sua ascesa o recessione nella maggior parte del mondo faranno che si che il deficit commerciale torni ad aumentare.
Tuttavia, una volta che la situazione finanziaria comincia a riconquistare la normalità (cosa che forse non accadrà nel 2009), gli investitori saranno dispiaciuti per la scarsa resa degli attivi in dollari. Il suo esodo farà si che il dollaro ricolleghi la caduta che aveva iniziato nel 2002, ma questa volta la sua caduta potrebbe essere molto più veloce. Altri paesi, soprattutto la Cina, dipenderanno molto meno dal mercato statunitense per le loro esportazioni e sono meno interessati a sostenere il dollaro.

Per gli americani, l'effetto di una forte svalutazione del dollaro si verdà nell' esporazione a prezzi molto più elevati e un livello di vita molto più basso. Se la Federal Reserve si preoccupa per l'inflazione causata dall'aumento dei prezzi degli articoli importati, forse alzerà gli interessi, e questo sarebbe un altro colpo per l'economia. Come nel 2009, è continuato il crollo della bolla edilizia abitativa, il crollo della bolla immobiliare a uso commerciale e la conseguente ondata di crediti inesigibili, che saranno i principali ostacoli per l'economia degli Stati Uniti, anche se il dollaro cadrà dopo.

In realtà, le ipoteche spazzatura non sono state altro che il segnale di una crisi molto più ampia.
Il calo dei prezzi delle case ha portato anche a precedenti tassi di default sui prestiti preferenziali e ancora a raggiungere la maggior parte delle conseguenze. Si vedranno anche più inadempienze sui prestiti per l'acquisto di automobili, carte di credito e altre forme di debito dei consumatori, perché i proprietari non possono più essere utilizzati come garanzia per il pagamento di altri debiti.

Anche per la proprietà immobiliare per uso commerciale arriverà la sua ora. Quando il mercato immobiliare ha cominciato a scendere verso la fine del 2005, ha cominciato ad aumentare il non residenziale. In meno di tre anni, questo settore è cresciuto di oltre il 40%. Ora vi è un'abbondanza di negozi, uffici, alberghi e altri usi non residenziali, e questo ha portato alla caduta dei prezzi, il declino nel settore della costruzione e altre importanti fonti di crediti in sofferenza per le banche.

Riassumendo, state attenti alle parole ottimistiche di quelli che dicono "stiamo superando la parte peggiore", ignorate il saliscendi giornalieri del mercato e allaciate le cinture. Staremo male.
 

 

 

 

 

L'errore di abbassare i tassi di Eugenio Benetazzo

 

 

PEGGIORE DELLA GRANDE DEPRESSIONE

Fonte web

I media mainstream e Wall Street sono riusciti a convincere che l’attuale crisi del credito è la peggiore dal [Secondo] Dopoguerra. L’affermazione di George Soros, secondo cui “il mondo affronta la peggiore crisi finanziaria dalla Seconda Guerra Mondiale” riassume il giudizio collettivo. La crisi è al momento l’ultimo capro espiatorio di tutti i mali economici che attualmente affliggono il sistema finanziario e l’economia globali – dal crollo dei mercati azionari alla scarsità di cibo nei paesi del Terzo mondo. Ci viene ripetutamente assicurato che l’ultimo crollo ha a che fare con la crisi del credito stessa; se non ci fosse la crisi del credito, tutte queste cose terribili non sarebbero mai successe nell’economia e nei mercati finanziari.

La cosa più straordinaria è che i media mainstream non hanno mai provato a paragonare l’attuale situazione economica con quella che ha preceduto la Grande Depressione. In sintesi, si dà per scontato che la Grande Depressione non potrà verificarsi nuovamente, evitando così il bisogno di un confronto del genere. Io credo in verità che i fondamenti macroeconomici siano oggi peggiori, siamo quindi di fronte ad un lungo periodo di depressione economica – una depressione peggiore della Grande Depressione, una depressione che probabilmente sarà ricordata nella Storia come “La Seconda Grande Depressione” o la Più Grande Depressione [The Greater Depression], come l’ha giustamente chiamata Doug Casey. Di seguito trovate le ragioni per le quali credo che questo sia il caso.

La Ripetizione degli Errori della Grande Depressione

Alla propria base, la situazione del 1990 e la risposta della Fed alla bolla tecnologica e della comunicazione ha creato un ambiente economico che ha incoraggiato la ripetizione di errori molto simili a quelli che hanno condotto alla Grande Depressione. Qui di seguito viene presentato una breve sintesi degli errori ampiamente riconosciuti commessi negli anni ’20, senza andare nei dettagli, con chiari parallelismi nell’attuale situazione economica:

· Bolle degli asset – inizialmente nel mercato azionario durante gli anni ’90, poi nel mercato immobiliare durante gli anni 2000, rispecchiando notevolmente le bolle nel mercato azionario ed immobiliare degli anni ’20.

· Cartolarizzazione – benché non nell’assai “ultra-moderna” forma degli anni 2000, con lo spezzettamento e l'affettamento dei blocchi e delle tranche di seniority, è stato ampiamente riconosciuto negli anni ’30 il fatto che la cartolarizzazione durante gli anni ’20 abbia dato il via all’effetto domino nel sistema finanziario statunitense durante la Grande Depressione.

· Rapporto di indebitamento eccessivo – come nel 2008 l’argomento del giorno è la riduzione del rapporto d’indebitamento [“deleveraging”], così il dipanamento della riduzione del rapporto d’indebitamento durante gli anni ’30 è stato alla base di liquidazioni forzate e problemi finanziari. Naturalmente, era molto chiaro a quei tempi che la radice del problema non era la riduzione del rapporto d’indebitamento di per sé, ma l’eccessivo rapporto d’indebitamento che si era formato prima del processo di riduzione. I fondi di investimento furono determinanti sia nella cartolarizzazione sia nell’eccessivo rapporto d’indebitamento, come gli odierni Hedge Fund.

· Controllori corrotti – sappiamo bene che le Enron e le Worldcom sono state aiutate e hanno avuto come complici le società contabili – quelle stesse aziende che si riteneva fossero i controllori della comunità finanziaria, e che invece hanno approfittato notevolmente del boom evitando di svolgere le loro funzioni di controllo. Nell’attuale crisi finanziaria, sappiamo inoltre che le agenzie di rating si sono anch’esse arricchite durante il boom. Molto simili erano le problematiche durante gli anni ’20, che hanno spinto all’istituzione della SEC e di altri enti regolatori per sostituire i malfunzionanti “controllori” dell’epoca.

· Ingegneria finanziaria – siamo spinti a credere che l’ingegneria finanziaria sia un fenomeno abbastanza recente, germogliato durante la Nuova Era della Finanza degli ultimi 15 anni, in realtà l’ingegneria finanziaria era prevalente negli anni ’20 con obiettivi molto chiari, oggi molto familiari a tutti: 1) eludere regole restrittive, 2) incrementare l’indebitamento e 3) rimuovere le passività dai libri contabili.

· Regole datate – come al sistema dei controlli sfuggirono gli eventi degli anni ’20, e le regole furono introdotte solo dopo che la Grande Depressione ebbe distrutto il sistema finanziario statunitense, così siamo pronti a vedere nuove regole che si occupino delle cause dell’attuale crisi. Comprensibilmente, le regole avrebbero dovuto prevedere gli odierni problemi finanziari e avrebbe$ro dovuto essere introdotte prima della crisi.

· Ideologia di mercato – negli anni ’20, come negli ultimi due decenni, l’ideologia di mercato del laissez faire, che Soros ha descritto in modo abbastanza appropriato come “fondamentalismo di mercato”, è dilagata nei mercati finanziari. Naturalmente, il libero mercato sa cosa è meglio, ma la realtà che il mercato monetario non è veramente libero – quando la Fed determina il costo del denaro (tassi d’interesse), e può cambiare questo costo per tutto il tempo che vuole, allora ogni genere di squilibrio finanziario può essere sostenuto senza le regole imposte dal mercato. Questo può condurre a tutti i generi di problemi con cui abbiamo a che fare attualmente.

· Mancanza di trasparenza – negli anni ‘30, era ampiamente riconosciuto il fatto che le aziende e in modo particolare le istituzioni finanziarie mancavano di trasparenza, che consentì a squilibri ed abusi di accumularsi. Oggi i mercati e le istituzioni finanziarie hanno intenzionalmente compromesso la trasparenza attraverso una serie di ingegnose, o meglio in malafede, astuzie contabili ed espedienti finanziari, come somme di denaro lasciate fuori dal bilancio, derivati di difficile comprensione e strumenti poco chiari di straordinaria complessità. Oggi i direttori generali e i responsabili dei rischi dei principali istituti finanziari non possono calcolare la propria esposizione ai rischi. In origine la mancanza di trasparenza era stata concepita per raggirare i mercati; ironicamente, i direttori finanziari odierni sono giunti al punto di raggirare se stessi.

Peggiore della Grande Depressione

Quindi, perché Peggiore della Grande Depressione? Cosa mi fa credere che l’attuale depressione sarà peggiore della Grande Depressione? Illustrerò i sei fondamenti più importanti che si riflettono già nei mercati finanziari e che fanno pensare ad una Più Grande Depressione.

1. Sopravvalutazione del settore immobiliare. Il mercato immobiliare è stato guidato da una serie di innovazioni nella finanza immobiliare. La sopravvalutazione nel mercato immobiliare implica una sopravvalutazione degli strumenti di finanza immobiliare; un’implosione dei prezzi immobiliari comporta un’implosione nell’ambito di questi strumenti. È ampiamente riconosciuto dagli economisti il fatto che l’Indice Case-Shiller sia un buon indicatore dei prezzi del mercato immobiliari. Un grafico ampiamente riconosciuto che va dal 1890 al 2007 racconta come è andata. Il grafico rende molto chiaro il fatto che l’attuale sopravvalutazione del mercato immobiliare supera all’incirca quella degli anni ’20. La futura rettifica nel mercato immobiliare si protrarrà a lungo e sarà tale da torcere le budella, con un effetto cumulato atteso che è molto peggiore rispetto alla Grande Depressione.
 

[Indice dei Prezzi Immobiliari Reali 1890-2007
(Indice di riferimento al 1890 pari a 100]


2. Credito totale degli USA. Il credito crea indebitamento: più credito vi è nel sistema finanziario, maggiore è l’indebitamento di quest’ultimo. L’attuale credito totale degli USA rispetto al PIL ha superato in modo significativo i livelli che precedevano la Grande Depressione. A quei tempi, l’ammontare totale del credito nel sistema finanziaria raggiungeva quasi un sorprendente 250% del PIL. Utilizzando oggi lo stesso standard di misurazione, il livello del debito nel sistema finanziario statunitense ha superato il 350% nel 2008, mentre il livello del 1982 era pari “solo” al 130%. Come ha affermato in modo abbastanza appropriato Charles Dumas del Lombard Street Research, “abbiamo avuto un trentennio di crescita dell’indebitamento degli Stati Uniti, giungendo alla fine ad un’orgia sfrenata”.

Il grafico qui sotto mostra il drammatico incremento del debito (indebitamento) negli anni ’20 ed una riduzione dell’indebitamento dal 1930 al 1945 (o 1952). Poi esso mostra una consistente crescita del debito avvenuta successivamente, con un drammatico incremento dagli anni ’90, e con un superamento nel 2000 del precedente picco del 1929. Il grafico mostra il livello del 299% alla fine del 2005, ma il livello ha già raggiunto il 350% nel 2008.

 

[Debito Totale del Mercato del Credito
(tutti i settori) in percentuale del PIL]


Naturalmente, alla crescita del rapporto d’indebitamento, come già affermato in precedenza, deve necessariamente fare seguito una sua riduzione.

Il modo migliore per capire cos’è l’indebitamento è confrontarlo con l’assunzione di droghe, mentre la riduzione dell’indebitamento è come una disintossicazione. Il problema non è che la disintossicazione uccide il paziente che ha fatto abuso di droga per anni; quello che uccide veramente il paziente è l’abuso di droga stesso.

Tuttavia, una cosa è chiara: il paziente deve affrontare una disintossicazione dolorosa o morire; lo stesso vale per il sistema finanziario, deve ridurre l’indebitamento o implodere.

3. Esplosione dei derivati. I derivati sono stati paragonati da Warren Buffet a “armi finanziarie di distruzione di massa”. L’ammontare figurativo del totale dei derivati, così come quello dei “Value at Risk” (VaR), è andato alle stelle negli ultimi anni con il potenziale rischio di destabilizzare il sistema finanziario per decenni. Su un piano più allegorico, i derivati pendono come una spada di Damocle sul sistema finanziario.

È difficile effettuare un confronto con gli anni ’20, gran parte dei derivati erano a quei tempi utilizzati in modo esteso, tuttavia non erano ampiamente compresi. Dato che non sono a conoscenza di statistiche sui derivati riguardanti gli anni ’20, un confronto significativo basato su dati quantitativi è certamente impossibile. Ciononostante, vorrei azzardarmi a fare un’ipotesi intelligente, in base alla quale la dimensione odierna dei derivati è centinaia se non migliaia di volte maggiore rispetto alle dimensioni dell’economia in confronto agli anni ’20. Alcuni degli ultimi rapporti indicano che il valore figurativo totale supera sorprendentemente in un quadrilione di dollari. In prospettiva, esso ammonta a circa 100 volte il PIL dell’economia statunitense.

Il grafico qui di seguito mostra l’esplosione dei derivati nel sistema bancario statunitense. Si può vedere come nel 1991 il valore figurativo totale era equivalente a circa alle dimensioni del PIL statunitense. Nel 2006 le dimensioni erano cresciute 10 volte il PIL, superando ampiamente le dimensioni dell’economia reale.

 

[Esposizione del Sistema Bancario USA (migliaia di miliardi di dollari): mercato dei derivati
 (valore figurativo totale, istogramma blu), contratti sui tassi di interesse (istogramma rosso)]


Il grafico sottostante fornisce un quadro più dettagliato. Esso mostra il PIL mondiale e il valore figurativo mondiale dei derivati. Ancora una volta, benché non sia possibile alcun confronto con gli anni ’20, è chiaro come l’ammontare complessivo dei derivati sia cresciuto enormemente durante gli ultimi due decenni e come esso presenti rischi inesistenti all’inizio della Grande Depressione. La crescita di questi derivati può essere paragonata solo ad un’esplosione nucleare nel sistema finanziario.

 

[PIL mondiale (linea) paragonato al valore figurativo

mondiale del mercato dei derivati (istogramma)]


4. Il rapporto Dow-Gold . Il rapporto Dow-Gold rappresenta il più importante rapporto tra i prezzi relativi degli asset finanziari e gli asset reali. La componente legata al Dow rappresenta la valutazione degli asset finanziari; la componente legata all’oro quella degli asset reali. Quando il rapporto d’indebitamento nel sistema finanziario aumenta in modo significativo, lo stesso succede al rapporto. Un rapporto molto alto è interpretato come uno squilibrio tra gli asset finanziari e quelli reali – gli asset finanziari sono più o meno sopravvalutati, mentre quelli reali sono più o meno sottovalutati. Esso implica anche che una correzione si renderà alla fine necessaria – o attraverso la deflazione, che implica una riduzione del rapporto d’indebitamento e un crollo del mercato azionario, o attraverso l’inflazione, che comporta un mercato azionario stagnante per molti anni ed una costante crescita dei prezzi degli asset reali, delle materie prime e dell’oro, abitualmente associata con un’economia stagnante e che normalmente sfocia nella stagflazione. Il primo caso – la deflazione – si è verificato negli anni ’30, mentre il secondo caso – la stagflazione – negli anni ’70.

Il grafico di seguito illustra i concetti precedenti. All’assai elevato Rapporto Dow-Gold Ratio del 1929 ha fatto seguito la Grande Depressione, mentre ad un più alto livello, registrato nel 1966, hanno fatto seguito gli anni ’70, contrassegnati dalla stagflazione. È evidente dal grafico che il picco del 2000 ha sorpassato i due picchi precedenti del 1929 e del 1966, c’è quindi da aspettarsi ragionevolmente che il prossimo ritorno alla “normalità” sarà più doloroso rispetto alla Grande Depressione, almeno in termini di disagi cumulati nei prossimi 10-15 anni.

 

[Rapporto tra l'indice Dow e il valore dell'oro dal 1800 a oggi]


5. Bolle globali. È impossibile fare un paragone diretto con gli anni ’20, ma oggi l’economia globale è piena di bolle. Tornando agli anni ’20, gli USA avevano le loro bolle finanziarie e immobiliari, mentre le economie europee faticavano a riprendersi dalle devastazioni della Prima Guerra Mondiale, che si era conclusa nel 1919. Personalmente, non sono a conoscenza di altre bolle durante questo periodo, tuttavia accoglierò volentieri le reazioni dei lettori su questo tema.

Oggi la situazione è molto diversa. L’economia statunitense ha una bolla del mercato azionario e di quello immobiliare che ha superato quella degli anni ’20. Gli attuali colossali deficit contabili statunitensi hanno foraggiato una crescita straordinaria nelle riserve monetarie globali. Come risultato di ciò, l’Europa ha bolle immobiliari lungo i propri confini, dal Regno Unito e dall’Irlanda, attraverso il Mediterraneo (Spagna, Francia, Italia e Grecia), fino all’intera regione baltica (Lettonia, Lituania ed Estonia) e ai Balcani (Romania e Bulgaria). Peggio ancora è andata a molti paesi asiatici (Cina, Corea ecc.) che hanno anch’esse avuto le loro bolle finanziarie e immobiliari, con la sola eccezione del Giappone, che è ancora in una fase di ripresa da quella avuta negli anni ’80. Quindi, durante gli anni ’20 solo gli Stati Uniti hanno sofferto grossi squilibri finanziari, mentre oggi gli squilibri hanno travolto il mondo intero – sia quello sviluppato che quello in via di sviluppo. È ragionevole pensare che gli squilibri globali che si stanno dipanando saranno probabilmente più dolorosi oggi rispetto a quanto lo furono durante la Grande Depressione, a causa sia delle dimensioni che degli ambiti.

6. Il collasso della Seconda Bretton Woods. Il sistema monetario globale si basava su un quasi-gold standard durante gli anni ’20. A quell’epoca dollari e sterline erano convertibili in oro, mentre tutte le altre valute erano convertibili in dollari e sterline. Un modo appropriato per riferirsi ad esso è considerarlo un precursore degli accordi di Bretton Woods esistenti tra il 1945 e il 1971. Quello che è importante da comprendere è che mentre il sistema era a corso forzoso in natura, l’oro impose limitazioni significative all’espansione del credito e all’indebitamento.

In qualche modo simile fu il ruolo di Bretton Woods, che si protrasse al 1945 al 1971. Il dollaro fu legato all’oro, mentre le altre valute a corso forzoso furono legate al dollaro. Come nel periodo tra le due Guerre Mondiali, l’oro impose dei limiti agli squilibri creditizi e finanziari.

Attualmente viviamo in quella che è stata chiamata Seconda Bretton Woods. Sostanzialmente, questo è un puro standard a corso forzoso del dollaro, dove tutte le valute sono convertibili in dollari, a tassi di cambio fissi o variabili, mentre il dollaro è convertibile in “nulla”. Perciò, il dollaro non ha alcune limite impostogli dall’oro, perciò senza la disciplina dell’oro, l’attuale sistema monetario globale ha accumulato in modo significativo più squilibri che mai nel moderno capitalismo. Questi squilibri compaiono nel sistema monetario internazionale sottoforma di insostenibili deficit (e surplus) commerciali, riserve ufficiali di dollari in alcune banche centrali europee ed asiatiche alle stelle, e la proliferazione dei Fondi Sovrani; più in generale, questi squilibri si manifestano in una miriade di bolle, sovrindebitamenti, ed altre problematiche di cui si è già discusso in precedenza.

Attualmente la Seconda Bretton Woods è nella sua fase di disintegrazione. Il mondo sta perdendo lentamente ma costantemente fiducia nel dollaro come valuta delle riserve mondiali. Un abbandono del dollaro è in corso e il collasso del sistema monetario globale è imminente. Una volta che la Seconda Bretton Woods si sarà disintegrata ed un nuovo sistema l’avrà sostituita, il processo di riassesto sarà necessariamente più doloroso del rispettivo processo avvenuto durante la Grande Depressione.

Un po’ di cautela nell’uso della terminologia è necessaria in questo caso. Mentre la letteratura negli ultimo 10-20 anni ha riconosciuto ampiamente l’espressione “Seconda Bretton Woods”, nel settembre-ottobre del 2008 il termine è stato usato ampiamente dai mass media per descrivere un summit internazionale proposto con l’obiettivo di ricostruire da zero un nuovo sistema monetario internazionale, proprio come “Bretton Woods”. Immediatamente rinominato dai media come la “Seconda Bretton Woods II”, questa espressione potrebbe potenzialmente indurre molta confusione, dal momento che potrebbe far pensare cose diverse a persone diverse. Il lettore interessato dovrebbe consultare la pagina di Wikipedia dedicata alla Seconda Bretton Woods, dove entrambi i significati sono spiegati nei dettagli.

Conclusioni

A partire dall’agosto 2007 abbiamo testimoniato la crescita inesorabile della crisi del credito: una costante contrazione del mercato del credito, iniziata con le obbligazioni sui mutui, estesasi alle polizze di credito commerciali, poi al credito interbancario, e successivamente ai CDO [Collateralized debt obligation], ai CLO [Collateralized Loan Obligation], ai mutui jumbo, alle linee di credito home equity, ai LBO [Leveraged buyout] e ai mercati di private equity e quindi in generale ai mercati obbligazionario e dei valori mobiliari.

Mentre i media descrivono il problema come se fosse legato alla fiducia e alla mancanza di liquidità, un’analisi più approfondita indica che il credito dell’epoca del boom è stato impiegato in modo improduttivo e perciò le perdite devono essere sostenute. In altre parole, capitali scarsi sono stati allocati male, mal investiti e sostanzialmente sprecati. Nessun ammontare proveniente da politiche monetarie o fiscali potrà sistemare i problemi del passato, così come nessun nuovo trattamento può velocemente rimettere in salute un tossicodipendente debilitato da un abuso di droghe decennale.

Basandomi su indicatori quali (1) la sopravvalutazione del mercato immobiliare globale, (2) l’lndebitamento, (3) il rapporto di indebitamento, (4) l’eccesso di derivati, (5) le bolle globali, e (6) la precarietà del sistema monetario globale, sarei pronto a sostenere che gli squilibri accumulati nel periodo attuale superano in modo significativo quelli che hanno preceduto la Grande Depressione. Concludo quindi che la depressione statunitense e (forse) globale prossima ventura sarà di un’intensità maggiore rispetto a quella della Grande Depressione degli anni ’30. Stiamo probabilmente entrando in un periodo storico che sarà probabilmente conosciuto come la Più Grande Depressione.

Risparmiatore fai attenzione! Solo l’oro può proteggerti dalle devastazioni di un’altra Depressione!

 

 

Considerazioni sui titoli di stato di Eugenio Benetazzo
 

 

 

DIAMO IL VOTO ALLE BANCHE (italiane)

Fonte web di Eugenio Benetazzo

Negli anni precedenti i risparmiatori italiani sono sempre stati abituati a ricevere un rating di merito creditizio oppure un giudizio di affidabilità qualora avessero richiesto un prestito al loro istituto di credito o banca d'appoggio. Quello che sta accadendo sul pianeta in termini di scenario macroeconomico non ha precedenti storici: ovunque vi sono banche a rischio di default finanziario, molti sono i casi di salvataggio con interventi di stato a causa di una sconsiderata gestione del rischio da parte del management.

Tutto questo deve far emergere un plausibile dubbio sul pubblico risparmiatore italiano sulla solidità e serietà del proprio partner bancario.
Per la prima volta è una persona fisica indipendente che si preoccupa di emettere un giudizio di affidabilità su una banca italiana: le agenzie di rating e gli organismi di vigilanza hanno dimostrato ormai la presenza di profondi conflitti di interesse e/o di gravi inefficienze nello svolgere il loro compito di controllo sulla stabilità e serietà degli intermediari ed operatori bancari.

Eugenio Benetazzo è l'unico analista indipendente italiano ad aver profetizzato con largo anticipo la crisi dei mercati finanziari e dell'attuale sistema industriale attraverso la redazione di due saggi economici ed uno show finanziario di inchiesta mediatica, sollevando non poche perplessità sul futuro che ci attende nei prossimi semestri. D'ora innanzi deve realizzarsi un mutamento epocale di pensiero nel pubblico risparmiatore italiano, più volte gabbato e sodomizzato dallo stesso sistema bancario, da adesso in poi si dovrà stravolgere il proprio comportamento innanzi al personale di sportello di una filiale di banca. Infatti il singolo risparmiatore dovrà dimostrare un comportamento inquisitore nei confronti della banca a cui desidera affidare i propri fondi.

Ho provveduto a redigere un elenco (per adesso parziale) di istituti di credito e di banche sino ad ora esaminate  suddiviso in due grandi gruppi per Presunzione di Affidabilità. Con questa terminologia si vuole sottolineare come il soggetto in questione possa presumibilmente considerarsi Attendibile o Discutibile in termini di solidità patrimoniale, politica commerciale utilizzata, marketing dei prodotti ed infine qualità e quantità nell'erogazione degli impieghi.

 

Presunzione di Affidabilità

ATTENDIBILE DISCUTIBILE
Carige
Credem
Banca Popolare dell'Etruria
Banca Etica
Ubibanca ***
Banca Popolare di Spoleto
Banca del Veneziano
Banca Popolare di Marostica
Banca Popolare di Sondrio
Cassa di Risparmio di Bolzano
Banca Sella
Kartner Sparkasse
Banco Posta *****
Banca del Piemonte
Banca della Marca
Desio Banca
Banca di Rimini
Banca Monte Paschi
Unicredit Banca *
Intesa San Paolo **
Veneto Banca
Banco Popolare ****
Banca Popolare di Vicenza
Cassa di Risparmio del Veneto
Banca Antonveneta
Banca Popolare di Milano
Banca San Giorgio Valle Agno
Banca Mediolanum
Deutsche Bank
Banca Nazionale del Lavoro
Banca Fideuram


 

(*): Il giudizio considera il sistema e gruppo Unicredito
(**): Il giudizio considera il sietma e gruppo Intesa San Paolo
(***): Il giudizio considera il sistema e gruppo Ubibanca
(****): Il giudizio considera il sistema e gruppo Banco Popolare
(*****): Il giudizio considera solo i prodotti postali tradizionali


Il giudizio di Presunzione di Affidabilità è stato emesso in base all'analisi di molteplici parametri che consentono di soppesare le politiche commerciali attuate dalle rispettive banche e dal grado di rischio che l'istituto potrebbe sviluppare nei prossimi mesi a seguito di una discutibile pianificazione aziendale. Tra i principali parametri utilizzati possiamo individuare i seguenti:

 
1) Valorizzazione del Core Tier
 2) Presenza e consistenza di processi di cartolarizzazione
 3) Percorso di crescita attraverso indebitamento
 4) Qualità e quantità dell'esposizione nel settore immobiliare
 5) Ricorso all'erogazione di mutui ad intervento integrale
 6) Distribuzione di prodotti strutturati e derivati
 7) Presenza di conflitti di interessi


Le banche non ancora analizzate o in questo momento in fase di valutazione, che desiderano ricevere il giudizio di Presunzione di Affidabilità possono farne richiesta via email ai fini della prenotazione ed  organizzare di una intervista esaminatrice.

L'elenco delle banche inserite sarà aggiornato ogni mese sulla base delle informazioni e dati che è stato possibile ottenere e/o raccogliere: l'istituto di credito o la banca che volesse rivedere il proprio rating ha la possibilità di richiedere una intervista esaminatrice per produrre ulteriori informazioni che possano produrre un mutamento del proprio status di rating da Discutibile ad Attendibile.

 

 

APPROFONDIMENTO
 

Perché il crac:
la funzione delle tre curve di LaRouche

Una delle tesi più caratteristiche dell’economista americano Lyndon LaRouche a proposito della crisi finanziaria attuale è che essa non può essere risolta nell’ambito delle regole del sistema perché all’origine della crisi c’è una contraddizione di fondo del sistema stesso. Si tratta della convivenza simbiotica di due “filosofie” antitetiche. Una è la filosofia monetarista, il parassita, e l’altra è quella dello sviluppo dell’economia reale, l’organismo portatore. Questa seconda filosofia è quella che ad esempio è prevalsa negli anni della ricostruzione. Da circa un trentennio, invece, si afferma sempre di più la prima.

 

 Il crac finanziario in un colpo d’occhio

Mentre il grosso delle attività economiche reali e necessarie da tempo opera essenzialmente in passivo, le attività finanziarie hanno raggiunto fatturati vertiginosi. Ora però anche le banche e le finanziarie versano in grandi difficoltà. Riescono a tenere in piedi i loro schemi piramidali solo con il saccheggio sempre più aggressivo dell'economia reale. Ma più questo procede rapidamente, più si avvicina il crollo dell'intero edificio dell'economia globale.

 

Nuovi delitti bancari

Come mai il dollaro non è ancora collassato, anzi si rafforza sull’euro? Perchè le banche europee lo comprano a man bassa, a trilioni. E perchè lo comprano? La risposta la dà la Banca per i Regolamenti Internazionali (BRI): Le banche europee si sono stra-indebitate a breve in divise locali (euro, franchi svizzeri, sterline) per «finanziare posizioni ‘long’ in dollari USA» (1). Se ben capisco, hanno investito in USA, fidando in continui rialzi finanziari, i nostri risparmi nei nostri conti correnti in euro - i famosi prestiti a breve non sono che questo. E’ un’azione criminale (mica ci hanno chiesto il permesso, nè ci hanno compensato con una parte dei loro profitti negli anni belli) ma perfettamente «legale», dato che l’eurocrazia ha legalizzato la «banca universale», ossia ha abbattuto il muro di separazione tra la normale banca commerciale di deposito, e quella d’investimento, speculativa. E così, a nostra insaputa, i nostri risparmi ritirabili a vista (in teoria) sono andati a finanziare non già dei fidi nella zona euro, ma non si sa quali «investimenti» in USA.