SETTIMANA SANTA 2009:

 DALLA PASSIONE ALLA RESURREZIONE

 

SPUNTI DI MEDITAZIONE

 

 

(a Cura di Claudio Prandini)

 

 

Pensando proprio alle sfide che segnano il cammino della Chiesa nel continente africano, ed in ogni altra parte del mondo, avvertiamo quanto siano attuali le parole del Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima. Gesù, nell’imminenza della sua passione, dichiara: "Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Gv 12,24). Ormai non è più l’ora delle parole e dei discorsi; è giunta l’ora decisiva, per la quale il Figlio di Dio è venuto nel mondo, e malgrado la sua anima sia turbata, Egli si rende disponibile a compiere fino in fondo la volontà del Padre. E questa è la volontà di Dio: dare la vita eterna a noi che l’abbiamo perduta. Perché ciò si realizzi bisogna però che Gesù muoia, come un chicco di grano che Dio Padre ha seminato nel mondo. Solo così infatti potrà germogliare e crescere una nuova umanità, libera dal dominio del peccato e capace di vivere in fraternità, come figli e figlie dell’unico Padre che è nei cieli. (Angelus del 29/03/09)

 

 

 

 

 

Katia Ricciarelli - Pergolesi - Stabat Mater (Dolorosa)

 

 

 

 

 

 

Benedetto XVI descrive l’agonia

di Gesù nell’Orto degli Ulivi

 

Fonte web

 

Roberto Cremesini, 1984 "Il crocifisso", «Chiesa Cristo Risorto» - PadovaCITTA’ DEL VATICANO – “Gesu' era un vero uomo, con i nostri sentimenti: avvertiva l'abisso del terrore, si sentiva schiacciato dal peccato umano, da tutto quanto e' sporco nell'umanità". Benedetto XVI lo ha sottolineato nell'omelia della Messa domenicale celebrata nella parrocchia del Santo Volto alla Magliana, per spiegare la preghiera di Cristo nell'Orto degli Ulivi che il Pontefice ha riassunto cosi':

"Padre, salvami da quest'ora, non permettere la croce, dammi la vita". "Ma allo stesso tempo - ha ricordato il Papa -, non viene meno la sua filiale adesione al disegno divino. Dice infatti: Padre, glorifica il tuo nome, accetto la Croce, la grandezza del tuo amore. Non la mia volonta' ma la tua". Per il Pontefice, "il grande processo del Monte degli Ulivi e' quello che dovrebbe realizzarsi in ogni nostra preghiera, aprire la nostra volonta' alla volonta' divina perche sia trasformata. Gesu' ha pregato con grida e lacrime. Ma e' stato esaudito, nel senso che e' risorto, e ha trasformato cosi' il mondo". Ratzinger ha poi promosso gli sforzi delle comunita' ecclesiali che in Italia si stanno mobilitando per soccorrere le famiglie che sono in difficolta' a causa della crisi economica.

"In questo nostro tempo, segnato da una generale crisi sociale ed economica, molto meritevole - ha detto ai fedeli della parrocchia romana - e' lo sforzo che state compiendo, attraverso soprattutto la Caritas parrocchiale e il gruppo di Sant' Egidio per andare incontro, come e' possibile, alle attese dei piu' poveri e bisognosi". Il Papa ha quindi indicato come modello da seguire in questo impegno - che, come e' noto, vede l'iniziativa di un fondo nazionale promosso dalla Cei e analoghe raccolte nelle diverse diocesi - San Massimiliano Kolbe, che sacrifico' la sua vita per salvare quella di un padre di famiglia internato con lui ad Aushwitz.

Il dono di noi stessi, ha evidenziato il successore di Pietro nel corso dell'omelia, e' quello che ci chiede il Vangelo: "Se il chicco di grano muore, produce molto frutto. Gesu' ha promesso: ‘Chi ama la sua vita, la perdera', e chi odia la sua vita, la troverà'. Odiare la propria vita e' una espressione semitica forte e paradossale, che ben sottolinea la radicale totalita' che deve contraddistinguere chi segue Cristo e si pone, per suo amore, al servizio dei fratelli". "Non esiste altra via - ha aggiunto Benedetto XVI - per sperimentare la gioia e la vera fecondita' dell'amore: non c'e' alternativa al perdersi, al donarsi". "Manteniamo fissi - ha esortato rivolto ai presenti - il cuore e la mente sul volto di Cristo, al quale e' dedicata la vostra parrocchia. Agli abitanti della Magliana, particolarmente agli anziani, alle persone sole, e in difficolta', dico: per tutti e ciascuno prego in questa Santa Messa.

Lasciatevi illuminare dal Volto di Cristo e la comunita' camminera' unita, accomunata dall'impegno. E voi giovani - ha asserito verso i ragazzi della parrocchia - preparatevi a costruire famiglie unite e fedeli al Vangelo, la societa' ha bisognio di queste testimonianze, se poi il Signore vi chiama al sacerdozio o alla vita religiosa abbiate il coraggio di rispondergli di si', io prego per voi. Giovanni Paolo II, che ricorderemo insieme a tutti i giovani della diocesi di Roma in San Pietro il prossimo 2 aprile, quarto anniversario della sua morte, ha incoraggiato i giovani a seguirlo con generosità".

Benedetto XVI ha anche voluto manifestare, ma all’Angelus, "l'emozione profonda" vissuta in Africa la settimana scorsa "incontrando le comunita' cattoliche e le popolazioni del Camerun e dell'Angola". "La visita - ha osservato - mi ha permesso di vedere e comprendere meglio la realta' della Chiesa in Africa nella varieta' delle sue esperienze e delle sfide che si trova ad affrontare in questo tempo".

Secondo il Papa, "pensando proprio alle sfide che segnano il cammino della Chiesa nel continente africano, ed in ogni altra parte del mondo, avvertiamo quanto siano attuali le parole del Vangelo: 'Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto'. Ormai - ha scandito Ratzinger riferendosi alla frase di Gesu' ma anche alla situazione dell'Africa - non e' piu' l'ora delle parole e dei discorsi; e' giunta l'ora decisiva, per la quale il Figlio di Dio e' venuto nel mondo.

Solo cosi' infatti potra' germogliare e crescere una nuova umanita', libera dal dominio del peccato e capace di vivere in fraternita', come figli e figlie dell'unico Padre che e' nei cieli". In Africa, "soprattutto mi hanno impressionato - ha rivelato il Pontefice - due aspetti, entrambi molto importanti. Il primo e' la gioia visibile nei volti della gente, la gioia di sentirsi parte dell'unica famiglia di Dio, e ringrazio il Signore per aver potuto condividere con le moltitudini di questi nostri fratelli e sorelle momenti di festa semplice, corale e piena di fede. Il secondo aspetto e' proprio il forte senso del sacro che si respirava nelle celebrazioni liturgiche, caratteristica questa comune a tutti i popoli africani ed emersa, potrei dire, in ogni momento della mia permanenza tra quelle care popolazioni".

"Nella grande festa della fede vissuta insieme in Africa, abbiamo sperimentato - ha affermato ancora Benedetto XVI - che questa nuova umanita' e' viva, pur con i suoi limiti umani. La' dove i missionari, come Gesu', hanno dato e continuano a spendere la vita per il Vangelo, si raccolgono frutti abbondanti. A loro - ha continuato - desidero rivolgere un particolare pensiero di gratitudine per il bene che fanno. Si tratta di religiose, religiosi, laici e laiche.

E' stato bello per me - ha confidato il Papa - vedere il frutto del loro amore a Cristo e constatare e la profonda riconoscenza che i cristiani hanno per essi. Rendiamone grazie a Dio, e preghiamo Maria Santissima perche’ nel mondo intero si diffonda il messaggio della speranza e dell'amore di Cristo". Il Santo Padre ha infine voluto salutare al termine dell'Angelus "i numerosi africani che vivono a Roma, tra cui molti studenti" che erano presenti in Vaticano per portargli la loro solidarieta’ dopo che e' stato oggetto di attachi dei media e di esponenti di governi dell'Unione Europea per la sua frase sull'Aids. "Carissimi - ha detto loro il Pontefice -, avete voluto venire a manifestare gioia e riconoscenza per il mio viaggio apostolico in Africa. Vi ringrazio di cuore. Prego per voi, per le vostre famiglie e per i vostri Paesi di origine".

 

 

 

Gesù nel Getsemani che suda sangue.

 

 

 

 

 

Il Getsemani è il cuore della nostra spiritualità,

è il passaggio obbligato per una crescita di spirito.

Padre, non la mia, ma la Tua Volontà!

(Meditazione di Padre Andrea)

Gesù nel Getsemani si trova davanti ad una realtà più grande di Lui: è Gesù uomo, in tutta la sua umanità perfettissima e perciò infinitamente sensibile. Si trova a lottare con il grande avversario che si chiama morte, male, peccato.

E' una lotta che non riesce a combattere da solo e chiede aiuto ai suoi amici. Dice loro di vegliare e pregare con Lui perchè si accorge che sta crollando sotto quel peso enorme.

Gesù sente la sua umanità che geme, non può farcela, chiede conforto ... ma i suoi amici dormono. Ma noi non giudichiamoli: la bestiaccia li ha storditi, è uno scontro troppo importante e satana sa che quello è l'impatto finale e per questo fa di tutto per isolare Gesù.

E' solo, si sente venir meno, il peso è troppo grande.

E' un peso nello spirito che si ripercuote anche a livello fisico e Lui si sente veramente morire.

Quando si accorge che sta venendo meno, Lui si aggrappa al Padre "Padre, se è possibile allontana da me questo calice" E' come se dicesse non ce la faccio, la mia umanità non ce la fa, però ... " ... non la mia ma la Tua volontà sia fatta" Ecco la vittoria di Gesù!

Lui non ha mai vissuto quello che sta vivendo nell'orto, non ha mai chiesto aiuto a nessuno durante la sua vita, ha sempre aiutato tutti. Ma, in questo caso, è Gesù uomo, che ha bisogno di noi, che chiede aiuto. E' scomparsa la potenza del miracolo!

Il Padre gli manda l'Angelo. E' la risposta concreta del Padre che sembra voglia dirgli "Non posso risparmiarti, ti ho mandato nel mondo per questo" Il Padre nostro è un Papà forte! E Gesù beve il calice con le ultime forze che ha.

Cosa beve? Beve la volontà del Padre ed accetta la sofferenza, la morte, l'amarezza di tutti gli uomini, la desolazione, tutto ciò che è male; ma nella volontà del Padre c'è la Vita che è più forte della morte, una pace che è più forte della disperazione perchè in quel calice c'è anche il Padre che si comunica al Figlio così come il Figlio si era comunicato poco prima agli apostoli. E gesù beve in quel momento una potenza di vita tale che gli permette di rialzarsi, di andare incontro ai suoi amici.

E' tornato Gesù di sempre, anzi è più potente di prima. Lo vediamo immediatamente dopo che dice alle guardie che vanno ad arrestarlo "Chi cercate?" "Gesù Nazareno" "IO SONO"

Quando Gesù dice "IO SONO" tutti indietreggiano e cadono per terra. Da Lui è emanata una potenza di Grazia tale che tutti coloro che non sono in Dio, vengono abbattuti come da una ventata.

E' Gesù che conferma quello che aveva detto: "Do la mia vita perchè la voglio dare, non perchè voi me la togliete"

Come ha fatto Gesù-uomo a sostenere tutto il peso della passione, dopo il sudore di sangue avuto nell'orto?! Era fisicamente distrutto sin dall'inizio! La sua passione è qualcosa di terribile! La flagellazione, il peso enorme della croce ... Come poteva sostenere tutto ciò?!

In Lui c'è "IO SONO", il Padre e la potenza del Padre! Solo con questa potenza porta avanti il suo compito sino sulla croce quando dice "Padre tutto è compiuto!" e poi dice "Padre, perchè mi hai abbandonato?"

Il Padre si è ritirato! ..... Perchè!?

Perchè quel corpo, ormai martoriato, ha svolto la sua missione, tra poco Lui lo rifarà, più splendido, lo farà risorgere con una potenza di luce infinita.

Cosa significa questo per noi?

Se Gesù-uomo non avesse avuto la volontà totale di aderire alla volontà del Padre, cosa sarebbe accaduto? Tutti i disegni, i progetti del Padre si sarebbero vanificati! Gesù-uomo ha fatto, nonostante tutto il suo soffrire terribile, una scelta. Egli non sconfigge il nemico sulla croce ma nel Getsemani! Lo sconfigge quando dice "Padre non la mia, ma la Tua volontà!"

Il quel momento il Figlio vince ed il Padre scende in Lui e gli dona tutta la Sua Potenza!

Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù di essere messi alla sua destra ed alla sua sinistra e Lui chiede: "Siete pronti a bere il calice che io berrò?"

Siete cioè pronti a fare la volontà del Padre come la farò io fino a sudare sangue, a lasciarmi distruggere, a lasciarmi uccidere? Se siete disposti a questo, voi regnerete con me!

Queste parole di Gesù sono rivolte anche a noi! E' un passaggio obbligato della vita: prima o poi ci verrà presentato il "calice" e noi dovremo scegliere. Bere o rifiutare!

Qual'è il nostro "calice"?

E' diverso per ognuno di noi. Ci sono tanti modi per morire nello spirito!

Può essere una malattia, una grande umiliazione, un fallimento, un tradimento, una grande sofferenza interiore ....

Davanti a tutto ciò, io riesco a dire "Padre non la mia ma la Tua volontà sia fatta" o Gli dico "Perchè!? Perchè proprio a me? Che male ho fatto?"

Bevo o rigetto il "calice"!?

Il "calice" è un qualcosa che ad un certo momento abbiamo davanti a noi e non lo vogliamo, ne abbiamo bevuti altri, ma questo proprio ci ripugna. In quel momento non dobbiamo andare in giro cercando appoggi o giustificazioni o compassioni, dobbiamo convincerci che tutto ciò che ci accade è sotto controllo. Se quel "calice" mi è stato messo davanti, un motivo c'è, ed il Padre lo ha permesso!

Ma allora? Dio? Non mi ami come dici?!

No!

Dio, Padre, è Amore purissimo, non può far nulla che sia spiacevole, ma la "mia" realtà è quella che è, ed il riscatto del mio peccato deve avvenire necessariamente se voglio "rinascere a vita nuova".

Se in quel momento dico il mio "Sì" entro nel mondo dello Spirito ed accade quanto Gesù a detto a Nicodemo "Se non morirete e non rinascerete non entrerete nel Regno dei Cieli"

Se non moriremo nello spirito e nel nostro "io", Dio non potrà entrare in noi! Dobbiamo fare il vuoto dentro di noi, far spuntare quella potenza di Luce che è nel nostro Spirito, ma questa non potrà mai emergere se non eliminiamo tutte le nostre incrostazioni!

Il nostro Spirito è soffocato dalla nostra umanità, dalla nostra materialità! Dobbiamo liberarci dell'odio, dalle passioni, dagli egoismi, dagli orgogli ... di tutto ciò che blocca il nostro spirito e non lo lascia libero di emergere.

Il Getsemani è la massima scuola di spirito, ognuno di noi deve prepararsi!

Se riesco a dire il mio "Sì", entro nella pace, nella serenità, perchè in me nasce una potenza nuova, la potenza del Padre, donata in cambio del mio "Sì".

Ogni volta che dico Sì al Padre, in me scende lo Spirito! E' l'Annunciazione!

Se, invece, non lo dico, mi perderò in una serie di ma... perchè .... però .....

Non accetto e di conseguenza mi inasprisco, non rinasco, non vive in me la gioia.

 

La gioia è il frutto della sofferenza accettata

 

E' tutto scritto ... il figlio dell'uomo avrebbe sofferto ... ed il terzo giorno sarebbe risorto!

Quindi, se accetto il mio "calice" entro in un clima di luce vera, di gioia vissuta, testimoniata!

Il Getsemani allora diventa veramente un punto importante della nostra vita, si gioca tutto per tutto! Noi costruiamo la nostra santità dicendo "Sì" alla Volontà del Padre. Guardiamo a Maria che è l'esempio per eccellenza!

La volontà del Padre è che noi siamo santi "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre Celeste" ci dice Gesù.

Come possiamo noi essere perfetti come desidera il Padre?

C'è una sola possibilità: aderire totalmente alla Sua Volontà!

Continuando a dire il nostro SI' ... ci uniremo sempre di più a Dio.

Applichiamo tutto questo nella nostra vita quotidiana, portando la nostra croce, uniti alla volontà del Padre. Inizieremo a crescere nello Spirito fino al punto in cui non saremo noi, ma Dio in noi.

Accettare la Volontà del Padre è come "l'innesto fra due piante". Nel campo dello Spirito possiamo "innestarci a Dio" con il nostro continuo SI'.

Farsi santi è difficile .... ma è altrettanto facile dicendo si, sempre, continuamente al Padre.

Ci sono dei "Sì" che costano, molto, ma dobbiamo tenere dentro di noi l'amarezza e agli altri donare il sorriso. Così si crescerà nello Spirito.

Il Getsemani allora diventa il nostro "esame da superare".

Ciascuno di noi si porta dentro un bagaglio di delusioni, amarezze, di difficoltà ... riusciamo ad accettarle tutte, una dietro l'altra? E' questo il nostro test, l'esame più semplice per vedere a che punto di grazia ci troviamo.

Il Getsemani, allora, diventa prezioso!

Vegliamo e preghiamo con Gesù che soffre. L'agonia di Gesù continua in ogni uomo che soffre. Confortiamolo! Un'ora di tempo, un atto d'amore ... Lui in cambio ci donerà il centuplo. Impareremo a crescere nello Spirito, diventeremo forti della Forza del Padre, capaci di amare anche quando non siamo amati, soffrire anche quando non sopportiamo il dolore, perdonare anche quando non saremo perdonati ....

Vegliamo e preghiamo con Gesù nel Getsemani! Si stabilirà un contatto profondo, perchè è il contatto che si stabilisce tra un moribondo ed uno che sta bene.

Non aver paura vicino al moribondo, è nostro fratello e sta sostenendo una grande lotta, l'agonia, il grande scontro e a lui viene meno la forza ed ha bisogno di qualcuno che lo sostenga: basta stargli vicino, prendergli la mano, parlargli piano con dolcezza ... vi sente ... anche se non sembra ... si stabilisce un legame profondo, di spirito. In quel momento voi lo state sostenendo nella grande battaglia. E state sostenendo Gesù nella Sua agonia! Noi gli diamo un piccolo sostegno umano ma Lui ci renderà il centuplo!

Gesù non si è fatto povero per il gusto di chiedere l'elemosina ma per arricchire noi che Gli facciamo l'elemosina!

E, man mano che cresceremo nello Spirito, vedremo le cose con occhi diversi, saremo entrati in sintonia con il Cuore del Padre, con lo Spirito del Padre, con la Volontà del Padre!

Finalmente liberi, saremo nella gioia, e tanto più pesante sarà la prova, tanto più amaro il calice, tanto più forte la risposta di vita che riceveremo.

La nostra santificazione non avverrà solo dalle sofferenze fisiche ma attraverso la grande lotta di spirito che dobbiamo sostenere interiormente fra la nostra volontà e la volontà del Padre.

Gesù ora ci chiede un piccolo impegno, soprattutto nella prossima settimana santa, la sera tra il giovedì ed il venerdì santo, chiediamo al nostro angelo custode di svegliarci e di guidarci verso Gesù che ci attende per vegliare e pregare con Lui, un poco, anche solo un'ora. Gli diremo: "Gesù, ti sto vicino, prendendo la tua mano fredda, la mano di un moribondo, voglio stare con te, non ti lascerò solo in questo momento"

Ritroveremo la nostra mano nella Sua, la mano forte del Padre, che ci attirerà e farà di noi dei campioni, i campioni di Dio, quei campioni di cui è scritto nell'Apocalisse "I nostri fratelli hanno vinto perchè non hanno esitato ad offrire la vita" dicendo il loro SI' che oggi, in particolare, è indispensabile perchè, tutta l'umanità, vinca la battaglia contro il male.

In questo momento il mondo vive come "una grande agonia" è necessario sostenere spiritualmente questa lotta tra il bene ed il male, perché possa realizzarsi la nuova era di pace tanto attesa. Un mondo di pace e di amore per tutta l'umanità.

 

 

In silenzio, Signore,

stiamo ai piedi della Tua Croce,

dove sei morto d' Amore per noi.

 

Il Tuo Corpo martoriato

raccoglie tutto il dolore del mondo;

nel Tuo Sangue,

c' è tutto il sangue innocente della terra;

nella Tua umiliazione e nelle Tue piaghe

c' è ogni vita violata.

 

Ma dalle ferite delle Tue mani,

dei Tuoi piedi, del Tuo Costato

e "sicuramente" del Tuo Cuore

si irradia una Grande Luce

che può trasfigurare i nostri mali:

per le Tue piaghe siamo stati guariti,

nella Tua sorte le nostre sorti trovano speranza,

nella Tua Risurrezione ogni vita può risorgere.

 

Tu, che non hai creato né il male né la morte,

ma li hai accolti come Servo sofferente del Padre,

donaci il Tuo Spirito

perché anche noi possiamo viverli nella fede.

Asciuga ogni lacrima dai nostri occhi

e la  Visione del Tuo Amore senza misura

vinca i nostri egoismi

e ci dia cuore

per ogni "uomo dei dolori "

Grazie!

Amen

 

 

Gesù è Risorto! Alleluia...

 

 

 

 

 

DALLA PRIMA LETTERA DI

PAOLO AI CORINTI

 

Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, 2 e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!

3 Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, 4 fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, 5 e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. 6 In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. 7 Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. 8 Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. 9 Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. 10 Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. 11 Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

12 Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? 13 Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! 14 Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. 15 Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. 16 Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; 17 ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. 18 E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. 19 Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.

20 Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. 21 Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; 22 e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. 23 Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; 24 poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. 25 Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. 26 L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, 27 perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. 28 E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

29 Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro? 30 E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente? 31 Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore! 32 Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Efeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo. 33 Non lasciatevi ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi». 34 Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.

35 Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?». 36 Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; 37 e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. 38 E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. 39 Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. 40 Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. 41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore. 42 Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.

Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che 45 il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. 46 Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. 47 Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. 48 Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. 50 Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.

51 Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.

54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria. 55 Dov'è, o morte, la tua vittoria?

Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? 56 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. 57 Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! 58 Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.