SINODO SULLA FAMIGLIA:

LA CHIESA CATTOLICA VERSO

LO SCISMA E L'ERESIA?

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

 

INTRODUZIONE

2013-2014: Motus in fine velocior

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L’11 febbraio 2013 è una data ormai entrata nella storia. Quel giorno Benedetto XVI comunicò la sua decisione di rinunciare al pontificato ad un’assemblea di cardinali attoniti. L’annunzio fu accolto “come un fulmine a ciel sereno”, secondo le parole rivolte al Papa dal cardinale decano Angelo Sodano e l’immagine di un fulmine che lo stesso giorno colpì la Basilica di San Pietro fece il giro del mondo.

L’abdicazione avvenne il 28 febbraio, ma prima Benedetto XVI comunicò di voler restare in Vaticano come Papa emerito, fatto mai avvenuto e ancora più sorprendente della rinuncia al pontificato. Nel mese trascorso tra l’annuncio dell’abdicazione e il conclave apertosi il 12 marzo, fu preparata l’elezione del nuovo Pontefice, anche se apparve al mondo come inaspettata. Più che l’identità dell’eletto, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, stupì l’inedito nome da lui scelto, Francesco, quasi a voler rappresentare un unicum, e colpì il suo primo discorso, in cui dopo un colloquiale “buonasera”, si presentò come “vescovo di Roma”, titolo che spetta al Papa, ma solo dopo quelli di Vicario di Cristo e di successore di Pietro, che ne costituiscono il presupposto.

La fotografia dei due Papi che pregavano assieme, il 23 marzo a Castelgandolfo, offrendo l’immagine di una inedita “diarchia” pontificia, aumentò la confusione di quei giorni. Ma si era solo all’inizio. Venne l’intervista sull’aereo di ritorno da Rio de Janeiro, il 28 luglio 2013, con le parole “chi sono io per giudicare!” destinate ad essere utilizzate per giustificare ogni trasgressione. Seguirono le interviste di Papa Francesco al direttore della “Civiltà Cattolica”, in settembre e quella al fondatore del quotidiano “La Repubblica”, in ottobre, che ebbero un impatto mediatico superiore alla sua prima enciclica Lumen fidei. Si disse che non erano atti di magistero, ma tutto ciò che da allora sta accadendo nella Chiesa, deriva soprattutto da quelle interviste che ebbero carattere magisteriale di fatto se non di principio.

Lo scontro tra il cardinale Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Fede, e il cardinale arcivescovo di Tegucigalpa Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore dei consiglieri per le riforme di Papa Francesco, ha portato al culmine la confusione. La dottrina tradizionale, secondo Maradiaga, non è sufficiente ad offrire « risposte per il mondo di oggi». Essa verrà mantenuta, ma ci sono «sfide pastorali» adatte ai tempi alle quali non si può rispondere «con l’autoritarismo e il moralismo» perché questa «non è nuova evangelizzazione».

Alle dichiarazioni del card. Maradiaga hanno fatto seguito i risultati del sondaggio sulla pastorale familiare promosso dal Papa per il Sinodo dei Vescovi del 5-19 ottobre. Il Sir (Servizio di informazione religiosa) ha diffuso una sintesi delle prime risposte arrivare dal Centro-Europa. Per i vescovi belgi, svizzeri, lussemburghesi e tedeschi, la fede cattolica è troppo rigida e non corrisponde alle esigenze dei fedeli. La Chiesa dovrebbe accettare le convivenze prematrimoniali, riconoscere matrimoni omosessuali e unioni di fatto, ammettere il controllo delle nascite e la contraccezione, benedire le seconde nozze dei divorziati e permettere loro di ricevere i sacramenti. Se questa è la strada che si vuole percorrere, è il momento di dire che si tratta di una strada verso lo scisma e l’eresia, perché si negherebbe la fede divina e naturale che nei suoi comandamenti non solo afferma l’indissolubilità del matrimonio, ma proibisce gli atti sessuali al di fuori di esso, tanto più se commessi contro natura. La Chiesa accoglie tutti coloro che si pentono dei propri errori e peccati e si propongono di uscire dalla situazione di disordine morale in cui si trovano, ma non può legittimare, in alcun modo, lo status di peccatore. A nulla varrebbe affermare che il mutamento riguarderebbe solo la prassi pastorale e non la dottrina. Se tra la dottrina e la prassi manca la corrispondenza, vuol dire che è la prassi a farsi dottrina, come peraltro sta purtroppo accadendo dal Concilio Vaticano II in poi.

La Chiesa deve dare risposte nuove e “al passo con i tempi”? Ben diversamente si comportarono i grandi riformatori nella storia della Chiesa, come san Pier Damiani e san Gregorio Magno che, nell’XI secolo, avrebbero dovuto legittimare la simonia e il nicolaismo dei preti, per non rendere la Chiesa estranea alla realtà del loro tempo, ed invece denunciarono queste piaghe con parole di fuoco, avviando la riforma dei costumi e la restaurazione della retta dottrina.

E’ lo spirito intransigente e senza compromesso dei santi ad essere oggi drammaticamente assente. Urgerebbe una acies ordinata, un’armata schierata a battaglia che impugnando le armi del Vangelo annunci una parola di vita al mondo moderno che muore, invece di abbracciarne il cadavere. I gesuiti offrirono, tra il Concilio di Trento e la Rivoluzione francese, questo nucleo di combattenti alla Chiesa. Oggi soffrono la decadenza di tutti gli ordini religiosi e se tra questi uno ne appare ricco di promesse, viene inspiegabilmente soppresso. Il caso dei Francescani dell’Immacolata, esploso a partire da luglio, ha portato alla luce una evidente contraddizione tra i continui richiami di Papa Francesco alla misericordia e il bastone assegnato al commissario Fidenzio Volpi per annichilire uno dei pochi istituti religiosi oggi fiorenti.

Il paradosso non si ferma qui. Mai come nel primo anno di pontificato di Papa Francesco, la Chiesa ha rinunciato ad uno dei suoi divini attributi, quello della giustizia, per presentarsi al mondo misericordiosa e benedicente, ma mai come quest’anno la Chiesa è stata oggetto di violenti attacchi da parte del mondo verso cui stende la mano.

Il matrimonio omosessuale, rivendicato da tutte le grandi organizzazioni internazionali e da quasi tutti i governi occidentali, contraddice frontalmente non solo la fede della Chiesa, ma la stessa legge naturale e divina che è iscritta nel cuore di ogni uomo. Le grandi mobilitazioni di massa, avvenute soprattutto in Francia con le Manif pour tous, cos’altro sono se non la reazione della coscienza di un popolo ad una legislazione iniqua e contro-natura? Ma le lobby immoraliste non si accontentano di questo. Ciò che a loro preme non è l’affermazione dei presunti diritti omosessuali, quanto la negazione dei diritti umani dei cristiani. Christianos esse non licet: il grido blasfemo che fu di Nerone e di Voltaire, riecheggia oggi nel mondo, mentre Jorge Mario Bergoglio è eletto dalle riviste mondane uomo dell’anno.

Gli avvenimenti si susseguono sempre più rapidamente. La sentenza latina motus in fine velocior è comunemente usata per indicare lo scorrere più veloce del tempo al termine di un periodo storico. La moltiplicazione degli eventi abbrevia infatti il corso del tempo, che in sé non esiste al di fuori delle cose che fluiscono. Il tempo, dice Aristotele è la misura del movimento (Fisica, IV, 219 b). Più precisamente lo definiamo come la durata delle cose mutevoli. Dio è eterno proprio perché è immutabile: ogni movimento ha in lui la sua causa, ma nulla in Lui muta. Più ci si allontana da Dio, più cresce il caos, prodotto dal mutamento.

L’11 febbraio ha segnato l’inizio di un’accelerazione del tempo, che è la conseguenza di un movimento che si sta facendo vertiginoso. Viviamo un’ora storica che non è necessariamente la fine dei tempi, ma è certamente il tramonto di una civiltà e la fine di un’epoca nella vita della Chiesa. Se al chiudersi di quest’epoca il clero e il laicato cattolico non assumeranno fino in fondo le loro responsabilità, si avvererà inevitabilmente il destino che la veggente di Fatima ha visto svelarsi davanti ai propri occhi:

« Vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio ».

La drammatica visione del 13 maggio dovrebbe essere più che sufficiente per spingerci a meditare, pregare ed agire. La città è già in rovina e i soldati nemici sono alle porte. Chi ama la Chiesa la difenda, per affrettare il trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

 

 

Pericolo Scisma nella Chiesa Cattolica, la Madonna ha avvisato...

 

 

Si dicono cattolici, parlano da protestanti

Le risposte ai questionari inviati dalla Santa Sede in vista del Sinodo sulla famiglia, confermano ciò che era già evidente: le Chiese tedesca, svizzera, austriaca, belga inseguono la mentalità mondana al punto da chiedere un cambiamento radicale della dottrina. Negli articoli che vi presentiamo troverete un'analisi puntuale dei contenuti dei questionari finora arrivati in Vaticano e la prospettiva che una certa interpretazione dei dati vorrebbe aprire. La pretesa di appellarsi ai questionari per chiedere il cambiamento della dottrina su famiglia e omosessualità è semplicemente assurda. Se si volessero far valere i sondaggi tra i credenti, allora la Chiesa dovrebbe cambiare dottrina sugli immigrati, sull'evasione fiscale e poi, sull'Inferno, sui sacramenti...

 

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Obiettivo: cancellare la Humanae Vitae

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Monsignor Stephan AckermannLa grande maggioranza dei fedeli cattolici rifiuta l’insegnamento della Chiesa cattolica in materia di morale sessuale. E’ questa la sintesi delle prime risposte al questionario su famiglia e matrimonio inviato alle diocesi lo scorso novembre, in vista del Sinodo straordinario di ottobre. Una constatazione, a quanto emerge dai rapporti diffusi in questi giorni, che accomuna la Chiesa tedesca a quella svizzera e a quella austriaca. Dall’Italia, invece, ancora nessun dato preciso. Solo la comunicazione – fatta dal segretario generale ad interim della Cei, mons. Nunzio Galantino – che la consultazione «ha riscontrato risposta pronta e capillare».

Se la prima realtà ad aver diffuso i risultati è stata la Conferenza episcopale svizzera – che ha scelto di formulare un questionario più completo e complesso rispetto a quello presentato in Vaticano lo scorso autunno e che ha ottenuto almeno venticinquemila risposte, non solo da cattolici – il caso più significativo è quello della Germania. Il presidente dei vescovi locali, mons. Robert Zollitsch (in uscita a marzo), l’aveva annunciato: «Al Sinodo faremo sentire la nostra voce». E le premesse, scorrendo le diciotto pagine del rapporto, ci sono tutte. Se i cattolici tedeschi ritengono che il matrimonio debba essere stabile e felice, sul resto tutto deve cambiare. L’insegnamento del Magistero romano riguardo gender, unioni omosessuali, relazioni prematrimoniali, ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti viene «respinto espressamente».
 
Viste le risposte date al questionario, i vescovi della più ricca Conferenza episcopale europea auspicano che il Vaticano apra a «nuovi approcci riguardo la morale sessuale». La traccia, dopotutto, è già segnata: basta riprendere in mano il documento diffuso a ottobre dall’ufficio per la cura delle anime di Friburgo, che in nome della misericordia e sull’esempio della «seconda possibilità» concessa dalla Chiesa ortodossa, autorizzava a riaccostare ai sacramenti i divorziati risposati. Un’iniziativa che non era stata fermata neppure dopo l’intervento del prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, il tedesco Gerhard Ludwig Müller, il quale aveva ricordato che iniziative del genere possono essere intraprese solamente da Roma. Ma Zollitsch (vescovo emerito di Friburgo e attuale amministratore diocesano) aveva rispedito al mittente il monito, anche perché altri prelati connazionali si erano nel frattempo posti sulla stessa scia, come il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga.

La questione è chiara, rileva il rapporto diffuso qualche giorno fa: «La maggior parte dei fedeli considera la morale sessuale cattolica lontana dalla vita» e auspica che si archivino i pregiudizi di carattere etico nei confronti di chi è andato incontro a «fallimenti nel campo della famiglia o del matrimonio». E’ anche una questione educativa, spiegano i vescovi tedeschi: «I giovani non capiscono più le argomentazioni della Chiesa su questi temi» ed è sempre più ampia «la distanza tra la dottrina e la pratica ecclesiale». Ecco perché bisogna ripensare anche l’approccio riguardo il controllo artificiale delle nascite, «che quasi tutti i rispondenti approvano», e l’atteggiamento riguardo gli omosessuali. In merito a questo punto, si legge nel dossier, «si registra una marcata tendenza ad accettare come atto di giustizia il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, che dovrebbero ricevere la benedizione da parte della Chiesa».

Si tratta di considerazioni che consentono all’episcopato guidato da mons. Zollitsch di puntare il dito contro l’Humanae Vitae di Paolo VI, da cui promana la dottrina cattolica in fatto di morale sessuale. Un testo che il vescovo di Treviri, mons. Stephan Ackermann, invita ad archiviare al più presto. Conversando con il quotidiano Rhein Main Presse, il presule ha infatti detto che «non potendo cambiare completamente la dottrina della Chiesa», è bene avviare un «cambiamento profondo della morale cattolica». Il che si traduce innanzitutto in un «adeguamento ai tempi correnti» dell’insegnamento della Chiesa – concetto pressoché identico a quello espresso nella sintesi illustrata dai vescovi belgi, dove si parla di  «adeguamento dei valori cristiani allo spirito dei tempi» – e in una riconsiderazione della questione omosessuale: «Non si può dire che sia qualcosa di innaturale».

Concetti talmente rivoluzionari che a stretto giro interveniva con un comunicato ufficiale che ha il sapore dell’altolà la diocesi di Ratisbona: «Tutte le questioni relative alla dottrina fondamentale della Chiesa non possono essere decise a livello diocesano o nazionale». Nient’altro  che la ripetizione di quanto aveva detto poco più di un mese fa il prefetto Müller nel tentativo di bloccare il documento di Friburgo sul riaccostamento dei divorziati risposati ai sacramenti.

E di famiglia e matrimonio ha parlato venerdì anche il Papa, incontrando i vescovi polacchi a conclusione della loro visita ad limina apostolorum: la famiglia – ha ribadito Francesco – «è la cellula fondamentale della società», mentre il matrimonio «è spesso considerato una forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno». Visione che – ha aggiunto Bergoglio – «purtroppo influisce anche sulla mentalità dei cristiani, causando una facilità nel ricorrere al divorzio o alla separazione di fatto». E’ necessario, dunque, «che i pastori si interroghino su come assistere coloro che vivono in questa situazione, affinché non si sentano esclusi dalla misericordia di Dio».

 

 

Paolo VI alle prese col 68', modernismo e crisi nella Chiesa

 

 

L'ipotesi folle di una Chiesa che insegue i sondaggi

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C’è una certa confusione a proposito dei questionari inviati dalla Santa Sede agli episcopati nazionali in vista della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014. Sembra che alcuni episcopati abbiano fornito risposte di carattere dottrinale. Altri, come quello tedesco e austriaco, hanno consultato i fedeli con metodi che – a prima vista – sembrerebbero piuttosto aneddotici. Da sociologo, nutro seri dubbi sulla rappresentatività del campione. Se si è passati dalle parrocchie e dai consigli pastorali, ovviamente si sono ricavate le opinioni dei parroci – forse anche di qualche vescovo – e di quei gruppi «autoreferenziali» che occupano tante comunità parrocchiali con le loro interminabili riunioni, e di cui Papa Francesco come si sa non parla tanto bene.

Almeno i vescovi svizzeri si sono rivolti ai sociologi, precisamente all’Istituto di sociologia pastorale di San Gallo, il quale dovrebbe avere costruito un campione credibile, ancorché ci spieghi che ha selezionato «laici impegnati nella vita ecclesiale», anche qui dunque con il rischio di trascurare chi non partecipa ai gruppi parrocchiali ma non è per questo meno cattolico. I sociologi di San Gallo non hanno finito il loro lavoro, ma hanno riferito alla Radio Vaticana che il 97% dei cattolici svizzeri usa gli anticoncezionali, il 60% non vede niente di male nelle unioni omosessuali e vorrebbe perfino che la Chiesa le «benedicesse», una salda maggioranza è favorevole al divorzio e ai rapporti prematrimoniali e si comporta di conseguenza. Com’è noto, dalla Germania e dall’Austria sono venuti risultati analoghi, ancorché non certificati dai sociologi.

Si tratta di capire come interpretare questi dati. Se dobbiamo fidarci non delle interpretazioni dei vescovi austriaci o tedeschi, ma di quello che c’è scritto nel documento preparatorio inviato alle diocesi e accompagnato dal questionario, le domande non sono una sorta di referendum volto a cambiare la dottrina ma una rilevazione di taglio, appunto, sociologico su come si comportano i cattolici.

Che i cattolici non si comportino da cattolici non è una gran novità. La sociologia distingue – l’espressione è della studiosa inglese Grace Davie – tre dimensioni della religione, le tre B: «believing» (credere), «belonging» (praticare) e «behaving» (comportarsi). I sociologi sanno da anni che coloro che dicono di credere in Dio, e in Europa anche in Gesù Cristo, sono molti di più di quelli che vanno in chiesa. E che quelli che seguono l’insegnamento morale della loro religione sono molti di meno di quelli che frequentano le chiese. Ne ricavano che – anche in Europa – quando si parla di secolarizzazione bisogna distinguere: c’è poca secolarizzazione quanto al credere – gli atei rimangono una piccola minoranza, che non cresce –, una rilevante secolarizzazione nella pratica – anche con un concetto ampio di praticante, può essere considerato tale solo un europeo su cinque –, e una secolarizzazione ampiamente maggioritaria nei comportamenti, nel senso che solo una piccola frazione della popolazione segue l’insegnamento morale delle Chiese e comunità di appartenenza.

I sondaggi – diversamente effettuati nelle diverse nazioni – confermano quindi un quadro già noto. Non sono stati diffusi dati italiani, ma il fatto che il nostro sia il Paese del mondo dove nasce il minor numero di bambini, anche se l’ottanta per cento dei nostri connazionali si dice cattolico, certamente suggerisce un atteggiamento sugli anticoncezionali non tanto diverso da quello svizzero.

Però… c’è un però. Il questionario è stato diffuso in preparazione a un sinodo sulla famiglia. Ma le grandi inchieste dei sociologi – come la periodica Indagine europea sui valori (EVS) – non si occupano solo di morale sessuale e familiare, e del resto i comandamenti sono dieci. Incrociando i dati della EVS sui valori e sulla fede religiosa, e tenendo conto anche di altre indagini, scopriamo per esempio che in Germania, in Svizzera e in Austria una salda maggioranza della popolazione ritiene che gli immigrati siano troppi, si comportino male e non debbano godere degli stessi diritti dei cittadini. In diversi Paesi – tra cui l’Italia – il numero di cittadini che giustifica l’evasione fiscale, e dichiara che la pratica o la praticherebbe se solo non temesse di essere scoperta, è così alto da far concludere che è impossibile che non ne faccia parte un buon numero di cattolici praticanti.

Ci sono poi altri studi – alcuni, in Italia, li ho diretti io – che si occupano di credenze. È vero che la grande maggioranza degli italiani (93%) si dichiara credente, ma si tratta di vedere in che cosa crede. In Italia percentuali significative di persone che pure si dichiarano cattoliche non credono alla divinità di Gesù Cristo, non credono che la Resurrezione sia un evento storico realmente accaduto, non credono all’esistenza dell’Inferno e del diavolo e non credono che la Chiesa Cattolica sia un’istituzione voluta da Dio e divinamente assistita. Queste percentuali di «non credenti selettivi» per alcune verità della fede diventano maggioritarie fra i giovani dai 15 e i 29 anni. Più di metà dei cattolici italiani non si confessa mai. In altri Paesi le cose vanno molto peggio, sia quanto alle credenze sia quanto alla confessione, frequentata in molte zone del Nord Europa e degli Stati Uniti da sparute minoranze.

Cito questi dati per far capire come – mentre ha un senso utilizzare lo strumento dei questionari per capire quanto è profonda la crisi del mondo cattolico contemporaneo – non ne ha nessuno prendere i risultati, anche ove siano attendibili, di queste ricerche come indicazioni su come la Chiesa potrebbe cambiare per adeguarsi al «mondo». Ovviamente, questo sarebbe anzitutto assurdo dal punto di vista teologico: la Chiesa non ha mai adeguato le sue dottrine ai sondaggi, con il rischio di cambiare opinione a ogni sondaggio come il Matteo Renzi della divertente caricatura di Crozza.

Se – come sembra che qualche vescovo voglia suggerire in Germania, Svizzera o Austria – il Sinodo dovesse cambiare le dottrine per adeguarle a quello che pensano i fedeli, dopo – o forse prima – di quello sulla famiglia urge un sinodo sull’immigrazione: non per studiare il bellissimo discorso di Papa Francesco a Lampedusa, ma per organizzare al più presto nelle parrocchie dell’Europa di lingua tedesca la distribuzione domenicale di randelli per bastonare gli immigrati, posto che  proprio dalle parti di Berlino, Zurigo o Vienna l’avversione agli immigrati è ancora più diffusa di quella alla dottrina morale della Chiesa.

Se non si crede ai sondaggi, si guardino i referendum: come quello svizzero del 2009 che ha introdotto, evidentemente non in segno di simpatia verso gli immigrati musulmani, un divieto costituzionale di costruire minareti. Se invece si crede ai sondaggi, si metta in programma anche un sinodo per concedere indulgenze agli evasori fiscali: sarebbe particolarmente gradito in Italia. Perché delle due l’una: se i sondaggi dove ciascuno protetto dall’anonimato confessa i suoi peccati o manifesta i suoi vizi sono la voce genuina del «popolo di Dio» allora bisogna seguirli su tutto. Perché la «vox populi» diventa «vox Dei» quando si esprime a favore dell’evasione dal dovere di fedeltà al coniuge e non quando si esprime a favore dell’evasione delle imposte?

Né una bizzarra Chiesa che costruisse la sua dottrina a colpi di sondaggi dovrebbe fermarsi alla morale. Inseguendo i sondaggi occorrerebbe abolire l’Inferno, i miracoli, la Resurrezione, la divinità di Gesù Cristo, la natura divina della Chiesa: tutte credenze impopolari. Dichiarare che tutte le religioni sono uguali, perché lo pensa la maggioranza delle persone. Consigliare a Papa Francesco di non perdere tempo a parlare tutte le settimane del diavolo, perché la grande maggioranza non ci crede. E di smetterla di mettere al centro del suo Magistero la confessione, perché tanto ci sono intere diocesi dove i cattolici che si confessano sono ridotti a quattro gatti.

Se i sociologi – all’improvviso – sono diventati interessanti, avrebbero anche un’altra piccola notazione da proporre. E cioè che adeguare la propria dottrina al pensiero unico dominante è il modo più sicuro per perdere fedeli e chiudere bottega. Lo spiegò già nel lontano 1972 in un libro diventato un classico delle scienze sociali, «Perché le Chiese conservatrici stanno crescendo», Dean M. Kelley (1927-1997), sociologo e dirigente del Consiglio Nazionale delle Chiese negli Stati Uniti. Kelley, che era personalmente un progressista, notò che le comunità protestanti che si erano schierate per l’aborto, i rapporti prematrimoniali e un atteggiamento tollerante sull’omosessualità stavano perdendo membri così rapidamente che rischiavano di chiudere i battenti, mentre crescevano in modo spettacolare gruppi «pro life» e «pro family» come i mormoni e i pentecostali.

I quarant’anni successivi hanno dato ragione a Kelley. Qualche ingenuo ecclesiastico pensava che conformandosi alle opinioni dominanti avrebbe riempito le chiese. Invece le ha svuotate. Perché per sentire quello che già dicono fino allo stordimento i giornali, le televisioni e Internet non c’è bisogno di andare in chiesa. Dalla Chiesa si vuole una testimonianza controcorrente: non si chiede che incoraggi i nostri vizi – per quello, tutte le mattine, ci sono già i grandi quotidiani – ma che ci faccia riflettere e cerchi di renderci uomini e donne migliori. Dunque una preghiera ai vescovi del Sinodo: studiate i sondaggi, ma – se non volete organizzare l’eutanasia delle vostre diocesi – evitate accuratamente di adattare la vostra predicazione alle opinioni che dai sondaggi emergono come maggioritarie. Immagino che vi stia a cuore la verità. Ma – immaginando per pura ipotesi fantastica e non credibile che a qualcuno di voi della verità importi poco o nulla – pensate al serio rischio di ritrovarvi, come tanti colleghi di comunità protestanti «liberal», senza fedeli e senza lavoro.

 

 

Profezie per il terzo millennio Akita: apparizione e messaggi della Madonna

 

L' AVVERTIMENTO secondo iI messaggi di Gesù Cristo

 

 

Il tradimento dI PARTE DEl clero e la

protestantizzazione del Cattolicesimo

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Il profeta EliaIl tradimento del clero e la protestantizzazione del Cattolicesimo fanno parte dei «segni» rivelatori della Fine dei Tempi. Riguardo ciò esistono numerose profezie cristiane, di cui la più significata è sicuramente quella del Il Segreto di La Salette del 1846:

«Melanie, ciò che vi dirò adesso non sarà segreto per sempre. I sacerdoti, a causa delle loro vite malvagie, per le loro irriverenze e la loro empietà... nel celebrare i Santi Misteri, per l'amore del denaro, l'amore degli onori e dei piaceri, i sacerdoti sono diventati cloache d'impurità. Si, i sacerdoti domandano vendetta e la vendetta è sospesa sulle loro teste. Guai ai sacerdoti e alle persone consacrate a Dio, che per la loro infedeltà e la loro condotta malvagia, crocefiggono di nuovo mio Figlio. I peccati delle persone consacrate a Dio gridano al Cielo e invocano la vendetta di Dio; ed ecco la vendetta è alle loro porte, poiché non si trovano più persone che implorano misericordia e perdono per il popolo. Non vi sono più anime generose, non vi sono persone degne di offrire la Vittima senza macchia all' Eterno in favore del mondo.»

«Molti gruppi religiosi perderanno ulteriormente la fede e perderanno molte anime.»

«Coloro che si trovano a capo delle comunità religiose stiano attenti a quelli che ricevono, perché il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone vicino al peccato, poiché il disordine e l'amore dei piaceri carnali saranno diffusi per tutta la terra .»

Anche la Beata Anna Caterina Emmirch descrive in modo altrettanto accurato la situazione della Chiesa e del clero nel tempo che precede il Ritorno di Cristo:

«Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione.
   In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre.» (messaggio del 1820)

«Vedo molti ecclesiastici che sono stati scomunicati e che non sembrano curarsene, e tantomeno sembrano averne coscienza. Eppure, essi vengono scomunicati quando cooperano (sic) con imprese, entrano in associazioni e abbracciano opinioni su cui è stato lanciato un anatema [la MASSONERIA]. Si può vedere come Dio ratifichi i decreti, gli ordini e le interdizioni emanate dal Capo della Chiesa e li mantenga in vigore anche se gli uomini non mostrano interesse per essi, li rifiutano o se ne burlano.» (messaggio del 1820-1821)

«Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione [l’ecumenismo distorto ed eretico post-conciliare, sempre più simile al sincretismo massonico]. Così doveva essere la nuova Chiesa... Ma Dio aveva altri progetti.» (messaggio del 22 aprile 1823)

Nondimeno l’eresia modernista e la frammentazione del mondo cattolico sono segnali importanti, ben descritti in diverse profezie:

«Quando i figli vedranno i padri come si vedono gli stranieri e quando verranno bruciate le tradizioni, gli angeli si avvicineranno alle trombe e sarà prossimo il giudizio. Le sante tradizioni dei padri verranno incenerite anche nella Chiesa, ma quella parte di essa che avrà più cenere, sarà tagliata come un ramo secco (il Monaco Basilio di Kronstadt, XVIII secolo)

«Non vi sarà più nessun rispetto per genitori ed anziani, l’amore scomparirà, e i Pastori cristiani, i vescovi, e i preti diverranno uomini vani, completamente fallaci nel distinguere la concezione del bene e del male (San Nilo, profezie del V secolo)

 

 

APPROFONDIMENTO

 

Capisco il disagio, ma nella chiesa si

cammina col Papa o si va verso lo scisma

Da sociologo, ho letto con interesse l’articolo di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, come spia di un disagio rispetto a gesti e atteggiamenti di Papa Francesco che anch’io ho rilevato in settori minoritari ma non irrilevanti della chiesa. Assunto e trasformato in riflessione e cultura, questo disagio può essere utile, e credo che lo stesso Papa Francesco lo preveda e ne tenga conto nella sua visione di una chiesa dove, come ama spiegare, l’unità non va confusa con l’uniformità.

 

Lo scisma silenzioso della Chiesa Cattolica

Il dibattito sul sistema di governo della Chiesa ha offuscato il tema grande del rapporto della Chiesa con la modernità, e, più in particolare il suo cuore: il grande scisma che si sta consumando fra la Chiesa apparato ed i suoi fedeli. La Chiesa vanta 1.087.790.000 fedeli, ma, che credito dare a questo dato? Sulla carta anche io, in quanto battezzato, farei parte di quel miliardo di appartenenti alla Chiesa, ma chi scrive queste righe non è affatto credente, è ateo, razionalista e materialista. Moltissime persone, dopo il battesimo e gli altri sacramenti, sono diventate atee, agnostiche o anche genericamente teiste o cristiane, ma che non si riconoscono nella Chiesa.

 

CHIESA CATTOLICA VERSO UN NUOVO SCISMA?

Vento di ribellione nella chiesa cattolica austriaca. Un appello alla disobbedienza è stato lanciato da 329 preti, in cui si pronunciano a favore del matrimonio dei preti, le donne-prete, il diritto per protestanti e divorziati risposati di ricevere la comunione o quello dei laici a predicare e guidare parrocchie. Questo appello alle riforme, in contrasto con il dogma cattolico ha provocato diverse reazioni nell'ambito della Chiesa. Per il teologo Paul Zulehner occorre che la Chiesa cattolica prenda subito delle decisioni per evitare uno scisma.

 

Attenzione: Pericolo di Scisma in Vista

Assistiamo in questo momento ad una lotta tra una corrente di pensiero ed il resto della Chiesa cattolica. Ultimo a salire in trincea lo stesso Card. Kasper che cerca, dopo gli estemporanei interventi del Card. Marx, di forzare la mano al Magistero sulla questione dei divorziati risposati e questo malgrado che la posizione dottrinale del Santo Padre al riguardo sia stata espressa con chiarezza nella lettera che inquadrava il famoso questionario come anche nelle posizioni disciplinari nel raddrizzamento operato dal Prefetto della CDF S.E.R. Mons. Müller. Questo soggetto può essere causa di uno scisma maggiore nella Chiesa cattolica, come lo fu già al tempo di Enrico V, come anche ai tempi di Lutero ( anche se indirettamente) e una delle ragioni del supporto dei principi germanici dell’epoca, come precedentemente anche una delle ragioni che resero le chiese autocelafe ortodosse sottomesse al più becero cesaropapismo.