IL SIONISMO CRISTIANO, L'ALTER

 EGO DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO:

LE CHIESE LANCIANO L'ALLARME!

a cura di Claudio Prandini

 

 

 

PREMESSA

 

 

Oggi, purtroppo, termini come "fondamentalismo", "Jihad", "al Qaeda", "attentato", "guerra preventiva", sono diventati come l'aria lugubre e pesante di certi film dell'orrore che i media ci propinano giorno dopo giorno... Nuove cassandre di un futuro di cui non si intravede lo sbocco! Si parla sempre più spesso di guerra di civiltà, di scontro tra religioni e siamo tutti vittime di un conflitto di cui non si capisce neanche quando è iniziato. L'11 settembre 2001 la guerra è entrate in casa nostra ma era una guerra già iniziata, non si sa bene quando, se in Afghanistan negli anni '80, in Bosnia o Cecenia o in Iraq nel '91. Una "guerra globalizzata", che si combatte senza esclusione di colpi, senza più regole nè confini; dagli attacchi kamikaze dei jihadisti, ai "danni collaterali" delle bombe occidentali che colpiscono civili innocenti. Un conflitto iniziato come "guerra preventiva" e che poi è andato modificandosi in "guerra al terrorismo", causando la reazione di giovani musulmani che sentono attaccati i loro paesi, i loro valori, i principi della loro religione.

 

Il Papa ha tentato, nel suo recente viaggio in Germania, di porre la "ragionevolezza della fede" come freno a ogni forma di irrazionalità fondamentalista, sia essa di tipo religioso o di tipo laico, ed anche come a fondamento di ogni esperienza religiosa autentica! Era un discorso indirizzato prima di tutto verso l'Occidente e le sue derive relativiste e nichiliste. Poi il diavolo (i media e forse qualche servizio segreto) ci ha messo lo zampino ed è successo il grande fracasso con il molto suscettibile mondo islamico, senza che nel frattempo qualcuno avesse realmente letto il discorso incriminato! Ora se volessimo seguire veramente il discorso del Papa dovremmo guardare non solo ai pericoli del fondamentalismo islamico, che sono reali, ma anche ai pericoli del fondamentalismo di matrice cristiano protestante proveniente dagli Stati Uniti! I giornali non ne parlano poiché questi fondamentalisti evangelicali, in giacca e cravatta, non si fanno esplodere come i kamikaze islamici, ma ciò non significa che essi siano meno pericolosi, anzi forse lo sono di più in quanto hanno a disposizione l'unica super potenza rimasta: gli Stati Uniti d'America!

 

Questa chiesa fondamentalista chiamata dei "cristiani sionisti" (in contrasto con le chiese protestanti tradizionali) ha un bacino di militanti e simpatizzanti intorno ai 30 o 40 milioni di americani, con una particolare influenza sull'Amministrazione e sul Congresso, sta spingendo (assieme ai neocon) sempre più l'America e il suo Presidente verso l'Armageddon, ossia l'olocausto finale, la battaglia apocalittica tra il bene e il male (1), dove il male è ovviamente l'Islam. Bush si sente come un nuovo Mosè con un compito messianico preciso. Dice di lui un predicatore evangelico (tradizionale) che lo conobbe prima dell'11/9, e che commenta così la sua trasformazione: «"La prima volta che vidi Bush ad Austin era un Metodista disposto ad imparare, aperto. Poi invece [nel febbraio 2002] cominciai a vedere quello che emerse più tardi, l'anno seguente, un calvinista messianico americano. Non vuol avere nulla a che fare con chi non crede in lui". Dall'11/9 Bush parla spesso del "piano di Dio per l'America", con l'idea che Dio starebbe di guardia per proteggere gli Stati Uniti dai "malvagi" ed è per questo che ha scelto lui» (2).
 

 

--------

 

 

Prima di concludere questa premessa lasciatemi esprimere la mia personale soddisfazione per Socci! Nell'articolo della scorsa settimana, con riferimento al discorso del Papa equivocato dal mondo islamico, affermavo che "probabilmente, negli ambienti neocon americani ed europei, qualcuno cercherà di approfittare della situazione per far pagare al Vaticano il suo non allineamento alla linea di Bush per la guerra in Iraq e, più in generale, allo scontro di civiltà da essi portato avanti...". Non mi sbagliavo del tutto! Il bello è che queste cose incomincia a dirle anche il giornalista Antonio Socci (certo non accusabile di sinistrismo), parlando anche di "trappola" in cui il Papa sarebbe caduto.

 

Sentite cosa dice: "Del resto l’integralismo musulmano ha trovato un saldo alleato nel suo avversario, cioè gli occidentali, neocon e teocon compresi, i quali - infischiandosene anche loro di ciò che il papa ha veramente detto - da giorni vanno scrivendo che Ratzinger la pensa come Bush, anzi è perfino più radicale di lui nella critica ideologica all’Islam. Dagli amici mi guardi Iddio. L’apice della vergogna è quella però del New York Times che invece di informare sul vero contenuto del discorso del papa e invece di difendere la libertà di espressione contro l’intolleranza e la violenza, si schiera con i fanatici e giustifica di fatto la loro folle reazione" (vedere articolo integrale).

 

Completamente d'accordo con lui... Solo una cosa mi distingue: Neocon & Company non sono mai stati miei amici!!!
 

 

 

 

IL SIONISMO CRISTIANO (3)

Una delle maggiori influenze negative nell’evangelicalismo

contemporaneo e nella politica estera americana
 

Un aspetto poco noto del conflitto israelo-palestinese è il massiccio coinvolgimento del movimento cristiano fondamentalista, statunitense o di derivazione statunitense (questo fenomeno è noto in italiano sotto vari nomi: cristiano-sionismo, cristianosionismo, sionismo cristiano). Un coinvolgimento che si è intensificato con la crescente politicizzazione della "destra religiosa" a partire dagli anni '70, ma che risale a molti decenni fa... L'impegno dei cosiddetti "cristianosionisti", che raccolgono circa cinquanta milioni di simpatizzanti all'interno dell'unica potenza rimasta attualmente sulla terra, assume molte forme, dalla pressione sistematica sui candidati nelle elezioni affinché si schierino incondizionatamente a favore di Israele, al servizio volontario nell'esercito israeliano in mansioni umili per liberare soldati per il combattimento; dai gemellaggi tra chiese statunitensi e le colonie militanti impiantate da ebrei fondamentalisti e non nei Territori occupati, a trasmissioni radiotelevisive in cui si invita non solamente alla conversione, ma all'accettazione di Israele nelle "sue frontiere stabilite da Dio", un concetto piuttosto ampio.

"Numerosi dirigenti militari e politici statunitensi dal 1947, in particolare i Bush, appartengono ad un gruppo evangelico segreto, detto « La famiglia », la cui sede è situata nei pressi del Pentagono.. Quest’organizzazione, dopo essere stata alleata con il Vaticano in America Latina contro i teologi della liberazione, conduce oggi una doppia offensiva contro i cattolici e contro i musulmani. Essa fornisce ormai il principale inquadramento politico agli Stati Uniti ed estende la sua influenza nel mondo attraverso i suoi missionari. Il politologo Charles Saint-Prot, che interverrà al colloquio Axis for Peace, analizza qui la strategia di questo gruppo evangelico nel mondo arabo. Da alcuni anni, l’estremismo religioso, vale a dire la strumentalizzazione della religione a fini politici, è diventato uno degli elementi essenziali della geopolitica nel Vicino Oriente. Mentre certi ambienti e media non cessano di accusare l’Islam di ogni male, i commentatori rimangono discreti sulla responsabilità delle Chiese protestanti che contribuiscono a radicalizzare il conflitto.

E’ nota l’importanza assunta dalla Chiesa evangelica detta « revivalista » negli Stati Uniti, dove essa influenza in modo considerevole la politica dell’amministrazione Bush. È pure noto che i membri di questa Chiesa sono i più ferventi sostenitori di Israele e rifiutano ogni concessione territoriale ai Palestinesi. Gli evangelici, che s’inscrivono nel movimento dei Cristiani sionisti, – un gruppo fondamentalista protestante, nato alla fine del XIX secolo, che pretende che l’istituzione di uno Stato israeliano sia il compimento della profezia biblica... E’ pure noto che la corrente evangelica che raggrupperebbe più di 70 milioni di cittadini degli Stati Uniti e si appoggerebbe a diverse centinaia di migliaia di « pastori-propagandisti » stipendiati, viene largamente esportata in America Latina (Evangelical Union of South America, specialmente in Brasile dove la Chiesa avrebbe oltre 30 milioni di adepti, in Giappone, in Africa (ad esempio, il ruolo degli evangelici vicini al presidente Gbagbo, negli avvenimenti in Costa d’Avorio), in Europa e anche in India (Indian Missions Association -IMA) o in Cina...

Meno conosciuto è il ruolo degli evangelici nella politica statunitense verso il mondo arabo. È notorio che la Casa Bianca, il Congresso e la CIA seguono e gestiscono con grande interesse l’espansione delle Chiese evangeliche. L’odio professato da queste contro l’Islam, ma anche il loro disprezzo nei confronti degli Arabi cristiani, ne fanno uno strumento privilegiato della politica statunitense che mira a sgretolare il modo arabo per meglio organizzare un « grande Medio Oriente » interamente sotto l’influenza di Washington e dei suoi alleati israeliani" (Vedere articolo integrale).

 

--------------------------------------------------------

 

IL VATICANO DICE DI NO AL Sionismo Cristiano

Comunicato  del Patriarca e dei responsabili

locali delle chiese di Gerusalemme

(22 agosto 2006 - fonte web)

 

Monsignor Michel Sabbah,

 patriarca latino di Gerusalemme

 

 

«Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Matteo 5,9).

Il sionismo cristiano è un moderno movimento teologico e politico che adotta le posizioni ideologiche più estreme del sionismo, sì da diventare dannoso a una giusta pace in Palestina e Israele.

Il programma sionista cristiano contiene una visione del mondo in cui il Vangelo è identificato con l’ideologia di imperialismo, colonialismo e militarismo. Nella sua forma estrema, pone l’accento su eventi apocalittici conducenti alla fine della storia piuttosto che sull’amore e la giustizia di Cristo vivente oggi.

Noi rigettiamo categoricamente le dottrine del sionismo cristiano come insegnamenti falsi che corrompono il messaggio biblico di amore, riconciliazione e giustizia. Noi rigettiamo inoltre l’alleanza contemporanea tra i capi e le organizzazioni dei sionisti cristiani con elementi del governo di Israele e Stati Uniti che oggi impongono sulla Palestina i loro confini preventivi unilaterali e il loro dominio.

Ciò porta inevitabilmente a cicli di violenza senza fine che minano la sicurezza di tutti i popoli del Medio Oriente e del resto del mondo.

Noi rigettiamo gli insegnamenti del sionismo cristiano che giustificano e sostengono queste politiche, che fanno avanzare l’esclusivismo razziale e la guerra perpetua anziché il vangelo dell’amore universale, della redenzione e della riconciliazione insegnati da Gesù Cristo. Anziché condannare il mondo alla distruzione di Armageddon noi chiamiamo ciascuno a liberarsi dalle ideologie del militarismo e dell’occupazione. Piuttosto, che avvenga la guarigione delle nazioni!

Noi facciamo appello ai cristiani e alle Chiese in ogni continente di pregare per i popoli palestinese e israeliano, che entrambi soffrono come vittime di occupazione e militarismo.

Azioni di discriminazione stanno tramutando la Palestina in ghetti impoveriti circondati da insediamenti israeliani esclusivi.

La creazione degli insediamenti illegali e la costruzione del Muro di Separazione su terra palestinese confiscata mina la vivibilità dello Stato palestinese, e anche la pace e la sicurezza dell’intera regione. Facciamo appello alle Chiese che tacciono di rompere il loro silenzio e parlare ad alta voce di riconciliazione con giustizia nella Terra Santa.

Per questo ci impegniamo ai seguenti principii come base per un’altra via:

Sua Beatitudine Patriarca Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme.

Arcivescovo Saverios Malki Mourad, patriarcato siriano ortodosso di Gerusalemme.

Vescovo Riah Abu El-Assal, Chiesa episcopale [anglicana] di Gerusalemme e Medio Oriente.

Vescovo Munib Younan, Chiesa luterana evangelica in Giordania e Terra Santa.

 

--------------------------------------------------------

 

Il CUFI : 50 milioni di evangelisti per sostenere Israele

Il nuovo movimento proisraeliano negli Stati Uniti

 

Fonte web

 

In un paese in cui i cittadini hanno abbandonato gli schieramenti politici per abbracciare chiese evangeliche, la formazione dell'opinione pubblica comincia con l’inquadramento dei fedeli. Mentre preparavano l'offensiva contro il Libano, il Pentagono e Tsahal, (l’esercito israeliano, ndT) organizzavano una federazione di cristiani sionisti, la CUFI , con la missione di trasformare 50 milioni di evangelici in militanti di guerra. Per garantirsi il sostegno dell'opinione pubblica statunitense nella guerra contro il Libano - quindi alla Siria e Iran -, il Pentagono e Tsahal hanno realizzato una struttura di inquadramento, fin dalla fine 2005, per mobilitare 50 milioni di evangelici. L'asse centrale di quest'operazione è consistito nel federare i loro leader nell'ambito di una struttura ideologica unica: Cristiani Uniti per Israele (CUFI). La funzione di questo nuovo gruppo non è di sostituirsi all’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) in termini di pressione nella classe dirigente, ma di propagare la teologia sionista nelle chiese evangeliche e fare in modo che il sostegno alle offensive israeliane sia percepito dalla maggioranza degli Stati Uniti come un dovere religioso.

Nel gennaio 2006 esce un lavoro: “Jerusalem Countdown: A Warning to the World... the Last Opportunity for Peace” (Il conto alla rovescia di Gerusalemme: un allarme per il mondo... l'ultima occasione per la pace). Diventa immediatamente e per tre mesi, il principale best-seller venduto in supermercato negli Stati Uniti. Riassumiamo la sua opinione provando a restare seri: l'Iran è diretto da fanatici che vogliono cancellare Israele della carta lanciando una bomba atomica su Gerusalemme. Dopo l'invasione di Israele da parte dei musulmani ed i Russi, una seconda guerra per il controllo di Israele opporrà gli Stati Uniti da un lato, alla Cina e l'Unione europea dell'altra. È là che sorgerà l’Anticristo sotto forma del presidente dell'Unione europea. Infine una terribile guerra atomica concluderà questo ciclo. La battaglia decisiva si terrà a Meggido (Armaggedon). Allora il Cristo radiante potrà ritornare su terra ricompensare coloro che hanno creduto in lui. Fortunatamente Tsahal ed il Pentagono possono fare pendere la bilancia dalla loro parte intervenendo preventivamente, anche utilizzando nuove bombe nucleari tattiche. Occorre dunque consegnare la guerra senza aspettare. L'autore di questo best-seller militar-religioso è il pastore texano John Hagee, la nuova stella del cristianesimo sionista.

 

 

John Hagee, il pastore evengelico

leader dei cristiani sionisti

 

Le origini del cristianesimo sionista

Storicamente il sionismo è un fenomeno cristiano ben prima d’essere ebreo. I cristiani sionisti credono di formare un secondo popolo eletto e pensano che il loro destino sia legato a quello del popolo ebreo. Per loro, il ritorno del Cristo non si verificherà prima che gli ebrei si siano raccolti in Palestina. Per accelerare la fine dei tempi, devono dunque ricreare uno Stato per gli ebrei e non avere timore di causare cataclismi apocalittici. Il primo capo di Stato a fare del suo paese una seconda Israele e volere la creazione di uno Stato ebreo in Palestina è il puritano inglese Oliver Cromwell nel XVII° secolo. Dopo la restaurazione della monarchia, quelli dei suoi seguaci che furono cacciati del regno fuggirono in Irlanda del Nord e nei Paesi Bassi, quindi fondarono delle colonie in Africa australe ed in America. 

Questa corrente politico-religiosa non scomparve da tutta l’Inghilterra. Trovò anche una nuova espressione con il primo ministro della Regina Vittoria, Benjamin Disraeli, che è oggi il riferimento storico principale dei neo-conservatori. Tuttavia il rabbinato si è sempre fortemente opposto alla creazione d’uno stato ebraico. Quando l'occasione si era presentata nel XII° secolo, aveva rifiutato una proposta in questo senso da Saladin Il Magnifico e non aveva mai cambiato la sua valutazione . I cristiani sionisti dovettero attendere il XIX° secolo e il nazionalismo di Theodor Hertzl per trovare ebrei secolarizzati che accettassero i loro piani. Come ha mostrato Jill Hamilton, la decisione di Llyod George e lord Arthur James Balfour nel 1917 di creare un "focolare nazionale ebreo" in Palestina, se ha dato luogo a numerose giustificazioni retoriche, il migliore risultato è l’avvicinamento tra cristiani sionisti e nazionalisti ebrei.

Tuttavia quest'alleanza urtava una contraddizione: l'antisemitismo cristiano. In effetti, i cristiani sionisti affermavano che alla fine dei tempi gli ebrei avrebbero dovuto convertirsi al Cristo o precipitavano all’inferno. In breve, un buono ebreo sarebbe un ebreo convertito al cristianesimo. In ogni caso, le unioni d'interesse a breve termine passarono prima di questo tipo di considerazione, diventarono anche una politica. Nel corso della guerra dei Sei giorni (1967), Israele prese coscienza del peso elettorale delle sette evangeliche sioniste negli Stati Uniti ed iniziò a finanziare il loro capo, il pastore Jerry Falwell, co-fondatore del Moral Majority. Nel 1978, fu invitato a piantare alberi in "terra promessa" e diede il suo nome ad una foresta. Nel 1979, il governo israeliano gli offrì un jet privato per aiutarlo nel suo ministero religioso. Nel 1980, il primo ministro Menahem Begin gli appuntò solennemente a New York la medaglia prestigiosa Zeev Jabotinsky, dal nome del pensatore di estrema destra che fu il suo mentore e di cui il padre di Netanyahu fu il segretario.

Quest'alleanza è stata istituzionalizzata nel settembre 1980 in occasione del voto di una risoluzione allo Knesset (parlamento israeliano, ndT) che afferma - in violazione del diritto internazionale - che Gerusalemme è la capitale di Israele, Begin finanzia la creazione dell'ambasciata cristiana internazionale di Gerusalemme (International Christian Embassy Jerusalem). Quest'organismo sviluppa il turismo evangelico e raccoglie fondi presso i pellegrini in favore dell'immigrazione ebrea. Perciò, ha aperto un "consolato" in ogni Stato d’America. Nell'agosto 1985, l'ambasciata organizza con le autorità del regime d’apartheid sudafricano il primo congresso mondiale dei cristiani sionisti. Si tiene a Basilea (Svizzera) nella sala in cui 98 anni prima Theodor Herzl creò il movimento ebreo sionista.

Nell'ottobre 2003, i cristiani sionisti sigillano la loro alleanza con i neo-conservatori in occasione del vertice di Gerusalemme, in presenza di Ehud Olmert e di Benjamin Netanyahu. Infine, il 5 gennaio 2004, l 'ufficio capo di Gerusalemme ha creato un gruppo ad hoc di 14 parlamentari dello Knesset, i Christian Allies Caucus. Tutte quest'operazioni sono state condotte con l'aiuto di un'organizzazione discreta, Fellowship Foundation, che supervisiona e finanzia con discrezione dal Pentagono una miriade di chiese evangeliche nel mondo.

La teologia delle due alleanze

L'originalità del pastore John Hagee è di avere conciliato la fede evangelica alla realtà dello Stato di Israele. Fin dal 1988, afferma che gli ebrei che osservano la legge di Mosè saranno salvati senza doversi convertire al Cristo. È la «teologia delle due alleanze»: Dio ha concluso patti diversi con i suoi due popoli eletti, gli ebrei e gli evangelici. Il reverendo Hagee è stato inizialmente respinto da Jerry Falwell, quindi reintegrato nell’accordo cristiano sionista, di cui diventa oggi il portavoce. Questo percorso e questa innovazione ideologica fanno di lui l'uomo ideale per trasformare il movimento religioso sionista cristiano in un lobby di massa per Israele.

Il 7 febbraio 2006, il reverendo John Hagee organizza in Texas una riunione di 400 pastori evangelici statunitensi in previsione della creazione di una federazione dei cristiani sionisti. Simultaneamente, lancia con l'ambasciata cristiana una rivista bimestrale diffusa come supplemento dal Jerusalem Post, la JP Christian Edition. Il Jerusalem Post è un quotidiano neo-conservatore diretto da Aviv Bushinsky, ex consulente in comunicazione e portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu. Il supplemento mescola articoli sul parco d'attrazione evangelica in Galilea e altri sulla minaccia iraniana, e i suoi bracci armati Hamas e Hezbollah. Vi si denunciano anche i professori universitari europei che analizzano la scrittura della bibbia nel suo contesto socio-storico e trattano Israele biblico come un mito. Lungi dall'essere un handicap per la sua nuova missione, l'estremismo del reverendo Hagee soddisfa i Likoudniks: non ha scritto un elogio dell'assassinio di Yitzhak Rabin, colpevole ai suoi occhi d’aver svenduto la "terra promessa"?

La federazione dei cristiani sionisti nasce in occasione di un banchetto di 3.500 pastori e responsabili evangelici all'hotel Hilton di Washington... il 18 luglio 2006, cioè cinque giorni dopo l'inizio dell'offensiva israeliana contro il Libano. La Provvidenza fa bene le cose e questa è l'occasione di una mobilizzazione di tutte le organizzazioni evangeliche a favore di Tsahal. Al microfono, oltre al pastore Jerry Falwell, si succedono parlamentari statunitensi (i senatori Sam Brownback, John Cornyn, Kay-Bailey Hutchison et Rick Santorum, i rappresentanti Henry Bonilla), l'ambasciatore di Israele Daniel Ayalon e l'ex capo di stato maggiore il generale Moshé Yaalon. La nuova federazione prende il nome di Christians United for Israele (CUFI).

Dalla folla, i parlamentari del CUFI realizzano Israel Allies Caucus alla Camera dei rappresentanti per fare accordi con i Christian Allies Caucus dello Knesset. Esso è copresieduto dal repubblicano Dave Weldon ed dal democratico Eliot Engel. Gruppi parlamentari identici sono in corso di formazione alle Filippine ed in Corea del Sud. Se il reverendo John Hagee è un predicatore di successo, a capo di un piccolo impero di comunicazione, non è la testa pensante del CUFI. La federazione cristiana sionista è diretta da David Brog, un assistente parlamentare sionista ebreo ed inoltre un cugino dell'ex primo ministro Israeliano Ehud Barak. Benché comprenda parlamentari democratici, la CUFI pesca quasi esclusivamente su territorio repubblicano. Mantiene evidentemente legami stretti con la Casa Bianca ed ha svolto un ruolo importante nell'adozione da parte del congresso di una risoluzione che «condanna i recenti attacchi contro lo Stato di Israele, che tiene i terroristi ed i loro stati sponsor come responsabili di quest'attacchi, e che sopporta il diritto di Israele all'autodifesa». Testo redatto dall’AIPAC e votato con 410 voti contro 8 alla Camera dei Rappresentanti ed all'unanimità al Senato. Inoltre la CUFI ed Israel Allies Caucus hanno convinto 115 rappresentanti a scrivere al presidente Bush perché indurisca le sanzioni contro la Siria.

È David Brog che ha lanciato l'espressione "dolori del parto" a proposito del rimodellamento del Grande Medio Oriente, citando il vangelo secondo Matteo, capitolo 24. Dalle guerre attuali, un mondo nuovo sorgerà. Gesù non ha detto: «Che molti verranno nel nome mio, dicendo: “Io sono il Cristo”; e travieranno molti. Perché dovrete sentire guerre e sentori di guerre. Guardate di non turbarvi. Che conviene ch’ogni cosa accada, ma non sarà ancora la fine (...) e tutto ciò non farà che cominciare i dolori del parto». Un'espressione ormai ripresa da Condoleezza Rice per quegli evangelici aderenti alla politica neo-conservatrice. «Israele fa il nostro lavoro e opera per i popoli liberi. I suoi nemici sono gli stessi nemici di quelli degli Stati Uniti. Si tratta di una battaglia che si iscrive in una guerra più ampia, quella contro la civilizzazione giudeo-cristiana delle forze del bene contro quelle del male (...) Israele è in prima linea nella guerra contro il terrorismo e possiamo soltanto sostenerlo», hanno dichiarato David Brog all'AFP, alcuni giorni fa.

Il principale lavoro di David Brog è di riunire ebrei e cristiani sionisti facendo dimenticare secoli d'antisemitismo cristiano. Non è facile in un paese che, due anni fa, applaudiva una pellicola di Mel Gibbson, “La passione del Cristo”, che rappresenta gli ebrei come deicidi. Nel maggio 2006, il sig. Brog ha pubblicato una libro: “Standing with Israele: Why Christians Support Israele” (Stare con Israele: perché i cristiani sostengono Israele). Prendendo alcune libertà con la storia, vi afferma che i due popoli eletti si sono riconciliati quando gli Stati Uniti hanno superato il Terzo Reich ed hanno votato la creazione dello Stato di Israele.

L'impatto del CUFI

Il pastore John Hagee dispone di mezzi di comunicazione eccezionali. Produce due volte al giorno un talk-show diffuso da una delle tre grandi reti televangeliche al mondo, Trinity Broadcast Network (TBN). Questo programma, accessibile via satellite nel mondo intero è ricevuto da 92 milioni di case negli Stati Uniti. TBN è stata sempre legata ad Israele ed al governo sudafricano all'epoca dell’apartheid. Il reverendo Hagee può anche contare sulla casa editoriale del suo amico Steve Strang che pubblica il mensile Charisma. Inoltre John Hagee non ha problemi finanziari. Nel 2000, ha comperato un ranch a Brackettville (Texas) per 5,5 milioni di dollari gestito dal Texas Israel Agricultural Research Foundation. Può ricevere i suoi amici, i cui aerei atterrano sul suo aeroporto privato. Nel 2001, il salario di questo predicatore benedetto da Dio ammontava a 1,25 milioni di dollari.

Kevin Philips, che è considerato come uno dei migliori esperti di sociologia elettorale negli Stati Uniti, garantisce che l'amministrazione Bush si sostiene su tre gruppi sociali: la borghesia legata al petrolio, i fedeli evangelici, ed i pensionati che vivono a credito. L’inquadramento delle chiese evangeliche si è sostituita a quella dei partiti repubblicani, le evoluzioni teologiche sono determinanti per la politica di Washington È troppo presto per affermare che l'obiettivo del CUFI è raggiunto. Tuttavia, di fronte agli eventi che insanguinano il Libano, il 68% degli Stati Uniti dichiara ai sondaggi che si sentono spontaneamente vicini ad Israele e 63% che l'amministrazione Bush deve proseguire o aumentare il suo sostegno militare a Tsahal.
 

 

 

APPENDICE

 

 

E su Washington cala l’armata

dei «cristiani sionisti»
 

 

 

 

 

 

 

----------------------

(1) Nella letteratura apocalittica del cristianesimo, Armageddon o Har-Mageddon è il luogo presso il quale si svolgerà la battaglia finale tra i re della terra (incitati da Satana) e il Dio dei cristiani. I cristiani sioniisti americani credono che solo appoggiando incondizionatamente lo Stato d'Israele, contro i palestinesi e il mondo arabo in genere, esso potrà espandersi permettendo così la costruzione del Tempio. Questo sarà il segno che la fine dei tempi è giunta e che la grande battaglia escatologica, con la venuta di Cristo, è alle porte. Essi, appoggiando Israele, vogliono affrettare la grande battaglia escatologica tra il bene (l'occidente) e il male (principalmente l'Islam).

(2) www.movisol.org/fondamentalisti.htm. Per una analisi del linguaggio religioso di Bush si veda questo articolo

(3) Cristiano-sionisti