T A L M U D:
«L’Antico Testamento
incoraggia il delitto?»
(giornalista ebrea D.M. Murdoch, dell’Examiner)
IL FONDAMENTALISMO EBRAICO CHE
L'OCCIDENTE FA FINTA DI NON VEDERE.
(a cura di Claudio Prandini)
Circa la metà degli alti ufficiali dell’esercito israeliano sono stati indottrinati per mezzo dell’ideologia talmudica e sono legati alle cosiddette fazioni nazional-religiose; il risultato è che certi editti talmudici, come uccidere anche i civili nemici (bambini compresi) in caso di guerra, difficilmente cadono inascoltati all’interno delle forze militari isreliane. L'ideologia talmudica, da non confondere in toto con il testo biblico, fa sempre più da sottofondo nella politica estera e interna dei governi israeliani.
Il fondamentalismo ebraico mette così una seria ipoteca sulla reale "democrazia e laicità" dello Stato israeliano e non è meno pericoloso di quello islamico. Il suo influsso nella società israeliana, in particolar modo nel governo e nell'esercito, lo rende insidioso perché Israele possiede già dalle 200 alle 300 bombe atomiche pronte all'uso. Si stanno infatti già preparando ad usarle contro le centrali atomiche iraniane.
Ormai gli iraniani hanno preso il posto degli amaleciti di biblica memoria nel cuore di chi conta in Israele, il che non fa presentire nulla di buono per il prossimo futuro...
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INTRODUZIONE
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Il Talmud (תלמוד) (che significa insegnamento, studio, discussione dalla radice ebraica LMD) è uno dei testi sacri dell'Ebraismo: diversamente dalla Torah, il Talmud è riconosciuto solo dall'Ebraismo, che lo considera come la Torah orale, rivelata sul Sinai a Mosè e trasmessa a voce, di generazione in generazione, fino alla conquista romana. Il Talmud fu fissato per iscritto solo quando, con la distruzione del Secondo Tempio, gli ebrei temettero che le basi religiose di Israele potessero sparire.
Il Talmud consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti (hakhamim) e i maestri (rabbanim) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah scritta, e si articola in due livelli:
la Mishnah (o ripetizione) raccoglie le discussioni dei maestri più antichi (giungendo fino al II secolo);
la Ghemarah (o completamento), stilata tra il II e il V secolo, fornisce un commento analitico della Mishnah.
Il Talmud è anche conosciuto con il nome di Shas, acronimo di Shisha Sedarim, i sei ordini (Zeraim, Moed, Nashim, Nezikin, Kodashin, Tohorot) in cui è divisa la Mishnà. La suddivisione del Talmud è identica a quella della Mishnà: i Shisha Sedarim si suddividono in Massechtot - trattati, i quali a loro volta sono composti da capitoli.
Secondo la tradizione ebraica la Torah scritta non può essere applicata senza la Torah orale. (...) Presso la Chiesa cattolica (il Talmud) fu inserito nell'Indice dei libri proibiti e ritenuto un testo che un cristiano poteva leggere solo previo consenso del proprio vescovo. (....) La giustificazione di questo divieto potrebbe ricavarsi da ciò che il Talmud dice, ripetutamente, di Gesù e Maria, l'uno impostore e l'altra donna poco seria (o di malaffare, ndr); inoltre vien suggerito e codificato l'atteggiamento, tutt'altro che di amore e tolleranza, che un buon ebreo deve avere di fronte ad un cristiano, com'è lecito raggirarlo, con quale tipo di rifiuto deve essere trattato l'ebreo che passa al cristianesimo, ecc. (....).
***
GLI EBREI E LA BIBBIA
(....)
Un altro equivoco, particolarmente comune tra i cristiani o tra chi è in qualche
modo influenzato dalla tradizione e dalla cultura cristiana è che il giudaismo
sia una "religione biblica”, e che quindi il Vecchio Testamento occupi
nel giudaismo lo stesso posto centrale e la stessa autorità legale che la Bibbia
rappresenta per i protestanti, e persino per i cattolici.
In tale ambito i criteri interpretativi della religione sono fissati rigidamente,
dal Talmud piuttosto che dalla Bibbia.
Occorre ricordare che la fonte prima dell'autorità per tutte le manifestazioni
del giudaismo classico e dell'ortodossia contemporanea, è il Talmùd babilonese,
mentre il resto, sono testi autorevoli ma supplementari.
Il
sistema legale del Talmùd è globale e rigidamente autoritario ma, al tempo stesso,
capace d'infiniti sviluppi senza possibilità di operare alcun cambiamento nei
suoi fondamenti dogmatici. Copre qualsiasi aspetto della vita ebraica sia individuale
che sociale, di solito nei più intimi dettagli, con sanzioni e punizioni per
qualsiasi peccato concepibile o infrazione alle regole.
Il punto di vista classico, e dell'ortodossia contemporanea, é che il significato
interpretativo del Talmud, anche quando é contrario al senso letterale dello
scritto biblico, é sempre e comunque normativo.
Forse. addirittura la maggior parte dei versetti biblici che prescrivono obblighi
rituali sono “intesi” dal giudaismo classico e dall'ortodossia contemporanea
in un senso diverso dal loro significato letterale, o addirittura contrario
a quello che gli danno cristiani o altri lettori del Vecchio Testamento che
vedono il testo in sé per sé. (Vediamo alcuni esempi, ndr)
Esempio a) il Decalogo. L'ottavo comandamento "Non rubare", (Esodo, 20: 15) è considerato come la proibizione del "furto", inteso come rapimento, di un ebreo. Il furto della proprietà non è un reato capitale così come il rapimento dei gentili da parte degli ebrei è permesso dalla legge talmudica.
Esempio b) E’ assai frequente che termini generici come "il tuo simile" o "lo straniero" o persino "l'uomo" assumano un significato esclusivista. IL famoso versetto "ama il tuo simile come te stesso" (Levitico, 19: 18) è interpretato dal giudaismo classico e dall'ortodossia contemporanea come un'ingiunzione ad amare il proprio "simile ebreo" e non il proprio "simile uomo".
Esempio c) Il generoso precetto di lasciar spigolare il proprio campo e la vigna ai ‘poveri e agli stranieri' (Levitico, 9:10) viene riferito esclusivamente agli ebrei poveri e ai convertiti al giudaismo (gli altri possono tranquillamente crepare in pace, ndr).
La stessa divisione si ha oggi in Israele tra chi è stato educato nelle scuole religiose ebraiche e chi ha frequentato le scuole pubbliche dove s'insegna il semplice significato del Vecchio Testamento. (....).
Nel Talmud viene giustificato anche lo stupro delle bambine.
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IL CONCILIO TALMUDICO: "IN GUERRA, ANCHE I BAMBINI
DEI NEMICI POSSONO ESSERE STERMINATI"
Il
Concilio Talmudico formato dai Rabbini e dai Saggi della Torah, conosciuto anche
come Concilio di “Yesha” che rappresenta gli insediamenti ebraici nei territori
occupati del West Bank e di Gerusalemme, ha stabilito che in periodo di guerra
è permesso, e persino consigliabile, colpire e sterminare civili non ebrei.
L’ultimo editto emanato dal Concilio e pubblicato martedì scorso sul sito internet
"Ynetnews" del quotidiano israeliano Yedeot Ahronot, afferma che “secondo
la legge ebraica, in periodo di guerra non esistono ‘civili innocenti’ dalla
parte del nemico.”
A seguito, estratto da Morte in Libano
(Sarah Meyer; Index Research)
“Tutte le discussioni riguardo la moralità
cristiana stanno indebolendo il morale dell’esercito e della nazione e le stiamo
pagando col sangue dei nostri soldati e dei nostri civili”, si legge nella stessa
dichiarazione.
Il Concilio ha emanato una simile ordinanza due settimane fa incitando l’esercito
israeliano a “sterminare il nemico” e “a non esitare ad uccidere civili nemici”.
Ha poi etichettato come “moralità cristiana” tutte le leggi e convenzioni internazionali
che proibiscono, in guerra, di considerare deliberatamente come obiettivi i
civili, definendo invece questa pratica come “mitzvah”, una buona cosa.
Secondo fonti israeliane, la maggior parte delle fazioni non laiche (inclusi
i potenti movimenti religiosi e ‘nazional-religiosi’) hanno espresso profonda
soddisfazione per il secondo massacro di Cana perpetrato il 31 luglio e conclusosi
con la morte di almeno 60 civili libanesi di cui 37 bambini.
Inizialmente l’esercito israeliano ha affermato che guerriglieri Hezbollah si
trovavano all’interno dell’edificio di tre piani colpito dall’aviazione, dichiarazione
ritrattata martedì scorso dai comandanti dell’esercito israeliano che hanno
riconosciuto di non aver avuto alcuna prova di guerriglieri nascosti tra i civili
massacrati nel bombardamento.
Alcuni alti ufficiali si sono scusati per la carneficina mandando su tutte le
furie rabbini e saggi del Talmud, i quali sostengono che Israele non debba scusarsi
per l’uccisione di civili nemici poiché, secondo Halacha (legge religiosa ebraica),
in periodo di guerra non esistono né civili né innocenti.
Non è la prima volta che vengono emanati codici di condotta di questo tipo:
circa due anni fa, un gruppo di importanti rabbini esortò l’esercito israeliano
a “non esitare ad uccidere civili e bambini palestinesi.”
In una lettera indirizzata all’allora ministro della difesa Shaul Mofaz, i rabbini,
che rappresentano la corrente principale del giudaismo ortodosso, affermarono
che “in guerra uccidere i civili è normale” e che l’esercito israeliano “non
dovrebbe titubare nell’uccidere civili non ebrei per salvare vite ebraiche”.
“Il precetto cristiano per cui bisogna ‘porgere l’altra guancia’ non ci riguarda
e non ci faremo convincere da chi dà più valore alle vite dei nostri nemici
che alle nostre” dichiarava la lettera firmata da parecchi rabbini tra cui Haim
Druckman, ex membro della Knesset ed ora a capo di un vasto movimento giovanile
religioso conosciuto come Bnei Akiva Society.
Tra i firmatari c’erano anche Elizer Melamed, responsabile dell’università religiosa
del West Bank, Youval Sharlo, a capo dell’università talmudica a Petah Tikva
in cui gli studi talmudici sono applicati al servizio militare, e Dov Lior,
rabbino di Kiryat Arba, vicino ad Hebron. Lior, che definì il carnefice Baruch
Goldstein un “gran santo” afferma che “è ben evidenziato nella Torah il fatto
che le vite degli ebrei hanno maggior valore rispetto alle altre”.
“Un migliaio di vite di non ebrei non valgono l’unghia di un ebreo.”
Il 25 febbraio 1994 Goldstain uccise 29 palestinesi innocenti che stavano pregando
nella moschea nel centro-città di Hebron.
Le vite degli ebrei valgono di più.
Gli editti talmudici incoraggiano l’uccisione di “civili nemici” da parte dell’esercito
israeliano facendo leva su diversi passaggi dell’Antico Testamento in cui Yahweh
ordina agli Israeliti di massacrare ogni uomo, donna e bambino e di non lasciare
niente di vivo nella Terra di Cana.
Effettivamente molti rabbini ebraici sono a favore dell’uccisione di civili
nemici in periodo di guerra e citano a tal proposito alcuni brani biblici, tra
cui Giosué 6-20:
“Allora il popolo lanciò il grido di guerra e si suonarono le trombe. Come il
popolo udì il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido di guerra,
le mura della città crollarono; il popolo allora salì verso la città, ciascuno
diritto davanti a sé, e occuparono la città. Votarono poi allo sterminio, passando
a fil di spada, ogni essere che era nella città, dall'uomo alla donna, dal giovane
al vecchio, e perfino il bue, l'ariete e l'asino.”
Ci sono anche numerosi ed inconfondibili passaggi nel Talmud di Babilonia che
considerano i non-ebrei come animali e le cui vite hanno pochissima (se non
nulla) importanza.
Il Primo Ministro Israeliano Ehud Olmert ha pubblicamente dichiarato lo scorso
giugno che “le vite degli ebrei valgono più di tutte le altre.”
Gli editti talmudici di questo tipo non dovrebbero essere ignorati senza dare
loro l’importanza che in effetti hanno.
Basta pensare che circa la metà degli alti ufficiali dell’esercito israeliano
sono stati indottrinati per mezzo dell’ideologia talmudica e sono legati alle
cosiddette fazioni nazional-religiose; il risultato è che questi editti talmudici
difficilmente cadono inascoltati all’interno delle forze militari.
Tutto ciò dovrebbe spiegare, almeno parzialmente, gli insensibili massacri di
civili libanesi e palestinesi compiuti dall’esercito israeliano senza il minimo
senso di colpa o rimorso.
Il terrorismo d'Israele: frasi e citazioni di politici ebrei
I rabbini israeliani benedicono il massacro di Gaza 2008-2009.
Le atrocità a Gaza e in Libano sono
motivate dalla mentalità talmudica
Un milione di arabi non valgono l’unghia di un ebreo”
(New York Daily News, 28 Feb., 1994, p. 6).
Fonte web - Khalid Amayreh, 19 luglio 2006
Quando il Primo Ministro israeliano Ehud Olmert, il 22 giugno
scorso (2006, ndr), lasciò intendere che le vite degli ebrei valevano di più
delle vite dei palestinesi, stava facendo, di fatto, un’affermazione ideologica
di immenso significato e simbolismo.
L’intero discorso sionista verso i non ebrei in generale, e i palestinesi, libanesi
e gli altri arabi in particolare, è permeato da osservazioni apertamente razziste,
che sarebbero invece un tabù ripugnante in qualsiasi paese occidentale.
L’uccisione pornografica da parte di Israele di civili libanesi e palestinesi,
come pure la sistematica e arbitraria distruzione da parte dell’aviazione israeliana
delle infrastrutture civili a Gaza e in Libano possono essere interpretate come
una onesta applicazione dell’ideologia talmudica, che più o meno è giunta a
dominare il pensiero israeliano, dal momento che la società israeliana continua
ad andare alla deriva, minacciosamente, verso l’estremismo religioso e lo sciovinismo.
Di fatto, si può sostenere, senza paura di sbagliare, che i comportamenti sfacciatamente
criminali verso i palestinesi e i libanesi sono stati da tempo una applicazione
della percezione dei non ebrei contenuta nel Talmud.
Questa percezione, razzista fino in fondo, se non addirittura satanica, considera
i non ebrei come animali o nel migliore dei casi come esseri umani inferiori.
Razzismo talmudico
Non c’è dubbio che basti scorrere velocemente i commenti rabbinici, presenti
e passati, sullo status riservato ai non ebrei dalla legge religiosa ebraica
(Halaka) per capire che la maggioranza dei saggi talmudici considerano i goyim
(il termine dispregiativo ebraico per i non ebrei) come bestie o comunque come
subumani.
Alcuni mesi fa, quando le truppe israeliane trasferirono alcuni coloni ebraici
da un avamposto di insediamento della Cisgiordania, un membro della Knesset
israeliana, rappresentante del partito nazionale religioso (NRP), rimproverò
l’esercito per aver trattato “degli esseri umani (i coloni ebrei) allo stesso
modo in cui tratta i palestinesi”.
Le dichiarazioni del rabbino sono state riportate dalla stampa israeliana e
non hanno suscitato alcuna reazione, e ciò riflette il fenomeno di un crescente
razzismo in Israele.
Nel 1994, quando un immigrato americano di origine ebraica, Baruch Goldstein,
massacrò 29 fedeli arabi mentre pregavano nella moschea di Abramo ad Hebron,
il rabbino Moshe Levenger del gruppo militante Gush Emunim (blocco dei fedeli)
dichiarò: “Sono spiacente non solo per la morte di arabi ma anche per quella
delle mosche”.
Alcuni giorni dopo il massacro, Dov Lior, il rabbino di Kiriat Arba, fece l’elogio
funebre di Goldstein lodandolo come uno “pieno d’amore per gli esseri umani
che lo circondavano”.
Secondo Israel Shahak, autore di Storia ebraica, religione ebraica – Il peso
di tremila anni, il termine “esseri umani”, secondo l’Halaka, si riferisce soltanto
agli ebrei.
Shahak sostiene il suo punto di vista con numerose citazioni dal Talmud, come
le seguenti:
“Tutti i figli dei gentili sono animali” ( Yebamoth, 98a.). “I gentili sono
fuori della protezione della Legge e Dio ha messo a disposizione di Israele
il loro denaro” (Baba Kamma, 37-b.). “Dio li ha creati sotto forma di uomini
per la gloria di Israele. Ma gli Akum (i non ebrei) furono creati all’unico
scopo di servirli (gli ebrei) giorno e notte. Né essi potranno mai essere esonerati
da questo servizio. Si addice al figlio di un re (un israelita) che gli animali
nella loro forma naturale, e gli animali nella forma di esseri umani siano i
suoi servitori”. ( Midrasch talpioth, segg. 225d); "le relazioni sessuali
di un Goy sono come quelle di una bestia" (Sanhedrin, 74-b, Tosephot).
Bisogna dire che queste ingiunzioni talmudiche, solo esempi generali, non sono
anomalie anacronistiche che non hanno rilevanza con il sionismo come molti apologeti
e portavoce israeliani sosterrebbero.
Nei fatti, vengono applicate, addirittura in modo sfacciato, in Cisgiordania
a Gaza e nel Libano. Il proscioglimento di soldati israeliani responsabili di
uccisioni di bambini palestinesi (come il soldato che ha ucciso la tredicenne
Iman al-Hamas vicino Rafah nel 2004 mentre si stava recando a scuola), per molti
versi esemplifica la percezione dei non ebrei da parte degli israeliani o ebrei.
In breve, i non ebrei, secondo gli insegnamenti talmudici, non sono uomini ma
bestie; perfino il migliore dei goyim dovrebbe essere ucciso; sono sporchi idolatri
che meritano la morte; e gli ebrei devono regnare sul mondo, serviti dai goyim.
Questa è la vera spiegazione del perché i soldati israeliani e i coloni uccidono
civili palestinesi e libanesi a volontà, senza mostrare il minimo rimorso.
Questo è anche ciò che ha fatto dire al Capo di Stato Maggiore israeliano, Dan
Halutz: “Dormo bene è ho una coscienza tranquilla” dopo aver ordinato ad un
pilota di aereo da combattimento F-16 di sganciare una bomba di 1 tonnellata
su un palazzo civile nel pieno della notte a Gaza, uccidendo 16 persone, inclusi
11 bambini.
Questo è ciò che permette ai piloti israeliani di annichilire intere famiglie
a Tiro e a Mirwahin e poi sentirsi la coscienza tranquilla.
Annichilimento
Il Talmud, libro su cui si basa il giudaismo rabbinico o ortodosso, non distingue
affatto tra combattenti e non combattenti in tempo di guerra. Nei fatti, le
autorità rabbiniche insegnano che uccidere dei non combattenti, bambini del
nemico inclusi, è, in tempo di guerra, una mitzvah (buona azione che ci rende
cari a Dio).
Alcuni anni fa, un importante savio israeliano della Torah incitò l’esercito
israeliano a non trattenersi dall’uccidere i figli del nemico allo scopo di
salvare la vita dei soldati israeliani occupanti nella Striscia di Gaza. Quando
l’estensore di questo articolo consultò un certo numero di rabbini e studiosi
chiedendo loro se per caso il rabbino in questione non fosse un pazzo, gli fu
risposto che invece egli rappresentava la corrente dominante del giudaismo ortodosso.
Per molti rabbini ortodossi, non valgono per gli ebrei quelle convenzioni internazionali
che considerano un crimine la deliberata uccisione di civili e la distruzione
di abitazioni e proprietà, come ad esempio la Quarta Convenzione di Ginevra.
Il 12 luglio scorso, il giornale di destra israeliano Jerusalem Post, sul suo
sito internet aveva questo titolo: “I rabbini Yesha chiedono lo sterminio del
nemico”.
L’articolo riportava l’appello all’esercito israeliano del Consiglio rabbinico
delle colonie della Cisgiordania (Yesha) che invitava a “ignorare la morale
cristiana e sterminare i nemici del Nord e del Sud”. Ovviamente, il termine
“morale cristiana” nell’appello si riferisce alle leggi di guerra che proibiscono
di uccidere civili innocenti *.
Questo modo di pensare totalmente satanico non deriva dalle tradizioni secolari
del sionismo, che non sono meno malvage in verità, ma piuttosto dal Talmud stesso.
Per esempio, una eminente figura talmudica, Shimon Ben Yohai, invocò apertamente
lo sterminio dei non ebrei. (La sua tomba nel Nord della Palestina è ancora
un luogo di pellegrinaggio per molti ebrei).
Hatanya
Se c’è una setta o un movimento ebraico che può essere descritto come “nazista”,
questo è il movimento Chabad, che prevede apertamente l’annichilimento dei non
ebrei in Palestina sul modello del racconto biblico del libro di Giosuè.
Non si tratta di un movimento marginale. Sia in Israele che negli Stati Uniti,
è stato in grado di accumulare una grossa quantità di denaro e di acquisire
una considerevole influenza. Il movimento, a cui sono affiliati migliaia di
soldati e di ufficiali di alto grado, considera i non ebrei come animali o sub-umani.
Secondo il famoso libro Hatanya dello Chabad, da quanto ci dice Israel Shahak
che lo cita, tutti i non ebrei sono creature totalmente sataniche in cui non
vi è assolutamente nulla di buono. Perfino un embrione non ebraico è qualitativamente
diverso da uno ebraico.
In realtà, la stessa esistenza di un non ebreo è inessenziale, dal momento che
l’intera creazione è stata fatta esclusivamente per il godimento degli ebrei.
In conclusione, c’è ampia conformità tra il comportamento israeliano in Libano
e nei territori palestinesi occupati e gli insegnamenti talmudici riguardanti
i non ebrei. Il fatto che almeno il 50% degli ufficiali di alto grado dell’esercito
israeliano siano stati indottrinati secondo il Talmud, spiega, perlomeno in
parte, l’assalto genocida di Israele contro i civili in Libano e nella Striscia
di Gaza.
Cosa ancora più grave, è altamente probabile che questo modo di pensare talmudico
e il conseguente comportamento continueranno ad estendersi e finiranno per definire
l’intero rapporto di Israele verso i popoli del Medio Oriente e i non ebrei
in generale.
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* Vedi: http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1150885980653&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull
In cui è scritto appunto : “The Council called
on the IDF to ignore Christian morals and "exterminate the enemy in the
north and the south."”. I nemici del Nord e del Sud sono i libanesi e i
palestinesi di Gaza. Sappiamo come è andata, conosciamo il numero di civili
uccisi, abbiamo visto le infrastrutture distrutte, abbiamo appreso delle bombe
a frammentazione sparse su tutto il territorio del Sud del Libano.
Ron Paul, senatore americano, accusa:
Hamas è una
creazione di Israele
La verità sul massacro
di Gaza
ALCUNI SOLDATI CONFESSANO: A GAZA
ABBIAMO COMPIUTO ATROCITÀ FOLLI
Una ventina di militari che
parteciparono all’offensiva denunciano che “le regole erano: spara quando ne
hai voglia, non lasciare che la coscienza sia un problema”. Nell’operazione
Piombo Fuso morirono 1.400 palestinesi, per la maggior parte civili.
Gerusalemme. (EFE).- Una ventina di soldati israeliani
che parteciparono all’ultima offensiva a Gaza denunciano la violenza delle forze
militari impiegate, l’assenza di distinzione tra combattenti e civili e la completa
mancanza di restrizioni al momento di sparare.
La ONG israeliana “Rompendo il Silenzio” ha diffuso oggi le testimonianze
di 26 soldati che parteciparono all’operazione
Piombo Fuso (tra il 27 dicembre e il 18 gennaio nella quale morirono
1.400 palestinesi, per la maggior parte civili), per aprire un dibattito
sul comportamento dell’Esercito.
“A Gaza si è pensato, innanzi tutto, a che le truppe non corressero nessun rischio”
spiega il direttore di questa organizzazione, Yehuda Shaul, un militare di riserva
secondo il quale quanto successo è da interpretarsi alla luce della sconfitta
israeliana subita nel sud del Libano nel 2006.
Shaul sottolinea che i testimoni riportano l’assenza totale di regole d’ingaggio,
che lasciò libertà assoluta a tutti i soldati di sparare a qualsiasi palestinese,
civile o meno. “Non c’erano limiti. Tutti quelli che erano lì erano nemici”,
spiega Shaul, che aggiunge che le istruzioni in molti casi furono: “Entrate
e sparate contro qualsiasi cosa”.
Uno dei soldati che ha reso pubblica la sua testimonianza in forma anonima concorda
che “le regole erano: spara quando ne hai voglia”, e aggiunge che i vertici
“ripetevano continuamente che questa è la guerra e in guerra non ci sono restrizioni
sull’apertura del fuoco”. Un altro militare dice: ”Non dovevamo preoccuparci
per i civili, sparavamo a tutto quello che vedevamo, Ci ripetevano che non c’era
spazio per considerazioni umanitarie, ‘Non lasciatevi condizionare dalla coscienza,
Lasciate a dopo le paure e ora pensate solo a sparare'”.
Un giovane lamenta “l’odio e l’allegria di uccidere” tra i suoi commilitoni.
“Tutta questa distruzione, tutto questo fuoco contro gli innocenti (…) era semplicemente
incredibile”, dice questo militare il cui battaglione, spiega, era formato da
“60 ragazzi di 19 e 20 anni tra i quali volgarità e violenza sono una forma
di vita” e dove “non c’era nessuno a fermarli”.
Un altro qualifica il fuoco di artiglieria israeliana “demenziale” e riconosce:
“Stavamo uccidendo gente innocente”. “Le istruzioni erano chiare: se hai dubbi,
uccidi”, dichiara un altro giovane militare, il quale ricevette istruzioni che
quella era “una guerriglia urbana e in una guerriglia urbana sono tutti tuoi
nemici, non ci sono innocenti”. Anche i combattenti descrivono la distruzione
gratuita delle abitazioni e di come non si lasciava “una sola casa intatta”.
Un soldato che operò al cannone di un carro armato al nord est della frangia
spiega che se dovevano girare e non c’era visibilità “si sparavano dodici bombe
alle case intorno e si continuava”. In due settimane di offensiva dice di aver
sparato 50 bombe, 32 casse di munizioni da mitragliatrice media (più di 7.000
colpi), 20 colpi di mortaio da 60mm e 300 cariche da mitragliatrice pesante
Browning 0.5. “E questo è solo un carro: ce n’erano più di duecento”, aggiunge
Shaul.
I soldati descrivono la morte dei civili in circostanze in cui era facilmente
evitabile, come quella di un anziano che fu colpito mentre stava nascosto nel
sottoscala della sua casa. “Prima di entrare in una casa, era normale lanciare
missili, fare fuoco dal carro armato e con mitragliatrici e granate e poi sparare
mentre si entrava”, descrive uno dei soldati. Altri riferiscono dell’impiego
dei cosiddetti “Johnnies” o “scudi umani”: si mandava un civile palestinese
nella casa per assicurarsi che non ci fossero dei miliziani dentro.
Qualche militare sottolinea, sorpreso, la parte avuta dal Rabbinato Militare,
e concretamente dal dipartimento “Coscienza Ebraica per un Esercito Israeliano
Vincente”, dal quale si incitavano le truppe con espressioni tipo: “Non aver
compassione, Dio ti protegge e tutto quello che fai sarà santificato”. I rabbini
diffusero tra i militari la nozione messianica secondo la quale stavano partecipando
a una “guerra santa” nella quale i “figli della luce” lottavano contro i palestinesi,
“figli della oscurità”. A Gaza, conclude Shaul, “l’Esercito Israeliano ha abbandonato
tutti i suoi valori morali ed ha agito contro il suo proprio codice etico”,
cosa che, secondo lui, meriterebbe quanto meno un dibattito affinché la società
decida se è questo l’Esercito che vuole avere.
ebrei e americani non ebrei manifestano a
Washington contro lo stato sionista di Israele
APPENDICE
Il Talmud smascherato
LA FIGURA DI GESÙ NEL TESTO EBRAICO
(di Rev. I. B. Pranaitis)
Molti passi dei libri talmudici
trattano della nascita, vita e morte di Gesù Cristo e dei suoi insegnamenti.
Non sempre Gesù viene nominato con il suo nome, ma in diversi modi come "Quell'Uomo,"
"Una Certa Persona," "Il Figlio del Carpentiere,"
"Colui che Fu Appeso", ecc.
Articolo I. - SUI NOMI DI GESU' CRISTO
1. Il vero nome di Gesù Cristo in ebraico è Jeschua Hanotsri
- Gesù il Nazzareno. Viene chiamato Nostri dalla città di Nazareth nella quale
egli crebbe. Così, nel Talmud, anche i cristiani Articolo I. - sono chiamati
Nostrim- Nazzareni.
Siccome la parola Jeschua significa "Salvatore," il nome
Gesù si trova raramente nei libri ebraici. E' quasi sempre abbreviato in Jeschu,
che viene maliziosamente inteso come composto delle iniziali delle tre parole
Immach SCHemo Vezikro - "Possano il suo nome e la sua memoria essere
cancellati."
2. Nel Talmud, Cristo viene chiamato Otho Isch- "Quell'Uomo,"
cioè colui che tutti conoscono. Nel Trattatello Abhodah Zarah, 6a.
leggiamo:
"Viene chiamato cristiano colui che segue i falsi insegnamenti di quell'uomo, che aveva loro insegnato a celebrare la festa il primo giorno del Sabato, cioè, di rendere il culto a Dio il primo giorno dopo il Sabato."
3. Altrove, egli viene semplicemente chiamato Peloni - "Una Certa Persona." Nel Chagigah. 4b, leggiamo:
"Maria .... la madre di una certa persone, di cui si parla nello Schabbath ..." (104b).
Che questa Maria non sia altro che la madre di Gesù, vedremo più avanti.
4. Per spregio,
Gesù viene anche chiamato Naggar bar naggar - 'il falegname figlio
di un falegname'; e anche Ben charsch etaim - 'il figlio di uno che
lavora il legno.'
5. Viene anche chiamato Talui - 'quello che fu appeso.'
Il rabbino Samuel, il figlio di Meir, nell' Hilch. Akum di Maimonide,
si riferisce al fatto che era proibito partecipare alle feste cristiane di Natale
e Pasqua perchè celebrate a causa di colui che fu appeso. E anche il rabbino
Aben Ezra, in un commentario sul Genes. (XXVII, 39) lo chiama Talui la cui immagine
l'imperatore Costantino aveva riprodotto sul suo stendardo. "...nei giorni
di Costantino, che operò un cambiamento nella religione e mise la figura di
colui che fu appeso sul suo stendardo."
Articolo II. - LA VITA DI CRISTO
IL TALMUD insegna che Gesù Cristo era illegittimo e che fu concepito durante
il periodo mesturale; che aveva l'anima di Esaù; che era un pazzo, uno stregone,
un seduttore; che egli fu crocefisso, sepolto all'inferno e innalzato come un
idolo dai suoi seguaci.
1. ILLEGITTIMO E CONCEPITO DURANTE IL PERIODO MESTRUALE
Quanto segue viene narrato nel Trattatello Kallah, 1b (18b):
"Una volta, quando gli Anziani erano seduti alla Porta, passarono due giovani, uno dei quali aveva il capo coperto mentre l'altro l'aveva scoperto. Il rabbino Eliezer disse che quello con il capo scoperto era illegittimo, un mamzer. Il rabbino Jehoschua disse che era stato concepito durante il periodo mestruale, ben niddah. Il rabbino Akibah, comunque, disse che che era entrambe le cose. A questo punto gli altri chiesero al rabbino Akibah perchè egli osasse contraddire i suoi colleghi. Egli rispose che poteva fornire le prove di ciò che affermava. Perciò, egli andò dalla madre del ragazzo che vide seduta al mercato a vendere verdure e le disse: 'Figlia mia, se risponderai sinceramente a quello che sto per chiederti, ti prometto che sarai salva nella vita che verrà' Essa gli chiese di giurare di mantenere la promessa, e il rabbino Akibah glielo giurò - ma solo con le sue labbra, perchè nel suo cuore egli invalidò il suo giuramento. Poi disse: 'Dimmi, che razza di figlio è questo tuo ragazzo?' Al che essa rispose: 'Il giorno che mi sposai avevo le mestruazioni, e a causa di ciò, mio marito mi lasciò. Ma uno spirito malvagio venne e giacque con me e da quel rapporto mi nacque questo figlio.' Fu così dimostrato che questo ragazzo non solo era illegittimo ma anche concepito dalla madre durante il periodo mestruale. E quando coloro che avevano posto la domanda ebbero sentito, dichiararono: 'Davvero grande è stato il rabbino Akibah quando ha corretto i suoi Anziani'! Ed essi esclamarono: 'Benedetto il Signore Dio di Israele che ha rivelato il suo segreto al rabbino Akibah figlio di Giuseppe'"!
Che per gli ebrei questa storia
si riferisca a Gesù e a sua madre, Maria, è chiaramente dimostrato dal loro
libro Toldath Jeschu -'Le Generazioni di Gesù' - dove quasi le stesse parole
vengono usate per narrare la nascita del nostro Salvatore.
Un'altra storia del genere è narrata in Sanhedrin, 67a:
"Di tutti coloro che sono colpevoli di morte secondo la Legge, egli solo viene preso con uno strattagemma. In che modo? Accendono una candela in una stanza interna e mettono dei testimoni in una stanza accanto da dove, senza essere visti, possono vederlo e udirlo. Poi quello che egli aveva cercato di sedurre gli dice 'Per favore, ripeti qui privatamente quello che mi hai detto prima.' Se il seduttore ripete quello che aveva detto, l'altro gli chiede 'Ma come possiamo lasciare il nostro Dio che è nei cieli e servire degli idoli?' Se il seduttore si pente, allora tutto è a posto. Ma se egli dice 'E' nostro dovere e diritto di farlo,' allora i testimoni che l'hanno sentito dalla stanza accanto lo portano davanti al giudice e lo uccidono con la lapidazione. Questo è ciò che fecero al figlio di Stada a Lud, ed essi lo appesero alla viglia della pasqua. Perchè questo figlio di Stada era il figlio di Pandira. Infatti il rabbino Chasda ci dice che Pandira era il marito di Stada, sua madre, ed egli visse durante la vita di Paphus, il figlio di Jehuda. Ma sua madre era stada, Maria di Magdala (una parrucchiera per signore) che, come dice il Pumbadita, aveva lasciato il marito."
Il significato di ciò è che questa
Maria era chiamata Stada, cioè prostituta, perchè, secondo l'insegnamento del
Pumbadita, avava lasciato il marito e commesso adulterio. Questo appare anche
nel Talmud di Gerusalemme e in Maimonide.
Che qui si intenda Maria, la madre di Gesù, si può verificare nel trattatello
Chagigah, 4b:
"Quando il rabbino Bibhai fu visitato dall'Angelo della Morte (il demonio), quest'ultimo disse al suo assistente: 'Vai e portami Maria la parrucchiera' (cioè, uccidila). Egli andò e portò Maria, la parrucchiera per bambini - al posto dell'altra Maria."
Una nota a margine spiega questo passo come segue:
"Questa storia di Maria, parrucchiera per signore, si riferisce al periodo del Secondo Tempio. Essa era la madre di Peloni, 'quell'uomo,' come viene chiamato nel trattatello Schabbath," (fol.104b).
Nello Schabbath, il passo indicato dice:
"Il rabbino Eliezer disse agli Anziani: 'Non è vero che il figlio di Stada esercitava la magia egizia incidendosela nella carne?' Essi risposero: "Era un pazzo, e noi non prestiamo attenzione a quello che fanno i pazzi. Il figlio di Stada, il figlio di Pandira, ecc.'" come sopra nel Sanhendrin, 67a.
Il libro Beth Jacobh, fol 127, così spiega la magia del figlio di Stada:
"I Magi, prima di lasciare l'Egitto, prestarono particolare attenzione a che la loro magia non fosse messa per iscritto per evitare che altri la imparassero. Ma egli haveva escogitato un nuovo modo di scriverla nella pelle, o di fare dei tagli nella pelle inserendovela. Quando le ferite si rimarginavano, non era possibile vederne il significato."
Buxtorf dice:
"Non ci possono essere molti dubbi su chi fosse tale Ben Stada, o chi gli ebrei intendevano che fosse. Sebbene i rabbini, nelle loro aggiunte al Talmud, cerchino di nascondere la loro malizia e dicano che non è Gesù Cristo, il loro inganno è chiaramente evidente, e molte cose dimostrano che essi scrissero e intesero tutte queste cose su di lui. In primo luogo, lo chiamano anche il figlio di Pandira. Gesù il Nazzareno è in tal modo chiamato in altri passi del Talmud dove si fa espressa menzione di Gesù il figlio di Pandira. Anche San Giovanni Damasceno, nella sua Genealogia di Cristo, fa cenno di Panthera e del Figlio di Panthera.
"In secondo luogo, si dice che questa Stada sia Maria, e questa Maria la madre di Peloni 'quella tale persona' per cui si intende indubbiamente Gesù. In tal modo infatti erano usi celare il suo nome perchè avevano paura di pronunciarlo. Se avessimo copie dei manoscritti originali, questi lo potrebbero certamente dimostrare. E anche questo era il nome della madre di Gesù il Nazareno.
"In terzo luogo, egli è chiamato il Seduttore del Popolo. I Vangeli testimoniano il fatto che Gesù fosse così chiamato dagli ebrei, e i loro scritti sono tuttora prova che ancora lo chiamano con questo nome.
In quarto luogo, egli è chiamato 'quello che fu appeso,' che si riferisce chiaramente alla crocefissione di Cristo, specialmente dato che viene aggiunto un riferimento al tempo 'alla vigilia della pasqua (ebraica) che coincide con il giorno della crocefissione di Gesù. Nel Sanhedrin (43a) si trova quanto segue:
'Alla vigilia della pasqua (ebraica) appesero Gesù'
"In quinto luogo, riguardo a quanto dice il Talmud di Gerusalemme sui due discepoli degli anziani che furono inviati come testimponi per spiarlo, e che furono poi chiamati a testimoniare contro di lui: Ciò si riferisce ai due 'falsi testimoni' di cui l'Evangelista Matteo e Luca parlano.
"In sesto luogo, a proposito di quello che dicono sul figlio di Stada, cioè che esercitava le arti magiche egizie incidendosele nella pelle: la stessa accusa è fatta contro Cristo nell'ostile libro Toldoth Jeschu.
"Infine, il periodo storico corrisponde. Infatti si dice che questo figlio di Stada viveva nei giorni di Paphus, il figlio di Jehuda, che era contemporaneo del rabbino Akibah. Akibah, comunque, visse al tempo dell'Ascensione di Cristo, e per qualche tempo in seguito. Si dice che anche Maria sia vissuta nel periodo del Secondo Tempio. Tutto ciò dimostra chiaramente che essi segretamente e in modo blasfemo, con l'indicazione di figlio di Stada, intendevano Gesù Cristo, il figlio di Maria.
"Altre circostanze possono sembrare contradditorie a questo proposito. Ma ciò non è una novità per le scritture ebraiche e viene fatto di proposito in maniera che i cristiani non possano facilmente individuare l'inganno."
2. Inoltre, "Nei
libri segreti, che non si lasciano facilmente cadere nelle mani dei cristiani,
essi dicono che in Cristo entrò l'anima di Esau, e che egli fu perciò perverso
e che fu Esaù stesso."
3. Da alcuni viene chiamato PAZZO e FOLLE. Nello Schabbath,
104b:
"Essi, (gli anziani) dissero a lui (Eliezer). 'Era un folle, e nessuno
presta attenzione ai folli.'"
4. STREGONE E MAGO
Nell'infame libro Toldoth Jeschu, si bestemmia contro il nostro Salvatore come segue:
"E Gesù disse: Non è vero che Isaia e Davide, miei antenati, profetarono su di me? Il Signore mi ha detto, tu sei mi o figlio, oggi ti ho concepito, ecc. In maniera simile, in un altro punto: Il Signore ha detto al mio Signore, siedi alla mia destra. Ora io ascendo al Padre mio che è in cielo e siederò alla sua destra, come potrete vedere con i vostri occhi. Ma tu, Giuda, non arriverai mai a quell'altezza. Allora Gesù pronunciò l'alto nome di Dio (IHVH) e continuò a farlo fino a che venne un vento che lo portò in alto fra la terra e il cielo. Anche Giuda pronunciò il nome di Dio e in simil modo fu preso dal vento. In questa maniera entrambi fluttuarono nell'aria fra lo stupore degli astanti. Poi Giuda, pronunciando di nuovo il Nome Divino, prese Gesù e lo spinse in basso verso la terra. Ma Gesù cercò di fare lo stesso a Giuda e così lottarono l'uno contro l'altro. E quando Giuda vide che non poteva averla vinta sulle arti di Gesù, gli urinò addosso, ed entrambi, divenuti immondi caddero a terra; e nemmeno poterono di nuovo usare il nome Divino fino a che non si furono lavati."
Non so se coloro che credono a
tali diaboliche bugie meritino più odio o pietà.
In un altro punto dello stesso libro si dice che nella casa del Santuario c'era
una pietra che il Patriarca Giacobbe unse con olio. Su questa pietra erano incise
le lettere tetragrammatiche del Nome (IHVH), e se alcuno avesse potuto impararle
avrebbe potuto distruggere il mondo. Essi perciò decretarono che nessuno avrebbe
dovuto impararle, e misero due cani su due colonne di ferro di fronte al Santuario
in maniera che, se alcuno avesse imparato quelle lettere, i cani avrebbero abbaiato
mentre usciva e gliele avrebbero fatto dimenticare per la paura. Si racconta
poi: "Gesù venne ed entrò, imaparò le lettere e le scrisse sulla pergamena.
Poi fece un taglio nella carne della coscia e ve le inserì, e dopo aver pronunciato
il nome, la ferita si rimarginò."
5. IDOLATRO
Nel trattatello Sanhedrin (103a) le parole del Salmo XCI, 10: 'Nessun flagello
verrà mai vicino alla tua casa,' sono spiegate come segue:
"Che tu non possa mai avere un figlio o un discepolo che sali il suo cibo
tanto da distruggersi il gusto in pubblico, come Gesù il Nazzareno."
Salare troppo il proprio cibo, o distruggere il proprio gusto, viene detto proverbialmente
di chi corrompe la sua moralità o si disonora, o che cade in eresia ed idolatria
e le predica apertamente ad altri.
6. SEDUTTORE
Nello stesso libro Sanhedrin (107b) si legge:
"Mar disse: Gesù sedusse, corruppe e distrusse Israele."
7. CROCEFISSO
Infine, per punizione dei suoi crimini ed della sua empietà, egli soffrì una
morte ignominiosa appeso ad una croce alla vigilia della pasqua (ebraica) (come
abbiamo già visto).
8. SEPPELLITO ALL'INFERNO
Il libro Zohar, III, (282), dice che Gesù morì come un animale e fu seppellito
in quel "mucchio di immondizie ... dove gettano le carcasse dei cani e
degli asini, e dove i figli di Esaù (i cristiani) e di Ismaele (i turchi). inclusi
Gesù e Maometto, non-circoncisi e immondi come carcasse di cani, sono seppelliti."
9. DOPO LA MORTE, ADORATO COME UN DIO DAI SUOI SEGUACI.
George El. Edzard, Nel suo libro Avoda Sara, cita le seguenti parole del commentatore
dello Hilkoth Akum (V,3) di Maimonide:
"In molti passi del Talmud si fa menzione di Gesù Nazzareno e dei suoi discepoli, e del fatto che i Gentili credono che non ci sia altro dio fuori di lui. Nel libro Chizzuk Emunah, parte I, cap. 36, leggiamo: 'I Cristiani ne fanno una questione (Zachary XII, 10) e dicono: Ecco come il Profeta ha testimoniato che nei tempi futuri gli ebrei avrebbero pianto e mandato lamenti per aver crocefisso ed ucciso il Messia che era stato loro inviato; e per dimostrare che egli intendeva Gesù il Nazzareno, che possedeva sia la natura divina che quella umana, essi citano le parole: E guardarono colui che avevano trafitto e piansero su di lui come una madre sul suo primogenito.'".
Nel suo libro Hilkoth Melakhim (IX,4), Maimonide tenta di dimostrare quanto i cristiani sbaglino nell'adorare Gesù:
"Se tutte le cose che egli fece fossero prosperate, se avesse ricostruito il Santuario al suo posto, e se avesse raccolto insieme le tribù disperse di Israele, allora egli sarebbe certamente il Messia.... Ma se non l'ha ancora fatto e se fu ucciso, allora è chiaro che non era il Messia che la Legge ci dice di attendere. Egli era simile a tutti i buoni ed onesti legislatori della Casa di Davide che morirono, e che il Santo e Benedetto Signore innalzò per nessun altro motivo che di dimostrare a molti, come è detto (in Dan. XI,35): Ed alcuni di coloro che capiscono cadranno, per provare a purgarli e renderli bianchi, fino alla fine dei tempi, perchè il tempo prestabilito non è ancora. Daniele profetò anche su Gesù il Nazzareno che credeva fosse il Cristo, e che fu messo a morte per giudizio del Senato: (Dan. V.14): .... e i ladri del tuo popolo si innalzeranno per stabilire la visione; ma essi non riusciranno. Potrebbe essere più chiaro? Infatti tutti i Profeti hanno detto che Cristo avrebbe liberato Israele, gli avrebbe procurato la salvezza, avrebbe riunito i suoi popoli dispersi e confermato la loro legge. Ma egli fu la causa della distruzione di Israele e fece disperdere ed umiliare coloro che restarono, così che la Legge venne cambiata e la maggior parte del mondo fu sedotta ed adorò un altro dio. Veramente nessuno può capire i disegni del creatore, e nemmeno egli opera come noi operiamo. Infatti tutto quello che è stato costruito da Gesù il Nazzareno e dai Turchi venuti dopo di lui, tende solo a preparare la strada per la venuta di Cristo il Re, e a preparare tutto il mondo per il servizio del Signore, come è detto: Allora Io darò una bocca pulita a tutte le genti che tutti possano chiamare il nome del Signore, ed inchinarsi in unisono davanti a lui. In che maniera si sta compiendo ciò? Tutto il mondo è già pieno delle lodi di Cristo, della Legge e dei Comandamenti, e le sue lodi si sono sparse fino a terre lontane e a genti con il cuore e corpo non circoncisi. Queste discutono fra di loro la Legge che fu distrutta - alcuni dicono che i comandamenti erano veri una volta, ma che sono cessati di esistere; altri che a proposito c'è un gran mistero, che il Messia-Re è venuto e che la loro dottrina l'ha rivelato. Ma quando il Cristo verrà veramente e avrà succeso, e sarà elevato ed esaltato, allora tutto cambierà e queste cose saranno dimostrate false e vane."
10. IDOLO
Nel Trattatello Abhodah Zarah, (21a Toseph) leggiamo:
"E' importante indagare sul motivo per cui gli uomini oggi vendono e affittano le loro case ai gentili. Alcuni dicono che ciò è legale perchè è detto nel Tosephta: Nessuno affitterà la sua casa ad un gentile nè qui (nella terra d'Israele) nè in altro luogo perchè si sa che egli vi introdurrà un idolo. E' comunque permesso affittare loro stalle, fienili e alloggi, anche se si sa che vi introdurranno degli idoli. Il motivo è che si può fare una distinzione fra un posto nel quale verrà portato un idolo per lasciarvelo in maniera permanene ed un posto dove non sarà lasciato permanentemente. In quest'ultimo caso, è permesso. E, dato che i gentili fra cui noi ora viviamo non portano il loro idolo nelle loro case per lasciarvelo permanentemente, ma solo provvisoriamente - quando qualcuno è morto in casa o quando qualcuno sta morendo, e non vi celebrano nessun rito religioso - è permesso di vendere e affittare loro case."
Il Rabbino Ascher, nel suo Commentario sull' Abhodah Zarah (83d) si esprime non meno chiaramente su questo argomento:
"Oggi è permesso affittare case ai gentili perchè essi vi introducono il loro idolo solo temporaneamente, quando qualcuno è ammalato." E nello stesso punto, egli dice 'Oggi essi seguono la pratica di incensare il loro idolo.'"
Tutto ciò e molto più dimostra
aldilà di ogni dubbio che, quando i rabbini parlavano degli idoli dei gentili
fra cui essi vivevano in quel tempo quando non venivano adorati gli idoli, essi
chiaramente intendevano l'"idolo" cristiano, cioè l'immagine di Cristo
sul crocefisso e la Santa Comunione.
NOTA SULLA CROCE
Nelle scritture ebraiche, non c'è una parola esattamente corrispondente alla
croce cristiana. La croce T sulla quale i condannnati a morte venivano crocefissi,
veniva chiamata Tau dai Fenici e dagli ebrei, e questo nome e segno furono poi
introdotti nell'alfabeto ebraico, greco e romano. La croce venerata dai cristiani,
comunque, viene chiamata con i seguenti nomi:
1. Tsurath Haattalui -l'immagine di colui che fu appeso.
2. Elil - vanità, idolo.
3. Tselem - immagine. Da qui i crociati nei libri ebraici sono chiamati Tsalmerim
(ein Tselmer)
4. Scheti Veerebh - trama e ordito; preso dall'arte tessile.
5. Kokhabh - stella; a causa dei quattro raggi che ne emanano.
6. Pesila - scultura, idolo scolpito.
Ma dovunque sia menzionata è sempre con il senso di un idolo o qualcosa di spregevole,
come appare dalle seguenti citazioni:
Nell'Orach Chaiim, 113,8:
"Se un ebreo dovesse, quando prega, incontrare un cristiano (Akum) che porta una stella (un crocefisso) in mano, anche se fosse arrivato ad un punto della preghiera in cui è necessario inchinarsi per adorare dio nel suo cuore, egli non dovrà farlo, affinchè non si debba pensare che egli si inchina di frone ad un'immagine."
Nello Iore Dea, 150,2:
"Anche se un ebreo dovesse infilarsi una scheggia nel piede davanti ad un idolo, o se gli dovesse cadere del denaro davanti ad esso, egli non dovrà abbassarsi per togliersi la scheggia o raccogliere il denaro affinchè non sembri che egli adori l'idolo. Ma egli dovrà o sedersi o voltare la schiena o il fianco all'idolo e poi togliersi la scheggia.",
Ma quando non è possibile ad un ebreo girarsi in questa maniera, egli è tenuto ad osservare la seguente regola (in Iore Dea,3, Hagah):
Non è permesso inchinarsi o togliersi il cappello davanti a principi o preti che portano un croce sul loro abito come sogliono fare. Si dovrà fare attenzione, comunque, a non essere notati. Per esempio, è permesso gettare delle monete per terra e chinarsi per prenderle prima che essi passino. In questa maniera è permesso inchinarsi o togliersi il cappello di fronte ad essi."
Si fa anche distinzione fra una croce che è venerata ed una croce che è portata attorno al collo come ricordo o come ornamento. La prima deve essere considerata un idolo, ma non necessariamente la seconda. Nello Iore dea, 1, Hagah, si legge:"L'immagine di una croce, davanti alla quale si inchinano, deve essere considerata un idolo, e non deve essere usata fino a che non sia distrutta. Comunque, una "trama e ordito", se portato intorno al collo come ricordo, non deve essere considerato un idolo e può essere usato."
Il segno della croce fatto con
la mano, con il quale i cristiani usano benedirsi, si chiama in ebraico "muovere
le dita qui e qui" (hinc et hinc).
Articolo III - Gli Insegnamenti di Cristo
Il Seduttore e un Idolatra non possono insegnare altro che falsità ed eresie
il che era irrazionale e impossibile da osservare.
1. FALSITA'
Si dice nell'Abhodah Zarah (6a):
"Un nazzareno è quella persona che segue i falsi insegnamenti di quell'uomo che insegnò loro a rendere culto nel primo giorno del sabato."
2. ERESIA
Nello stesso libro, Abhodah Zarah (Cap. I, 17a Toseph) si fa menzione dell'eresia di Giacomo. Un po' più avanti (27b) si apprende che questo Giacomo non era altro che il discepolo di Gesù:
"...Giacomo Sekhanites, uno
dei discepoli di Gesù, di cui abbiamo parlato nel capitolo 1." Ma
Giacomo non ha insegnato la sua dottrina, ma quella di Gesù.
3. IMPOSSIBILE DA OSSERVARE
Su questo punto, l'autore di Nizzachon si esprime come segue:
"Una legge scritta dei cristiani è: Se un ebreo ti colpisce ad una guancia, offrigli anche l'altra e non restituire in nessun modo il colpo. E il cap. VI, v. 27 dice: Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono e pregate per i vostri calunniatori. Se uno ti percuote su una guancia, e tu porgigli anche l'altra; e se uno ti toglie il mantello, e tu non impedirgli di prenterti anche la tunica, ecc. Lo stesso si trova in Matteo cap.V. v.39. Ma io non ho mai visto nessun cristiano obbedire a questa legge, e nemmeno Gesù stesso si è mai comportato come ha insegnato agli altri. In Giovanni cap. XVIII, v. 22, troviamo che quando qualcuno lo percosse su una guancia, egli non offrì anhce l'altra guancia, ma si arrabbiò a causa di questa percossa e chiese: "Perchè mi percuoti?" Similmente, negli Atti degli Apostoli, cap XXIII, v.3, leggiamo: che quando il Sommo Sacerdote ordinò a coloro che gli stavano intorno di percuoterlo sulla bocca, Paolo non offrì l'altra guancia; egli lo maledisse dicendo 'Iddio percoterà te, muraglia imbiancata! ecc.' Ciò è contrario al loro credo e distrugge il fondamento su cui poggia la loro religione, perchè essi sostengono che la legge di Gesù è facile da osservare. Se Paolo stesso, che può essere chiamato il Dispensiere di Gesù, poteva non osservare il precetto di Gesù, chi fra gli altri che credono in lui può dimostrarmi di poterlo fare?"
L'autore, che aveva il Vangelo e gli Atti degli Apostoli sotto mano non poteva comunque non aver capito in che modo Cristo avesse comandato ai suoi seguaci di offrire l'altra guancia a coloro che li avrebbero percossi, dato che, in un altro punto, egli comanda ai suoi seguaci di tagliarsi una mano o un braccio, e di strapparsi un occhio se queste parti del corpo avessero dato scandalo. Nessuno che abbia la minima conoscenza delle Sacre Scritture, ha mai pensato che questi comandi debbano essere presi alla lettera. Solo la profonda maliza ed ignoranza dei tempi in cui viveva Gesù può spiegare perchè gli ebrei, ancora oggi, usano questi passi per svilire gli insegnamenti di Gesù Cristo.
APPROFONDIMENTO
Rabbi Mengele abita a New York
«L’Antico Testamento incoraggia il delitto?»: a porre la domanda cruciale non è un antisemita, ma la giornalista ebrea D.M. Murdoch, dell’Examiner (1). L’enorme scandalo che coinvolge una dozzina di importanti rabbini di New York e New Jersey, sta scuotendo la comunità ebraica americana. Precisamente, indebolisce la certezza della propria superiorità morale, impeccabilità e intoccabilità nutrita dal gruppo umano più ricco e potente del pianeta.
Cosa sappiamo dell’ebraismo? Quali sono le convinzioni che
sono alla base della fede degli ebrei ? Praticamente non sappiamo nulla se non
quello che trapela da qualche autore capace di leggere i testi originali in
ebraico.
Gli elementi si trovano nei testi originali o, in molti casi, nei libri moderni
scritti in ebraico che sono destinati a un pubblico di specialisti. Cerca invano
chi pensa di trovarli in pubblicazioni in lingua inglese.
Un altro equivoco, particolarmente comune tra i cristiani o tra chi è in qualche
modo influenzato dalla tradizione e dalla cultura cristiana è che il giudaismo
sia una "religione biblica”, e che quindi il Vecchio Testamento occupi
nel giudaismo lo stesso posto centrale e la stessa autorità legale che la Bibbia
rappresenta per i protestanti, e persino per i cattolici.
In tale ambito i criteri interpretativi della religione sono fissati rigidamente,
dal Talmud piuttosto che dalla Bibbia.
Occorre ricordare che la fonte prima dell'autorità per tutte le manifestazioni
del giudaismo classico e dell'ortodossia contemporanea, è il Talmùd babilonese,
mentre il resto, sono testi autorevoli ma supplementari.