UCRAINA:

AMERICANI ED EUROPEI STANNO

CREANDO LA SIRIA EUROPEA

In Ucraina si stanno mettendo in atto gli schemi già visti in Libia e Siria, che poi sono quelli elaborati da famigerati enti, come l'Einstein Institution, tanto amati dalla nostra sinistra buonista. La variante è dovuta al contesto: i tagliagole di Al-Qa'ida e Al-Nusra che gli Usa e suoi alleati hanno scagliato contro la Siria, in Ucraina hanno come degno corrispettivo i neonazisti di Svoboda. Non è vero che questo partito sia marginale nella rivolta e solo molto attivo e vociferante, come alcuni vogliono far credere. Svoboda due anni fa alle politiche ha ottenuto il 10,45% dei voti e 38 seggi. Svoboda forma il nerbo delle manifestazioni, la parte più decisa, quella che conduce gli scontri, ammazza i poliziotti, li rapisce e li tortura. Da giorni i suoi militanti ricercavano lo scontro sanguinoso con le forze di polizia. Ci sono riusciti. Ai neonazisti si è accodato a quanto sembra Anatoli Gritsenko. L'ex ministro della Difesa ed ex sodale dell'oligarca Julia Timoshenko, ha avuto la splendida idea di incitare i manifestanti ad armarsi ("ma solo quelli che hanno il porto d'armi", ha aggiunto il delinquente ipocrita).

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

Il saluto a tre dita della neo-nazista Svoboda appare nelle proteste pro-UE. La natura effettiva del tumulto non viene mai menzionata nei media occidentali, perché porterebbe i lettori più curiosi in siti come “Unità della Nobiltà – De-Kosherized News & Material Research”, che presentano Svoboda in articoli come “Nazionalisti ucraini urlano contro i ratti ebrei.”

 

 

INTRODUZIONE

Ucraina: l’occidente e i suoi doppi standard

Fonte web

Cinque morti, 300 feriti e ancora una volta i media mainstream che svolgono perfettamente il loro ruolo creando un doppio standard a dir poco disgustoso. Il governo ucraino legittimamente eletto che si ritiene dirigere e governare, ha preso la decisione legittima e sovrana di fermare (respingere?) i colloqui di associazione con l’UE, mentre firma un forte accordo bilaterale con la Russia. Senza tornare alle ragioni economiche e culturali che potrebbero determinare la scelta del destino con la Russia piuttosto che con Bruxelles (come ho scritto qui, vale la pena chiedersi perché la comunità europea e occidentale sostenga manifestanti che mostrano in questi giorni una violenza inusuale. Le manifestazioni divampate ai primi del 2014 non comprendono più di 150-200000 persone (45,5 milioni di abitanti) concentrate a Kiev, dove provocano continue violenze da diversi giorni.

La legge sul divieto delle proteste delle autorità ucraine, del 22 gennaio, e destinata a por fine al caos urbano, non ha calmato l’ardore di migliaia di guerriglieri contro le forze dell’ordine. Da diversi giorni, gli attacchi contro le forze di sicurezza nel centro di Kiev hanno poca o nessuna attenzione dai media, che si limitano a denunciare le violazioni del diritto di protestare e a criticare la violenza dello Stato ucraino e delle sue forze di sicurezza. Ancora una volta, sono i media russi a mostrare le immagini delle violenze contro i poliziotti ucraini da parte dei manifestanti addestrati, equipaggiati e, ovviamente, decisi a dare battaglia,... In seguito, le immagini del poliziotto che brucia vivo sotto i tiri delle Molotov dell’opposizione, cominciarono a diffondersi nella rete. Senza molta sorpresa, la polizia ha risposto violentemente e forse anche con vere munizioni poiché, secondo alcune fonti, dei manifestanti sarebbero stati uccisi da proiettili, provocando un concerto di proteste dalle ambasciate occidentali. Si dovrebbe indagare studiato chi abbia sparato per primo (proprio come in Siria all’inizio delle manifestazioni), ma subito sorge spontanea la domanda: la polizia ucraina dovrebbe lasciarsi bruciare viva?

E’ curioso vedere come funziona il doppio standard su tale tema nel meccanismo morale e mediatico occidentale. Nel 1993, quando la polizia aprì il fuoco in Russia per evitare che i manifestanti assaltassero il parlamento russo, l’occidente adorò l’azione in nome della difesa della democrazia e nonostante centinaia o migliaia di morti, secondo le fonti. Ci si potrebbe anche chiedere perché Bruxelles non s’indigna con la Turchia, dove 13 manifestanti morirono durante le proteste del 2013. Si potrebbero anche ricordare i 32 manifestanti morti durante le proteste di OccupyWallStreet negli Stati Uniti d’America e l’elenco potrebbe essere allungarsi.

Si ha il diritto di bruciare i poliziotti ucraini, anche se si è un picchiatore o membro del movimento neonazista ucraino che adora il 3° Reich, a condizione che siano “per l’Europa” e “contro la Russia di Putin”? I media occidentali infatti sono stranamente discreti sugli appelli della comunità ebraica ucraina, i cui membri vengono aggrediti dai manifestanti “pro-europei”, costringendoli ad adottare misure di sicurezza per proteggere le sinagoghe dai manifestanti “pro-europei” che, naturalmente, secondo il rabbino capo dell’Ucraina, provocano tensioni nella capitale.

Trattando l’Ucraina come una entità non-statale e senza sostegno, infiammando i nazionalisti contro la Russia, la comunità occidentale ha una pesante responsabilità sugli eventi in Ucraina. L’occidente cerca di sostenere un violento colpo di Stato in Ucraina contro uno Stato sovrano e un governo democraticamente eletto? Riuscirà a chiudere le porta dell’UE all’Ucraina, dopo la violenta e plausibile repressione del potere ucraino nei prossimi giorni, inviando l’Ucraina tra le braccia della Russia? Una cosa è certa, la coesistenza temporale di tali eventi con la convocazione della Conferenza Ginevra 2 e l’inizio dei Giochi Olimpici di Sochi, lascia assai scettici sulla loro spontaneità.

 

 

Dall'Ucraina all'Europa: proteste spintanee?

 

 

Editore Britannico: Gli Stati Uniti e la UE sono

dietro le manifestazioni in Ucraina

Fonte web

“Dietro le proteste rinnovate in questi giorni in Ucraina, ci sono gli sforzi degli USA e dell’Unione Europea per rovesciare il governo  democraticamente   eletto di Viktor Yanukovich”, questo ritiene l’editore capo della rivista britannica “Polics First”, Macus Papadopoulos.

 Secondo il giornalista, che ha ripreso un commento citato dall’agenzia Itar-tass  e che esprime la sua opinione personale secondo cui “l’Occidente sta esercitando pressioni e si sforza di influire sulla situazione in Ucraina per mezzo dell’organizzazione e dell’istigazione dei partiti oppositori”.

Tra le finalità di Washington e di Bruxelles, Papadopoulos ha individuato, come obiettivo strategico, “quello di imporre un governo filo occidentale ed antirusso che cerchi di far entrare l’Ucraina come membro associato della UE e della NATO, in modo simile come già accaduto con il governo dell’ex presidente della Giorgia, Mijail Saakashvili”.

“La sovranità dell’Ucraina come paese indipendente è stata scartata e calpestata dai funzionari della UE insieme con alcuni politici statunitensi come John Mc Cain che hanno viaggiato a Kiev ed hanno ispirato le proteste dell’opposizione.”. condidera l’esperto britannico.

In questa situazione di tensione e di scontri giocano un ruolo fondamentale le decine di agenzie ONG operanti nel paese e finanziate dagli USA, dalla CIA o dalla Stratfor (agenzia ombra della CIA) , oltre che da ambienti finanziari anglosassoni che stanno soffiando sul fuoco della rivolta di piazza infiltrando loro agenti fra i dimostranti.

Si tratta di agenzie come la “Open Society”, la Albert Einstein Intitute, la “National Endownment for Democrazy”, la Konrad Adenauer Fondation, o la famigerata ” Otpor”, tutte specializzate in propaganda e manipolazione di informazioni, installatesi nel paese già per la prima “rivoluzione arancione”del 2004, avendo provveduto nel frattempo ad acquistare giornali e canali TV . La Otpor in particolare risulta la stessa i cui servizi furono utilizzati in altri paesi , fra i quali la Serbia per il rovesciamento del regime di Milosevic, ostile agli interessi USA.

L’Ucraina, per la sua posizione geografica, per le risorse del sottosuolo e per la popolazione (52 milioni di persone per la metà circa di etnia russa ) è considerata dagli USA un paese chiave per isolare la Russia dall’Europa e privarla di una sfera di influenza ad occidente.

Il “gioco sporco” che l’Unione europea sta attuando in Ucraina, sobillando ed istigando alla rivolta contro il governo in carica, democraticamente eletto, con le interferenze scoperte per cooptare questo paese nell’Unione ed isolarlo dalla Russia, gioco condotto per conto degli interessi americani, non mancherà di avere serie conseguenze nei rapporti già tesi con la Russia di Putin.

Appare fin troppo scoperto il tentativo di accerchiare la Russia ed isolarla all’Ovest sottraendole quello che è il paese più importante e strategico per la Russia.

 I funzionari della UE hanno sottovalutato la determinazione del Cremlino ad opporsi all’integrazione della UE dell’Ucraina ed alla perdita di questo importante paese. Ne andrebbe della sicurezza della stessa Russia che non potrebbe mai tollerare una Ucraina costellata di basi militari NATO in funzione anti russa.

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N.B. Nella foto sopra il senatore USA Mc Cain arringa la folla a Kiev.

 

 

Ucraina: la piazza pro-Yanukovich guarda all'UE con timore

 

 

Le “rivoluzioni colorate” sono spontanee?

Fonte web

Per oltre 3 anni, i Paesi del mondo arabo hanno vissuto sotto l’influenza delle “rivoluzioni” che hanno scosso le fondamenta politiche di numerosi Stati regionali, determinando il cambio della classe dirigente e la nascita di nuovi partiti e movimenti politici. Nei media locali, ed esteri, si discute instancabilmente della domanda fondamentale: chi ha avvantaggiato tali “rivoluzioni” e chi ne è il vero istigatore? Queste domande vengono poste dai giornalisti seguendo la nascita e lo sviluppo delle “rivoluzioni colorate” in altre regioni del mondo, in particolare in Ucraina, che vede una recrudescenza ultimamente. Gli esperti sono particolarmente perplessi di fronte alle azioni dei politici europei e statunitensi, che chiedono all’opposizione ucraina maggiori azioni contro il governo legalmente eletto del Paese, con il quale, per inciso, l’Unione europea e i mandatari degli Stati Uniti hanno relazioni diplomatiche, come ufficialmente attestato dai governanti di Kiev. La questione non si limita solo agli appelli del senatore John McCain degli Stati Uniti, & company, a rovesciare il regime ucraino attuale, ma si estende anche al sostegno finanziario organizzato per i singoli “leader” dell’opposizione, che indubbiamente sono ospitati negli Stati Uniti e nei Paesi dell’UE, “per servizi rivoluzionari”.

Un primo esempio di ciò è il “leader” dell’opposizione ucraina Klischko, che ha la residenza negli Stati Uniti e in Germania. In tale contesto, le conclusioni degli esperti del noto Centro francese per la ricerca sull’Intelligence (CF2R) possono rivelarsi particolarmente interessanti: domandandosi se le “rivoluzioni colorate” siano spontanee o il risultato di operazioni coordinate. Gli esperti francesi ritengono che gli attivisti rivoluzionari nei Paesi dell’Europa orientale e del mondo arabo, in particolare il movimento giovanile 6 aprile che spodestò il presidente egiziano Hosni Mubaraq, e persino in Sud America, furono istruiti nei seminari sulla strategia della “rivoluzione nonviolenta”, tenuti in Serbia dalla celebre organizzazione CANVAS (Centre for Applied Nonviolent Action and Strategies), nata nel 2001 dal soggetto politico serbo Otpor!, diventando un centro di formazione per l’”azione nonviolenta” dopo l’abbattimento del regime di Slobodan Milosevic. Gli esperti del CF2R hanno rintracciato le attività dei “consiglieri” di CANVAS nel preparare la rivoluzione delle rose in Georgia e la rivoluzione arancione in Ucraina, così come i loro stretti legami con l’organizzazione bielorussa Zubr (“Bisonte“) fondata nel 2001 con l’obiettivo di rovesciare il regime di Aleksandr Lukashenko.

Hanno anche scoperto i legami di CANVAS con l’opposizione venezuelana. Durante l’inverno del 2011 le bandiere con gli emblemi di CANVAS, ereditate da Otpor!, furono sventolate dagli studenti egiziani del movimento giovanile 6 aprile, giocando un ruolo attivo nelle manifestazioni per le strade del Cairo. CF2R presta particolare attenzione alle fonti del finanziamento dichiarato da CANVAS, dato che le attività di questa struttura necessitano di un sostegno finanziario sostanziale. Secondo il direttore di CANVAS, Srda Popovic, l’organizzazione opera “esclusivamente con donazioni private”. Gli autori dello studio, tuttavia, dipingono un quadro abbastanza diverso. Secondo fonti francesi informate, due organizzazioni statunitensi finanziano attivamente CANVAS, l’International Republican Institute (IRI) e Freedom House. L’International Republican Institute è un’organizzazione politica associata al Partito Repubblicano degli Stati Uniti, fondata nel 1983 dopo il discorso del presidente statunitense Ronald Reagan al parlamento inglese a Westminster, dove offrì a partiti politici e organizzazioni estere aiuto nel creare “infrastrutture per la democrazia”.

E’ ben noto che l’IRI sia finanziato dal governo degli Stati Uniti (in particolare, da dipartimento di Stato, Agenzia per lo sviluppo internazionale – USAID e National Endowment for Democracy). Le sue attività comprendono “fornire ampia assistenza ai partiti politici e formazione dei loro attivisti”. Gli esperti francesi, tuttavia, indicano chiaramente che l’International Republican Institute, infatti, non sia altro che una copertura della CIA. In tali circostanze, vale la pena notare che il famoso attivista di Euromaidan a Kiev, il senatore statunitense John McCain, non è solo un rappresentante del Partito Repubblicano degli Stati Uniti, ma anche un campione dell’IRI. Alla domanda su chi possa guidare le sue azioni, le informazioni rispondono da sé.

Riguardo la Freedom House, la sua attività principale è l’”esportazione dei valori americani”. Tale organizzazione non governativa fu fondata nel 1941 e svolge attività di ricerca sullo stato delle libertà politiche e civili in diversi Paesi. Tra il 60 e il 80 per cento del suo bilancio è costituito da sovvenzioni del governo degli Stati Uniti (principalmente dipartimento di Stato e USAID). Fino al 2005 il suo direttore era l’ex capo della CIA James Woolsey indicando chiaramente, secondo il parere degli esperti di CF2R, il coinvolgimento dell’intelligence USA nelle attività di Freedom House. Un fatto molto notevole, trovato dai francesi, è l’invito di Freedom House al famoso blogger egiziano Abdel Fatah Isra, co-fondatore del movimento giovanile 6 aprile, a partecipare a un evento organizzato dall’organizzazione, dove seguì un programma di addestramento alle “riforme politiche e sociali”. Tutte le attività erano finanziate da USAID.

La partecipazione finanziaria di IRI e Freedom House, così come delle forze speciali statunitensi dietro di esse, può essere rintracciata nelle “attività rivoluzionarie” non solo in Egitto, ma anche in Tunisia, Libia, Siria e altri Stati del Medio Oriente. Come notato dai francesi, è estremamente difficile in tali condizioni non notare il ruolo degli Stati Uniti e la loro manipolazione degli eventi in Medio Oriente in questi ultimi anni, anche in mancanza di riferimenti diretti in tali attività dell’amministrazione Obama. Ancora più sorprendente è il fatto che la stampa occidentale sia stata e continui ad essere assai discreta sul tema (con rare eccezioni), e taccia sul rapporto tra gli eventi in corso nel mondo arabo e i “consiglieri” degli Stati Uniti. “Anche coloro che di solito sono prossimi alle “teorie del complotto”, restano stranamente silenziose“, rilevano gli esperti francesi. Dato che le attività di IRI, Freedom House, l’USAID e le altre organizzazioni fortemente utilizzate da Washington nelle “riforme politiche”, continuano ad essere sfruttate (e non solo in Medio Oriente), non possiamo aspettarci un rapido declino dei movimenti “rivoluzionari” nel mondo, neanche in Medio Oriente, Ucraina e altrove.

 

 

Yanukovich: "Non umiliate l'Ucraina, non siamo bambini,

non ci facciamo comprare con le caramelle.

 

 

Colpo di Stato in Ucraina occidentale:

la primavera araba scatenata in Europa

Fonte web

I rivoltosi hanno occupato il municipio di Lvov e costretto il governatore a dimettersi. Non si sa chi sia attualmente al potere in questa regione, ma un governo fantoccio formato dalle “forze di opposizione” potrebbe presto esservi istituito. Richieste di ‘autonomia’, o molto probabilmente, espliciti flirt separatisti possono dare a Klischko e ai suoi scagnozzi ulteriore potere contrattuale da usare contro il governo democraticamente eletto nel corso dei “negoziati”. E’ probabile che ulteriori attività estremiste si avranno, guidate da Klischko, come ha proclamato il 22 gennaio, “se devo andare (per strada) sotto i proiettili, andrò sotto i proiettili“. Il leader del partito Batkivshchyna Arsenij Jatsenjuk ha espresso la minaccia provocatoria di sprofondare l’Ucraina nella guerra civile de facto, come ha parimenti affermato il 22 gennaio, “domani (23 gennaio) andremo avanti insieme. E se avrò una pallottola in fronte, allora sia una pallottola in fronte ma in modo onesto, equo e coraggioso.” E’ evidente ormai che costoro minacciano d’incoraggiare le rispettive milizie nel scatenare una carneficina nel Paese. Come negli eventi della primavera araba, questi provocatori vogliono che ‘alcuni di loro’ siano uccisi dalle forze governative che cercano di ristabilire il controllo sull’anarchia. Una risposta militare o dei Berkut da parte di Janukovich è esattamente ciò  che Klischko e Jatsenjuk vogliono. Per loro, più “manifestanti” morti ci sono, meglio è. Va tenuto presente che nel 1980 la Polonia fu sottoposta alla legge marziale per torbidi molto meno violenti di quelli cui assistiamo oggi in Ucraina.

Le autorità devono ora prendere una decisione difficile, oltre che cercare di ristabilire l’ordine nella regione irrequieta o tentare di riprendere il controllo della capitale. La situazione è estremamente grave ed è ormai evidente che questo ibrido frankenstein rivoluzione colorata/primavera araba schizofrenicamente assume sempre più le caratteristiche di quest’ultima (nulla di buono, per questo). Il metodo libico è stato apparentemente ‘perfezionato’ al punto in cui attori esterni si sentono a proprio agio nel piazzarsi in tale vaso di Pandora nella stessa Europa. E’ chiaro che fin dalla rivoluzione dei Bulldozer in Serbia, oltre un decennio fa, il modello della rivoluzione colorata s’è evoluto nella primavera araba, e ora i due si sono trasformati in EuroMaidan, un nuovo tipo di guerra del nostro secolo. A causa della facilità con cui le ONG s’infiltrano nelle nazioni prese di mira nel mondo globalizzato di oggi, così come gli anelli del terrorismo e del traffico di armi, vengono sincronizzati dalla forte influenza di varie organizzazioni d’intelligence, la minaccia di questa arma/virus ‘sociale’, diffusa in diversi Paesi, non è mai stata così alta. Non dovrebbe essere un caso che 3000 terroristi mediorientali dovrebbero essere trasferiti in Romania, forse per usarli per addestrare militarmente gli elementi dell”opposizione’ ucraina. Ciò dimostra che potenze estere sono intente adoperarsi da tempo per scatenare il più possibile la destabilizzazione. Gene Sharp è la mente delle apparentemente innocue strategie che sono preludio e ‘fischietto per cani’ di tale epidemia virale, e George Soros n’è il finanziere.

Le nazioni devono collaborare per respingere tale lebbra e proteggere se stesse, i loro cittadini e la stabilità globale. Il movimento della primavera araba, come la guerra in Europa, dimostra la fiducia che i coordinatori hanno nell’usare tale arma ovunque a loro piacimento. Oggi, l’Ucraina, domani, qualsiasi altro stato soggettivamente definito ‘non-occidentale e non-liberal-democratico’. L’Ucraina è stata a lungo al centro dell’ingerenza occidentale nell’ambito di un grande gioco  geostrategico volto a contrastare la Russia. Zbigniew Brzezinski scrisse nel 1994 che “non può essere sottolineato abbastanza fortemente che senza l’Ucraina, la Russia cessa di essere un impero, ma con l’Ucraina resa subalterna e quindi subordinata, la Russia diventa automaticamente un impero.” Poco più di un anno fa, gli Stati Uniti rilasciarono implicitamente una dichiarazione tramite l’allora segretaria di Stato Hillary Clinton, secondo cui avrebbero fatto tutto ciò che è in suo potere per respingere gli sforzi integrazionisti economici della Russia. Dopo aver descritto i piani per l’Unione Eurasiatica della Russia come “movimento per ri-sovietizzare la regione“, ha  minacciato “sappiamo qual è l’obiettivo e cerchiamo di capire i modi efficaci per rallentarlo o impedirlo.” Senza dubbio, il mondo assiste a ciò che gli USA avevano in mente quando minacciavano di “rallentare” e “impedire” la cooperazione economica tra Ucraina e Russia.

 Con la stabilità ucraina che s’incrina sotto la pressione del caos continuo e dell’economia sull’orlo del collasso quasi totale, la menzogna degli obiettivi “integrazionisti pro-UE” di EuroMaidan si svela. L’UE non accetterà mai che un futuro Stato fallito ucraino, che si lecca le ferite di una guerra civile prolungata, entri nell’organizzazione o, in coordinamento con i suoi padroni della NATO, pianifica assieme al collasso del Paese una lucrosa ricostruzione sotto l’egida dell’occidente. In entrambi i casi, il leggendario ‘percorso verso l’Europa’ si dimostra la farsa che è, e assolutamente nulla di positivo potrà venirne al cittadino medio da ciò che i militanti fanno al loro Paese in nome dell”euro-integrazione’. I molto pubblicizzati colloqui di un ‘cessate il fuoco’ non sono altro che un tentativo dei sabotatori di guadagnare tempo e continuare a rovesciare più governi regionali (in Ucraina occidentale) possibile. Sono, purtroppo, null’altro che una farsa, come i colloqui di Ginevra II, in quanto i gruppi d’opposizione non desiderano altro che un cambio di regime e non si fermeranno davanti a nulla per raggiungere tale obiettivo. Ogni azione, ogni parola, non è altro che un trucco per ingannare, disarmare e pacificare ogni resistenza in modo che possano avvicinarsi sempre più al loro golpe nazionale eterodiretto.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

 L' UCRAINA SI DIVIDERA' IN DUE?

L'Ucraina, in particolare la capitale Kiev, continua  ad essere tormentata dagli scontri tra protestanti e polizia.  Queste proteste sono cominciate dopo che il governo ucraino ha deciso di rigettare l'accordo con l'Europa e di rinsaldare i suoi vincoli con la Russia. Sulla maggior parte dei media occidentali, tutto è raccontato come la lotta tra il popolo e il dittatore che si è alleato con Vladimir Putin. Tuttavia, quello che si dimentica di dire è che, benché il Presidente Yanukovich sia una persona piuttosto autoritaria, gode tuttavia dell'appoggio di una gran parte della popolazione.

 

UCRAINA, LA SIRIA EUROPEA?

In Ucraina si stanno mettendo in atto gli schemi già visti in Libia e Siria, che poi sono quelli elaborati da famigerati enti, come l'Einstein Institution, tanto amati dalla nostra sinistra buonista. La variante è dovuta al contesto: i tagliagole di Al-Qa'ida e Al-Nusra che gli Usa e suoi alleati hanno scagliato contro la Siria, in Ucraina hanno come degno corrispettivo i neonazisti di Svoboda. Non è vero che questo partito sia marginale nella rivolta e solo molto attivo e vociferante, come alcuni vogliono far credere. Svoboda due anni fa alle politiche ha ottenuto il 10,45% dei voti e 38 seggi. Svoboda forma il nerbo delle manifestazioni, la parte più decisa, quella che conduce gli scontri, ammazza i poliziotti, li rapisce e li tortura. Da giorni i suoi militanti ricercavano lo scontro sanguinoso con le forze di polizia. Ci sono riusciti. Ai neonazisti si è accodato a quanto sembra Anatoli Gritsenko. L'ex ministro della Difesa ed ex sodale dell'oligarca Julia Timoshenko, ha avuto la splendida idea di incitare i manifestanti ad armarsi ("ma solo quelli che hanno il porto d'armi", ha aggiunto il delinquente ipocrita).

 

La protesta al contrario della piazza di Kiev

La protesta in Ucraina procede in senso antiorario rispetto a quella che batte sui quadranti dell’Europa “unitaria”: proteste popolari sono avvenute in Grecia, in Italia, in Portogallo, in Croazia. I media hanno oscurato o criminalizzato i soggetti che contestavano la linea della Trojka. Tuttora nei documenti ufficiali il termine “populista” ha lo stesso significato inquisitorio e intimidatorio che aveva il termine “frazionista” o “revisionista” nel linguaggio del Partito Comunista. In Ucraina per un gioco di specchi la protesta viene evidenziata e santificata (per quanto ad essa partecipino da protagonisti i neonazisti  del partito delle tre dita Svoboda); mentre si stigmatizza l’azione repressiva della polizia di Stato.