UCRAINA:

LE PROVOCAZIONI DELL'0CCIDENTE POSSONO

PORTARE AD UNA GUERRA NUCLEARE.

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

Gran parte della popolazione ucraina parla russo

 

 

INTRODUZIONE

LaRouche: "Stiamo entrando in un

nuovo periodo della storia"

Fonte web

 "Il mondo sta entrando in un nuovo periodo della storia", ha dichiarato l'economista e politico americano Lyndon LaRouche il 23 febbraio. "Non ci troviamo di fronte a un problema dell'Ucraina", ma "come chiunque con un po' di intelligenza in Europa sa, compresi i russi", l'Ucraina è solo un elemento nei preparativi verso una guerra nucleare, alimentati dal crollo dell'oligarchia finanziaria transatlantica.

È in gioco la stessa sopravvivenza della civiltà umana, ha ammonito LaRouche. Perciò, gli strateghi devono pensare al futuro per determinare una sana politica per l'oggi. Gli americani hanno una speciale responsabilità perché possono impedire la guerra rimuovendo il Presidente Obama dalla carica.

Per quanto riguarda l'Ucraina, LaRouche ha denunciato le forze neonaziste che hanno eseguito il colpo di stato, affermando che agiscono agli ordini dell'impero come i loro predecessori Stepan Bandera e Mykola Lebed durante e dopo la seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, essi sfuggirono al Tribunale di Norimberga solo perché l'intelligence britannico e i suoi alleati nell'intelligence USA, come Allen Dulles, volevano servirsene. Questo non è un segreto, ma è pienamente documentato nel libro Hitler's Shadow: Nazi War Criminals, US Intelligence and the Cold War di Richard Breitman e Norman J.W. Goda, che hanno raccolto i documenti dell'intelligence USA.

Rispondendo, durante la webcast del 21 febbraio, ad un giovane studente ucraino che ha espresso preoccupazione per l'escalation di violenza e odio, LaRouche ha sottolineato il bisogno di una prospettiva futura per l'Ucraina e in particolare per i giovani, in contrapposizione con la frode offerta dall'UE. Mentre Bruxelles pianifica di usare il paese per esportare prodotti agricoli a buon mercato nell'UE, senza investire, LaRouche propone un sistema agricolo basato su alti salari e alta tecnologia, centrato sulla figura del coltivatore diretto e sul sistema dei prezzi di parità. "Dobbiamo preservare e migliorare i programmi agricoli dell'Ucraina… essi sono una manna per tutta l'Europa. Per questo, c'è bisogno della tecnologia e di ripristinare la capacità scientifica e industriale dell'Ucraina, che fu distrutto… dopo la caduta dell'Unione Sovietica". E c'è bisogno di un gruppo di giovani, all'interno del paese, che sia l'avanguardia per la ricostruzione dell'Ucraina e dell'Europa.

 

 

Giulietto Chiesa sul Primo Canale russo.

 

 

Ucraina: L’avventurismo USA-EU ci Porta alla Guerra

Fonte web - di Maurizio Blondet

Fra le immagini che vengono dall’Ucraina, una mi spaventa di più. No, non è la gigantografia della Timoshenko (già fischiata dalla piazza), e nemmeno la grande scritta – in inglese per la CNN ed Al Jazira (i 5 miliardi della Nuland bene spesi).

No, sono il gran crocifisso di là, e ancor più l’immensa immagine del Cristo Misericordia, l’immagine carissima rivelata a santa Faustina Kovalska, assunta come simbolo di parte. E la scritta («Confido in te») in caratteri latini e non cirillici.

Ora, ciò che proprio manca all’Ucraina, sarebbe unire ai conflitti che la travagliano e la spaccano anche la ferita aperta religiosa: cattolici contro ortodossi, una guerra di religione. Le centrali occidentaliste possono ottenerla facilmente, aizzando gruppuscoli fanatici filo-polacchi come hanno già risvegliato le covate neonaziste… e i neocon giudeo-americani al comando della crisi hanno una solida esperienza in questo campo. Abbiamo ben visto come hanno ravvivato la fitna, la frattura tra sciiti e sunniti in ogni Paese islamico in cui hanno «espanso la democrazia», in esecuzione delle «direttive» israeliane, scritte 30 e più anni fa sulla rivista ebraica Kivunim (che significa appunto «direttive»). Quelli sono capaci di tutto. 

Lo dicono i commenti dei grandi media americani e britannici (quelli italiani, ovviamente seguono), dei governanti di Londra, di portavoce della Nomenklatura eurocratica da Bruxelles: nemmeno una briciola di resipiscenza, non un granello di ammissione che con profferte di integrazione all’Europa, hanno acceso una miccia incontrollabile in un Paese storicamente fratturato e piagato, provocato Mosca con intromissioni e ingerenze intollerabili; no, è tutta colpa di Putin, è aggressivo e brutale: «La Russia minaccia guerra» urlano i giornali della superpotenza che è in guerra da un decennio in Afghanistan, Iraq, e una dozzina di altri teatri con operazioni coperte; , «Abbracciamo il popolo ucraino» (George Osborne, il ministro britannico); Washington e Londra E Bruxelles promettono «assistenza finanziaria» (a vanvera) al nuovo ordine di Kiev che ancora non si sa quale sia; Catherine Ashton vola a Kiev a riprendere, anzi accelerare «l’integrazione alla UE» (una integrazione che, non era mai stata fatta balenare prima, ed è impossibile).

Insomma, è sentimento anglo-americano di impeccabilità e infallibilità al suo diapason. La convinzione che la propria superiorità morale e storica, dia il diritto di ficcare il naso , o gli stivali, in zone di storica instabilità dovunque nel mondo; che la «buona causa» del mercato-democrazia consenta qualunque immoralità e irresponsabilità, e destabilizzazione in casa d’altri. Con in più il permanente, ostinato rifiuto di riconoscere che Mosca abbia una legittima pretesa sulla questione, una legittima zona d’influenza o persino un legittimo diritto di avere una posizione sulla destabilizzazione ucraina… Tutto ciò è delirante, e porta ad un solo esito: la guerra. La guerra del Bene contro il Male (Assoluto), sia chiaro. 

Così, Obama si è detto «sbalordito», stunned, quando Vladimir Putin gli ha telefonato, spiegandogli che per difendere i diritti della popolazione russofona della Crimea e dell’Ucraina orientale (dove la gente si sta mobilitando, preparandosi al peggio) è pronto a mobilitare 250 mila uomini, che ha dato ordini ai generali di rafforzare la prontezza ed ha effettivamente mandato un mezzo da sbarco con 200 uomini. 

Ma come mai, si domanda lo sbalordito: come mai Putin è così aggressivo? È geloso della democrazia a Kiev? Ovviamente dimenticando che qualche mese fa, quando l’eurocrazia e gli USA promettevano a Yanukovitch i grandi vantaggi in denaro del cambiare campo, Putin propose un accordo tripartito, in modo – disse – da dare all’Ucraina l’opportunità di avvicinarsi all’Europa senza bisogno di uscire dalla Unione Eurasiatica, il mercato comune gestito da Mosca: e Bruxelles, dura, nemmeno rispose a Putin, ma disse all’ucraino che doveva scegliere: di qua o di là. 

Un atteggiamento ingiurioso che la UE (chissà poi chi) ha replicato adesso: riconoscendo immediatamente come legittimo il «governo» che ha preso il potere a Kiev nel disordine, e il suo presidente ad interim, tale Oleksandr Turchynov. Unilateralmente, e in gran fretta. Ciò spiega la frase del moderato Medvedev, che i giornali nostrani riportano con sdegno, come prova della brutalità russa: «Trattare gli uomini mascherati e brandenti kalashnikov che circolano per Kiev come un governo… la legittimità di tali corpi di governo è francamente dubbia». 

È la voce della ragione, date le circostanze. Ma no, Susan Rice, la consigliera della sicurezza nazionale di Obama, dirama una intimazione: La Russia non usi la forza in Ucraina. Al che, il portavoce di Lavrov (Esteri) ha replicato: «Buon consiglio, la Rice lo dia alla sua amministrazione, per i casi delle truppe americane spedite in tanti posti del mondo, dovunque gli Usa credono che le norme della democrazia occidentale sono in pericolo». (Good advice, wrong address: Russia responds to Susan Rice ‘no tanks to Ukraine’ warning)

I sordi non vogliono sentire. Anzi, si critica Mosca perché ha detto di voler sospendere il prestito (15 miliardi di dollari) che aveva concesso a Yanukovitch in cambio delle promesse (mai veramente concretate) della UE a cui rinunciava. A dicembre, la Russia ha comprato tre miliardi di dollari del debito pubblico ucraino, notoriamente non tanto solido: nessuno in Occidente è disposto a riconoscere che Mosca incorrerà in gravi perdite. No, si critica il fatto che Mosca vuol rallentare le importazioni di generi alimentari, che sono gran parte del suo interscambio con l’Ucraina (questa esporta in Russia il 25% della sua produzione). L’impeccabile Occidente sembra aspettarsi che sia Mosca a finanziare il cambiamento di campo ucraino? (Russia suspends loans to Ukraine during governmental chaos)

«La comunità occidentale intervenga col libretto degli assegni», sbraita Osborne (cancelliere dello Scacchiere, ossia ministro economico. che la verità la conosce: gli assegni sono a vuoto). Certo, come no. Il Ministro ad interim Kolobov ha gridato che in Ucraina è imminente la bancarotta ed ha bisogno subito subito di 35 miliardi di dollari. L’Europa, prima, aveva offerto a Yanukovitch… 160 milioni (milioni) per cinque anni. 

Rehn e Barroso, i provocatori

Adesso Olli Rehn fa balenare al neo-Governo ucraino (che ancora non esiste né è stato eletto) che, se firma subito subito l’adesione alla UE, ciò «consentirebbe a Kiev di ricevere subito 2 miliardi di euro e l’ingresso in un mercato di 500 milioni di consumatori». Anche se in realtà l’Ucraina, spiegano gli analisti, oggi non ha molto da vendere. E benché Karel De Gucht, commissario europeo al Commercio, abbia sottolineato che «l’accordo non significa l’ingresso nell’Ue».

Irresponsabili, che eccitano speranze infondate ad una piazza rovente con promesse campate in aria, che tutti sanno vane. Ma come ha detto il ben noto Olli Rehn, al G20 di Sidney, «è importante per l’Europa indicare una chiara prospettiva europea per il popolo ucraino, che ha mostrato il proprio impegno per i valori del Vecchio Continente».

«Speriamo che la Russia lavori assieme a noi», dice adesso Barroso: dopo tante provocazioni, fatti compiuti unilaterali, senza mai non dico consultare, ma avvertire Mosca , ecco Barroso: non si sa se lo possieda più la malafede, oppure l’idiozia. 

Ed oggi, il Fondo Monetario Internazionale ripete che è prontissimo ad aiutare la nuova Ucraina a modo suo, purché si sottoponga alle dolorose misure di austerità, ricette di risanamento, svendita di beni pubblici, privatizzazioni, che già aveva proposto a Yanukovitch, onde rendere il Paese «competitivo sui mercati mondiali». 

Tutto ciò mentre il Governo ad interim e il Parlamento ad interim, che obbedisce a quelli mascherati col kalashnikov, sta arrestando ex Ministri, sancendo il divieto della lingua russa, mentre nel Nord russofono a gente pesta le minoranze che cercano di scendere in piazza a in sostegno degli eurofili di Kiev, e Mosca estende la cittadinanza a tutti gli ucraini che abbiano un avo russo…

E a Kiev, la folla «vede troppe facce familiari rientrare nel Parlamento dopo al rivoluzione», ammette un inviato del New York Times.(Ukrainian Protesters See Too Many Familiar Faces in Parliament After Revolution)

La piazza ha fischiato la Timoshenko ben ricordando che questa non è meno corrotta di Yanukovitch. La piazza si stupisce e ruggisce: «Di nuovo vediamo arrivare queste Mercedes e BMW con dentro i deputati che si suppone ci rappresentino. Non li vogliamo più vedere»: il trasformismo fulmineo dei parlamentari voltagabbana li scandalizza e li disorienta. Si vede proprio che sono nuovi nella «democrazia». Dovevano chiedere a noi italiani, potevano informarli sulle solite facce che ci vediamo sopra da 50 anni, Amato, Napolitano, Prodi, e che il voltagabbanismo, della democrazia, è il corollario, come la corruzione (del resto, Yanukjovitch è un prodotto della democrazia, l’hanno votato). Vorrebbero mandare al Governo, senza mediazioni, gli «eroi di piazza Maidan», cosa non poi tanto facile (ma è l’utopia della Rete alla Grillo che ben conosciamo), urlano che il Parlamento deve aumentare le pensioni, trovar lavoro ai disoccupati, riaprire gli ospedali privatizzati, che la «politica» risolva i problemi di tutti e di ciascuno, e intanto ecco le immagini del Cristo cattolico usate come segnale di identità: non è una «rivoluzione» ma un forum del web, pieno di trolls, provocatori, agenti stranieri e tizi che brandiscono il kalashnikov e sull’orlo del precipizio, della disperazione e della fame. 

Ma da Londra, i circoli globalisti guardano a tutto ciò con euforia: anche una guerra civile tipo Siria non deve spaventare, perché – scrive sull’Independent Andrew Wilson, docente di studi ucraini all’University College de Londres e autore di un libro esaltante laUkraine’s Orange Revolution, l’avvento della democrazia in Ucraina susciterà una «evoluzione democratica» in Russia, un «effetto domino» che sarà la rovina per Putin… (Why a new Ukraine is the Kremlin’s worst nightmare)

Dunque il senso di tutte l’ingerenza, la provocazione e le promesse vane, è sempre quello: rovesciare Putin, umiliare la Russia, farle male… È l’avventurismo totale, unito al trotzkismo nichilistico della rivoluzione (democratica) permanente che ossessiona i neocon americani, in una mescola delirante; e tutto sulla pelle degli ucraini, pedine e stracci del «grande gioco» britannico. 

Un lettore che abita a Varsavia mi cita un passo di Roman Dmowski. Padre del realismo politico polacco e fautore di un orientamento geopolitico filorusso, nel 1931 scrisse parole profetiche «… non esiste forza umana capace di impedire che un’Ucraina staccata dalla Russia, e trasformata in Stato indipendente, diventi un assembramento di affaristi da tutto il mondo, banditi e organizzatori di ogni sorta di prostituzione [...]. L’Ucraina diverrebbe un ascesso nel cuore dell’Europa, il cui vicinato sarebbe per noi polacchi funesto. Per una nazione come la nostra è meglio avere come vicino uno Stato potente, persino ostile, che un bordello internazionale. Quelli che sognano la creazione di una nazione ucraina culturale, sana e forte, che si sviluppi in un proprio complesso statale, si convincerebbero ben presto di avere, invece del proprio Stato, un mercato internazionale, e invece di un sano sviluppo, un rapido avanzamento della dissoluzione e della corruzione». 

Quando si dice una profezia azzeccata. E anche noi italiani avremmo da meditare: se l’Ucraina non è mai stata veramente indipendente, mai unita e unitaria, sempre sotto qualche dominio, influenza o soggezione straniera, c’è qualche profondo motivo. L’incapacità di quel popolo all’autogoverno ce lo fa, tristemente, vicino. E le piazza Maidan, come le piazzali Loreto, non bastano a costruire un popolo. 

Morire per Kiev? 

Ora, la convinzione occidentalista di essere impeccabile, di non aver sbagliato mai nulla, la sua offensiva contro Mosca che non vuol riconoscere come tale, forse costringerà Putin – per farsi prendere sul serio – a mobilitare non battaglioni ma reparti e divisioni, richiamare forze più decisive, prendere decisioni militari; a cui risponderanno le decisioni militari in crescendo dell’unica superpotenza rimasta: si entra in quel genere di corridoio senza uscite laterali, che già nel 1914 portò l’Europa dritta nel carnaio della grande guerra, ed ancor oggi gli storici se ne chiedono perché fu inevitabile.

 

 

Ucraina-Russia, Lavrov: "non è aggressione, ma difesa"

 

 

Truppe della NATO sparano in Ucraina

Fonte web

Aangirfan, 3 marzo 2014

“Secondo un veterano dell’intelligence degli Stati Uniti“, i cecchini in Ucraina provengono dalla milizia fascista UNA-UNSO, che opera per la NATO. UNA-UNSO, secondo la fonte dell’intelligence statunitense, fa parte dell’organizzazione della NATO ‘Gladio’. UNA-UNSO fu coinvolta nella guerra in Cecenia, nella disgregazione della Jugoslavia e nella guerra del 2008 in Georgia. Gladio era responsabile del terrorismo in Italia, Grecia, Belgio e altre parti d’Europa. Ucraina: organizzazione militare segreta neo-nazista coinvolta delle sparatorie di Euromaidan. Il nostro governo segreto /Terrorismo stile Gladio a Istanbul, New York, Jakarta /Michael Ledeen, Gladio e 9/11.
Il regime di Kiev annuncia la mobilitazione generale, ma solo l’1%-1,5% dei coscritti ha risposto. Una dozzina di grandi città, praticamente tutto il sud-est da Kharkov ad Odessa, issa il tricolore russo. ClubOrlov: L’incendio del Reichstag a Kiev

Il nuovo governo ucraino, messo al potere da Obama, ha piazzato fascisti a controllare le forze armate, la sicurezza nazionale, l’economia, la giustizia e l’istruzione. Andrej Parubij è il nuovo segretario del Comitato per la Sicurezza e Difesa Nazionale, Oleg Makhnitskij è il nuovo procuratore generale dell’Ucraina, Sergej Kvit è il nuovo ministro dell’istruzione… Andrej Parubij ha fondato il neo-nazista Partito Sociale-Nazionale dell’Ucraina con Oleg Tjagnybok. Foto apparentemente scattata in Crimea nel settembre 2013, in un campo di addestramento di un gruppo chiamato Agenzia Internazionale di Addestramento della Polizia.

La NATO potrebbe aver calcolato male l’uso delle sue bande armate nell’occupazione di Kiev. Obama ha avvertito Putin che dovrebbe accettare ciò che a tutti gli effetti è un colpo di Stato della NATO. Nikolas Gvosdev è professore di sicurezza nazionale presso l’US Naval War College. Dice: “Obama ha effiettivamente posto le linee rosse statunitensi che Putin ha attraversato”. Obama ora sembra in posizione di debolezza. La crisi in Ucraina non fornisce alla NATO e agli occidentali buone opzioni – Reuters .

Il presidente facente funzione dell’Ucraina Aleksandr Turchinov, il ministro della Difesa Igor Tenjukh, il primo ministro Arsenij Jatsenjuk. Aleksandr Turchinov fu capo divisione agitazione e propaganda della Lega della Gioventù Comunista. Igor Tenjukh si laureò presso l’Istituto di lingue straniere del dipartimento della Difesa USA. Arsenij Jatsenjuk è ebreo.

Quando il regime di Obama rovesciò Mubaraq, l’obiettivo principale era indebolire e frantumare l’Egitto. L’Egitto è il principale nemico d’Israele. L’obiettivo di Obama in Ucrainè indebolirla e frantumarla, con l’Ucraina occidentale che passa alla NATO. Obama potrebbe essere vicino a raggiungere lo scopo e Zbigniew Brzezinski non può esserne che assai felice.
L’Europa rimane estremamente dipendente dall’energia della Russia, importando un terzo del gas dalla Russia. E mentre il commercio tra Stati Uniti e Russia è limitato, vi è la grande presenza di certe aziende statunitensi, come ExxonMobil – XOM.M e Boeing (BA.N) in Russia. La Russia sta per essere esclusa dal mondo? È assai improbabile dato che la Russia fornisce al mondo petrolio, gas, materie prime”, ha detto Aleksej Rodzjanko, presidente della Camera di commercio americana in Russia.
Il 2 marzo 2014 “la maggior parte delle forze armate ucraine schierate in Crimea è passata con le  autorità (filo-russe) della regione autonoma di Crimea. La transizione è assolutamente pacifica, senza che un solo colpo sia stato sparato sia dai militari o dalle forze di auto-difesa”, ha detto una fonte anonima a RIA Novosti. La maggior parte delle truppe ucraine spedita in Crimea è ora al fianco della regione, Fatti che dovete sapere sulla Crimea e del perché è in fermento

La nave ammiraglia dell’Ucraina, la fregata Hetman Sagajdachnij, è passata alla Russia. L’ammiraglia della Marina ucraina passa alla Russia . Aggiornamenti sull’Ucraina: Shenandoah.

[Forze speciali ucraine dicono che ‘terze parti’ hanno sparato alle manifestazioni nella capitale dell’Ucraina. “Non abbiamo ucciso nessuno“, ha detto il comandante delle forze speciali Anatolij Strelchenko. Il colonnello Sergej Asaveljuk sostiene che colpi furono sparati dal tetto dell’hotel “Ucraina“. L’ex-capo dell’intelligence Aleksandr Skipalskij ha detto che in Piazza Indipendenza una ‘terza forza’ cercava di provocare le parti. “Omega” dice che non sparavano per uccidere
Prima che il presidente dell’Ucraina venisse rovesciato, l’Ucraina ha quasi ufficialmente accusato la NATO di aver ucciso suoi cittadini durante i disordini a Kiev. Il parlamentare Evgenij Balitskij ha dichiarato: “Questa operazione è stata accuratamente pianificata da professionisti camuffati da civili.” L’Ucraina ha semi-ufficialmente accusato la NATO ).
Il 29 febbraio 2014, è stato riferito che la Russia aveva preso il controllo della Crimea. La Russia de facto prende la Crimea all’Ucraina – Haaretz 

Tuttavia sembrerebbe che il conflitto sia iniziato quando le truppe della NATO hanno organizzato il rovesciamento del presidente dell’Ucraina. Il deputato ucraino Oleg Tsarev ha sostenuto che vi sarebbero 1000 truppe della NATO nell’Ucraina occidentale, secondo il Moskovskij Komsomolets . “Le truppe della NATO sono sbarcate nella regione di Lvov, centinaia di truppe NATO si trovano in Ucraina occidentale“. Secondo Oleg Tsarev un’esercitazione NATO in Ucraina era prevista per marzo 2014, ma le truppe della NATO sono arrivate prima. Due navi da guerra statunitensi, il cacciatorpediniere lanciamissili USS Ramage  (DDG-61) e la nave ammiraglia della Sesta Flotta Mount Whitney, sono nel Mar Nero presso l’Ucraina.

Nel video il parlamentare ucraino Pavel Evdokimov dice che cecchini della NATO sparavano a tutti durante i recenti avvenimenti in Ucraina.

Sionisti che collaborano con i nazisti?

 

 

Storia dell'Ucraina in 25 minuti(in italiano)

 

 

Linea dura di Vladimir Putin “Yanukovich è uno

 sciocco, ma a Maidan è stato un golpe”

Fonte web

Non esclude l’intervento militare “in difesa di una repubblica fraterna”, e punta il dito contro gli Stati Uniti: “Sembra che abbiano un laboratorio dove fanno esperimenti sugli ucraini come fossero ratti”. Sul G8 alza le spalle: “Se ne restino a casa”. Timore di sanzioni? “Colpiranno chi le promuoverà”

Vladimir Putin non si sposta di un millimetro. Parlando al pubblico per la prima volta dallo scoppio della crisi ucraina – seduto disinvoltamente davanti ai giornalisti del suo “pool” dal quale sono esclusi praticamente tutti i cronisti stranieri – ha ribadito tutte le sue posizioni. A Kiev è avvenuto un “golpe anticostituzionale con presa armata del potere”, in Crimea “non ci sono truppe russe ma solo forze di autodifesa locale” e comunque la Russia ritiene legittimo il suo diritto a intervenire militarmente per difendere una “nostra repubblica fraterna” dove “i militari russi e ucraini sono dalla stessa parte della barricata”. Chi si aspettava che la tanto attesa apparizione del presidente russo davanti alle telecamere dovesse mandare un segnale di distensione si è sbagliato. Una scrollata di spalle anche rispetto alle minacce occidentali: “Se non vogliono andare al G8 restino a casa”. L’ipotesi di sanzioni economiche contro la Russia “colpirà anche chi le promuoverà”. E il crollo dei mercati e del rublo di lunedì è dovuto a motivi congiunturali maturati nelle scorse settimane, “l’India è molto più colpita di noi” e comunque “si tratta di un fenomeno transitorio”.

Insomma, nessun cedimento e nessuna apertura a tentativi di mediazione come l’invio di osservatori internazionali, anche se Putin si è rifiutato di rivelare i contenuti dei colloqui con i suoi colleghi occidentali, in quanto “sono confidenziali”. Resta il sillogismo con il quale Mosca si era presentata poche ore prima al Consiglio di Sicurezza dell’Onu: Viktor Yanukovich resta il presidente legittimo e la Russia ha la richiesta scritta del presidente legittimo a far intervenire le sue truppe. Con il consenso già pronto del Senato russo, e “se noi, cioè se io deciderò di farlo sarò nel pieno rispetto del diritto internazionale”. Quanto alla Crimea, “dove non è stato sparato un solo colpo” (smentita dunque la notizia di morti russi che sono serviti da uno dei pretesti per il voto del Senato), le truppe russe non ci sono, e quando un giornalista osa chiedere come mai i militari “senza insegne” che hanno invaso la penisola hanno un’uniforme che assomiglia tanto a quella russa la risposta di Putin è “potere comprarla in qualunque negozio”.

Ma il più maltrattato è forse Yanukovich, al quale Putin non risparmia critiche: “Non ha nessun futuro politico”, “ha sbagliato tutto”, “è stato sciocco”, “non aveva nessuna chance di vincere le elezioni nel 2015”. Il presidente russo menziona a più riprese di avergli dato dei consigli (come quello di non ritirare la polizia dalle strade di Kiev) che il collega ucraino non ha seguito. Vladimir Vladimirovich arriva a dire di “appoggiare il Maidan” nella rabbia contro la corruzione di “generazioni di politici ucraini”, rimproverando all’ex padrone di Kiev nepotismo e tangenti. “Il muzhik semplice dell’Ucraina ha sempre sofferto, con zar Nicola il Sanguinario come con Kravchuk (il primo presidente dell’indipendenza, ndr)”, e la piazza aveva ragione “a chiedere cambiamenti radicali e non di facciata”. Ma questo Putin “rottamatore” che dichiara di aver dato rifugio a Yanukovich “solo per motivi umanitari, l’avrebbero ammazzato”, non riconosce però alla piazza una volontà propria: “Gli istruttori occidentali hanno lavorato bene”, dice, e da esplicitamente la colpa delle due rivoluzioni ucraine (quella arancione del 2004 e quella di due settimane fa) agli americani: “Sembra che abbiano un laboratorio dove fanno esperimenti sugli ucraini come fossero ratti”.

Gli Stati Uniti restano il bersaglio principale, e Putin non esclude di poter richiamare l’ambasciatore da Washington come chiesto dal Senato russo, “anche se non mi piacerebbe farlo”. Chi parla di legittimità dell’intervento russo in Ucraina dovrebbe guardare “a quello che hanno fatto gli Usa in Afghanistan, in Iraq, in Libia”: “Hanno ben chiari i loro interessi e poi trascinano dietro tutto il mondo secondo il principio di “chi non è con noi è contro di noi”. L’Europa non viene nemmeno menzionata. E non viene fornito nessun spiraglio diplomatico: per Putin il governo di Kiev è illegittimo, mentre il parlamento che l’ha nominato ha solo una “legittimità parziale”. Il presidente russo pone come condizione il rispetto dei diritti dei cittadini dell’Est ucraino, ma dice di non poter avviare nessun negoziato con i vertici ucraini: “Lì non c’è nessuno al mio livello, non c’è un presidente”. Quello ucraino resta “un golpe” e anche se fosse una rivoluzione come dicono i media occidentali, “una rivoluzione cancella lo Stato precedente e con quello nuovo non abbiamo accordi”.

Il presidente, secondo questa logica, è Yanukovich, che però “non ha futuro politico” e Putin parla delle prossime elezioni in Ucraina, indette per il 25 maggio, che però è pronto a non riconoscere, temendo anche che a vincerle sarà “un nazionalistaccio, un antisemita”. Le accuse di ultranazionalismo al nuovo potere ucraino vengono ripetute con forza, Putin parla di persecuzioni e pericoli a cui vengono sottoposti i cittadini russofoni del Paese e racconta delle atrocità commesse dai militanti della piazza, che hanno torturato un governatore “che era stato appena nominato, non aveva nemmeno avuto il tempo di rubare” e bruciato vivo un uomo del personale tecnico alla sede del partito di Yanukovich. Contemporaneamente se la prende però anche con la nomina del “cialtrone” Kolomoysky a governatore (leale a Kiev) di Dnepropetrovsk, dicendo che avrebbe “tirato un pacco” nientemeno che a Roman Abramovich, ma si scorda di dire che il nuovo funzionario è leader del Congresso ebraico.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

LA VOCE DELLA RUSSIA

 

Gli apprendisti stregoni occidentali e la Russia

C'era una volta una Russia debole, uscita mutilata, economicamente a pezzi, con una grave crisi d'identità, dal crollo dell'Unione Sovietica. Era una Russia costretta, volente o nolente, ad accettare le decisioni che gli USA, i vincitori della Guerra Fredda, prendevano per il mondo. Era la Russia che cedette sull'allargamento a est della NATO, sui due attacchi all'Iraq, sullo smembramento della Jugoslavia, sulle basi statunitensi in Asia Centrale, sulle sanzioni all'Iran, sulle "rivoluzioni colorate" nello spazio post-sovietico e via dicendo, fino all'ultimo episodio dell'attacco arabo-occidentale alla Libia. Era una Russia che ingoiò tanti rospi da farne indigestione.

 

Ucraina, Crimea, Putin e l’alluvione di ipocrisia occidentale

Molto bene. Adesso è d’obbligo sdegnarsi perché la Russia ha mandato i suoi soldati in Crimea (per ora), salvo vedere come si svilupperà la situazione nei prossimi giorni. Putin è un invasore, la Russia minaccia la pace in Europa, non accetta le nuove legittime autorità di Kiev. Eccetera. Ora, se domani una maitresse di una casa di tolleranza proclamasse tutto il suo sdegno contro i facili costumi di alcune giovani donne, non vi stupireste? Mi sembra che anzitutto ci sia da chiedersi da che pulpito viene la predica. E, per favore, incominciamo a liberare il campo dalla fandonia principale: la “spontanea” rivolta di popolo in Ucraina. Le rivolte “spontanee”, così ben organizzate, con troppe tute mimetiche, con troppi elmetti militari indossati dai rivoltosi (in genere, non sono oggetti che si trovano nei negozi di caccia e pesca), con uso di armi da fuoco, forse possono essere ritenute “spontanee” da chi fermamente è ancora pronto a giurare sull’esistenza di Babbo Natale.