I VAMPIRI DELLA FINANZA

ANGLOSASSONE

 

SCOMMETTONO SULLA CADUTA DI

INTERI PAESI DELL'AREA EURO

 

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

Attacco all’euro
In campo anche gli 007

 

I servizi greci, spagnoli e francesi indagano.

Accusano fondi d’investimento inglesi e Usa

 

Fonte web

 

Le speculazioni contro il debito pubblico diventano materia d’indagine anche per gli 007. Dopo aver indagato sulla febbre greca che ha sconvolto le borse europee, l’intelligence di Atene - l’Eyp - accusa quattro fondi d’investimento: tre americani (Moore Capital, Fidelity International e Paulson & Co), e un inglese (Brevan Howard, il maggior gestore di hedge funds d’Europa). Non solo: anche le barbe finte del Cni, il servizio segreto spagnolo, sono all’opera, in collaborazione coi colleghi francesi ed inglesi.

«I quattro fondi hanno assunto posizioni corte sul debito greco vendendo massicciamente e quotidianamente i nostri bond a dicembre per poi ricomprarli una volta scese le quotazioni - sostiene un report dell’Intelligence ellenica rivelato dal quotidiano greco To Vima -. Approfittando del clima sfavorevole all’economia del nostro Paese e di rapporti che mettevano in dubbio la capacità di Atene di far fronte ai suoi debiti, questi fondi hanno incassato elevati utili».

La teoria del complotto, era già stata avanzata dal premier greco Papandreou («Gli attacchi sospeculativi contro la Grecia non hanno come obiettivo solo il mio Paese ma la moneta unica», ha più volte dichiarato il capo dell’esecutivo di Atene) e nonostante la smentita di Brevan Howard - ma non degli altri fondi - è stata confermata anche dal ministro dell’Economia di Parigi, Christine Lagarde: «Ci sono difficoltà nella zona euro perché la Grecia è sotto attacco», ha detto la ministra francese.

Il risultato? Per ora si vede nei differenziali tra i titoli di Stato greci e i Bund tedeschi, usati come riferimento nell’aerea euro, che si sono fatti colossali. Lo spread di Atene è aumentato dal 5 % di fine novembre, al 6,5% di venerdì scorso. Ancora: tra il primo di dicembre e l’8 febbraio gli ormai famosi e quinquennali Cds (Credit Default Swaps), le assicurazione sui titoli di debito pubblico, sono praticamente raddoppiati in tutti i Paesi, nonostante siano titoli derivati soggetti a speculazioni forti. Intanto, gli 007 di Madrid sono al lavoro per scoprire chi si sia arricchito quando i dubbi (poi rivelatisi infondati) della solvenza della Spagna hanno portato i prezzi di mercato dei Cds dagli 83 dollari del primo dicembre ai 166 dell’8 scorso (il 46% del debito spagnolo è in mani estere: la Francia è il Paese che ne ha acquistati di più, il 26%, seguita dalla Cina col 18%). «Il Cni indaga le pressioni speculative sulla Spagna», ha scritto il filo-governativo El País, secondo cui esiste all’interno dell’Intelligence una sezione ad hoc, la Economica, che è sulle tracce di investitori e persino della stampa anglo-sassone per verificare se c’è stata una “cospiración”.

«Niente di ciò che accade nel mondo, compresi gli editoriali di giornali esteri, è casuale o innocente», ha avvertito José Blanco, ministro allo Sviluppo e numero due del partito socialista del premier Zapatero. Ma che i James Bond spagnoli indaghino i brokers ha provocato una durissima risposta del Wall Street Journal. «Addossare ad una cospirazione contro l’euro i problemi che esistono nel mercato del debito su Paesi europei come Spagna e Grecia, spaventa gli investitori più che qualsiasi editorial
e critico - ha stigmatizzato la Bibbia Usa-. Spendono male i soldi che gli costa sempre più chiedere in prestito».

 

 

 

 

 

 

Attenti alla Bolla Speculativa Parte 1

 

 

 

 

 

I GRANDI HEDGE FUND VANNO

ALL' ATTACCO DELL' EURO

 

Nella foto: George Soros

 Fonte web

L´offensiva concertata decisa in una cena a Manhattan. Mossi dalla crisi di Atene, gli speculatori scommettono sulla parità con il dollaro

I "pesi massimi" della speculazione, i maggiori hedge fund americani, sono impegnati in un massiccio attacco concertato contro l´euro. Mossi dalla convinzione che la crisi della Grecia è solo la punta dell´iceberg, i potenti investitori arrivano a scommettere che l´euro precipiterà fino alla parità col dollaro, cioè un ulteriore ribasso del 26% rispetto al valore attuale. Il volume di capitali investiti su queste puntate "ribassiste" contro la moneta europea ha raggiunto il record storico che fu toccato nel 2008 quando gli stessi hedge fund scommettevano sul crac di Lehman Brothers. Lo rivela il Wall Street Journal, che ricostruisce i retroscena di un´azione comune fra i maggiori gestori di hedge fund, incluso George Soros.

Un momento-chiave è una cena organizzata l´8 febbraio scorso in una dimora privata di Manhattan da una piccola banca d´affari specializzata, Monness, Crespi, Hardt & Co. Nella stessa settimana della cena, il numero di contratti futures legati alla previsione di un ribasso dell´euro è schizzato al rialzo, fino a 60.000 operazioni. Il Wall Street Journal, che non è solito attribuire "complotti" al mondo della finanza, spiega che non è raro vedere i grandi hedge fund agire di concerto. "Finché non interviene un´inchiesta delle autorità di vigilanza su sospetti di collusione, gli hedge fund possono andare avanti insieme". Un gestore ha anche accettato di essere citato sullo stesso quotidiano. Si tratta di Hans Hufschmid, che dirige lo hedge fund GlobeOp. L´ondata di sfiducia verso i paesi dell´Eurozona ad alto debito pubblico – i cosiddetti Piigs – secondo Hufschmid "è l´opportunità per dei guadagni elevati".

Gli hedge fund, che non sono sottoposti alle regole prudenziali delle banche, sono soliti indebitarsi fino a 20 volte il valore del proprio capitale investito. Il livello dell´indebitamento si trasforma – se la puntata è vincente – in una formidabile "leva" che moltiplica il profitto. Per esempio, 5 milioni di capitali propri diventano 100 milioni grazie all´indebitamento: se la parità euro-dollaro scende del 5% l´investimento iniziale viene raddoppiato. In altri termini, il guadagno anziché il 5% è il 100%.

L´azione concertata degli hedge fund nel 2008 contribuì ad amplificare le ondate di panico sui mercati, accelerando il collasso del sistema finanziario. David Einhorn, presidente dello hedge fund Greenlight Capital, guidò l´attacco ribassista contro Lehman Brothers, raccogliendo ingenti profitti dalla bancarotta dell´istituto. Lo stesso Einhorn era presente l´8 febbraio scorso alla "cena delle idee" (così vengono chiamati quegli appuntamenti esclusivi) dove fu discussa la crisi dell´Eurozona.

George Soros, che è a capo di un fondo da 27 miliardi di dollari, vi ha partecipato ugualmente. Soros ha preso posizione anche in modo pubblico: ha avvertito che se i paesi dell´Eurozona non prendono misure immediate per il risanamento delle finanze pubbliche, "l´unione monetaria può andare in frantumi". Soros deve la sua fama alla formidabile offensiva speculativa che lanciò nel 1992 contro la lira e la sterlina, costringendo Italia e Gran Bretagna a uscire dal Sistema monetario europeo. Naturalmente i paragoni sono impropri. In favore dell´euro gioca il fatto che la liquidità del suo mercato – in media 1.200 miliardi di dollari di scambi ogni giorno – è molto superiore a quelle di lira e sterlina 18 anni fa.

Ma nel frattempo anche la speculazione si è fatta più potente, e i mercati finanziari sono più sofisticati di allora. Uno dei maggiori hedge fund, il gruppo Paulson, con altri attori del settore ha investito fino a 32 miliardi di dollari nei credit default swap, contratti assicurativi che puntano sulla bancarotta sovrana della Grecia. Dopo il raddoppio di valore di quei contratti tra dicembre e gennaio, Paulson ed altri hanno liquidato le posizioni e incassato i profitti. Poi sono passati a speculare contro il bersaglio più grosso, cioè l´euro. E non ci sono solo gli hedge fund. Goldman Sachs, Bank of America e Barclays dalla settimana scorsa hanno iniziato a consigliare ai propri clienti di prendere posizione contro l´euro. Si sta diffondendo tra i risparmiatori americani uno strumento semplice e popolare, gli Etf "ultra-corti", azioni quotate in Borsa che attraverso futures e swap consentono di guadagnare il doppio della percentuale di svalutazione euro-dollaro.

 

 

Attenti alla Bolla Speculativa Parte 2

 

 

E la pazzia continua.

Soros e gli altri criminali suoi pari

Fonte web - di Uriel - 01/03/2010

Mi hanno scritto in diversi, (Paolo, Yoss, e altri) per via dell'inchiesta aperta dalla SEC americana , ove si accusano Soros e gli altri criminali suoi pari di stare speculando sull'euro, al fine di fare il colpaccio dei credit swap. Facciamo un passo indietro e vediamo cosa vogliono fare. Anche perche' lo hanno gia' fatto, e anche perche' lo faranno , se tanto mi da' tanto, con l' Italia. Innanzitutto, il CDS e' un meccanismo simile ad una scommessa. Come tutte le assicurazioni, in fondo: l'assicurazione che vi assicura l'auto non fa altro che "scommettere" che voi facciate di tutto per evitare gli incidenti. IL CDS in fondo fa la stessa cosa, ovvero scommette su una eventuale catastrofe economica. Il problema e' che , a differenza dell'assicurazione sull'auto, non scommette CONTRO, ma scommette A FAVORE. Facciamo un esempio.Diciamo che assicuriamo tutte le case della provincia di Padova (un esempio, eh) contro il terremoto. Siccome capita raramente un terremoto a Padova, ci troviamo con un'assicurazione che costa, diciamo, dieci euro ogni centomila euro di valore immobiliare, e siccome non avverranno terremoti a Padova(1) probabilmente per l'assicurazione sara' tutto guadagno secco.

Adesso supponiamo che nei giorni successivi ci sia qualche sciame sismico, roba di poco conto, dalle parti di Padova. Il risultato sara' che i proprietari di case si impauriranno, e anche se non si tratta di un vero sisma saranno portati ad assicurare le loro case. Cosi' io vado da loro, e a soli VENTI euro vendo loro l'assicurazione per centomila euro di valore immobiliare. Si tratta in un certo senso di una scommessa A FAVORE del terremoto. Se l'assicurazione in se' e' una scommessa CONTRO il terremoto (la societa' assicuratrice mi fa pagare solo dieci euro su centomila di valore perche'stima che un terremoto sia improbabile) chi fa l'affare dopo lo sciame sismico ha scommesso A FAVORE del terremoto, cioe' stimando che il business consista nell'avvenuto terremoto, o perlomeno nei segni di terremoto. Facciamo un passo successivo: supponiamo che esista una tecnologia capace di causare terremoti. Io compro a prezzo bassissimo (dieci euro contro centomila di valore) l'assicurazione CONTRO il terremoto, e poi faccio avvenire delle scosse molto forti, oppure addirittura un terremoto. Cosa succedera'?

Succedera' che improvvisamente tutti saranno disposti a pagare moltissimo le mie cedole assicurative, persino il 50% del loro valore. Se il terremoto ha addirittura distrutto ogni cosa, potrebbero pagarle anche il 60,70, 80% del valore dell'immobile, risparmiando sulla sua ricostruzione. Ecco il punto: supponiamo che sia possibile assicurare, anziche' un terremoto, il default di una nazione. Che so io, la Grecia. Oppure che sia possibile assicurare contro la svalutazione della sterlina(2), o contro quella dell'euro. E supponiamo poi di avere i mezzi per causare gli eventi contro i quali i nostri "credit swap" ci stanno proteggendo. Che cosa succede? Succede quello che e' successo con il crac di Lehman Brothers: gli stessi HEdge Fund che avevano riempito LB di cartaccia inutile, avevano comprato CDS su LB. Il risultato fu che quando i signori chiusero il rubinetto a Lehman Brothers (incidentalmente, all'economia mondiale, ma criminali come Soros se ne fottono di milioni di persone alla fame) , improvvisamente il prezzo delle assicurazioni contro il fallimento di Lehman Brothers sali' vertiginosamente.

Il principio di queste speculazioni, quindi, e' il seguente: a.. Sia A un qualsiasi credit swap, o sistema assicurativo, nato per proteggere gli utenti da uno specifico evento negativo di borsa o di forex. b.. Sia B un ente dotato di sufficiente potenza finanziaria da poter comprare i cedolini di A, e contemporaneamente causare l'evento negativo che i cedolini assicurano. c.. B acquistera' moltissimi cedolini assicurativi, per poi causare l'evento disastroso.(3) d.. Gli investitori si tufferanno sui cedolini, nel disperato tentativo di riavere indietro i soldi che altrimenti perderebbero per via dell'evento disastroso. e.. I nuovi proprietari dei cedolini si rivolgono in massa alle assicurazioni che hanno emesso A, facendole fallire. f.. Guarda caso, B aveva comprato anche CDS sul fallimento di A. g.. E via cosi', fino al meltdown dell'economia come quello della "crisi del subprime". La Grecia e' vittima, oggi, di una simile aggressione. Prima, numerosi mass media asserviti al potere dei Soros, di Goldman Sachs (4) & CO iniziano a dire che i conti greci siano in pericolo di default.(Si tratta degli stessi Media che compongono il "partito del Times", quello stesso partito cui appartengono i "rivoluzionario viola", i DS , l' IDV, Repubblica e il Corriere). Sebbene strutturalmente non sia vero che i greci siano messi peggio del solito , guarda caso Soros & Co hanno comprato (anche sottocosto, come stanno facendo col debito pubblico italiano) dei titoli greci e se necessario possono rivenderli al ribasso per l'uopo.

Una volta fatto questo, tutti quelli che hanno investito nei titoli greci hanno comprato dei titoli di swap sul debito greco. MA non solo: poiche' si presume che un default greco farebbe abbassare il valore dell'euro, allora si vendono anche assicurazioni riguardo al fatto che l'euro svaluti. Perche' questa volta si arriva al punto in cui un giornale come il Corriere, normalmente servo di questi poteri, rivela la cosa? Perche' quando sono entrate in campo Francia e Germania garantendo il debito greco, tutte queste assicurazioni hanno perso valore, proprio nelle mani di chi le aveva comprate. E cosi', il signor Soros l'ha presa in saccoccia. Ma era solo il primo round, perche' subito Soros & CO hanno mosso le chiappe e hanno ordinato al loro servo della FED di alzare i tassi sul dollaro, in modo da abbassare un pochino il valore dell'euro. Dico che e' un gesto di servitu' alla finanza perche' non c'era alcun motivo razionale di alzare i tassi sul dollaro, dal momento che il tesoro americano e' in affanno per il debito, e questo innalzamento lo obblighera' a pagare ancora piu' interessi; se non a favore di chi voleva colpire l'euro, questa mossa non ha giustificazioni, e causa danni enormi al tesoro USA e al contribuente americano. Il problema e' che a questa mossa NON ha corrisposto, almeno immediatamente (vedremo nel futuro) un corrispondente rialzo da parte della BCE, e oggi il tesoro americano si trova con una prospettiva di debito mostruoso, un tasso di interesse piu' alto, e ancora il giochino di Soros e' andato buco.

Cosi', c'e' un sacco di gente insoddisfatta dell'operato di Soros, e peraltro anche in europa l'atteggiamento di non seguire il rialzo americano apre un'ostilita'. E cosi', siccome Obama l'inetto non fara' alcuna riforma del venture capital (se ne parlo' al G20, e al G8, e al G7, e a Davos, ricordate? Aria fritta , come al solito da Obama) , qualcuno deve pagare perche' stavolta il giochino e' andato buco, e per assicurarsi che Soros, anche a costo di gioco sporco, faccia guadagnare il suoi soci hanno ordinato ai camerieri della SEC di aprire un'inchiesta. Anche in questo caso, accuso i signori della SEC di essere dei camerieri, perche' sanno benissimo che un'inchiesta non servirebbe a nulla dal momento che Obama non ha varato alcuna riforma della finanza, per cui l'operato dei criminali rimane legale. Si tratta di una mossa politica per mettere sotto pressione Soros, che e' rimasto con le pive nel sacco dopo le garanzie fornite sul debito greco. Adesso, Soros deve trovare il modo di far guadagnare gli investitori, ovvero di c ausare un crack dell'euro, e un crack del debito greco. Altrimenti rimarra' con un sacco di CDS invenduti, il governo americano dovra' pagare un sacco di interessi sul debito crescente, per via del rialzo dei tassi, e la sec proseguira' l'inchiesta.

Questo fa presagire che presto Soros fara' un gioco molto piu' sporco contro qualche paese europeo, in modo da causare una crisi dell'euro. Potrebbe essere un colpo di stato in Italia, un crollo irlandese, spagnolo o portoghese, una nuova crisi petrolifera, una crisi con la Russia. Anche una marcia contro Francia e Germania, rivelatesi un nemico ormai aperto e dichiarato, non e' impossibile. La successiva domanda e': perche' proprio in europa? La risposta e' semplice: perche' i signori dei casino' americani, cioe' delle borse americane, sono abbastanza malvisti ovunque. Cina, India e Russia li boicottano a livello governativo, ormai apertamente, non permettendo loro di giocare sui loro mercati se non con una spada di damocle sul collo. E spesso, sono semplicemente banditi dai giochi, come stanno facendo i Russi e come il nuovo governo filorusso in Ukraina fara' non appena insediato. In sudamerica gli investimenti americani ormai sono visti come truffa, e si preferiscono quelli cinesi e indiani. Stessa cosa in molte parti dell'africa. Rimane agli americani da divorare i propri alleati, ovvero da causare danni in Europa.

Trattandosi di una macchina cannibale, tenteranno di divorare l' Europa e poi inizieranno a spolpare l'economia americana stessa. Sinora in Europa abbiamo scherzato, nel senso che non abbiamo ancora visto la fame, quella vera. Ma se dei criminali senza umanita' e senza coscienza come Soros e altri verranno lasciati a giocare con le nostre economie, esse saranno devastate come e' successo in sudamerica, in messico, in Argentina, in molti paesi africani. Se lasciamo a questa gente la facolta' di scorrazzare per le nostre borse, prima o poi ci toglieranno anche il pane di bocca. Non vi illudete, sul piano morale non c'e' differenza alcuna tra un Hitler e un Soros, tra un Mengele e un CDA di Goldman Sachs. Essi non hanno alcun rispetto per i milioni che perderebbero il lavoro, il sostentamento, il futuro: solo il loro delirio, solo il loro titanismo superomista contano qualcosa. Personalmente, non ho consigli da dare. C'e' un tizio che spara su di noi usando armi pesanti, e sinora la reazione ostile di Francia e Germania , nonche' della BCE, ha risposto con pan per focaccia. Adesso c'e' solo da sperare in due cose: a.. Che Draghi non sia mandato alla BCE, o che non riesca per qualche motivo ad arrivarci. Un servo del potere finanziario di questi pazzi criminali alla BCE sarebbe una quinta colonna troppo pericolosa.

Applaudite chiunque si opponga a Draghi alla BCE, per qualsiasi motivo lo faccia, fosse anche il razzismo piu' bieco. b.. Che si inizi seriamente a cooperare con Francia e Germania allo scopo di emarginare il potere anglosassone, inglese e americano, dall'europa continentale. Si' al protezionismo, perche' se le riforme promesse da Obama non arrivano, allora bisognera' alzare un muro di sicurezza contro questa finanza ormai ridotta a casino'. Ma sono speranze. Come lo e' la speranza che Tremonti regga. Perche' se cede e va al potere il partito del Times, cioe' DS & CO, gli venderemo anche i nostri figli e diremo che e' una cosa moderna e al passo coi tempi. Il problema e' che oggi il debito pubblico italiano si sta vendendo ancora a costi piccolissimi, e la cosa che preoccupa e' che a fornire il buon rating sul nostro debito sono gli stessi che in futuro potrebbero causarne un fallimento semplicemente abbassandolo. Il che significa, in definitiva, che le prossime cannonate di Soros arriveranno a noi. Che cosa serve a Soros per agire?

Serve un governo traballante, una certa quantita' di debito in mani sue, e la possibilita' di instaurare un governo a suo favore, come potrebbe essere un governo di centrosinistra. In questo modo , al crollo da lui causato, si sentirebbero solo dei Mea Culpa della sinistra, che ci spieghera' che gli amici americani fanno bene a spolparci vivi e a fare turismo sessuale in Italia, perche' noi siamo quello che siamo. E tantissimi coglioni gli daranno ragione, mentre muoiono di fame. In questo momento, che ci piaccia o meno, se non vogliamo finire in bocca al Partito del Times, dobbiamo tenerci la merda che c'e' adesso. Che non sara' soddisfacente, sara' mediocre e corrotta, ma almeno non ci ha venduti a quei criminali. Perche' se vincono quelli, gli attuali problemi del paese vi sembreranno il paradiso, in confronto a quanto deve venire. Oggi la scelta e' fra Tremonti e Soros. E mi spiace, ma per quanto Tremonti abbia dei difetti, non e' un macellaio peggio-che-nazista come Soros e non ha la precisa volonta' di ridurci alla fame per spogliarci di ogni cosa, come intende fare Soros.

(1) E' un esempio, non mi auguro terremoti a Padova.

(2) Una speculazione simile avvenne contro la banca centrale inglese qualche anno fa. Mi meravigliai che il MI6 non abbia fatto nulla per uccidere Soros, o almeno inviargli un amichevole avvertimento sotto forma di testa di cavallo nel letto.

(3) Gli Hedge possono legalmente vendere al ribasso senza ragione, cosa che e' vietata al resto degli enti finanziari, causando un crollo artificiale di qualsiasi titolo. Si tratta di una liberta' concessa al mondo del "venture capital".

(4) Abbiamo una quinta colonna di GS alla Banca d'Italia, e anziche' fucilarlo per alto tradimento lo si vuole anche inviare alla BCE. Mi auguro che, piuttosto che inviare Draghi, si scelga chiunque altro, persino una colf filippina di Coblenza sarebbe meglio.
 

 

Attenti alla Bolla Speculativa Parte 3

 

 

Soros docet.

I veri PIGS stanno a Londra

Fonte web - di Moreno Pasquinelli - 01/03/2010

«QUESTI PORCI INGLESI»

Nel grafico il Pil inglese

 

Come sta messo davvero il paese che ha

 fatto da apripista al capitalismo?

Molti si ostinano a non crederci quando affermiamo che siamo dentro ad una crisi storico-sistemica destinata a sconvolgere gli equilibri sociali gli assetti politici e istituzionali, che entriamo in un periodo che sarà contraddistinto da profondissime turbolenze e conflitti. Sarà quindi utile metterli al corrente delle recentissime dichiarazioni “catastrofiste” fatte dal numero uno dei pescecani della finanza globale, nonché guru, George Soros (che i media italiani hanno censurato).

Venerdì 20 febbraio egli era a New York ad un conferenza organizzata dalla Columbia University.Al cospetto di noti economisti americani, Soros ha affermato 

A sinistra: L'indice di produttività mentre a destra: i tassi di disoccupazione e  di occupazione. Entrambi riferiti al Regno Unito. Dati del “Office for National Statistics”

che il fallimento di Lehman Brothers ha segnato una svolta storica nel funzionamento del sistema finanziario mondiale, col risultato che questo si è praticamente disintegrato, proprio come accadde all’URSS dopo l’89. Ha poi aggiunto che egli non intravede alcuna prospettiva di uscita a breve termine dalla crisi, che per lui è più grave che la Grande Depressione.
Presente alla conferenza, gli ha fatto eco Paul Volcker, ex presidente della Federal Reserve, attualmente alto consulente del presidente Barack Obama.

Volcker ha dichiarato che la produzione industriale in tutto il mondo declina ancor più rapidamente che negli Stati Uniti, a sua volta a dura prova. "Non mi ricordo di nessun altro momento, neanche durante la Grande depressione, una caduta dei mercati così veloce e così uniforme in tutto il mondo”. (uk.reuters.com, 21 febbraio).

Uno dei più eclatanti risultati di quella che Soros definisce “la disintegrazione del sistema finanzraio mondiale” è l’allarmante crisi del capitalismo britannico, su cui grandi think tank deliberatamente tacciono, preferendo esorcizzarla deviando l’attenzione sui cosiddetti “PIIGS”. Gli analisti anglosassoni sanno bene che il capitalismo inglese non sta messo molto meglio della Spagna o dell’Italia. Basta analizzare i dati appena diffusi dal “Office for National Statistics” (http://www.statistics.gov.uk/). Tutti i cosiddetti “fondamentali” traballano.

Per quanto riguarda il commercio con l’estero il Regno Unito è deficitario sia verso i paesi dell’Unione europea che, soprattutto, verso il resto del mondo. Ma la cosa che preoccupa Downing Street è la tendenza alla sua veloce crescita: a novembre era di 6,8 miliardi di sterline, a dicembre, in un solo mese, è passato a 7,3 miliardi. Il tasso di investimenti (un metro di misura decisivo per misurare la profondità della recessione e quanto fondate siano le speranze di inversione del ciclo) registrato nel quarto trimestre del 2009 è crollato del 24,1% rispetto allo stesso periodo del 2008. Il settore dei servizi (che data la deindustrializzazione che il Regno Unito ha conosciuto negli ultimi trent’anni è quello traainante) è continuato a scendere per tutto il 2009. Particolarmente accentuata la decrescita del comparto finanziario (la City). Durissima la discesa del settore turistico (Hotel e ristoranti), e dei trasporti. Per quanto riguarda il Pil, che era crollato al -6% a metà del 2009, la sua ripresa, nel quarto trimestre del 2009, è stata del modesto 0,3%. Indicativo il dato riguardante il Capitale fisso (macchinari ecc) che il mercato continua a rottamare: -14,2% rispetto al 2008.

Opachi sono i dati sui profitti, ma si può intuire il calo se si considera che il surplus lordo delle aziende è sceso del 5,9% rispetto ad un anno fa, che fu già nefasto. Abbiamo così la disoccupazione al 7,8% e la produttività complessiva che non sta solo al di sotto di quella americana o francese, ma pure di quella italiana.

Ad aggravare il contesto c’è infine il deficit di bilancio, che veleggia alla cifra del 10% (livello greco) e che secondo stime attendibili (Istituto degli Studi Fiscali, Ifs, un centro di ricerca e consulenza che fra i sui clienti annovera il Ministero del Tesoro britannico e la Banca d'Inghilterra) potrebbe toccare 150 miliardi di sterline nei prossimi tre anni.

Il solo fiore all’occhiello di Sua Maestà sarebbe il debito pubblico, il 43,60% del Pil, fatto che collocherebbe appunto il Regno Unito tra i paesi virtuosi. Bugia! Gli inglesi, come si sa, sono isolani, e calcolano a modo loro. O per dirla altrimenti non si devono certo far insegnare dai greci come manipolare e truccare i parametri e i dati. E’ infatti risaputo (come è stato fatto notare da diversi analisti, vedi il Corriere della Sera del 9 dicembre), che il debito pubblico del Regno Unito supererebbe il 170%, bel oltre quello greco e prossimo a quello giapponese, se il Tesoro di Sua Maestà contasse, come dovrebbe in base al Trattato di Maastricht e ancora non fa, anche il costo dei salvataggi bancari e i passivi delle banche nazionalizzate dopo il crollo del settembre 2008.

I “maiali” mediterranei e gli irlandesi sono quindi in buona, si fa per dire, compagnia. Si capisce dunque il dibattito sul futuro del paese che imperversa sui giornali britannici. Non deve ingannare l’aplomb e i toni compassati. Nemmeno i più ottimisti tra i gentlemen inglesi si sentono di escludere la catastrofe. Ecco quindi gli amari ripensamenti sugli “anni gloriosi” del thatcherismo e del neoliberismo blairiano, oggi considerati disastrosi, non fosse che per lo smantellamento dell’industria manifatturiera, la cui rinascita è invocata a destra come a sinistra come sola possibile exit strategy alla depressione. Che comunque, anche senza un crollo improvviso, è destinata a durare a lungo.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

 

"TERRORISMO ECONOMICO"

LE CONSEGUENZE SONO POVERTÀ

"L'oligarchia americana si sforza di promuovere l'idea della propria non esistenza, ma il successo della sua sparizione dipende allo stesso tempo dagli sforzi del pubblico americano, ansioso di credere nella finzione dell'uguaglianza, e dalla sua riluttanza a vedere ciò che si nasconde alla vista." - Michael Lind, To Have and to Have Not
Ad ogni modo, così come hanno fatto i Padri fondatori prima di noi, dobbiamo mettere da parte le nostre differenze e unirci per combattere un nemico comune. È diventato ormai evidente a molti che i partiti Repubblicano e Democratico, così come i tre poteri del nostro governo, sono stati distrutti da un'élite economica ben organizzata, che sta devastando le nostre vite in modo tattico. La dura verità è che il 99% della popolazione statunitense non è più rappresentata politicamente. L'economia degli Stati Uniti, il governo e il sistema delle imposte oggi sono sfacciatamente manovrate contro di noi.
 

CRISI ECONOMICA MONDIALE: LA

 FOLLIA NEOLIBERISTA DELLA LETTONIA

Mentre la maggior parte della stampa mondiale si concentra sulla Grecia (e anche su Spagna, Irlanda e Portogallo) come la zona euro più in difficoltà, la più grave, devastante e assolutamente più micidiale crisi nelle economie post-sovietiche programmate per entrare a far parte dell’Eurozona è sfuggita in qualche modo all’attenzione generale.
E’ senza dubbio così perché la loro esperienza è un’accusa dell’orrore distruttivo del neoliberismo – e della politica dell’Europa di non trattare questi paesi come promesso, non aiutandoli a svilupparsi secondo delle linee dell’Europa occidentale ma come zone da essere colonizzate per essere mercati di esportazione e mercati bancari, spogliate dei loro attivi di bilancio, dei loro lavoratori qualificati e più in generale della loro manodopera in età lavorativa, del loro patrimonio immobiliare e dei loro edifici, e di qualsiasi altra cosa ereditata dal periodo sovietico.