VANGELO DI GIUDA E CODICE DA VINCI:
UNA BATTAGLIA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI
CONTRO LA CHIESA CATTOLICA!
Di Claudio Prandini
PREMESSA
In questi giorni si assiste ad un’offensiva di settori massonico-sionisti (come li definirebbe Blondet) contro la Chiesa di Roma: la pellicola tratta dal celebre romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci, e la traduzione di alcuni frammenti papiracei appartenenti al Vangelo di Giuda sarebbero le macchine belliche usate dai potentati anticattolici per abbattere l’edificio di S. Pietro. A questi assalti il Vaticano ha reagito, bollando come fantasie e deliri, destituiti di ogni fondamento storico, le affermazioni e le ricostruzioni di quegli studiosi e scrittori che contraddicono gli insegnamenti della Chiesa. Il Codice da Vinci esce infatti in un periodo piuttosto caldo di “scontro di civiltà e di religioni”. Questo “scontro”, è bene ricordarlo, rientra in un vera e propria strategia portata avanti dai "settori forti" del potere globale (cfr. La campagna di islamofobia in Europa e Samuel Huntington, teorico dello scontro di civiltà).
Cronologia degli accadimenti:
Fine 2002 - Forti frizioni fra Washington e Vaticano per la guerra in Iraq (il papa stesso critica Bush jr)
Dicembre 2002 - Scoppia lo scandalo pedofilia a Boston e investe il Vaticano…
20 marzo 2003 - Anglo-americani iniziano la guerra all'Iraq
Marzo 2003 - Esce “Il Codice da Vinci”
Febbraio 2006 - Vengono pubblicate le vignette anti-maometto da un giornale danese: dietro ci sono i falchi neocon che guidano la politica di Bush
Marzo 2006 - Salta fuori dopo 20 secoli il Vangelo di Giuda…
Come sostiene Franco Cardini, docente di storia medievale all’Università di Firenze, il successo editoriale del Codice da Vinci sarebbe stato in un certo senso favorito dall'opposizione del Vaticano alla guerra contro l'Iraq. Non che Bush e Powell si siano messi ad un tavolo a studiare come portare al successo il libro di Brown, ma è certo che quella impostazione anticlericale è servita, nelle mani dei manipolatori occulti del sinarchismo (leggi Massoneria) mondiale, per lanciare missili culturali non meno dirompenti di quelli veri verso la Chiesa Cattolica. Secondo ancora Cardini, "il successo di Dan Brown appartiene obiettivamente ai messaggi mafiosi che la classe dirigente Usa ha inviato al Vaticano ed è un brandello nella grande lotta per la conquista del potere universale".
Interessante notare che considerazioni simili (anche se il linguaggio è più teologico che storico) a quelle di Franco Cardini, si ritrovano nel libro di don Stefano Gobbi, Fondatore del Movimento Mariano Sacerdotale. Tale Movimento comprende alcuni cardinali, centinaia di vescovi, decine di migliaia di sacerdoti, affiancati addirittura da decine di milioni di "laici" di tutti e cinque i continenti. Nel libro, la cui ultima edizione risale al 1998, in un commento che la Madonna fa dei Cap. 12 e 13 dell'Apocalisse a don Stefano (don Gobbi ha infatti il dono mistico della locuzione interiore), si afferma: "Il mio Cuore Immacolato diventa oggi il segno della mia sicura vittoria nella grande lotta che si combatte fra i seguaci dell'enorme Drago rosso ed i seguaci della Donna vestita di sole. In questa terribile lotta sale dal mare, in aiuto al Drago, una bestia simile a una pantera... la bestia nera e' la Massoneria. Il Drago si manifesta nel vigore della sua potenza; la bestia nera invece agisce nell'ombra, si nasconde, si occulta in modo da entrare in ogni parte. Ha le zampe di orso e la bocca di un leone, perché opera ovunque con l'astuzia e con i mezzi di comunicazione sociale, cioe' della propaganda. Le sette teste indicano le varie logge massoniche, che agiscono ovunque in maniera subdola e pericolosa. Questa bestia nera ha dieci corna e sulle corna dieci diademi, che sono segni di dominio e di regalita'. La massoneria domina e governa in tutto il mondo per mezzo delle dieci corna. Il corno, nel mondo biblico, e' sempre stato uno strumento di amplificazione, un modo di fare udire maggiormente la propria voce, un forte mezzo di comunicazione (vedi i media come la TV, la stampa, i libri, il cinema, ecc., ndr). ...Vi ho voluto avvertire del grande pericolo che minaccia oggi la Chiesa, a causa dei molti e diabolici attacchi che si compiono contro di Lei per distruggerla".
A tal proposito, tanto per mostrare la
verità di quanto
appena detto, ecco quanto ebbe a dire uno dei più importanti capi della
Massoneria di Rito Scozzese e precursore della "Società delle Nazioni" e
dell'ONU, il grado 33° Albert Pike: "Quando Luigi XVI fu
giustiziato, la metà del lavoro era fatta; e, quindi, da allora, l'Armata del
Tempio (la Massoneria) doveva indirizzare tutti i suoi sforzi contro il Papato"
("Morals and Dogma", Ed. Bastogi, Foggia 1984, vol. VI).
A proposito dell'essenza luciferina della Massoneria, sempre il Pike, parlando
in Francia, nel 1889, ad alti gradi della Massoneria, così si espresse: "Ciò
che noi dobbiamo dire alle folle è: 'noi adoriamo un Dio, ma è il Dio che si
adora senza superstizione (...). La Religione massonica dovrebbe essere
mantenuta, da tutti noi iniziati degli alti gradi, nella purezza della dottrina
luciferiana...'. (...). La dottrina del Satanismo è un'eresia; e la vera e pura
religione filosofica è la fede in Lucifero, l'eguale di Adonai; ma Lucifero, Dio
di Luce e Dio del Bene, sta lottando per l'umanità contro Adonai, il dio delle
tenebre e demonio" (fonte
web). Notate il capovolgimento totale e menzognero dei valori operato
dalla Massoneria: il male che diventa bene e il bene che diventa male! Non è
quello che sta accadendo a livello etico-morale nelle nostre progredite società?!
Ora però vediamo in particolare un po' più da vicino la storia e i retroscena del "vangelo di Giuda"...
«Vangelo di Giuda»:
loschi retroscena, naturalmente
Di Maurizio Blondet
«Non succede
tutti i giorni di scoprire un vangelo perduto», esulta Terry
Garcia, vicepresidente della National Geographic Society (una delle riviste più
ideologiche che si possano immaginare e di sicuro stampo massonico).
.
E' il cosiddetto «Vangelo di Giuda» annunciato con gran clamore qualche giorno
fa; la copia copta di un testo greco del secondo secolo, di cui già parlava
sant'Ireneo di Lione.
Ma ora, dalle interviste che rilascia Terry Garcia, appaiono chiare due cose.
Primo: la National Geographic promuove il suo non come uno dei tanti vangeli
gnostici, bensì come un autentico «vangelo perduto», che «cambierà la storia
del cristianesimo», scritto o dettato da Giuda Iscariota in persona.
Secondo: che dalla sua «scoperta», la potente National Geographic conta di
ricavare un sacco di denaro, grazie ad una campagna di marketing mondiale che
comprende una mostra del manoscritto, il numero di maggio della rivista National
Geographic tutto dedicato al «vangelo perduto», un documentario televisivo e ben
due libri.
Tutto nella speranza di cavalcare la voga dei libri di fanta-religione provocata
dal «Codice da Vinci» di Dan Brown.
La famosa società geografica deve per forza guadagnare.
Anche per recuperare il milione di dollari, almeno, che ha pagato per lo
«sfruttamento».
Dell'opera alla Maecenas Foundation.
Che cos'è la Maecenas Foundation?
E' una fondazione svizzera che si occupa di arte antica e antiquariato.
L'ha fondata l'avvocato elvetico Mario Roberty, che è anche il legale della
scopritrice del «vangelo»: una signora di Ginevra che si chiama Frieda Tchacos
Nussberger.
La signora, 65 anni, ama presentarsi come un'antiquaria e quasi una mistica.
«Sono stata scelta da Giuda per riabilitarlo», dichiara ispirata in uno
dei libri che la National Geographic sta per far uscire, «Il vangelo perduto» di
Herbert Krosney: «ho salvato qualcosa di grande per l'umanità».
Ma ora, la corrispondente del New York Times a Roma (1) ha
scoperto un lato meno mistico della signora: nel 2001 la Nussberger è stata
arrestata a Cipro, su richiesta della polizia italiana, per aver portato via di
nascosto dall'Italia delle antichità ed averle vendute ad ignoti.
E' stata anche condannata, se pure (come accade in Italia) con pena sospesa.
Le sfortune della signora con la giustizia italiana non sono in relazione con il
vangelo di Giuda.
Ma la vicenda mette la signora nella luce della trafficante, attiva nel
discutibile mondo dei trafugatori e contrabbandieri d'arte.
Secondo la storia da Indiana Jones che la National Geographic sta raccontando, e
che pubblicherà nel numero di maggio, il manoscritto copto del vangelo di Giuda
sarebbe stato trovato da contadini egiziani nei lontani anni '70, e da questi
rivenduto a un ignoto mediatore.
Non è chiaro come il documento sia
stato esportato dall'Egitto, dettaglio su cui la rivista USA sorvola;
ma risulta che sia passato di mano in mano nel sottobosco oscuro dei traffici
clandestini di materiale archeologico, comprato e venduto più volte in Europa e
infine negli Stati Uniti.
Le troppe mani lo hanno rovinato.
«L'opera è stata maneggiata per anni da gente preoccupata, più che di
proteggerla, di far denaro», accusa Jane Waldbaum, presidente dell'Archaeological
Institute of America.
Come è venuta in possesso del manoscritto Frieda Tchacos Nussberger?
Lei racconta di averlo comprato nel 2000, per 300 mila dollari, da un altro
anonimo «mediatore» che lo teneva in una cassetta di sicurezza ad Hicksville,
sobborgo di New York.
Subito dopo, la signora svizzera tenta di rivendere il testo alla biblioteca
Beincecke, dell'Università di Yale.
L'affare non va in porto.
Perché?
«C'erano problemi non risolti sulla provenienza» del reperto, fa sapere
il curatore della biblioteca di Yale, Robert Babcock: in altre parole, il
manoscritto non era accompagnato dalla documentazione, obbligatoria per le opere
archeologiche, che ne attesta la regolare esportazione e proprietà.
Nel 2001, la Nussberger riesce a vendere il «Vangelo di Giuda» ad un altro
anonimo «mediatore d'antiquariato» dell'Ohio.
La cifra è grossa: 2,5 milioni di dollari.
Così grossa, che il mediatore non
riesce a completare i pagamenti.
Sicchè la Nussberger torna in possesso del codice manoscritto, ma - udite udite
- non intero.
Il mediatore dell'Ohio si tiene diverse pagine del testo, perché quelle le ha
pagate.
Dunque il prezioso manoscritto che la National Geographic presenta come il
«vangelo scomparso che cambierà il cristianesimo» è un testo monco, fatto a
pezzi da trafficanti di pochi scrupoli.
Ma non è finita.
Per recuperare il manoscritto copto, la Nussberger si era rivolta ad un avvocato
esperto del settore, appunto Mario Roberty.
Costui consiglia di conferire la proprietà del documento alla Maecenas
Foundation, fondazione «culturale» che, guarda caso, ha fondato lui.
E' come mettere un pezzo patrimoniale di valore, la cui proprietà non può essere
dimostrata dal possessore, in capo a una società anonima.
Nel contratto di conferimento, alla Nussberger viene riconosciuto il diritto di
ricevere compensi «per i redditi generati» dal «Vangelo di Giuda».
Evidentemente, l'avvocato e la signora già pensavano allo «sfruttamento»
dell'opera.
Infatti bussano alla National Geographic, che abbocca: la potente società
americana paga un milione di dollari alla Maecenas Foundation, e non già per
acquistare il manoscritto, ma solo per poter utilizzare il suo contenuto.
Più una percentuale sui profitti
editoriali alla Nussberger.
La quale guadagnerà, alla fine, almeno due milioni di dollari: quasi quello che
voleva dal «mediatore dell'Ohio», detratto il prezzo delle pagine strappate e
rimaste al suddetto «mediatore».
L'avvocato Roberty intanto assicura che la sua Fondazione non solo ha «la chiara
titolarità legale» del documento, ma anche che lo consegnerà quanto prima alle
autorità dell'Egitto.
Dopotutto, giura, la sua Fondazione si occupa proprio di recuperare opere
inestimabili dal mercato nero, per restituirle ai Paesi d'origine: per questo si
chiama «Mecenate».
Disinteressato, generoso amore dell'arte e del diritto.
Insomma, tutta la faccenda puzza: di deliberato inganno da parte della National
Geographic, che presenta il «Vangelo di Giuda» come scritto da Giuda, e il
traditore come il discepolo prediletto da Gesù; ma la faccenda puzza anche di
furto, trafugamento e denaro.
Com'è inevitabile, quando si evoca Giuda.
Solo che stavolta, non si tratta di trenta modesti sicli d'argento.
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Note:
1) Elisabetta Povoledo, «Another Judas mistery: a looted gospel?»,
New York Times, 14 aprile 2006.
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