VERSO UN GOVERNO MONDIALE COME

SOLUZIONE ALLA CRISI ECONOMICA?

 

ECCO PERCHÉ NON SONO D'ACCORDO COL DOCUMENTO DEL

PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE

 

PROVE DELL'INFILTRAZIONE DEGLI ILLUMINATI

 IN VATICANO IN "APPROFONDIMENTO"

(a  cura di Claudio Prandini)

 

 

Strana somiglianza tra la Torre di Babele di

Brueghel e il parlamento europeo

 

 

Vaticano e New World Order

Fonte web

Il documento emesso dal pontificio consiglio della giustizia e della pace (vedi qui) dal titolo: “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale“ lascia molto l’amaro in bocca. Apparentemente è mosso da nobili principi, e cioè quelli riassunti nella prefazione: “la Chiesa, lungi dal pretendere minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati, “non ha di mira che un unico scopo: continuare, sotto l’impulso dello Spirito consolatore, la stessa opera del Cristo, venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità, per salvare, non per condannare, per servire, non per essere servito”»

Peccato che poi, sia nel titolo, che nel contenuto, il documento sia una esortazione ad un governo mondiale come soluzione dei problemi derivanti dalla crisi economico-finanziaria mondiale. Già sarebbe stato da criticare se fosse stato di provenienza laica, cioè se un qualunque partito o movimento politico lo avesse proposto (e spiego dopo perchè sono contrario alla globalizzazione (*)): ma che venga dalla Chiesa di Cristo, questo no, proprio non lo riesco a mandar giù.

Ad esempio:

Ecco i motivi della mia delusione.

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(*) sono contrario alla globalizzazione perchè ritengo che la distanza fra governo dei cittadini e cittadini stessi debba essere la minore possibile. Io voglio un “governo” di quartiere, di via, di condominio. Non voglio che chi amministra la cosa pubblica stia dall’altra parte del mondo, non poterlo conoscere, incontrare, discuterci insieme. I problemi sono affrontati meglio da chi li conosce direttamente: come può la comunità europea legiferare correttamente sulla misura delle reti da pesca dei pescatori di Chioggia? In generale l’aumento delle distanze aumenta le possibilità di inserimento di truffe, imbrogli, alterazioni. Pensate al contadino che produce il latte per la sua comunità. Se chi beve il suo latte sono i vicini, si permetterà di darglielo adulterato? No, nella piccola comunità la faccia, la reputazione sono tutto. Ma se vendo il mio latte dall’altra parte del mondo, protetto da una facciata di un brand, che magari in caso di scandalo o disastro cambierà il nome e l’amministratore delegato e tutto continuerà come prima (da Bhopal al Talidomide è sempre andata così), posso fare qualunque nefandezza. La distanza permette il prosperare di una economia guidata solo dalla logica del profitto, e si apre la porta ai peggiori comportamenti.

E questo (piccolo, locale è bello) è un modello da applicare nei vari settori: politico, fiscale, sanitario, scuola, ricerca, energia (produzione locale e autonomia, non grandi centrali e grandi reti di distribuzione).

(**) Dico “questi” perché questo documento non è di emissione papale, come un’enciclica, ma del pontificio consiglio della giustizia e della pace.

 

 

Solo ipotizzando l'infiltrazione della massoneria in Vaticano si può capire la ragione

del documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace in questione.

 

 

Crisi finanziaria e Nuovo Ordine Mondiale

Sommario:

1. Esportatori di democrazia... no, di inflazione
2. A carte scoperte
3. Signore e signori, il Nuovo Ordine Mondiale

 

--- PRIMA PARTE ---

 

Esportatori di democrazia... no, di inflazione

Questa crisi era inevitabile? Gli Stati Uniti ne sono responsabili? Stanno davvero risolvendo questa crisi, o piuttosto dobbiamo aspettarci che qualche potenza affondi? Ma gli USA non erano i dominatori del mondo? Com’è che si ritrovano con le pezze al sedere?
Queste domande sono tutt’altro che oziose, pur (o meglio, a maggior ragione) nell’attuale clima di incertezza in cui la gente vuole sapere solo cosa fare dei propri risparmi. Ma per arrivare ad avere una qualche risposta concreta, bisogna partire dall’inizio e capire come si è prodotta questa situazione.

Se diamo ascolto ai guru dell’economia, ai dirigenti delle banche, ai ministri del tesoro e capi di stato, potremmo farci l’idea che nessuno in realtà sappia da dove venga l’attuale crisi, che sia tipico del “sistema capitalista” questo ciclo di recessioni e boom economici, che gli stessi operatori siano stati colti di sorpresa dalla crisi, che nessuno poteva immaginare... che insomma l’origine vera è un gran mistero.
Lungi dall’esserlo, si tratta invece di una causa piuttosto chiara, almeno nei suoi tratti essenziali: la crisi era inevitabile innanzitutto perché l’intero sistema poggia su basi traballanti, che non possono farlo durare a lungo.

Questi “piedi d’argilla” dell’economia mondiale sono in sostanza:
A. Creazione di denaro dal nulla
B. Corso legale

C. Riserva frazionaria

Spiegherò brevemente questi tre concetti base, mentre suggerisco la lettura degli articoli contenuti nelle Note per i necessari approfondimenti [1].

A. Creazione di denaro dal nulla (anche detta “magica stampante”)
Si stampano banconote che sono vera e propria carta straccia, perché non hanno alcun bene reale a garanzia del loro valore. Semplicemente, sono foglietti a cui si attribuisce un certo valore e si crede che valgano davvero la cifra impressa sulla carta.
Una volta, ogni banconota aveva un corrispettivo d’oro che la garantiva, in modo che non si potesse stampare soldi a piacimento (almeno teoricamente, poi si può sempre infrangere la legge, impunemente se chi lo fa è al potere): c’era cioè un limite, e questo era dato dalla disponibilità reale di metalli rari e preziosi.
A più riprese questa convertibilità banconota-oro è stata sospesa da vari governi, soprattutto per fare guerre (che richiedono letteralmente una montagna di denaro).
L’ultima volta che è stata presa una simile decisione, però, anziché essere temporanea è divenuta permanente (proprio come la “guerra permanente” al terrorismo). E’ il 1971: il presidente USA Nixon, per salvare il suo paese dalla bancarotta, annuncia la sospensione totale della convertibilità dollaro-oro, che stiamo pagando ancor oggi [2].
Bene, anzi male: da allora è lecito stampare soldi a piacimento con la “magica stampante”, senza ritegno. Che significa? Che si può immettere nel sistema una quantità spropositata, virtualmente illimitata, di banconote, del tutto legalmente: una quantità slegata dai beni reali in circolazione. Ma l’aumento della massa monetaria in circolo ha un nome ben preciso: inflazione [3].
Dunque si tratta di una truffa legalizzata.
Ma se le attuali banconote sono carta straccia, com’è che le usiamo? Com’è che la gente ci pensa due volte prima di bruciare una banconota da 50 euro? Queste ragionevoli domande trovano risposta nel secondo fattore, che alla loro ragionevolezza oppone tutta l’assurdità del sistema.

B. Corso legale (o corso forzoso)
Lo Stato obbliga i suoi cittadini ad usare esclusivamente le banconote da esso approvate (da noi gli euro), anche se create dal nulla: è il meccanismo detto “fiat money”. In sostanza abbiamo in mano pezzi di carta colorata senza alcun valore, ma siamo costretti a credere che questi foglietti abbiano davvero un valore e siamo obbligati ad accettarli e usarli, cioè a scambiare beni reali con quei foglietti colorati.
La gente non brucia le banconote, perché crede che valgano quanto scritto su di esse: pensa “Non posso bruciare questa banconota, vale 100 euro!” quando materialmente quel foglietto vale circa 3 centesimi di euro.
E’ un sistema basato sulla fiducia (ma sarebbe più attinente dire sulla fede): la banconota ha valore nel momento in cui si crede che ne abbia, anche se essa è svincolata da qualunque garanzia di avere realmente quel valore. Ma anche nel caso in cui la gente si renda conto che ciò che ha in mano è solo carta colorata, resta incastrata comunque nel sistema, perché lo Stato obbliga tutti ad usare quei foglietti.
Ma non è finita: c’è un terzo meccanismo, che assieme ai primi due costituisce i piedi d’argilla del gigantesco mostro monetario attuale.

C. Riserva frazionaria
Ovvero un altro astuto modo per creare denaro dal nulla. In poche parole, il sistema bancario può -anzi deve, essendo stabilito per legge- detenere solo una piccola parte dei depositi dei correntisti, utilizzandone una buona parte per creare credito (cioè moltiplicando magicamente il denaro esistente) [4]. Lo Stato stabilisce una riserva minima da detenere e le banche devono tenere una quantità di denaro non inferiore ad essa.
In sostanza, se tutti noi volessimo ritirare i soldi che abbiamo depositato sui nostri conti corrente, la banca ci direbbe “niet”: non li hanno, anche se io li avevo materialmente depositati, perché buona parte dei miei risparmi è stata usata per fare credito ad altre persone. Questo concetto astuto e subdolo, che la banca si guarda bene dal rivelarci quando apriamo un conto, fa in modo che si crei dal nulla ulteriore denaro, come semplici bit su uno schermo di computer. Nulla di più semplice.
Ma in questo modo si rafforza il danno già prodotto tramite fiat money, cioè si costruisce un sistema destinato all’inflazione perenne.
Inoltre, se tutti nello stesso giorno andassimo a ritirare i soldi dai nostri conti correnti, le banche fallirebbero all’istante per insolvenza (come già accaduto, peraltro).

 

Base monetaria degli Stati Uniti d'America:

Non è un caso che dal 2003 la FED (Federal Reserve, cioè la banca centrale statunitense) si rifiuti di rendere pubblico un importantissimo valore, l’M3, cioè un dato relativo alla massa monetaria in circolazione. Ci sono statistiche non ufficiali sull’M3 [5], di cui il grafico sottostante è un esempio. La massa monetaria è completamente scollegata dai beni reali esistenti, c’è uno scollamento imponente tra l’economia reale e i dollari prodotti dalla FED.

Su queste basi si può ben capire come il sistema non possa durare a lungo: ogni volta si ricorre ad astuzie, sotterfugi, trucchi di vario genere pur di mantenere in vita quel che è in realtà un cadavere, rimandando così lo sfascio dell’intero sistema. Ma rimandare significa solo aggravare il botto che farà quando scoppierà. Lo stiamo vedendo proprio ora.

A questi “piedi d’argilla” bisogna poi aggiungere altri elementi per capire l’attuale crisi finanziaria: in particolare il comportamento dei governi e le speculazioni degli operatori finanziari su derivati e altri prodotti [6].

Il secondo elemento è presto detto, almeno nel suo nocciolo: il “credito facile” erogato dalle banche ha fatto sì che molti accedessero a mutui che poi non hanno potuto ripagare [7]. Ma questi mutui subprime ad alto rischio di insolvenza venivano inseriti in pacchetti azionari (i derivati) e immessi nel circolo finanziario. Erano null’altro che prodotti “tossici”. Quindi questi crediti non ripagati hanno avviato un effetto domino, che sta mandando gambe all’aria il sistema spregiudicato costruito anche su di loro. E oggi, quelli che si stracciano le vesti con il mantra del “Non potevamo immaginare”, sono gli stessi che per anni hanno giocato al monopoli con i soldi dei risparmiatori, ben consapevoli che quella bolla sarebbe scoppiata, e facendo un botto tremendo.


 

"Pensavo stessimo solo comprando una casa!"

Che dire invece dei governi? Come interpretare il comportamento degli USA, “un impero fondato sul debito”, che spendono cifre smisurate per le loro assurde guerre in giro per il mondo, contraendo debiti esorbitanti che certo sanno di non poter ripagare? E perché gli altri Stati accettano questa situazione?

Gli USA sono grandi esportatori di inflazione.
Il dollaro non vale più della carta igienica, eppure tutti accettano dollari negli scambi internazionali.
La realtà è che viviamo in un sistema falsato, in cui nulla ha più il valore che dovrebbe avere. La supremazia degli USA si basa fondamentalmente sul fatto che gli scambi nelle borse petrolifere vengono effettuati con i dollari: il petrolio è scambiato con dollari, non con euro o altre valute. Questo perché gli USA imposero quella condizione quando il dollaro aveva ancora un valore, e ora semplicemente bombardano quei paesi che vorrebbero vendere petrolio in cambio di euro [8]. Il dollaro ha l’apparenza di una moneta “valida” perché viene scambiato con petrolio, bene con un forte valore reale. Paesi come l’Arabia Saudita straripano letteralmente di dollari. E li spendono sui mercati occidentali: questi sono ben contenti di tutta quella valanga di denaro, che però non fa altro che peggiorare l’edulcorazione già presente nel sistema.
Un vero circolo vizioso, quindi, che non viene spezzato da nessuna delle parti in gioco perché tutti ci guadagnano. Tranne la gente comune, su cui sempre si fa ricadere il peso delle scellerate scelte dei governi.

La massa monetaria in circolazione a livello mondiale è totalmente scollata dalla quantità di beni reali prodotti (vd. grafico seguente). Una situazione del genere non può certo durare a lungo.

 

La moneta circolante nel mondo è cresciuta molto più che la produzione di beni

Tutti quei giochetti finanziari con cui per anni i vari operatori si sono “divertiti”, hanno portato all’attuale disastro, che secondo molti è stato scientemente preparato: qualcuno ha operato affinché oggi scoppiasse, con il massimo danno possibile, una crisi finanziaria planetaria.

 


 

La “bomba da un quadrilione di dollari” dei derivati: quella dei mutui subprime, in confronto, è una bazzecola (600 miliardi di dollari contro più di 1 milione di miliardi di dollari... cioè il 1760% del prodotto interno lordo mondiale)

Da un certo punto di vista è vero che molti bancari si sono trovati spiazzati (almeno non quelli ai massimi livelli che gestiscono il sistema, s’intende): in quei giochetti le banche per cui lavoravano non avevano nulla da temere: grosse compagnie assicuratrici, come AIG, erano nate apposta per coprire le spalle alle banche in caso di investimenti e operazioni negative. Era già accaduto, e le banche sono ricorse alle assicurazioni per non avere danni (un ottimo sistema per perpetuare questo gioco truccato, senz’altro).
Ma oggi assitiamo ad una cosa mai vista: una dopo l’altra, le grandi compagnie di assicurazioni bancarie sono fallite (sono state fatte fallire, per meglio dire).
Per capire meglio questo aspetto del meccanismo, parliamo brevemente dei CDS (Credit Default Swap), che sono strumenti derivati.

In sostanza, sono un sistema che permette alle banche finanziarie di comprare qualsiasi cosa sul mercato -recentemente per es. i mutui subprime- senza preoccuparsi del loro valore effettivo; in altre parole non importa più se una cosa ha valore realmente o no, perché i CDS garantiscono che una terza parte pagherà un’assicurazione se quelle aziende o quei bond perdono di valore per un default o anche solo per un downgrade delle agenzie di rating.
Ecco dunque il meccanismo perverso, secondo molti scientemente preparato e attuato: a differenza del passato, questa volta nel momento stesso in cui tutte le banche e tutte le istituzioni (persino i municipi) si sono esposte con i CDS, con lo scoppio della bolla le assicurazioni finanziarie falliscono misteriosamente a catena, lasciando banche e nazioni in debito di triliardi con qualcuno, che di fatto è ora in grado di ricattare l'intera economia mondiale. Ma in debito con chi? E a quale scopo? ---FINE PRIMA PARTE---

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Per le note vedere qui

 

--- SECONDA PARTE ---

 

Ci eravamo lasciati nella prima parte con una domanda sugli istituti di assicurazioni bancarie (potete leggere l'intero dossier a questo indirizzo o scaricarlo direttamente qui):

[...] nel momento stesso in cui tutte le banche e tutte le istituzioni (persino i municipi) si sono esposte con i CDS, con lo scoppio della bolla le assicurazioni finanziarie falliscono misteriosamente a catena, lasciando banche e nazioni in debito di triliardi con qualcuno, che di fatto è ora in grado di ricattare l'intera economia mondiale.
Ma in debito con chi? E a quale scopo?
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Entrano qui in gioco gli hedge fund: i contratti CDS, e i contratti derivati da questi come i CDO, non hanno un valore determinabile di per sè, per definirlo ci sono degli indici di rating. C'è una borsa di questi indici dove si può speculare su tale valore. E chi specula su questi indici? Gli hedge fund, molti dei quali sono controllati da famiglie come i Rothschild e i Morgan, che controllano da sole quasi tutto il sistema finanziario mondiale.
In pratica, le compagnie che assicuravano i CDS (come per esempio AIG, Ambac, MBIA, ACA, Monolines ecc.), nonostante avessero fatto bene i loro conti in vista dello scoppio della bolla immobiliare -che sapevano perfettamente sarebbe scoppiata- non potevano prevedere un attacco diretto degli hedge fund contro gli indici dei CDS. Hedge Fund come quelli di Soros o dei Rothschild sono soliti fare operazioni speculative in borsa bruciando miliardi con obiettivi politici e non di guadagno.

Quindi gli hedge funds fecero questo: dapprima si comprarono i CDS dei mutui subprime che le banche vendevano per crearsi liquidità, sicure perché erano assicurate da compagnie come AIG; poi andarono sul mercato degli indici e specularono al ribasso su quei CDS facendogli perdere di valore; questo fece saltare AIG e gli altri istituti finanziari che assicuravano le banche sui contratti CDS; le banche smisero di fare mutui sulle case, perché non si fidavano più dei CDS, e questo accelerò ancor più la caduta dei prezzi delle case, perché nessuno più le poteva comprare e la domanda scendeva a picco; tutto ciò aggravava ulteriormente lo stato di istituzioni come AIG che alla fine falliscono, e in un effetto domino trascinano con sè le banche; alla fine banche e intere nazioni sono indebitate con gli hedge fund per trilioni di dollari di CDS.

In sostanza, qualcuno ha dapprima fatto in modo che le banche facessero mutui a più gente possibile e senza il minimo controllo, sapendo benissimo che sarebbero andati per la maggior parte in default, essendo le banche sicure che grazie ai CDS sarebbero state coperte.
Poi è stato fatto in modo che aziende assicuratrici come AIG, che in passato avevano protetto dalle ricadute degli scoppi delle bolle, fossero messe in crisi e fallissero. Hanno scatenato un’orda di hedge fund pilotati per speculare sugli indici di rating dei CDS accelerando il fallimento di tali istituti assicuratori in modo che avvenisse proprio a ridosso delle elezioni. Quindi il sistema bancario si è trovato scoperto da tutti e due i lati: da una parte mutui senza valore e dall'altra assicurazioni che nessuno avrebbe mai pagato.

L’attuale crisi mondiale è stata scientificamente creata: l'andamento della bolla immobiliare non solo è stato previsto, ma è stato creato. [9]

A tal proposito, giova ricordare qui una lettera che abbiamo segnalato a suo tempo sul blog Nuovo Ordine Mondiale [10] e che trascrivo solo nei suoi punti salienti: la lettera è di Samuel Rothschild, che a giugno 2008 scriveva al Financial Times:
 

Il Credito crea denaro.
[...]
Comunque, visto che denaro e potere sono sinonimi, e visto che il potere dovrebbe essere concesso in modo selettivo, anche lo scopo del prestito merita considerazione.

Il recente "panico bancario" è stato autoinflitto.

I banchieri hanno abusato del loro privilegio di creazione del denaro.
[...]
Un dollaro sottovalutato ed una enorme liquidità, scatenata da un eccesso di prestiti bancari, hanno fornito la scusa per la bolla speculativa del petrolio, delle case, delle azioni e delle commodity.

Le bolle scoppiano.

La caduta dei prezzi minaccia le case, i mutui e l'intera struttura bancaria.
[...]
E' tempo di delimitare il privilegio dei banchieri della creazione del denaro.

 

Ripristinare il potere nelle mani dei pochi che tradizionalmente lo detenevano, ecco dunque la ricetta di mr. Rothschild. Una buona ricetta, secondo lui, soprattutto perché quando dice che il potere deve essere concesso in modo selettivo, intende dire che lui, con pochi altri amici, rientra nella categoria di chi avrebbe diritto a detenere quel potere. Concentrato, però. Quindi ancor più pericoloso.

Ma in tutto ciò, che cosa hanno fatto i grandi leader politici mondiali per affrontare questa crisi di proporzioni colossali?

Misteriosamente, dapprima si sono affrettati a dire alla gente che non era nulla di grave e che non bisognava preoccuparsi, poi hanno iniziato a dire che i nostri conti correnti “sono al sicuro, perché tanto c’è il fondo interbancario che li assicura” (come a dire: sì, sono a rischio, ma non ve lo diciamo apertamente), dopo di che hanno iniziato all’unisono a suonare le trombe della crisi globale e le grancasse della recessione. Termine -sia detto per inciso- che non veniva più pronunciato da decenni perché troppo “forte” alla percezione della gente, preferendo sostituirlo con altri termini più soft.
Ora gli stessi che fino a un mese fa rassicuravano sul fatto che “il peggio è passato”, parlano di recessione globale, di crisi profonda, di calo della domanda, invocando a gran voce un intervento a livello globale per riformare l’intero sistema finanziario.

Ed ecco finalmente la perla, la punta di diamante che emerge dall’oscurità del caos: la soluzione preparata per una crisi scientemente pianificata, soluzione offerta ai popoli del mondo come panacea per sanare un sistema finanziario corrotto.

Serve una soluzione globale a una crisi globale (termine adorato dal mondialista Gordon Brown, che infatti riesce a infarcire ogni suo discorso facendolo letteralmente straripare di “globalismi” [11] ).

Innanzitutto gli stati devono farsi carico delle perdite delle banche, tramite ricapitalizzazione delle stesse: in sostanza, la banca va in crisi e lo stato la salva (o meglio i nostri soldi la salvano). Peccato che uno stato che si accolla i debiti di una banca debba anche impegnarsi a restituire quei debiti: come? Facendo ricadere sui propri cittadini tutto il peso di una simile sciagurata decisione. Aumento delle tasse, tagli alla spesa sociale, inflazione, sono i mezzi principali con cui lo stato costringe i cittadini a sopportare l’onere delle proprie decisioni.

La ricetta classica degli stati per superare crisi di questo genere, ci dicono i soloni della politica e dell’economia, è “iniettare stimoli” sottoforma di nuova moneta, facendosi carico di errori, malagestione e speculazioni degli istituti finanziari, finanziando alcuni segmenti dell’industria e infine facendo partire grandi progetti infrastrutturali nel paese: in sostanza, i cittadini sono con le pezze al sedere, lo stato si accolla i debiti delle banche, la gente cerca di non spendere più del necessario, e la soluzione consisterebbe nel realizzare colossali infrastrutture con i soldi di quegli stessi cittadini che già se ne trovano pochi. [12]
Qualcosa non mi torna, ma nell’ottica dei soloni si tratta di un dovere imprescindibile: far ripartire l’economia, in un modo peraltro piuttosto deleterio.

La soluzione per sanare questa crisi dunque non starebbe nel ripensare da zero il sistema monetario ed economico, slegandolo innanzitutto da quelle tre bestie nere di cui abbiamo parlato all’inizio (fiat money, corso legale, riserva frazionaria), e poi dal gioco di speculazioni da quelle permesso. Non sia mai: meglio invece continuare sulle stesse fondamenta marce, soltanto dando una ripulita alla polvere superficiale. La gente paghi le nefandezze altrui e non se ne parli più. [13]

Anzi, diamo l’affondo finale: riformiamo l’intero sistema finanziario ed economico mondiale in modo da accentrare ancor più il potere nelle mani di pochi: innanzitutto promuoviamo l’idea della necessità di un coordinamento internazionale, che passi non più tra i singoli stati ma tra aggruppamenti di stati; poi potenziamo il potere degli organi di governo centrali e infine concentriamo le redini dell’intero sistema nelle mani di pochissime persone al vertice di questa piramide globale.

L’Europa unita è stato uno dei primi passi, seguiranno prestissimo altri poli di aggregazione: l’unione dei paesi nord-americani con l’accordo Nafta e la moneta unica amero; l’accordo Sadc per i paesi del sud-Africa; l’unione delle forze

petrolifere attorno all’Arabia Saudita; il Patto Andino per i paesi della costa occidentale del sud-America e il Mercosur per quelli della costa orientale.
Qualcuno prospetta anche un’ulteriore aggregazione tra Europa e Russia attraverso Germania e Francia (ci sono interessi nel settore energetico che giocano un ruolo preminente); o addirittura un patto USA-Cina per evitare il totale affondamento della (ormai ex) superpotenza mondiale statunitense [14].

Questi accordi di natura prevalentemente economica ripercorreranno presumibilmente l’iter toccato all’Europa: da un accordo economico tra singoli stati si è passati, senza ovviamente sentire il parere della gente, ad un’unione politica il cui potere sui cittadini è divenuto sempre più asfissiante e burocratico.

Accentrando in pochi grandi nuclei gli stati del mondo, si spiana la strada all’avvento del governo unico globale, idea dapprima sussurrata e oggi apertamente prospettata da una moltitudine di capi di stato, con il nome di Nuovo Ordine Mondiale.
 
 
2. A carte scoperte

Il percorso dunque sembra abbastanza chiaro, pur nel marasma di falsità elargite da banchieri e politici, e nella disinformazione imperante nei mass-media.

Qualcuno forse ha spinto gli eventi nella direzione di affossare la superpotenza USA? Almeno come primo gradino di un progetto più vasto.
Questa mia ipotesi si basa sia sulle modalità con cui si è innescata l’attuale crisi, spiegate in precedenza, sia su altri eventi e dinamiche storiche recenti, sia sulle dichiarazioni degli stessi politici, banchieri, operatori finanziari ai massimi livelli.
Il tracollo della potenza USA è annunciato ormai da tutti, il Washington Times ha parlato apertamente di bancarotta (evento assai rilevante); molti sussurrano che entro l’estate 2009 la superpotenza avrà un debito dalla cifra indicibile e non potrà più ripagare i suoi creditori (i principali detentori di titoli di debito estero USA sono: Giappone, Cina, Regno Unito, paesi esporatori di petrolio come Venezuela, Iran, Iraq, Arabia Saudita ed Emirati Arabi); il governo americano ha dichiarato di voler discutere la creazione di una “struttura di governo internazionale per i mercati finanziari”.

I leader politici di mezzo mondo hanno ultimamente iniziato a citare sempre più spesso e con disinvoltura il Nuovo Ordine Mondiale (il primo politico ad annunciarlo apertamente fu Bush senior in un discorso del 1991); esistono istituzioni come il Council on Foreign Relations (CFR) dichiaratamente dedicate a destabilizzare gli stati nazionali e alla creazione di un governo unico globale, mentre gruppi come il Bilderberg costituiscono momenti in cui decisioni dall’alto vengono fatte passare agli esecutori materiali più in basso nella scala gerarchica (politici, rappresentanti del sistema finanziario ed economico, capi d’industria e giornalisti).
L'Onu ha rappresentato un primo passo verso questo obiettivo (la sua nascita è un’idea della stessa élite che ha creato il CFR e altri enti mondialisti, élite in cui ricorrono nomi come quello dei Rothschild). Ma alla centralizzazione del potere politico deve accompagnarsi la centralizzazione del potere economico, per questo da tempo si sta operando per accentrare anche il controllo finanziario e monetario. L’attuale crisi e il discorso del 13 ottobre 2008 di Gordon Brown confermano che tale obiettivo è vicino [15].

Le dichiarazioni in tal senso sono innumerevoli, per cui ne ripoterò soltanto un assaggio, invitando a una ricerca più approfondita chi stia pensando che tutto ciò non sia solo fantasia.

Sul progetto di un nuovo ordine mondiale:
 

"Che lo si voglia o no avremo un governo mondiale. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito col consenso o con la forza"
James Paul Warburg, banchiere, 17 febbraio 1950, in un discorso al senato americano.

"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fa accadere gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto"
Nicholas Murray Butler, membro del Council on Foreign Relations (CFR).

"In politica nulla accade per caso. Ogni qualvolta accade un avvenimento, si può star certi che era stato previsto che si svolgesse in quel modo"
Franklin D. Roosvelt, presidente USA, massone (33° grado del Rito Scozzese), membro della Pilgrim Society e del CFR.

"Per unire il popolo americano al seguito di George W. Bush, non riesco ad immaginare nulla di meglio di un attacco terrorista su di un obiettivo americano, dall'esterno"
Henry Kissinger, 2000.

Siamo sull'orlo di una trasformazione globale. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la "giusta" crisi globale e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale.
David Rockefeller.

"Se l'agenda del Nuovo Ordine Mondiale non viene realizzata tramite gli attacchi terroristici all'America e se gli americani non accettano di deporre le loro armi e di cedere la loro sovranità al Nuovo Ordine Mondiale, il prossimo attacco sarà una guerra chimica, biologica e/o nucleare contro il popolo americano. Gli architetti del Nuovo Ordine Mondiale non esiteranno a usare come ultima risorsa una bomba atomica o all'idrogeno su una delle maggiori città americane"
New York Times, 24 settembre 2001.

"Oggi gli americani si sentirebbero oltraggiati se le truppe delle Nazioni Unite entrassero a Los Angeles per ristabilire l'ordine; domani essi ne saranno grati. Ciò è particolarmente vero se alla gente viene detto che c'è un pericolo esterno imminente, vero o inventato che sia, che minaccia le loro stesse vite. Allora tutti i popoli pregheranno i propri leaders perché li proteggano da questo demone. L'unica cosa che ogni uomo teme è l’ignoto. Quando questo scenario si presenta si rinuncia volentieri ai propri diritti in cambio della garanzia del proprio benessere concessa dal Governo Mondiale"
Henry Kissinger in un discorso durante un incontro del gruppo Bilderberg a Evian, Francia, 21 maggio 1992. All'insaputa di Kissinger, il suo discorso fu registrato da un delegato svizzero durante il meeting.

"Andremo insieme verso questo nuovo ordine mondiale. E nessuno, insisto, nessuno potrà opporsi"
Nicolas Sarkozy, 16 gennaio 2009, in un discorso all'Eliseo.
 


Finanza, economia e nuovo ordine mondiale:
 

“Abbiamo bisogno di un nuovo ordine finanziario mondiale”
Barroso, ottobre 2008

“...ecco perché ho paura del fatto che stiano facendo passare questa idea di un’unica banca centrale mondiale”
Ron Paul intervistato da Alex Jones, ottobre 2008

“Se la gente capisse la natura del nostro sistema monetario e creditizio, credo che avremmo una rivoluzione entro domani mattina"
Henry Ford


Propaganda:

"L'individuo è in difficoltà quando viene a trovarsi faccia a faccia con una cospirazione così enorme che non può credere che esista"
Edgar Hoover, ex direttore dell'FBI.

"Le grandi masse di gente cadranno più facilmente vittime di una grande bugia piuttosto che di una piccola. Particolarmente se la bugia viene ripetuta spesso"
Adolf Hitler.

"Tutta la propaganda deve essere così popolare e a un tale livello intellettuale, che anche il più stupido di quelli a cui è diretta la recepirà... Tramite l'applicazione intelligente e costante della propaganda, la gente può essere spinta a vedere il paradiso come inferno, e anche nel senso opposto, considerare la condizione di vita più miserevole come paradiso"
Adolf Hitler.

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Per le note vedere qui

 

--- TERZA PARTE ---

 

3. Signore e signori, il nuovo ordine mondiale

Gli stati si sono accollati l’onere di tappare i buchi creati da banche e altri istituti finanziari, e questo onere pesantissimo ricadrà interamente sui cittadini. Ben difficilmente gli stati potranno uscire da soli dal pozzo senza fondo di debito che si sono accollati: diventa così necessario l’intervento di un organo decisionale centrale, che coordini un’azione a livello mondiale.
I capi di stato continuano a ripetere che è un problema globale e quindi c’è bisogno di una soluzione globale (slogan imparato a memoria per esempio da Sarkozy, che non smette di ripeterlo, memore degli insegnamenti sulla propaganda di Bernays ripresi anche da Gobbels).

Benvenuti nell’unica economia mondiale.
A breve seguirà l’unica valuta mondiale (presumibilmente solo elettronica, per sottrarre alla gente anche l’ultimo tipo di controllo sul proprio denaro): molti governi di tutto il mondo, tra cui la Cina, hanno richiesto una nuova moneta unica mondiale [16].
Recentemente, la Gran Bretagna ha evitato per un soffio il tracollo totale del sistema bancario ed economico, e pare si appresti ad entrare nell’area euro [17].
Probabilmente, quando il dollaro verrà mostrato per quello che già è, carta straccia senza valore, si innescherà un meccanismo simile, che porterà all’aggregazione nell’unica moneta americana, l’amero. Si tratta sempre di una sorta di “nuclei di condensazione” attorno a cui organizzare super-stati in vista dell’unica governance mondiale.

Recentemente i TG hanno assunto sempre più i toni allarmistici della recessione. Sembrerebbe strano, visto che fino a pochi giorni prima si davano un gran da fare per dare risonanza alle parole tranquillizzanti di politici e banchieri. Ma forse non è così strano. I mass-media non parlano mai con bocca propria, ma sempre imbeccati a dovere.
La strategia classica per il controllo delle masse è sempre stata quella di creare una costante percezione di pericolo, perché gli esseri umani in questo stato "concedono maggiore potere ai leader". E’ tutta questione di percezione. Semplice, lineare, efficace.
I media trasmettono costantemente notizie di furti, rapine, aggressioni, sciagure, incidenti. In questo modo la gente emotivamente è in uno stato di “perenne guerra”, una percezione di perenne insicurezza che spinge ad accettare qualunque decisione governativa nella speranza che l’insicurezza cessi.
La strategia in questo caso quindi si innesta su quella classica: sfruttare l’attuale crisi per condizionare la gente attraverso il panico. Ma la situazione attuale va ben oltre questa “ricetta classica”. Questa volta non è la manipolazione della massa l’obiettivo primario: si tratta di condizionare le classi dirigenti, che notoriamente non si spaventano facilmente, a meno che non vedano i propri soldi sparire improvvisamente nel nulla. Per creare un cambiamento globale e imporre “una nuova Bretton Woods” che centralizzasse il controllo finanziario, era necessario un vero cataclisma, una crisi di dimensioni epocali che mettesse tutti i vertici in ginocchio. E nel 1995, con un nuovo strumento finanziario costruito ad hoc -i CDS- e una deregolamentazione del settore immobiliare, è stata creata.
Il cataclisma è stato annunciato alle classi dirigenti con il crollo di Lehman Brothers, un istituto che poteva essere salvato ma è stato fatto deliberatamente fallire. Questo primo botto ha dato la scossa al sisma che si sarebbe scatenato di lì a poco. Giusto per far capire a chi aveva i mezzi per farlo, la portata di ciò che sarebbe accaduto.

Il fatto che il 20 gennaio (data di insediamento del presidente alla casa bianca) Obama si troverà a fronteggiare una crisi di tale portata, è dovuto al fatto che la transizione da un controllo USA indiretto sull'economia mondiale tramite il dollaro, che comunque lasciava spazio di manovra e indipendenza sulle politiche finanziarie interne (come ad esempio svalutare la propria moneta per ridurre debiti) a un controllo diretto di un ente sovranazionale (che sicuramente regolamenterà il mercato monetario tramite un paniere prefissato di monete e toglierà agli stati il diritto di svalutare arbitrariamente la propria moneta) non sarà indolore.

Il controllo del mondo tramite una sola moneta di un solo paese non potrebbe durare a lungo. L'uso di una sola moneta produce inevitabilmente l'effetto di una dislocazione dell'industria, di una separazione tra produzione e consumo: il paese che produce moneta tende a divenire sempre più consumatore, mentre i paesi che la importano diventano sempre più produttori, fino a mandare in crisi il paese che produce moneta, come infatti è accaduto agli USA.
Fin dai tempi di Reagan si sapeva che ad un certo punto gli USA sarebbero finiti, e che altri stati avrebbero avanzato la pretesa di usare la loro moneta come moneta di riferimento. Ed ecco perché l’élite al potere doveva fare in modo che quando questo fosse successo, si sarebbe scatenata una tale crisi da rendere impossibile per singoli paesi ereditare in modo naturale lo scettro del controllo monetario. Era necessaria una crisi globale che obbligasse gli stati ad accettare una soluzione globale. [18]

Non dimentichiamo infine che l’unico governo mondiale dovrà avere anche il suo esercito mondiale: anch’esso, come per l’ONU, già abbozzato con la nascita della NATO (primo passo da cui far sorgere un nuovo corpo di polizia internazionale), e ancora con la costituzione europea (trattato anzi, in modo da evitare l’obbligo di sottoporlo ai cittadini dei singoli stati per l’approvazione), che prospetta la nascita di un esercito europeo unico.

A tale proposito vorrei almeno accennare a una serie di fatti inquietanti che si stanno succedendo a ritmo sostenuto da qualche mese in terra statunitense: la costruzione di veri e propri “campi di detenzione/concentramento” in tutti gli USA, destinati a contenere cittadini in rivolta; la preparazione di sacerdoti con appositi “corsi” perché a tempo debito invitino la gente dai loro pulpiti a seguire senza proteste le disposizioni del governo; l’ordinazione da parte della FEMA di centinaia di migliaia di contenitori in plastica resistente per bare; la predisposizione di corsi per reduci dell’Iraq per abituarli alla possibilità che un giorno potranno trovarsi a sparare ai propri familiari; il rimpatrio di interi contingenti dal Medio Oriente e la loro dislocazione sul suolo americano; l’attivazione da parte di Bush della 1st Brigade Combat Team, per azioni di contenimento di disordini nazionali; l’elezione di un nuovo presidente giovane e di colore, che si è fatto amare a suon di slogan e sorrisi, a cui probabilmente toccherà l’ingrato compito di traghettare il popolo americano verso il nuovo ordine mondiale, assumendosi l’onere di far accettare decisioni governative liberticide, ed eventualmente di sedare ogni focolaio di rivolta che si presenterà.

Siamo giunti al termine di questo lungo -ma spero interessante- articolo sulla crisi finanziaria e i suoi legami con il progetto per un Nuovo Ordine Mondiale.

Durante la stesura di questo scritto, molte cose sono avvenute, parecchie dichiarazioni di politici ed economisti sono cambiate con una rapidità e una capacità di voltagabbana piuttosto sorprendenti (ma è il loro mestiere, dopotutto).
Un mutamento interessante è quello relativo all’uso della terminologia “Nuovo Ordine Mondiale”: se infatti fino a un paio di anni fa, chi ne parlava veniva preso per pazzo/visionario/complottista e quant’altro possa suggerire la mente, ultimamente sono sempre più i politici che infilano questa precisa terminologia nei loro discorsi (Tremonti ne è un esempio lampante). Con non-chalance, come fosse una cosa scontata conosciuta da tutti che non ha nemmeno bisogno di spiegazioni.

Una moneta unica, elettronica (fate caso a quanta pubblicità stanno mandando in onda per convincere gli italiani ad usare di più le carte di credito...); un governo unico, imposto con la violenza dell’unica forza del (dis)ordine globale; una religione unica, sorta di sincretismo neo-ecologista, neo-pagano e pseudo-esoterico che periodicamente spopola nelle moderne società occidentali.

Come dicono diversi ricercatori, il nuovo ordine mondiale ci vuole tutti rimbambiti allo stesso modo, passivi e sempre proni ad accettare qualunque decisione dall’alto venga imposta.

La propaganda sfrutta le conoscenze nel campo della psicologia delle folle. Ogniqualvolta si passa a parlare di massa e non già di insieme o comunità di individui, ci si infila nel campo minato della psicologia delle folle, dove non ci sono più persone distinte ma un ammasso spersonalizzato su cui si sono focalizzati decenni di studi.

Orwell nelle sue opere 1984 e La fattoria degli animali aveva previsto bene il futuro che si stava dipanando e che si sarebbe concretizzato nel nostro presente. Ma non era un indovino, quanto un attento osservatore degli eventi e delle tendenze in atto, che ha unito i diversi elementi a sua disposizione per delineare i probabili sviluppi della storia.

Anche Aldous Huxley ha scritto opere sul possibile futuro della società (per esempio Il mondo nuovo). A differenza di Orwell però, che immaginava una società schiavizzata con la violenza da un Grande Fratello tiranno, Huxley concepisce un mondo in cui le persone sono ugualmente schiave, ma non solo non ne sono consapevoli ma addirittura difendono quel tipo di sistema. Programmati fin dalla nascita ad occupare un certo ruolo nella società (avete mai sentito parlare di microchip sottocutanei? [19] ), crescono amando la loro schiavitù, rimbambiti dai divertimenti, ripetendo gli slogan che erano stati impressi alla nascita, inconsapevoli della storia della nascita di quel mondo nuovo in cui esiste un unico Stato.

Sembra fantascienza?
Beh... Guardiamoci un po’ attorno.

Eugenetica, controllo mentale, programmazione ipnopedica, antidepressivi come caramelle, propaganda, restrizione della libertà, dittatura mascherata da buon governo (“questo è il migliore dei sistemi possibili”)...

Aldous Huxley sapeva di cosa parlava: conosceva fin troppo bene il pensiero e i propositi di alcuni esponenti della famiglia Huxley, una delle più influenti dinastie inglesi. Conosceva i progetti di controllo che si stavano portando avanti, la propensione per l’eugenetica, il malthusianesimo, la depopolazione; semplicemente nei suoi scritti annunciava ciò che era in preparazione.

"Ci sarà, nella prossima generazione o quasi, un metodo farmacologico che farà in modo che gli uomini amino la loro servitù, e produrrà una dittatura senza lacrime, in modo che la gente si vedrà di fatto le proprie libertà portate via, però ne sarà felice, perché sarà allontanata da ogni desiderio di ribellarsi dalla propaganda o dal lavaggio del cervello, o da un lavaggio del cervello attuato per mezzo di metodi farmacologici.
 E questa sarà l’ultima rivoluzione."
Aldous Huxley, discorso alla California Medical School, San Francisco, 1961. [20]

Tutto ciò con buona pace delle pecore, pardon, dei cittadini mondiali.
Ma, un momento... Cosa significa dunque tutto ciò, cosa aspettarci nel breve e lungo periodo, per quanto riguarda il lato economico di tutta questa storia?
Il problema principale nell'attuale crisi economica, secondo i vari “super-esperti” che pontificano dai mass-media --soloni dell’economia a libropaga dello Stato-- sembra essere la deflazione.
E per debellare questo biblico flagello, le rotative delle banche centrali stanno stampando soldi a ritmi sempre più serrati.
Ma è proprio questo il problema: e tenendo conto di tutto ciò che avete appena letto sui meccanismi fondanti dell’attuale sistema monetario ed economico, non vi sarà difficile capirne il motivo.
Però vi consiglio comunque di leggete l’illuminante articolo di Gary North “Inflazione o deflazione?” [21] disponibile in italiano a questo indirizzo:
http://gongoro.blogspot.com/2009/02/inflazione-o-deflazione.html

 

Per una efficace definizione di “inflazione”, si consiglia un viaggio d’istruzione in Zimbabwe.

 

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Per le note vedere qui

 

FINE

 

 

APPROFONDIMENTO VIDEO

PROVE DELL'INFILTRAZIONE DEGLI

 ILLUMINATI IN VATICANO