VERSO UN GOVERNO MONDIALE COME
SOLUZIONE ALLA CRISI ECONOMICA?
ECCO PERCHÉ NON SONO D'ACCORDO COL DOCUMENTO DEL
PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE
PROVE DELL'INFILTRAZIONE DEGLI ILLUMINATI
IN VATICANO IN "APPROFONDIMENTO"
(a cura di Claudio Prandini)
Strana somiglianza tra la Torre di Babele di
Brueghel e il parlamento europeo
Vaticano e New World Order
Il documento emesso dal pontificio consiglio della giustizia e della pace (vedi qui) dal titolo: “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale“ lascia molto l’amaro in bocca. Apparentemente è mosso da nobili principi, e cioè quelli riassunti nella prefazione: “la Chiesa, lungi dal pretendere minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati, “non ha di mira che un unico scopo: continuare, sotto l’impulso dello Spirito consolatore, la stessa opera del Cristo, venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità, per salvare, non per condannare, per servire, non per essere servito”»
Peccato che poi, sia nel titolo, che nel contenuto, il documento sia una esortazione ad un governo mondiale come soluzione dei problemi derivanti dalla crisi economico-finanziaria mondiale. Già sarebbe stato da criticare se fosse stato di provenienza laica, cioè se un qualunque partito o movimento politico lo avesse proposto (e spiego dopo perchè sono contrario alla globalizzazione (*)): ma che venga dalla Chiesa di Cristo, questo no, proprio non lo riesco a mandar giù.
Ad esempio:
vengono citati tutti gli ultimi papi e le loro encicliche: da Giovanni XIII, a Paolo VI, Giovanni Paolo I (sì, anche lui sono riusciti a metterci dentro, il papa c+++++he voleva eliminare la massoneria dalla chiesa, con mandato “terminato” a soli 33 giorni dall’elezione), Giovanni Paolo II, Benedetto XVI; ma non c’è una citazione di Gesù! Forse che è già diventato obsoleto?
Il cardinal Caffarra, nell’omelia della messa per il V anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Benedetto XVI aveva detto: “È intrinseco alla testimonianza cristiana lo scontro coi poteri di questo mondo. ” Bello. Condivisibile. Molto “cristiano” (da chi infatti è stato messo a morte Gesù?) E questi? L’unica soluzione che riescono ad immaginare è una ulteriore delega di potere, ancora più centrale, ancora più forte, che deve governare il mondo per la risoluzione dei problemi che si sono venuti a creare (chissà? Magari creati apposta per poi giustificare tale “autorità mondiale” che ci viene a salvare?). Ma sulla Bibbia non c’è scritto “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo?” (Ger, 17, 5-6) E poi l’esperienza insegna, ad esempio con la comunità europea, che il governo centrale delle nazioni, oltre a rinnegare le radici cristiane dei popoli, ha imposto normative a favore dell’aborto agli stati membri. Sulla base di quale esperienza si crede che una ulteriore delega di autorità ad un governo mondiale potrebbe agevolare un ritorno ai valori cristiani?
In 12 pagine di analisi e soluzioni proposte, non una, dico una volta, viene accennato al tema della creazione del denaro da parte di enti privati (signoraggio primario) o alla creazione di inflazione col meccanismo della riserva frazionaria (signoraggio secondario). Eppure non credo che a tali menti illuminate anche dalla luce dello Spirito Santo manchino gli elementi per comprendere tali meccanismi perversi. Solo un accenno a pag.3: “Ma in materia monetaria e finanziaria le dinamiche sono diverse. Negli ultimi decenni sono state le banche ad estendere il credito, il quale ha generato moneta, che a sua volta ha sollecitato un’ulteriore espansione del credito. Il sistema economico è stato in tale maniera spinto verso una spirale inflazionistica che inevitabilmente ha trovato un limite nel rischio sostenibile per gli istituti di credito, sottoposti ad un pericolo ulteriore di fallimento, con conseguenze negative per l’intero sistema economico e finanziario.” Capito? Loro sanno bene che la creazione incontrollata di denaro è la causa del problema, ma la soluzione prospettata rimane quella dell’unico governo mondiale.
In 12 pagine di parole non trovate una volta la parola USURA. Ma non era quella la causa dei mali, tanto che in antichità era vietata (guadagnare denaro dal denaro), tanto che gli unici che si erano arrogati questa attività erano gli ebrei? E adesso? Se era un male allora, oggi, con internet, i computer, e l’informatizzazione che permette di creare e muovere capitali al semplice clic di un mouse le cose non sono molto peggio?
L’episodio della torre di Babele viene citato, a mio avviso, a sproposito. “La Bibbia, con il racconto della Torre di Babele (Genesi 11,1-9) avverte come la « diversità » dei popoli possa trasformarsi in veicolo di egoismo e strumento di divisione. ” Ma come? La diversità dei popoli, le lingue diverse, non erano state un castigo di Dio per gli uomini che, riponendo troppa fiducia nella loro capacità di auto-organizzarsi, pensavano di potersi sostituire al loro stesso Creatore? E qui, proprio loro che suggeriscono un’organizzazione mondiale per risolvere i problemi dell’umanità, riprendono lo stesso episodio a supporto della loro teoria? (“il riferimento ad un’Autorità mondiale diviene l’unico orizzonte compatibile con le nuove realtà del nostro tempo e con i bisogni della specie umana”);
Evidentemente la scalata al Cielo che gli uomini volevano operare con la Torre di Babele non piacque a Dio, che voleva invece una scalata di tipo spirituale, interiore. Gesù mi sembra sia stato molto più attento al prossimo, al cuore dell’uomo, che alla dottrina sociale, alle politiche, alle riforme. Oltre al famoso episodio della moneta, quando disse “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che di Dio“, non dimentichiamo che ad un certo punto i suoi discepoli, anche appoggiati da potenti del tempo, volevano prenderlo per farlo re, ma lui sfuggì loro. Non era questo il suo Regno, come disse in seguito a Pilato. In questo documento invece mi sembra che la religione si offra come un instrumentum regni, stampella di supporto a quel potere che vuole controllare e dominare l’intera umanità il quale potere, come confermato dal Tentatore a Gesù (“Tutti i regni di questo mondo mi appartengono“) è ispirato e votato all’inquilino del piano di sotto. D’altra parte lo stesso Gesù ha definito Lucifero “il principe di questo mondo“. E questi(**) invocano un principe ancora più forte, con maggiori poteri?
Ecco i motivi della mia delusione.
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(*) sono contrario alla globalizzazione perchè ritengo che la distanza fra governo dei cittadini e cittadini stessi debba essere la minore possibile. Io voglio un “governo” di quartiere, di via, di condominio. Non voglio che chi amministra la cosa pubblica stia dall’altra parte del mondo, non poterlo conoscere, incontrare, discuterci insieme. I problemi sono affrontati meglio da chi li conosce direttamente: come può la comunità europea legiferare correttamente sulla misura delle reti da pesca dei pescatori di Chioggia? In generale l’aumento delle distanze aumenta le possibilità di inserimento di truffe, imbrogli, alterazioni. Pensate al contadino che produce il latte per la sua comunità. Se chi beve il suo latte sono i vicini, si permetterà di darglielo adulterato? No, nella piccola comunità la faccia, la reputazione sono tutto. Ma se vendo il mio latte dall’altra parte del mondo, protetto da una facciata di un brand, che magari in caso di scandalo o disastro cambierà il nome e l’amministratore delegato e tutto continuerà come prima (da Bhopal al Talidomide è sempre andata così), posso fare qualunque nefandezza. La distanza permette il prosperare di una economia guidata solo dalla logica del profitto, e si apre la porta ai peggiori comportamenti.
E questo (piccolo, locale è bello) è un modello da applicare nei vari settori: politico, fiscale, sanitario, scuola, ricerca, energia (produzione locale e autonomia, non grandi centrali e grandi reti di distribuzione).
(**) Dico “questi” perché questo documento non è di emissione papale, come un’enciclica, ma del pontificio consiglio della giustizia e della pace.
Solo ipotizzando l'infiltrazione della massoneria in Vaticano si può capire la ragione
del documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace in questione.
Sommario:
1. Esportatori di democrazia... no, di inflazione
2. A carte scoperte
3. Signore e signori, il Nuovo Ordine Mondiale
--- PRIMA PARTE ---
Esportatori di democrazia... no, di inflazione
Questa crisi era inevitabile? Gli Stati
Uniti ne sono responsabili? Stanno davvero risolvendo questa crisi, o piuttosto
dobbiamo aspettarci che qualche potenza affondi? Ma gli USA non erano i
dominatori del mondo? Com’è che si ritrovano con le pezze al sedere?
Queste domande sono tutt’altro che oziose, pur (o meglio, a maggior ragione)
nell’attuale clima di incertezza in cui la gente vuole sapere solo cosa fare dei
propri risparmi. Ma per arrivare ad avere una qualche risposta concreta, bisogna
partire dall’inizio e capire come si è prodotta questa situazione.
Se diamo ascolto ai guru dell’economia, ai dirigenti delle banche, ai ministri
del tesoro e capi di stato, potremmo farci l’idea che nessuno in realtà sappia
da dove venga l’attuale crisi, che sia tipico del “sistema capitalista” questo
ciclo di recessioni e boom economici, che gli stessi operatori siano stati colti
di sorpresa dalla crisi, che nessuno poteva
immaginare... che insomma l’origine vera è un gran mistero.
Lungi dall’esserlo, si tratta invece di una causa piuttosto chiara, almeno nei
suoi tratti essenziali: la crisi era inevitabile innanzitutto perché l’intero
sistema poggia su basi traballanti, che non possono farlo durare a lungo.
Questi “piedi d’argilla” dell’economia mondiale sono in sostanza:
A. Creazione di denaro dal nulla
B. Corso legale
C. Riserva frazionaria
Spiegherò brevemente questi tre concetti base, mentre suggerisco la lettura
degli articoli contenuti nelle Note per i necessari approfondimenti [1].
A. Creazione di denaro dal nulla (anche
detta “magica stampante”)
Si stampano banconote che sono vera e propria carta straccia, perché non hanno
alcun bene reale a garanzia del loro valore. Semplicemente, sono foglietti a cui
si attribuisce un certo valore e si crede che valgano davvero la cifra impressa
sulla carta.
Una volta, ogni banconota aveva un corrispettivo
d’oro che la garantiva, in modo che non si potesse stampare soldi a
piacimento (almeno teoricamente, poi si può sempre infrangere la legge,
impunemente se chi lo fa è al potere): c’era cioè un limite, e questo era dato
dalla disponibilità reale di metalli rari
e preziosi.
A più riprese questa convertibilità
banconota-oro è stata sospesa da vari governi, soprattutto per fare
guerre (che richiedono letteralmente una montagna di denaro).
L’ultima volta che è stata presa una simile decisione, però, anziché essere
temporanea è divenuta permanente (proprio come la “guerra permanente” al
terrorismo). E’ il 1971: il presidente
USA Nixon, per salvare il suo paese dalla bancarotta, annuncia la sospensione
totale della convertibilità dollaro-oro, che stiamo pagando ancor oggi [2].
Bene, anzi male: da allora è lecito stampare soldi a piacimento con la “magica
stampante”, senza ritegno. Che significa? Che si può immettere nel sistema una
quantità spropositata, virtualmente illimitata,
di banconote, del tutto legalmente: una quantità slegata dai beni reali in
circolazione. Ma l’aumento della massa monetaria in circolo ha un nome ben
preciso: inflazione [3].
Dunque si tratta di una truffa legalizzata.
Ma se le attuali banconote sono carta straccia, com’è che le usiamo? Com’è che
la gente ci pensa due volte prima di bruciare una banconota da 50 euro? Queste
ragionevoli domande trovano risposta nel secondo fattore, che alla loro
ragionevolezza oppone tutta l’assurdità del sistema.
B. Corso legale (o corso forzoso)
Lo Stato obbliga i suoi cittadini ad usare esclusivamente le banconote da esso
approvate (da noi gli euro), anche se create dal nulla: è il meccanismo detto “fiat
money”. In sostanza abbiamo in mano pezzi di carta colorata senza alcun
valore, ma siamo costretti a credere che questi foglietti abbiano davvero un
valore e siamo obbligati ad accettarli e usarli,
cioè a scambiare beni reali con quei foglietti colorati.
La gente non brucia le banconote, perché crede
che valgano quanto scritto su di esse: pensa
“Non posso bruciare questa banconota, vale 100 euro!” quando
materialmente quel foglietto vale circa 3 centesimi di euro.
E’ un sistema basato sulla fiducia (ma sarebbe più attinente dire sulla fede):
la banconota ha valore nel momento in cui si crede che ne abbia, anche se essa è
svincolata da qualunque garanzia di avere realmente quel valore. Ma anche nel
caso in cui la gente si renda conto che ciò che ha in mano è solo carta
colorata, resta incastrata comunque nel sistema, perché lo Stato obbliga tutti
ad usare quei foglietti.
Ma non è finita: c’è un terzo meccanismo, che assieme ai primi due costituisce i
piedi d’argilla del gigantesco mostro monetario attuale.
C. Riserva frazionaria
Ovvero un altro astuto modo per creare denaro dal nulla. In poche parole, il
sistema bancario può -anzi deve, essendo stabilito per legge- detenere solo una
piccola parte dei depositi dei correntisti, utilizzandone una buona parte per
creare credito (cioè moltiplicando magicamente
il denaro esistente) [4]. Lo Stato stabilisce una riserva minima da
detenere e le banche devono tenere una quantità di denaro non inferiore ad essa.
In sostanza, se tutti noi volessimo ritirare i soldi che abbiamo depositato sui
nostri conti corrente, la banca ci direbbe “niet”:
non li hanno, anche se io li avevo
materialmente depositati, perché buona parte dei
miei risparmi è stata usata per fare credito ad altre persone. Questo
concetto astuto e subdolo, che la banca si guarda bene dal rivelarci quando
apriamo un conto, fa in modo che si crei dal nulla ulteriore denaro, come
semplici bit su uno schermo di computer. Nulla di più semplice.
Ma in questo modo si rafforza il danno già prodotto tramite fiat money, cioè si
costruisce un sistema destinato all’inflazione perenne.
Inoltre, se tutti nello stesso giorno andassimo a ritirare i soldi dai nostri
conti correnti, le banche fallirebbero
all’istante per insolvenza (come già accaduto, peraltro).
Non è un caso che dal 2003 la FED (Federal Reserve, cioè la banca centrale statunitense) si rifiuti di rendere pubblico un importantissimo valore, l’M3, cioè un dato relativo alla massa monetaria in circolazione. Ci sono statistiche non ufficiali sull’M3 [5], di cui il grafico sottostante è un esempio. La massa monetaria è completamente scollegata dai beni reali esistenti, c’è uno scollamento imponente tra l’economia reale e i dollari prodotti dalla FED.
Su queste basi si può ben capire come il
sistema non possa durare a lungo: ogni volta si ricorre ad astuzie, sotterfugi,
trucchi di vario genere pur di mantenere in vita quel che è in realtà un
cadavere, rimandando così lo sfascio dell’intero sistema. Ma
rimandare significa solo aggravare il botto che
farà quando scoppierà. Lo stiamo vedendo proprio ora.
A questi “piedi d’argilla” bisogna poi aggiungere altri elementi per capire
l’attuale crisi finanziaria: in particolare il comportamento dei governi e le
speculazioni degli operatori finanziari su derivati e altri prodotti [6].
Il secondo elemento è presto detto, almeno nel suo nocciolo: il “credito
facile” erogato dalle banche ha fatto sì che molti accedessero a mutui
che poi non hanno potuto ripagare [7]. Ma questi
mutui subprime ad alto rischio di insolvenza venivano inseriti in
pacchetti azionari (i derivati) e immessi
nel circolo finanziario. Erano null’altro che prodotti “tossici”. Quindi questi
crediti non ripagati hanno avviato un effetto domino, che sta mandando gambe
all’aria il sistema spregiudicato costruito anche su di loro. E oggi, quelli che
si stracciano le vesti con il mantra del “Non
potevamo immaginare”, sono gli stessi che per anni hanno giocato al
monopoli con i soldi dei risparmiatori, ben consapevoli che quella bolla sarebbe
scoppiata, e facendo un botto tremendo.
Che dire invece dei governi? Come
interpretare il comportamento degli USA, “un impero fondato sul debito”, che
spendono cifre smisurate per le loro assurde guerre in giro per il mondo,
contraendo debiti esorbitanti che certo sanno di
non poter ripagare? E perché gli altri Stati accettano questa situazione?
Gli USA sono grandi esportatori di inflazione.
Il dollaro non vale più della carta igienica, eppure tutti accettano dollari
negli scambi internazionali.
La realtà è che viviamo in un sistema falsato,
in cui nulla ha più il valore che dovrebbe avere. La supremazia degli USA si
basa fondamentalmente sul fatto che gli scambi nelle
borse petrolifere vengono effettuati con
i dollari: il petrolio è scambiato con dollari, non con euro o altre valute.
Questo perché gli USA imposero quella condizione quando il dollaro aveva ancora
un valore, e ora semplicemente bombardano quei paesi che vorrebbero vendere
petrolio in cambio di euro [8]. Il dollaro ha l’apparenza di una moneta “valida”
perché viene scambiato con petrolio, bene con un
forte valore reale. Paesi come l’Arabia Saudita straripano letteralmente
di dollari. E li spendono sui mercati occidentali: questi sono ben contenti di
tutta quella valanga di denaro, che però
non fa altro che peggiorare l’edulcorazione già presente nel sistema.
Un vero circolo vizioso, quindi, che non
viene spezzato da nessuna delle parti in gioco perché tutti ci guadagnano.
Tranne la gente comune, su cui sempre si fa ricadere il peso delle scellerate
scelte dei governi.
La massa monetaria in circolazione a
livello mondiale è totalmente scollata dalla
quantità di beni reali prodotti (vd. grafico seguente). Una situazione
del genere non può certo durare a lungo.
Tutti quei giochetti finanziari con cui per anni i vari operatori si sono “divertiti”, hanno portato all’attuale disastro, che secondo molti è stato scientemente preparato: qualcuno ha operato affinché oggi scoppiasse, con il massimo danno possibile, una crisi finanziaria planetaria.
Da un certo punto di vista è vero che
molti bancari si sono trovati spiazzati (almeno non quelli ai massimi livelli
che gestiscono il sistema, s’intende): in quei giochetti le banche per cui
lavoravano non avevano nulla da temere: grosse
compagnie assicuratrici, come AIG, erano nate apposta per coprire le
spalle alle banche in caso di investimenti e operazioni negative. Era già
accaduto, e le banche sono ricorse alle assicurazioni per non avere danni (un
ottimo sistema per perpetuare questo gioco truccato, senz’altro).
Ma oggi assitiamo ad una cosa mai vista: una dopo l’altra, le grandi compagnie
di assicurazioni bancarie sono fallite (sono
state fatte fallire, per meglio dire).
Per capire meglio questo aspetto del meccanismo, parliamo brevemente dei
CDS (Credit Default Swap), che sono
strumenti derivati.
In sostanza, sono un sistema che permette alle banche finanziarie di comprare
qualsiasi cosa sul mercato -recentemente per es. i mutui subprime- senza
preoccuparsi del loro valore effettivo; in altre parole non importa più se una
cosa ha valore realmente o no, perché i CDS garantiscono che una terza parte
pagherà un’assicurazione se quelle aziende o quei bond perdono di valore per un
default o anche solo per un downgrade delle agenzie di rating.
Ecco dunque il meccanismo perverso, secondo molti scientemente preparato e
attuato: a differenza del passato, questa volta
nel momento stesso in cui tutte le banche e tutte le istituzioni (persino
i municipi) si sono esposte con i CDS,
con lo scoppio della bolla le assicurazioni
finanziarie falliscono misteriosamente a catena, lasciando banche e
nazioni in debito di triliardi con qualcuno, che di fatto è ora in grado di
ricattare l'intera economia mondiale. Ma in debito con chi? E a quale scopo? ---FINE
PRIMA PARTE---
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Per le note vedere qui
--- SECONDA PARTE ---
Ci eravamo lasciati nella
prima parte con una domanda sugli istituti di assicurazioni bancarie (potete
leggere l'intero dossier
a questo indirizzo o scaricarlo direttamente
qui):
[...] nel momento stesso in cui tutte le banche
e tutte le istituzioni (persino i municipi) si sono esposte con i CDS, con lo
scoppio della bolla le assicurazioni finanziarie
falliscono misteriosamente a
catena, lasciando banche e nazioni in
debito di triliardi con qualcuno, che di fatto è ora in grado di ricattare
l'intera economia mondiale.
Ma in debito con chi? E a quale scopo?
---
Entrano qui in gioco gli hedge fund: i
contratti CDS, e i contratti derivati da questi come i CDO, non hanno un valore
determinabile di per sè, per definirlo ci sono degli indici di rating. C'è una
borsa di questi indici dove si può speculare su tale valore. E chi specula su
questi indici? Gli hedge fund, molti dei quali sono controllati da famiglie come
i
Rothschild e i
Morgan, che controllano da sole quasi
tutto il sistema finanziario mondiale.
In pratica, le compagnie che assicuravano i CDS (come per esempio AIG, Ambac,
MBIA, ACA, Monolines ecc.), nonostante avessero fatto bene i loro conti in vista
dello scoppio della bolla immobiliare -che sapevano perfettamente sarebbe
scoppiata- non potevano prevedere un attacco
diretto degli hedge fund contro gli indici dei CDS. Hedge Fund come
quelli di Soros o dei Rothschild sono
soliti fare operazioni speculative in borsa bruciando miliardi con obiettivi
politici e non di guadagno.
Quindi gli hedge funds fecero questo: dapprima
si comprarono i CDS dei mutui subprime che le banche vendevano per crearsi
liquidità, sicure perché erano assicurate da compagnie come AIG; poi
andarono sul mercato degli indici e specularono al ribasso su quei CDS
facendogli perdere di valore; questo fece saltare AIG e gli altri istituti
finanziari che assicuravano le banche sui contratti CDS; le banche smisero di
fare mutui sulle case, perché non si fidavano più dei CDS, e questo accelerò
ancor più la caduta dei prezzi delle case, perché nessuno più le poteva comprare
e la domanda scendeva a picco; tutto ciò aggravava ulteriormente lo stato di
istituzioni come AIG che alla fine falliscono, e in un effetto domino trascinano
con sè le banche; alla fine banche e intere nazioni sono indebitate con gli
hedge fund per trilioni di dollari di CDS.
In sostanza, qualcuno ha dapprima fatto in modo che le banche facessero mutui a
più gente possibile e senza il minimo controllo, sapendo benissimo che sarebbero
andati per la maggior parte in default, essendo le banche sicure che grazie ai
CDS sarebbero state coperte.
Poi è stato fatto in modo che aziende assicuratrici come AIG, che in passato
avevano protetto dalle ricadute degli scoppi delle bolle, fossero messe in crisi
e fallissero. Hanno scatenato un’orda di hedge fund pilotati per speculare sugli
indici di rating dei CDS accelerando il fallimento di tali istituti assicuratori
in modo che avvenisse proprio a ridosso delle elezioni.
Quindi il sistema bancario si è trovato scoperto
da tutti e due i lati: da una parte mutui senza valore e dall'altra
assicurazioni che nessuno avrebbe mai pagato.
L’attuale crisi mondiale è stata scientificamente creata: l'andamento della
bolla immobiliare non solo è stato previsto, ma è stato creato. [9]
A tal proposito, giova ricordare qui una lettera che abbiamo segnalato a suo
tempo sul blog Nuovo Ordine Mondiale [10] e che trascrivo solo nei suoi punti
salienti: la lettera è di Samuel Rothschild,
che a giugno 2008 scriveva al Financial
Times:
Il Credito crea denaro.
[...]
Comunque, visto che denaro e potere sono sinonimi, e visto che il potere dovrebbe essere concesso in modo selettivo, anche lo scopo del prestito merita considerazione.
Il recente "panico bancario" è stato autoinflitto.
I banchieri hanno abusato del loro privilegio di creazione del denaro.
[...]
Un dollaro sottovalutato ed una enorme liquidità, scatenata da un eccesso di prestiti bancari, hanno fornito la scusa per la bolla speculativa del petrolio, delle case, delle azioni e delle commodity.
Le bolle scoppiano.
La caduta dei prezzi minaccia le case, i mutui e l'intera struttura bancaria.
[...]
E' tempo di delimitare il privilegio dei banchieri della creazione del denaro.
Ripristinare il potere nelle mani dei
pochi che tradizionalmente lo detenevano, ecco dunque la ricetta di mr.
Rothschild. Una buona ricetta, secondo lui, soprattutto perché quando dice che
il potere deve essere concesso in modo selettivo, intende dire che lui, con
pochi altri amici, rientra nella categoria di chi avrebbe
diritto a detenere quel potere.
Concentrato, però. Quindi ancor più pericoloso.
Ma in tutto ciò, che cosa hanno fatto i grandi leader politici mondiali per
affrontare questa crisi di proporzioni colossali?
Misteriosamente, dapprima si sono affrettati a dire alla gente che non era nulla
di grave e che non bisognava preoccuparsi, poi hanno iniziato a dire che i
nostri conti correnti “sono al sicuro, perché
tanto c’è il fondo interbancario che li assicura” (come a dire:
sì, sono a rischio, ma non ve lo diciamo
apertamente), dopo di che hanno iniziato all’unisono a suonare le trombe
della crisi globale e le grancasse della
recessione. Termine -sia detto per inciso- che non veniva più pronunciato
da decenni perché troppo “forte” alla percezione della gente, preferendo
sostituirlo con altri termini più soft.
Ora gli stessi che fino a un mese fa rassicuravano sul fatto che
“il peggio è passato”, parlano di
recessione globale, di crisi profonda, di calo della domanda, invocando a gran
voce un intervento a livello globale per
riformare l’intero sistema finanziario.
Ed ecco finalmente la perla, la punta di diamante che emerge dall’oscurità del
caos: la soluzione preparata per una crisi scientemente pianificata, soluzione
offerta ai popoli del mondo come panacea per sanare un sistema finanziario
corrotto.
Serve una soluzione globale a una crisi globale
(termine adorato dal mondialista Gordon Brown, che infatti riesce a infarcire
ogni suo discorso facendolo letteralmente straripare di “globalismi” [11] ).
Innanzitutto gli stati devono farsi carico delle
perdite delle banche, tramite ricapitalizzazione delle stesse: in
sostanza, la banca va in crisi e lo stato la salva (o meglio
i nostri soldi la salvano). Peccato che
uno stato che si accolla i debiti di una banca debba anche impegnarsi a
restituire quei debiti: come? Facendo ricadere sui propri cittadini tutto il
peso di una simile sciagurata decisione. Aumento delle
tasse, tagli alla spesa sociale, inflazione,
sono i mezzi principali con cui lo stato costringe i cittadini a sopportare
l’onere delle proprie decisioni.
La
ricetta classica degli stati per superare crisi di questo genere, ci dicono i
soloni della politica e dell’economia, è
“iniettare stimoli” sottoforma di nuova moneta, facendosi carico di
errori, malagestione e speculazioni degli istituti finanziari, finanziando
alcuni segmenti dell’industria e infine facendo partire
grandi progetti infrastrutturali nel
paese: in sostanza, i cittadini sono con le pezze al sedere, lo stato si accolla
i debiti delle banche, la gente cerca di non spendere più del necessario, e la
soluzione consisterebbe nel realizzare colossali infrastrutture con i soldi di
quegli stessi cittadini che già se ne trovano pochi. [12]
Qualcosa non mi torna, ma nell’ottica dei soloni si tratta di un dovere
imprescindibile: far ripartire l’economia, in un modo peraltro piuttosto
deleterio.
La soluzione per sanare questa crisi dunque non starebbe nel
ripensare da zero il sistema monetario ed
economico, slegandolo innanzitutto da quelle tre bestie nere di cui abbiamo
parlato all’inizio (fiat money, corso legale, riserva frazionaria), e poi
dal gioco di speculazioni da quelle permesso. Non sia mai: meglio invece
continuare sulle stesse fondamenta marce, soltanto dando una ripulita alla
polvere superficiale. La gente paghi le nefandezze altrui e non se ne parli più.
[13]
Anzi, diamo l’affondo finale: riformiamo l’intero sistema finanziario ed
economico mondiale in modo da accentrare ancor
più il potere nelle mani di pochi: innanzitutto promuoviamo l’idea
della necessità di un coordinamento internazionale, che passi non più tra
i singoli stati ma tra aggruppamenti di stati; poi potenziamo il potere degli
organi di governo centrali e infine concentriamo le redini dell’intero sistema
nelle mani di pochissime persone al vertice di questa piramide globale.
L’Europa
unita è stato uno dei primi passi, seguiranno prestissimo altri poli di
aggregazione: l’unione dei paesi nord-americani con l’accordo
Nafta e la moneta unica
amero; l’accordo Sadc per i paesi del
sud-Africa; l’unione delle forze
Il percorso dunque sembra abbastanza
chiaro, pur nel marasma di falsità elargite da banchieri e politici, e nella
disinformazione imperante nei mass-media.
Qualcuno forse ha spinto gli eventi nella direzione di affossare la superpotenza
USA? Almeno come primo gradino di un progetto più vasto.
Questa mia ipotesi si basa sia sulle modalità con cui si è innescata l’attuale
crisi, spiegate in precedenza, sia su altri eventi e dinamiche storiche recenti,
sia sulle dichiarazioni degli stessi politici, banchieri, operatori finanziari
ai massimi livelli.
Il tracollo della potenza USA è
annunciato ormai da tutti, il Washington Times ha parlato apertamente di
bancarotta (evento assai rilevante);
molti sussurrano che entro l’estate 2009 la superpotenza avrà un debito dalla
cifra indicibile e non potrà più ripagare i suoi creditori (i principali
detentori di titoli di debito estero USA sono: Giappone, Cina, Regno Unito,
paesi esporatori di petrolio come Venezuela, Iran, Iraq, Arabia Saudita ed
Emirati Arabi); il governo americano ha dichiarato di voler discutere la
creazione di una “struttura di governo
internazionale per i mercati finanziari”.
I leader politici di mezzo mondo hanno ultimamente iniziato a citare sempre più
spesso e con disinvoltura il Nuovo Ordine Mondiale (il primo politico ad
annunciarlo apertamente fu Bush senior in un discorso del 1991); esistono
istituzioni come il Council on Foreign Relations
(CFR) dichiaratamente dedicate a destabilizzare gli stati nazionali e
alla creazione di un governo unico globale, mentre gruppi come il
Bilderberg costituiscono momenti in cui
decisioni dall’alto vengono fatte passare agli esecutori materiali più in basso
nella scala gerarchica (politici, rappresentanti del sistema finanziario ed
economico, capi d’industria e giornalisti).
L'Onu ha rappresentato un primo passo verso questo obiettivo (la sua nascita è
un’idea della stessa élite che ha creato il CFR e altri enti mondialisti, élite
in cui ricorrono nomi come quello dei Rothschild).
Ma alla centralizzazione del potere politico deve accompagnarsi la
centralizzazione del potere economico, per questo da tempo si sta operando per
accentrare anche il controllo finanziario e
monetario. L’attuale crisi e il discorso del 13 ottobre 2008 di Gordon
Brown confermano che tale obiettivo è vicino [15].
Le dichiarazioni in tal senso sono innumerevoli, per cui ne ripoterò soltanto un
assaggio, invitando a una ricerca più approfondita chi stia pensando che tutto
ciò non sia solo fantasia.
Sul progetto di un nuovo ordine mondiale:
"Che lo si voglia o no avremo un governo mondiale. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito col consenso o con la forza"
James Paul Warburg, banchiere, 17 febbraio 1950, in un discorso al senato americano.
"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fa accadere gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto"
Nicholas Murray Butler, membro del Council on Foreign Relations (CFR).
"In politica nulla accade per caso. Ogni qualvolta accade un avvenimento, si può star certi che era stato previsto che si svolgesse in quel modo"
Franklin D. Roosvelt, presidente USA, massone (33° grado del Rito Scozzese), membro della Pilgrim Society e del CFR.
"Per unire il popolo americano al seguito di George W. Bush, non riesco ad immaginare nulla di meglio di un attacco terrorista su di un obiettivo americano, dall'esterno"
Henry Kissinger, 2000.
Siamo sull'orlo di una trasformazione globale. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la "giusta" crisi globale e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale.
David Rockefeller.
"Se l'agenda del Nuovo Ordine Mondiale non viene realizzata tramite gli attacchi terroristici all'America e se gli americani non accettano di deporre le loro armi e di cedere la loro sovranità al Nuovo Ordine Mondiale, il prossimo attacco sarà una guerra chimica, biologica e/o nucleare contro il popolo americano. Gli architetti del Nuovo Ordine Mondiale non esiteranno a usare come ultima risorsa una bomba atomica o all'idrogeno su una delle maggiori città americane"
New York Times, 24 settembre 2001.
"Oggi gli americani si sentirebbero oltraggiati se le truppe delle Nazioni Unite entrassero a Los Angeles per ristabilire l'ordine; domani essi ne saranno grati. Ciò è particolarmente vero se alla gente viene detto che c'è un pericolo esterno imminente, vero o inventato che sia, che minaccia le loro stesse vite. Allora tutti i popoli pregheranno i propri leaders perché li proteggano da questo demone. L'unica cosa che ogni uomo teme è l’ignoto. Quando questo scenario si presenta si rinuncia volentieri ai propri diritti in cambio della garanzia del proprio benessere concessa dal Governo Mondiale"
Henry Kissinger in un discorso durante un incontro del gruppo Bilderberg a Evian, Francia, 21 maggio 1992. All'insaputa di Kissinger, il suo discorso fu registrato da un delegato svizzero durante il meeting.
"Andremo insieme verso questo nuovo ordine mondiale. E nessuno, insisto, nessuno potrà opporsi"
Nicolas Sarkozy, 16 gennaio 2009, in un discorso all'Eliseo.
Finanza, economia e nuovo ordine mondiale:
“Abbiamo bisogno di un nuovo ordine finanziario mondiale”
Barroso, ottobre 2008
“...ecco perché ho paura del fatto che stiano facendo passare questa idea di un’unica banca centrale mondiale”
Ron Paul intervistato da Alex Jones, ottobre 2008
“Se la gente capisse la natura del nostro sistema monetario e creditizio, credo che avremmo una rivoluzione entro domani mattina"
Henry Ford
Propaganda:
"L'individuo è in difficoltà quando viene a trovarsi faccia a faccia con una cospirazione così enorme che non può credere che esista"
Edgar Hoover, ex direttore dell'FBI.
"Le grandi masse di gente cadranno più facilmente vittime di una grande bugia piuttosto che di una piccola. Particolarmente se la bugia viene ripetuta spesso"
Adolf Hitler.
"Tutta la propaganda deve essere così popolare e a un tale livello intellettuale, che anche il più stupido di quelli a cui è diretta la recepirà... Tramite l'applicazione intelligente e costante della propaganda, la gente può essere spinta a vedere il paradiso come inferno, e anche nel senso opposto, considerare la condizione di vita più miserevole come paradiso"
Adolf Hitler.
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Per le note vedere qui
--- TERZA PARTE ---
Gli stati si sono accollati l’onere di
tappare i buchi creati da banche e altri istituti finanziari, e questo onere
pesantissimo ricadrà interamente sui cittadini. Ben difficilmente gli stati
potranno uscire da soli dal pozzo senza fondo di debito che si sono accollati:
diventa così necessario l’intervento di un
organo decisionale centrale, che coordini un’azione a livello mondiale.
I capi di stato continuano a ripetere che è un
problema globale e quindi c’è bisogno di una soluzione globale (slogan
imparato a memoria per esempio da Sarkozy, che non smette di ripeterlo, memore
degli insegnamenti sulla propaganda di Bernays ripresi anche da Gobbels).
Benvenuti nell’unica economia mondiale.
A breve seguirà l’unica valuta mondiale (presumibilmente solo
elettronica, per sottrarre alla gente
anche l’ultimo tipo di controllo sul proprio denaro): molti governi di tutto il
mondo, tra cui la Cina, hanno richiesto
una nuova moneta unica mondiale [16].
Recentemente, la Gran Bretagna ha evitato per un soffio il tracollo totale del
sistema bancario ed economico, e pare si appresti ad entrare nell’area euro
[17].
Probabilmente, quando il dollaro verrà mostrato per quello che già è, carta
straccia senza valore, si innescherà un meccanismo simile, che porterà
all’aggregazione nell’unica moneta americana, l’amero. Si tratta sempre di una
sorta di “nuclei di condensazione”
attorno a cui organizzare super-stati in vista dell’unica governance mondiale.
Recentemente i TG hanno assunto sempre più i
toni allarmistici della recessione. Sembrerebbe strano, visto che fino a
pochi giorni prima si davano un gran da fare per dare risonanza alle parole
tranquillizzanti di politici e banchieri. Ma forse non è così strano. I
mass-media non parlano mai con bocca propria, ma sempre imbeccati a dovere.
La strategia classica per il controllo delle masse è sempre stata quella di
creare una costante percezione di pericolo,
perché gli esseri umani in questo stato "concedono maggiore potere ai leader".
E’ tutta questione di percezione. Semplice, lineare, efficace.
I media trasmettono costantemente notizie di furti, rapine, aggressioni,
sciagure, incidenti. In questo modo la gente emotivamente è in uno stato di
“perenne guerra”, una percezione di perenne
insicurezza che spinge ad accettare qualunque decisione governativa nella
speranza che l’insicurezza cessi.
La strategia in questo caso quindi si innesta su quella classica: sfruttare
l’attuale crisi per condizionare la gente
attraverso il panico. Ma la situazione attuale va ben oltre questa
“ricetta classica”. Questa volta non è la manipolazione della massa l’obiettivo
primario: si tratta di condizionare le classi dirigenti, che notoriamente non si
spaventano facilmente, a meno che non vedano i propri soldi sparire
improvvisamente nel nulla. Per creare un cambiamento globale e
imporre “una nuova Bretton Woods” che
centralizzasse il controllo finanziario, era necessario un vero
cataclisma, una crisi di dimensioni epocali che mettesse tutti i vertici in
ginocchio. E nel 1995, con un nuovo strumento finanziario costruito ad hoc -i
CDS- e una deregolamentazione del settore immobiliare, è stata creata.
Il cataclisma è stato annunciato alle classi dirigenti con il crollo di Lehman
Brothers, un istituto che poteva essere salvato ma è stato fatto deliberatamente
fallire. Questo primo botto ha dato la scossa al sisma che si sarebbe scatenato
di lì a poco. Giusto per far capire a chi aveva i mezzi per farlo, la portata di
ciò che sarebbe accaduto.
Il fatto che il 20 gennaio (data di insediamento del presidente alla casa
bianca) Obama si troverà a fronteggiare una crisi di tale portata, è dovuto al
fatto che la transizione da un controllo USA
indiretto sull'economia mondiale tramite il dollaro, che comunque
lasciava spazio di manovra e indipendenza sulle politiche finanziarie interne
(come ad esempio svalutare la propria moneta per ridurre debiti)
a un controllo diretto di un ente sovranazionale
(che sicuramente regolamenterà il mercato monetario tramite un paniere
prefissato di monete e toglierà agli stati il diritto di svalutare
arbitrariamente la propria moneta) non sarà indolore.
Il controllo del mondo tramite una sola moneta di un solo paese non potrebbe
durare a lungo. L'uso di una sola moneta produce inevitabilmente l'effetto di
una dislocazione dell'industria, di una separazione tra produzione e consumo: il
paese che produce moneta tende a divenire sempre più consumatore, mentre i paesi
che la importano diventano sempre più produttori, fino a mandare in crisi il
paese che produce moneta, come infatti è accaduto agli USA.
Fin dai tempi di Reagan si sapeva che ad un certo punto gli USA sarebbero
finiti, e che altri stati avrebbero avanzato la pretesa di usare la loro moneta
come moneta di riferimento. Ed ecco perché l’élite al potere doveva fare in modo
che quando questo fosse successo, si sarebbe
scatenata una tale crisi da rendere impossibile per singoli paesi ereditare in
modo naturale lo scettro del controllo monetario. Era necessaria una crisi
globale che obbligasse gli stati ad accettare una soluzione globale. [18]
Non dimentichiamo infine che l’unico governo mondiale dovrà avere anche il suo
esercito mondiale: anch’esso, come per
l’ONU, già abbozzato con la nascita della NATO (primo passo da cui far sorgere
un nuovo corpo di polizia internazionale), e ancora con la costituzione europea
(trattato anzi, in modo da evitare
l’obbligo di sottoporlo ai cittadini dei singoli stati per l’approvazione), che
prospetta la nascita di un esercito europeo unico.
A tale proposito vorrei almeno accennare a una serie di fatti inquietanti che si
stanno succedendo a ritmo sostenuto da qualche mese in terra statunitense: la
costruzione di veri e propri “campi di
detenzione/concentramento” in tutti gli USA, destinati a contenere
cittadini in rivolta; la preparazione di
sacerdoti con appositi “corsi” perché a tempo debito invitino la gente
dai loro pulpiti a seguire senza proteste le
disposizioni del governo; l’ordinazione da parte della FEMA di centinaia
di migliaia di contenitori in plastica resistente per bare; la predisposizione
di corsi per reduci dell’Iraq per abituarli alla possibilità che un giorno
potranno trovarsi a sparare ai propri familiari;
il rimpatrio di interi contingenti dal Medio Oriente e la loro dislocazione sul
suolo americano; l’attivazione da parte di Bush della
1st Brigade Combat Team, per azioni di
contenimento di disordini nazionali;
l’elezione di un nuovo presidente giovane e di colore, che si è fatto amare a
suon di slogan e sorrisi, a cui probabilmente toccherà l’ingrato compito di
traghettare il popolo americano
verso il nuovo ordine mondiale,
assumendosi l’onere di far accettare decisioni governative liberticide, ed
eventualmente di sedare ogni focolaio di rivolta che si presenterà.
Siamo giunti al termine di questo lungo
-ma spero interessante- articolo sulla crisi finanziaria e i suoi legami con il
progetto per un Nuovo Ordine Mondiale.
Durante la stesura di questo scritto, molte cose sono avvenute, parecchie
dichiarazioni di politici ed economisti sono cambiate con una rapidità e una
capacità di voltagabbana piuttosto sorprendenti (ma è il loro mestiere,
dopotutto).
Un mutamento interessante è quello relativo all’uso della terminologia “Nuovo
Ordine Mondiale”: se infatti fino a un paio di anni fa, chi ne parlava veniva
preso per pazzo/visionario/complottista e quant’altro possa suggerire la mente,
ultimamente sono sempre più i politici che infilano questa
precisa terminologia nei loro discorsi
(Tremonti ne è un esempio lampante). Con non-chalance, come fosse una cosa
scontata conosciuta da tutti che non ha nemmeno bisogno di spiegazioni.
Una moneta unica, elettronica (fate caso
a quanta pubblicità stanno mandando in onda per convincere gli italiani ad usare
di più le carte di credito...); un governo unico,
imposto con la violenza dell’unica forza del (dis)ordine
globale; una religione unica,
sorta di sincretismo neo-ecologista, neo-pagano e pseudo-esoterico che
periodicamente spopola nelle moderne società occidentali.
Come dicono diversi ricercatori, il nuovo
ordine mondiale ci vuole tutti rimbambiti allo stesso modo, passivi e
sempre proni ad accettare qualunque decisione dall’alto venga imposta.
La propaganda sfrutta le conoscenze nel
campo della psicologia delle folle. Ogniqualvolta si passa a parlare di
massa e non già di
insieme o
comunità di individui, ci si infila nel
campo minato della psicologia delle folle, dove non ci sono più persone distinte
ma un ammasso spersonalizzato su cui si sono focalizzati decenni di studi.
Orwell nelle sue opere
1984 e
La fattoria degli animali aveva previsto bene il futuro che si stava
dipanando e che si sarebbe concretizzato nel nostro presente. Ma non era un
indovino, quanto un attento osservatore degli eventi e delle tendenze in atto,
che ha unito i diversi elementi a sua disposizione per delineare i probabili
sviluppi della storia.
Anche Aldous Huxley ha scritto opere sul
possibile futuro della società (per esempio Il
mondo nuovo). A differenza di Orwell però, che immaginava una
società schiavizzata con la violenza da
un Grande Fratello tiranno, Huxley concepisce un mondo in cui le persone sono
ugualmente schiave, ma non solo non ne
sono consapevoli ma addirittura difendono quel
tipo di sistema. Programmati fin dalla nascita ad occupare un certo ruolo
nella società (avete mai sentito parlare di
microchip sottocutanei? [19] ), crescono amando la loro schiavitù,
rimbambiti dai divertimenti, ripetendo gli slogan che erano stati impressi alla
nascita, inconsapevoli della storia della nascita di quel mondo nuovo in cui
esiste un unico Stato.
Sembra fantascienza?
Beh... Guardiamoci un po’ attorno.
Eugenetica, controllo mentale, programmazione
ipnopedica, antidepressivi come caramelle,
propaganda, restrizione della libertà, dittatura
mascherata da buon governo (“questo è il migliore dei sistemi
possibili”)...
Aldous
Huxley sapeva di cosa parlava: conosceva fin troppo bene il pensiero e i
propositi di alcuni esponenti della famiglia Huxley, una delle più influenti
dinastie inglesi. Conosceva i progetti di controllo che si stavano portando
avanti, la propensione per l’eugenetica, il malthusianesimo, la depopolazione;
semplicemente nei suoi scritti annunciava ciò che era in preparazione.
"Ci sarà, nella prossima generazione o quasi, un metodo farmacologico che farà
in modo che gli uomini amino la loro servitù, e produrrà una dittatura senza
lacrime, in modo che la gente si vedrà di fatto le proprie libertà portate via,
però ne sarà felice, perché sarà allontanata da ogni desiderio di ribellarsi
dalla propaganda o dal lavaggio del cervello, o da un lavaggio del cervello
attuato per mezzo di metodi farmacologici.
E questa sarà l’ultima rivoluzione."
Aldous Huxley, discorso alla California Medical School, San Francisco, 1961.
[20]
Tutto ciò con buona pace delle pecore, pardon, dei cittadini mondiali.
Ma, un momento... Cosa significa dunque tutto ciò,
cosa aspettarci nel breve e lungo
periodo, per quanto riguarda il lato economico di tutta questa storia?
Il problema principale nell'attuale crisi economica, secondo i vari
“super-esperti” che pontificano dai mass-media --soloni dell’economia a
libropaga dello Stato-- sembra essere la
deflazione.
E per debellare questo biblico flagello, le rotative delle banche centrali
stanno stampando soldi a ritmi sempre più
serrati.
Ma è proprio questo il problema: e tenendo conto di tutto ciò che avete appena
letto sui meccanismi fondanti dell’attuale sistema monetario ed economico, non
vi sarà difficile capirne il motivo.
Però vi consiglio comunque di leggete l’illuminante articolo di Gary North
“Inflazione o deflazione?” [21]
disponibile in italiano a questo indirizzo:
http://gongoro.blogspot.com/2009/02/inflazione-o-deflazione.html
Per una efficace definizione di “inflazione”, si consiglia un viaggio d’istruzione in Zimbabwe.
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Per le note vedere qui
FINE
PROVE DELL'INFILTRAZIONE DEGLI
ILLUMINATI IN VATICANO