OCCIDENTE:

TRA TERRORISMO, IPOCRISIA E BUSINESS

 

1 In quel momento si presentarono a Gesù alcuni uomini per riferirgli il fatto di quei Galilei che Pilato aveva fatto uccidere mentre stavano offrendo i loro sacrifici. 2 Gesù disse loro: «Pensate voi che quei Galilei siano stati massacrati in questa maniera perché erano più peccatori di tutti gli altri Galilei? 3 Vi assicuro che non è vero: anzi, se non cambierete vita, finirete tutti allo stesso modo. 4 E quei diciotto che morirono schiacciati sotto la torre di Siloe, pensate voi che fossero più colpevoli di tutti gli altri abitanti di Gerusalemme? 5 Vi assicuro che non è vero: anzi, se non cambierete vita, finirete tutti allo stesso modo». (Lc 13,1-5)

 

Dopo i tragici e violenti eventi di Londra, bisogna ribadirlo, non siamo di fronte ad uno scontro di civiltà tra islam e cristianesimo, ma tra gruppi di potere! Nel mondo islamico una minoranza di gruppi radicali sognano di poter assumere la loro leadership sulle masse islamiche attraverso una contrapposizione netta e violenta con l'occidente, rispolverando vecchie contrapposizioni medievali. Sognano un nuovo califfato che raccolga tutto il mondo islamico sotto un'unica bandiera, la loro! Sognano un mondo islamizzato e totalitario.... Dall'altra parte, gruppi di potere in occidente, sognano e si adoperano per una egemonia planetaria secondo gli interessi e i valori del "newamericancentury". La guerra in Iraq, ipocriticamente fatta passare per giusta e doverosa, fa parte in realtà di un piano sviluppato negli anni novanta dai sostenitori del "nuovo secolo americano". Una lotta di potere, nient'altro che questo è quello che stiamo subendo, sia da una parte che dell'altra! Questi gruppi, tra l'altro, tendono a vedere e a far vedere alle rispettive opinioni pubbliche il mondo in modo manicheo: bene-male, buono-cattivo, amico-nemico, giusto-ingiusto, ecc. Ma è proprio questo il grande tranello in cui il principe di questo mondo, Satana, vuole travolgere l'umanità per precipitarla nell'odio più estremo. Chi è buono, giusto, vero, se non Dio solo!!!

E così occorre avere il coraggio di fare un serio esame di coscienza se vogliamo sperare di uscire dal tragico fenomeno del terrorismo, del tipo: "Ogni anno centinaia di migliaia di persone sono uccise, torturate, stuprate, allontanate dalle proprie terre grazie al cattivo uso delle armi. Come è possibile prendere sul serio gli impegni del G8 a eliminare la povertà e l'ingiustizia, se alcuni di quegli stessi governi stanno mettendo a rischio la pace e la stabilità autorizzando consapevolmente trasferimenti di armi verso regimi repressivi, regioni di estremo conflitto e paesi che non possono permettersi di rifiutarle? " - afferma Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. Ha dunque letteralmente ragione il Vangelo, quando afferma: «Come sapete, quelli che pensano di essere sovrani dei popoli comandano come duri padroni....» (Mc 10,42), senza curarsi dell'altrui vita come dimostra l'articolo che riportiamo qui sotto... (c.p.)

 

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Armi: a tonnellate trasportate in Congo da compagnie inglesi

www.unimomdo.org - giovedì, 07 luglio, 2005

Armi in Africa. Oltre 40 tonnellate di armi e munizioni per ogni volo, comprese granate e lanciamissili, sono state trasportate da compagnie di volo inglesi dall'est Europa alla regione dei Grandi Laghi in Africa devastata dai conflitti: lo denuncia Amnesty International in un un rapporto pubblicato a Londra. Dal rapporto emerge che tre compagnie basate in Gran Bretagna (African International Airways e Intavia in Crawley nel west Sussex e Platinum Air Cargo di Egham nel Surrey) tra ottobre e novembre nel 2002 hanno trasportato almeno sei carichi di armi prodotte in Albania dalla capitale, Tirana, a Kigali in Ruanda. Le armi, finite nelle mani dei ribelli del Congo orientale, sarebbero state trasferite nonostante l'embargo delle Nazioni Unite. Una di queste compagnie, l'Intavia, che fornisce voli cargo anche per il Ministero della Difesa britannico ha dichiarato che il Foreign Office e il Ministero delle Dogane britannico avrebbero sollevato la compagnia da ogni illecito e che credeva si trattasse di "normali trasferimenti tra governi".

Il dettagliato Rapporto di Amnesty International rivela il ruolo di venditori, intermediatori e trasportatori di molti paesi tra cui Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Israele, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Serbia, Stati Uniti e Sudafrica. La ricerca ricostruisce il percorso delle armi e delle munizioni dirette ai governi di Repubblica Democratica del Congo (RDC), Rwanda e Uganda e la loro successiva distribuzione a milizie e gruppi armati operanti nella RDC e coinvolti in atrocità qualificabili come crimini di guerra e crimini contro l’umanità. “Nei sette anni di guerra della RDC hanno già perso la vita milioni di persone. Le armi continuano ad affluire e i gruppi armati continuano a compiere stupri, devastazioni e uccisioni di civili. Se la comunità internazionale, le Nazioni Unite e i paesi limitrofi non fermeranno questa proliferazione, il fragile processo di pace collasserà, con disastrose conseguenze per i diritti umani” – ha dichiarato Marzia Marzolla, responsabile di Amnesty Italia per l’Africa centrale.

Il nuovo rapporto di Amnesty International dimostra come per tutta la durata del processo di pace nella RDC, agenti legati a questo governo e a quelli di Rwanda e Uganda abbiano continuato a fornire aiuti militari alle milizie e ai gruppi armati operanti nell’est del paese. Il rapporto denuncia anche il perdurante coinvolgimento del trafficante russo Victor Bout e di suoi stretti collaboratori che, attraverso operatori locali, hanno continuato ad armare segretamente tutte le parti in conflitto nella RDC e il traffico di diamanti.

Una denuncia che si somma a quelle fatte nei giorni scorsi sempre da Amnesty che riguarda le esportazioni di armi da parte degli Stati membri del G8 verso paesi più poveri e devastati dai conflitti e a quella del quotidiano britannico "Guardian" che ha recentemente rivelato come negli ultimi quattro anni la vendita di armi britanniche ai paesi africani si è quadruplicata raggiungendo livelli record attorno al miliardo di sterline.

Nel presentare il rapporto, Amnesty International chiede al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di rinnovare e rafforzare l’embargo sulle esportazioni di armi verso la RDC e di imporre rigide restrizioni o embarghi nei confronti di qualunque Stato responsabile di aver esportato armi ai gruppi armati o alle milizie della RDC. "Il Consiglio di Sicurezza deve anche assicurare che tutti i voli nella RDC orientale vengano monitorati, 24 ore su 24, da ispettori specializzati delle Nazioni Unite e che tutti gli aerei a bordo dei quali saranno state trovate armi illegali verranno lasciati a terra" - afferma Amnesty.

L’organizzazione per i diritti umani chiede inoltre a tutti gli Stati di assicurare che le violazioni degli embarghi delle Nazioni Unite siano considerate un grave reato di natura penale e di indagare su tutte le denunce fondate di trasferimenti illegali di armi. Gli Stati fornitori menzionati nel rapporto dovrebbero indagare su eventuali violazioni delle proprie leggi e verificare se le norme che regolano i trasferimenti di armi siano sufficientemente rigide e in linea con il diritto internazionale. Amnesty International con Oxfam e Iansa sta conducendo la Campagna Control Arms per l’adozione di un Trattato internazionale sul controllo dell'esportazione di armi che regoli rigorosamente i trasferimenti di tutte le armi convenzionali e impedisca che queste siano usate per compiere gravi violazioni dei diritti umani. La Campagna Control Arms è promossa in Italia anche dalla Rete Disarmo. [GB]

Il rapporto di Amnesty: Democratic Republic of Congo, Arming the East

Vedere anche: Guardian Unlimited | Amnesty International (sezione italiana)