QUEL QUALCOSA CHE NON VA

NELLA CHIESA TEDESCA

 

Vescovi produttori di pornografia

E SATANISMO? L'IRA DI BENEDETTO XVI...

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

I Vescovi tedeschi in una riunione della Cei tedesca

 

 

INTRODUZIONE

«La chiesa cattolica guadagna un capitale grazie al porno». Con questo titolo il quotidiano conservatore tedesco die Welt ha lanciato, qualche giorno fa, una precisa accusa contro Weltbild, uno dei più grandi editori e distributori di libri in Germania, al 100% di proprietà della Chiesa cattolica, che avrebbe nel suo catalogo decine di pubblicazioni pornografiche. La Casa Editrice rappresenta un’importante catena di librerie attiva anche sul mercato online che ha infatti in catalogo migliaia di titoli inequivocabili, tra i libri che vende, e in più controlla per un terzo un portale dove vengono venduti Dvd pornografici. Tra l'altro Weltbild è anche un’importante catena di negozi dove vengono venduti libri, dischi, film, ed è posseduta completamente dalla Chiesa cattolica tedesca. Le quote della società sono suddivise tra numerose diocesi tedesche, che si dividono i discreti guadagni che Weltbild realizza.

L’anno scorso l’azienda ha avuto un fatturato di un miliardo e seicento milioni di euro, una cifra importante che supporta i bisogni finanziari del cattolicesimo tedesco. Un investimento nell’editoria non è in sé strano per il clero, però ha creato scandalo la pubblicazione di quanti titoli a carattere erotico Weltbild avesse in catalogo. La notizia è stata fornita da una rivista cattolica, PUR, che ha evidenziato come più di 2500 titoli tra i libri venduti da Weltbild avessero contenuti erotici. Ma gli affari a luci rosse non finiscono qui: Weltbild controlla per un terzo un portale che vende materiale pornografico, e ha il 50% di una società che produce anche film per adulti.

Un business del porno che rende più ricca la Chiesa cattolica, che già beneficia di un munifico finanziamento statale. Nel 2008 c’erano già stati simili polemiche, e nulla era cambiato, anzi il business a luci rosse è pure aumentato. Titoli come “Prendimi ora, prendimi qui”, “Chiamami zoccola” oppure “Il collegio delle sgualdrine” sono poco compatibili col messaggio del Vaticano sul sesso, ma fanno vendere, e pure parecchio. Oggi Weltbild – 6.400 dipendenti e un giro d’affari annuo di 1,7 miliari di euro – si difende e passa al contrattacco, minacciando azioni legali per diffamazione. Secondo il gruppo editoriale, quelle di cui parla il quotidiano sarebbero pubblicazioni erotiche, non pornografiche, che tra l’altro pesano per percentuali minime sui bilanci complessivi dell’azienda.

ULTIM'ORA: Germania, in vendita la casa editrice dello scandalo

 

 

Pubblicazione della casa editrice Weltbild.

Traduzione: Troie in Collegio.

 

 

Scandalo Weltbild, vescovi

tedeschi nel ciclonE

Fonte web

«Weltbild è un’impresa nel settore dei media e della vendita online che in ogni ambito d’attività è orientata secondo i principi cristiani. I libri ed altri media possono contribuire a rendere più comprensibile il mondo. […] Il soci del gruppo editoriale Weltbild sono 12 diocesi cattoliche, l’Unione delle Diocesi di Germania e l’Ufficio d’Assistenza Spirituale ai Soldati di Berlino. "Weltbild deve lavorare con efficienza senza perdere di vista gli obiettivi ideali", dice il presidente del consiglio d’amministrazione, Carel Halff».

Così si presenta, sul proprio sito, Weltbild GmbH, il gruppo editoriale messo all’indice nei giorni scorsi dal giornale online Welt.de perché propositore di letteratura erotica, pornografica e perfino nemica della chiesa cattolica. «Da trent’anni la chiesa traffica con Weltbild», ha scritto l’autore dell’articolo, Bernhard Müller, «un flirt con il denaro e con il potere che dura da un trentennio. In spregio agli obblighi etici e teologico-morali, la Chiesa ha trasformato il proprio gruppo in un major player nel settore dei media». Del resto già nell’articolo di fondo del mensile che dirige, PUR lo stesso Müller aveva titolato "Vescovi produttori di pornografia?".

La questione è seria (anche perché Weltbild.de, uno dei portali del gruppo per la vendita online, in Germania ha un giro d’affari secondo solo ad Amazon), ma non nuova. Per anni sono arrivate richieste di chiarimento, proteste, in particolare da semplici cattolici, finché nel 2008 il citato Müller, insieme ad altri, non presentò una documentazione di settanta pagine, inviata a tutti i vescovi delle diocesi con quote nella società, con la quale si dimostrava che Weltbild «guadagnava molto denaro grazie alla diffusione di libri erotici, sull’esoterismo, sulla magia, sul satanismo e esaltanti la violenza». Ma non servì a nulla. Il commento più significativo fu quello arrivato a Müller dalla diocesi di Monaco-Frisinga, per mano del responsabile finanziario, Sebastian Anneser, il quale su incarico dell’arcivescovo Reinhard Marx scrisse che il dossier «aveva scovato tutte le erbacce», tuttavia, «come sacerdote per il quale anche la credibilità di una grande impresa ecclesiastica è una grossa faccenda mi risulta difficile impiegare l’energia esclusivamente per strappare via fino all’ultima erbaccia, pur sapendo bene che in questo modo corro il rischio di distruggere lo stesso grano che è nel campo». Lette queste considerazioni Müller non ha voluto credere alla volontà espressa allora dal cardinale Marx: «Nelle nostre case editrici non vogliamo né pornografia, né esaltazione della violenza. Qualora ne venissimo a conoscenza le perseguiremmo col fine di impedirle». Da allora, purtroppo, non è cambiato praticamente nulla. Dunque, come dare torto a Müller e a chi ha reiterato la denuncia nei giorni scorsi?

Anche a proposito del catalogo, che viene inviato a quattro milioni di famiglie, il direttore di PUR ha qualcosa da ridire: è vero che non vi si trovano prodotti pornografici, tuttavia «vi si riscontra spesso una spaventosa mancanza di livello, con la promozione di libri che dileggiano in toto il catechismo cattolico». Particolarmente grave, secondo  Müller, la situazione a proposito della partecipazione azionaria di Weltbild nell’editore tedesco Droemer Knaur (il 50% fin dal 1998), al punto da far affermare al giornalista che «in questo modo i vescovi sono indirettamente editori di libri pornografici». «Perché il vescovo delegato per i media Gebhard Fürst», si è chiesto Müller, «evita costantemente di discutere pubblicamente di una questione così scottante e come pastore non intraprende nulla per impedire che la chiesa risulti coproduttrice di Giochi peccaminosi. Un romanzo erotico?» (autrice Lara Joy, editore, appunto, Droemer Knaur). Tanto per proseguire con il gioco delle scatole cinesi si scopre poi che la stessa Droemer Knaur gestisce una casa editrice buddista, O.W. Barth, di cui i vescovi tedeschi, attraverso Weltbild, possiede il 50% della proprietà.

Una particolare responsabilità ricade su Klaus Donabauer, direttore finanziario della diocesi di Augusta e presidente del consiglio d’amministrazione di Weltbild.de, dunque corresponsabile dei prodotti venduti dall’azienda. Appena lo scorso 20 ottobre aveva emesso un comunicato firmato insieme a padre Hans Langendörfer, il gesuita segretario della Conferenza Episcopale Tedesca, con il quale sottolineava che «quanto viene offerto da Weltbild viene costantemente verificato in relazione ai vincoli dettati dai valori cari ai soci ecclesiastici».

Oltre a questa presa di posizione, la sola risposta alle nuove accuse lanciate da Welt.de è arrivata il 27 ottobre da parte della società (i vescovi delle diocesi con quote in Weltbild continuano a tacere). Dopo essersi lasciata andare a una sottile, quasi ridicola distinzione tra "pornografia" ed "erotismo", Eva Grosskinsky, la responsabile dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico, ha ritenuto di poter offrire una risposta degna con precisazioni sui numeri delle vendite («Né Weltbild né i suoi soci guadagnano "milioni" con la pornografia») e spiegando che «l’offerta attivamente compilata da Weltbild viene integrata in internet da ciò il mercato librario tedesco può offrire a livello di commercio all’ingrosso». Sarebbe lì che «si trovano pubblicazioni di contenuto erotico». Non una parola sul tema della partecipazione a Droemer Knaur. L’unico risultato del can can scatenatosi nei giorni scorsi è stata un po’ di cosmesi: se si entra su Weltbild.de alla ricerca di titoli che abbiano attinenza con «Sex» o «Erotik» non si troverà al momento più nulla. Lo stesso non vale ancora per Droemer Knaur…
A quando una risposta e qualche gesto davvero chiarificatori?

 

 

Pubblicazione della casa editrice Weltbild.

Traduzione: Troie nel sacco a pelo.

 

 

I vescovi tedeschi fanno soldi

vendendo sesso e Satana

La Weltbild, principale casa editrice cattolica della Germania, distribuisce anche libri "proibiti". I fedeli protestano, inutilmente.

Fonte web

Un gemellaggio economico tra erotismo e religione sarebbe come minimo un sodalizio immorale, almeno nell’ambito della tradizione cristiana. Non c’è bisogno di essere credenti arcidevoti per sapere che lo sfruttamento commerciale del sesso è inconciliabile con la predicazione della fede. Il comandamento è universale, ma la Germania fa eccezione per una spericolata iniziativa editoriale con cui, per dirla col titolo del quotidiano Die Welt, "la Chiesa cattolica accumula un patrimonio con il porno".
 
È venuto fuori, infatti, che la casa editrice dei vescovi tedeschi Weltbild fa affari con la distribuzione di libri a luci rosse. Qualche esempio dei volumi più recenti in vendita sulla rete di Weltbild: Sesso per intenditori – l'arte di far perdere la testa alle donne oppure La puttana dell’avvocato. Molto reclamizzato anche Il conte Porno. Se non bastassero i titoli, i sensuali nudi femminili in copertina fanno svanire qualsiasi dubbio sul contenuto. Si può acquistare per 8,90 euro anche un nuovo vocabolario dell'amore mercenario: Chiamami sgualdrina. Nel catalogo stampato mensilmente e sul web si possono ordinare non soltanto libri erotici ma anche almanacchi di esoterismo e magia, e perfino guide sui misteri del satanismo. "Il catalogo online di Weltbild oggi offre circa 2.500 titoli erotici", scrive il giornale berlinese che ha scoperchiato la faccenda. Weltbild è un colosso multimediale con sede ad Augsburg in Baviera, 6.400 dipendenti, un miliardo e 700 milioni di euro di fatturato, 20 milioni di clienti, seconda solo ad Amazon nelle vendite per corrispondenza sul mercato tedesco. La proprietà è suddivisa tra le diocesi cattoliche tedesche, ma il presidente è il laico agnostico Carell Halff.  La quota maggiore (13,2%) appartiene all’arcidiocesi di Monaco che per pochi anni (1977-1982) fu guidata da Joseph Ratzinger.

Il coinvolgimento dell'episcopato tedesco nella letteratura diabolica avvenne più tardi. Risale al 1998 quando la fusione di 7 case editrici di Weltbild con 5 dell'editore Georg von Holtzbrinck generò il gruppo Droemer Knaur. L'operazione è costata 25 milioni di euro alle casse ecclesiastiche in cambio del 50% della nuova creatura che ha portato in dote un ghiotto assortimento di autori e titoli per adulti. Naturalmente nelle parrocchie non sono mancate le lagnanze ed è partita una lettera di 70 pagine alle diocesi azioniste  per protestare contro lo scandalo. Ma i prelati finora tacciono o minimizzano.

 

 

 

 

L’imbarazzo di RatzyGER per il porno

Benedetto XVI condanna l’hard su internet mostrando  grosso fastidio per l’attività editoriale della Cei tedesca

Fonte web

Il caso Weltbild continua ad allargarsi. La catena di librerie più grandi della Germania, posseduta interamente dalla Chiesa cattolica tedesca, ha nel proprio catalogo materiale erotico, così come alcune società partecipate da Weltbild sono attive nelle produzioni hard. Questo tipo di iniziativa imprenditoriale è molto sgradita al Papa, che ha fatto ricevere un in equivoco messaggio: la Chiesa deve combattere l’arte erotica, non promuoverla né tantomeno venderla.
 

AMBASCIATOR NON PORTA PENA – Due giorni fa il Papa ha ricevuto il nuovo ambasciatore della Germania. Il suo messaggio è stato inequivocabile

Papa Benedetto XVI critica la ”discriminazione di genere delle donne” provocata dalle ”tendenzematerialistiche ed edonistiche” e dalla diffusione della pornografiaanche via internet, soprattutto in Occidente. Ricevendo oggi in udienza il nuovo ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, il pontefice ha ricordato che ”ogni persona, sia uomo o donna, e’ destinato ad esserci per l’altro”. Per il papa, ”un rapporto che non tenga in conto il fatto che l’uomo e la donna hanno la stessa dignita’, rappresenta una grave mancanza nei riguardi dell’umanita’. E’ giunto il momento di fermare energicamente la prostituzione come anche la vasta diffusione di materiale a contenuto erotico e pornografico, anche e proprio tramite internet”. ”La Santa Sede – ha concluso – si impegnera’ affinche’ il necessario intervento da parte della Chiesa cattolica in Germania contro queste genere di abusi avvenga in maniera piu’ decisa e chiara”

Parole chiare, dove spicca il riferimento al materiale a contenuti hard venduto su Internet, e il passaggio in cui il Papa chiede maggior chiarezza alla Chiesa tedesca. Il caso Weltbild dunque infastidisce, e molto, il Vaticano, perché le diocesi della Nazione natale di Benedetto XVI fanno il contrario di quanto sostiene il Papa.

PAPA APPOGGIA LA VENDITA? – Un messaggio che deve essere risultato molto pesante per Carel Halff, il Ceo di Weltbild, che solo un mese fa, ricorda Die Welt, aveva incontrato in persona Benedetto XVI, in una visita privata nella quale erano presenti i suoi datori di lavoro, i vescovi tedeschi. Secondo Die Welt, giornale di simpatie conservatrici e molto attento al cattolicesimo, il Papa ha voluto lanciare un chiaro segnale alla Conferenza episcopale tedesca, suggerendo di seguire la campagna della diocesi di Colonia. Il porporato renano ha chiesto di vendere Weltbild, appoggiando così la posizione del Forum dei cattolici tedeschi, un gremio di provata fede ratzingeriana.

TRAPPOLA WELTBILD – La Chiesa tedesca subisce un altro scossone dal caso Weltbild con l’intervento del Papa. All’interno della Conferenza episcopale ci potrebbero essere movimenti per chiedere anche una svolta nella leadership, la cui reazione è giudicata molto debole sulla vicenda. Nel 2008 la Chiesa era riuscita a tacitare il piccolo scandalo sulle vendite a luci rosse della sua casa editrice, però il cambio di passo imposto dal Papa e dai suoi fedelissimi potrebbe provocare la definitiva separazione dalla società leader nelle vendite dei libri al dettaglio nel mercato germanofono. Risposte imbarazzate e imbarazzanti, come quella che spiegava che i libri erotici venduti erano pochissimi, non saranno più tollerate dal Vaticano.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

SITO TEDESCO DELLA CASA EDITRICE DEI VESCOVI

 

TRADUZIONE ITALIANA DEL SITO ORIGINALE