IL VOLTO LUCIFERINO DELL'OCCIDENTE
a cura di Claudio Prandini
IL VERO NEMICO DEL CRISTIANESIMO NON Ẻ L’ISLAM, MA…
C'è una menzogna che serpeggia tra i cristiani oggi e che i cristianisti come Marcello Pera stanno diffondendo a piene mani... E questa menzogna consiste nell'affermare che la civiltà occidentale, liberale e liberista, oltre che essere superiore rispetto alle altre culture, sia in qualche modo ancora funzionale al messaggio cristiano! (c.p.) In realtà è vero il contrario: «Lo sterminio delle società sacrali e tradizionali, è prescritto dal liberalismo per il "bene" stesso dell'uomo», il resto è solo fumo negli occhi...! Perciò «Non si faccia illusioni: anche contro la Chiesa non esiterà a usare la più inaudita violenza, se la Chiesa si rifiuta di diventare un semplice supporto della società borghese. |
PARLA UN INIZIATO? (1)
[Intervista di Maurizio Blondet al Filosofo Massimo Cacciari (2)]
«II
Papa deve smettere di fare il katéchon!», esclamò d'improvviso Massimo
Cacciari. Mi stupì la sua foga, e ancor più il fatto che subito dopo parve
pentirsi, come se la parola gli fosse sfuggita. Era un giorno del settembre
1993, e io lo stavo intervistando nella sua casa tersa, piena di volumi. Fuori,
Venezia si sfaceva nel suo mare fecale, sotto un cielo grigio.
Katèchon?
Non ricordo molto di greco. Dovetti
chiedergli che cosa volesse dire. «Katéchon è Ciò che trattiene»,
rispose Cacciari guardandomi incerto: «Ciò che trattiene l'Anticristo dal
manifestarsi pienamente. San Paolo, ricorda?». Ora ricordavo: Seconda Lettera
ai Tessalonicesi (2, 6 e seguenti). Il passo enigmatico in cui Paolo di
Tarso accenna al futuro manifestarsi dell'Anticristo, Anomos: «II figlio
di perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra tutto quel che si
adora come Dio, tanto che siederà egli stesso nel tempio di Dio, spacciandosi
per Dio». Ma non crediate che la venuta dell'Anticristo sia imminente, aggiunge
subito l'apostolo. C'è qualcosa che «trattiene» l'Antícristo dall'irrompere nel
mondo.
Ė
qualcosa di misterioso, di cui san Paolo deve aver già parlato in passato ai
fedeli di Tessalonica. «Non vi ricordate come io, quand'ero tra voi, vi dicevo
tali cose? Perciò voi sapete che cosa sia quel che lo trattiene (=katéchon),
affinché sia manifestato a suo tempo. Perché è già al lavoro il mistero
d'iniquità, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene.
Allora sarà la manifestazione dell'Iniquo». Che cosa può essere «ciò che
trattiene» l'Anticristo? Cercai di ricordare. Mi risposi che, genericamente,
doveva essere la fede cristiana, forse la Chiesa, i sacramenti. Cosi pareva
intenderlo Cacciari, del resto, e mi stupì anzitutto che egli pretendesse dal
Pontefice che «smettesse» di fare ostacolo all'Anticristo, che cessasse di far
da argine alla Perdizione. Per quanto patetico appaia oggi quest'argine, se è
poi la Chiesa, di fronte all'edonismo e alla secolarizzazione ‑ se sono
questi i segni dell'Anticristo ‑ come si può chiedere al Papa di non
opporsi al Male? Mi domandai anche: perché Cacciari desidera accelerare l'avvento
dell'Anticristo?
La
nostra conversazione, fino a quel momento, non faceva prevedere quell'esito. Lo
stavo interrogando sui «valori» della cosiddetta «etica laica». Mi rispose,
sarcastico, che ‑ per cominciare ‑ andava sgombrato il campo
dall'abuso, dalla ripetizione a vanvera del termine «etica». «Ethos, o per
i latini Mos, non è affatto ciò che noi oggi intendiamo per "etico'' o
"morale". Ethos non indicava comportamenti soggettivi;
indicava la "dimora", l'abitare in cui ogni uomo si trova alla
nascita, la radice a cui ogni uomo appartiene. In questo senso, un greco non
era più o meno "etico" per sua scelta o volontà. Egli apparteneva a
un ethos. A una stirpe, a un linguaggio, a una polis. Che non era stato
lui a scegliere».
Come
nell'Induismo, osservai: dove un uomo, per il fatto di nascere in una precisa
casta, appartiene alla sua casta. Ed è soggetto allo swadharma, la
«legge» (dharma, che significa anche «dovere» e «destino») propria della
sua (swa) casta. In India non esiste una morale; esiste un dharma per
ogni casta, e il dharma del contadino è diverso da quello del re,
ciascuno ineluttabile e non evitabile.
Cacciari
annui: «Ogni società tradizionale ha, o meglio è, un ethos. Ogni società
tradizionale, come un albero rovesciato, ha la sua radice nella legge divina,
nel nomos. La legge della polis, dice Erodoto, è l'immagine di Dike».
L'ethos, ripete, impone all'uomo valori che non è lui a scegliere, a
decidere, ma a cui appartiene. Ma in Europa questa appartenenza è entrata
in crisi quasi fin dall'inizio. Per l'uomo europeo è venuto molto presto il
tempo della frattura con l'ordíne degli dèi; il tempo della decisione. L'ethos
era già in crisi profonda con l'Ellenismo, «cosmopolíta» ossia sradicato.
«E duemila anni fa, l'ethos ha cessato completamente di esistere».
«Sant'Agostino lo dice
chiaramente: la Città di Dio è pellegrina in terra; ne segue che il cristiano
non ha casa o è a casa sua dovunque. Il cristiano "non si cura" dei diversi
costumi, delle diverse leggi, delle diverse istituzioni con cui la pace terrena
si ottiene o si mantiene».... Il
Cristianesimo non ha più radici in costumi tradizionali, in una polis specifica,
in un ethos; non ha più nemmeno una lingua sacra. |
Duemila
anni fa, quando Cristo apparve nel mondo? «Sì, il Cristianesimo è stato
dirompente rispetto a ogni ethos». Per provarmelo, Massimo Cacciari
cercò un passo nel De Civitate Dei. Non riuscì a trovarlo; me ne dette
un riassunto ad sensum. «Sant'Agostino lo dice chiaramente: la Città di
Dio è pellegrina in terra; ne segue che il cristiano non ha casa o è a casa sua
dovunque. Il cristiano "non si cura" dei diversi costumi, delle
diverse leggi, delle diverse istituzioni con cui la pace terrena si ottiene o
si mantiene». (Ho scoperto dopo che Massimo Cacciari cita quel passo con
precisione nel suo Geo‑filosofia dell'Europa, editore Adelphi, p. 116: è
il cap. XIX, 12‑17, del De Civitale Dei). Il Cristianesimo non ha più
radici in costumi tradizionali, in una polis specifica, in un ethos; non ha più
nemmeno una lingua sacra.
Ciò
vuol dire, continuò, che il Cristianesimo si rivela essenzialmente sovversivo
dell'Antichità e dei suoi valori; che esso spezza definitivamente i legami fra
gli dèi e la società. L'ethos antico era una refigione civile; gli dèi erano,
inevitabilmente, gli dèi della polis, Erano dèi di ferro: Socrate fu condannato
perché la sua libera investigazione offendeva gli dèi della polis, ma
radicavano l'uomo, lo riparavano dalla decisione. Il Cristianesimo, consumando
la rottura con gli dèi della Città, sradica l'uomo: «Con il Cristianesimo
comincia la nostra "etica" come decisione, come un sistema di valori
che io scelgo, come "libero arbitrio"». Uno stato doloroso: il
Cristianesimo, nella visione di Cacciari, getta l'uomo nella libertà come un
naufrago è gettato nel mare in tempesta.
«E
la Chiesa è perfettamente consapevole di quanto sia tragica la libertà che ha
donato all'uomo. Già Agostino paventa che, sradicati gli dèi della Città, la
città dell'uomo diventi il campo dove si scontrano meri interessi, il regno
della forza. Per questo tutta la cultura cristiana è un correre ai ripari
contro la tragedia che ha provocato, una tensione disperata a riparare il
pericolo che viene dalla frattura tra la Città di Dio e la città dell'Uomo. In
questo senso, è davvero la Chiesa a fondare la civiltà europea. Perché
l'Europa, la sua storia, è la storia di questo sradicamento, dell'angoscioso
obbligo di decidere che deriva dalla perdita definitiva dell'ethos.
Ė la storia delle
soluzioni disperate che l'Europa via via escogita per darsi leggi "morali" le
quali ‑ senza sopprimere la libertà ‑ trattengano la società dal divenire il
campo della pura violenza».
Ma
queste norme, non più radicate nel Sacro, sono per forza precarie, sostenne
Cacciari; esse devono continuamente essere «superate». «E qui è la grandezza
dell'Europa e la sua miseria: il suo sforzo bimillenario per dare norme a una
libertà che è sempre sul punto di delirare. Il fatto è che il Cristianesimo,
liberando l'uomo dall'ethos, libera in lui la potenza del pensiero: il potere
di mettere in discussione ogni tradizione ricevuta, il potere che tutto
oltrepassa».
«La vera differenza è che il Cristianesimo sa che la volontà dell'uomo è
ferita. Che diventando libero, l'uomo diventa libero di fare il male. Ogni
"morale" laica e illuminìsta presuppone il contrario: che ogni uomo ha in sé i
princìpi universali dell'azione. Che il bene è scritto nella sua coscienza, e
gli basta seguirla». |
Non
potei fare a meno di notare lo stupefacente corollario a cui conduceva
quest'ordine di pensieri: la secolarizzazione totale che viviamo sarebbe dunque
figlia della sovversione originaria operata dal Cristianesimo. In apparenza
antagonisti, l'Illuminismo libertino di cui subiamo gli esiti estremi, e la
Chiesa, avrebbero in realtà la stessa radice. Protestai (temo troppo
debolmente) che non poteva essere; che anche l'ethos cristiano è radicato nel
sacro... Cacciari m'interruppe con impazienza: «La vera differenza è che il
Cristianesimo sa che la volontà dell'uomo è ferita. Che diventando libero,
l'uomo diventa libero di fare il male. Ogni "morale" laica e
illuminìsta presuppone il contrario: che ogni uomo ha in sé i princìpi
universali dell'azione. Che il bene è scritto nella sua coscienza, e gli basta seguirla».
L'illuminismo
è pelagiano nel senso più lato, aggiunse: nega il peccato originale,
crede che l'uomo possa salvarsi da sé. «Di più: ogni etica laica suppone che
tutto ciò che si manifesta in me come mia natura è buono. Dunque i miei
appetiti vanno soddisfatti perché buoni. Anzi, di più: perché necessari. Lungi
dal predicare, come fanno i parroci, che gli appetiti vanno
"ordinati", il laicismo pone proprio gli appetiti alla base del
vivere civile».
Come,
come? «Per esempio, la borghesia crede che il libero espandersi degli egoismi e
degli interessi individuali dia luogo a quell'armonia collettiva che chiama
"mercato", e di cui scopre adorante le leggi: le "leggi del
mercato". Il Marxismo, dal canto suo, ha creduto che dalla lotta scatenata
fra le forze economiche potesse nascere l'armonia finale, la "società
senza classi". Ė la scoperta delle economie politiche. Che non a caso
sorgono nell'Ottocento, insieme all'estetica».
L'estetica è la «scienza» che scopre le leggi dei godimento soggettivo, come l'economia politica è la «scienza» che scopre le leggi dell'interesse individuale, mi spiegò. «Sono queste due "scienze" a costituire la Modernità, e precisamente questa Modernità che oggi il Cattolicesimo si trova davanti come il Nemico».
«Negli ultimi settant'anni», continuò lui, «La Chiesa ha creduto che il Nemico
fosse il Comunismo. Non era sbagliato; il Comunismo ha scatenato, ha portato
alle ultime conseguenze, la volontà di potenza europea. Il Comunismo affermava:
l'uomo si salva da sé, armato di economia e di estetica. La Chiesa,
giustamente, l'ha sentito come una sfida mortale. Oggi che il Comunismo è
caduto, però, contro la Chiesa si rizza il Nemico vero, il Nemico finale: un
sistema estetico‑economico totalmente secolarizzato».... quello del Capitalismo internazionalista, del Nuovo Ordine
Mondiale tecnocratico. |
Il
giovane filosofo nero‑barbuto alludeva al Nemico finale, all'Anticristo?
«Negli ultimi settant'anni», continuò lui, «La Chiesa ha creduto che il Nemico
fosse il Comunismo. Non era sbagliato; il Comunismo ha scatenato, ha portato
alle ultime conseguenze, la volontà di potenza europea. Il Comunismo affermava:
l'uomo si salva da sé, armato di economia e di estetica. La Chiesa,
giustamente, l'ha sentito come una sfida mortale. Oggi che il Comunismo è
caduto, però, contro la Chiesa si rizza il Nemico vero, il Nemico finale: un
sistema estetico‑economico totalmente secolarizzato».
Qui
capivo meglio a che cosa Cacciari alludesse: quell'ultimo Nemico era già stato
identificato dal chiaroveggente Del Noce. Ẻ il Capitalismo ulteriore al
Comunismo, che ingloba in sé le larve psichiche e sociali scampate alla
decomposizione del marxleninismo: «l'intellettuale dissacratore come custode
del nichilismo», «trasformato in funzionario dell'industria culturale alle
dipendenze del potere» economico. E' «lo spirito borghese allo stato puro» a
cui si riduce la copula necrofila del Capitalismo con lo spettro del Marxismo,
devitalizzato della sua tensione escatologica. Del Noce aveva previsto: il
Comunismo sconfitto, «trasformato in una componente della società borghese
ormai completamente sconsacrata», dominata «da una nuova classe che tratta ogni
idea come strumento di potere». Il Comunismo addomesticato in «partito radicale
di massa, adatto a mantenere l'ordine in un mondo da cui qualsiasi religione è
scomparsa»; quello del Capitalismo internazionalista, del Nuovo Ordine
Mondiale tecnocratico.
Insomma:
il peggio dei due sistemi che, falsi antagonisti, anelavano in realtà ad
adottarsi l'un l'altro: sì, poteva ben essere questa una buona descrizione
dell'Anticristo. Ma Cacciari già continuava: «Per anni la minaccia comunista ha
causato un'alleanza forzata tra la Chiesa e il sistema laico borghese. Ora quest'alleanza, che era finta fin dal principio, non è più possibile. Nessuna
composizione è possibile tra la Chiesa e lo spirito borghese, con la sua
"etica laica". Per un motivo preciso: che il cristiano deve mettere
in discussione ogni sistemazione puramente terrena. Lui, "pellegrino"
su questa terra, sa che ogni sistemazione della Città dell'Uomo è transeunte,
che deve essere superata».
La sovversione cristiana si volge dunque ora contro il totalitarismo borghese‑radicale? «Lo spirito estetico-economico borghese non tollera di essere messo in discussione; non ammette di poter essere superato». Mi parve di leggergli negli occhi l'evocazione paolina del Figlio di Perdizione, «colui che s'innalza sopra tutto quel che si adora come Dio». Cercai di fare dello spirito: «Ma l'essenza della società borghese è il liberalismo, e per principio il liberalismo mette in discussione ogni principio...». ...«Il sistema borghese tollera di essere discusso solo al proprio interno», sancì Massimo Cacciari: «Verso ciò che è esterno ai suoi "valori", non ha pietà». E mi elencò i genocidi liberali: a cominciare dallo sterminio dei Pellerossa. «I Pellerossa erano radicati nel loro ethos, e l'Americano vedeva nel loro ethos un sistema di non‑libertà. Lo sterminio delle società sacrali, degli ethoi tradizionali, è prescritto dal liberalismo per il "bene" stesso dell'uomo». Ed enumerò: per sradicare il Giappone dal proprio sacro nomos, non ci volle nulla di meno che l'olocausto nucleare. Migliaia di tonnellate di bombe furono necessarie per stroncare fascismo e nazismo, «forme di neo‑paganesimo che cercavano di ricollegare la società a un Ethos». E il Vietnam, la Guerra del Golfo, l'intervento «umanitario» in Somalia nel 1993.
«Non
si faccia illusioni: anche contro la Chiesa non esiterà a usare la più inaudita
violenza, se la Chiesa si rifiuta di diventare un semplice supporto della
società borghese. Ciò che la Chiesa non può fare: perché il cristiano è
necessariamente sovversivo di ogni potere politico che si pretenda
autonomo. Già negli Stati Uniti si teorizza come l'Avversario irriducibile sia
l'Islam. Anche contro la Chiesa il conflitto diverrà sempre più drammatico. Da
una parte la Chiesa e l'Islam, e dall'altra una "etica" laicista
sempre più occasionale, e nello stesso tempo sempre più radicalmente
universale, nella sua pretesa di essere l'unica valida». |
«Non
si faccia illusioni: anche contro la Chiesa non esiterà a usare la più inaudita
violenza, se la Chiesa si rifiuta di diventare un semplice supporto della
società borghese. Ciò che la Chiesa non può fare: perché il cristiano è
necessariamente sovversivo di ogni potere politico che si pretenda
autonomo. Già negli Stati Uniti si teorizza come
l'Avversario irriducibile sia
l'Islam. Anche contro la Chiesa il conflitto diverrà sempre più drammatico. Da
una parte la Chiesa e l'Islam, e dall'altra una "etica" laicista
sempre più occasionale, e nello stesso tempo sempre più radicalmente
universale, nella sua pretesa di essere l'unica valida».
Purtroppo
credo abbia ragione, risposi. Forse viviamo davvero sull'orlo dei tempi ultimi.
Sappiamo che cosa aspetta i credenti: la resistenza eroica al di là di ogni
umana speranza, il martirio. La Chiesa lo sa: è scritto nella sua tradizione.
Fu
allora che Cacciari lo disse. «II Papa deve smettere di fare il katéchon!». Poi,
come pentito, precisò: «Voglio dire che lei, come cattolico, sa come finirà.
Verrà l'Anticristo e trionferà, ma sarà sconfitto».
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(1) Note sul famoso libro di Blondet
(2) Cfr. Maurizio Blondet, Gli "Adelphi" della dissoluzione, strategie culturali del potere iniziatico, Ed, Ares, Milano 1994, Pag. 5-13.
(3) Se c'è il sospetto che Cacciari sia un "iniziato", visto che si augura l'avvento dell'Anticristo, ci si chiede come possa poi scrivere articoli sulla rivista dell'Azione Cattolica "Segno nel Mondo"?!? E la domanda se la pongono anche gli stessi appartenenti alla A.C. giovani...