TECNOLOGIA E SALUTE:

ALLARME PER TELEFONINI E RETI WIFI,

ANCHE GLI ALBERI NE RISENTONO

(a cura di Claudio Prandini)

 

 

 

 

INTRODUZIONE

CORDLESS E WIFI. PERCHE' SONO PERICOLOSI?

Fonte web

In Inghilterra, Germania e Austria, WiFi è stato vietato nelle scuole e la Germania raccomanda ufficialmente dal 2007 di preferire le connessioni via cavo al posto del Wifi. In Europa, il 16/12/2009, la giustizia ha assunto una posizione che riconosce un collegamento di causalità tra la neoplasia e l’esposizione professionale ai campi elettromagnetici. Centinaia e centinaia di studi scientifici internazionali espongono le varie forme di tossicità ed anche istituzioni ufficiali, l’Agenzia Europea per l'ambiente e il Parlamento europeo, denunciano la tossicità della telefonia mobile e Wifi.

La loro triplice struttura di radiazione [Microonde, Modulate in Basse frequenze e Pulsate] produce un attacco fisiologico a livello molecolare e cellulare, che risulta tossico per la salute. Le microonde e le basse frequenze sono molto tossiche (lo confermano la comparsa di proteine dello stress e la risonanza con le frequenze del cervello), ma la tossicità più elevata è quella delle frequenze pulsate, quando l’energia prende la forma di micro-mitragliatrici elettromagnetiche. Questo è sufficiente non solo per disorganizzare i processi fisiologici, ma anche per distruggere delle strutture biochimiche. Queste radiazioni provocano degli attacchi fisiologici fondamentali, di cui 4 principali, - La perdita di tenuta della barriera sangue-cervello (barriera emato-encefalica), - La perturbazione della produzione di melatonina, - La perturbazione dei flussi delle membrane cellulari, - I danni genetici per rotture non riparabili di frammenti di DNA.

Questi disturbi fisiologici primari a loro volta hanno per effetto delle patologie a 2 livelli:

Primo Livello. Mal di testa, nausea, perdita di appetito, depressione, irritabilità, disturbi del sonno, vertigini e cadute, perdita di concentrazione, disturbi al cuore e sangue, malattie della pelle, alterazioni dei ritmi cerebrali, disturbi del sistema immunitario con la moltiplicazione di linfociti, alterazioni della pelle [Eczema - Psoriasi - Purpura], disturbi delle onde cerebrali.  

Secondo Livello. Tumori a cervello, sangue, sistema linfatico, in particolare a pancreas e tiroide, epilessia, interruzioni di gravidanza e malformazioni, malattie autoimmuni, una serie di disfunzioni generalmente noto come EHS [ElectroHyperSensitivity], che comportano spesso dolori forti, e il cui livello acuto porta alla esclusione sociale, talvolta quasi totale.

Molti studi scientifici hanno confermato tutto questo:

da 25 a 30 MHz (radiofrequenze CB, taxi, ecc) penetrano in tutti i tessuti, nelle ossa e in particolare nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino dell’occhio;
da 88 a 108 MHz (radiodiffusioni FM) penetrano fino a 4 cm di profondità nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino;

da 175 a 216 MHz (banda televisiva UHF) interessano soprattutto i bambini in crescita;
da 614 a 854 MHz (banda V-UHF televisiva e telefonia mobile da 900 a 1800 MHz) penetrano nel cervello fino a 2 cm e hanno una potenza energetica dieci volte superiore a quella delle onde FM;

da 2450 a 2.5 GHz (radar, satelliti, forni a microonde) penetrano nel cervello da 0.5 a 1 cm e sono dannose per gli occhi, il sangue ed i microrganismi;

da 10 a 100 GHz (radar militari e forni industriali) penetrano nel cervello per alcuni millimetri, disturbano il sangue e i microrganismi, possiedono una potenza energetica circa diecimila volte superiore rispetto a quella delle onde di 10 MHz;

Molti tendono a negare l’evidenza e fin ora l’UE invita soltanto alla prudenza ma in italia qualcosa sta cambiando, infatti la corte d’appello di Brescia , che per la prima volta, ha condannato l’Inail a risarcire un dirigente d’azienda, che per dodici anni (dal 1991 al 2003) ha dovuto usare per 5/6 ore al giorno cellulare e cordless per ragioni di lavoro.

 

 

 

Inchiesta sul wi-fi - Segnale d'allarme - Report Rai 3 (1/3)

 

Inchiesta sul wi-fi - Segnale d'allarme - Report Rai 3 (2/3)

 

Inchiesta sul wi-fi - Segnale d'allarme - Report Rai 3 (3/3)

 

 

Il wi-fi sta uccidendo i nostri alberi?

 Studio olandese mostra foglie che muoiono dopo

l'esposizione alla radiazione dei wi-fi

Qui di seguito la traduzione dell'articolo  Is Wi-Fi killing trees Dutch study shows leaves dying exposure Wi-Fi radiation scritto da Niall Firth e pubblicato il 25 novembre 2010 sull'edizione on line del quotidiano britannico daily mail.

Fonte web

Come se i nostri magnifici alberi non avessero abbastanza problemi, adesso sono minacciati dalle nostre e-mail.

Quando non sono assaliti da qualche parassita o da qualche falena straniera, c’è spesso un funzionario comunale  che cerca una scusa per abbatterli.

Adesso dei ricercatori affermano che la radiazione emessa dalle stazioni Wi-Fi che permettono le nostre sempre più intense comunicazioni on line potrebbe essere il loro ultimo nemico.

In Olanda dei ricercatori hanno mostrato che gli alberi che erano stati piantati in prossimità di un router wireless [l'apparecchio che emana il segnale -N.d.T.] mostravano corteccia danneggiata e foglie morenti.

Lo studio allarmante farà sorgere la paura che la radiazione del Wi-Fi possa avere un effetto anche sul corpo umano e porterà ulteriore peso agli argomenti di genitori e professori che hanno portato avanti una campagna per fermare l’installazione di routers wireless nelle scuole.

La città di Alphen aan den Rijn, nell’ovest del paese, ha commissionato lo studio cinque anni fa dopo che alcuni funzionari avevano trovato delle inspiegabili anomalie negli alberi, anomalie che loro non credevano fossero state causate da alcuna infezione conosciuta.

I ricercatori hanno preso 20 alberi di frassino e li hanno esposti a differenti tipi di radiazione per tre mesi.

Gli alberi sono stati esposti a sei fonti differenti di radiazione con frequenze che variano da 2412 a 2472 MHz e con intensità di 100 mW ad una distanza di circa 20 pollici [ovvero circa 76 cm – N.d.T.].

Gli alberi piazzati più vicini all’emissione di frequenze da Wi-Fi hanno sviluppato una patina lucida di color plumbeo sulle proprie foglie che è stata causata dalla morte dell’epidermide superiore ed inferiore.

Lo studio ha mostrato che tutto ciò a volte portava alla morte di alcune parti delle foglie.

I ricercatori hanno scoperto anche che la radiazione da Wi-Fi potrebbe rallentare la crescita delle pannocchie di mais.

Lo studio ha rilevato che in Olanda circa il 70 per cento di tutti gli alberi nelle aree urbane mostrano gli stessi sintomi, a dispetto di una percentuale di solo il 10% di cinque anni fa. Gli alberi in aree densamente ricoperte di alberi non ne sono affetti.


Gli scienziati che hanno curato questa ricerca, che non è stata ancora pubblicata, hanno detto che c'è bisogno di ulteriori studi said perché si possa verificare se sia da addossare al Wi-Fi la colpa per le cattive condizioni degli alberi [e qui dopo la parte di denuncia inizia la sequela di commenti di chi cerca di tranquillizzare i propri concittadini e di far loro dimenticare il principio di precauzione -N.d.T.].

E l'agenzia olandese per la salute ha rilasciato un comunicato in cui si legge che: ‘I ricercatori dell'Università di Wageningen indicano che questi sono risultati iniziali e che essi non sono stati confermati da controlli ripetuti. 

Essi avvertono fortemente che non si possono trarre conclusioni radicali da questi risultati. Basandoci sull'informazione disponibile per adesso non si può concludere che i segnali dei Wi-Fi arrechino danni agli alberi o ad altre piante.’

Altri scienziati hanno espresso scetticismo di fronte ai risultati preliminari di questo studio .

Il dottor Michael Clark, dell'Agenzia di Protezione della Salute ha detto: 'Questo lavoro non è stato ancora pubblicato nei giornali scientifici e quindi non abbiamo alcun dettaglio sullo studio.

Dobbiamo quindi trattare queste affermazioni con un po' di scetticismo e poi la HPA [Health Protection Agency, ovvero Agenzia di Protezione della Salute - N.d.T.] si occupa soltanto della salute pubblica [e non di quella delle piante, immaginiamo che voglia dire - N.d.T.].

Tuttavia possiamo notare che l'anno scorso ci sono state affermazioni sui mass media e sui siti web riguardo al fatto che i segnali dei Wi-Fi e dei cellulari stessero danneggiando le colonie delle api

Studi scientifici pubblicati hanno mostrato che infezioni fungine e virali sono le più probabili cause del declino delle colonie [forse ci si scorda dei pesticidi e delle scie chimiche, ed in ogni caso studi che mostrano quali siano le cause più probabili non sono studi che escludono la concausa delle emissioni elettromagnetiche, per cui il ragionamento non è molto solido - N.d.T.].

Marvin Ziskin, un professore di radiologia  e di fisica medica alla Temple University negli Sati Uniti ha affermato: 'Cose come questa ci sono state già da un po' di tempo time ... non c'è niente di nuovo sulle emissioni del Wi-Fi. Scientificamente non ci sono prove che dimostrino che tali segnali siano qualcosa di cui preoccuparsi.’

Questo studio sarà il soggetto di una conferenza che si svolgerà in Olanda a Febbraio dell'anno prossimo.

Nel 2007 un documentario della BBC Panorama ha scoperto che i livilli di radiazione da wi-fi in una scuola erano fino a tre volte maggiori di quelli della radiazione delle antenne per i cellulari.

I valori erano 600 volte al di sotto dei limiti di sicurezza stabiliti dal governo, ma hanno causato una furiosa discussione sull'installazione di network Wi-Fi nelle scuole.

Il presidente dell'Agenzia di Protezione della Salute ha chiesto un riesame della questione dei Wi-Fi in aree pubbliche sull'onda di tale programma [il documentario della BBC - N.d.T.]. Un rapporto sui risultati si aspetta per il prossimo anno.

 

 

 

 

La cittadina di Hérouville-Saint-Clair ha abolito

 il wi-fi nelle scuole e posto dei limiti alle

emissioni delle antenne di wi-fi e telefonia mobile

Fonte web

L'edizione on line del quotidiano libération ci avverte in un suo articolo dello scorso anno (Hérouville-Saint-Clair coupe le wifi à l'école) che il paese di Hérouville-Saint-Clair, una cittadina di 24.000 abitanti, ha proibito l'uso del wi-fi a scuola, dopo che tale tecnologia era già stata implementata; una scelta coraggiosa da parte di un sindaco una volta entusiastico sostenitore del collegamento senza fili ad internet.

Hérouville-Saint-Clair toglie il wifi a scuola 

La municipalità  [il termine municipalità in Francia designa il comune, o più precisamente la parte esecutiva del consiglio comunale, ovvero il sindaco e gli altri consiglieri comunali delegati, che corrispondono alla nostra giunta - N.d.T.] di questa cittadina di 24.000 abitanti sorta di recente, situata nell'agglomerato di Caen (Calvados) intende «applicare il principio di precauzione».

La municipalità  di Hérouville-Saint-Clair (gestita da un sindaco del Modem, Mouvement Démocrate, ovvero Movimento Democratico)  toglierà l'internet senza fili nelle scuole entro la fine dell'anno, ha annunciato lunedì la giunta, quattro giorni dopo il lancio del "Grenelle des ondes" a Parigi [Il Grenelle des ondes è un progetto governativo mirante alla rimessa in discussione del problema della telefonia mobile, del wifi, e dei potenziali pericoli ad essi collegati - N.d.T]. «Noi applichiamo il principio di precauzione. Il nostro ruolo è quello di proteggere la salute della gente», dichiara il sindaco Rodolphe Thomas.

In questa cittadina  di 24.000 abitanti situata nell'agglomerato di Caen, il wifi permetteva alle scuole di collegarsi senza fili ad internet, attraverso il comune [ovvero attraverso una connessione senza fili che partiva da un'antenna installata sul municipio, vedi foto accanto - N.d.T.]. La dozzina di siti interessati [ovvero di scuole che utilizzavano il wi-fi - N.d.T.] avrà ormai un accesso individuale a Internet [e col cavo, non più senza fili ovviamente - N.d.T.].

La municipalità finanzierà inoltre una dozzina di misure di campi magnetici nel comune per un totale di 4/5.000 euro. L'obiettivo è quello di cambiare o spostare certe antenne se il campo è troppo forte
«Faremo ricorso al tribunale» se gli operatori rifiuteranno di farlo, afferma la municipalità. (Fonte agenzia AFP)-

Ulteriori  notizie su quanto avvenuto in quella cittadina le possiamo apprendere dal sito dello stesso movimento democratico cui appartiene il sindaco di Hérouville-Saint-Clair.

Il sindaco di Hérouville, Rodolphe Thomas (il secondo da sinistra nella foto a fianco) ed i consiglieri vogliono limitare l'impatto delle antenne.

La municipalità applicherà un principio di precauzione riguardo alle onde emesse dalle antenne. Prima misura: eliminare il wi-fi dalle scuole primarie.

Precauzione

«Le onde elettromagnetiche hanno degli effetti sul sistema nervoso ed immunitario. Esse possono causare disturbi del comportamento e del sonno. Esse sono anche all'origine dei rischi di leucemia infantile e di tumori cerebrali». Ispirandosi allo studio «Bioinitiative» realizzato da un collettivo internazionale di 14 scienziati nel 2007, i consiglieri di Hérouville-Saint-Clair si preoccupano della nocività di queste onde. Anche se nessun caso di questo genere è stato ancora rilevato ad Hérouville, i consiglieri preferiscono applicare un principio di precauzione nei riguardi delle antenne.

Dozzine di antenne
Con le nuove tecnologie, queste onde sono dappertutto: GSM et 3G per la telefonia mobile e Wi-Fi e Wimax per internet. A Hérouville-Saint-Clair, cittadina dell'agglomerato di Caen, diverse dozzine di antenne circondano gli abitanti.

Antenne molto care
Installate un'antenna sul tetto di un immobile ha un costo : 100.000 €. In seguito gli operatori devono pagare l'affitto di questo spazio che è dell'ordine di 1.500 / 2.500 € al mese. Per limitare le loro spese, gli operatori riducono il numero delle antenne e aumentano l'emissione delle onde [ovvero l'intensità delle onde emesse da una singola antenna - N.d.T.].

Misurare la nocività
La municipalità ha appena aderito a Robin des toits [Robin dei tetti] e alla Criirem, due associazioni che lottano per la sicurezza sanitaria delle popolazioni esposte alle nuove tecnologie di telecomunicazione senza fili. Per evitare il sistema «pernicioso» o l'emettitore di onde ed anche per controllarlo, il comune ha chiesto a queste due strutture indipendenti di fare delle misure all'interno della città.

Norme d'esposizione
«Il limite di esposizione raccomandato dalle norme di legge è di 0,6 V/m (volt al metro). In Francia, il limite massimo autorizzato è di 41 V/m», spiega Philippe Le Boulanger, direttore del servizio informatico. Se la nocività delle onde divenisse troppo elevata, il comune «non esiterebbe a ricorrere al tribunale per obbligare gli operatori a ritirare le loro antenne», afferma il sindaco.

Soppressione del Wi-Fi nelle scuole
Dal momento che i più giovani sono i più colpiti dalle onde, il comune eliminerà il sistema Wi-Fi dalla sua dozzina di scuole primarie. Questa tecnologia, che permette di accedere senza fili ad internet, sarà rimpiazzata dall'ADSL fornito attraverso le fibre ottiche. Malgrado questa precauzione, i bambini resteranno esposti alle onde. Perché il Wi-Fi è dappertutto e le emissioni delle antenne possono arrivare a centinaia di metri di distanza.

Campagna d'informazione
Il sindaco distribuirà un opuscolo con dei consigli per gli utilizzatori: evitare di mettere il cellulare nella tasca dei pantaloni, scegliere accuratamente il proprio telefono portatile, utilizzare il kit per avere le mani libere [microfono ed auricolare - N.d.T.]. «Non si tratta di spaventare ma di sensibilizzare» ha concluso Laurent Mata, incaricato del sindaco per lo sviluppo sostenibile.

 

 

 

 

Cellulari (e wi-fi):

 

Bambini a rischio

Fonte web

x

La capacità di assorbimento di radiazioni elettromagnetiche nei bambini è molto più alta rispetto agli adulti. Mentre in Francia e in altri paesi si adottano misure preventive, in Italia accade tutto il contrario. E il momento di agire per tutelare la salute dei nostri figli.

I telefoni cellulari danneggiano la salute, aumentano il rischio di tumori cerebrali e di infertilità e nei bambini possono avere effetti devastanti.
La letteratura scientifica ormai ha prodotto numerosissime evidenze, moltissimi esperti non hanno più dubbi, sempre più associazioni chiedono ai governi di prendere provvedimenti, di informare gli utenti, di regolamentare l'utilizzo di cellulari e cordless almeno nei bambini, di non installare nuove antenne e di rinunciare al wi-fi, insomma: di fare qualcosa di concreto per prevenire possibili e probabilissimi problemi gravi per gran parte della popolazione.

Ma i governi non ci sentono, gli enti locali non hanno alcuna intenzione di frenare la diffusione di questi strumenti e i bambini sono quelli che più ci rimettono, poiché la capacità di assorbimento delle radiazioni elettromagnetiche del loro cervello è molto maggiore rispetto a quella degli adulti.

Queste conclusioni hanno indotto il governo francese a vietare l'utilizzo dei cellulari nelle scuole medie ed elementari non solo da parte dei bambini ma anche da parte del personale dipendente; il provvedimento fa parte di un pacchetto di misure che puntano a ridurre i pericoli di inquinamento ambientale soprattutto per i più piccoli.

Purtroppo, in Italia accade tutto il contrario con enti locali e territoriali che fanno a gara a chi installa più ripetitori e reti wi-fi a maggiore estensione, arrivando a coprire con il segnale i parchi pubblici, le biblioteche e le scuole. Da più parti però ormai sale la richiesta di una maggiore tutela e di una maggiore prudenza.

Apprezzabile in questa direzione è la campagna di sensibilizzazione che in Alto Adige viene portata avanti dal Centro Tutela Consumatori Utenti [1] in collaborazione con gruppi analoghi che operano in Austria, in Svizzera e in Germania (buergerwelle.de).

Gli effetti sui bambini

xIl Ctcu è impegnato in un'intensa opera di diffusione delle informazioni sui rischi derivanti dall'uso dei cellulari nei bambini. «L'assorbimento di energia elettromagnetica all'interno della testa di un bambino» spiega il Ctcu «è di gran lunga superiore rispetto a quanto si verifica nell'adulto; il cervello dei bambini ha una maggiore conducibilità, è più piccolo, la consistenza delle componenti ossee è minore e ridotta è anche la distanza complessiva rispetto all'antenna.
Inoltre l'organismo dei bambini risulta in generale più sensibile rispetto a quello degli adulti e il cervello infantile soffre in misura più marcata l'effetto cumulativo di diverse fonti inquinanti quando si trova in una situazione di irradiazione cronica.

C'è dunque il rischio che si concretizzino disturbi della memoria e dell'attenzione, diminuita capacità d'apprendimento e di riflessione, maggiore irritabilità, problemi del sonno, maggiore sensibilità a fattori di stress e disposizione a manifestare epilessia. Più tardi, verso i 25-30 anni è possibile che si verifichino tumori al cervello e neurinomi del nervo acustico, mentre verso i 50-60 non si escludono degenerazioni a carico delle strutture nervose del cervello».

Il Consiglio olandese per la tutela della salute e l'Istituto svedese di radioprotezione Independent Expert Group hanno anche segnalato che la barriera ematoencefalica, che protegge il cervello, diventa permeabile in presenza di campi elettromagnetici come quelli generati dalla telefonia mobile.
Lo studio di Divan et al del 2008 [2], esaminando 13.169 bambini, ha quantificato una probabilità del 54% di rischio di ipe-rattività e disturbi del comportamento a carico di bambini nati da madri dedite all'uso del telefonino durante la gravidanza.

«Ci sono innegabili effetti biologici e clinici derivanti dall'uso dei cellulari sugli adulti e a maggior ragione sui bambini» spiega il professor Giancarlo Spadanuda, ingegnere elettronico, specialista in campi elettromagnetici, consulente tecnico d'ufficio della magistratura in tema di elettrosmog e già docente alla scuola di specializzazione postlaurea in ingegneria ambientale all'Università di Reggio Calabria.

«Organi quali ad esempio gli occhi, che sono tra i meno vascolarizzati, e anche il Sistema Nervoso Centrale e il sistema emopoietico sono organi bersaglio per la radiazione a RF (radiofrequenza, così come sono le onde emesse dai telefonini, nda).
Gli studi epidemiologici e le osservazioni sperimentali hanno evidenziato come l'esposizione a RF possa condurre a patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale, la vista, l'apparato uditivo, il sangue, l'apparato cardiovascolare e la cute».

Gli effetti non termici

«Se l'industria e la ricerca legata all'industria non hanno trovato evidenze sugli effetti dannosi delle radiazioni da telefonia mobile, è perché non le hanno cercate» afferma il professor Karl Hecht [3], già docente di neurofisiologia all'Accademia delle scienze nella DDR e autore di oltre 800 pubblicazioni scientifiche.
«Finora ci si è concentrati sugli effetti termici di breve periodo» spiega Hecht, «ma a preoccupare sono gli effetti non termici, quelli che le onde o i campi elettromagnetici hanno sui sistemi biologici. Questi effetti sono dimostrati, e senza ombra di dubbio, già da decenni.

xE non importa dopo quanto tempo e nell'organismo di chi: questi effetti compromettono la salute. Quando si sale su qualunque aereo bisogna tenere il cellulare spento, perché non interferisca con la strumentazione di bordo. Ma alla nostra "strumentazione elettronica di bordo" non vogliamo prestare attenzione.

Dovrebbe apparire chiaro a tutti invece che i processi elettromagnetici che avvengono nel nostro cervello e nel nostro corpo possono subire delle interferenze a causa dei campi innaturali, artificialmente generati. In particolare è a rischio il nostro sistema nervoso centrale».

A sottolineare la grande mole di evidenza scientifica a supporto dei pericoli dei telefoni cellulari è anche Y Electromagnetic Radiation Research Trust, organizzazione scientifica indipendente che raccoglie esperti illustri e che ha redatto un documento estremamente interessante [4].

«Gli attuali limiti di esposizione» si legge nel documento «si basano sulla falsa premessa che solo gli effetti termici siano pericolosi, ma non è così, quindi oggi le popolazioni non sono tutelate. Peraltro sono gli stessi produttori ad aver dimostrato, senza però informarne gli utenti, che i cellulari causano tumori al cervello e i danni maggiori sono a carico dei bambini.

Le radiazioni dovute ai telefonini danneggiano il DNA, indeboliscono la membrana che protegge il cervello e causano problemi alla fertilità [5]. Per questo chiediamo che vengano proibite le campagne pubblicitarie rivolte ai ragazzini; chiediamo anche, sulla base del principio di precauzione, che vengano fornite prove di sicurezza prima di immettere i prodotti sul mercato. Occorre poi rivedere i limiti di esposizione, studiare in maniera indipendente ed accurata tutti gli effetti negativi sulla salute, creare mappe che consentano alla popolazione di individuare le zone a maggiore esposizione e applicare sui prodotti etichette che ne indichino la pericolosità».

Ma è veramente indispensabile?

xSono anche state formulate regole e suggerimenti, come per esempio parlare mantenendo il cellulare ad almeno un metro di distanza dal corpo utilizzando l'auricolare; impedirne l'uso ai bambini al di sotto dei 12 anni; non utilizzarlo nelle vicinanze di bambini; cambiare spesso orecchio e fare telefonate brevi.

Ma si tratta di espedienti che non permettono di risolvere il problema né di eliminare la fonte del pencolo. Allora, fermiamoci un attimo a riflettere e domandiamoci: Il telefono cellulare è veramente indispensabile per me o per i miei figli? Posso immaginarla una vita senza cellulare, così com'era fino a una ventina d'anni fa? Quanto è vitale per me? Più della salute stessa?

di Alexis Myriel

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Note

[1] Centro Tutela Consumatori Utenti, Bolzano www.centroconsumatori.it
[2] Divan HA, ;Prenatal and postnatal exposure to cell phone... Epidemiology 2008
[3] Tratto da «ProvoKant» in italiano su www.centroconsumatori.it.
Coordinamento mondiale col sito: www.bioinitiative.org.
[4] www.radiationresearch.org
[5] Lo studio www.plosone.org/article/info:doi/io.i37i

 

 

 

 

Gli effetti del cellulare sul nostro cervello

 

VIENE MODIFICATA LA CONCENTRAZIONE

 DI UNA PROTEINA PROTETTIVA

Un nuovo studio condotto in Svezia rileva un cambiamento biologico in seguito all'esposizione prolungata ai dispositivi senza fili

Fonte web

Per la prima volta misurata una modificazione biologica  nel liquido cefalorachidiano associata all'uso prolungato di  telefoni wireless (Lapresse)

Per la prima volta misurata una modificazione biologica nel liquido cefalorachidiano associata all'uso prolungato di telefoni wireless (Lapresse)

MILANO - Per ora l'unico dato certo è che producono un effetto biologico sul nostro cervello. Non è ancora chiaro se ciò comporti anche dei rischi, ma viene comunque consigliato di usare con la massima accortezza (e tutte le precauzioni del caso) telefonini e altri dispositivi senza fili.

GLI EFFETTI - Da uno studio condotto dall'Università di Örebro in Svezia è emersa una forte correlazione tra l'uso dei cellulari e una proteina contenuta nel liquido cefalorachidiano, responsabile tra le altre cose di proteggere il cervello dalle influenze esterne. L'utilizzo intenso di dispositivi wireless tende a far crescere il livello di questa proteina (la transtiretina) nel sangue.

PRUDENZA - I ricercatori consigliano ancora prudenza nell'interpretazione di questi dati. Non è del tutto chiaro se l'aumento della proteina debba essere considerato un segnale di rischio per la nostra salute. Ad ogni modo, c'è ora evidenza scientifica che i cellulari producono un cambiamento biologico nel nostro cervello che, per auto-difendersi dal flusso costante di segnali wireless, tende a produrre in quantità maggiore transtiretina.

MAL DI TESTA - Una seconda parte dello studio si è focalizzata anche sui sintomi che bambini e adolescenti associano all'uso regolare dei cellulari. Sono stati rilevati mal di testa, disturbi asmatici e problemi di concentrazione. Anche in questo caso, però, è ancora troppo presto per arrivare a delle conclusioni: «È necessario svolgere ulteriori accertamenti per escludere la presenza di altri fattori».

PRECAUZIONI - In attesa di avere dati più certi sui rischi, è comunque consigliabile adottare alcune precauzioni. Solo il 2% dei bambini e degli adolescenti, ad esempio, utilizza gli auricolari. «Il che è preoccupante - sottolineano i ricercatori svedesi - Non sono stati ancora chiariti gli effetti sul lungo periodo dell'esposizione alle onde elettromagnetiche. Al momento si prende in considerazione solo il riscaldamento prodotto dai cellulari (il cosiddetto "effetto termico"). Ma potrebbero esserci altri fattori indipendenti dal riscaldamento di cui potremmo renderci conto solo dopo molti anni».

 

 

 

 

Telefoni cellulari e salute

Cosa ne sappiamo?

Fonte web

Tra qualche mese, un network di telefonia mobile irlandese lancerà “Firefly”, un telefono cellulare per bambini. Mentre persino l’opinione ufficiale del governo è contraria ad una simile mossa, Yanar Alkayat ripercorre opportunamente ciò che sappiamo per certo su telefoni cellulari e salute

Sto riscontrando un numero maggiore di pazienti ventenni e trentenni con una diagnosi di tumore al cervello rispetto a quanto mi aspetterei”, afferma il neurochirurgo australiano Dr. Vini Khurana, preoccupato dall’aumento di una patologia relativamente rara ma potenzialmente fatale.

Tale patologia causa crisi epilettiche, cecità e problemi di coordinazione, e comporta un aumento di cellule anomale nel cervello. Per il suo sviluppo e la sua diagnosi possono volerci tra i dieci e i vent’anni. Mentre si attendono ancora conferme in merito ai fattori di rischio, un crescente corpus di evidenze sta correlando l’uso di telefoni cellulari con determinati tumori cerebrali.

All’inizio di quest’anno, Khurana è finito in prima pagina per la pubblicazione di uno studio secondo le cui conclusioni i telefoni cellulari potrebbero essere dannosi quanto l’amianto e il fumo di sigaretta, se non addirittura di più. Egli ha esaminato oltre 100 articoli del Dr. Lennart Hardell, eminente oncologo e ricercatore presso l’Ospedale Universitario di Orebro in Svezia, e uno studio multinazionale su telefoni cellulari e tumori al cervello, noto come “Interphone project”.

Hardell è celebre nel campo della ricerca sui tumori cerebrali e, sebbene alcuni critici sostengano che l’evidenza epidemiologica da lui raccolta sia insufficiente a stabilire una connessione tra telefoni cellulari ed effetti sulla salute, i dieci anni che ha trascorso indagando sull’argomento lo hanno costantemente portato alla stessa conclusione: usare il telefono cellulare per un’ora al giorno nei giorni lavorativi per dieci anni comporterebbe un aumento di almeno il 100% della probabilità di sviluppare un tumore al cervello.

Dopo aver esaminato il lavoro di Hardell, Khurana è propenso a concordare con lui, ma ritiene che solo “un inesplicabile aumento nei tassi di incidenza dei tumori cerebrali e di altri disturbi neurocomportamentali” potrebbe spingere i governi all’azione.

Allora, che cosa stanno facendo i governi al momento? Nel Regno Unito, il governo è impegnato in un enorme studio che coinvolge 13 Paesi dal 1999 e il cui scopo è determinare se l’esposizione a basse radiazioni di radiofrequenza (RF) influenzi i tumori al cervello (neurinoma dell’acustico, glioma, meningioma e tumori della ghiandola parotide). Questo sforzo mastodontico si è avvalso di centinaia di ricerche su oltre 14mila persone ed è costato l’esorbitante cifra di 30 milioni di dollari. Tuttavia, il mondo sta ancora attendendo pazientemente i risultati.

La pubblicazione dello studio era prevista per il 2005, ma è stata procrastinata a causa di controversie e confusione ed è ora in programma per la fine di quest’anno. I ricercatori del gruppo non concordano sulla modalità di interpretazione dei dati, ed è in corso un acceso dibattito sull’esattezza dei risultati. Sono circolate accuse di ‘distorsione del ricordo’ (il difetto associato al fatto che ai partecipanti sono richieste informazioni su comportamenti passati facendo esclusivo affidamento sulla loro memoria), anche se è possibile sostenere che tale fenomeno potrebbe portare tanto ad una sopravvalutazione quanto ad una sottovalutazione dell’impatto.

Precauzioni di sicurezza

Le soglie di radiazione RF cui la maggior parte dei Paesi aderiscono sono stabilite al fine di assicurare che i dispositivi elettronici non riscaldino il tessuto corporeo in misura superiore ad un grado nel corso di 6 minuti di utilizzo (fenomeno classificato come ‘effetto termico’). Gli scienziati, i medici e gli esperti temono che si verifichino effetti biologici a valori inferiori rispetto a quelli indicati dalle linee guida, con conseguenti possibili ripercussioni negative sulla salute nel lungo termine.

La Health Protection Agency (HPA) del Regno Unito, agenzia con funzioni consultive nelle politiche governative, e la Mobile Phone Operators Association (MOA), che rappresenta le società del settore della telefonia mobile, ritengono che le linee guida elaborate dalla International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP) siano sufficienti a salvaguardare la sicurezza pubblica.

“La ICNIRP ha affermato alquanto chiaramente di intraprendere, nel formulare le linee guida, ‘un’approfondita valutazione critica della letteratura scientifica utilizzando criteri qualitativi accettati a livello internazionale’,” dice Mike Dolan, direttore esecutivo della MOA. “La ICNIRP rivede costantemente le proprie linee guida, e la segnalazione di effetti biologici sperimentali non implica che tali effetti causino patologie… anche fare le scale produce un effetto biologico, ma non ne deriva alcun danno”.

Tuttavia, ciò non coincide con le recenti osservazioni di Paolo Vecchia, presidente della ICNIRP, ovvero l’agenzia che stabilisce gli standard. Ad una conferenza tenutasi nel settembre del 2008, egli fece notare che le linee guida della sua organizzazione non sono né ‘prescrizioni obbligatorie per la sicurezza’, né ‘l’ultima parola sulla questione’, né, ancora, ‘mura difensive ad uso dell’industria o di altre parti’.

Le soglie ICNIRP sono determinate al fine di proteggere gli utenti da un numero limitato di effetti noti ed ‘indubitabili’ dell’utilizzo dei telefoni cellulari, ma non prende in considerazione alcun effetto ‘non indubitabile’. Di conseguenza, quando si tratta, ad esempio, di proteggere la popolazione da un aumentato rischio di cancro, le linee guida affermano semplicemente che ‘i dati disponibili sono insufficienti’.

Qualsiasi siano gli effetti che finiranno con l’essere dimostrati, è altamente probabile che, com’è il caso per molti altri processi biologici, la reazione dei bambini sia molto più pronunciata di quella negli adulti. Sebbene la HPA ritenga che non vi sia ancora alcuna chiara evidenza scientifica di ripercussioni negative sulla salute pubblica dovute all’utilizzo dei telefoni cellulari, essa comunque raccomanda azioni precauzionali, in particolare nei bambini.

“Se gli adulti sono colpiti dalla radiazione dei telefoni cellulari, è possibile che i bambini ne siano colpiti in misura molto maggiore poiché sappiamo che essi reagiscono più severamente ad altri fattori esterni, quali l’inquinamento da piombo, radiazioni e raggi UV”, afferma il dottor Lawrie Challis, professore emerito di fisica ed ex presidente del programma di ricerca governativo su telefoni cellulari e salute.

Ma a prescindere che questo sia dovuto o meno al loro sistema immunitario ancora in via di sviluppo, Challis afferma di aver bisogno di un “grande sforzo di persuasione per convincersi che un bambino necessiti davvero di un cellulare, soprattutto al di sotto degli undici anni.” I suoi commenti escono a pochi mesi dal lancio in Irlanda di Firefly, the mobile phone for mobile kids, che avverrà su un importante network entro la fine di quest’anno, e il cui target ha un’età compresa tra i quattro e i dodici anni.

È preoccupante che il mercato degli adolescenti e pre-adolescenti abbia assistito ad un fenomenale aumento dell’uso della telefonia mobile. Un recente resoconto pubblicato su The Times riporta che oggi la metà dei bambini di età compresa tra i cinque e i nove anni possiede un cellulare.

Il Dipartimento della Salute britannico avverte che i minori di sedici anni dovrebbero usare il proprio cellulare “solo per scopi essenziali” e “limitare la durata delle chiamate”. Tuttavia, si tratta di una sola riga in un dépliant che quasi nessuno ha letto il Mobile Phones and Health , redatto da dirigenti della sanità del Regno Unito). A paragone con le risorse dedicate alla lotta al fumo o alle infezioni trasmesse sessualmente tra gli adolescenti, l’enfasi sull’astensione dall’uso dei cellulari è minima.

Il governo sta facendo abbastanza per comunicare questo messaggio precauzionale? “Forse no”, afferma Challis. Onlus come la britannica Wired Child sono state istituite proprio per tentare di colmare questo vuoto.

L’organo consultivo del governo, l’HPA, afferma che darà maggiore risalto al messaggio quando sulla questione ci sarà un “consenso scientifico, definito e chiaro”.

“Dobbiamo sempre essere scettici, perché questo fa parte del processo scientifico”, afferma il portavoce scientifico dell’agenzia, Michael Clark. “Sappiamo che ciò può irritare chi crede che esista un effetto, ma le evidenze devono essere solide e chiare”.

‘Solidità’, ‘chiarezza’ e ‘sufficiente quantità di evidenze’ sono state questioni centrali nella guerra di parole condotta nel corso dell’ultimo decennio. Clark conviene sul fatto che non vi siano ancora abbastanza prove per giustificare ulteriori azioni, ma che ce ne siano a sufficienza per mettere in atto un qualche grado di precauzione.

Che cosa si sta facendo?

Varie organizzazioni in tutto il mondo esprimono la propria preoccupazione per il potenziare rischio cui la diffusa copertura wireless espone bambini ed adulti.

La ICEMS (The International Commission for Electromagmetic Safety – Commissione internazionale per la sicurezza elettromagnetica) afferma che “l’evidenza epidemiologica è ora più forte nel concludere che esiste un rischio” ed invoca standard che siano maggiormente precauzionali.

Il 2 aprile di quest’anno, il Parlamento Europeo ha adottato un documento sui problemi di salute associati ai campi elettromagnetici. I parlamentari europei si sono espressi con 559 voti a favore e 22 contro affinché al pubblico siano fornite informazioni più affidabili, sollecitando standard di sicurezza più rigorosi e maggiori finanziamenti alla ricerca sui rischi dell’esposizione a lungo termine.

Il Bio-Initiative Report è uno studio chiave che ha sollevato e sostenuto molta parte del problema. Un ampio pool internazionale di scienziati, ricercatori e professionisti nell’ambito delle politiche sanitarie si è riunito per studiare oltre duemila pubblicazioni specializzate sugli effetti dei campi magnetici e la salute.

Le raccomandazioni originate dal report hanno indotto alcuni governi – ad esempio il vicino della Germania, il Liechtenstein – a condurre studi propri e ad impegnarsi a ridurre le soglie di sicurezza dell’esposizione , entro il 2013, a quasi un decimo dei valori ICNIRP, ovvero 6 Volt per metro (V/m), rispetto ai 61 V/m dell’ICNIRP. Il Belgio ha già ridotto la soglia di esposizione a 3 Volt per metro (V/m).

Il Sottosegretario di Stato all’Ecologia francese ha in programma di avviare uno studio pilota in alcune città per ridurre l’emissione delle antenne per la telefonia a 0,6V/m, e diverse biblioteche parigine hanno sospeso le connessioni wireless in linea con i riscontri del Bio-Initiative Report. E quando la Corte d’Appello di Versailles ha ordinato ad uno dei maggiori operatori delle telecomunicazioni (Bouygues Telecom ), di smantellare la propria antenna in una cittadina nei dintorni di Lione sulla base dell’incertezza degli effetti sulla salute pubblica, in tutto il Paese sono seguite 135 azioni legali contro società di telefonia mobile, dando l’avvio ad una ‘crisi ministeriale’ in Francia.

Qui da noi, il governo ha pompato 3,1 milioni di sterline in ricerche il cui fine è stabilire il collegamento tra utilizzo di telefoni cellulari ed effetti sanitari nel lungo termine – tumori al cervello, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson e altre patologie neurodegenerative – attraverso uno studio di coorte . Lo studio seguirà 200mila utilizzatori di telefoni cellulari, 90mila dei quali nel Regno Unito, nel corso di 20-30 anni e descriverà gli eventuali effetti avversi sulla salute.

Un periodo di attesa tanto lungo per avere risultati, tuttavia, potrebbe portare ad un ritardo nell’azione. “Abbiamo un bisogno disperato di finanziamenti nel breve termine perché il costo potenziale di un’epidemia sanitaria nel giro di 20 anni sarebbe eccessivo”, afferma Graham Philips, portavoce di Powerwatch. “Si dovrebbe investire urgentemente in replicazioni degli esistenti studi caso-controllo, su cellule e su animali che possano essere pubblicati entro i prossimi tre-quattro anni”.

Il futuro

Le cose stanno cambiando. Cinque anni fa, le agenzie per la protezione della salute avrebbero negato la nozione di rischio in sé, ma oggi le evidenze sono sufficienti per affermare che non si può escludere la possibilità che un rischio esista. L’azione sarà inevitabilmente lenta, così come è successo con l’amianto e il fumo: le tecnologie wireless sono altamente lucrative e sono profondamente radicate nelle nostre vite.

Inoltre, le raccomandazioni governative provengono da un gruppo limitato di scienziati esperti in campi elettromagnetici che appartengono a comitati poco conosciuti, come lo SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks – Comitato scientifico sui rischi sanitari emergenti e di nuova identificazione) che è consulente della Commissione Europea, e l’AGNIR (Advisory Board for Non-Ionising Radiation – Comitato consultivo sulle radiazioni non ionizzanti), che invece è consulente della HPA.

Questa condivisione di membri tra gruppi può causare uno squilibrio nei punti di vista, una questione, questa, recentemente sollevata presso il Parlamento Europeo dall’onorevole Christel Schaldemose, e che potrebbe comportare che certe strade di ricerca rimangano inesplorate. “Ricercatori ed organizzazioni hanno criticato la ICNIRP per aver stabilito soglie troppo elevate a vantaggio dell’industria delle telecomunicazioni e del settore militare. Ma la commissione considera imparziali e indipendenti gli esperti dello SCENIHR?” ha detto.

Comunque sia, gli oppositori sono preoccupati dal fatto che, mentre proseguono le discussioni su imparzialità e ‘peso delle evidenze’, la popolazione generale ha accolto la tecnologia wireless nelle aree più private e intime della propria vita senza neppure sapere dell’esistenza di sospetti relativi alla loro sicurezza. Di fatto, siamo gli ignari soggetti di un esperimento di cui molti non sono neppure consapevoli. E molti potrebbero non esserlo mai.

Cinque cose da fare per ridurre l’esposizione alle radiazioni RF:

1. Sostituite il telefono cordless con uno con cavo per evitare la costante radiazione emessa dalla base. Se non potete rinunciare alla comodità, provate Orchid phone, un telefono cordless a bassa radiazione che è attivo solamente quando è in uso.

2. Anche i dispositivi Bluetooth e vivavoce trasmettono una radiazione, sebbene non così potente, e sono decisamente preferibili nel caso di chiamate lunghe. Per avere una sicurezza ottimale, provate ad usare un auricolare ‘pneumatico’, che sfrutta un principio acustico in modo che l’unica cosa trasmessa al corpo sia il suono (attualmente disponibile solo negli U.S.A.).

3. Limitate le chiamate all’essenziale, spegnete il telefono quando non vi serve, evitate di posarlo in prossimità della testa mentre dormite, e tenetelo distante dalla testa subito dopo aver composto il numero perché il telefono usa la massima potenza mentre effettua la connessione.

4. Sostituite i router wireless con spine dLan che usino un sistema di cablaggio e spegnete i router wireless quando non li state usando.

5. Quando portate il telefono cellulare con voi, evitate di metterlo nella tasca dei pantaloni o nel taschino della giacca così da ridurre al minimo l’esposizione di organi interni sensibili; evitate di tenere il computer portatile in grembo perché il trasmettitore, che comunica costantemente con il router, potrebbe trovarsi sul fondo e quindi a contatto con il vostro corpo.

 

 

APPROFONDIMENTO

 

I cellulari stanno sterminando le nostre api?

 

I cellulari stanno sterminando le nostre api? Gli scienziati attribuiscono alle radiazioni da telefonia cellulare la causa della misterioso fenomeno del “collasso delle colonie” delle api.

 

 

Wireless e Nanoparticelle

attaccano gli Alberi!

 

Traduciamo un articolo di René Schoemaker che, se confermato, acclarerebbe la connessione distruttiva delle nanoparticelle presenti nell'atmosfera (la cui origine è da ricercare, a nostro parere, nei 'termovalorizzatori' e nelle irrorazioni chimiche) con le emissioni a radio onde emesse dai dispositivi Wireless. Nell'articolo infatti si parla di nanoparticelle 'così piccole da attaccare gli organismi' (PM 0,5-5) sappiamo però che il traffico veicolare non produce queste particelle limitandosi a generare quelle un pò più grandi (intorno ai PM10). Che effetti hanno allora sull’uomo?

 

 

"Cellulari e wi-fi: bambini a rischio"

 

La capacità di assorbimento delle radiazioni elettromagnetiche nei bambini è molto più alta rispetto agli adulti. Mentre in Francia e in altri paesi si adottano misure preventive, in Italia accade tutto il contrario. La capacità di assorbimento delle radiazioni elettromagnetiche nei bambini è molto più alta rispetto agli adulti. Mentre in Francia e in altri paesi si adottano misure preventive, in Italia accade tutto il contrario. È il momento di agire per tutelare la salute dei nostri figli.
 

 

Radiazioni da cellulare: sono un pericolo reale?

Cellulari e Wi-Fi sono dannosi per la salute? Arrivano i primi risultati di studi condotti su un lungo periodo. E dicono che è meglio la prudenza. I cellulari e altri dispositivi senza fili come telefoni cordless casalinghi e periferiche WiFi sono tornati recentemente sotto attacco, e l’accusa è di quelle pesanti: aumentare i rischi di cancro al cervello. Dopo i primi test effettuati negli anni passati e dall’esito incerto, infatti, stanno uscendo i primi studi effettuati su persone reali che hanno usato il cellulare per almeno 10 anni. Il risultato? Alcuni di essi evidenziano un rischio di tumore al cervello dal lato in cui si usa il cellulare del 30% superiore alla media. Altri studi hanno verificato che per i bambini il rischio di cancro è cinque volte superiore agli adulti, a causa del minore spessore del cranio. Insomma, niente allarmismi, ma nemmeno far finta di nulla, perché il rischio è ben peggiore di quello di prendersi un banale raffreddore.